Per la maggior Gloria di Nostro Signore cerchiamo persone disponibili ad eventuali Traduzioni da altre lingue verso l'Italiano. per chi si rendesse disponibile puo' scrivere all'indirizzo Mail: cruccasgianluca@gmail.com
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mercoledì 31 agosto 2011

Preparativi del Vaticano con gli eretici e scismatici luterani per commemorare la riforma di quel diavolaccio di Lutero...Che dire, forse solo "ANATEMA" a questa gente priva di fede...

Dal libro del profeta Geremia 26, 1-15
Geremia è in pericolo di morte perché ha profetizzato la rovina del tempio
All'inizio del regno di Ioiakim figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta a Geremia questa parola da parte del Signore.
Disse il Signore: «Va' nell'atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho comandato di annunziare loro; non tralasciare neppure una parola. Forse ti ascolteranno e ognuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso disdirò tutto il male che pensavo di fare loro a causa della malvagità delle loro azioni.
Tu dirai dunque loro: Dice il Signore: Se non mi ascolterete, se non camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi e se non ascolterete le parole dei profeti miei servi che ho inviato a voi con costante premura, ma che voi non avete ascoltato, io ridurrò questo tempio come quello di Silo e farò di questa città un esempio di maledizione per tutti i popoli della terra».
I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremia che diceva queste parole nel tempio del Signore. Ora, quando Geremia finì di riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti e i profeti lo arrestarono dicendo: «Devi morire! Perché hai predetto nel nome del Signore: Questo tempio diventerà come Silo e questa città sarà devastata, disabitata?».
Tutto il popolo si radunò contro Geremia nel tempio del Signore. I capi di Giuda vennero a sapere queste cose e salirono dalla reggia nel tempio del Signore e sedettero all'ingresso della Porta Nuova del tempio del Signore. Allora i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo: «Una sentenza di morte merita quest'uomo, perché ha profetizzato contro questa città come avete udito con i vostri orecchi!».
Ma Geremia rispose a tutti i capi e a tutto il popolo: «Il Signore mi ha mandato a profetizzare contro questo tempio e contro questa città le cose che avete ascoltate. Or dunque migliorate la vostra condotta e le vostre azioni e ascoltate la voce del Signore vostro Dio e il Signore ritratterà il male che ha annunziato contro di voi. Quanto a me, eccomi in mano vostra, fate di me come vi sembra bene e giusto; ma sappiate bene che, se voi mi ucciderete, attirerete sangue innocente su di voi, su questa città e sui suoi abitanti, perché il Signore mi ha veramente inviato a voi per esporre ai vostri orecchi tutte queste cose».

 

Ecumenismo: conciliari e luterani commemorano i 500 anni della Riforma. Benedetto benedicente

Il vescovo di Essen e il pastore luterano

Un documento comune che rilancia il dialogo tra le chiese, annunciata dal cardinale Koch presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani

di Alessandro Speciale
Città del Vaticano
Un documento comune sulla fede cristiana che li unisce, al dì la delle divisioni degli ultimi secoli: lo stanno preparando la Chiesa cattolica (conciliare, n.d.r.) e la Federazione luterana mondiale in vista del 500.esimo anniversario delle 95 tesi di Martin Lutero nel 2017.
Ad anticipare l’iniziativa era stato papa Benedetto XVI lo scorso dicembre, durante l’udienza al presidente dei luterani mondiali, il vescovo Munib A. Younan. In questi giorni, il cardinale svizzero Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unita’ dei Cristiani, ha anticipato alcuni dettagli del documento in una intervista all’agenzia cattolica tedesca Kna.
La dichiarazione comune, preparata dalla Commissione internazionale luterano-cattolica sull’unità, dovrebbe leggere l’evento della Riforma alla luce dei 2000 anni di storia cristiana, di cui 1500 prima della divisione tra cattolici e protestanti. Per il porporato, la divisione della Chiesa non era l’obiettivo dell’azione di Lutero. (!!!!????n.d.r.)
Secondo il cardinale Koch, la commemorazione comune della Riforma potrebbe essere l’occasione di arrivare ad una comune ammissione di colpa da parte delle due parti, sulla scia della richiesta di perdono fatta da papa Giovanni Paolo II nel 2000 per il ruolo cattolico nelle ”divisioni della Chiesa”.
”Senza una consapevolezza comune – ha detto il card. Koch -, senza una purificazione comune della memoria e senza una ammissione di colpa da entrambe le parti, secondo me non ci puo’ essere una sincera commemorazione della Riforma”.
Il porporato ha anche sottolineato che è stato proprio papa Ratzinger, che da tedesco è cresciuto in un Paese la cui popolazione è divisa pressochè equamente tra cattolici e protestanti, a chiedere che il dialogo ecumenico avesse un ruolo più centrale nella sua visita in Germania del prossimo settembre.

 
Durante l’udienza al vescovo Younan dello scorso 16 dicembre, papa Ratzinger aveva anticipato che il documento per il 500.esimo anniversario delle 95 tesi avrebbe documentato “ciò che i luterani e i cattolici sono capaci di dire insieme a questo punto, guardando alla nostra maggiore vicinanza dopo quasi cinque secoli di separazione”.
Nell’anniversario del 1517, aveva aggiunto, “i cattolici e i luterani sono chiamati a riflettere nuovamente su dove il nostro cammino verso l’unita’ ci ha portato e per invocare la guida di Dio e il suo aiuto per il futuro”. Fonte: Vatican Insider, 26/8/2011

martedì 30 agosto 2011

Un Papa tra serpenti e croci rovesciate...

 
...E come è possibile che nonostante tutto questi due “profeti” abbiano potuto, fino a ieri, entrare più o meno liberamente nelle Stanze Vaticane, come se fossero i più grandi benefattori della Chiesa Cattolica e dell’umanità, considerando il fatto che da dieci anni sono ormai note le loro dottrine sia ai “grandi”, che sono stati preposti a pascere il gregge, sia ai “piccoli” che ne hanno fatto le spese? Note sono anche le loro “opere”, dal momento che (si sa) le Sacre Congregazioni sono piene di testimonianze arrivate da ogni parte! E soprattutto, come può essere possibile che riescano a controllare tutte le case editrici, visto che è diventato impossibile trovare un solo testo anche lontanamente critico nei loro confronti?!

