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venerdì 2 dicembre 2011

“Colui che persevererà fino alla fine sarà salvo”. Ma, Cristo, al suo ritorno, troverà ancora la fede?... La fede si conserva solo nel combattimento: “ O Timoteo, combatti la buona battaglia della fede”. La fede persevera nella fedeltà... Resistere al nefasto Concilio Vaticano II, modernista...


Ecco  che cosa ha portato  il nefasto Concilio Vaticano II con tutte le sue novità in campo dottrinario, che rompono con la Dottrina insegnata nella chiesa per 1958 anni...


Si segnala anche il blaterare del l'Osservatore Romano:

Nel cinquantesimo anniversario dell’indizione "Sull’adesione al concilio Vaticano II" (Fernando Ocáriz)

 Articolo del teologo Fernando Ocáriz, modernista e vicario generale dell’Opus Dei nonché membro della delegazione vaticana protagonista del dialogo dottrinale con la Fraternità San Pio X.

http://infocatolica.com/files/autor/fernandoocariz.jpg...Nel concilio Vaticano II ci sono state diverse novità di ordine dottrinale: sulla sacramentalità dell’episcopato, sulla collegialità episcopale, sulla libertà religiosa, ecc. Sebbene di fronte alle novità in materie relative alla fede o alla morale non proposte con atto definitivo sia dovuto l’ossequio religioso della volontà e dell’intelletto,(tesi scellerata, avere ossequio di qualche cosa di nuovo che rompe con ciò che è stato definito in maniera infallibile con il periodo pre Conciliabolo) alcune di esse sono state e sono ancora oggetto di controversie circa la loro continuità con il magistero precedente, ovvero sulla loro compatibilità con la tradizione. Di fronte alle difficoltà che possono trovarsi per capire la continuità di alcuni insegnamenti conciliari con la tradizione, l’atteggiamento cattolico, tenuto conto dell’unità del magistero, è quello di cercare un’interpretazione unitaria, nella quale i testi del concilio Vaticano II e i documenti magisteriali precedenti s’illuminino a vicenda.(pazzia dei modernisti, la dottrina precedente al Conciliabolo condanna le nuove teologie moderniste, quindi non si accompagnano a vicenda) Non soltanto il Vaticano II va interpretato alla luce di precedenti documenti magisteriali, ma anche alcuni di questi vengono meglio capiti alla luce del Vaticano II. Ciò non è niente di nuovo nella storia della Chiesa.(bugiardo patentato) Si ricordi, a esempio, che nozioni importanti nella formulazione della fede trinitaria e cristologica (hypóstasis, ousía) adoperate nel concilio i di Nicea furono molto precisate nel loro significato dai concili posteriori (ma non hanno cambiato il contenuto teologico come hanno fatto i modernisti, servi del diavolo, durante il Conciliabolo Vaticano II)....
L’interpretazione delle novità insegnate dal Vaticano II deve perciò respingere, come disse Benedetto XVI, l’ermeneutica della discontinuità rispetto alla tradizione, mentre deve affermare l’ermeneutica della riforma, del rinnovamento nella continuità (discorso, 22 dicembre 2005). Si tratta di novità nel senso che esplicitano aspetti nuovi, fino a quel momento non ancora formulati dal magistero, ma che non contraddicono a livello dottrinale i documenti magisteriali precedenti, sebbene in alcuni casi — a esempio, sulla libertà religiosa — comportino anche conseguenze molto diverse al livello delle decisioni storiche sulle applicazioni giuridico-politiche, viste le mutate condizioni storiche e sociali. Un’interpretazione autentica dei testi conciliari può essere fatta soltanto dallo stesso magistero della Chiesa. Perciò nel lavoro teologico d’interpretazione dei passi che nei testi conciliari suscitino interrogativi o sembrino presentare difficoltà, è innanzitutto doveroso tener conto del senso in cui i successivi interventi magisteriali hanno inteso tali passi.(se si seguisse questo diabolico pensiero è certo che si perda la propria fede, quindi al bando le menzogne dei modernisti che imperterriti continuano ad affermare che durante il Conciliabolo non c'è stata nessuna rottura con la Chiesa pre Conciliabolo)


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Sermone del Rev. Padre Maurice Avril

15 agosto 2010
Festa della gloriosa Assunzione di Maria Santissima





Pubblichiamo il testo del sermone del Rev. Padre Maurice Avril, pronunciato in occasione della Santa Messa da lui celebrata il 15 agosto 2010,
Festa della gloriosa Assunzione di Maria Santissima.
Il testo del sermone è preceduo da
un'introduzione dello stesso Padre Avril.
Sermone nell'originale francese (pdf)
Sermone in italiano (pdf)

