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mercoledì 6 aprile 2011

IN DIFESA DEL POEMA DELL'UOMO-DIO DI MARIA VALTORTA...



S. S. Papa Pio XII a chi gli chiedeva se tale opera poteva essere pubblicata il Papa rispose:  "Pubblicate quest'opera così come sta; chi legge capirà". E aggiunse: "Si sente parlare di tante visioni e rivelazioni. Io non dico che tutte siano vere; ma qualcuna vera ci può essere". Padre Berti chiese al Papa se si dovessero togliere le diciture: "visione" e "dettato". Ed egli rispose di non togliere nulla.
Riporto anche l'opinione di un teologo noto ai suoi tempi (mons. Maurizio Raffa) che in un suo libro del 1952 sulla Valtorta scrisse di aver trovato in essa “ricchezze incomparabili” e aggiunse: "Volendo esprimere un giudizio sul valore intrinseco ed estetico, osservo che, per scrivere uno solo fra i molti volumi componenti l’Opera, occorrerebbe un Autore (che oggi non esiste) che fosse insieme grande poeta, valente biblista, profondo teologo, esperto in archeologia e topografia, e conoscitore profondo della psicologia umana. Mi consta inoltre che la lettura del testo esercita particolare fascino e desta viva commozione non solo presso le persone dotte ma anche nelle anime semplici, che non conoscono la scienza ma posseggono la sapienza".