O peggio ancora: come si spiega che, in quarant’anni di operato a livello mondiale, con manifestazioni popolari di massa, ed iniziative ecclesiali di enorme portata, tutta questa azione sia potuta passare nel quasi assoluto silenzio da parte dei mezzi di comunicazione (come televisioni, radio, giornali), e che abbia fatto lo stesso rumore del passaggio di una mosca?! Si potrebbe forse spiegare con l’utilizzo delle spaventose quantità di denaro raccolte ininterrottamente dalle oltre 18.000 comunità sparse nel mondo, e magari anche altro, con cui possono comprare il silenzio di chiunque… E come è possibile che sia stato permesso in seno alla Chiesa cattolica, di fondare i Seminari “Redemptoris Mater”, che solo apparentemente appartengono alla giurisdizione delle varie Diocesi dove sono impiantati, sotto la giuda dei Vescovi, ma di fatto fanno capo ai vari super-catechisti, che a loro volta sono comandati dalla triade Karmen, Kiko e Padre Mario? Infatti lo stesso Kiko conferma questa tesi dicendo non molto tempo fa, come da documenti allegati:“Cioè abbiamo bisogno di presbiteri, DI UN NUOVO CLERO, SOLAMENTE UN NUOVO CLERO SALVERA‟ LA CHIESA.” - …Le abbiamo contate dopo…1.500 famiglie! Che lasciano tutto e partono…. Già il Papa ha inviato quest‟anno 200 famiglie in Cina, Shangai, Australia… cioè noi stiamo vivendo in un evento impressionante, perché queste famiglie che vanno al mondo hanno bisogno di presbiteri , per questo penso che mi spenderò anche se sono stanchissimo, mezzo morto, però anche spendersi perché sia possibile che il Signore susciti vocazioni, susciti presbiteri per portare avanti nuove comunità…”. In definitiva per fare cosa? Kiko stesso lo spiega nello stesso documento e dice: “Cominceremo una specie di parrocchia personale, con degli appartamenti, con tutto un progetto di missione ad gentes” ( Perugia, 26 Settembre 2006, incontro con le Comunità NC Umbre). Nell’Annuncio di Quaresima 2006, fatto in Spagna, Kiko dice apertamente: che il tutto è gia stato progettato e organizzato, difatti dice: “ Il Sacerdote con il suo socio a metà di un grattacielo enorme, li messo, in un appartamento con due sorelle maggiori che li serviranno, abbatteremo i tramezzi, metteremo la moquette e pittureremo… in questa zona, ogni famiglia pagana – formata da non battezzati – visiterà le case, l‟inviteremo a prendere un aperitivo, ad ascoltare la sacra Scrittura, sono Cristiani e se gli interessa conoscere la religione di certo non andranno in Chiesa, è gente che mai ci andrà, ma sei tu che vai da loro. E quando ci saranno diversi nuclei, ci sarà una catechesi nell‟appartamento del Sacerdote e si costituisce una seconda comunità di pagani. Ma sempre ci sarà una prima Comunità “luce delle genti”, persone che hanno terminato il Cammino con i giovani, fantastici, che portano con loro anche i propri compagni di Università, capite? E‟ necessario dare, presentare una nuova forma di parrocchia “una nuova presenza di Chiesa”. In realtà basterebbe sentire come predicano questi Presbiteri e come stanno sovvertendo le varie Parrocchie dove operano, per capire chi e cosa sono…

Prima parte del video...



Seconda parte del video...


Nel video si nota la frase che Giovanni Paolo II sarebbe un papa abusivo, ebbene noi non siamo daccordo con questa tesi sedevacantista...

Ecco il "nuovo" Clero auspicato dall'eretico Kiko arguello....

domenica 28 agosto 2011

Ogni rigetto della FSSPX riguarderà solo gli orribili errori! Viva la vera Roma! Viva i Romani simpatici! Ma a morte i loro errori!...

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  27 agosto 2011

“I regali dei Greci” - II


Ma, Eccellenza, com'è possibile che Lei nei "Commenti Eleison" della settimana scorsa (214) possa mettere in dubbio la sincerità e la buona volontà degli ufficiali romani che stanno solo cercando di porre fine all'allontanamento della Fraternità San Pio X dal corpo della Chiesa? Lei li paragona ai Greci che hanno deliberatamente ingannato i Troiani col cavallo di Troia. Invece tutto quello che essi vogliono è il superamento della lunga e dolorosa divisione tra i cattolici della Tradizione e le Autorità della Chiesa!

Risposta: non c'è affatto bisogno di mettere in dubbio la sincerità e la buona volontà dei Romani. Infatti è questo il problema!  Dopo quasi 500 anni di protestantesimo e di liberalismo il nostro tempo è così confuso e perverso che il mondo è pieno di persone che fanno del male pur essendo convinte di fare del bene. E più queste persone sono convinte che stanno facendo del bene, più possono essere pericolose, perché con tutta la forza della sincerità e delle buone intenzioni soggettive si muovono verso l'errore oggettivo e spingono gli altri a muoversi con loro. Quanto più sinceramente i Romani odierni sono convinti della giustezza della neo-Chiesa, tanto più efficacemente distruggeranno la vera Chiesa.  
 
Ma, Eccellenza, Dio giudica solo le loro intenzioni!
 

Quando si tratta di difendere la Fede le intenzioni soggettive sono proporzionalmente poco importanti. Se l'intento dei Romani di richiamare la FSSPX nel corpo della Chiesa è buono, io posso apprezzarli personalmente, ma odierò ugualmente i loro errori. Se invece l'intento non è buono perché sanno che stanno cercando di distruggere la vera Fede, allora non li apprezzerò e proverò lo stesso odio per i loro errori. Il loro essere amabili o no, il loro essere amati o no da me, è cosa di poca o nessuna importanza rispetto a questi errori con i quali essi stanno oggettivamente distruggendo la Chiesa.

Quando degli uomini simpatici spacciano degli errori orribili, accade che possa essere fin troppo facile convincersi che o tali errori siano apprezzabili al pari degli uomini, nel qual caso essi ci inducono al liberalismo, o questi uomini siano orribili al pari dei loro errori, nel qual caso gli errori dei papi conciliari ci inducono al sedevacantismo. La realtà è che in tutta la storia dell'umanità non è mai stato così facile come oggi che vi fossero degli uomini amabili ma i cui errori fossero orribili. Tale è il nostro tempo. Questa situazione potrebbe peggiorare solo sotto l'Anticristo, ma intanto i suoi precursori stanno già guidando il mondo alla rovina. 

Per intanto, i Romani che il prossimo 14 settembre dovranno incontrare i capi della FSSPX sono certamente convinti della giustezza della neo-Chiesa come è stata rimodellata dal Vaticano II, il che significa che sono in grave errore, ma è possibile che siano stati scelti per la loro personale simpatia, al fine di aiutare la FSSPX a muoversi verso la Roma ufficiale.
Nessuna sorpresa quindi, cari lettori, se si farà in modo che sembri che la FSSPX disdegni le nobili offerte e le buone intenzioni di Roma, mentre in realtà non è di questo che si tratterà. Ogni rigetto della FSSPX riguarderà solo gli orribili errori! Viva la vera Roma! Viva i Romani simpatici! Ma a morte i loro errori!  

Eccellenza, qual è il loro errore essenziale?

Mettere l'uomo al posto di Dio. Essi stanno scivolando nell'apostasia e stanno trascinando con loro innumerevoli anime. 

Kyrie eleison.


Londra, Inghilterra

Monsignor Marcel lefebvre, quaranta anni a servizio della vera Chiesa Apostolica Romana...

http://www.therecord.com.au/site/images/stories/lefebvre.gif

venerdì 26 agosto 2011

Dove porta il cammino del compromesso?. Noi rispondiamo: all'eresia di fatto...

di Arai Daniele. Fonte: Agerecontra...


 Kiko arguello, eretico inpenitente fondatore della setta Neocatecumenale appoggiato dalla gerarchia Modernista della nuova Chiesa Conciliare...