NOTIZIA


Il Padre Maurice Avril è nato a Orano (Algeria), nel 1923, da genitori profondamente cristiani. Nel 1948 è stato ordinato sacerdote ad Algeri. Da allora, seguendo le orme del beato Padre Carlo de Foucault, ha dedicato la sua vita alla conversione dei musulmani.
È stato professore di seminario e si è diplomato in canto gregoriano al Pontificio Istituto di Musica Sacra, a Roma.
Rientrato in Francia ha finito con l'essere chiamato il «padre degli Harkis» (i rifugiati algerini fuggiti dopo l'abbandono dell'esercito francese), poiché ha dedicato ad essi tutta la sua energia.
Attualmente anima “L'Opera dell'Ave Maria”, da lui creata in Libano per aiutare soprattutto i ragazzi libanesi. L'opera oggi è divenuta una scuola.

(Association Notre-Dame de SALERANS - Père Avril - Domaine Notre Dame - 05 300 SALERANS - Francia - Tel : 04 92 65 09.09
posta elettronica: ands03@club.fr - sito internet : http://salerans.net/fr/)




Padre Maurice Avril celebra la S. Messa per i suoi 60 anni di sacerdozio

Premessa del Rev. Padre Avril

Notre Dame de la Sainte Messe – n° 214, septembre- octobre 2010-10-09

Com’è ormai usuale, vi offro il mio sermone del 15 agosto 2010. L’ho composto nella preghiera e sempre nel quadro della battaglia della fede. E ho scelto il tema sotto l’impulso dello Spirito Santo, che ho sollecitato a lungo. Lo scopo è rigorosamente lo stesso, la restaurazione integrale del regno universale di Gesù Cristo, Dio da Dio, Luce da Luce, Signore dei Signori e Re dei Re, “gloria, laus et honor tibi sit!”.
Lui, la Via, la sola Via: “le mie pecore intendono la mia voce, io le conosco, ed esse mi seguono”.
Lui, la Vita, la sola Vita: “io dono loro la vita eterna, esse non periranno mai”.
Lui, la Verità, la Verità integrale: “Io sono nato, sono venuto al mondo al solo scopo di rendere testimonianza alla Verità. Chi è dalla Verità ascolta la mia voce”.
Offro, questo sermone a voi, miei amici. Accoglietelo, studiatelo, meditatelo, diffondetelo, il più possibile, il meglio possibile.
Che vi aiuti a conservare fieramente la fede in tutta la sua integralità, e a vivere, a Dio piacendo, tutta l’integralità della vostra fede.

Io martello ciò che bisogna martellare, senza ripensamenti: in questi tempi di apostasia generale, il Signore ci assicura una grazia proporzionata di fedeltà. Allora, questi tempi ottenebrati devono diventare dei tempi di luce e di fedeltà

Io martello ciò che non bisogna cessare di martellare. Ricordatevi di una mia risposta standard:
“Colui che persevererà fino alla fine sarà salvo”.
Ma, “Cristo, al suo ritorno, troverà ancora la fede?”
La fede si conserva solo nel combattimento:
“ o Timoteo, combatti la buona battaglia della fede”.
La fede persevera nella fedeltà:
“O timoteo, rimani fedele a ciò che hai appreso
e di cui hai acquisito la certezza… Conserva il buon deposito,
con l’aiuto dello Spirito Santo che abita in noi”.
La fede si diffonde solo se “il giusto vive la sua fede”.
“Non arrossire, o Timoteo, del rendere testimonianza
a Nostro Signore… sforzati di apparire…
un fedele dispensatore della parola di Verità”.
Possiate lasciare lo stesso testamento di San Paolo:
“Poiché quanto a me ho combattuto fino in fondo la buona battaglia
ho compito la mia corsa, ho conservato la fede”.

Io martello ancora: oggi, “la dialettica naturale” non è più “in stato di possesso”.
Il pensiero, la spinta, la pressione “unica” annulleranno la vostra facoltà di giudizio, di analisi, e distruggeranno la vostra libertà, sarete solo delle masse informi e del materiale ideale per le forze del male.

Risvegliatevi, difendetevi, Dio è sempre là.
   

Beata sei, o Maria!Beata sei, o Maria, ché hai creduto nell’adempimento delle parole del Signore”, Lc 1, 45.

Beata sei, o Maria! Il Padre d’amore e di misericordia, per il tramite di Gabriel, ti ha rivelato l’integralità del suo mistero d’amore e l’integralità della parte che Egli ti propose per compierlo.