+ Roman Danylak, Vescovo titolare di Nissa
P. Philip Pavich, OFM, sacerdote francescano americano-croato, nel 1991 spedì una lettera circolare ai devoti di Medjugorje, mettendo in questione le presunte visioni di Maria Valtorta e i volumi da lei scritti, intitolati Poema del Uomo-Dio- l'Evangelo Come mi e stato Rivelato, pubblicato in inglese in 5 volumi (10 volumi in italiano E già uscita la quarta edizione ampliata di quest'opera, pubblicata dal Centro Valtortiano in Isola dei Liri, in Italia. Le tre ultime edizion sono state curate dal editore, dott. Emilio Pisani.)
    Mi resi conto di sovrabbondanza di pareri simili tra vari autori, sacerdoti, cattolici impegnati, fedeli tradizionali, e non solamente cattolici radicali o liberali, che erano pronti a rigettare tali visioni e rivelazioni su due piedi. La mia prima reazione a questa lunga lettera circolare fu quella d'apprensione. E ritornai alle origini: il testo de Il Poema dell'Uomo-Dio, in originale italiano e nella traduzione inglese, alle sue esaurienti introduzioni, annotazioni in calce e appendici, al decreto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede sull'abolizione dell'Indice di libri proibiti; e in particolare le sezioni che causarono a P. Pavich tale impegno. Rividi un'altra volta l'opera principale di P. Gabriele Roschini: La Vergine Maria negli scritti di Maria Valtorta.
    Riflettendo sui punti di riguardo alla luce delle difficoltà sollevate da P. Pavich, e dal gran numero di scrittori per i diversi bollettini o settimanali, come ad. es. The Wanderer, presto mi divenne chiaro che tutti i riserbi di P. Pavich e degli altri scrittori provengono dalle loro interpretazioni dei commenti per sentito dire e delle interpretazioni degli episodi né Il Poema dell'Uomo-Dio, e in particolare della loro cattiva lettura e del fatto che la prima edizione de Il Poema era stata messa sull'Indice dei libri proibiti. Nessuno di questi scrittori, comunque, si applicò a studiare il decreto, e meno ancora a studiare a fondo Il Poema dell'Uomo-Dio, e le affermazioni di studiosi e delle autorità della Chiesa e le buone cose che teologi rinomati avevano da dire de Il Poema dell'Uomo-Dio.
    Parlerò delle maggiori questioni per esteso.Gli scrittori menzionati sopra non erano nemmeno a conoscenza della notevole letteratura degli anni cinquanta, delle dichiarazioni favorevoli dei contemporanei di Maria Valtorta, e specialmente dell'approfondimento teologico e del commento scientifico di P. Corrado Beiti, un teologo Servita, alla seconda edizione italiana de Il Poema dell'Uomo Dio.
    Le principali obiezioni dei censori, che misero Il Poema dell'Uomo-Dio sull'Indice dei libri proibiti, furono che gli editori della prima edizione, facendo intendere di presentare visioni e rivelazioni private, non sottomisero l'opera alla precedente censura ecclesiastica, la quale cosa è vera. Inoltre loro accusarono il libro d'inaccuratezze archeologiche e geografiche, teologia sbagliata, sentimentalismo affettato, etc., etc. Due teologi Serviti, P. Corrado Berti, che allestì un commento scientifico teologico e scritturale per la seconda edizione de Il Poema, e P. Gabriele Roschini, un noto mariologo, l'autore de La Vergine Maria negli scritti di Maria Valtorta, attestano l'ortodossia della fede cattolica, l'accuratezza dei fatti delle descrizioni della geografia biblica descritta nel Poema, e la profondità del discernimento teologico di questi scritti. P. Roschini fece uso degli scritti di Valtorta per il suo corso di mariologia degli anni 1970, e le annotazioni per il suo corso divennero la base per il suo finale e definitivo libro di mariologia, La Vergine Maria negli scritti di Maria Valtorta. Inizialmente P. Roschini si era dimostrato molto riservato verso gli scritti di Valtorta. Ma cambiò opinione, superò il suo iniziale riserbo, per scoprire un tesoro immenso di cognizione del mistero di Maria, egli commenta nell'introduzione al suo ultimo libro su Maria (pg. 21 nella traduzione inglese).
    L'Osservatore romano pubblicò il 6 gennaio 1960, un articolo su // Poema dell'Uomo Dio assieme ad un'aspra critica contraria. Tuttavia lo stesso articolo apertamente ammise che era possibile trovare in quest'opera delle lezioni di teologia mariana le che dimostrano conoscenza completa di studi ulteriori d'odierni specialisti nella materia. Queste lezioni teologiche sono scritte in termini uguali a quelli che un professore contemporaneo userebbe ora. Nella nota in calce, P. Roschini aggiunge che questi ufficiali non erano nemmeno a conoscenza della dichiarazione del Papa Pio XII del 26 febbraio 1948, durante la speciale udienza che aveva concesso a P. Berti e a due testimoni P. Andrea M. Cecchini, Priore, e P. Romualdo Migliorini (tutti e tre teologi). (Cf. Osservatore Romano, 27 febbraio 1948) — con la raccomandazione: "Pubblicate quest'opera così come è. Non c'è bisogno di dare un'opinione sulle sue origini, se siano straordinari o no."
    Le successive edizioni, sebbene similmente stampate senza il Nihil Obstat, furono pubblicate dopo che l'indice era stato annullato. P. Pavich era a conoscenza soltanto dei commenti per sentito dire di P. T. Pervan sulla dichiarazione attribuita al Cardinale Ratzinger. Sfortunatamente, né P. Pavich né P. Pervan indicano le sorgenti di questo riferimento alle presunte dichiarazioni del Cardinale. Altri scrittori ugualmente fanno menzione alla risposta del Cardinale Ratzinger ai quesiti del Cardinale Siri di Genova; eppure nessuno di loro propone riferimenti precisi, cosicché i lettori possano valutare l'impatto della risposta del Cardinale Ratzinger.
    Con risposta a queste obiezioni semplicemente citerò e commenterò il testo del nuovo decreto e il pubblico pronunciamento della Congregazione per la Dottrina della Fede, pubblicato in Acta Apostolicae Sedis del 1966. Presento la traduzione inglese del testo latino di ambedue i documenti, cosicché i lettori possano da soli avere un'idea dell'impatto di questi due documenti.