Caro amico, Se vai a:www.promariana.wordpress.com troverai ampia documentazione fotografica di un grande «evento». Anche la posizione di un «gran tradizionalista», Rifan è li. Segue un sunto in italiano, che potrai distribuire al meglio. (Da PROROMAMARIANA.wordpress.com,  24 Agosto 2011)
QUO VADIS? Dove porta il «CAMMINO» del compromesso ecumenistico?
Mons. Rifan, leader tra i «Padri di Campos» sotto Mons. Castro-Mayer, divenuto poi «vescovo conciliare» con prelatura tradizionalista speciale sotto Benedetto 16, è ora uno degli entusiasti, tra molti cardinali e vescovi, che a Madrid  in occasione della GMG applaudono Kiko il grande.
Ieri questo prete era tra gli scomunicati a causa delle consacrazioni di Ecône. E P. Rifan negli anni Ottanta insisté perché arrivasse a Suor Lucia di Fatima il suo grido di cattolico gravemente offeso da quanto succedeva contro la Chiesa:
Domande a Suor Lucia:
1 –  Lei ha detto che rimarrebbe nel mondo per essere Sua testimone.
Ora, di fronte all’apostasia generale, patrocinata dalla gerarchia, il suo silenzio non sarebbe interpretato come approvazione?
2 – Lei conosce il Terzo Segreto. Per questo, non le sembra che hanno ragione quelli che rifiutano le attuali riforme, visto che hanno portato i fedeli a perdere la fede?  
3 – Lei che conosce il 3º Segreto, approva tutto quello che la gerarchia insegna e fa?
Allora la «nuova setta religiosa» di Kiko Arguello era da scomunicare a causa della sua spuria eterodossia dottrinale e liturgica (vedi foto).
Che pronostico clinico avrebbe ora l’applauso smodato di Rifan allo strombettante Arguello?
Ecco una diagnosi laica: che dall’abisso aperto da Giovanni 23 – il buono – sono spuntate le cavallette che hanno punto il clero conciliare con i dolci allucinogeni della nuova pace, sicurezza e promozioni.
Ed ecco il loro miracolo. Ora si ritrovano in molte migliaia per festeggiare la gran vittoria ecumenista, che ha messo le vecchie stranezze tradizionaliste della via stretta nella tomba della storia e beatificato quelli che senza paura hanno aperto ogni abisso religioso alle autostrade del successo e del baccano.
Oggi, i drogati ancora vivi cantano contenti e felici in un mondo all’orlo della scelleratezza, che più macabra non si può!
E poi? Il buio poiché gli allucinogeni ecumenisti hanno corta durata, ma conseguenze disastrose per l’eternità.
Forse per questo Mgr Lefebvre nella sua ultima predica ai seminaristi l’11 febbraio 1991, diceva che la situazione della Chiesa era ancor più grave di quanto si pensasse poiché si tentava d’installarvi un’altra religione i cui principi non erano cattolici.
E dire che qualcuno predica che tutto rientri nella stessa Chiesa, anche due o più religioni, del Cielo e degli abissi, poiché la Chiesa Cattolica, Apostolica e Romana, della comunione dei santi, è una e unica.
Ecco la radice della nuova tesi materialiter-ecumenista: una sola Chiesa capiente di quante religioni possa cantare il gran mercato.
Già si applicano a tale fiera un buon numero di cardinali – elettori e eleggibili, là presenti. Perciò, state tranquilli, essa continuerà ad avere tutti i crismi di una «successione apostolica» canonicissima, anche se il suo proclama, nella sua cruda realtà, sarà diversamente inteso dagli angeli del Cielo: «annuntio vobis caos magnum: habemus rapam!». Che Dio abbia misericordia di noi poveri peccatori!



Algumas imagens de “Missas” do Movimento Neocatecumenal, sempre com aval dos bispos e cardeais e aprovação  papas do Luterano II:

giovedì 25 agosto 2011

Quando Mons. Lefebvre fu minacciato per la prima volta di “scomunica” dalla neo-Chiesa, ricordiamo la sua risposta: «Come posso essere escluso da una Chiesa di cui non ho mai fatto parte?»

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  20 agosto 2011


“I regali dei Greci” - I

Il 14 settembre, fra poche settimane, si dice che si terrà a Roma un incontro tra il Cardinale Levada con degli ufficiali romani e il Superiore Generale della Fraternità San Pio X con i suoi due Assistenti. I cattolici che apprezzano tutto quello che negli ultimi 40 anni è stato fatto da Mons. Lefebvre e dalla sua Fraternità in difesa della Fede, conviene che siano avvisati, perché la Fede è sempre più in pericolo, e “uomo avvisato è mezzo salvato”, specialmente con la preghiera. 
 
Fu il Cardinale Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ad essere incaricato due anni fa di presiedere ai colloqui dottrinali che si sono svolti tra l'autunno del 2009 e l'aprile di quest'anno fra Roma e la FSSPX. Fu Roma ad invitare la FSSPX a questo incontro. Sembra ragionevole prevedere che il 14 settembre saranno i Romani a presentare le loro decisioni sulle future relazioni con la FSSPX, sulla base di quanto emerso da questi colloqui. 
 
Ora, a detta di tutti, i colloqui hanno chiarito che non è possibile un accordo dottrinale tra la FSSPX, che aderisce alla secolare dottrina della Chiesa, e la Roma odierna ferma all'insegnamento conciliare della neo-Chiesa, tanto più che essa continua a perseverare in questo disorientamento come si evince dalla neo-beatficazione di Giovanni Paolo II del maggio scorso e dalla convocazione di Assisi III per il prossimo ottobre. Così, la situazione che è seguita ai colloqui resta esattamente quella esistente due anni fa prima che questi stessi colloqui iniziassero: da un lato, per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime, la FSSPX si sforza di aiutare Roma a ritornare alla vera Fede cattolica, dall'altro, per la gloria dell'uomo moderno e per la soddisfazione dei suoi ignobili mezzi di comunicazione (vedi gennaio e febbraio 2009), la Roma conciliare fa quanto è in suo potere per indurre la FSSPX a lasciarsi dissolvere nel depravante ecumenismo della neo-Fede.  
 
Quindi, cosa possiamo supporre che imporrà Roma il 14 settembre? O il bastone o la carota, oppure, considerata la sua capacità di cogliere l'attuale condizione di spirito esistente dentro la FSSPX, più probabilmente entrambe. Il bastone potrebbe consistere nella minaccia di una completa e definitiva “scomunica” della FSSPX. Ma, possedendo la Fede cattolica, chi mai potrebbe spaventarsi per una minaccia simile? Quando Mons. Lefebvre fu minacciato per la prima volta di “scomunica” dalla neo-Chiesa, ricordiamo la sua risposta: «Come posso essere escluso da una Chiesa di cui non ho mai fatto parte?» 
 
Per altro verso, la carota più intelligente presentata da Roma potrebbe consistere nell'offerta apparentemente irresistibile della “piena comunione con Roma” proprio come la vuole la FSSPX. Solo che tale offerta potrebbe contenere nascostamente una piccola clausola che stabilirebbe che i futuri Superiori e Vescovi della FSSPX dovrebbero essere scelti da una commissione mista tra Roma e la FSSPX, comportante una leggera maggioranza di membri... Romani. Dopo tutto, la FSSPX vuole porsi sotto Roma o no? “Decidetevi!”, si esclamerebbe ragionevolmente, come si dice abbia fatto nel 2001 il card. Ratzinger. 
 
Gli spiriti vigili ricordano il monito del saggio - ma disprezzato - Troiano che non voleva che si portasse a Troia il cavallo dei Greci: “Comunque sia, temo i Greci anche quando portano doni”. Eppure il cavallo di Troia fu portato dentro, e tutti sappiamo che ne è stato di Troia.                                                                                  
Kyrie eleison

Londra, Inghilterra

lunedì 22 agosto 2011

Degna conclusione della GMG della chiesa modernista, nata dopo il pernicioso Concilio Vaticano II...L'eretico Kiko arguello in cerca di adepti "consacrati" per la sua setta diabolica, naturalmente col beneplacito della gerarchia collusa post conciliare...

 Lunedi' 22 Agosto 2011...
Subito dopo la fine dell'inutile giornata mondiale, relativista e modernista dei giovani, sul palco del Pontefice si esibisce un autentico anticristo con la sua ciurma di consacrati venduti alla sua corte per reclutare nuovi adepti traviati per i seminari falsi Neocatecumenali, naturalmente tutto questo avviene  col beneplacito del Papa attuale, regnante della chiesa "Nuova" e modernista partorita nel pessimo Concilio Vaticano II...

 
Kiko Arguello e il Cardinale Rouco: i "Bonny e Clyde" dell'eresia, assieme oggi a Madrid...

domenica 21 agosto 2011

22 AGOSTO, Cuore immacolato della BEATA VERGINE MARIA REGINA, secondo il calendario della vera Messa di sempre, Vetus Ordo Missae...

 
22 AGOSTO
CUORE IMMACOLATO DELLA BEATA VERGINE MARIA REGINA

Dopo aver consacrato il genere umano al Cuore immacolato di Maria l'8 Dicembre 1942, Pio XII nel 1944  ne estese la festa a tutta la Chiesa.