O beata Vergine Maria, hai creduto, è hai creduto integralmente. E il mistero d’amore si è compiuto.

A noi, a ciascuno di noi, credere, credere integralmente: “Colui che crede possiede la vita eterna”.

Grazie a te, Egli si è fatto carne! Grazie a te, Egli ha abitato in mezzo a noi. Grazie a te, Egli si è fatto propiziazione per i nostri peccati. Ed eccoci, figli di Dio nel Beneamato!
Beata Maria che hai creduto, Tu sei la Regina e la Madre della fede, la testimone e il modello della fede, la guardiana e la garante della fede!

E noi, quanto siamo beati noi quando la Santa Chiesa nostra madre ci dà la fede.
Beati siamo noi quanto conserviamo integralmente questa fede, quando viviamo integralmente la nostra fede, quando difendiamo fino in fondo l’integralità della nostra fede.

La Storia, la sola Storia, è la Storia di Dio, la Storia, la storia del mondo come nostra propria storia, è la storia di Dio nel suo mistero d’amore. La storia, la sola storia, è quella del Mistero d’amore del nostro Dio. Questo mistero d’amore supera le eternità delle eternità, questo mistero d’amore deve farci varcare le nostre eternità; “Lui, che è nostra gioia, sarà la nostra ricompensa!
Proprio perché “tutto ciò che è stato fatto, tutto ciò che è stato scritto, lo è stato perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome”. Gv 30, 31.

Per contro, sventura a colui che non ha creduto, a colui che è divenuto ciò che è perché non ha creduto.
Sventura a Lucifero, a lui che ha rifiutato nella sua integralità il piano d’amore di Dio, che ha rifiutato di riconoscere e di adorare il Figlio di Dio fatto uomo, Dio da Dio, Luce da Luce, Signore dei Signori e Re dei Re, venuto per salvarci e per affiliarci in Lui a suo Padre.
A questo mistero d’amore lui ha sostituito il mistero d’iniquità; a l’amore, lui ha sostituito l’odio e ha brandito il suo proclama di guerra: “non serviam”, non servirò, sarò io a farmi servire; non adorerò, sarò io a farmi adorare, porterò la rivolta contro il piano di Cristo e dannerò le anime.

Bisogna comprendere bene che questo mistero d’iniquità è integrale e irrevocabile, che riguarda noi tutti, che siamo le mire privilegiate di Satana. È la battaglia senza quartiere della nostra vita, e proseguirà senza ripensamento fino alla fine dei tempi, non cambierà, non potrà cambiare.
Certo, Satana ha solo i poteri che gli ha concesso Dio secondo i disegni della sua misericordia.
Certo, il piano diabolico è costantemente contrastato dalle spinte della grazia, dalla vigilanza della Chiesa, dai secoli di cristianità, dall’eroismo dei santi e da ciascuno dei nostri sforzi.
Ma ciò che non bisogna dimenticare è che il piano d’iniquità è progressivo, la sua realizzazione è genialmente scaglionata nei secoli, con delle tappe calibrate a seconda delle circostanze.
Perché occorre del tempo per plasmare gli spiriti, per condizionarli, per indebolirli, per adattare le mentalità ai cambiamenti successivi, banalizzarli, normalizzarli, accordarli con la coscienza collettiva.

Ciò che deve regnare è solo il pensiero unico, che si muove sullo schermo ai ritmi della bestia diabolica. I contrari si urtano, ma la direzione non cambia, e in questi passi di danza illogici gli spiriti storditi sono ridotti in schiavitù. Ci resterà solo da brucare il pensiero unico e ruminarlo; ogni disumanizzazione non è altro che la figlia unica della scristianizzazione. Ed eccoci allora come bestie che il leone ruggente può divorare liberamente.

Si tratta solo di una eventualità?
Ma che altra sorte può toccare alla nostra sola natura umana così fragile e incostante!
Se per scalare il mistero d’amore occorre salire, per contro, per arenarsi nel mistero d’iniquità basta scivolare. E l’uomo è un essere che scivola, che non cessa di scivolare, che non si accorge più di scivolare, che finisce per scivolare fino in fondo. E tuttavia si ostina a non vedere, a non credere che sta scivolando.

Egli si dichiara fedele, più fedele che mai, è cosa diffusa, è una pena. È troppo diffusa: se da un lato i duri si induriscono sempre, i molli si infiacchiscono per sempre. E la causa perde i suoi migliori difensori, e la causa stessa è perduta per sempre. E le forze occulte sghignazzano e l’occupazione totale prosegue.

