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giovedì 30 giugno 2011

Chi parla in questi termini della setta eretica neocatecumenale non si puo' certo definire, come fanno tanti, un difensore della Tradizione, ma un promulgatore della nuova Chiesa partorita nel modernista Concilio Vaticano II......


Il 3 aprile 2009 così si rivolse alle comunità neocatecumenali della sua diocesi:
Venerdi, 3 Aprile 2009 Il Patriarca ai neocatecumenali:Grati per la fecondità del vostro carisma
«I vostri statuti dicono che il Cammino neocatecumenale è lo strumento al servizio dei vescovi per attuare il processo di educazione permanente alla fede richiesto da Cristo. L’iniziazione cristiana infatti non è il punto finale nel processo di conversione, ma la professione di fede battesimale si pone a fondamento di un edificio destinato a crescere. L’adesione a Gesù infatti avvia un processo di conversione permanente che dura tutta la vita. Voi siete testimoni di questo processo. Noi tutti, cristiani vostri fratelli, corpo presbiterale di questa Chiesa e Patriarca, vi siamo realmente grati e vi invitiamo a continuare con questa stessa energia e con forza creativa il compito bello della testimonianza. E invochiamo dalla Vergine Nicopeia che tutto questo possa crescere, a beneficio di ogni nostro fratello uomo».Le origini a Venezia. Così il card. Angelo Scola si è rivolto ai più di mille appartenenti al Cammino neocatecumenale presenti venerdì 20 marzo nella cattedrale di S. Marco a Venezia. A quarant’anni dalla nascita delle prime comunità in Italia, su iniziativa del pittore spagnolo Kiko Argüello e di Carmen Hernandez, è arrivato infatti a compimento il processo di riconoscimento da parte della Chiesa di questa forma di catecumenato “post battesimale”, “valida per la società e per i tempi odierni”. E’ proprio per ringraziare Dio e la Chiesa per la promulgazione, da parte del Papa, degli Statuti definitivi del Cammino che il Patriarca ha celebrato una messa, presenti le comunità veneziane, rappresentanti di altre aggregazioni laicali della diocesi e Stefano Gennarini, il catechista itinerante che ha aperto a Venezia questo “itinerario di formazione cattolica”. «Nel 1972 – ha ricordato – Luciani ci accolse con grande amore, ci appoggiò e ci aiutò ad aprire questo cammino anche in altre diocesi; e ci seguì venendo alle celebrazioni delle varie tappe del Cammino». Ringraziamenti sono stati rivolti anche al Patriarca Cè e ai primi parroci che hanno accolto le comunità nelle loro parrocchie.Testimonianza di radicalità. «“In questa nostra epoca abbiamo bisogno di riscoprire una fede radicale, radicalmente compresa, radicalmente vissuta e radicalmente realizzata”. Questo diceva Giovanni Paolo II il 2 novembre 1980 nella parrocchia romana di Nostra Signora del Ss.mo Sacramento e Santi Martiri Canadesi», ha ricordato il card. Scola nell’omelia. «Questa radicalità che il Cammino a più livelli testimonia, nonostante le nostre personali fragilità; questa radicalità serena, pacifica, rispettosa, umile, perché consapevole che tutto è puro dono, ma nello stesso tempo franca, decisa… questa radicalità vuole, senza saperlo, l’uomo di oggi, anche quando separa pericolosamente un’ipotetica adesione a Cristo dal filiale amore alla Chiesa, o quando si fa beffe di Dio senza saperlo. Questo vuole, perché nessun uomo può vivere senza anelare a Dio; lo ridurrà ad un idolo, ma compito del testimone sarà infrangere l’idolo perché venga fuori il desiderio di Dio che abita ogni uomo».Il carisma è un dono. «La Chiesa è piena di gratitudine per la fecondità del vostro carisma», ha proseguito il Patriarca. «Ma è un carisma: “Grazie a me tu porti frutto” (Os 14,9). Non bisogna mai dimenticarlo, dall’interno della nostra vita personale e di comunità. C’è un test per riconoscere di essere stati fatti oggetti di un dono, attraverso il frutto bello che si documenta nelle mille e mille testimonianze preziose che il Cammino ci va offrendo, nella lunga storia di presenza nella nostra diocesi.
 
Lo dirò usando le parole che Benedetto XVI vi ha rivolto il 10 gennaio scorso: “La vostra già tanto benemerita azione apostolica sarà ancor più efficace nella misura in cui vi sforzerete di coltivare costantemente quell’anelito verso l’unità che Gesù ha comunicato ai Dodici durante l’Ultima Cena. (…) E’ questa unità, dono dello Spirito Santo e incessante ricerca dei credenti, a fare di ogni comunità un’articolazione viva e ben inserita nel Corpo mistico di Cristo.

martedì 28 giugno 2011

L'azione giudaico massonica al Concilio Vaticano II....

I Papi contro la massoneria, le sètte segrete e il signoraggio - Clemente XII "In Eminenti" 1738



titolo l'azione giudaico-massonica al concilio
di Autori Vari: Crisi nella Chesa 1


massoneria e giudaismo al concilio
Durante il Concilio Vaticano II, soprattutto in previsione della ratifica del Decreto Nostra Ætate, un documento dedicato ai rapporti con l'ebraismo e con le altre religioni non-cristiane, un'équipe di sacerdoti messicani, guidata dal gesuita Padre Joaquín Sáenz y Arriaga, iniziò a distribuire ai Padri conciliari alcuni documenti, uno dei quali è lo scritto raccolto in questo opuscolo. Lo scopo era di mettere al corrente la Gerarchia riunita in Concilio degli incontri segreti intercorsi tra il Cardinale Augustin Bea, presidente del Segretariato dell'Unità dei Cristiani, e i suoi collaboratori, e alcune potentissime lobby ebraiche come il B'nai B'rith o il Congresso Mondiale Ebraico. Obiettivo di questi accordi segreti era la rimozione di ogni responsabilità ebraica nella Passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo...

IL PIANO MASSONICO PER LA DISTRUZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA...E la sua attualità.