Pero' la devozione al cuore di Maria è assai più antica. Nel secolo XVIII S. Giovanni Eudes la propago' unendola a quella del Sacro Cuore di Gesu'. Durante il secolo XIX, Pio VII prima e pio IX poi, concessero a particolari Chiese una festa del "Cuore purissimo di Maria", fissata inizialmente alla domenica dopo l'Assunzione, poi la festa del Cuore Immacolato di Maria, ed estendendola alla Chiesa universale " la pace delle nazioni, la libertà della Chiesa, la conversione dei peccatori, l'amoredella purezza e la pratica delle virtu'.



Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore
Dai «Sermoni» di san Lorenzo Giustiniani, vescovo
(Sermone 8, nella festa della Purificazione della B.V. Maria: Opera, 2, Venezia 1751, 38-39)
Maria meditava nel suo cuore tutto ciò che assimilava con la lettura, la vista, l'udito, e che crescita grande realizzava nella fede, che acquisto faceva in meriti, di quanta saggezza veniva illuminata e di quale incendio di carità andava sempre più avvampando! Schiudeva verso di sé la porta dei misteri celesti e si colmava di gioia, si arricchiva copiosamente del dono dello Spirito, orientandosi verso Dio, e nel medesimo tempo si conservava nella sua profonda umiltà. L'opera del dono divino ha questo di caratteristico, che eleva dagli abissi al vertice e porta di gloria in gloria.
Beato il cuore della Vergine Maria che, avendo in sé lo Spirito e godendo del suo insegnamento, rimaneva docile alla volontà del Verbo di Dio! Maria non era mossa da un suo sentimento o da proprie voglie, ma seguiva esternamente le vie della fede che la sapienza le suggeriva interiormente. E veramente si addiceva a quella Sapienza divina, che si costruisce a propria abitazione la casa della Chiesa, di servirsi di Maria santissima per inculcare l'osservanza della legge, la norma dell'unità e l'esigenza dell'offerta spirituale.
O anima fedele, imita la Vergine Maria. Entra nel tempio del tuo cuore per essere spiritualmente rinnovata ed ottenere il perdono dei tuoi peccati. Ricordati che Dio ricerca piuttosto l'intenzione, con la quale compiamo le nostre azioni, che l'opera medesima che noi facciamo. Perciò sia che ci rivolgiamo con l'anima a Dio mediante la contemplazione e ci dedichiamo a lui, sia che attendiamo al progresso delle virtù e ci occupiamo assiduamente in opere buone a servizio del prossimo, tutto facciamo in modo da sentirci sempre spinti dalla carità. Ripetiamo, infatti, che l'offerta spirituale che purifica noi e sale gradita a Dio, non é tanto l'opera delle nostre mani in se stessa, quanto il sacrificio spirituale che si immola nel tempio del cuore, ravvivato dalla presenza e dal compiacimento di Cristo Signor nostro.

mercoledì 10 agosto 2011

Santo Padre, è inutile cercare di stabilire un rapporto col mondo usando i pensieri corrotti che gli sono propri. Il mondo lo si conquista con i pensieri e le parole di Nostro Signore! E se per farlo Lei è obbligato a darci un esempio di martirio, voglia credere che si tratta dell'esempio di cui molti di noi potremmo aver bisogno in un futuro non troppo lontano. Umilmente preghiamo per Lei.

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  6 agosto 2011



Fede vittoriosa

A titolo di risposta alla convincente critica di Mons. Tissier de Mallerais sul pensiero del Papa Benedetto XVI, presentata brevemente negli ultimi quattro numeri di questi "Commenti", che possiamo dire (Rom. VI, 1) ?
Consideriamo tre argomenti con i quali dei buoni cattolici potrebbero cercare di difendere il Papa dall'accusa che il suo pensiero non è cattolico. 
 
La prima linea di difesa potrebbe basarsi sull'affermazione generale che attaccare in qualunque modo il Papa significa aiutare i nemici della Chiesa.
Ma, il primo dovere del Papa non consiste nel "confermare i suoi fratelli nella Fede" (Lc. XXII, 32) ?
Se quindi il pensiero di un Papa si allontana seriamente dalla Fede e di conseguenza gli si fa notare, con tutto il dovuto rispetto, dove sta deviando, questo non significa attaccarlo o lavorare per i nemici della Chiesa. Significa invece aiutarlo a vederci chiaro nel compiere il suo dovere e ricordargli che l'unico e solo mezzo che ha per conquistare questi nemici, oggi più forti che mai, è: “la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra Fede” (I Gv. V, 4). 
 
Una seconda obiezione all'argomentare di Mons. Tissier, relativa al momento presente, potrebbe essere che Papa Benedetto è prigioniero in Vaticano, quindi non è libero di difendere la Tradizione cattolica come vorrebbe realmente.
Ora, è vero che i Papi del post-concilio sono stati attorniati da dignitari della Chiesa che erano e sono dei massoni segretamente intenzionati a distruggere la Chiesa, ed è anche possibile che a partire dal Vaticano II i finanzieri abbiano sempre più stretto un cappio finanziario al collo del Vaticano. Ma non ci sarebbe denaro bastante da subentrare alla vera dottrina se solo fosse proclamata, e se la fede di Benedetto XVI non fosse prigioniera degli errori hegeliani potrebbe facilmente vincere i massoni che lo circondano. Una vittoria ottenuta col martirio? Potrebbe volerci una serie di Papi martiri, ma se solo noi li meritassimo, come nella Chiesa antica, il Vaticano potrebbe presto essere nuovamente libero! 
 
Di una terza più diretta obiezione si è accennato nell'ultimo “CE”: Benedetto XVI potrebbe dichiarare di credere non solo nella Fede e nella Ragione che si correggono reciprocamente, ma anche nella Fede tradizionale. Di modo che egli potrebbe dire che crede assolutamente che il corpo crocifisso di Gesù risorse dalla tomba con la sua anima umana la mattina di Pasqua, tale che quando dice all'uomo moderno che il reale significato della Resurrezione non è quello di un corpo materiale che esce dalla tomba, ma quello dell'amore spirituale che vince la morte, non sta facendo altro che rendere accessibile la Resurrezione all'uomo moderno miscredente. 
 
Ma, Santo Padre, è vero o non è vero che il corpo crocifisso è risorto da quella tomba materiale? Se non è vero, smettiamo di crederlo e smettiamo di fingere di crederlo, e Lei rinunci a essere il Papa di questi credenti deliranti. Ma se è vero che è risorto dalla tomba, allora è QUESTO che Lei deve proclamare al povero uomo moderno, e Lei deve - perdoni l'ardire - ricacciargli in gola la sua incredulità.
L'uomo moderno non ha bisogno che gli si racconti il ritornello dell'amorevolezza. Ne ascolta tutti i giorni!  Lui ha bisogno di sentire che solo Nostro Signore veramente risorto è stato in grado sia di fermare i suoi nemici implacabili che vollero neutralizzarlo, sia di trasformare i suoi totalmente sfiduciati apostoli in conquistatori del mondo. 
 
Santo Padre, è inutile cercare di stabilire un rapporto col mondo usando i pensieri corrotti che gli sono propri. Il mondo lo si conquista con i pensieri e le parole di Nostro Signore! E se per farlo Lei è obbligato a darci un esempio di martirio, voglia credere che si tratta dell'esempio di cui molti di noi potremmo aver bisogno in un futuro non troppo lontano.
Umilmente preghiamo per Lei.                                  

Kyrie eleison

Londra, Inghilterra

sabato 6 agosto 2011

Il Vaticano legittima questo falso culto? E' oramai chiaro che questa Gerarchia ha completamente deragliato dalla retta via tracciata da Dio...

...Pertanto, approvando in modo globale tutti i decreti dei Nostri predecessori su questo problema, e confermandoli e rinnovandoli pienamente, in forza della Nostra autorità, di nostra iniziativa, per sicura conoscenza. Noi dichiariamo e proclamiamo che le ordinazioni compiute con il rito anglicano sono state del tutto invalide e sono assolutamente nulle.