Ricordiamo adesso le tappe più importanti.

-    La tentazione dei nostri progenitori: “sarete come dei”, in realtà, dei voi stessi, senza più bisogno di altro Dio.
-    La Passione di N. S. G. C.: alla fine la sua vittoria eclatante: “tutto è compiuto”. Ma per i sostenitori di Satana, “non vogliamo che egli regni su di noi!”.
-    La rivoluzione francese, apologia del “non serviam, insurrezione sacrilega legalizzata, contro Dio e contro la sua Opera, la rivolta eretta a principio e a fondamento dell’antisocietà, la negazione sistematica di ogni autorità, e quindi anche della Chiesa; e per la stessa Chiesa: “annientiamo l’infame”.

E arriviamo all’ultima tappa, l’assalto finale, la vittoria apparente del mistero di iniquità.
Ciò che la caratterizza è, da un lato, che fino ad allora i nemici attaccavano dall’esterno, adesso gli attacchi vengono lanciati dall’interno di una neo-Chiesa occupata, infiltrata. Dall’altro lato, se fino ad allora la Chiesa era stata un bastione da difendere, ormai è un bastione da riconquistare, da liberare.

Sicuramente sembrerò eccessivo! Lo spero, come Colui che è tutto, la Via, la Verità e la Vita e che rimane sempre “scandalo per i Giudei e follia per i gentili”.
Allora, aggrappatevi a Colui che è la Verità, e capite bene: io intervengo solo per coscienza, per fedeltà alla fede e per amore del Signore Gesù Cristo e della sua Chiesa, una, santa, cattolica, apostolica e romana. Solo Gesù, “tutto il resto viene dal Maligno”. E questo Concilio viene dal Maligno: 
Mons. Lefebvre affermava: “Hanno voltato le spalle alla vera Chiesa. Questo concilio, questo avvenimento rovinoso per la Chiesa cattolica e per ogni civiltà cristiana, non è stato diretto dallo Spirito Santo.




E allora, come è stato condotto e diretto?
Programmato dalle forze occulte infiltrate, convocato per imporre il loro programma, confiscato fin dalla prima sessione dai modernisti, esso non voleva e non poteva essere secondo le intenzioni della Chiesa: conservare e trasmettere il Deposito della fede. Era un nato-morto, e costituiva solo un’assemblea informale dalle pompose apparenze di un Concilio. Questa fantomatica assemblea ha sostituito alla Santa Chiesa una neo-Chiesa conciliare anticattolica. Questo Concilio è mortale, morto, mortifero, stregonesco.
Questi assassini non avevano altro scopo che integrare la Chiesa nella loro sinarchia e snaturare la fede in spiritualismo esoterico.
La Chiesa conciliare è anticattolica, universale, noachita, cosmica, dogmatica, umanista, liberale e laica.

Ricollochiamo questo concilio nel contesto.
Deploriamolo in questa tragica elegia.

Il Concilio è l’apoteosi del “non serviam di Lucifero: insurrezione sacrilega contro Dio, la sua Opera, il suo mistero d’amore. È la negazione sacrilega del regno sociale di Cristo Re.
Il Concilio è l’apoteosi del serpente che sibila ai nostri progenitori: “sarete come Dei”.
È l’instaurazione dell’umanesimo integrale.
Il Concilio è l’apoteosi del rinnegamento integrale del Dio crocifisso sul Golgota: “non vogliamo che egli regni su di noi”.
Il Concilio è l’apoteosi della rivoluzione francese: il culto sacrilego dell’uomo divenuto dio e maestro, e la dichiarazione sacrilega dei diritti dell’uomo.
Il Concilio è l’apoteosi della rivoluzionein tiara e piviale”, l’apoteosi della vittoria apparente del mistero d’iniquità sul mistero d’amore. Questo Concilio è veramente l’apoteosi dell’apostasia totale.

E allora si pone la domanda: il Concilio infierisce da più di mezzo secolo, perché questa nuova improvvisa levata di scudi?
Risposta: il lavaggio dei cervelli, che è seguito a ciascuna delle offensive di scristianizzazione, si è intensificato e appoggia la vittoria apparente del mistero di iniquità. Parallelamente e conseguentemente si sono intensificate la dispersione della fede, l’accecamento degli spiriti sulla vera battaglia e sui veri nemici. Si è indebolito il coraggio, e forse sono sopraggiunti la stanchezza, l’abbandono, lo scoraggiamento, e soprattutto siamo diventati assuefatti senza più reazioni. Coloro che perseverano sembrano lottare contro i mulini a vento.
Del tutto realmente, la Tradizione soffre di un’ipotensione che può esserle solo fatale.