    Il decreto che ha annullato l'indice dei libri proibiti, distingue tra quei libri che furono collocati sull'indice a causa della loro morale riprovevole, il carattere teologico anti-ecclesiale, e quell'altra letteratura relativa agli scritti sulle rivelazioni private o presunte visioni che furono pubblicate senza previa approvazione dell'" autorità ecclesiastica. Il desiderio profondo di Maria Valtorta, che rifiutava qualsiasi personale paternità del Poema dell'Uomo-Dio a parte quella di essere la portavoce o la segretaria annotatrice — dichiarando che gli scritti erano un dono del Signore — era che la Chiesa approvasse quest'opera. Una delle sue croci più grandi, era che questa approvazione non fu mai ottenuta, anche se l'edizione finale dell'intero corpo del Poema dell'Uomo-Dio fu pubblicato in adesione alle nuove regole stabilite dalla Santa Sede. Né fu lei di persona responsabile per la prima, né, in quanto a ciò, per le successive pubblicazioni. Ciò è stato il lavoro d'amici zelanti che desideravano di condividere una buona cosa con il mondo.
    Non c'è stata né c'è alcuna cosa moralmente, teologicamente o scritturalmente riprovevole, nulla che fosse contrario all'insegnamento della Chiesa o in opposizione all'autorità della Chiesa, nelle opere della Valtorta. Questa fu la conclusione delle diverse autorità che io ho citato, come pure i critici delle sue opere, responsabili per l'articolo nell'Osservatore Romano del 1960.
    In secondo luogo, P. Pavich è in disaccordo con il titolo del libro: Il Poema dell'Uomo-Dio arguendo che il Cristo dovrebbe più propriamente essere chiamato il Dio-Uomo. Desidero riferirmi all'opera di San Alfonso Liguori "La passione e la morte di Gesù Cristo". Citando Santo Agostino, Santo Alfonso inverte le parole di Santo Agostino, 'Deus-Homo', e scrive: "Nulla è più salutare del pensare quotidianamente di quanto l'Uomo-Dio ha sopportato per noi." (p. 159). Questo nome di Cristo, l'Uomo-Dio è di comune uso in italiano. Il Cardinale Pietro Parente, uno dei più eminenti teologi italiani prima e durante il Concilio vaticano II, segretario del Sant'Ufficio sotto il Card. Ottaviani, nel suo articolo sul Verbo Incarnato in Euntes Docete (1952) intitola la sua tesi "Unità ontologica e psicologica dell'Uomo-Dio"; quest'espressione si trova spesso in molti suoi scritti di cristologia.
    P. Pavich afferma la propria autorità in merito in quanto già professore di seminario, tuttavia lui rifiuta le autorità citate dagli editori del Poema, uomini reputati non solo per la loro scienza ecclesiastica, ma anche per la loro autorità in seno alla Chiesa. Ne addurrò solo alcuni: Il Cardinale Agostino Bea, l'Arcivescovo Carinci, segretario della Congregazione per i Santi, Mons. Ugo Lattanzi, il Prof. Camillo Corsanego, avvocato concistoriale per le cause dei santi; i Padri Corrado Berti, Romualdo Migliorini, Gabriele Roschini, tutti teologi o canonisti e professori alle università pontificie, e altri. (Cf. Poema dell'Uomo-Dio, edizione 1986, vol VII. appendice ppg. 1865-1871; e vol X, nota 65, ppg. 369-370, per un elenco di autorità che supportano il lavoro di Maria Valtorta, e per la valorizzazione critica della competenza biblica e teologica dei suoi scritti).
    Ho studiato il Poema a fondo, non solo nella traduzione inglese, ma nell'originale edizione italiana con le annotazioni critiche di P. Berti, ed affermo la sua teologica validità, e accolgo cordialmente la perizia di P. Berti e il suo concetto critico all'edizione italiana degli scritti. Inoltre ho studiato in originale i Quaderni di Maria Valtorta per gli anni dal 1943 al 1950. E desidero asserirne l'ortodossia teologica.
    P. Pavich allude a due particolari punti di riguardo. In primo luogo, le parole della Beata Madre pronunciate nell'infanzia: "Vorrei anche esser peccatrice, tanto peccatrice, se non temessi di offendere il Signore... Dimmi, mamma. Si può esser peccatrici per amore di Dio?" (Poema I, pg. 47. Seconda edizione, l'Evangelo come mi è stato rivelato 1 pg.37 (terza edizione), ossia 7,5). Mi sembra di ricordare un simile commento di Santa Teresa del Bambino Gesù. La sua profonda comprensione dell'Infinita Misericordia di Dio che trova gioia nel dar perdono ai peccatori. E forse non molto lontano da ciò è l'offerta di San Paolo: "...ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anatema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne...". (Rom. 9:3)
    Per me, Nostra Signora, con la sapienza di una bambina, cerca di esprimere il suo profondo discernimento, come bambino, dell'infinita misericordia e compassione del Dio che redime, la cui più gran gioia è perdonare al peccatore che si pente. Se ha realmente detto tali parole o no, non lo sapremo mai per certo al di qua del cielo, salvo un'altra visione o rivelazione.
    La seconda difficoltà di P. Pavitch si riferisce all'apparentemente dura risposta di Cristo a Sua Madre, che chiama la sua attenzione alla mancanza di vino, e il successivo mutamento dell'acqua in vino nelle nozze di Cana. Secondo Maria Valtorta, Cristo indica che i successivi traduttori delle Scritture omisero una parola chiave. Le parole di Cristo a sua Madre dovrebbero leggersi, secondo Maria Valtorta: "Donna, che vi è più fra Me e Te?" (Giov. 2:4). Diversi traduttori traducono in varie forme l'enigmatico "Quid mihi et tibi, mulier?" nella Vulgata latina, o nell'originale greco. I commenti dei Padri orientali e dei Dottori occidentali della Chiesa su queste parole colmano molte pagine. Il commento di Cristo, secondo Maria Valtorta (Poema, II, pg. 76 seconda edizione, I, pg.293 terza edizione, ossia 52,9, quarta edizione, l'Evangelo come mi stato rivelato, p.329, n.52.7), fa capire che la parola "più" fu omessa da molti traduttori. Questo implicherebbe una correzione ai testi delle Scritture come noi le possediamo, o il suggerimento che l'originale testo in greco può aver avuto incluso la parola greca per "più". Non ero in grado di consultare una varietà più vasta di fonti dei manoscritti greci, per trovare manoscritti con questo "più". P. Pavich muove obbiezione a queste parole attribuite dalla Valtorta a Cristo. Studiosi delle Scritture dovranno applicarsi alle questioni di testo. Qualsiasi sia l'esito, la spiegazione offertaci nel Poema dell'Uomo-Dio è più accettabile delle grandi quantità di scritti dei teologi e persino dei Padri della Chiesa nei secoli, per non parlare delle oltraggiose interpretazioni del Protestantesimo, come se Gesù avesse messo Sua Madre dove le spetta di stare. P. Roschini fa sua l'interpretazione di Maria Valtorta:
    Citando la risposta di Gesù a Sua Madre alle nozze di Cana: "Donna, che vi è fra Me e Te?" Maria Valtorta spiega il passaggio come segue:
"Donna, che vi è più fra Me e Te?" L'avverbio "più" è stato aggiunto. Valtorta scrive quanto segue: "Gesù mi spiega il significato della frase. 'Quel "più", che molti traduttori omettono, è la chiave della frase e la spiega nel suo vero significato. Ero il Figlio soggetto alla Madre sino al momento in cui la volontà del Padre mio m'indicò esser venuta l'ora di essere il Maestro. Dal momento che la mia missione ebbe inizio, non ero più il Figlio soggetto alla Madre, ma il Servo di Dio. Rotti i legami morali verso la mia Genitrice. Essi si erano mutati in altri più alti, si erano rifugiati tutti nello spirito. Quello chiamava sempre "Mamma" Maria, la mia Santa. L'amore non conobbe soste, né intiepidimento, anzi non fu mai tanto perfetto come quando, separato da Lei come per una seconda filiazione, Ella mi dette al mondo per il mondo, come Messia, come Evangelizzatore. La sua terza sublime mistica maternità fu quando, nello strazio del Golgota, mi partorì alla Croce facendo di Me il Redentore del mondo."Che vi è più fra Me e te?". Prima ero tuo, unicamente tuo. Tu mi comandavi, Io ti ubbidivo. Ti ero "soggetto". Ora sono della mia missione. Non l'ho forse detto? " Chi, messa la mano all'aratro, si volge indietro a salutare chi resta, non è adatto al Regno di Dio". (Lk 9:6 1-62) Io avevo posto la mano all'aratro per aprire col vomere non le glebe, ma i cuori, e seminarvi la parola di Dio. Avrei levato quella mano solo quando me l'avrebbero strappata di là per inchiodarmela alla croce ed aprire con il mio torturante chiodo il cuore del Padre mio, facendone uscire il perdono per l'umanità.
Quel "più", dimenticato dai più, voleva dire questo: "Tutto mi sei stata, o Madre, finché fui unicamente il Gesù di Maria di Nazareth, e tutto mi sei nel mio spirito; ma, da quando sono il Messia atteso, sono del Padre mio. Attendi un poco ancora e, finita la missione, sarò da capo tutto tuo; mi riavrai ancora sulle braccia come quand'ero bambino, e nessuno te lo contenderà più, questo tuo Figlio, considerato un obbrobrio dell'umanità, che te ne getterà la spoglia per coprire te pure dell'obbrobrio d'esser madre di un reo. E poi mi avrai di nuovo, trionfante, e poi mi avrai per sempre, trionfante tu pure in Cielo. Ma ora sono di tutti questi uomini. E sono del Padre che mi ha mandato ad essi".
Quel "più", dimenticato dai più, voleva dire questo: "Tutto mi sei stata, o Madre, finché fui unicamente il Gesù di Maria di Nazareth, e tutto mi sei nel mio spirito; ma, da quando sono il Messia atteso, sono del Padre mio. Attendi un poco ancora e, finita la missione, sarò da capo tutto tuo; mi riavrai ancora sulle braccia come quand'ero bambino, e nessuno te lo contenderà più, questo tuo Figlio, considerato un obbrobrio dell'umanità, che te ne getterà la spoglia per coprire te pure dell'obbrobrio d'esser madre di un reo. E poi mi avrai di nuovo, trionfante, e poi mi avrai per sempre, trionfante tu pure in Ciclo. Ma ora sono di tutti questi uomini. E sono del Padre che mi ha mandato ad essi"..., (Poema II, p.76 seconda edizione, Evangelo come mi è stato rivelato 1 pg 292 (terza edizione), ossia 52,7.IV edizione, p, 330, ).
    Quale che sia la verità sulla parola "più", una cosa su cui sono d'accordo con P. Pavich è che questi scritti, come tutte le relazioni sulle visioni e rivelazioni private, rimangono nella categoria delle rivelazioni private; e lo stesso vale per tutti gli scritti di Maria Valtorta, cosi come per le parole e scritti e testimonianze di altri veggenti. E ve ne sono molti. Comunque essi devono tutti essere sottoposti all'autorevole giudizio della Chiesa, la sola che può giudicare con autorità sulla loro autenticità. "Videant auctores. Videat Ecclesia."
    Ma nello stesso momento desidero sottolineare che la storia della Chiesa è una costante testimone delle irruzioni della Divina Misericordia nella storia umana e della Chiesa, attraverso gli autorevoli pronunciamenti del Magistero, gli scritti dei mistici e dei santi, e anche, in modo particolare, le visioni e apparizioni del cielo. Perché mai dovrebbero cessare adesso, in particolare ora che il mondo è entrato in una situazione di crisi che non aveva ancora sperimentato? P. Roschini esamina i principi teologici delle rivelazioni private, e stabilisce un criterio sano con il quale possiamo discernere la loro autenticità. Ho incluso come supplemento gli importanti punti che lui pone. Rimando il lettore alla sua esauriente analisi offerta nel suo libro La Madonna negli scritti di Maria Valtorta.
    In terzo luogo, i critici sono infastiditi dalle descrizioni dell'intimità di Cristo con sua Madre, e delle sue relazioni personali con le donne del Vangelo. Desidero rammentare al lettore non soltanto che portiamo i nostri tesori in vasi di terracotta; ma anche che abbiamo dimenticato cosa vuol dire veri uomini e vere donne nello stato di giustizia originale. Sperimentando la nostra fragilità ci siamo circuiti con tanti caveat e precauzioni, oppure ci siamo lasciati andare negli stati di peccato (come degli) animali. Gesù è vero Dio e vero uomo, il migliore esemplare non soltanto dell'umanità ma anche di virilità. La sua relazione con il genere femminile fu santa e sana. Concludo queste riflessioni con le parole di Cristo stesso, secondo Maria Valtorta (Il Poema dell'Uomo-Dio, X, pp. 362-374, seconda edizione, L'Evangelo come mi è stato rivelato, si tratta di passaggi della sezione 652 del "Commiato all'Opera"; ediz. IV, p.513), secondo le visioni e parole che ella ha ricevuto il 27 aprile 1948):