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Alcune tappe del piano massonico contro la Chiesa
Direttive, piani e risoluzioni ai fratelli massoni (1961)
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I
PREFAZIONE
Mentre a Roma si apriva il Concilio Ecumenico Vaticano I (1869-1870), lo stesso giorno (8 dicembre 1869), Giuseppe Ricciardi (1808-1882) apriva a Napoli un «anticoncilio» massonico, cui aderirono illustri uomini di mondo e di cultura d'Europa; vi era anche Giuseppe Garibaldi (1807-1882), anticlericale per eccellenza! A. S. Morin inviò una lettera nella quale auspicava che «l'infame papato cesserà d'insudiciare la nobile terra d'Italia», indicando come méte dell’Assemblea anticonciliare «la libertà di discussione, di riunione, di stampa e di culto», in contrapposizione all'idea cattolica che «la libertà non appartiene che alla verità e che l'errore non ha alcun diritto». Giuseppe Garibaldi, Gran Maestro Onorario del Grand'Oriente di Firenze 2, inviò due lettere nelle quali malediceva «le turpi menzogne» del Vaticano. Il 16 dicembre 1869, si giunse ad una dichiarazione di principî riguardante soprattutto quattro punti fondamentali: l'autonomia dello Stato dalla religione, la conseguente abolizione di ogni Chiesa di Stato, il distacco dell'istruzione da ogni intervento religioso, e infine l'indipendenza della morale dalla religione. Se osserviamo attentamente tali propositi, scopriamo con sommo rammarico e orrore che il programma massonico è stato compiuto e completato attraverso il Nuovo Concordato tra Stato e Chiesa (ratificato il 18 febbraio 1984), tramite i due autorevoli firmatari Craxi-Casaroli. Ciò dimostra in modo incontrovertibile, che essi, o erano affiliati alla Massoneria (ed è quanto sembra), oppure condividono idee e principî sostenuti da centinaia di anni dagli alti esponenti mondiali della Massoneria e dell'ebraismo. Il canonico apostata Paul Roca 3 disse: «Un'immolazione si prepara che espierà solennemente [...]. Il papato soccomberà: esso morirà sotto il coltello sacro che forgeranno i Padri dell'ultimo Concilio. Il Cesare Papale è un'Ostia coronata per il sacrificio» 4. Su Roca scrive Padre Vittorio De Bernardi s.j.: «A mettere in moto l'orientamento sinarchico in seno alla Chiesa si è affaticato, in Francia, Padre Roca. Ordinato prete nel 1858 e canonico nel 1869, in Spagna era venuto a contatto con le correnti del messianismo gnostico proveniente dagli Stati Uniti, dalla Svizzera e dall'Italia. Frequentò le alte sfere della Massoneria e strinse rapporti con i maghi Stanislas de Guaita 5 e Papus 6, fondatore dell'Ordine Martinista (legato alla Kabbalah), ma soprattutto col Saint-Yves d'Alveydre 7, di cui sviluppò la visione religiosa in riferimento alla Chiesa cattolica. Versatissimo in occultismo, sedusse giovani e alcuni ecclesiastici alle sue dottrine.
giuseppe ricciardistanislas de guaitasaint-yves d'alveydre
Giuseppe RicciardiStanislas de GuaitaSaint-Yves d'Alveydre
Per l'avvento della Chiesa Sinarchica - secondo Paul Roca - bisognava condurre un certo numero di sacerdoti ad una concezione diversa dei dogmi, indottrinandoli sui seguenti concetti: superiorità della Gnosi (dal greco gnôsis, ossia "conoscenza") sulla fede, connubio tra Chiesa e occultismo, ritorno ad un Vangelo più puro al di là delle contaminazioni indotte dal Papato. La sua dottrina contiene in germe tutti i motivi che sarebbero stati sviluppati dal modernismo e dalla contestazione postconciliare, che del modernismo coglie tutti i frutti maturi. Eccoli: revisione dei dogmi in funzione del progresso universale; essi sono "cosa vivente come il mondo, come l'uomo e come ogni essere organico" e "seguono la marcia della Storia". Abdicazione del Papato e del sacerdozio tradizionale di fronte ai preti dell'avvenire; anche la Curia romana, colpevole di avere messo a morte il cristianesimo, "per quanto ben sigillata sia la pietra tombale (del cristianesimo) e per quanto sia ben custodita dai Centurioni Rossi (i Cardinali), sarà rimossa dall'Angelo della Resurrezione, cioè dalla forza vivente dell'Evoluzione e della Redenzione" 8.
- Tra gli ecclesiastici si formeranno due correnti: quelli progressisti e quelli tradizionalisti, fedeli al Papa 9;
- Sconvolgimento della liturgia e dei sacramenti: essi non sono che simboli;
- Soppressione della veste talare;
- Matrimonio dei preti, dal momento che Cristo e il mondo si identificano.
I veri preti dell'avvenire batteranno le fatiche del ministero pastorale con la competizione economica e sociale, che porterà le masse verso la Sinarchia universale, il socialismo e il comunismo degli anarchici. I preti diventeranno i direttori delle unioni sindacali, delle società mutue e delle agenzie cooperative di produzione e di consumo, di pensione e assistenza ufficiale. "L'umanità si spretizza affinché il prete si umanizzi e i due, insieme, si cristianizzino nel vero senso del Vangelo"; con tutto questo, "il Papa dichiarerà canonicamente urbi et orbi che la civiltà presente è figlia legittima del santo Vangelo e della redenzione sociale", perché "il cristianesimo puro è il socialismo. Una parte di questo programma è stata compiuta, anche grazie al Vaticano II. Anche il fondatore dell'Antroposofia, Rudolf Steiner (1861-1925) 10, non era da meno: «Abbiamo bisogno di un Concilio e di un Papa che lo convochi»! (1910). Fu trovato in Giovanni XXIII (1881-1963), ma le cose non andarono totalmente come qualcuno aveva progettato. Questi morì strumentalizzato dai comunisti e al suo posto fu eletto Paolo VI (1897-1978), che evitò il peggio su certi punti dottrinali, ma che venne ugualmente bollato dalla Massoneria come un «Papa complice». Di questa congiura, partita lontana nel tempo, ne accennava il 15 luglio 1923 Mons. Ernest Jouin (1844-1932) sulla Revue Internationale des Sociétés Secrètes (pag. 434): «Sembra che fin d'ora lo sforzo di tutti questi congiurati (sturziani) sia volto a preparare dal di fuori il futuro Concilio, la cui apertura sembra decisa per la fine del 1925 11.
rudolf steiner giovanni XXIII paolo VI
Rudolf Steiner Giovanni XXIIIPaolo VI
In luogo delle abituali definizioni dogmatiche e dei canoni disciplinari, grazie ai quali i Padri testimoniano la tradizione delle loro chiese, si tratterà d'imporre loro l’ordine del giorno più eteroclito ed estraneo al deposito della fede: Società delle Nazioni, condizione della pace mondiale, leggi sociali, ecc... Per fortuna, lo Spirito Santo se ne ride dei complotti delle sètte.
Piero Mantero