È più che mai tempo, bisogna risvegliarsi, raddrizzarsi, ritrovare lo slancio della battaglia e risalire arditamente sulle prime linee.

Gesù, solo Gesù, la Verità integrale. Solo la Sua Santa Chiesa, per ricevere e trasmettere il Deposito integrale.
Fuori di Cristo, fuori della Chiesa, sta l’errore integrale.
Contro il Cristo integrale, contro la Chiesa integrale, sta l’errore integrale.
Il Concilio, fuori da Cristo integrale, contro la Chiesa integrale, è l’errore integrale. È il serpente che sibila, è la perdita integrale delle anime.
Tutti e ciascuno siamo minacciati, e anche tentati, e fortemente tentati.
Ed eccoci dunque in stato di legittima difesa, ecco il nostro Cristo nuovamente di fronte a Pilato, ecco la nostra Chiesa in stato di asfissia, essa che vive solo dei suoi due polmoni: la Parola di Dio e la Tradizione.
Noi abbiamo tutto il diritto di lottare contro l’errore integrale. Abbiamo il dovere imperioso di difendere la nostra fede. Vogliamo conservare la nostra fede in tutta la sua integralità, vogliamo difendere la nostra fede cattolica a prezzo della nostra vita.
D’altra parte, è stata proprio questa la volontà di Dio quando ci ha collocato in questo mondo, quando la sua Chiesa ci ha prodigato la fede, quando queste grazie sono intervenute in tali circostanze e in questi tempi di apostasia endemica.

Scelti, Dio ci ha scelti per una missione esaltante, e noi siamo armati di tutte le grazie necessarie.
Dio vuole avere bisogno di noi per la sua gloria, per la liberazione e l’esaltazione della sua Santa Chiesa, per la restaurazione integrale del suo regno sociale. A Lui, Re del cielo e della terra, gloria e lode in eterno.

Fin dal “non serviam”, Dio sceglieva San Michele.
Fin dal disastro di Adamo ed Eva, Dio sceglieva la piena di grazia. “terribile come un’armata schierata in battaglia”.
Fin dall’offensiva conciliare, Dio sceglieva questa legione di combattenti della fede, corazze ben conservate.
Rendiamo omaggio a questi eroi della prima ora, gemme della Tradizione, da Don Coache a Mons. Lefebvre.

Ma nel corso degli anni abbiamo ceduto, noi che non cessiamo di cedere: l’interminabile durata delle prove, la stanchezza, il clima ostile e questa dispersione della fede, le continue trappole e le nostre eterne divisioni, i dubbi e gli scoraggiamenti, un certo male della riunione e il bisogno delle braccia materne della nostra Chiesa!…

Attenzione! La battaglia non può essere che integrale, di giorno e di notte.
Chi si vuole conciliante, diventa conciliare.
Chi crede di potersi integrare, presto si disintegra.
Chi è strabico sull’errore, perde entrambi gli occhi.
Chi accorda dei diritti all’errore, viene inghiottito anche lui nell’errore integrale, e finisce perfino con l’impiegare, in maniera sistematica, l’ecumenismo conciliare.

Attenzione! Questo Concilio bisogna denunciarlo, rifiutarlo, esso e il suo spirito e le sue applicazioni, e soprattutto non bisogna provare a rabberciarlo, a spezzettarlo, a sezionarlo; né tampoco non tenerne conto, dimenticarlo.

Io insisto, riprendo, ripeto.
No, non si tratta di ripetizioni, si tratta di un ritornello, si tratta di onde ostinate: la Tradizione è in grave ipotensione, e voi, voi siete stanchi di rimanere da parte, voi sognate di essere “come tutti”, raggiungete i conciliari e finite col superarli di tanto.

Mie cari fratelli tradizionali, voi vi sentite superati, fuori moda, ridicoli, vi vergognate e cercate di sdoganarvi, col vostro essere più niente siete diventati terribilmente pericolosi.
Miei cari amici, in poche parole voi tradite e pugnalate alla schiena la Tradizione, cantando degli Alleluia!

Perseverare nella battaglia, così dev’essere fino alla vittoria.
Perseverare e trionfare, questo significa vivere integralmente il Mistero d’amore, questo significa compiere integralmente la Volontà di Dio, diventando dei santi in piena integralità. Figli di Dio, voi dovete rimanere integralmente i testimoni di Cristo, i soldati di Cristo. È la guerra, e voi siete mobilitati per esorcizzare la neo-Chiesa conciliare e liberare la Santa Chiesa di Cristo e restaurare integralmente il regno di Cristo nei suoi domini.