Io sono venuto... restituire nella loro verità le figure del Figlio dell'Uomo e di Maria, veri figli di Adamo per la carne e il sangue, ma di un Adamo innocente. Come noi, così dovevano essere i figli dell'Uomo, se il Progenitore e la Progenitrice non avessero avvilito la loro perfetta umanità — nel senso di uomo, ossia di creatura nella quale è la duplice natura spirituale, a immagine e somiglianzà di Dio, e la natura materiale — come voi sapete che hanno fatto. Sensi perfetti, ossia sottomessi alla ragione pur nella loro grand'acutezza. Nei sensi includo quelli morali insiemi a quelli corporali. Amore completo e perfetto perciò, e per lo sposo al quale non la stringe sensualità, ma soltanto vincolo di spirituale amore, e per il Figlio. Amatissimo. Amato con tutta la perfezione di una perfetta donna per la creatura nata da lei. Così avrebbe dovuto amara Eva: come Maria, ossia non per quello che di godimento carnale era il figlio, ma perché quel figlio era figlio del Creatore e ubbidienza compiuta al suo comando di moltiplicare la specie umana.E amato con tutto l'ardore di una perfetta credente, che sa quel suo Figlio non figuratamene ma realmente: Figlio di Dio. A coloro che giudicano troppo amoroso l'amore di Maria per Gesù, dico di considerare chi era Maria: la Donna senza peccato e perciò senza tare alla sua carità verso Dio, verso i parenti, verso lo sposo, verso il Figlio, verso il prossimo; di considerare cosa vedeva la Madre in Me oltre che vedere il Figlio del suo seno; e infine di considerare la nazionalità di Maria. Razza ebrea, razza orientale, e tempi molto lontani dagli attuali. Perciò, da questi elementi scaturisce la spiegazione di certe amplificazioni verbali di amore che a voi possono parere esagerate. Stile fiorito e pomposo anche nel parlare comune, lo stile orientale ed ebraico. Tutti gli scritti di quel tempo e di quella razza ne sono un documento, né il volger dei secoli ha molto mutato lo stile d'oriente.
Pretendereste che, perché voi, venti secoli dopo e quando la perversità della vita ha ucciso tanto amore, dovete esaminare queste pagine, Io vi dessi una Maria di Nazaret qual è la donna arida e superficiale del vostro tempo? Maria è ciò che è, e non si muta la dolce, pura, amorosa Fanciulla d'Israele, Sposa di Dio, Madre verginale di Dio, in una eccessivamente, morbosamente esaltata, o in una glacialmente egoista donna del vostro secolo.
A coloro che giudicano troppo amoroso l'amor di Gesù per Maria dico di considerare che in Gesù era Dio e che Dio uno e trino prendeva i suoi conforti amando Maria, Colei che lo ripagava del dolore di tutta la razza umana, il mezzo perché Dio potesse tornare a gloriarsi della sua Creazione che dà cittadini ai suoi Cieli. E considerino infine che ogni amore diventa colpevole quando, e soltanto quando disordina, ossia quando va contro la volontà di Dio e il dovere da compiere.
Ora considerate: l'amore di Maria ha fatto questo? Il mio amore ha fatto questo? Mi ha Ella trattenuto, per egoistico amore, dal compiere tutta la volontà di Dio? Per un disordinato amore per mia Madre ho rinnegato forse la mia missione? No. L'uno e l'altro amore hanno avuto un solo desiderio: che si compisse la volontà di Dio per la salute del mondo. E la Madre ha detto tutti gli addii al Figlio, e il Figlio ha detto tutti gli addii alla Madre, consegnando il Figlio alla croce del magistero pubblico e alla croce del Calvario, consegnando la Madre alla solitudine e allo strazio, perché fosse Corredentrice, senza tenere conto dell'umanità nostra che si sentiva lacerare e del nostro cuore che si spezzava nel dolore. È questo debolezza? Sentimentalismo? È amor perfetto, o uomini che non sapete amare e non comprendete più l'amore e le sue voci!
E ancora quest'Opera ha scopo di illuminare dei punti che un complesso di circostanze hanno coperto di tenebre e formano così zone oscure nella luminosità del quadro evangelico e punti che sembrano di frattura, e non sono che punti oscurati, fra l'uno e l'altro episodio, punti indecifrabili e che nel poter decifrarli sta la chiave per comprendere esattamente certe situazioni che si erano create e certe maniere forti che avevo dovuto avere, così in contrasto con le mie esortazioni continue al perdono, alla mitezza e umiltà, certi irrigidimenti verso i tenaci, inconvertibili avversari. Ricordate tutti che, dopo avere usato tutta la misericordia, Dio, per onore di Sé stesso, sa anche dire "Basta" a coloro che, perché è buono, credono lecito di abusare della sua longanimità e tentarlo. Dio non s'irride. È parola antica e sapiente.
    A concludere questa alquanto lunga esposizione, desidero condividere alcune delle mie personali esperienze. Nonostante alcune dichiarazioni contrarie, teologi autorevoli, studiosi delle Scritture, che hanno studiato Il Poema, confermano l'accuratezza delle descrizioni di luoghi, della geografia date dalla Valtorta, la sua esatta conoscenza della Terra Santa, ecc. E dobbiamo ricordare che Maria Valtorta non aveva la salute né l'opportunità di studiare o di correlare le sue osservazioni. Leggendo i cinque volumi in inglese o i dieci in italiano, mi sono molto stupito della sua maestria non soltanto relativa al componimento poetico, ma dei dettagli, delle personalità, degli eventi del racconto evangelico. Trovo conferme significative sui molti personaggi, apostoli, discepoli, penitenti, ecc., menzionati non solo nelle Scritture, ma anche nella tradizione liturgica e patristica della Chiesa, nella tradizione bizantina. I suoi personaggi non sono immaginari, come quelli descritti nella narrazione di un'altra veggente e mistica, Catherine Emmerich, ma sono gente vera, la cui identità è confermata dai Padri e dalle feste liturgiche della Chiesa bizantina. Sono certo che potremmo trovare simili conferme nella tradizione patristica dell'Occidente. Sono meno a conoscenza di quest'ultima e lascio alle autorità più competenti in quest'area di ricerca.
Inoltre troviamo nelle narrazioni di Maria Valtorta le risposte a molte delle questioni bibliche che sono state discusse e ribattute dagli studiosi delle Scritture e teologi per lunghi secoli, a causa delle apparenti contraddizioni nelle relazioni della Resurrezione, fra i sinottici e il Vangelo di San Giovanni.
    In ultimo luogo Maria Valtorta presenta una delle più vivide, più belle, viventi e convincenti immagini del vivente Gesù che io abbia mai incontrato. Molti lettori hanno rinvigorito la loro fede, ed hanno attinto una più profonda comprensione delle scritture canoniche del Nuovo Testamento. Il Poema dell'Uomo-Dio merita serio studio.
    Esorto vivamente tutti i critici a studiare Il Poema dell'Uomo-Dio, o l'Evangelo Come mi e stato Rivelato, leggendolo nella sua interezza, e non basandosi su impressioni superficiali o per lo più ripetute rielaborazioni di altri critici. Vi troveranno, ne sono sicuro, la pace e il gaudio, una conoscenza più profonda e più intima del Nostro Divino Salvatore e della Sua Beata Madre che io e innumerevoli altri lettori sparsi nel mondo, abbiamo trovato.