...Noi poi decretiamo che la presente lettera, con tutte le cose in essa contenute, non potrà mai in nessun tempo essere censurata o impugnata per vizio di surrezione o di orrezione o di intenzione Nostra, o per un qualsiasi altro difetto; ma che sarà ed è sempre valida e in vigore, e che deve essere osservata infallibilmente da tutti, di qualsiasi grado e onore, nel giudizio e fuori; dichiarando anche invalido e nullo se mai capitasse che fosse portato contro di essa un attacco, consapevolmente o inconsapevolmente, da chiunque e con qualsiasi autorità o pretesto, nonostante qualsiasi cosa contraria...

Papa Leone XIII Apostolicae curae Lettera apostolica sulle ordinazioni anglicane

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Falso sacerdote-donna, mentre esercita il falso culto Anglicano, approvato dalla Gerarchia  modernista post Conciliare... 

Vi dichiaro marito e marito




Maria Vittoria Longhitano della Chiesa vetero cattolica appartenente all'Unione di Utrecht è il primo parroco donna regolarmente ordinato in Italia.
Madre Maria Vittoria Longhitano è la prima donna in Italia regolarmente ordinata al rango di parroco da una Chiesa riconosciuta come «sacramentalmente valida» e legittima dal Vaticano. (in questo punto si intende che il Vaticano approva il culto Anglicano celebrato in questa cosidetta parrocchia). Appartiene alla comunità vetero cattolica dell’Unione di Utrecht ispirata alla Chiesa indivisa del primo millennio cristiano, epoca in cui il sacerdozio era aperto anche al gentil sesso, il celibato non era condizione necessaria per indossare la tonaca, e non si attribuiva primato assoluto e infallibilità al vescovo di Roma.
(questa affermazione dell'articolista e totalmente infondata difatti citiamo in proposito questo piccolo contributo per far compèrendere che il sacerdozio femminile nella Chiesa Cattolica non è stato mai acettato ufficialmente dalla Gerarchia: Uno degli episodi è tratto la una lettera di papa Gelasio Primo (492-496) inviata nel 494 a tutti i vescovi di alcune regioni dell'Italia meridionale (Basilicata, Calabria, Sicilia). Egli dichiara di avere appreso con dispiacere che il disprezzo verso la religione è arrivato a un tal punto che le donne vengono ammesse a sacris altaribus ministrare e che esse ricoprono delle funzioni riservate ai maschi e che non sono affatto di competenza del sesso femminile. La cuncta esprime la pienezza delle attribuzioni sacramentali e liturgiche: siamo quindi in presenza di autentiche donne sacerdote che erano state ordinate e Gelasio si opponeva a questo facendo più volte appello alla tradizione della Chiesa ed ai canoni di antichi concilii: il XIX concilio di Nicea (325), il X e XLIV di Laodicea (seconda metà de IV secolo). Quello di Nimes (394 o 396), il XXV di Orange (441).Fonte:  Il Sacerdozio femminile nell'antichita' cristiana... C'e' inoltre da aggiungere che il primato di Pietro esiste nella Chiesa Cattolica Romana da sempre, cioe' da quando Cristo fondo' la Sua Chiesa su Pietro come roccia...)
ANGLICANI D'ITALIA. Stretta da un legame di full communion con la confessione anglicana episcopale degli Stati Uniti e rispondente in ultima istanza all'autorità dell'arcivescovo di Canterbury, la Chiesa vetero cattolica di Cormano (vicino a Milano, dove fra l'altro si trova la cappella funeraria di Alessandro Manzoni, l'autore dei Promessi sposi) che fa capo alla parrocchia anglicana Gesù di Nazareth, nel capoluogo lombardo, è anche la prima nel Paese a celebrare le unioni sacre di due coppie omosessuali sabato 21 maggio. Quelle di Carmelo Mazzeo e Paolo Cenni, rispettivamente di 41 e 33 anni, e delle trentenni Agnese Cighetti e Letizia Torrisi.
«BENEDIZIONE DELL'UNIONE D'AMORE». A celebrare il rito sarà proprio Madre Maria Vittoria, che tiene a specificare: «La formula liturgica scelta è quella di una 'benedizione dell'unione d'amore' e così recitano le delibere sinodali vetero cattoliche che la ufficializzano e sono datate 23 gennaio e 3 maggio 2011».
Ma questo espediente è stato adottato solamente per evitare contrasti troppo diretti con la componente più tradizionalista e retriva del cattolicesimo romano, perché «per quel che ci riguarda», chiarisce la religiosa a Lettera43.it, «si tratta a tutti gli effetti di due matrimoni».

Memoria del modernista Montini, "Venerabile" per l'attuale Gerarchia post Conciliare. "Venerabile" sì... ma col grembiulino...

Oggi si festeggia la ricorrenza liturgica della Trasfigurazione del Signore, secondo il calendario del Novus Ordo Missae, ed in contemporanea si ricorda anche la figura di Papa Paolo VI. Anche noi non ci sottraiamo al ricordo di questo Pontefice, autore del tentativo di distruzione della Tradizione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Nel proseguo dell'articolo si puo' trovare il libro che ha fermato la beatificazione del modernista Paolo VI, scritto da Don Luigi Villa; la lettura di questo testo è caldamente raccomandato per comprendere sino a che punto è arrivato il tradimento nei confronti del Signore da parte di questi modernisti che hanno indetto e portato avanti il pernicioso Concilio Vaticano II...

Ecco il passaggio dove Montini asserisce che il Novus Ordo Missae avrebbe sostituito il Vetus Ordo, vera Messa Cattolica..
È nel nome della Tradizione che noi domandiamo a tutti i nostri figli, a tutte le comunità cattoliche, di celebrare, in dignità e fervore la Liturgia rinnovata. L’adozione del nuovo «Ordo Missae» non è lasciata certo all’arbitrio dei sacerdoti o dei fedeli: e l’Istruzione del 14 giugno 1971 ha previsto la celebrazione della Messa nell’antica forma, con l’autorizzazione dell’ordinario, solo per sacerdoti anziani o infermi, che offrono il Divin Sacrificio sine populo. Il nuovo Ordo è stato promulgato perché si sostituisse all’antico, dopo matura deliberazione, in seguito alle istanze del Concilio Vaticano II. Commento: indegno!...


Fonte: crisi nella Chiesa...
PAOLO VI:
LE «CHIAVI PESANTI»
l Un pontificato che ha lasciato il segno
 
Paolo VI è specialmente ricordato per aver distrutto la secolare Messa di San Pio V e aver introdotto il Novus Ordo Missæ (la Nuova Messa). «Durante i quindici anni del pontificato di Paolo VI, 32.357 sacerdoti hanno chiesto di essere sciolti dai loro voti [...]. Il Papa accordò benevolmente a tutti tale richiesta, tranne che a 1.033 sacerdoti. Inoltre, nel corso del regno di Paolo VI è stato registrato il più grande calo di vocazioni che sia mai stato registrato nella storia della Chiesa» 46.
 