Felici, beati eletti della Tradizione, conservate la vostra fede integrale, combattete fino al compimento della vostra fede.
La vostra battaglia prenderà la misura della vostra fede integrale.
Lei, la Beata, Lei ha creduto, e ha creduto con la fede più integrale. Lei, la Regina e Madre della fede, la testimone e il modello della fede, la guardiana e la garante della fede, Lei ci chiama a serrare i ranghi dietro di Lei, per la battaglia integrale della fede.
Sul Calvario, Lei rimase in piedi, e già il suo tallone si fortificava e il Maligno incominciava a tremare.
Per la battaglia, è ai piedi del Calvario che la raggiungiamo e riaddrizziamo i nostri talloni.

A La Salette, la Santa Madre singhiozzava, e noi la raggiungiamo per piangere con lei, su noi stessi e su tutti quelli che sono causa dei suoi singhiozzi, per combattere con lei.

A Fatima, l’invitta ci ha promesso la vittoria, la sua vittoria: “alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà!”.  E già, grazie alla vostra battaglia, in un orizzonte gravido di speranze punta sul carmelo una piccola nuvola. E avanza, e si ingrossa.

Deh! Madre Santa, la fine, questa fine da te annunciata, è prossima?

Così sia!
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Ecco cosa ci ha fatto perdere il Conciliabolo vaticano II ad opera dei modernisti che hanno occupato la Chiesa di Nostro Signore in maniera abusiva...


10 commenti:

  1. Dobbiamo chiedere a loro, l'adesione al magisterio precedenti. Nel testo il vicario dell'Opus Dei, afferma esplicitamente che il Consiglio ha insegnato nuove dottrine, hanno dimenticato l'insegnamento magisteriale della notizia, si veda:

    "Alcuni fra voi, gonfi come otri dello spirito di vanità, si sforzano con novità profana di valicare i termini segnati dai Padri; piegando alla dottrina filosofica dei razionali l'intelligenza delle pagine Celesti, non per profitto degli uditori ma per far pompa di scienza... Questi sedotti da dottrine diverse e peregrine, tramutano in coda il capo e costringono la regina a servire all'ancella" (Gregório IX, Lettera ai maestri di Teologia di Parigi, 7 luglio 1223).

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  2. Ciò poi adempirete felicemente se, come esige la ragione del vostro incarico, attenderete indefessamente a voi stessi e alla dottrina, richiamando spesso al pensiero che "la Chiesa Universale riceve l’urto di ogni novità" [S. CELESTINO papa, Ep. 21 ad Episc. Galliae] e che, secondo il parere del Pontefice Sant’Agatone, "delle cose che furono regolarmente definite, nessuna dovessi diminuire, nessuna mutare, nessuna aggiungere, ma tali esse debbono essere custodite intatte nelle parole e nei significati" [S. AGATONE papa, Ep. ad Imp.]. Mirari vos - Gregorio XVI

    "spacciando un nuovo sistema, col quale, tratti da una sfrontata e sfrenata smania di novità, non cercano la verità ove certamente si trova; e disprezzate le sante ed apostoliche tradizioni, si attaccano a dottrine vuote, futili, incerte, riprovate dalla Chiesa, e con esse, uomini stoltissimi, si credono di puntellare e sostenere la stessa verità" (Gregorio XVI, Lett. Enc."Singulari Nos", 25 giugno 1834).

    "È grandemente da piangere nel vedere fin dove si profondino i deliramenti dell'umana ragione, quando taluno corra dietro alle novità, e, contro l'avviso dell'Apostolo, si adoperi di saper più che saper non convenga, e confidando troppo in se stesso, pensi dover cercare la verità fuori della Chiesa cattolica, in cui, senza imbratto di pur lievissimo errore, essa si trova". (Gregorio XVI, Lett. Enc."Singulari Nos", 25 giugno 1834)

    "L'officio divinamente commesso Ci di pascere il gregge del Signore ha, fra i primi doveri imposti da Cristo, quello di custodire con ogni vigilanza il deposito della fede trasmessa ai santi, ripudiando le profane novità di parole e le opposizioni di una scienza di falso nome. La quale provvidenza del Supremo Pastore non vi fu tempo che non fosse necessaria alla Chiesa cattolica: stanteché per opera del nemico dell'uman genere, mai non mancarono "uomini di perverso parlare (Act. X, 30), cianciatori di vanità e seduttori (Tit. I, 10), erranti e consiglieri agli altri di errore (II Tim. III, 13)". Pascendi Dominici Gregis - São Pio X