15 commenti:

  1. In tempi non sospetti gli scritti della Valtorta furono proscritti; qui il severo monito:

    http://www.cafarus.ch/valtorta.html

    Suonano strane le parole attribuite a Pio XII, che non era certo un credulone fideista...

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  2. Uffa! Ancora indulgere e rovistare nella "legge" senza alzare lo sguardo e riuscire a districarsi con animo libero. Come siamo terreni e legati agli schemi della legge, proprio come i farisei di allora!
    Ma dunque, tutto quello che viene scritto nel blog, viene letto o no? Viene letto ma c'è sempre quel blocco di pre-giudizio pre-costruito affidandosi al giudizio di alcuni, che impedisce di leggere ed assimilare con spirito libero.
    In alto i cuori!

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  3. Ma ora siamo opinionisti nella fede?
    Lo spirito libero lasciamolo ai protestanti e alla new age...
    Noi cattolici abbiamo una gerarchia istituita da Cristo stesso che deve interpretare per noi e condannare le falsità se è il caso.

    Ora che si contestino le scelte della chiesa modernista siamo d'accordo, ma che ora, in questa voglia di fare terra bruciata si faccia di tutta un erba un fascio e si aggredisca anche la Chiesa Cattolica del 1949, quando Questa era pienamente assistita dallo Spirito Santo è paradossale...

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  4. Credo che la disposizione di ognuno di noi nel porsi davanti ad apparizioni o messaggi non riconosciuti ufficialmente, vari a seconda del proprio vissuto e delle proprie esperienze. Per quanto mi riguarda, preferisco essere farisea prima di cadere nell'errore. Alzare lo sguardo senza tenere i piedi ben piantati a terra, può costare molto caro, mentre invece giova sempre esercitare la virtù della prudenza. Nel 2003 andai a Medjugorie per poter esprimere una mia opinione al riguardo senza basarmi su quelle altrui, ormai avrete capito che non mi fido mai del sentito dire. Il viaggio fatto insieme ad un gruppo parrocchiale fu sereno e tranquillo, bei rosari, tanti canti, preghiere varie, ma arrivati in loco, una specie di delirio si impadronì della maggioranza dei partecipanti, sacerdote compreso. Il gruppo iniziò a muoversi freneticamente dalla chiesa alla croce blu, dal Krizevac alle case dei vari "veggenti", dai negozi stracolmi di ricordini al Podbordo, dove assistei attonita a delle scene a dir poco assurde. In mattinata si era sparsa la voce che una pellegrina aveva visto la Gospa su quella collina e allora decine di persone vi si riversarono nella speranza di essere anche loro dei privilegiati. Chi sentiva odore di rose, chi di viole, che vedeva ombre, chi luci, insomma, un delirio collettivo. Infine un grido: "il sole si muove!" ed ecco che quasi tutti volsero lo sguardo verso esso. "Guardate, è un segno divino!", ma non poche di queste povere anime ritornarono all'albergo con occhi gonfi e doloranti e due di esse, con lesioni importanti alla retina. Quel giorno ho compreso perchè la Chiesa è sempre molto prudente nel riconoscere le apparizioni e perchè non obblighi nessun fedele a crederci, così come ho compreso che "essere astuti come serpenti" è un'esortazione allo stare in guardia per non ricevere danno, perchè come scrive Sant'Agostino, "non potrai stare in guardia dal ricevere danno,se non comprenderai in che cosa puoi essere danneggiato."
    Patrizia