II
L
'AZIONE GIUDAICO-MASSONICA
AL CONCILIO
(Questo testo era riservato esclusivamente ai Rev.mi PP. Conciliari)
l Presentazione
Siamo un gruppo di sacerdoti, appartenenti alcuni ad Ordini religiosi e altri al clero secolare. Abbiamo seguito con particolare attenzione le deliberazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II per studiare la sostanza dei suoi insegnamenti e per applicarli poi nel nostro apostolato o nelle nostre cattedre. Non abbiamo mai preteso di far uscire delle pubblicazioni perché i nostri studi hanno un carattere assolutamente privato; naturalmente, facciamo tutto questo con il consenso del nostro Vescovo e dei nostri superiori ecclesiastici. Due sacerdoti del nostro gruppo, per la personalità che rivestono, partecipano alle riunioni conciliari. Ora, Per quanto in esse si è detto, sia pure attraverso le varie discussioni, abbiamo l'assoluta certezza che si vuole portare la nostra santa madre Chiesa per strade che si allontanano dagli insegnamenti del Divin Redentore e della Sua missione divina. Il nostro cuore è stato amareggiato a causa di qualche incauta affermazione che attribuiamo ad un indebolimento di fede in alcuni Padri Conciliari. Tutto questo ci ha dato molti pensieri; ma adesso, con profonda soddisfazione e ringraziando l'Altissimo, possiamo rendere di pubblico dominio la convinzione alla quale siamo giunti: non sono Tuoi figli, o Signore, quelli che vogliono tradirTi; rimangono dei fedeli, anche se qualcuno di loro è stato tratto in inganno. Sono i Tuoi nemici di sempre, quelli che entrarono di nascosto nella Tua Chiesa e che diffondono queste false dottrine che Tu hai scacciato. O Signore, sono gli ebrei falsamente convertiti, quelli che tentano ancora una volta di distruggere la Tua opera divina.
Roma, settembre 1964.
III
IL COMPLOTTO DEGLI EBREI
,
DEI MASSONI E DEGLI ECCLESIASTICI
Il punto essenziale di questo «nuovo volto» che si vorrebbe imporre alla Chiesa cattolica, in chiara contraddizione con tutta la dottrina e con la Tradizione di diciannove secoli, è dato senza dubbio dall'amichevole apertura verso l'ebraismo massonico e comunista, nemico mortale del cristianesimo, dalla sua nascita fino ai nostri giorni. Durante tutta la sua Storia, la Chiesa dovette difendersi contro tutte le insidie, e dietro ad ogni eresia, sovversione o delitto anticristiano, incontrò sempre degli ebrei. Ugualmente, nel mondo moderno sono degli ebrei che hanno messo in campo le armi tremende del bolscevismo e del capitalismo internazionale, il cui vero scopo è l'oppressione dei popoli cristiani e la schiavizzazione dell'umanità. Oltre alle Sacre Scritture, numerose opere di scrittori cattolici, i cui autori sono spesso alti dignitari della Chiesa, ci illustrano l'importanza che il popolo ebraico ha avuto nella storia della civiltà cristiana. In questa breve esposizione, faremo riferimento solo a quanto è avvenuto negli ultimi tempi; quanto esporremo rispetta però tutta la continua tradizione della perfidia ebraica e della conseguente difesa cristiana. È nostra intenzione dimostrare che gli agenti dell'ebraismo sono penetrati nel Tempio del Signore e si sono messi a predicare le eresie apprese nelle leggi talmudiche. Sono giunti al punto di servirsi dello scudo della Sacra Porpora per lanciare le loro false dottrine e per fare pressioni affinché la santa Chiesa - attraverso il Concilio Vaticano II - dichiari delle eresie come proprie. Si tratta di una verità che si può documentare e verificare nel modo seguente:
- L'ebraismo internazionale, imbaldanzito dai successi ottenuti nell'ambito temporale, sferra ora un nuovo attacco contro la Chiesa cattolica, esigendo che Essa si contraddica nei suoi insegnamenti scagionando il popolo da ogni colpa di fronte all'intera umanità;
- Gli ebrei, che sono giunti ad occupare elevati posti gerarchici nella Chiesa cattolica, hanno persuaso Giovanni XXIII, avvalendosi di un progetto subdolamente presentato, ad acconsentire alla creazione di un Segretariato per l'Unità dei Cristiani che è servito loro da trampolino per diffondere ogni tipo di propaganda in favore degli ebrei, eterni anticristiani. Al contrario, non è stata fatta nessuna propaganda in favore dell'unità dei cristiani; anzi, essi hanno agito contro di essa col creare dissensi in seno stesso alla Chiesa. Questi ebrei, a cui abbiamo accennato, sono il Cardinale Augustin Bea s.j. (1881-1968), Mons. Johannes M. Oesterreicher (1904-1993) e Padre Gregory Baum, ai quali si unirono i Vescovi Mons. Walter Kempe della Germania dell'Ovest - fin qui tutti della terra di Lutero - e Mons. Sergio Mendez Arceo (1907-1992; Mendez è un cognome ispano-ebraico), del Messico. Fatta eccezione soltanto per alcuni Padri Conciliari, che potrebbero obbedire a degli ordini estranei alla Chiesa, la totalità di coloro che hanno appoggiato le tesi in favore degli ebrei è stata ingannata da costoro perché essi hanno saputo nascondere fino ad ora la loro origine.
mons. johannes m. oesterreichergregory baummons. sergio mendez arceo
Mons. OesterreicherGregory BaumMons. Mendez Arceo
- Negli ambienti più segreti del Sinedrio è stata elaborata la teoria secondo cui il popolo ebraico non sarebbe responsabile della morte di Cristo e che la responsabilità di essa ricadrebbe su tutta l’umanità 12. Gli ebrei affermano inoltre che, durante tutta l'era cristiana, essi sono stati perseguitati ingiustamente da parte dei cattolici, i quali dovrebbero ora comprendere il loro errore, riparare i danni causati e non offenderli più in alcuna circostanza. Questa tesi, elaborata sicuramente da qualche Gran Rabbino, è stata presentata in modo ufficiale al Concilio dal Cardinale Bea che l'ha ricevuta direttamente dall'organo massonicob'nai b'rith esclusivamente composto da ebrei, il B'nai B'rith (in ebraico «Figli dell'Alleanza»), nel giugno del 1962. Ciò è stato rilevato anche dal quotidiano parigino Le Monde, del 19 novembre 1963, molto vicino a circoli israeliti.
- Il contatto diretto tra le Logge ebraiche e il Cardinale Bea avvenne prima attraverso gli ebrei «convertiti» e attualmente «sacerdoti cattolici» Oesterreicher e Baum. Quando poi si manifestò nel Concilio una corrente che denunciò la manovra ebraico-massonica attraverso gli scritti e i discorsi di illustri Cardinali e Vescovi, intervennero personalmente il Presidente dell'Ordine del B'nai B'rith e Nahum Goldmann (1895-1982), Presidente del Congresso Mondiale Ebraico. A questo punto, la manovra divenne chiara ed evidente.
- Nonostante il fatto che numerosi Padri Conciliari abbiano rifiutato di discutere il tema presentato dal Cardinale Bea relativo agli ebrei, e che è stato incluso come § 4 dello schema sull'Ecumenismo, nella 3ª Sessione conciliare, si tenterà senza dubbio di ottenere nuovamente l'approvazione di quella tesi, con la richiesta ai Padri Conciliari di un voto favorevole, prima che possa essere loro possibile un approfondimento sulle catastrofiche conseguenze che deriverebbero da un'approvazione di uno scritto che proviene direttamente dalle Logge ebraiche. In questo scritto, l'eresia si infiltra subdolamente e i santi Vangeli sono interpretati in maniera equivoca e tendenziosa. Al fine di provare queste affermazioni, presentiamo un'abbondante documentazione che prova l'esistenza di un piano ebraico per penetrare dentro la santa Chiesa cattolica attraverso i «convertiti» e i religiosi affiliati a Logge massoniche, con lo scopo di farla divenire uno dei tanti strumenti per la loro dominazione mondiale.
IV
UN GIORNALE CATTOLICO SMASCHERA
IL COMPLOTTO EBRAICO CONTRO LA CHIESA
Il complotto ebraico contro la Chiesa cattolica, ripreso attualmente in modo violento grazie all'infiltrazione di elementi ebraici in seno all'alto clero cattolico e nello stesso Vaticano, era già stato smascherato pubblicamente nel 1936 dalla Catholic Gazette di Londra, la rivista mensile e ufficiale della Società Missionaria Cattolica d'Inghilterra. Nel numero di febbraio di quell'anno, apparve un articolo intitolato The Jewish Peril and The Catholic Church («Il pericolo ebraico e la Chiesa cattolica»), nel quale si riproducevano brani di alcune conversazioni tenute in riunioni segrete tra ebrei di Parigi. Poco tempo dopo, il settimanale parigino Le Reveil du Peuple pubblicò un articolo analogo, nel quale si precisava che tali dichiarazioni erano state fatte durante una riunione segreta dell'Ordine Massonico del B'nai B'rith, Ordine nel quale i non-ebrei non hanno alcuna possibilità di entrare, e che costituisce uno degli elementi fondamentali della cospirazione mondiale ebraica. Fu appunto l'attuale suo Presidente, Label A. Katz, che si mise in contatto con il Cardinale Bea che poi lo introdusse alla presenza di Giovanni XXIII. Riportiamo ora il testo integrale del citato articolo.

lunedì 27 giugno 2011

Mons. Marcel Lefebvre e Mons. Antonio de Castro Mayer :"Le Autorità romane voltano le spalle ai loro predecessori e rompono con la Chiesa Cattolica, esse si mettono al servizio dei distruttori della Cristianità e del Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo".

Dichiarazione di
Mons. Marcel Lefebvre
e di
Mons. Antonio de Castro Mayer

in seguito alla visita di Giovanni Paolo II alla sinagoga
e al congresso delle religioni ad Assisi


Buons Aires, 2 dicembre 1986





Roma ci ha fatto chiedere se abbiamo l’intenzione di proclamare la nostra rottura con il Vaticano in occasione del congresso di Assisi.
A noi sembra piuttosto che la domanda dovrebbe essere la seguente:
Credete e avete l’intenzione di proclamare che il Congresso di Assisi consumi la rottura delle Autorità romane con la Chiesa Cattolica?

Perché è proprio questo che preoccupa coloro che sono ancora cattolici.

In effetti, è ben evidente che a partire dal Concilio Vaticano II il Papa e gli Episcopati si allontanano sempre più nettamente dai loro predecessori.
Tutto ciò che è stato messo in opera dalla Chiesa nei secoli passati per difendere la fede, e tutto ciò che è stato compiuto dai missionari per diffonderla, fino al martirio, è ormai considerato come un errore di cui la Chiesa dovrebbe scusarsi e per il quale dovrebbe farsi perdonare.

L’attitudine degli undici papi che dal 1789 al 1985 hanno condannato la rivoluzione liberale, con documenti ufficiali, è considerata come «una mancanza di comprensione del soffio cristiano che ha ispirato la Rivoluzione».
Da qui il voltafaccia completo di Roma a partire dal Vaticano II, che ci ha fatto ripetere le parole rivolte da Nostro Signore a coloro che stavano per arrestarlo: Haec est hora vestra et potestas tenebrarum (Questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre) (Lc XXII 52-53).

Adottando la religione liberale del protestantesimo e della Rivoluzione, i princípi naturalisti di J. J Rousseau, le libertà atee della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, il principio della dignità umana senza più alcun rapporto con la verità e la dignità morale, le Autorità romane voltano le spalle ai loro predecessori e rompono con la Chiesa Cattolica, esse si mettono al servizio dei distruttori della Cristianità e del Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo.

Gli atti attuali di Giovanni Paolo II e degli Episcopati nazionali illustrano di anno in anno questo cambiamento radicale della concezione della fede, della Chiesa, del sacerdozio, del mondo, della salvezza che si ottiene con la grazia.
Eccone un esempio:



Eccone un altro, approvazione della setta eretica Neocatecumenale dell'attuale Pontefice:

Totale"debacle" modernista della nuova Chiesa Conciliare. L'ingiustizia è completa, VERGOGNA...




Infine omelia del Santo Padre Giovanni Paolo II durante la celebrazione , per l´invio di 100 Famiglie della setta eretica del cammino Neocatecumenale.Porto S. Giorgio 29/12/1988:

sabato 25 giugno 2011

Domenica dopo la Trinità, Santissimo Corpo e Sangue di Cristo - Corpus Domíni, Domínica II Post Pentecostem - 26 giugno 2011...





ALLELÚIA
Allelúia, allelúia. Io. 6, 56-57 - Caro mea vere est cibus,  et sánguis meus vere est potus: qui mandúcat meam carnem, et bibit meum sánguinem, in me manet, et ego in eo. Allelúia.. 

Allelúia, allelúia. Gio. 6, 56-57 - La mia carne è vera mente cibo,  e il mio sangue è veramente bevanda: chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui. Allelúia.. 