    "Combattano le novità di parole, e rammentino gli ammonimenti di Leone XIII (S. C. AA. EE. SS., 27 gennaio 1901): "Non si potrebbe approvare nelle pubblicazioni cattoliche un linguaggio che ispirandosi a malsana novità sembrasse deridere la pietà dei fedeli ed accennasse a nuovi orientamenti della vita cristiana, a nuove direzioni della Chiesa, a nuove ispirazioni dell'anima moderna, a nuova vocazione del clero, a nuova civiltà cristiana". Tutto questo non si sopporti così nei libri come dalle cattedre. Non trascurino i libri nei quali si tratti o delle pie tradizioni di ciascun luogo o delle sacre Reliquie. Non per mettano che tali questioni si agitino nei giornali o in periodici destinati a fomentare la pietà, né con espressioni che sappiano di ludibrio o di disprezzo né con affermazioni risolute specialmente, come il più delle volte accade, quando ciò che si afferma o non passa i termini della probabilità o si basa su pregiudicate opinioni". Pascendi Domici Gregis

    "Infatti ai successori di Pietro è stato promesso lo Spirito santo non perché per sua rivelazione manifestassero una nuova dottrina, ma perché con la sua assistenza custodissero santamente ed esponessero fedelmente la rivelazione trasmessa dagli apostoli, cioè il deposito della fede". Concilio Vaticano I

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  3. Grazie al fedele Gederson per questo sunto che smaschera la superbia di siffatti uomini di Chiesa che attentano a Dio ed alla ragione dei suoi fedeli, portare l'esempio dell'ipostasi poi...ancora non ho trovato le parole per commentare tale scempio...il Signore me le indicherà una volta ravveduto e....calmato!
    CVCRCI

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  4. Caro Stefano,

    E 'stato un piacere aiutare. Il metodo esposto dal vicario generale dell'Opus Dei, è stata esposta da San Pio X, in Iucunda Sane. Su cui Don Curzio Nitoglia in apertura del testo L'uomo animale politico , dice quanto segue:

    San Pio X nell’enciclica Jucunda sane (12 marzo 1904) spiega che il mezzo con cui gli eterodossi s’infiltrano nella Chiesa consiste nell’applicare una regola d’azione prudenziale ai princìpi o al dogma, confondendo il piano teoretico o della verità con quello pratico o dell’agire umano. Ora, continua papa Sarto, la Prudenza è una virtù morale, che aiuta ad applicare i princìpi al caso pratico e a risolvere quest’ultimo alla luce del principio senza svilire il principio rendendolo valido solo se praticamente utile. Quindi, trasporre confondendoli la Prudenza o la pratica al livello dei princìpi ed abbassare il principio dal livello teorico a quello pratico ha conseguenze disastrose: dal punto di vista teoretico annacqua il principio ed erode il dogma; dal punto di vista pratico può degenerare sia in lassismo che in rigorismo come vedremo oltre. L'uomo animale politico - DonCurzio Nitoglia

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  5. Ora, i principi sono cambiati, ma il metodo di spiegazione per tali cambiamenti, da parte delle autorità (come il vicario dell'Opus Dei), rimangono gli stessi condannato da san Pio X, nella Iucunda Sane. Se questo tipo di pensiero era comune in tempi più antichi, l'Impero Romano non avrebbe mai convertiti al cristianesimo, ma la fede cristiana sarebbe stati a cercare nel suo contesto storico e sociale, solo il mezzo per sopravvivere. Fortunatamente i Padri della Chiesa avevano fede, e il sostegno dei suoi principi, è stato colui che ha formulato la contesti storici e sociali dei secoli successivi. È como há affermato il Papa Bonifacio VIII nella Bolla Unam Sanctam: “Il potere temporale dipende del potere spirituale", così era il pensiero dei Padri della Chiesa, ma non è il pensiero delle atuali autorità.

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  6. La dichiarazione di libertà religiosa, non riconosce l'ordinazione del potere temporale a quello spirituale. Piuttosto, afferma l'indipendenza dei due poteri, come se Dio aveva fondato due poteri eguali e indipendenti. In questo caso, ci si può aspettare che l'obiettivo finale di queste due poteri, era Dio stesso.Tuttavia, si osserva: entrambe le potenze dare risposte antagonista allo stesso problema, da notare che, secondo la dichiarazione DH, il potere temporale non dovrebbe presentare a Dio, ma l'uomo stesso. Tutta questa confusione sta nella interpretazione liberale di:

    "Date a Cesare quel che è di Cesare ea Dio quel che è di Dio" (Mt 22, 21, Marco 12:17 e Luca 20, 25).