l Gli studi e il sacerdozio
 
Giovanni Battista Montini nacque il 26 settembre 1897 a Concesio, in provincia di Brescia. Egli venne ordinato sacerdote il 29 maggio 1920 nella Cattedrale di Brescia da Mons. Giacinto Gaggia (1847-1933). Successivamente, don Montini venne inviato dal suo Vescovo al Collegio Lombardo di Roma a continuare i suoi studi. Più tardi, egli frequentò alcuni corsi all'Università di Roma. Nel giugno del 1922, don Montini venne scelto per far parte del corpo diplomatico in Vaticano e continuò i suoi studi alla Gregoriana. «Nel corso degli anni, Montini aveva riunito un certo numero di giovani sacerdoti che avevano sposato il suo concetto di “fratellanza cristiana fra tutti gli esseri umani” - sia che avessero la fede o non l'avessero affatto - e un certo disprezzo per il rito e per l'autorità. Tali uomini divennero noti nei circoli clericali come i “montiniani”, ed erano considerati da tutti come radicali ecclesiastici» 47. Nel maggio del 1923, don Montini venne nominato Segretario Assistente del Nunzio Pontificio a Varsavia, in Polonia. Nel novembre dello stesso anno, fu richiamato a Roma e lavorò come Segretario Assistente per la Segretaria di Stato per i successivi trent'anni. Nel 1925, Papa Pio XI lo nominò Monsignore. Nel 1933, egli sostituì Mons. Francis Joseph Spellman (1889-1967) come membro dello staff personale del Cardinale Eugenio Pacelli (1876-1958), il futuro Pio XII. L'accordo Mosca-Vaticano del 1962 venne preceduto da un patto segreto stretto nel 1942 tra Mons. Montini e Stalin (1878-1953).
giovanni battista montini giovane sacerdote cardinale francis joseph spellman mons. montini e papa pio XII
Il giovane Montini Cardinal Spellman Montini e Pio XII
Mons. Georges Roche era un intimo amico del Cardinale Eugène Tisserant che sottoscrisse il patto del 1962 con il Metropolita ortodosso Nikodim. Egli scrisse le seguenti parole a Jean Madiran, direttore della rivista Itineraires 48: «Lei, dunque, sembra non essere a conoscenza di un primo primo accordo che ebbe luogo durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1942 per essere più precisi, e i cui protagonisti furono Mons. Montini e lo stesso. Questo accordo del 1942 mi sembra avere un'importanza considerevole» 49. A partire dal 1948, egli riuscì ad esercitare una notevole influenza negli affari del Vaticano. Montini fu un ardente seguace del filosofo francese Jacques Maritain (1882-1973), e ne tradusse le opere. «Nel 1950, il Sant'Uffizio si lamentò delle tendenze sinistrorse di “Studium”, la Casa Editrice patrocinata da Montini» 50. Nel 1953, Mons. Giovanni Battista Montini venne nominato Pro-Segretario di Stato, uno degli incarichi più elevati della Gerarchia ecclesiastica. In questo periodo egli iniziò a collaborare con Padre Augustin Bea s.j., che più tardi venne creato Cardinale e divenne uno dei leader nel movimento ecumenico. L'anno successivo, Mons. Montini continuò a negoziare segretamente con Mosca 51. Nel frattempo, in Cina, dove il Governo comunista stava tentando di formare una «chiesa patriottica» indipendente da Roma, si stava creando uno scisma. La corrispondenza proveniente dai Vescovi cinesi venne deviata da Mons. Montini e non giunse mai sulla scrivania di Pio XII, che altrimenti avrebbe bloccato sul nascere questo tentativo. L'arcivescovo luterano di Uppsala (Svezia) Ingve Torgny Brilioth (1891-1959) rivelò al Papa le attività segrete di Montini. Il Pro-Segretario di Stato perse il suo posto e venne allontanato dal Vaticano. Il 1º novembre 1954, Mons. Montini venne degradato ed esiliato nell'arcivescovado di Milano. Inoltre, egli venne pubblicamente umiliato per il fatto che, pur trattandosi di un seggio importante, non ricevette la berretta cardinalizia che era consuetudine conferire a chi veniva affidata questa Arcidiocesi. Benché si trattasse di una sede importante all'interno della Chiesa romana, Montini era stato rimosso dalla seconda carica nella scala gerarchica della Chiesa.
mons. georges roche jacques maritain ingve torgny brilioth
Mons. Georges Roche Jacques Maritain Ingve Torgny Brilioth

 
l L'episcopato e il cardinalato
 
cardinale giovanni battista montini Il 12 dicembre 1954, Montini venne consacrato Arcivescovo di Milano. In Vaticano, Milano veniva considerata «la Siberia di Montini» 52. Egli stesso più tardi confessò: «Milano mi apparve come una foresta ostile e immensa» 53. Il 28 ottobre 1958, Giovanni XXIII venne eletto Papa. Il 5 dicembre dello stesso anno, Mons. Montini venne creato Cardinale. Nel giugno del 1962, il Cardinale Montini, il futuro Paolo VI, rivolse un discorso alla Commissione Centrale del Concilio sulla necessità di operare dei cambiamenti nella Chiesa. «Fu dopo questo discorso che qualcuno sentì il Cardinale Ottaviani mormorare queste parole: “Prego Dio che mi faccia morire prima della fine del Concilio, in modo da poter morire ancora cattolico”» 54. Il 3 giugno 1963, Giovanni XXIII morì. Montini era uno dei Cardinali papabili. Un certo numero di Cardinali conservatori vicini al Sant'Uffizio non vedeva di buon occhio le tendenze liberali di Montini, e iniziò una campagna per bloccarne l'elezione. I voti vennero sparsi tra una varietà di candidati, il che impedì così a Montini di avere i due terzi più uno della maggioranza necessari all'elezione. Il Cardinale Gustavo Testa (1886-1969) si alzò in piedi e protestò perché la loro azione rischiava di «distruggere il patrimonio che ci ha lasciato Papa Giovanni» 55. La controversia fu appianata e l'ordine venne ben presto ripristinato. Il Cardinale Testa convogliò i voti in favore del Cardinale Montini che venne eletto il 21 giugno 1963 e prese il nome Paolo VI.
 
l Sul seggio di Pietro
 
«La chiave per comprendere il pontificato di Paolo VI risiede nella convinzione innata del defunto pontefice secondo tutti gli uomini e le donne sarebbero naturalmente buoni e rifiuterebbero totalmente il male una volta che venisse loro mostrata la differenza tra i due. Secondo Montini, la funzione primaria della Chiesa di Cristo era di evidenziare tale differenza a più individui possibile, e non di convertire il mondo [...] al cattolicesimo romano» 56. Il 29 settembre 1963, Paolo VI aprì la seconda Sessione del Concilio Vaticano II (1962-1965). Egli alterò profondamente il modus operandi (la procedura) conciliare; la conseguenza di tale manovra fu che le nuove regole finirono per facilitare le riforme volute dai modernisti. Il verbita Padre Ralph H. Wiltgen s.v.d. (1921-2007) ritrae vividamente le losche manovre avvenute durante il Concilio nel suo libro The Rhine Flows Into the Tiber («Il Reno si getta nel Tevere»; Hawthorn, New York 1978). In tale opera, egli descrive le alterazioni dei documenti, il linguaggio volutamente ambiguo utilizzato nei questionari per le votazioni di tali documenti e l'influenza indebita del controllo sull'ordine del giorno esercitata dagli elementi più progressisti. Il 3 dicembre 1963, Mons. Geraldo de Proença Sigaud (1909-1999), Arcivescovo Diamantina (Brasile), inviò una lettera a Paolo VI firmata da oltre 200 Padri conciliari, provenienti da quarantasei Paesi diversi, in cui si chiedeva una condanna ufficiale del comunismo. Tale lettera non ricevette mai alcuna risposta. I 200 Padri firmatari lasciarono cadere la cosa. Il 4 dicembre 1963, Paolo VI firmò e promulgò la Costituzione sulla Liturgia Sacrosantum Concilium, le cui applicazioni avrebbero trasformato di lì a poco la Messa cattolica in una cena protestante. Dal 4 al 6 gennaio 1964, Paolo VI fece un viaggio speciale in Terra Santa durante il quale incontrò leader religiosi ebrei, ortodossi e musulmani. In quella circostanza abbracciò anche il Patriarca ortodosso scismatico (e massone) Atenagora (1886-1972).
padre ralph h. wiltgen s.v.d. the rhine flows into the tiber mons. geraldo de proença sigaud
Padre Ralph Wiltgen L'opera di P. Wiltgen Mons. Proença Sigaud
Il 19 maggio dello stesso anno, Paolo VI creò un Segretariato per lo Sviluppo di Relazioni con le Religioni Non Cristiane. Il 6 agosto 1964, nella sua prima enciclica Ecclesiam suam, Montini insistette sulla necessità del dialogo tra cattolici e non cattolici, non cristiani, atei, ebrei e persino con i comunisti. Non era forse uno schiaffo dato in faccia agli oltre duecento Padri Conciliari che in dicembre avevano inviato una nuova petizione per chiedere la condanna del comunismo? Del resto, nella sua enciclica successiva, la Populorum Progressio (del 26 marzo 1967), egli accarezzò l'ideologia comunista. «Il Wall Street Journal definì la Populorum progressio “marxismo cammuffato”, il che dimostrava che sarebbe stata presa seriamente» 57. «Il 13 novembre 1964, Paolo VI rinunciò alla tiara pontificia e donò la sua croce pettorale e il suo anello al Segretario delle Nazioni Uniti U Thant» 58. La tiara papale sta a significare che il Papa è innanzi tutto il Vicario di Cristo e che è al di sopra di tutti i capi terreni. La tiara venne sostituita da una mitra episcopale. Un croce storta con un Cristo deforme sostituì la croce pontificia. In essa Cristo è dipinto in una posa di sconfitta e disperata, con caratteristiche orrende e grottesche. Al contrario, Cristo è morto per i nostri peccati perché, come afferma San Paolo, «mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2, 20); «Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca» (Is 53, 7). Egli si sacrificò di Sua volontà e lo provò gridando ad alta voce: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34).
 
