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mercoledì 21 luglio 2010

Ecco come i vescovi applicano il "Motu Proprio" del Papa

"I vescovi, peggiori nemici del Messale Romano"


Mons. Robert Le Gall, nominato Arcivescovo di Tolosa nel 2006 da Papa Benedetto XVI, è Presidente della Commissione per la Liturgia e la Pastorale sacramentale della Conferenza Episcopale Francese. Insomma: l'esperto istituzionale di liturgia in Francia. Non solo: è anche membro della Congregazione romana per il Culto divino ed è stato, prima della nomina episcopale, per molti anni abate del monastero benedettino di Kergonan.

In questo austero monastero, appartenente alla congregazione benedettina di Solesmes, tutte le messe ed uffici sono rigorosamente cantati nel più puro gregoriano, pur se il rito è quello moderno.

Ebbene: nonostante il curriculum, i precedenti e la cultura del presule, il suo modo di celebrare è quello raffigurato nella foto sopra. Che non è certo un'eccezione.

In un suo articolo apparso sul laicardo Le Monde del 5 luglio 2008, ha pesantemente criticato i tradizionalisti che insistono a chieder la Messa antica, accusandoli di "pressioni insopportabili che esagerano i loro reali effettivi". Al tempo stesso ha riconosciuto in quell'articolo che "occorre reintrodurre più silenzio, ieraticità, interiorità, bellezza nelle vesti liturgiche" nel rito ordinario di Paolo VI. La foto qui sopra ci mostra quanto si stia sforzando per realizzare questo suo auspicio.

Di fronte a ciò, è allora da apprezzare, quanto meno per la sincerità, questa risposta data da un suo confratello, l'ex arcivescovo di Strasburgo Doré, ad un fedele che si lamentava dell'onniprensenza di abusi nel rito ordinario:

Volere che la liturgia sia celebrata conformemente al Messale Romano sarebbe contrario a quanto si pratica abitualmente nelle nostre parrocchie.
Fonte: Perepiscopus

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