SEQUÉNTIA
1 Lauda Sion, Salvatórem, / lauda ducem et pastórem, / in hymnis et cánticis.  2 Quantum potes, tantum aude: / quia maior omni laude, / nec laudáre súfficis.  3 Laudis thema speciális, / panis vivus et vitális, / hódie propónitur.  4 Quem in sacræ mensa coenæ, / turbæ fratrum duodénæ, / datum non ambígitur.  5 Sit laus plena, sit sonóra, / sit iucúnda, sit decóra / mentis iubilátio.  6 Dies énim solémnis ágitur, / in qua mensæ prima recólitur / huius institútio.  7 In hac mensa novi Regis, / novum Pascha novæ legis, / Phase vetus términat.  8 Vetustátem nóvitas, / umbram fugat véritas, / noctem lux elíminat.  9 Quod in coena Christus gessit, / faciéndum hoc expréssit / in sui memóriam.  10 - Docti sacris institútis, / panem, vinum in salútis / consecrámus hóstiam.  11 - Dogma datur Christiánis, / quod in carnem tránsit panis, / et vinum in sánguinem.  12 - Quod non capis, quod non vides, / animósa firmat fides, / præter rerum órdinem.  13 - Sub divérsis speciébus, / signis tantum, et non rebus, / latent res exímiæ.  14 - Caro cibus, sánguis potus: / manet tamen Christus totus, / sub utráque spécie.  15 - A suménte non concísus, / non confráctus, non divísus: / ínteger accípitur.  16 - Sumit unus, sumunt mille: / quantum isti, tantum ille: / nec sumptus consúmitur.  17 - Sumunt boni, sumunt mali: / sorte tamen inæquáli, / vitæ vel intéritus.  18 - Mors est malis, vita bonis: / vide paris sumptiónis, / quam sit dispar éxitus.  19 - Fracto demum sacrámento, / ne vacílles, sed meménto, / tantum esse sub fragménto, / quantum toto tégitur.  20 - Nulla rei fit scissúra: / signi tantum fit fractúra, / qua nec status, nec statúra, / signáti minúitur.  21 - Ecce Panis Angelórum, / factus cibus viatórum: / vere panis filiórum, / non mitténdus cánibus.  22 - In figúris præsignátur, / cum Isaac immolátur: / Agnus Paschæ deputátur: / datur manna pátribus.  23 - Bone pastor, panis vere, / Iesu, nostri miserére: / tu nos pasce, nos tuére: / tu nos bona fac vidére, / in terra vivéntium.  24 - Tu, qui cuncta scis et vales: / qui nos pascis hic mortáles: / tuos tibi commensáles, / coherédes et sodáles, / fac sanctórum cívium. Amen. Allelúia.  

1 Loda, o Sion, il Salvatore, loda il capo e il pastore, con inni e càntici.  2 Quanto puoi, tanto inneggia: ché è superiore a ogni lode, né basta il lodarlo.  3 Il pane vivo e vitale è il tema di lode speciale, che oggi si propone.  4 Che nella mensa della sacra cena, fu distribuito ai dodici fratelli, è indubbio.  5 Sia lode piena, sia sonora, sia giocondo e degno il giúbilo della mente.  6 Poiché si celebra il giorno solenne, in cui in primis fu istituito questo banchetto.  7 In questa mensa del nuovo Re, la nuova Pasqua della nuova legge estingue l’antica.  8 Il nuovo rito allontana l’antico, la verità l’ombra, la luce elímina la notte.  9 Ciò che Cristo fece nella cena, ordinò che venisse fatto in memoria di sé.  10 - Istruiti dalle sacre leggi, consacriamo nell’ostia di salvezza il pane e il vino.  11 - Ai Cristiani è dato il dogma: che il pane si muta in carne, e il vino in sangue.  12 - Ciò che non capisci, ciò che non vedi, lo afferma pronta la fede, oltre l’ordine naturale.  13 - Sotto specie diverse, che son solo segni e non sostanze, si celano realtà sublimi.  14 - La carne è cibo, il sangue bevanda, ma Cristo è intero sotto l’una e l’altra specie.  15 - Da chi lo assume, non viene tagliato, spezzato, diviso: ma preso integralmente.  16 - Lo assuma uno, lo assumino in mille: quanto riceve l’uno tanto gli altri: né una volta ricevuto viene consumato.  17 - Lo assumono i buoni e i cattivi: ma con diversa sorte di vita e di morte.  18 - Pei cattivi è morte, pei buoni vita: oh che diverso ésito ha una stessa assunzione!  19 - Spezzato poi il Sacramento, non temere, ma ricorda che tanto è nel frammento quanto nel tutto.  20 - Non v’è alcuna separazione: solo un’apparente frattura, né vengono diminuiti stato e grandezza del simboleggiato.  21 - Ecco il pane degli Angeli, fatto cibo dei viandanti: in vero il pane dei figli non è da gettare ai cani.  22 - Prefigurato con l’immolazione di Isacco, col sacrificio dell’Agnello Pasquale, e con la manna donata ai padri.  23 - Buon pastore, pane vero, o Gesú, abbi pietà di noi: Tu ci pasci, ci difendi: fai a noi vedere il bene nella terra dei viventi.  24 - Tu che tutto sai e tutto puoi: che ci pasci, qui, mortali: fa che siamo tuoi commensali, coeredi e compagni dei santi del cielo. Amen. Allelúia

EVANGÉLIUM
Sequéntia S. Evangélii secundum Ioánnem, 6, 56-59
                                                                          
In illo témpore: Dixit Iesus turbis Iudæórum: Caro mea vere est cibus, et sánguis meus vere est potus. Qui mandúcat meam carnem, et bibit meum sánguinem, in me manet, et ego in illo. Sicut misit me vivens Pater, et ego vivo propter Patrem: et qui mandúcat me, et ipse vivet propter me. Hic est panis, qui de coelo descéndit. Non sicut manducavérunt patres vestri manna, et mórtui sunt. Qui mandúcat hunc panem, vivet in ætérnum.
M. - Laus tibi Christe.

In quel tempo: Gesú disse alle folle dei Guidei: La mia carne è veramente cibo, e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, vive in me e io in lui. Come è vivo il Padre che mi ha mandato, e io vivo del Padre, cosí chi mangia la mia carne vive di me. Questo è il pane che discende dal cielo. Non come i vostri padri che mangiarono la manna e sono morti. Chi mangia questo pane vivrà in eterno.

venerdì 24 giugno 2011

Fellay: "Questa battaglia è lunga, è vero, ma noi non possiamo cambiarla. Il diavolo resta il diavolo e noi non andiamo a fare la pace col diavolo".


Dichiarazione dell’Eccellentissimo Mons. Licinio Rangel, Vescovo titolare di Zarna, Amministratore Apostolico dell’Amministrazione Apostolica Personale “San Giovanni Maria Vianney”

Dichiaro, congiuntamente con i Sacerdoti dell’Amministrazione Apostolica “San Giovanni Maria Vianney” di Campos, in Brasile, che:
- Riconosciamo il Santo Padre, il Papa Giovanni Paolo II, con tutti i suoi poteri e le sue prerogative, promettendo la nostra filiale obbedienza e offrendo a lui le nostre preghiere. (Questa è l'unica dichiarazione accettabile)
- Riconosciamo il Concilio Vaticano II come uno dei Concili Ecumenici della Chiesa Cattolica, accettandolo alla luce della Santa Tradizione.(Sic!..)
- Riconosciamo la validità del Novus Ordo Missae, promulgato dal Papa Paolo VI, sempre che sia celebrato correttamente e con l’intenzione di offrire il vero Sacrificio della Santa Messa. (Sic!..)

- Ci impegniamo ad approfondire tutte le questioni rimaste aperte, tenendo presente il canone 212 del Codice di Diritto Canonico e una sincera disposizione di umiltà e di carità fraterna con tutti. In principiis unitas, in dubiis libertas, in omnibus charitas (S. Agostino)
Questa dichiarazione di tradimento della battaglia sulla vera Tradizione della Chiesa è sconcertante e noi auspichiamo che la Comunita' San Pio X non scenda a patti con la Roma modernista, pur di avere un riconoscimento canonico. Leggendo l'omelia di Monsignor Fellay pensiamo che non ci sia da temere un tradimento simile a quello compiuto dalla Comunità di Campos...
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Seconda parte dell'omelia

di S. Ecc. Mons. Bernard Fellay
Superiore Generale della Fraternità San Pio X

pronunciata a Winona, USA,
in occasione dell'ordinazione di 5 sacerdoti e 11 diaconi


17 giugno 2011

Fonte: Unavox...
Dopo aver ricordato, nella prima parte, la spiritualità sacerdotale di cui si nutriranno i giovani sacerdoti ordinati nel corso di questa cerimonia, Mons. Bernard Fellay ha esposto lo stato della situazione in Vaticano e dei rapporti della Fraternità San Pio X con le autorità romane.