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  7. In quel tempo si interrogò Gesù (Dio) è legale o illegale deve pagare le tasse all'imperatore romano? Lo dobbiamo dare o no?
    Come sappiamo, la risposta di Dio (Gesù) a questa domanda è positiva: sì, è lecito pagare il tributo a Cesare. Ma da parte di Cesare, la risposta è arrivata secoli dopo, dai Padri della Chiesa: Cesare deve anche dare a Dio quello che è di Dio. Perché se Cesare non rispetta la sua parte, ne fa un altro Dio (un altro onnipotente), chiedendo il culto dei suoi sudditi, come l'imperatore romano. Questo significa che se i Padri della Chiesa dispensano Cesare di dare a Dio quello che è di Dio, non ci sarebbe fine al culto dell'imperatore, sarebbe l'ammissione che i fedeli hanno due fine ultime: Dio e l'imperatore, due sovrani che li portano a posti diversi. Così, se in quel momento il prezzo della libertà religiosa, è stato il culto dell'imperatore, dal DH, diventa il culto dell'uomo (come espresso nelle riunioni Assisi) o il culto dello stato moderno.

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  8. Non so se ho fatto bene a inviare gli ultimi messaggi. Perché il mio italiano non è così buono, così mi scuso. Io sono brasiliano, partecipo a qui del Spes (Seminario permanente di studi socio-politici San Tommaso d'Aquino - http://spessantotomas.blogspot.com/), che ha una guida teologica e spirituale da Don Thomas Ferreira da Costa (fondatore del monastero benedettino di Santa Cruz http://www. beneditinos.org.br / - anche: http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=424:ora-et-labora&catid=1:ultime&Itemid=69). Se potete indicarmi un link liste di buoni siti in italiano, sarà grato.

    In Cristo,

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  9. Benvenuto Ghederson!
    Hai fatto benissimo a postare i tuoi interventi molto belli. Non preoccuparti della lingua, perchè ti fai comprendere benissimo! Grazie per i testi delle encicliche che hai messo. Se desideri consultare dei buoni siti, scorrendo in basso nella colonna di sinistra in Homepage, trovi l'elenco dei siti con cui ci teniamo aggiornati, con gli ultimi articoli pubblicati. Buona visione.

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  10. a. rita,

    grazie per tutto. È stato un piacere inviare il testo dell'enciclica, essi dimostrano che il magistero conciliare dovrebbe chiarire "il loro grado di aderenza all'magistério precedente." Dopo questi ultimi quattro anni, sembra che ci sia un dilemma a Roma:

    Riconoscere la rottura con la tradizione o adottare il modernismo ufficialmente.

    Dio aiutarli a scegliere il diritto: di riconoscere la rottura e ritornare alla tradizione.

    Complimenti per il blog, è molto bravo!

    Un Saluto dal Brasile!

    P.S.: a. rita, ho fatto una ricerca nella internet su la storia del cardinale Husar (della Chiesa greco-cattolica ucraina). Quasi non ha trovato nulla in italiano. Lo sapevate che il prelato è stato consacrato vescovo nel 1977 (!!), a Castel Gandolfo, senza mandato apostolico e in esplicita opposizione alla volontà di Paolo VI, per il cardinale arcivescovo Josyf Slipyj?

    L'atto di consacrazione del vescovo Husar, sembra che ha causato uno scisma nella Chiesa ucraina: quei vescovi ucraino, che hanno condannato (giustamente) la beatificazione di Giovanni Paolo II, sembrano avere separati dalla Chiesa ucraina, proprio per questo caso. Interessante notare che sembra che non sono stati riconosciuti da Roma, ma Husar aveva riconosciuta la sua consacrazione nel 1996 e successivamente nominato arcivescovo e cardinale da Giovanni Paolo II.

    Il mio interesse per la ricerca è stata motivata dal fatto che è un caso simile al caso di Mons. Lefebvre e il Vescovo Mayer, che hanno fatto la consacrazione dei quattro vescovi della FSSPX. Ma la risposta nel caso Husar, non è stata la scomunica, ma il riconoscimento e la conseguente elevazione a arcivescovo e cardinale. Mi chiedo il perché del riconoscimento della sua consacrazione, per vedere se la stessa ragione, non poteva essere applicata al arcivescovo, Don lefebvre e Don Mayer e ai vescovi della Fraternità San Pio X. In ogni caso, sembra essere stato il caso di due pesi e due misure.

    Avete ulteriori informazioni?

    Un saluto Dal Brasile!

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