l Via libera all'ecumenismo
 
Il 21 novembre 1964, Paolo VI firmò e promulgò il Decreto sull'ecumenismo Unitatis Redintegratio, che promuove l'indifferentismo religioso e pone tutte le religioni sullo stesso piano. Il 22 febbraio 1965, Montini creò ventisette nuovi Cardinali, portando così il numero totale dei porporati a centotre elementi. Un altro passo sulla scia di Giovanni XXIII? L'8 aprile 1965, il Segretariato per i Non Credenti avviò il dialogo con gli atei. Nel corso dello stesso anno, Paolo VI inviò la bandiera della flotta musulmana catturata dai cristiani durante la battaglia di Lepanto nel 1571 allo scismatico Patriarca Atenagora I di Costantinopoli 59. Il 3 settembre 1965, venne resa pubblica l'enciclica di Paolo VI Mysterium Fidei, in cui, pur riaffermando la dottrina cattolica, Montini evocò la necessità di una riforma della liturgia. Il 29 settembre dello stesso anno, quattrocentocinquanta Padri conciliari (Vescovi e altri prelati) firmarono un'altra petizione in cui si chiedeva che il comunismo fosse condannato dal Concilio. La richiesta venne nuovamente ignorata e opportunamente smarrita. Un altro schiaffo in faccia, ma questa volta ad un quarto dell'intero corpo conciliare. Il 4 ottobre 1965, Paolo VI pregò nella «camera della meditazione» delle Nazioni Unite. Questa stanza contiene numerosi simboli massonici e contiene un altare al «dio senza volto». In quell'occasione, Paolo VI definì le atee Nazioni Unite l'ultima speranza del mondo: «I popoli della Terra guardano alle Nazioni Uniti come all’ultima speranza della concordia e della pace; Noi presumiamo di presentare qui, insieme al Nostro, il loro tributo di onore e di speranza» 60. Facendo seguito alle proprie parole, Paolo VI passò più tempo con i delegati sovietici che con qualsiasi altra persona. Evidentemente, egli si sentiva più a suo agio tra i senza Dio. Lo stesso giorno, Montini celebrò la Messa allo Yankee Stadium cingendo il pettorale del giudizio, o ephod, un paramento levitico indossato dal sommo sacerdote ebraico. «Paolo VI conosceva benissimo il significato del “pettorale de giudizio” o “efod”; egli sapeva che originariamente tale oggetto era parte dell'abito rituale dell’Antica Alleanza; non poteva inoltre ignorare che la Massoneria odierna considera questo ornamento come un segno distintivo del suo sommo sacerdozio» 61.
paolo VI indossa l'efod o pettorale del giudizio
Paolo VI indossa in diverse occasioni l'efod ebraico.
efod ebraico ed efod massonico
A sinistra, sommo sacerdote ebraico con l'efod al petto; a destra, pendaglio massonico comprendente il simbolo del sacerdozio israelita tra Squadra e Compasso.
Subito dopo Paolo VI visitò la chiesa della Sacra Famiglia a New York, ed ebbe un incontro di venticinque minuti con oltre centoventi leader cattolici, ebrei, protestanti e greco-ortodossi. Con questa riunione, per la prima volta egli mise in pratica la dottrina ecumenica varata dal Concilio Vaticano II. Si trattò di un'ultima prova generale prima dell'imminente incontro ecumenico che da lì a poco avrebbe avuto luogo a Roma? O, Paolo VI era così ansioso di avviare il cammino ecumenico da non poter aspettare di essere a Roma? Alcuni giorni dopo, oltre cinquecento Padri conciliari, provenienti da settantasei Paesi, chiesero ufficialmente a Paolo VI di consacrare il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria prima della chiusura del Concilio. Il Cardinale Bea e numerosi Vescovi francesi e tedeschi (la cosiddetta «alleanza europea») si opposero a tale consacrazione. Di conseguenza, essa non ebbe mai luogo. Nel dicembre del 1965, Paolo VI cambiò il nome e la funzione (che era di difendere la Chiesa contro l'eresia) del Sant'Uffizio (oggi Congregazione per la Dottrinaindice dei libri proibiti della Fede), e abolì l'Indice di Libri Proibiti 62. Il termine «eresia» non sarebbe più stato usato e sarebbe stato sostituito dal termine più blando «errore». Il 4 dicembre 1965, Paolo VI partecipò ad una funzione ecumenica nella Basilica di San Paolo, a Roma. Salmi e testi scritturali furono cantati e letti da un cattolico francese, da un metodista americano e da un greco-ortodosso. Il 7 dicembre 1965, il giorno prima della chiusura di Concilio Vaticano II, Paolo VI e il Patriarca Atenagora si tolsero simultaneamente le reciproche scomuniche che erano state scagliate nell'anno 1045. Per la prima volta, si ammise formalmente che un Papa precedente aveva commesso un errore dogmatico e che la Chiesa cattolica si era sbagliata nello scomunicare coloro che si rifiutavano di obbedire al Romano Pontefice. Il 23 marzo 1966, Paolo VI diede il benvenuto all'arcivescovo anglicano di Canterbury Arthur Michael Ramsey (1904-1988) nella Cappella Sistina. Disse in quell'occasione Paolo VI: «I Suoi passi non arrivano in una casa straniera; essi giungono in una casa che lei per titoli sempre validi può dire anche sua». Rispose l'arcivescovo anglicano: «Sua Santità, caro fratello in Cristo» 63. Paolo VI donò all'arcivescovo Ramsey il suo anello papale e gli chiese di benedire la folla riunita in Piazza San Pietro. Papa Leone XIII (1810-1878), nella bolla pontificia Apostolicæ Curæ, del 13 settembre 1896, ha dichiarato che gli anglicani non hanno un sacerdozio valido. Come può benedire la folla un «arcivescovo» privo del potere sacerdotale? «Nell'autunno del 1966, Papa Paolo VI ricevette quindici bonzi giapponesi. Il Papa rispose all'indirizzo del loro oratore con un breve discorso, affermando la sua felicità per il fatto che le numerose visite di buddisti giapponesi avevano creato una relazione di benevolenza e rispetto tra il buddismo e la Chiesa cattolica» 64. Il 30 gennaio 1967, in Vaticano, Paolo VI strinse la mano al Presidente sovietico Nikolai Podgorny (1903-1983). «Fu la prima udienza pontificia pubblica concessa ad un leader comunista» 65. «Egli era un padrone di casa instancabile. Accordò udienze pubbliche a non meno di novanta capi di Stato; un bizzarro corteo di sovrani e di presidenti, dittatori, democratici e comunisti, neri e bianchi, cristiani ed ebrei, musulmani e pagani» 66. Il 25 luglio 1967, Paolo VI incontrò nuovamente il Patriarca scismatico Atenagora ad Istanbul, in Turchia. Il 13 ottobre 1967, Montini visitò Fatima, in Portogallo, in occasione del 50º anniversario delle apparizioni della Madonna. In quel luogo, egli non recitò una sola Ave Maria. Non visitò il Santuario della Cova da Iria e si rifiutò di parlare privatamente a Suor Lucia dos Santos (1907-2005), l'unica veggente ancora vivente di Fatima. Al contrario, trovò il tempo per concedere udienza a rappresentanti non cattolici. Il 27 ottobre 1967, il Patriarca scismatico Atenagora venne nuovamente ricevuto a Roma.
paolo VI e arcivescovo anglicano arthur michael ramsey paolo VI e il presidente sovietico nikolai podgorny
Paolo VI e Ramsey Paolo VI e Podgorny