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  5. Brava Patrizia, grazie della testimonianza.Meglio una fede con i piedi piantati in terra che un delirio fideista che vede visioni dove non ci sono. Su questo sono d'accordo! Ma quando si tratta di leggere "scripta quae manent" e quando uno spirito afflitto dice di vedere il Signore che gli parla e scrive, scrive sempre cose belle ed elevanti si potrebbe anche farci un pensierino di fiducia, specialmente se lo scritto è in consonanza con i dogmi di fede.Qui non si tratta di guardare il Cielo con occhi sognanti sperando di essere benficati di qualche visione celeste, si tratta molto più semplicemente di avere il coraggio di leggere ed imparare con spirito libero nella Verità, poichè la Verità ci fa liberi.Credete che sia un povero illuso che freme a sentir parlare di visioni? Che mi sia nutrito di parrocchia ed oratorio e basta ?Sono molto pratico ed analitico ma quel che è bello è bello e basta.Pio XII insegna.Riguardo alla Valtorta e tante anime simili a lei,aggiungo che di fronte alla morte nessuno ha il coraggio di mentire. NON mi risulta che la Valtorta, credente e praticante nella sofferenza come Suor Faustina Kowalska e come altri a noi conosciuti e no,abbia in punto di morte rinnegato qel che scrisse dicendo:"son tutte menzogne, mi sono inventata tutto per convincere anime ad avvicinarsi a Dio". Non l'ha fatto suor Lucia che disse ( e scrisse) di aver ricevuto visioni anche in convento parecchi anni dopo le manifestazioni eclatanti a Fatima E questo è un punto molto importante a favore. Da pensarci sopra bene! O forse anche Fatima e La Salette sono invenzioni di fantomatici veggenti? E La Madonna di Taiwan, e Makita in Giappone e le altre apparizioni nel mondo di cui forse pochi hanno sentito parlare? Tutte invenzioni? Vere solo Lourdes,La Salette e Fatima? Ma sai quante apparizioni che la Chiesa NON RIESCE ancora a classificare e definire se "consta o non consta" per la quantità e perchè le testimonianze non arrivano neanche a Roma?
    Ma sai quante apparizioni sono giudicate attendibili sia dal vescovo locale sia dal Vaticano, ma di cui non abbiamo neanche una eco in Italia? E dunque non dobbiamo leggere dei libri scritti da una sedicente veggente che scrive bellissime parole che insegnano, per timore di essere sedotti in errore dogmatico?Quanti hanno letto "Nel nome della rosa"od altri libri ben più astutamente anticristiani che sono di divulgazione corrente?
    Comunque Gianluca ha risposto per tutti pubblicando analisi di religiosi che si sono espressi chiaramente e ciò per me basta...ed avanza!(le parole sopra sono tutte di mons Danylak, non di Gianluca, per chi non l'avesse capito!)

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  6. Parole Sante e piene di Sapienza...

    Esorto vivamente tutti i critici a studiare Il Poema dell'Uomo-Dio, o l'Evangelo Come mi e stato Rivelato, leggendolo nella sua interezza, e non basandosi su impressioni superficiali o per lo più ripetute rielaborazioni di altri critici. Vi troveranno, ne sono sicuro, la pace e il gaudio, una conoscenza più profonda e più intima del Nostro Divino Salvatore e della Sua Beata Madre che io e innumerevoli altri lettori sparsi nel mondo, abbiamo trovato.

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  7. Cari amici, io non ho nessun pregiudizio contro la Valtorta che ritengo pienamente in buonafede e pur conoscendo la decisione del San'Uffizio, anni fa lessi diversi suoi tomi, non basandomi mai per principio sulle opinioni altrui. Contrariamente a voi, ne trassi un'impressione generale negativa e nessuna edificazione. In questi giorni ho riletto quanto postato da Gianluca e l'opinione non è cambiata, non mi piace e continuerebbe a non piacermi anche dopo un'eventuale riconoscimento ufficiale. Mi fa piacere che a voi e tanti altri sia d'aiuto, non vi considero certo degli sprovveduti, ma visto che qui leggono in tanti e che non tutti hanno delle solide basi religiose, ho ritenuto necessario ricordare che non stiamo parlando di rivelazioni soprannaturali e che quindi nel leggerle, bisogna esercitare prudenza e discernimento.
    Patrizia

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    1. ciao è vero che negli scritti della valtorta gesù avrebbe detto che Lui ha creato altri mondi abitati nell'universo? e se si cosa ne pensi di tale affermazione? ti sembra inoltre che i suoi scritti contengano qualche eresia?grazie
      massimo

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    2. Per Massimo:
      posso risponderti io.
      Sì, è vero, ha detto: "Sarei un ben povero e limitato Iddio se di tutti i mondi che ho creato l'unico abitato fosse soltanto la Terra..." (o qualcosa del genere, vado a memoria...)

      Ma al di là delle parole precise, penso che sia un elemento di poca importanza ai fini della salvezza dell'anima. Non a caso questa è un'informazione che non è contenuta nella Rivelazione pubblica: non è quindi fondamentale da conoscere per la Fede, quindi neanche fondamentale da credere, perchè non muta di una virgola la natura delle cose da conoscere per salvarsi ed ottenere la Vita eterna. Al massimo si può considerare come un benevolo approfondimento, donato dalla Grazia divina, che più si manifesta a chi più la ama.

      Quanto ad eresie negli scritti della Valtorta, studi seri ed approfonditi a livello dottrinale, hanno rilevato che nelle quindicimila pagine scritte nei ventotto anni di infermità (quindi compresi i "Quaderni", in cui sono dettati ricevuti quotidianamente da Gesù, Maria SS., e vari Santi, ed anche le altre opere)non è stata trovata una sola cosa contraria alla dottrina cattolica tradizionale, o che fosse teologicamente sbagliata.

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    3. grazie x la tua risposta, ma la cosa mi lascia perplesso perchè ho sempre pensato che fossimo dei privilegiati in mezzo all'universo:segno grande della predilezione che Dio ha per noi, al quale ha sottomesso ogni cosa in quanto ci ha costituiti re della crazione, almeno all'origine della creazione di adamo ed eva.. ad ogni modo v'è anche un passo , mi pare nel primo quaderno, in cui gesù direbbe che il pensiero ha CREATO la parola.. per favore trovami una ragione plausibile di questo.. sappiamo che gesù è stato generato e non creato.. e poi cosa mi dici del fatto che gesù parla di maria come la seconda genita del figlio - grazie
      ps io amo molto il poema dell'uomo dio ma queste cosette mi fanno pensare, infatti da poco ho anche scoperto che certe apparizioni sono false.. !!! ciao

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    4. La tua perplessità credo sia mal riposta, in quanto la predilezione di cui l'uomo è oggetto, in base alla quale è definito "re della creazione", va intesa relativamente alla creazione della Terra, non di tutto l'universo. Dio dice alla sua creatura: "crescete e moltiplicatevi, riempite LA TERRA, E SOGGIOGATELA". Non dice "riempite l'universo e soggiogatelo". Anzi, ben presto l'uomo impara che è soggetto ai movimenti delle stelle, che non dipendono da lui e si regola ritmando la sua giornata sulla posizione del sole, e calcolando i mesi attraverso le fasi della luna.