Certo, miei carissimi Fratelli, voi volete avere anche alcuni commenti sulla situazione attuale della Fraternità. A che punto siamo? Che succede?

Mi piacerebbe dire che tutto è luminoso o completamente oscuro, ma purtroppo, come il tempo di oggi, tutto è nuvoloso e soleggiato al tempo stesso!
Fino ad un certo punto, da almeno due anni, noi ci troviamo costantemente di fronte a delle contraddizioni.
Due anni fa, nel 2009, io chiesi udienza al Segretario di Stato, il cardinale Bertone, a causa di questo problema: ci troviamo di fronte a delle contraddizioni. Non esagero: proprio contraddizioni.
Che significa? Significa che da parte di Roma riceviamo dei messaggi contraddittori, uno dice così, l’altro dice cosà, e non si tratta solo di divergenze, ma proprio di contraddizioni.

Riflettendovi, ci chiediamo: perché è così, a cosa è dovuto?
Secondo noi, a Roma, come in tutta la Chiesa, vi sono diverse correnti, che per semplicità possiamo chiamare la corrente progressista e la corrente conservatrice. Certi ecclesiastici ci sono vicini e amerebbero vederci portati avanti, altri ci odiano, sì è la sola parola esatta per definire la loro condotta nei nostri confronti. Essi ci odiano, e sono a Roma. Qualche volta i messaggi vengono da questi, tal’altra dagli altri.

Vorrei farvi un esempio. L’anno scorso, a settembre, un sacerdote si era appena unito a noi. Appartenendo ad un ordine religioso, egli ricevette una lettera dal suo Superiore Provinciale in cui gli diceva che non era più membro del suo ordine e che era scomunicato. A questa lettera era allegata una lettera di conferma della Congregazione per i religiosi, contenente la frase seguente: «Il Padre X non è più membro del vostro ordine, egli è scomunicato per aver abbandonato la fede unendosi formalmente allo scisma di Mons. Lefebvre».
La lettera portava la data di settembre scorso. Sono allora andato a Roma e ho chiesto al Segretario della Commissione Ecclesia Dei cosa fosse successo. Egli non mi fece neanche finire di leggere la lettera: «Lo so – mi rispose – e noi – la Congregazione per la Fede – abbiamo detto alla Congregazione per i religiosi che non avevano il diritto di affermare quello. Essi non sono competenti e devono rivedere il loro giudizio». Poi continuò: «Ecco cosa deve fare con quella lettera» [Mons. Fellay fa il gesto di gettarla], è questo il gesto che ha fatto. In altre parole, prenda la lettera e la butti nel cestino della carta straccia!
Dunque un’autorità a Roma mi dice di gettare una decisione di un’altra autorità romana. Non è una contraddizione?
E il Segretario della Commissione Ecclesia Dei prosegue dicendo: «Lei deve dire ai suoi sacerdoti e ai suoi fedeli che tutto ciò che viene da Roma non viene dal Papa!» Ed io gli ho risposto: «È impossibile, come vuole che i fedeli, i sacerdoti possano pensare una cosa così? Ciò che viene da Roma viene dal Papa! Perché altrimenti si dirà con facilità: ciò che mi piace viene dal Papa e ciò che mi dispiace non viene dal Papa!»

Con questo, miei carissimi Fratelli, dovete capire che a Roma vi è un grave problema.
Se un’autorità ci dice: «Attenzione! Tutto ciò che viene da Roma non viene dal Papa», da dove proviene allora? E com’è possibile? Roma, i servizi del Vaticano normalmente devono essere come la mano del Papa. Questo significa che il Papa non ne ha più il controllo. Ecco il senso di questa frase.
Quando parlo di contraddizioni, significa che certuni, a Roma, sono pronti a considerarci come fuori dalla Chiesa, scomunicati, come se avessimo perso la fede, eretici… E poi ve ne sono altri che ci riconoscono veramente come cattolici.
Mons. de Galarreta e i nostri sacerdoti, quando vanno a Roma per i colloqui dottrinali, dicono la Messa in San Pietro! Come si possono tenere queste due posizioni nello stesso tempo? Voi vedete quanto sia profonda la contraddizione. E da questo potete comprendere quanto noi rimaniamo all’erta. Noi non andiamo a gettarci in questa tormenta, mentre tutto sommato possiamo salutare il sole quando si presenta e proteggerci dalle nubi quando ci minacciano.

Che ci guadagna la Santa Sede? Vi sono così tanti esempi che illustrano il fatto che quando il Papa vuol fare del bene è frenato, impedito.
Un esempio di prima mano tra i tanti.

Un Padre Abate, Superiore dell’unica abbazia trappista in Germania, ha chiesto al Papa l’autorizzazione, non solo di ritornare alla Messa tridentina, ma di poter riprendere la Regola e le Costituzioni anteriori al Vaticano II. Il Papa ha dato l’autorizzazione ed ha esentato questa abbazia dalla giurisdizione della Congregazione dei Benedettini, che segue le regole moderne, così da permettergli di seguire l’uso antico di prima del Vaticano II. Il Papa ha quindi posto questa abbazia direttamene sotto la sua autorità.
Sei mesi più tardi, l’Abate chiama uno dei suoi amici a Roma per chiedergli: «Com’è finita? Io non ho nessuna novità!» E il suo amico gli risponde: «Scrivi di nuovo al Papa, ma manda a me la lettera, che la farò avere personalmente al Papa. Fatto questo, l’amico porta la lettera al Papa e gli chiede com’era finita con questa abbazia. Molto sorpreso, il Santo Padre risponde: «Ma ho già accordato questo permesso, sei mesi fa!» Venne condotta un’inchiesta e si scoprì che qualcuno – noi sappiamo esattamene chi – aveva riposto la lettera del Sommo Pontefice in un cassetto della Segreteria di Stato. Questa volta l’amico dell’Abate – che mi ha raccontato direttamente questa storia, e quindi non si tratta di un «si dice» - ha chiesto al Santo Padre: «Scrivete “concesso” sulla lettera ed io mi incarico di portarla personalmente alla nuova abbazia». In tal modo, per poter portare la novità della decisione del Papa hanno aggirato la Segreteria di Stato.
E questo è solo un esempio.

Per mostrarvi fino a che punto lo stesso Sommo Pontefice è limitato nella sua azione, guardiamo all’ultimo documento a proposito della Messa tridentina. Anche qui abbiamo un bell’esempio delle forze contraddittorie che si muovono a Roma. Da un lato è del tutto evidente che in questo testo è presente la volontà di estendete dappertutto la messa tradizionale, di rendere possibile a tutte le anime l’accesso, non solo alla Messa antica, ma alla maniera in cui venivano amministrati prima i Sacramenti: tutti i libri liturgici sono messi a disposizione di tutti. Ma dall’altro lato e contemporaneamente vi sono delle restrizioni sorprendenti. La prima, parecchio stupefacente, è che i seminaristi diocesani non possono approfittare del rito antico, possono essere ordinati secondo l’antico rito solo quelli che dipendono dalla Commissione Ecclesia Dei.
Perché allora si dice che il Pontificale che contiene l’antico rito per le ordinazioni è reso liberamente disponibile a tutti?
Ma vi è ancora di peggio. Da un lato si constata questa volontà di mettete a disposizione di tutte anime, nel mondo intero, la Messa antica, poi si scopre l’articolo 19, che dichiara che coloro che vogliono beneficiarne non devono appartenere né perfino devono solamente aiutare i gruppi che sono contrari alla Messa nuova. Ma il 95% di coloro che vogliono la Messa antica sono contrari a quella nuova! Perché vogliamo la Messa antica? Se fossimo soddisfatti della nuova, non penseremmo neanche all’antica! Anche quelli che sono contro la validità o la legittimità della nuova Messa sono privati della Messa antica: per loro niente! Niente!
Ma questo non è più un atto di riconciliazione, è un atto di guerra!

Io penso che sono proprio le contraddizioni all’interno stesso del Vaticano che spiegano come divergenze così possano trovarsi in uno stesso testo: ogni parte cerca di ottenere qualcosa. E così noi siamo in mezzo a questo disordine.

Ed ecco che si ascolta ogni sorta di voce, assolutamente tutto quello che è possibile ed anche impossibile ascoltare!
Vi prego, miei carissimi Fratelli, non correte dietro a queste voci. Quando sapremo qualcosa ve la diremo. Non abbiamo mai nascosto niente e non abbiamo alcun motivo per nascondere ciò che succede. Se dunque non vi diciamo niente è perché non è successo niente di nuovo.
Certuni dicono che sta per giungere qualcosa. No, non è vero!
La verità è che io sono stato invitato a Roma dal cardinale Levada e questo avverrà a metà settembre. È tutto quello che so. La cosa riguarda i colloqui che abbiamo avuto con Roma e dopo i quali, come è stato detto, «i documenti di sintesi verranno rimessi alle più alte autorità». Sono queste le parole esatte, ed è questa la sola cosa che io conosco del futuro, tutto il resto non è che invenzione. Allora, vi prego, non correte dietro a queste voci.