 
l Strizzando l'occhio a sinistra
 
«Nel 1968, a Medellin, in Columbia, Paolo tenne un discorso su diritti umani e sulla giustizia sociale che divenne la “magna charta” dei fautori della marxisteggiante Teologia della Liberazione in America Latina» 67. Paolo VI aveva l'abitudine di leggere giornali comunisti durante la colazione. Molti lo videro «come l'unico papa che diede appoggio morale ai terroristi comunisti e ai partiti dell'estrema sinistra in Spagna; come un pontefice che permise che la sua persona e il suo ufficio venissero sfruttati dal governo comunista del Vietnam del Nord per poter realizzare l'offensiva del Tet del 1968; come il Santo Padre che guardò con benevolenza la Cuba di Castro, e che permise che i Vescovi marxisti e i loro preti potessero dire Messa nelle chiese dell'America Latina, del terzo Mondo e dell'Asia; come quel Paolo che non disse mai pubblicamente una sola parola di protesta contro la soppressione della Chiesa cattolica operata dai rossi, e che rimase in silenzio quando i comunisti soffocarono nel sangue le rivolte in Ungheria, in Romania e in Cecoslovacchia» 68.
 
l L'Humanæ Vitæ
 
padre charles curranIl 29 luglio 1968, Paolo VI si oppose al controllo artificiale delle nascite con l'enciclica Humanæ Vitæ. «Subito dopo che il documento venne reso pubblico, quarantuno sacerdoti cattolici di Washington firmarono una dichiarazione in cui lo rifiutavano. Il teologo cattolico Padre Charles Curran (vedi foto a lato), che godeva di una grande considerazione, affermò che le coppie avevano il diritto di praticare la contraccezione artificiale se le loro coscienze glielo dettavano; poco dopo, seicento preti, teologi e laici cattolici americani appoggiarono pubblicamente la posizione di Curran. Nella Germania dell'Ovest, 5.000 laici riuniti per l'annuale “Catholic Day”, votarono all'unanimità una dichiarazione in cui avvisavano Paolo VI di non poter accettare l'Humanæ Vitæ. A loro volta, i Vescovi francesi dichiararono che avrebbero lasciato il problema del controllo artificiale delle nascite alla coscienza della coppia sposata. In questo periodo, centinaia di milioni di cattolici stavano già utilizzando la pillola e continuarono a farlo in barba al divieto papale» 69. Non sembra tutto un po' contraddittorio? Paolo VI condannò la contraccezione artificiale, ma rafforzò in alcun modo tale condanna. Forse che volle accontentare i cattolici conservatori condannandola e favorire i cattolici progressisti e liberali non rafforzando l'enciclica sanzionando chi non la rispettava? Del resto, le varie religioni «amiche» non erano affatto contrarie al controllo artificiale delle nascite. Ma allora perché Paolo VI scrisse l'Humanæ Vitæ?
 
l Ancora ecumenismo con acattolici e comunisti
 
Il 28 marzo 1969, Paolo VI ricevette una delegazione dello statunitense National Council of Churches («Consiglio Nazionale di Chiese») e lodò il loro lavoro ecumenico. Il 31 maggio dello stesso anno, Montini concesse un'udienza pubblica speciale al Segretario Generale della Lutheran World Federation («Federazione Mondiale Luterana»). Il 10 giugno successivo, Paolo VI pregò insieme ai membri di altre denominazioni religiose al Consiglio Mondiale delle Chiese a Ginevra, in Svizzera. «Papa Paolo VI fu autore di audaci gesti personali, specialmente con gli ortodossi [...]. In due occasioni diverse, in Vaticano, egli abbracciò gli arcivescovi anglicani di Canterbury, e si inginocchiò spontaneamente per baciare i piedi ai rappresentanti del Patriarca ortodosso come segno di riparazione per riparare alle offese dei cattolici contro gli ortodossi» 70. «Durante il pontificato di Paolo VI, tutti i maggiori riti liturgici della Chiesa occidentale sono stati riformati [...]. L'Estrema Unzione è divenuta il sacramento dell'"Unzione degli infermi" [...]. La Penitenza ora è chiamata la "Riconciliazione", e penitenti possono scegliere di sedersi di fronte al sacerdote durante la confessione [...]. Ai Vescovi è stato permesso di autorizzare l'assoluzione generale» 71.
paolo VI max thurian di taizé paolo VI arrabbiato
Da sinistra: benevolo con i protestanti di Taizé...
durissimo con i cattolici legati alla Tradizione.
Nel 1970, Paolo VI spostò l'età di pensionamento dei Vescovi e dei sacerdoti a settantacinque anni. Superati gli ottant'anni, i Cardinali non avrebbero più potuto prendere più parte agli affari della Curia romana 72. Prima del 1970, in un matrimonio tra un cattolico e un non cattolico, entrambe le parti dovevano firmare un documento in cui promettevano che i figli sarebbero stati cresciuti nella religione cattolica. Con il Motu proprio Matrimonia Mixta, del 31 marzo 1970, Paolo VI eliminò questo requisito. Il 12 maggio 1970, Montini si incontrò con il Patriarca ortodosso Vasken I e auspicò il reciproco rispetto e dialogo tra chiese. Il 3 dicembre 1970, Paolo VI visitò Hong Kong e non disse una sola parola di conforto ai cattolici che soffrivano schiacciati dal comunismo in Cina. «Ciononostante, egli insistette, in più di un'occasione, affinché la Cina (di quel Mao che aveva sradicato quasi tutte le forme di cristianesimo), fosse ammessa alle Nazioni Unite» 73. Il 25 marzo 1971, Paolo VI ricevette in Vaticano il Maresciallo Tito (1892-1980) e sua moglie 74. A partire da quel momento iniziarono rapporti diplomatici tra Iugoslavia e Vaticano. «Per la prima volta nella Storia, la Santa Sede giunse ad un accordo con un Stato marxista dell'Est» 75. Il 27 ottobre 1971, Paolo VI incontrò Mar Ignatius Jacob III (1912-1980), il Patriarca ortodosso siriano di Antiochia e insieme recitarono una «professione congiunta di fede». La domanda che si pone è la seguente: quale fede fu professata? La fede cattolica o quella ortodossa? Il Cardinale ungherese Jòszef Mindszenty, «rispettò gli ordini di Paolo VI e visse in esilio dal 1971 fino alla sua morte, ma rimase convinto che i negoziati tra il Vaticano e il governo comunista ungherese non avrebbero prodotto alcun miglioramento nelle relazioni tra Chiesa e Stato nel suo Paese [...]. Dal canto suo, i colpi peggiori che il Cardinale aveva ricevuto durante la vita erano quelli che gli erano stati inferti in nome della Chiesa» 76. Nell'aprile del 1972, Paolo VI firmò una dichiarazione ecumenica congiunta con l'arcivescovo anglicano di Canterbury, Donald Coggan (1909-2000).