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lunedì 13 febbraio 2012

"Io paura di quella bestia? È lui che deve avere paura di me: io opero in nome del Signore del mondo. E lui è solo la scimmia di Dio". (PADRE AMORTH - Esorcista)



Esorcismo e discernimento (Eco di Maria n.154)



Don Gabriele Amorth, il noto esorcista del Vaticano ci ha parlato, nel corso di una conferenza, di una questione molto importante per la vita dei cristiani, soprattutto in questo tempo in cui luce e tenebre si contrappongo in modo evidente.

Il tema affrontato, "Esorcismo e discernimento", può essere sintetizzato in tre punti.
1. L'esistenza del demonio. Innanzitutto bisogna inquadrare il problema dell'esistenza del demonio, messa in discussione da un buon numero di teologi razionalisti, i quali vorrebbero interpretare Satana solamente come un mito o un simbolo del male in generale. A questi studiosi rammentiamo l'insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica: "quando alla fine del "Padre nostro" si dice "ma liberaci dal male", con "male" s'intende la persona del Maligno, non il male in generale" (CCC n.2851).
Il Papa Paolo VI disse a riguardo del diavolo: Satana è un agente perverso e pervertitore... non è solo un demonio, ma una paurosa pluralità. Quindi, Satana è persona, anzi, è una pluralità di persone; comprende tutti quegli angeli che, avendo rifiutato di obbedire a Dio, sono diventati demoni, cioè ribelli e maledetti. A sostegno di questa dottrina della Chiesa è opportuno cercare nella Bibbia quei brani da cui emerge che l'esistenza di Satana è chiaramente rivelata dalla Scrittura; inoltre, si può comprendere che parlare del demonio significa parlare indirettamente di Cristo, perché la Bibbia afferma che Gesù è il Salvatore in quanto è venuto a liberarci dal potere del Maligno. "Satana è libero, intelligente e dotato di spirito d'iniziativa.".
2. L'azione del diavolo. La sua attività principale, che possiamo definire ordinaria, consiste nel tentare l'uomo al male, cercando di farlo allontanare da Dio. Per questo, non basta soltanto "credere in Dio" - come difatti crede il 90% degli italiani - ma è necessario fare la volontà di Dio. "Nei miei 45.000 esorcismi - racconta ironico don Amorth - non ho mai incontrato un diavolo che non creda in Dio. Credere non serve a niente; piuttosto, bisogna fare ciò che Gesù ci ha detto di fare"(cfr. Gc 2,14-20; Mt 7,21). A quest'azione tentatrice del demonio siamo sottoposti tutti, e per tutta la vita, come accadde anche a Gesù ed a Maria; per questo, è necessario vigilare, fuggire le occasioni di peccato e, soprattutto, pregare, perché da soli perdiamo la lotta contro Satana, mentre la vinciamo se ci uniamo a Cristo con l'orazione.
Vi è poi un'attività straordinaria del demonio, che consiste nel poter dare dei disturbi particolari, eccezionali; ciò accade a volte per colpa nostra, ma a volte anche per colpa altrui. Possiamo classificare questi mali secondo 4 categorie, anche se ancora non esiste fra gli esorcisti un linguaggio comune per descrivere i fenomeni demoniaci.
* possessione: il diavolo entra nel corpo umano e si manifesta con gesti e parole. In tal caso, sia ben chiaro che Satana non può mai impossessarsi dell'anima.
* vessazione: il demonio colpisce una persona con sofferenze e malefici, agendo sul piano della salute, degli affetti o del lavoro. è un caso molto difficile da discernere perché spesso questi mali giungono da Satana ma in modo indiretto, non evidente, così da sembrare dovuti a fattori naturali. Pertanto le persone colpite, spesso non comprese da preti e vescovi che a volte di queste cose sanno poco, si rivolgono ai maghi in cerca di aiuto; ed i problemi si complicano ulteriormente, perché ogni magia trae efficacia dal regno delle tenebre. è una stupida illusione pensare che la magia bianca, quella fatta teoricamente "a fin di bene", possa utilizzare il potere del Maligno per recare benefici ed eliminare il male. La magia è sempre nera, sempre malefica, anche quando viene presentata come "buona".
* ossessione: si tratta di disturbi dati all'uomo, che colpiscono la sua serenità interiore, il suo equilibrio psico-emotivo. Satana aggredisce causando turbamento, angoscia ed intimi tormenti.
* infestazione: si intendono quei malefici che colpiscono cose ed animali. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che si possono fare esorcismi anche alle cose (CCC n.1673), e difatti capita, a volte, di dover esorcizzare case o luoghi. Tutti questi mali particolari, che tuttavia non hanno mai potere sull'anima, si ricevono per 4 motivi:
a) per libera iniziativa del demonio. Dio, in virtù della libertà concessa alle creature, tollera che Satana operi il male, anche se il male non è la volontà di Dio. Ciò non rappresenta tanto una permissione di Dio al male, quanto un suo non-intervento immediato. I motivi di questa volontà divina in parte ci sfuggono; però, sappiamo che Dio ha il potere di trasformare il male in bene.
Molti santi sono stati colpiti da possessione, vessazione, ossessione, e si sono santificati attraverso queste prove: Padre Pio, il Curato d'Ars, S. Gemma... Non dimentichiamo, dunque, il valore della croce. I mali satanici, offerti in sacrificio a Dio, hanno un potere di redenzione enorme.
b) per frequenza a luoghi pericolosi: maghi, cartomanti, gruppi satanici, sedute spiritiche.
c) persistenza in peccato grave. Col passare del tempo, ci si "indurisce" nel peccato e il male mette radici profonde in noi.
d) malefici: è la causa più comune, riguarda il 90% dei casi, e non dipende da colui che riceve i mali. "Maleficio" significa un male fatto con l'aiuto del demonio. Chi può farlo? Non tutti, ma solo i maghi realmente in contatto col diavolo. Vi sono varie forme di maleficio: fattura, legatura, malocchio... Di tali mali è colpevole chi ordina i malefici e chi li fa.
3. L'autorità che Cristo ha conferito alla Chiesa affinché scacci Satana. Gesù ha dato questo potere prima ai Dodici, poi ai 72 discepoli; infine, lo ha esteso a tutti i credenti: "questi sono i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni" (Mc 16,17).
Oggi, però, l'esorcismo può essere fatto solo da un sacerdote autorizzato dal proprio Vescovo, e con il permesso del Vescovo del luogo. Tuttavia, ogni fedele può recitare delle preghiere di liberazione, per sé e per altri, senza bisogno di autorizzazione del Vescovo, il quale può al massimo proibire la forma pubblica o il luogo in cui queste preghiere vengono fatte.
Il fine di queste preghiere è lo stesso dell'esorcismo, cioè scacciare Satana; ma mentre l'esorcismo è la preghiera ufficiale e pubblica fatta in nome della Chiesa - e per questo è di per sé più efficace - la preghiera di liberazione resta sempre una preghiera privata, la quale, in alcuni casi, può comunque dare grandi risultati. Al tempo di S. Caterina, infatti, è capitato che portassero a lei i casi di possessione più difficili; Caterina, che non era sacerdote ma era santa, riusciva a liberarli. Così pure S. Francesco, S. Leopoldo Mandic e tanti altri santi, pur non essendo esorcisti, hanno liberato molti indemoniati. In linee generali, il potere di cacciare i demoni dipende dalla fede e dalla preghiera.
Massimiliano Curletti