Tutto ciò dimostra che la battaglia continua.
Ora, vi sono due pericoli oggi. Uno consiste nel dire che tutto è a posto, tutto è finito, la battaglia è terminata: si tratta di un’immensa illusione. Io posso garantirvi, miei carissimi Fratelli, che se un giorno Roma regolarizzerà infine la nostra posizione canonica, la battaglia comincerà, non sarà la fine di essa! Ma ancora non siamo a questo! Quanto tempo dovremo attendere ancora? Non lo so, non ne ho alcuna idea! Quindi continuiamo a dire che vi è una crisi nella Chiesa. Talvolta è proprio noioso, perché a Roma essi danno l’impressione che tutto vada bene, ma il giorno dopo parliamo con loro… Ed ecco le parole che sentiamo dalla bocca del Segretario della Congregazione per la Fede: «Sapete, ci sono i preti, i vescovi, le Università cattoliche che sono piene di eresie!» Ecco cosa ci ha detto, a giugno del 2009, il Segretario della Congregazione della Fede!
Essi sanno dunque che la situazione della Chiesa è drammatica. Se arrivano a dire che è pieno di eresie dappertutto, questo significherà bene qualcosa!
Ma allo stesso tempo essi si comportano come se fosse tutto a posto. È deludente, è preoccupante, lo ammetto, ma è questa la situazione.

Non lasciatevi quindi prendere da tutte queste illusioni, ma non permettete neanche che vi assalga lo scoraggiamento.
Questa battaglia è lunga, è vero, ma noi non possiamo cambiarla.
Il diavolo resta il diavolo e noi non andiamo a fare la pace col diavolo.
Questo durerà tutto il tempo che Dio lo permetterà, ma noi abbiamo tutto ciò che ci serve per questa battaglia, noi abbiamo la grazia, il sostegno di Dio.
Noi dobbiamo solo continuare questa battaglia, senza scoraggiamento, con serenità. È davvero evidente che noi siamo benedetti da Dio. Eredi dello spirito cristiano, la Messa tradizionale che noi celebriamo nutre questo spirito che è in noi, la spirito di Cristo, quello dei discepoli di Cristo, che ci insegna che dobbiamo rimanere lontani dal mondo, utilizzare moderatamente i beni terreni che non sono quello che vi è di più importante. Il più importante è Dio, il Cielo, è il nostro destino eterno.

Miei carissimi Fratelli, se vi ho chiamati a questa Crociata del Rosario è proprio per aiutarvi a rimanere fuori da queste trappole, da queste illusioni e da questo scoraggiamento. In questa preghiera, con questa catena di rose che ci unisce alla Santissima Vergine Maria noi siamo certi di essere sotto la sua protezione e di combattere quaggiù la buona battaglia. Ella ci guiderà, siatene certi. La Buona Madre non abbandona i suoi figli, ma siate generosi, molto generosi in queste preghiere.
Noi non ci aspettiamo dei buoni frutti per la Chiesa ottenuti con dei semplici accomodamenti umani, noi speriamo di ottenerli con i mezzi soprannaturali e proprio la preghiera è il mezzo più potente che possediamo.
Vi invito dunque a recitare il Rosario, a recitarlo bene, non è importante la quantità, ma la qualità: il modo di pregare. Perché la Santissima Vergine ha consegnato il Rosario a San Domenico? Qual era il suo scopo? Era quello di unire i fedeli a Dio nella contemplazione, tramite la meditazione dei diversi avvenimenti della vita di Nostro Signore e della Santissima Vergine Maria. Questo è lo scopo del Rosario. Non si tratta solo di recitare quindici dozzine o molti rosari, questa è solo la melodia, la musica di fondo che ci aiuta nella meditazione dei misteri che ci uniscono a Nostro Signore Gesù Cristo e alla Santissima Vergine Maria. Dunque preghiamo bene! Il Rosario ben meditato – possiamo starne certi – è un mezzo potentissimo.
Suor Lucia di Fatima ha osato dire che la Santissima Vergine Maria ha dato un’efficacia speciale a questa preghiera, così che il Rosario diventasse la soluzione per tutti i problemi, per tutte le difficoltà.

Proseguendo questa cerimonia, miei carissimi Fratelli, rimettiamoci sotto la protezione della Santissima Vergine Maria, sotto la protezione dello Spirito Santo, chiedendogli di infiammare questo mondo, di depositare il fuoco della carità sempre più nel cuore di questi nuovi sacerdoti e diaconi. Che essi comunichino a loro volta questo fuoco al mondo, il fuoco invincibile della carità, l’amore di Dio e del prossimo per amore di Dio.

Così sia.

giovedì 23 giugno 2011

Motu proprio di San Pio X Praestantia Scripturae Sacrae... Contro i modernisti che oggi imperano nella Chiesa Cattolica...

 
Nel quale si ribadisce la condanna del modernismo, 
si menzionano le pene e si commina la scomunica per i trasgressori


Encomiata l'eccellenza delle Sacre Scritture e raccomandatone lo studio, il Nostro Predecessore Leone XIII, di immortale memoria, nell'Enciclica "Providentissimus Deus", pubblicata il 18 Novembre 1893, dettò leggi per il retto ordinamento degli Studi Biblici; e dopo di aver rivendicati i Libri Sacri dagli errori e dalle calunnie dei Razionalisti, li difese altresì dai placiti di una falsa scienza, che si decanta come critica sublimiore: i quali placiti, evidentemente, altro non sono, secondo le sapienti parole del Pontefice, che "commenta Rationalismi e philologia et finitimis disciplinis detorta". 
Per ovviare poi al crescente pericolo della diffusione di idee inconsiderate ed erronee, lo stesso Nostro Predecessore colle Lettere Apostoliche "Vigilantiae studiique memores", del 30 Ottobre 1902, istituiva la Pontificia Commissione Biblica, composta di alcuni Cardinali cospicui per dottrina e per senno; alla quale Commissione venivano aggiunti come Consultori vari Ecclesiastici, scelti fra i dotti in materia teologica e biblica, e diversi per nazionalità, nonché per preferenze di metodi e di pareri nel campo degli studi esegetici. 
Nel far ciò, il Pontefice mirava ad un vantaggio, altamente utile agli studi e particolarmente consentaneo all'indole dei tempi, vale a dire a far sì che in seno alla Commissione fossero presentate, ponderate e discusse sentenze di ogni sorta; e che, prima di addivenire ad una ferma decisione, i Cardinali, secondo le norme prescritte nelle citate Lettere Apostoliche, dovessero prendere in accurato esame gli argomenti favorevoli e contrari alle varie questioni, e niente omettessero di quanto potesse giovare alla perfetta conoscenza del vero stato dei problemi biblici portati in di scussione. Soltanto dopo siffatto procedimento, dovessero le prese decisioni sottoporsi al Sommo Pontefice per la relativa approvazione, ed essere poi pubblicate. Premessi lunghi esami e deliberazioni profondamente mature, la Pontificia Commissione Biblica ha felicemente emanate alcune decisioni oltremodo utili per il vero incremento e per sicura regola degli studi biblici. 
Pur tuttavia Noi vediamo che alcuni, troppo proclivi ad opinioni e metodi infetti di malsane novità, e troppo teneri per una malintesa libertà, che è vera ed intemperante licenza, pericolosissima in materia dottrinale e feconda di mali assai gravi contro la purezza della fede, non hanno fatto, né fanno alle menzionate decisioni, malgrado l'approvazione ad esse data dal Pontefice, quella ossequiente accoglienza che si dovrebbe. 


Per la qual cosa troviamo necessario di dichiarare e di decretare, 
come con questo Nostro atto dichiariamo ed espressamente decretiamo, 
che tutti sono tenuti in coscienza a sottomettersi alle decisioni passate e future 
della Pontificia Commissione Biblica, 
non altrimenti che ai Decreti dottrinali delle Sacre Congregazioni approvati dal Pontefice; 
e che coloro, i quali verbalmente od in iscritto contraddicono a tali decisioni, 
non vanno esenti dalla nota di disobbedienza e di temerità, 
né, per conseguenza, sono immuni da colpa grave: 
ciò indipendentemente dallo scandalo che arrecano, 
e dalle responsabilità che possano incorrere a Dio 
per altre temerità ed errori che sogliono accompagnare simili opposizioni. 