      Sulla frase che citi "il pensiero ha CREATO la parola", bisognerebbe rintracciarla e vedere se ci sono lettere maiuscole o minuscole, (Sicuramente "pensiero" sarà scritto con la P maiuscola, perchè è riferito a Dio Padre), ma se "parola" è scritto in minuscolo significa che Dio ha CREATO la capacità umana di comunicare attraverso le parole, cosa che non ha concesso agli animali...

      Bisogna comunque capire il contesto in cui questa frase è collocata: se non la si legge si possono fare mille ipotesi, tutte sbagliate...

      No, di Maria non è detto "la secondogenita del Figlio", ma "la Secondogenita del Padre". E questo non perchè Maria sia "generata" dal Padre, ma per dire che in tutta la creazione umana, Lei è la persona in assoluto più santa e perfetta, seconda solo a Gesù Cristo, che è Dio.
      Cioè Maria è talmente pura, santa, immacolata, sapiente, intelligente, e piena di ogni virtù allo stato perfetto, che se non sapessimo che è umana, creatura umana, potrebbe sembrare che Lei sia di origine divina (anche se non è così). In ogni caso Lei è quel capolavoro uscito da Dio, che per la sua bellezza è "seconda" solo all'Unigenito Figlio di DIo.

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    5. sul primo punto credo si possa dire che l'uomo nella visione bibblica è il re dell'universo, oltre che della terra, infatti l'uomo è il vertice della creazione, cioè di tutte le cose create nell'universo, cui è compresa la terra.. ho buone ragioni per pensare che non vi sia vita fuori dalla terra; son certo che se così fosse stato Dio ce lo avrebbe rivelato nella sacra scrittura!!!

      posso chiederti cosa ne pensi di medjugorje?

      complimenti per il tuo blog, è veramente un servizio alla fede cattolica, ciao

      massimo

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  8. (Posto anche qui ciò che ho aggiunto altrove.)
    Un giorno Gesù disse una frase, in riferimento ad una realtà che per quel tempo era sconosciuta e pertanto difficilmente comprensibile(farsi eunuchi per il Regno dei Cieli): "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro per i quali è stato preparato."
    Nonostante l'insegnamento cristiano non abbia segreti e sia rivolto potenzialmente alla totalità della razza umana, e pertanto non avrà mai nulla in comune con lo Gnosticismo che considera che i misteri della salvezza siano riservati ad una ristretta cerchia di "iniziati alle cose segrete"... pur tuttavia esistono nella Chiesa delle vocazioni e delle elezioni ad una missione, che sono comprese solo da chi le riceve o da alcune persone a cui è concesso di parteciparne la comprensione...
    Ciò che passa nel cuore di un uomo chiamato da Dio al Sacerdozio, e la gioia ed il tremore che prova nel consacrare le Sacre Specie, può essere compreso solo da colui che è chiamato e da chi ha fatto simile esperienza...
    Ciò che vive una sposa di Cristo nel "partorire misticamente figli a Dio", attraverso la sua consacrazione, può venir capito solo da chi è chiamato a quella vita...perciò non tutto è per tutti.

    Qui siamo di fronte ad un tipo di chiamata particolare, di chi accetta un tipo di Martirio lento, quotidiano, consumante, in cui l'anima raggiunge una tale unione col Crocifisso (che è il Divino Capostipite delle anime cosiddette "vittime d'Amore")da arrivare ad un tale stato di Grazia per cui Gioia e Dolore di fondono e si confondono, perchè le sofferenze sono vissute con l'intima gioia di potersi consumare d'amore per Dio...è la chiamata delle anime vittime, la più alta in assoluto, la più rara da accettare per propria sorte, la più vicina ai Cuori di Gesù e di Maria...
    Questo non è per tutti...e non essendo per tutti, non è compreso da tutti.

    Perciò il fatto di proporre all'attenzione pubblica una simile strada di santificaziione cristiana, non ha certo lo scopo di imporre a TUTTI di credere in una manifestazione del genere, perchè sarebbe da sciocchi pretenderlo. Proporre questi dettati e queste "lezioni" spirituali serve innanzitutto a far conoscere questo tipo di spiritualità esclusivamente "cattolica", affinchè coloro che Dio chiama "a comprendere" siano stimolati ed incoraggiati da esempi così edificanti, a ricercare meglio possibile la propria strada di santificazione.
    E l'ardire che ci spinge, con una certa audacia e precorrendo i tempi, a proporre come soprannaturale quest'Opera, è appunto la speranza di contribuire nel nostro piccolo ad un futuro riconoscimento da parte della Gerarchia, la Quale trovi il coraggio di riconsiderare il caso.......
    Nel frattempo, "chi può capire, capisca..."

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    1. POSSO SAPERE PERCHè MI HAI CANCELLATO, TI HO FATTO DELLE DOMANDE IN BUONA FEDE.. è FORSE UN PECCATO CERCARE DI CAPIRE?

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    2. .. PERDONAMI MA HO LETTO MALE, IN REALTà CI SON ANCORA.. attendo una tua risposta se puoi

      massimo

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