" Ritengo che il 99 per cento dei vescovi non creda più nell'azione straordinaria del demonio".

Così risponde don Amorth a un giornalista di 30 giorni sul satanismo:
D. E la Chiesa, di fronte al diffondersi di questo fenomeno (satanismo), cosa fa?
R. È completamente assente! Da trecento anni si è cessato di fare esorcismi nella Chiesa latina (non è così nella Chiesa ortodossa e in certe confessioni protestanti). E perciò sacerdoti e vescovi, non avendo mai visto esorcismi, non parlandone mai, avendo evacuato dalla fede cattolica così come viene insegnata nei seminari la presenza personale del diavolo, non ci credono più. Ritengo che il 99 per cento dei vescovi non crede più nell'azione straordinaria del demonio. Basta vedere il nuovo rituale esorcistico preparato dalla Santa Sede: è stato fatto da persone completamente incompetenti, e che hanno paura degli esorcismi. "Se non c'è la certezza della presenza di Satana non si facciano esorcismi", dice il nuovo rituale. Ma questo è assurdo: Satana si nasconde, si camuffa in tutti i modi. Il vecchio rituale romano insegnava la prudenza, per non confondere mali psichici con infestazioni diaboliche. ma insegnava anche i trucchi che usa il demonio per camuffare la sua presenza. E di di più: il nuovo rituale proibisce di fare esorcismi in caso di maleficio: ma i casi di maleficio sono oltre il 90 per cento di tutti i casi di infestazione diabolica. Secondo il nuovo rituale, quindi, non bisognerebbe mai fare esorcismi!. Sono incredibili queste riforme liturgiche che partono dal presupposto che la Chiesa per secoli si è sbagliata. Sì, Satana è dappertutto. E può lavorare indisturbato, perché chi meno lo disturba sono i preti!


http://esorcismo.altervista.org/esorcismo2.jpg


Scrive Giustino :

TESTIMONIANZE DI ESORCISMI....


Un ragazzo di 14 anni diventava improvvisamente pesantissimo
Pierluigi, di 14 anni, si presentava grande e grosso per la sua età. Non poteva studiare, era la disperazione degli insegnanti e dei compagni, con nessuno dei quali riusciva ad andare d’accordo; non era però violento. Una sua caratteristica: quando si sedeva per terra, con le gambe incrociate, nessuno riusciva a sollevarlo, come se fosse diventato di piombo. Dopo varie cure mediche, prive di risultati, fu portato da Padre Candido che incominciò a esorcizzarlo, riscontrando una vera possessione. Un’altra sua caratteristica: non era litigioso, ma con lui la gente diventava nervosa. Un giorno si era seduto a gambe incrociate sul pianerottolo della sua casa, al terzo piano. Gli altri inquilini andavano su e giù per le scale, lo scuotevano perché se ne andasse di lì, ma lui non si muoveva. A un certo punto tutti gli inquilini del fabbricato si trovarono contemporaneamente per le scale, nei vari pianerottoli, e urlavano e gridavano contro Pierluigi. Qualcuno chiamò la Polizia; i genitori del ragazzo chiamarono Padre Candido, che giunse quasi insieme ai poliziotti e si era già messo a chiacchierare col ragazzo per convincerlo a entrare in casa. Ma i poliziotti, tre giovanottoni ben piantati, gli dissero: “Si scansi reverendo, queste sono cose per noi”. Quando cercarono di muovere Pierluigi, non lo spostarono di un millimetro. Stupiti e grondanti di sudore, non sapevano che cosa fare. Allora Padre Candido disse loro: “Fate rientrare ognuno nel proprio appartamento”; e in un attimo si fece silenzio completo. Poi aggiunse: “Voi scendete ora una rampa di scale e state a guardare”. Fu obbedito. Infine disse a Pierluigi: “Sei stato bravo: non hai detto una parola e li hai tenuti a bada tutti. Ora rientra in casa con me”. Lo prese per una mano e quello si alzò e lo seguì, tutto contento, dove lo aspettavano i genitori. Con gli esorcismi Pierluigi ebbe buoni miglioramenti, ma non la totale liberazione.(G. Amorth, Un esorcista racconta, Bologna, EDB, 2000, p.81-82)
Il demonio rivela a Padre Candido i peccati di un giovane
Era un bel giovanotto quello che Padre Candido stava benedicendo; aveva dentro di sé un bestione più grosso di lui. Fu proprio il demonio a cercare di scoraggiare l’esorcista: “Non vedi che perdi il tuo tempo con questo qui? E’ uno che non prega mai, è uno che frequenta…, è uno che fa…”, e giù una lunga serie di peccatacci. Finito l’esorcismo Padre Candido provò a convincere quel giovane, con le buone maniere, a fare una confessione generale. Ma quello non ne voleva sapere. Fu necessario tirarlo quasi per forza in un confessionale; e lì si affrettò a dire che non aveva niente da accusare. “Ma non hai fatto questa cosa il tale giorno?”, incalzò Padre Candido. E quello, sbalordito, dovette ammettere la sua colpa. “E non hai fatto per caso anche questo?”, e il malcapitato, sempre più confuso, dovette ammettere uno per uno tutti i peccati che il Padre gli ricordava, valendosi delle dichiarazioni del demonio. Alla fine si arrivò all’assoluzione. E quel giovane andò via sbalordito: “Qui non capisco più niente! Questi preti sanno tutto!” (G. Amorth, Un esorcista racconta, Bologna, EDB, 2000, p. 112)
Un ragazzo capisce che la madre ha fatto benedire i suoi vestiti
Una mamma era affranta per le stranezze che notava in un suo figliolo: in certi momenti si arrabbiava con urla pazzesche, bestemmiava e poi, quando ritornava calmo, non ricordava nulla di questo suo comportamento. Non pregava e mai avrebbe accettato di farsi benedire da un sacerdote. Un giorno, mentre il figlio era al lavoro e, come al solito, era uscito indossando la sua tuta da meccanico, la madre fece benedire i vestiti con l’apposita preghiera del Rituale. Di ritorno dal lavoro, il figlio si tolse la tuta sporca e si rivestì senza nulla sospettare. Dopo pochi secondi si tolse i vestiti con furia, quasi se li strappò di dosso, e si rimise la tuta da lavoro senza dire nulla; non ci fu verso che indossasse più quei vestiti benedetti, distinguendoli bene dagli altri del suo guardaroba, che non erano stati benedetti. Questo fatto dimostrava ulteriormente la necessità di esorcismi su quel giovanotto. (G. Amorth, Un esorcista racconta, Bologna, EDB, 2000, p. 83)
Una donna riesce a uscire da una setta satanica
Riporto un caso accaduto in Francia. Trascrivo nella sua freschezza la relazione che ne ha fatto la psichiatra Maria Domenica Fouqueray. “Nominata medico-psichiatra in uno studio privato nell’aprile 1986, collaboro da quattro anni con l’esorcista diocesano, consenziente il nostro vescovo, mons. Renè Picandet. Richiesta della mia collaborazione, per la mia specifica competenza professionale di psichiatra, ho accettato volentieri e mi trovo in buona sintonia con l’esorcista diocesano. Uno dei primi casi che abbiamo dovuto affrontare è stato questo. Si è trattato di una donna di quarant’anni, sposata e madre di quattro figli, che lavorava come educatrice specializzata. La causa dei suoi mali era dovuta al fatto che per più di dieci anni aveva frequentato una setta satanica. Quando si rivolse a noi, era la terza volta che tentava di uscire da questa setta. Contrariamente a quanto si poteva supporre, questa donna era molto vicina a sacerdoti; e fu un sacerdote a condurla a noi. Di fatto, conduceva una doppia vita: conosceva molti sacerdoti e, tutte le domeniche, suonava l’organo alle Messe, benché non si accostasse mai ai sacramenti; poi era la grande sacerdotessa di una setta chiamata Wicca, il cui capo è Lucifero. Era stata iniziata progressivamente e, una volta entrata, sapeva che ne sarebbe uscita solo in seguito alla morte violenta a cui era destinata: il suicidio. Aveva tanta paura; voleva uscire da quella setta, ma conosceva i rischi che ciò comportava. Quando l’abbiamo incontrata la prima volta, presentava i segni di una persona depressa, tormentata, dimagrita; dormiva male, ma non aveva precedenti psichiatrici. L’esorcista, dopo aver bene esaminato il caso, ha deciso di procedere agli esorcismi: prima quindicinali, poi settimanali. Come psichiatra, ho cercato di capire “la porta d’accesso”, ossia i motivi che avevano spinto questa persona ad entrare in una setta satanica. La sua educazione cristiana era stata molto rigida, basata sull’osservanza delle pratiche tradizionali; non aveva scoperto l’amore di Dio. Per le scuole, frequentò un collegio di suore in cui ebbe buona formazione intellettuale, ma nessun aiuto spirituale. Il matrimonio non le fu di aiuto. Il marito, che guadagnava bene, la obbligò a lasciare il lavoro e ad occuparsi solo dei figli e della casa. Avrebbe voluto ogni tanto uscire, ma il marito era contrario. Anche le vacanze estive, trascorse in un piccolo villaggio di campagna, presso i genitori anziani, l’annoiavano, mentre lei avrebbe voluto trovare distrazioni. In un giornale mondano lesse l’invito a giornate di svago. Frequentò questo ambiente, benché si accorgesse che era molto particolare, avviando sempre più gli intervenuti alle bevande alcoliche, all’offerta di droga, all’iniziazione di una setta. Ma trovò gente premurosa, che la compensava delle carenze di casa. E ne venne sempre più coinvolta: rinnegò il Battesimo e si sottopose al nuovo battesimo della setta, in cui le fu imposto un nuovo nome. Ricevette un marchio segreto sulla coscia e firmò col suo sangue un patto con Satana, dopo aver incenerito l’atto di Battesimo cristiano. Fu iniziata alle messe nere e ad altre celebrazioni sataniche. Vide chiaramente che i riti cristiani venivano trasformati, “diabolizzati”. La messa nera è una parodia della celebrazione eucaristica (cioè la Messa), è al momento della comunione, si trasforma in un’orgia. Questa donna durante gli esorcismi, aveva gli occhi di una belva e respingeva con forza il crocifisso che le tenevamo d’avanti; alla fine vomitava (forse solo acqua) e la sua temperatura saliva fino a 41°. Maddalena (diamole questo nome) aveva partecipato a un gran numero di messe nere. Tutto questo è durato tre anni. In seguito Maddalena ha avuto solo qualche difficoltà a partecipare alla Messa nelle chiese che frequentava prima; ma ha potuto pregare e comunicarsi. C’è voluto molto tempo per la “guarigione della memoria, per la purificazione delle immagini: essa aveva molte visioni e molti incubi. Gli esorcismi sono stati sospesi quando Maddalena ha potuto condurre da sola la lotta spirituale, pregare, confessarsi e comunicarsi; ossia quando ha potuto utilizzare i mezzi ordinari di lotta contro Satana. Inoltre Maddalena non era mai stata cresimata; dopo adeguata preparazione essa stessa richiese questo sacramento che le fu impartito poco tempo dopo. (G. Amorth, Nuovi racconti di un esorcista, Bologna, EDB, 2000, p. 153-155)


"Questi poi sono i segni che accompagneranno i credenti: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se avranno bevuto qualcosa di mortifero, non nuocerà loro, imporranno le mani agli infermi e questi saranno risanati" (Mc 16,17-18).



I SINTOMI DELLE PRESENZE MALEFICHE



di don Raul Salvucci (esorcista)
Il píù grande problema che dì secolo in secolo ha turbato i sonni di chi intende occuparsi di queste realtà è comunque quello dì capire come e quando si può raggiungere la certezza che ci siano realmente realtà spiritiche o non si tratti invece di autentiche malattie. È questa difficoltà di fondo che induce molti a dubitare dell'esistenza di questa realtà, scaricando ingiustamente tutto sulle malattie mentali o nervose.
Avendo con la mia esperienza di oltre venti anni seguito direttamente, e a volte per lungo tempo, migliaia di casi, ho potuto raccogliere ricorrenti e costanti indicazioni per poter offrire alle persone sofferenti alcuni punti che ritengo validi e sicuri per la diagnosi delle presenze malefiche.
Le mie indagini non sono basate su intuizioni particolari, di cui sono assolutamente dotato, e neppure su particolare sensibilità che consenta, tastando il corpo del paziente, di scoprire la presenza delle negativítà. Uso invece dei test di ricerca che sono accessibili a tutti e che ognuno che lo voglia può fare comodamente su se stesso.
Il "fai da te"
È oggi molto ricercato. I tre capitoli che seguono sono un tentativo, spero utile e positivo, di trasportarlo nel tetro e misterioso mondo dell'occulto, dove sembrano, rari e introvabili, esperti sicuri per il difficile rebus.
Del mio LIBRO (Indicazioni pastorali di un esorcista) riprendo un Capitolo (Parte IV Capitolo 7), che giudico non solo importante, ma anche innovativo: "I SINTOMI DELLE PRESENZE MALEFICHE", ove vengono riportati "12 sintomi" di tali presenze.
Di essi i primi tre sono fondamentali, nel senso che se non vi sono tutti e tre, non c'è maleficio; al contrario se ci sono tutti e tre si può avere la certezza che il maleficio vi sia.
Nei tre capitoli che seguiranno riporterò per intero i "tre segni" fondamentali di cui sto parlando, rimandando poi al LIBRO stesso per avere la conoscenza e la spiegazione degli altri dieci segni che qui non vengono riprodotti.
Primo sintomo: l'attacco notturno contro il sonno
La testa viene colpita incessantemente di giorno e di notte. Ma l'attacco fondamentale e più decisivo, per la distruzione della mente (psiche) e di riflesso poi di tutto il corpo, viene inferto nella notte, perché durante la passività del sonno le forze del male possono agire più comodamente.
Strumenti ordinari di tali disturbi sono gli oggetti fatturati che vengono immessi nei cuscini, in modo che il contatto diretto con la testa renda più forte ed efficace la loro radiazione malefica.
I sintomi nei disturbi del sonno sono: difficoltà ad addormentarsi, risvegliarsi presto e non prendere più sonno, avere incubi, sognare cioè cose brutte e angoscianti che si esprimono con forza nella mente generando spavento, come sensazioni di cadere dall'alto, guidare una macchina che non si riesce a controllare, vivere una situazione paurosa dalla quale non c'è via di scampo. È tale la forza di questi incubi che spesso risvegliano il paziente lasciandolo in uno stato di paura e di sconvolgimento.
Questi sintomi possono essere tutti o solo in parte, secondo la costituzione dei vari organismi.
Quel che conta, per capire se sono fatti naturali o no, è quello di guardare alle conseguenze che si riscontrano quando la notte finisce: quando è ora di alzarsi per affrontare gli impegni della giornata, ci si sente più stanchi e sfiniti di quando si è andati a letto. Il sonno non solo non è stato riposante, ma ha creato un senso di sfinitezza generale su tutto il corpo, per cui non ci si vorrebbe alzare. Alzandosi, diventa difficilissimo affrontare e portare avanti i normali impegni che prima si facevano con una certa soddisfazione, poiché ora diventano una ininterrotta tortura.
Perché questo accanimento nella notte?
Nella testa c'è la centralina di tutti i comandi che regolano e ordinano il movimento di tutte le parti del corpo. La funzionalità di questo centro di comando e di controllo è assicurata dal ricambio che avviene durante il periodo del sonno: quando si perde in quantità notevole il sonno, non si ha più la potenza per agire normalmente. Perciò l'attacco sistematico al sonno è il principio di distruzione della vita ed elimina gradualmente nel soggetto colpito la possibilità di ogni resistenza all'azione demolitrice degli spiriti del male. L'attacco all'organo centrale della nostra vita psichica e vegetativa apre la porta al potere di trascinare una persona dove si vuole.
Effetti dei disturbi del sonno. Quando tutte le notti, senza interruzione si subisce una tale violenza, non è soltanto il fisico a subirne le conseguenze, ma anche e soprattutto la resistenza psichica a crollare, con una catena di conseguenze che non è facile catalogare. Provo tuttavia a fame un elenco:
- perdita della personalità e della libertà per il proprio comportamento.
Dopo la devastazione del recupero che un buon sonno dovrebbe offrire, si indebolisce la capacità di controllo e di autonomia, cosicché gli influssi spiritici fanno da padroni.
Così si spiega, per esempio, la completa inversione di tendenza del bravo marito che si sente stranamente attratto dalla donna estranea che ricorre a questi mezzi. Un marito ottimo, sereno e affettuoso, attaccatissimo ai figli, molto legato alla moglie, di colpo non si riconosce più. Non ama più, non vede più i figli, soffre di stare in casa, si chiude in sè stesso, sembra inebetito, non dorme più i suoi sonni tranquilli, tradisce un interno contrasto. È come se una forza invisibile, di cui lui stesso non capisce la provenienza, lo portasse a fare ciò che non vorrebbe.
Bisogna precisare che, in questi casi, una perdita delle capacità di volere non è totale come nell'ossessione diabolica, ma è talmente forte che, se non c'è un carattere consolidato unito a una difesa religiosa, non si è capaci di resistere.
Tanta comprensione e tanta delicatezza verso chi attraversa questi traumi è indispensabile per evitare il peggio;
- la mente è sconvolta
Una continua "suggestione mentale" la tiene continuamente in opera di giorno e nelle ore di insonnia della notte.
Pensieri falsi, interpretazioni distorte, risentimenti, immaginazioni al di fuori di ogni realtà rnartellano la testa per giorni, per mesi, e alla fine riescono a imporre false certezze che al momento opportuno esplodono e diventano dirompenti, con espressioni e comportamenti incomprensibili a chi li recepisce. È un vero martirio che, quando arriva al culmine, scatena atteggiamenti violenti, rabbiosi, asociali soprattutto con i familiari e apre purtroppo la via a ricoveri in reparti di psichiatria o a prescrizioni di forti dosi di psicofarmaci, che in questi casi non risolvono nulla, anzi attenuano la capacità di reagire alle forze del male;
- questa agitazione mentale
crea la "deconcentrazione", cioè l'incapacità di fermare la mente per concentrarsi sulle cose da fare. Chi lavora in ufficio non é efficiente e commette pericolosi errori. Il ragazzo che va a scuola non riesce ad applicarsi, la mente fugge continuamente dalle pagine del libro e quel poco che si è letto viene subito cancellato dalla forza dei pensieri inutili che tengono banco. In genere in questi casi i genitori dicono inconsapevolmente che non ha voglia di studiare, ma poi aiutati ad approfondire, riconoscono che il ragazzo non riesce ad applicarsi:
- la stanchezza mentale
genera un senso di avvilimento che investe la persona: la rende abitualmente triste, la porta a rinchiudersi sempre più in sè stessa, le crea la sensazione che tutto stia crollando, che ormai non potrà andare più avanti. Nei momenti più acuti, tutto diventa più nero del nero e la catastrofe totale sembra ormai inevitabile. Questo stato a volte diviene l'anticamera del suicidio;
- la mente così turbata
porta indirettamente a un altro fenomeno: la ricerca del letto, chiudendosi in camera anche nelle ore del giorno. Oggi il caso di giovani e ragazzi che gradualmente restringono la loro vita a questa forma solo vegetativa, rifuggendo da ogni impegno e dal frequentare la vita sociale, è sempre più frequente, man mano che dilaga maggiormente il ricorso alle forme dell'occulto. in questi casi il letto attira sempre, Perché nel letto o nel cuscino c'è qualcosa di fatturato che richiama la persona, al fine di poter continuare a sprigionare su di lei la sua azione malefica anche nelle ore in cui normalmente non si dovrebbe stare a letto. Chi è soggetto a queste cose deve tener presente la regola che nel letto e nella camera ci deve stare il meno possibile. Deve cercare invece di evadere dalla casa, uscire all'aperto, cambiare ambiente, creare rapporti sociali e di incontro.
Secondo sintomo: gravi disturbi allo stomaco
Degli oggetti fatturati fatti ingerire e che poi rimangono nello stomaco ho già parlato qua e là nelle pagine precedenti, spiegando le tecniche del maleficio e rispondendo alle domande al riguardo.
Qui voglio sottolineare l'importanza fondamentale del fatto. La fattura opera sulla vittima per mezzo di influssi negativi prodotti da oggetti fisici, preparati precedentemente con riti propiziatori nei laboratori dei maghi.
Si comprende facilmente che più l'oggetto fatturato è vicino come distanza e presente come continuità di tempo alla persona, più è efficace l'azione malefica.
Quindi gli oggetti possono essere messi nella casa o nei dintorni immediati di casa, nel laboratorio o nell'ufficio, dentro l'auto, nei cuscini.
Ma in ogni caso dato che la gente si muove, il contatto con queste cose viene continuamente interrotto e a volte per tempi lunghi: in ufficio non ci si sta sempre, nella casa o nell'auto neppure, sul cuscino la testa ci riposa solo nelle ore della notte.
La carica più efficace è quindi quella di piazzare il fatturato all'interno del corpo stesso: così, più che vicino, è al di dentro e la continuità non si interrompe mai neppure per qualche minuto. L'oggetto può essere di minuscole proporzioni, sia di materia solida che liquida e non è difficile creare occasioni per cui una persona possa mangiare o bere qualcosa preparato allo scopo.
Una persona che faceva "manovalanza" per un mago, poi convertitasi, mi ha raccontato di una delle pratiche che ha visto fare in laboratorio.
Dalla donna che voleva ottenere un legame d'amore con un uomo, si faceva portare il sangue delle mestruazioni.
Lo essiccava e lo fatturava, quindi lo scioglieva in acqua e il liquido veniva iniettato con la siringa dentro i cioccolatini che all'interno hanno la parte molle o contengono liquori; poi in qualche modo finivano per essere offerti all'uomo.
Questa testimonianza è sicura.
Se però non trovano un modo naturale di farli abboccare all'amo, agiscono in modo preternaturale per mezzo di spiriti come ordinariamente fanno con la roba che si trova dentro i cuscini.
L'oggetto nello stomaco agisce ininterrottamente ventiquattro ore su ventiquattro, i sintomi che possono svelarne la presenza sono principalmente:
- difficile digestione , senso di pieno allo stomaco per cui si pensa di non dover mangiare, a volte anche difficoltà o ripugnanza a ingerire cibi (anoressia), dolori e pesantezza, conati di vomito ripetuti e anche violenti a seguito dei quali spesso non esce niente, se non un po' di saliva, altre volte escono cose strane: questo è segno positivo di liberazione;
- riflessi negativi sul funzionamento dell'intestino provocati dall'azione devastante sulla digestione;
- un sintomo particolare, che può sembrare un pò strano, è un' ondata di angoscia che parte dallo sterno e sale fino alla gola e alla testa.
Sono molti i pazienti che avvertono come i momenti dì pessimismo più nero, che generano attimi di supremo sconforto, abbiano origine Proprio da qualcosa che parte dallo stomaco e arriva alla testa per via esterna.
In questi casi oltre all'uso di bere acqua santa e di condire i cibi con olio e sale benedetti, giovano anche il mangiare poco e con frequenza e l'uso moderato di farmaci che aiutano la digestione.
Ritorna sempre la domanda di come sia possibile, nel continuo passare del cibo nello stomaco, che queste piccole particelle malefiche rimangano per anni e anni ferme nello stomaco.
Un film sulle apparizioni di Lourdes, che ha avuto un gran successo qualche anno fa, si apriva con la solenne affermazione: "Per coloro che credono tutto è possibile, per coloro che non credono nessuna spiegazione è sufficiente"
Cosi è: per chi crede a queste cose, anche per questo fatto è possibile una spiegazione. Se si pensa che queste particelle di cibo ingerite sprigionano potenzialità negative ininterrottamente ventiquattro ore su ventiquattro, come si è detto, si può anche comprendere che parte di questa energia venga utilizzata perché il materiale resti posizionato là dove si trova, mentre l'altro cibo, finita la digestione, passa all'intestino.
Quando l'azione potente della presenza dello Spirito Santo, nella vita del credente che fa un sincero cammino di fede, ridurrà gradualmente la potenza malefica di queste particelle, esse non avranno più neppure la forza per rimanere nello stomaco e usciranno per via intestinale come gli altri cibi.
Il mondo dell'occulto è come l'elettronica: chi non ne conosce i punti base come i bit, i chips, gli input, non potrà mai spiegarsi la multiforme operatività di aggeggi così piccoli.
Il mondo dell'occulto ha alcune realtà fondamentali; una volta comprese e accettate, si spiega tutto.
Per coloro che invece negano tutto a priori e in blocco, con la frasetta degna delle intelligenze più elevate: "Ma che sono queste cretinate!", nessuna spiegazione è sufficiente. pastori della chiesa e laicisti illuminati, copritevi sempre dietro tale espressione: la beatitudine accordata agli ignoranti sarà sempre con voi. "
Terzo sintomo: avversione al sacro
"Una volta accettato il principio esposto sopra, che soltanto una barriera religiosa può contrastare il filale con tutte le sue svariate manifestazioni, resta evidente che Satana farà del tutto perché la persona che vuoi colpire si allontani gradualmente da ogni pratica religiosa, sia individuale che collettiva.
Questo è il terzo dei tre segni fondamentali per giudicare se si è colpiti da azioni malefiche; è di grande importanza perché fa comprendere più a fondo come la reale via di liberazione non passa attraverso iniziative esterne alla persona, ricercate negli operatori della magia o anche nei ministri della chiesa. Cercare affannosamente una mano santa, che dall'esterno tolga questo male, è normalmente l'impegno principale di chi si sente colpito da fenomeni preternaturali.
Ho letto da un esposto esteso da un esorcista francese, che il fatto che lo aveva maggiormente sorpreso era che, tra le tante persone che aveva ricevuto, non ce n'era stata una sola che fosse arrivata da lui col pensiero di dover fare lei stessa qualcosa per essere liberata. Tutti avevano la Precisa sensazione che dovevano trovare qualcuno che avesse il potere di spazzare via il male allo stesso modo con cui il dentista strappa via il dente malato.
È così anche in Italia.
È importante perciò che in presenza di questi disturbi, il paziente scopra che ha subito una sottile ma sistematica difficoltà nell'incontro con Dio.
Comincerà allora a rendersi conto che soltanto con un graduale ritorno alla pratica religiosa potrà raggiungere la liberazione.
"Da quanto tempo hai incominciato ad avvertire questi fenomeni strani?"
"Da quanto tempo hai incominciato a distaccarti dalla pratica religiosa?"
Sono queste le due domande che rivolgo successivamente alle persone con cui tratto, per aiutarle a convincersi di questa realtà. Cercando di ricostruire l'inizio dei mali e quello del distacco dalla religione, scoprono con sorpresa che coincidono e comprendono il significato di questa coincidenza. Capire poi che la ripresa della vita religiosa sia la via migliore per difendersi, scaturisce come conseguenza logica.
Esaminiamo ora nei particolari i principali aspetti dell'avversione al sacro:
- distacco graduale per chi in qualche modo è praticante. Si incomincia spesso con pensieri. vaghi sulla fede: forse non è vero niente, se Dio ci fosse perché c'è tanto male, a che serve pregare e andare in chiesa...
- mille motivi si sommano gradualmente per non far trovare più il tempo per pregare personalmente o per andare in chiesa;
- come ci sì mette a pregare, la testa parte. Si stabilisce, per esempio, alla sera, prima di andare a letto, di recitare alcune preghiere tra le più comuni. Si inizia, ma dopo un po' ci si accorge che la mente se ne è andata altrove, le preghiere stabilite non sono state dette perché, come un colpo di spugna porta via lo scritto dalla lavagna, così qualcosa di invisibile ha cancellato il programma fissato;
- disagio a stare in chiesa e a partecipare comunque a preghiere comunitarie. Dato che la preghiera fatta insieme ad altri è sempre più efficace, è anche perciò la più ostacolata. Stando insieme in chiesa per le celebrazioni liturgiche si possono sentire sensazioni di stanchezza, di nausea, di confusione mentale, di svenimento.
Sentiamo spesso dire ai paziente: "Io in chiesa non propriamente è che non ci vado, ma non mi sento di stare con gli altri, preferisco perciò intrattenermi un po' quando non c'è nessuno".
-La stessa difficoltà si trova per le partecipazioni alle preghiere nei gruppi ecclesiali, La prima volta che le persone vengono da me, se avverto che c'è veramente qualcosa di malefico, chiedo loro l'impegno a partecipare a qualcuna delle diverse riunioni di preghiera che facciamo per queste situazioni, come esporrò più avanti.
L'adesione in genere c'è, ed è anche sincera, in vista di una possibile guarigione. Ma le metto subito in guardia, specialmente quando il caso ha una certa gravità: "Stai attento che da solo, almeno le prime volte, non ce la farai a venire; perciò accordati con qualche persona di famiglia o qualche conoscente per venire insieme".
Anche il rapporto con il sacerdote esorcista non è bene che sia tenuto completamente segreto; senza l'aiuto di qualche familiare o di qualche persona amica, il cammino per un avvicinamento maggiore a Dio sarà stroncato da Satana fin dall'inizio, in mille maniere diverse.
Sono quattro i sintomi principali che disturbano la preghiera in questi casi: la mente non riesce a concentrarsi per via di continue distrazioni, una strana voglia di sbadigliare senza interruzione, il bisogno dì ridere, di ridere tanto, una sonnolenza profonda che non si riesce a vincere.
Una volta cercavo di liberare con l'esorcismo una signora colpita da un maleficio. Nonostante fosse molto religiosa, seria e tanto desiderosa di guarigione, non riusciva a trattenersi dal ridermi forte in faccia e se ne scusava con me provando tanta angoscia. Ma noi che siamo del mestiere sappiamo, anche attraverso gli indemoniati, che quello di riderci in faccia è uno degli atteggiamenti più comuni degli spiriti del male. Testoni proprio questi diavoli! Nonostante tutte le legnate che hanno ricevuto in duemila anni da ministri del Signore Gesù, non hanno ancora imparato il proverbio che dice: "Ride bene chi ride per ultimo".
Termina qui la lunga descrizione dei tre sintomi fondamentali che svelano la presenza e l'azione delle presenze malefiche.

5 commenti:

  1. P. Amorth sarà anche un ottimo esorcista, ma affermare che a Medjugorje appare davvero la Vergine SSma, mi pare proprio che abbia preso un bel "granchio" . La cosa che causa più meraviglia è che sostiene che papa giovannipaoloII sia santo.
    vedi: http://blog.libero.it/Rober5/7376698.html
    e anche vedi:
    http://www.radiomaria.it/documenti/dwnl.php?id=1315

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  2. Tanto addentro a certe cose da essere totalmente superficiale per altre...
    Il problema è che in questa superficialità il nemico vince, alla fine, 10 a 0...alla faccia dei decantati esorcismi...

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  3. Infatti noi abbiamo trattato solo delle sue conoscenze specifiche, relative al suo Ministero di Esorcistato.
    Poi ovvio che essendo un Sacerdote appartenente a questa Chiesa del Concilio, abbia convinzioni "conciliari" su GPII, o legga il fenomeno Medjugorje come lo leggono tutti...

    Fermo restando, comunque, che anche noi non possediamo l'Infallibilità di giudizio, nè su Medjugorje, nè sullo stato attuale dell'anima di Giovanni Paolo, che avendo offerto a Dio tutte le sue sofferenze in riparazione di tutti i suoi errori (lo ha detto lui), potrebbe anche aver fatto il suo Purgatorio sulla terra. (Almeno io non credo di essere infallibile, su questioni di discernimento non certe come queste...)

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    1. Va aggiunto comunque che Padre Amorth ha lamentato il fatto che la Riforma conciliare abbia modificato il Rituale dell'Esorcismo Maggiore, cambiando il testo ed edulcorandolo, cosa che - afferma Amorth - lo ha reso inefficace.

      Ragion per cui Amorth ha deciso di tornare ad adottare il Rituale Antico in Latino, in cui l'Esorcismo Maggiore ha tutta l'efficacia che il Signore ha concesso alla Sua Chiesa Cattolica nella lotta contro i demoni.

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    2. Anche io nutro profonde perplessità su tante parole di padre Amorth che si vantò pure di essere stato un "partigiano" (partigiano per cosa e dove?La divisione tragica di italiani in opposti schieramenti fu spesso dovuta a situazioni contingenti più che ad una scelta precisa. A mio parere non è motivo d'orgoglio l'essere stato parte in causa in una divisione politica) Non nutro dubbi su quanto racconta riguardo alla sua materia specifica, ma alcune incongruenze tipo, appunto quella di dichiarar santo Woityla, cozza contro altre testimonianze opposte.
      Non vi è dubbio che alcune parole di padre Amorth siano di aperta condanna su quanto fatto dopo il Concilio, ma arrivare a dire che da 300 anni nella Chiesa latina non si facciano esorcismi, mi sembra una battuta.Non vorrei che queste incongruenze e le notizie da lui divulgate suscitino reazioni contrarie a quello che si desidera a quelli che vogliono tagliare i capelli in 4...
      Comunque certe testimonianze servono a ben riflettere per tutti.

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