Inoltre, nell'intento di reprimere la crescente audacia di non pochi modernisti, i quali con ogni sorta di sofismi e di male arti si studiano di togliere forza ed efficacia non solo al decreto "Lamentabili sane exitu", emanato per Nostro ordine dalla S. Congregazione del Sant'Uffizio il 3 Luglio 1907, ma anche alla Nostra Enciclica "Pascendi Dominici gregis" del dì 8 settembre di questo stesso anno, 


Noi rinnoviamo e confermiamo, 
in virtù della Nostra Apostolica autorità, 
tanto quel Decreto della Sacra Suprema Congregazione, 
quanto l'anzidetta Enciclica, 
aggiungendo la pena della scomunica 
a danno di coloro che contraddicano a questi documenti, 
e decretoriamente dichiarando che chiunque ardirà sostenere, 
il che Dio non permetta, 
alcuna delle proposizioni, opinioni e dottrine riprovate 
nell'uno o nell'altro dei documenti suddetti, 
sarà soggetto ipso facto alla censura del Capo Docentes della 
Costituzione "Apostolicae Sedis", 
che è la prima delle scomuniche latae sententiae riservate simpliciter al Romano Pontefice. 
Questa scomunica poi è indipendente dalle pene, nelle quali quanti mancheranno in ordine ai surriferiti documenti possono incorrere come propagatori e difensori di eresie, allorquando le proposizioni, opinioni o dottrine da essi propugnate siano eretiche; il che agli avversari dei due citati documenti accade in non pochi casi, e principalmente allorché difendono gli errori del Modernismo, sintesi di tutte le eresie. 
Presi questi provvedimenti, Noi torniamo a raccomandare caldamente agli Ordinari diocesani ed ai Superiori degli Istituti Religiosi di vegliare con ogni diligenza sugli insegnanti, specialmente dei Seminari; e quando li vedano infetti di errori modernisti e di malsane novità, ovvero meno sottomessi alle prescrizioni della Santa Sede, in qualsiasi modo pubblicate, li allontanino affatto dall'insegnamento. Per egual modo, escludano dalle sacre Ordinazioni quei giovani, i quali lascino il più piccolo dubbio di correr dietro a dottrine condannate o a dannose novità. Nell'istesso tempo li esortiamo ad invigilare sempre e con ogni premura i libri e le altre pubblicazioni, già troppo numerose, che presentino idee e tendenze simili a quelle condannate nell'Enciclica e nel Decreto; libri e pubblicazioni di tal fatta eliminino dalle librerie cattoliche e molto più dalle mani della gioventù studiosa e del Clero. 
Adempiendo con zelo questo ufficio, essi promoveranno altresì la vera e solida cultura intellettuale, che deve essere precipuo oggetto della Pastorale sollecitudine. 
In forza dell'autorità Nostra, Noi vogliamo e comandiamo che tutte queste disposizioni restino fisse ed abbiano efficacia, non ostante qualunque cosa in contrario.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 18 Novembre 1907, anno V del Nostro Pontificato.
“L’Anticristo cercherà di abolire e abolirà realmente il Santo Sacrificio dell’Altare, in punizione dei peccati degli uomini” (Sant’ Alfonso M. de Liguori)

Novus Ordo Missae, innovazione liturgica di Consacrati di fatto scomunicati...
http://www.traditioninaction.org/RevolutionPhotos/Images%20(101-200)/199-ClownMass.jpg

Celebrazione blasfema e anticattolica Neocatecumenale, setta recentemente approvata dalla Chiesa Modernista...



Già è in azione il mistero dell’iniquità; solamente vi è colui che lo trattiene ora e lo tratterrà fino a che sia tolto di mezzo. Allora l’iniquo si manifesterà.” (II Tess., 2, 7-8).
Che sia questa riforma la causa di questa apostasia? 
Che sia il sacrificio della Messa l’ostacolo che tratteneva l’avversario?

«Cari figli e care figlie, Noi vogliamo una volta ancora invitarvi a riflettere su questa novità che costituisce il nuovo rito della messa, che sarà utilizzato nella celebrazione del santo sacrificio, a partire da domenica prossima 30 novembre, prima domenica di Avvento. Nuovo rito della messa! È un cambiamento che tocca una venerabile tradizione multisecolare (…). Questo cambiamento porta sullo svolgimento delle cerimonie della messa. Constateremo forse un certo rimpianto, che all’altare, le parole e i gesti non sono piú identici a quelli a cui eravamo talmente abituati che quasi non ci facevamo piú attenzione… Ci dobbiamo preparare a questi molteplici incomodi; sono inerenti a tutte le novità che cambiano le nostre abitudini…
«I sacerdoti che celebrano in latino, in privato (…) possono, fino al 28 novembre 1971, utilizzare sia il Messale Romano, sia il nuovo rito. Se prendono il Messale Romano, possono (…). Se usano il nuovo rito, devono seguire il testo ufficiale…» (PAOLO VI, Allocuzioneall’udienza generale del 26 novembre 1969)

Nuova lettera 
del Rev. Padre Luois Demornex, 

Parroco di Fontanaradina, Corigliano e Aulpi di Sessa Aurunca (CE)



Con questa nuova lettera, il Rev. Padre Louis Demornex, Parroco di Fontanaradina, Corigliano e Aulpi di Sessa Aurunca (CE), lancia un appello a tutti i sacerdoti cattolici, perché si decidano ad assumersi autonomamente la responsabilità di ritornare a celebrare la Santa Messa di sempre, avvalendosi dell'indulto perpetuo concesso da San Pio V con la Bolla Quo primum tempore:
Anzi, in virtú dell'Autorità Apostolica, Noi concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l'Indulto perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente: cosí che Prelati, Amministratori, Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta, né, d'altra parte, possano venir costretti e spinti da alcuno a cambiare questo Messale.
Il Rev. Padre si richiama al valore fondamentale che il santo Sacrificio della Messa ha per la stessa Chiesa:
Mio Dio! Se tutti i sacerdoti fossero rimasti al tabernacolo, luci della Luce, il mondo sarebbe illuminato e non sarebbe in questo stato!
Ora, sappiamo che la Chiesa è generata continuamente dal Calvario: abolito il Calvario, la Chiesa muore; i Riformati insegnano! Ripristinato il Calvario, la Chiesa rivivrà. 
E questo sarà opera strettamente dei sacerdoti sacrificatori e vittime. Dio cerca tali sacerdoti, innamorati della Chiesa e delle anime, poiché, “salus animarum suprema lex”.
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martedì 21 giugno 2011

"Ora, i colloqui sono almeno serviti a dimostrare la profondità del disaccordo dottrinale tra la Fraternità e la Roma neomodernista".




Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  18 giugno 2011

Dopo i colloqui


Visto che i colloqui dottrinali fra Roma e la Fraternità San Pio X, che si sono svolti dall'autunno del 2009 alla primavera di quest'anno, appartengono ormai al passato, ecco che sorge naturalmente la questione delle future relazioni tra i due. Tra i cattolici di entrambe le parti vi è il desiderio di proseguire i contatti, ma poiché questi pii desideri di unione possono facilmente generare delle illusioni, è necessario rimanere aggrappati alla realtà, se non si vuole scadere nelle fantasie anti-Dio dell'intero mondo moderno.  
 
Originariamente, i colloqui non furono voluti dalla Fraternità, ma da Roma, che sperava di dissolvere la nota resistenza della Fraternità al neomodernismo del Vaticano II. Il grande ostacolo era la dottrina, perché la Fraternità è ben protetta all'interno della fortezza della secolare e immutabile dottrina della Chiesa. Bisognava farla venir fuori da quella fortezza. Ora, per i neomodernisti, come per i comunisti, ogni contatto o dialogo con un avversario che si trova in una posizione protetta - e vi rimane - è meglio che niente, poiché col discutere l'avversario può solo perderci e loro possono solo guadagnarci. È così che Roma ha accettato i colloqui dottrinali.  
 
Sfortunatamente per Roma, i quattro rappresentanti della Fraternità possiedono un credo chiaro e tengono duro. Come è stato riferito, uno dei quattro teologi romani che ha partecipato ai colloqui avrebbe detto: “Noi non li comprendiamo e loro non ci capiscono”. Ovviamente. Si trattava di colloqui in fondo inutili, a meno che i romani abbandonassero il loro neomodernismo o che la Fraternità tradisse la Verità. Ma Roma non può permettere che il suo tradimento della Verità venga messo in luce dalla insignificante Fraternità, quindi è verosimile che non vi rinunci. È per questo che si è già sentito dire che un portavoce dell'Ecclesia Dei avrebbe detto che Roma offrirà molto presto alla Fraternità un “Ordinariato Apostolico”. È ovvio che una tale notizia potrebbe essere un mero espediente per sondare le reazioni, ma essa suggerisce anche una tentazione allettante. A differenza di una Prelatura Personale, un Ordinariato Apostolico è indipendente dai vescovi del luogo e non è confinato in una sola diocesi come nel caso di una Amministrazione Apostolica, per esempio quella di Campos in Brasile. Cosa potrebbe chiedere di meglio la Fraternità?  
 
Essa chiede che Roma torni alla Verità, perché sa, al pari dei neomodernisti e dei comunisti, che ogni cooperazione pratica che aggirasse il disaccordo dottrinale finirebbe, per tutta una serie di ragioni umane, col condurre i cattolici ad assorbire la falsa dottrina dei nemici della Fede, in altri termini a tradire la Verità. È questo il motivo per cui il Superiore Generale della Fraternità ha respinto pubblicamente più di una volta qualsiasi accordo canonico con Roma che non fosse preceduto da un accordo dottrinale. Ora, i colloqui sono almeno serviti a dimostrare la profondità del disaccordo dottrinale tra la Fraternità e la Roma neomodernista. Per questo i cattolici dovrebbero prepararsi al rifiuto che la Fraternità potrebbe opporre ad una offerta di Ordinariato Apostolico, per quanto ben intenzionate possano essere le autorità romane.  
 
Ma perché la dottrina è così importante? Perché la fede cattolica è  una dottrina. Ma perché la Fede è così importante? Perché senza di essa non si può piacere a Dio (Eb. XI, 6). Ma perché questa fede dev'essere quella cattolica e non una qualsiasi altra fede in Dio? Perché Dio stesso ha subito l'orrore della Croce per rivelare l'unica vera Fede. Le altre “fedi” contraddicono, più o meno, questa vera Fede e sono dunque più o meno bugiarde.  
 

Quattro futuri numeri di “Commenti Eleison” mostreranno, con tutto il dovuto rispetto, come su questo argomento il pensiero del Papa attuale sia disorientato, per quanto ben intenzionato egli possa essere.
                                                
Kyrie eleison

Londra, Inghilterra

Di don Luigi Villa: “ERESIE” nella dottrina neocatecumenale...

 
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 ERESIA
«Dottrina o puno di dottrina che si oppone a una o più verità della Fede cattolica. Sarebbe eretico, ad esempio, chi negasse l'assunzione di Maria, l’infallibilità papale in materia di fede e costumi, la Reale Presenza di Gesù nell’Eucarestia, ecc. È eretico, insomma - come definisce il Codice di Diritto Canonico, c. 1325 - “Il battezzato, il quale, ritenendo il nome di cristiano, nega pertinacemente qualcuna delle verità che si devono credere con fede divina e cattolica (rivelate, cioè, e definite dalla Chiesa) o di esse dubita”. L’eresia è una colpa gravissima (colpita da scomunica), che allontana il fedele dalla verità e dall’unità della Chiesa, e tende a spezzare, dall’interno, la società cristiana. La Chiesa ha dovuto sempre lottare tenacemente per conservare intero e integro il patrimonio di Fede datole dal suo divin Fondatore». (dal: Piccolo Dizionario della Dottrina Cattolica - Casa Editrice Carlo Colombo - Roma)

I Pontefici post Conciliari che hanno appoggiato la setta eretica neocatecumenale... 

domenica 19 giugno 2011

Disse San Pio da Pietralcina: "tutti i sacerdoti che sostengono la possibilità di un dialogo coi negatori di Dio e coi poteri luciferi del mondo, sono ammattiti, hanno perduto la fede, non credono più nel Vangelo!"... La falsa pace di questo mondo...

Dal Vangelo secondo Giovanni:
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.

“Causa l’ingiustizia dilagante e l’abuso di potere, siamo giunti al compromesso col materialismo ateo, negatore dei diritti di Dio. Questo è il castigo preannunciato a Fatima […] tutti i sacerdoti che sostengono la possibilità di un dialogo coi negatori di Dio e coi poteri luciferi del mondo, sono ammattiti, hanno perduto la fede, non credono più nel Vangelo! Così facendo tradiscono la parola di Dio, perché Cristo venne a portare sulla terra perpetua alleanza solamente agli uomini di cuore, ma non si alleò cogli uomini assetati di potere e di dominio sui fratelli […] il gregge è disperso quando i pastori si alleano con i nemici della Verità di Cristo. Tutte le forme di potere fatte sorde al volere dell’autorità di Dio sono lupi rapaci che rinnovano la Passione di Cristo e fanno versare Lacrime alla Madonna”. (San Padre Pio)
 

     “Alla fine, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre consacrerà la Russia a Me, ed essa sarà convertita, e verrà garantito al mondo un periodo di pace”. Questo ha promesso la Madonna a Fatima.
Possiamo noi vedere oggi questa pace promessa dalla Madonna? Assolutamente no. E perche' no? Perche la Gerarchia della Chiesa non si decide a compiere la consacrazione della Russia come ha chiesto la Madonna a Fatima.
Quasi ogni Domenica il Santo Padre, durante l'Angelus, si rivolge ai governanti delle nazioni o alle Nazioni Unite, invocando da loro un dialogo fraterno che metta da parte le divergenze per iniziare un nuovo periodo di pace in questo mondo martoriato, ma ci sta' da chiederci ma chi sono questi personaggi a cui il Papa rivolge la Sua attenzione? Sono le stesse persone che uccidono altre persone, sono persone che quasi tutte fanno parte di logge massoniche che hanno in mente di propinarci con la violenza il "Nuovo Ordine Mondiale", sono persone che non credono i Gesu' Cristo anzi si comportano come Suoi nemici, quindi è evidente che questi richiami del Pontefice non servono a nulla. E perche' non servono a nulla? Perche' la pace non viene dall'uomo ma da Dio e se ci si rivolge ai poteri luciferi di questo mondo per ottenerla si incorre in un sicuro fallimento, come noi vediamo oggi.
Ben disse San Padre Pio di questi personaggi che intrattengono inutili dialoghi con i nemici di cristo:
"tutti i sacerdoti che sostengono la possibilità di un dialogo coi negatori di Dio e coi poteri luciferi del mondo, sono ammattiti, hanno perduto la fede, non credono più nel Vangelo!"
E' evidente che le richiesta della Madonna a Fatima, che ci otterrebbero la pace non sono state accolte ma anzi combattute.
E quale sarebbe il motivo per qui la Gerarchia della Chiesa post conciliare non compia cio' che la Madonna ha chiesto a Fatima?
       In conclusione, per coloro che promuovono incessantemente questo nuovo orientamento della Chiesa, il Messaggio di Fatima non può che rappresentare un altro bastione da demolire. Ecco perché, come ci rivelò Papa Pio XII nelle sue affermazioni profetiche, i messaggi della Vergine a Suor Lucia riguardavano “i pericoli che minacciano la Chiesa”. Anche se non è rivelato in quelle parti del Messaggio di Fatima che ci è stato concesso di vedere, Pio XII parlò di un “avvertimento divino” a Fatima, nei confronti degli “innovatori che mi circondano”, i quali avrebbero portato grave danno alla Chiesa tramite “il cambiamento della Fede, nella Sua liturgia, la Sua teologia e la Sua anima”.
       Vediamo quindi, chiaramente esposto, il movente dietro al delitto che esaminiamo in questo libro, "La battaglia finale del Diavolo". Esiste un contrasto assoluto tra la “nuova” Chiesa creata dal Vaticano II e la Chiesa di tutti i tempi, rappresentata dal Messaggio di Fatima. Il Messaggio di Fatima è un vero e proprio posto di blocco mandato dal Cielo per fermare coloro i quali intendono abbattere i bastioni della vecchia Chiesa, affinché ne possano creare una nuova, più “illuminata”, sulle sue rovine.
       Queste due visioni della Chiesa, così diverse tra loro, — l'idea di una “Chiesa nuova” e quella di una Chiesa di tutti i tempi come quella vista a Fatima — non possono coesistere. Una deve piegarsi all'altra. Gli uomini che sono il motivo di questo libro hanno già fatto (chi implicitamente, chi esplicitamente) la loro scelta riguardo a quale di queste due visioni, secondo loro, debba governare. Essi hanno scelto quella nuova — il nuovo orientamento della Chiesa cominciato a Metz ed al Vaticano II. In quella scelta risiede il loro motivo, e solo avendolo bene in mente possiamo veramente capire le loro azioni, altrimenti inspiegabili, compiute contro il Messaggio di Fatima.
Il Viaggio del Papa attuale in Portogallo, 11-14 MAGGIO 2010, ha confermato che non ci sta' nessuna intenzione di compiere cio' che la madonna ha richiesto.
Si puo' dire con certezza che le sorti dell'umanita sono legate alle scelte della Gerarchia della Chiesa rispetto al Messaggio di fatima, ma queste persone che oggi governano la Chiesa hanno una reposnabilita' del fatto che cio' che la Madonna ha richiesto  non venga adempiuto? Se si ha la pazienza di leggere il capitolo 16 del libro, "La battaglia finale del Diavolo", forse si potra' rispondere a questa domanda: