Per la maggior Gloria di Nostro Signore cerchiamo persone disponibili ad eventuali Traduzioni da altre lingue verso l'Italiano. per chi si rendesse disponibile puo' scrivere all'indirizzo Mail: cruccasgianluca@gmail.com
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

venerdì 10 febbraio 2012

La Barzelletta degli ultimi sette anni: "l'ERMENEUTICA DELLA CONTINUITÀ"... "Il fatto è che, come disse Hans Urs von Balthasar già nel 1952 … essa [la Chiesa] deve abbandonare molte delle cose che le hanno fin qui dato sicurezza e che ha considerato come date per scontato. Essa deve abbattere gli antichi bastioni ed affidarsi solamente allo scudo della fede"...

Nel novembre 1983, i Vescovi Lefebvre e Castro-Mayer inviarono a Giovanni Paolo II una Lettera aperta con un Manifesto Episcopale: La situazione della Chiesa, da venti anni, è tale che essa appare come una città occupata. Migliaia di sacerdoti e milioni di fedeli vivono nell’angoscia e nella perplessità a motivo della “autodemolizione della Chiesa”. Gli errori contenuti nei documenti del Vaticano II, le riforme postconciliari, e particolarmente la Riforma liturgica, le false concezioni diffuse da documenti ufficiali, gli abusi di potere compiuti dalla gerarchia, li gettano nel turbamento e nel disagio. […]

 Mons. Castro-Mayer in un’intervista al Jornal da Tarde di San Paolo, che è stata intitolata «La Chiesa di Giovanni Paolo II non è la Chiesa di Cristo», dichiarò pubblicamente che il Vaticano II, con la dichiarazione Dignitatis humanae, ha proclamato eresie oggettive per cui: La Chiesa che aderisce formalmente e totalmente al Vaticano II con le sue eresie, non è né può essere la Chiesa di Gesù Cristo. Quelli che seguono o applicano tale dottrina dimostrano una pertinacia che normalmente configura l’eresia formale. Ancora non li abbiamo accusati categoricamente di tale pertinacia  per dirimere la minima possibilità d’ignoranza su questioni così gravi. Ma se può non essere chiara la pertinacia nell’effettiva offesa alla Fede, questa pertinacia si manifesta nell’omissione di difenderla.
-------------------------------
Leggendo il testo dell'articolo "La « tesi Ocariz » contraddetta anche dalla tesi Ratzinger", pubblicato da "Disputationes theologicae", si rimane basiti in quanto si afferma che (seguendo la linea modernista di Ratzinger), la dottrina dei Pontefici pre conciliari risulterebbe "riformabile", in quanto dottrine legate ai tempi storici, in più si afferma che queste dottrine pre conciliari non sarebbero definitive, ebbene tutto ciò é inaccettabile ma almeno svela a che punto possa portare il traviamento modernista penetrato definitivamente durante l'ultimo Concilio...


Disse il Cardinal Ratzinger : “[l’Istruzione “Donum Veritatis] afferma - forse per la prima volta con questa chiarezza - che ci sono delle decisioni del magistero che non possono essere un’ultima parola sulla materia in quanto tale, ma sono in un ancoraggio sostanziale nel problema, innanzitutto anche un’espressione di prudenza pastorale, una specie di disposizione provvisoria. Il loro nocciolo resta valido, ma i singoli particolari sui quali hanno influito le circostanze dei tempi, possono aver bisogno di ulteriori rettifiche. Al riguardo si può pensare sia alle dichiarazioni dei Papi del secolo scorso sulla libertà religiosa, come anche alle decisioni antimodernistiche dell’inizio del secolo”. (Osservatore Romano, 27 giugno 1990, p. 6 ).

Ed ecco ciò che scrive il cardinale Ratzinger nel suo libro I principi della teologia cattolica a proposito del testo della Chiesa nel mondo (Gaudium et spes) con il titolo: “Il Vangelo ed il mondo riguardo alla questione della ricezione del secondo Concilio del Vaticano.” Sviluppa le sue argomentazioni su più pagine e precisa: “Se cerchiamo una diagnosi globale del testo, potremmo dire che è (in connessione con i testi sulla libertà religiosa e sulle religioni nel mondouna revisione del Sillabo di Pio IX, una specie di contro-Sillabo (Dignitatis Humanæ)”.
Disse nella sua interezza questo:
"Se si deve offrire un'analisi del testo (Gaudium et Spes) nella sua interezza, bisognerebbe affermare che esso è (insieme ai testi sulla libertà religiosa e le religioni del mondo) una revisione del Sillabo di Pio Nono, una specie di Contro-Sillabo ... Lasciateci essere felici nel dire che il testo serve come Contro-Sillabo e pertanto rappresenta, da parte della Chiesa, un tentativo di riconciliarsi ufficialmente con la nuova era inaugurata nel 1789 ... la partigianeria della posizione adottata dalla Chiesa sotto Pio IX e Pio X in risposta alla situazione creata dalla nuova fase storica, inaugurata dalla Rivoluzione Francese, è stata corretta via facti in larga misura, specialmente in Europa Centrale, ma non esisteva ancora una base comune su cui fondare le relazioni tra la Chiesa ed il mondo che si era venuto a creare dopo il 1789. Infatti, un atteggiamento largamente contro-rivoluzionario ha continuato ad esistere tra nazioni a forte maggioranza Cattolica. Ormai quasi nessuno nega al giorno d'oggi che i concordati con la Spagna e l'Italia si sforzano di conservare un'impostazione del mondo che non corrisponde più ai fatti. E difficilmente si può negare che, per quanto riguarda l'educazione ed il metodo critico-storiografico della scienza moderna, vi è stato un anacronismo strettamente legato alla fedele adesione a questa vecchia impostazione di rapporti tra Chiesa e stato".

Quale audacia per un cardinale definire due dei più grandi Papi della storia della Chiesa “partigiani” nei loro tentativi di proteggere la Chiesa dagli errori del liberalismo e del modernismo! Secondo il Cardinale Ratzinger, al Vaticano II la Chiesa ha fatto un “tentativo” per “correggere” e “confutare” gli insegnamenti del Beato Pio Nono e di San Pio X, e per riconciliarsi piuttosto con la Rivoluzione Francese e l'Illuminismo. 
-----------------------------
"In effetti, non può esistere un vero e proprio “Contro-Sillabo”, dato che il Sillabo del Beato Papa Pio Nono del 1864 è un insegnamento solenne e definitivamente vincolante per tutti i Cattolici (Can 750 § 2). Nel paragrafo 6 dell'Enciclica Quanta Cura, pubblicata insieme al Sillabo l'8 dicembre 1864, Papa Beato Pio Nono affermò solennemente che: “In tanta perversità dunque di depravato opinioni, Noi, giustamente memori del Nostro Apostolico officio, e grandemente solleciti della Santissima Nostra Religione, della sana dottrina, e della stessa umana società, abbiamo nuovamente stimato d'innalzare la Nostra Apostolica voce. Pertanto tutte e singole le prave opinioni e dottrine ad una ad una in questa lettera ricordate con la Nostra Autorità Apostolica riproviamo, proscriviamo e condanniamo; e vogliamo e comandiamo, che da tutti i figli della Chiesa Cattolica s'abbiano affatto come riprovate, proscritte e condannate” (Enfasi aggiunta). Citazione contenuta in The Popes Against Modern Errors (Tan Books and Publishers, Rockford, Illinois, 1999) p. 21. Versione italiana: <http://web.tiscali.it/pionono/quanta_cura.htm
                                                 ----------------------------
Inoltre Il Cardinale Ratzinger ha dichiarato, seguendo le tesi dell'eretico Hans Urs von Balthasar:
       "Il fatto è che come disse Hans Urs von Balthasar già nel 1952 … essa [la Chiesa] deve abbandonare molte delle cose che le hanno fin qui dato sicurezza e che ha considerato come date per scontato. Essa deve abbattere gli antichi bastioni ed affidarsi solamente allo scudo della fede..."
----------------------------
Leggendo ciò che diceva Ratzinger sull'evoluzione di dottrine definite in maniera definitiva, e non passibili di revisione, si rimane sconcertati e delusi in quanto Egli stesso nel 2005 coniò il termine "ERMENEUTICA DELLA CONTINUITÀ". Risulta evidente che questo pensiero di Ratzinger è inaccettabile, e perché inaccettabilePerché la dottrina espressa dai Papi, e dai Concili dogmatici, è contraria a parecchie affermazioni teologiche promulgate con il Conciliabolo modernista Vaticano II. Secondo, questa cosiddetta "ermeneutica della continuità", che ad oggi rimane non dimostrata.
Come dar torto alla Fraternità San Pio X se non ha potuto accettare il Preambolo consegnatogli dalla Gerarchia modernista?
Diceva Monsignor Lefebvre, riguardo a colloqui futuri con la Santa Sede:
Riguardo alla ripresa dei contatti con Roma. Porrò la questione sul piano dottrinale:"Siete d'accordo con le grandi encicliche dei Papi che vi hanno preceduto? Siete d'accordo con "Quanta Cura" di Pio IX, "Immortale Dei" e "Libertas" di Leone XIII, "Pascendi" di San Pio X, "Quas primas" di Pio XI, "Humani Generis" di Pio XII. Accettate ancora il giuramento antimodernista? Siete ancora per il Regno Sociale di NSGC? Se non accettate la dottrina dei vostri predecessori è inutile di parlare. Finche non avrete accettato di riformare il Concilio considerando la dottrina di questi Papi che vi hanno preceduto nessun dialogo è possibile. E’ inutile. Cosi le posizioni sono più chiare. (Conferenza tenuta al ritiro sacerdotale a Econe il 4 settembre 1987 "Sous la Banniere" n.133 ottobre 2007 p.4)...
Quindi è chiaro che questa Gerarchia modernista pala un linguaggio differente dalla San Pio X e quindi moralmente un accordo diviene rigettabile, in quanto la San Pio X propone da sempre le Verità infallibili della Chiesa, mentre la Gerarchia traviata dal modernismo propone le nuove dottrine uscite con il Concilio Vaticano II permesse da Pontefici autenticamente modernisti e quindi condannati senza appello di sorta...
Quindi come disse Monsignor Lefebvre parlare con questi falsari della fede è inutile.

La verità evolverebbe col tempo!


"...Non è soltanto il Papa ad essere in causa. Il Cardinale Ratzinger, che per la stampa passa più o meno da tradizionalista, nei fatti è un modernista. Per convincersene basta leggere il suo libro “I principi della teologia cattolica” per conoscere il suo pensiero, quando prova una certa stima per la teoria di Hegel quando scrive: “A partire da lui, essere e tempo si compenetrano sempre più nel pensiero filosofico. L’essere stesso risponde ormai alla nozione di tempo…la verità diventa funzione del tempo; il vero non è puramente e semplicemente ed è vero per un tempo, perché appartiene al divenire della verità, la quale è in quanto diviene”..."
-------------------------------------------------------

Ora proporremo, su alcuni punti, la dottrina Cattolica irriformabile, che va contro alcuni principi teologici che il Concilio ha sovvertito, annullandoli di fatto:


 ...Così, Venerabili Fratelli, si va dicendo comunemente. Vi sono però taluni che affermano e ammettono che troppo sconsigliatamente il Protestantesimo rigettò alcuni punti di fede e qualche rito del culto esterno, certamente accettabili ed utili, che la Chiesa Romana invece conserva. Ma tosto soggiungono che questa stessa Chiesa corruppe l’antico cristianesimo aggiungendo e proponendo a credere parecchie dottrine non solo estranee, ma contrarie al Vangelo, tra le quali annoverano, come principale, quella del Primato di giurisdizione, concesso a Pietro e ai suoi successori nella Sede Romana. Tra costoro ci sono anche alcuni, benché pochi in verità, i quali concedono al Romano Pontefice un primato di onore o una certa giurisdizione e potestà, facendola però derivare non dal diritto divino, ma in certo qual modo dal consenso dei fedeli; altri giungono perfino a volere lo stesso Pontefice a capo di quelle loro, diciamo così, variopinte riunioni. Che se è facile trovare molti acattolici che predicano con belle parole la fraterna comunione in Gesù  Cristo, non se ne rinviene uno solo a cui cada in mente di sottomettersi al governo del Vicario di Gesù Cristo o di ubbidire al suo magistero. E intanto affermano di voler ben volentieri trattare con la Chiesa Romana, ma con eguaglianza di diritti, cioè da pari a pari; e certamente se potessero così trattare, lo farebbero con l’intento di giungere a una convenzione la quale permettesse loro di conservare quelle opinioni che li tengono finora vaganti ed erranti fuori dell’unico ovile di Cristo.
A tali condizioni è chiaro che la Sede Apostolica non può in nessun modo partecipare alle loro riunioni e che in nessun modo i cattolici possono aderire o prestare aiuto a siffatti tentativi; se ciò facessero, darebbero autorità ad una falsa religione cristiana, assai lontana dall’unica Chiesa di Cristo. Ma potremo Noi tollerare l’iniquissimo tentativo di vedere trascinata a patteggiamenti la verità, la verità divinamente rivelata? Ché qui appunto si tratta di difendere la verità rivelata. Gesù Cristo inviò per l’intero mondo gli Apostoli a predicare il Vangelo a tutte le nazioni; e perché in nulla avessero ad errare volle che anzitutto essi fossero ammaestrati in ogni verità, dallo Spirito Santo [15]; forse che questa dottrina degli Apostoli venne del tutto a meno o si offuscò talvolta nella Chiesa, diretta e custodita da Dio stesso? E se il nostro Redentore apertamente disse che il suo Vangelo riguardava non solo il periodo apostolico, ma anche le future età, poté forse l’oggetto della fede, col trascorrere del tempo, divenire tanto oscuro e incerto da doversi tollerare oggi opinioni fra loro contrarie? Se ciò fosse vero, si dovrebbe parimenti dire che la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e la perpetua permanenza nella Chiesa dello stesso Spirito e persino la predicazione di Gesù Cristo da molti secoli hanno perduto ogni efficacia e utilità: affermare ciò sarebbe bestemmia. Inoltre, l’Unigenito Figlio di Dio non solo comandò ai suoi inviati di ammaestrare tutti i popoli, ma anche obbligò tutti gli uomini a prestar fede alle verità che loro fossero annunziate « dai testimoni preordinati da Dio » [16], e al suo precetto aggiunse la sanzione « Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; ma chi non crederà, sarà condannato » [17]...


Pericolo delle dottrine moderniste

Fanno le meraviglie costoro perché Noi li annoveriamo fra i nemici della Chiesa; ma non potrà stupirsene chiunque, poste da parte le intenzioni di cui Dio solo è giudice, si faccia ad esaminare le loro dottrine e la loro maniera di parlare e di operare. Per verità non si allontana dal vero chi li ritenga fra i nemici della Chiesa i più dannosi. Imperocché, come già abbiam detto, i lor consigli di distruzione non li agitano costoro al di fuori della Chiesa, ma dentro di essa; ond'è che il pericolo si appiatta quasi nelle vene stesse e nelle viscere di lei, con rovina tanto più certa, quanto essi la conoscono più addentro. Di più, non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre di lei più profonde. Intaccata poi questa radice della immortalità, continuano a far correre il veleno per tutto l'albero in guisa, che niuna parte risparmiano della cattolica verità, niuna che non cerchino di contaminare. Inoltre, nell'adoperare le loro mille arti per nuocere, niuno li supera di accortezza e di astuzia: giacché la fanno promiscuamente da razionalisti e da cattolici, e ciò con sì fina simulazione da trarre agevolmente in inganno ogni incauto; e poiché sono temerari quanto altri mai, non vi è conseguenza da cui rifuggano e che non ispaccino con animo franco ed imperterrito. Si aggiunga di più, e ciò è acconcissimo a confonderle menti, il menar che essi fanno una vita operosissima, un'assidua e forte applicazione ad ogni fatta di studi, e, il più sovente, la fama di una condotta austera. Finalmente, e questo spegne quasi ogni speranza di guarigione, dalle stesse loro dottrine sono formati al disprezzo di ogni autorità e di ogni freno; e, adagiatisi in una falsa coscienza, si persuadono che sia amore di verità ciò che è infatti superbia ed ostinazione. Sì, sperammo a dir vero di riuscire quando che fosse a richiamar costoro a più savi divisamenti; al qual fine li trattammo dapprima come figli con soavità, passammo poi ad un far severo, e finalmente, benché a malincuore, usammo pure i pubblici castighi. Ma voi sapete, o Venerabili Fratelli, come tutto riuscì indarno: sembrarono abbassai la fronte per un istante, mala rialzarono subito con maggiore alterigia. E potremmo forse tuttora dissimulare se non si trattasse che sol di loro: ma trattasi invece della sicurezza del nome cattolico. Fa dunque mestieri di uscir da un silenzio, che ormai sarebbe colpa, per far conoscere alla Chiesa tutta chi sieno infatti costoro che così mal si camuffano.

E poiché è artificio astutissimo dei modernisti (ché con siffatto nome son chiamati costoro a ragione comunemente) presentare le loro dottrine non già coordinate e raccolte quasi in un tutto, ma sparse invece e disgiunte l'una dall'altra, allo scopo di passare essi per dubbiosi e come incerti, mentre di fatto sono fermi e determinati; gioverà innanzi tutto raccogliere qui le dottrine stesse in un sol quadro, per passar poi a ricercar le fonti di tanto traviamento ed a prescrivere le misure per impedirne i danni...



Il Sillabo di PIO IXSillabo dei principali errori dell'età nostra, che son notati nelle allocuzioni concistoriali, nelle encicliche e in altre lettere apostoliche del SS. signor nostro papa Pio IX (1864)

 X - Errori che si riferiscono all'odierno liberalismo

LXXVII. In questa nostra età non conviene più che la religione cattolica si ritenga come l'unica religione dello Stato, esclusi tutti gli altri culti, quali che si vogliano.
LXXVIII. Però lodevolmente in alcuni paesi cattolici si è stabilito per legge che a coloro i quali vi si recano, sia lecito avere pubblico esercizio del culto proprio di ciascuno.
LXXIX. È assolutamente falso che la libertà civile di qualsivoglia culto, e similmente l'ampia facoltà a tutti concessa di manifestare qualunque opinione e qualsiasi pensiero palesemente ed in pubblico, conduca a corrompere più facilmente i costumi e gli animi dei popoli, e a diffondere la peste dell'indifferentismo.
LXXX. Il Romano Pontefice può e deve riconciliarsi e venire a composizione col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà.
...Intanto, come a Voi, Venerabili Fratelli, è ben noto, poiché per un’arcana decisione della divina provvidenza, non certo per qualche Nostro merito, fummo innalzati a questa Cattedra di Pietro, vedendo Noi con estremo dolore del Nostro animo l’orribile procella sollevata da tante prave opinioni e i gravissimi, e non mai abbastanza lacrimabili danni che da tanti errori ridondano sul popolo cristiano, per dovere del Nostro Apostolico Ministero, seguendo le vestigia illustri dei Nostri Predecessori, alzammo la Nostra voce e con parecchie Lettere Encicliche divulgate per mezzo della stampa, con le Allocuzioni tenute nel Concistoro e con altre Lettere Apostoliche condannammo i principali errori della tristissima età nostra, e stimolammo la Vostra esimia vigilanza episcopale, ammonimmo con ogni Nostro potere ed esortammo tutti i figli della Chiesa cattolica a Noi carissimi che avessero in sommo abominio l’infezione di una peste così crudele e la fuggissero. Specialmente poi con la Nostra prima Lettera Enciclica del 9 novembre 1846 e con due Allocuzioni (delle quali una fu tenuta da Noi nel Concistoro del 9 dicembre 1854, e l’altra in quello del 9 giugno 1862) condannammo le mostruose enormità delle opinioni che segnatamente dominano in questa nostra età, con grandissimo danno delle anime e con detrimento della stessa civile società, le quali non solo avversano la Chiesa cattolica, la sua salutare dottrina e i suoi venerandi diritti, ma altresì la sempiterna legge naturale scolpita da Dio nei cuori di tutti e la retta ragione; da tali opinioni traggono origine quasi tutti gli altri errori...

VII. Similmente, decretiamo e dichiariamo che le presenti Lettere in nessun tempo potranno venir revocate o diminuite, ma stabili sempre e valide dovranno persevera re nel loro vigore. E ciò non ostanti: precedenti costituzioni e decreti, tanto generali che particolari, pubblicati in Concili sia Provinciali che Sinodali; qualunque stauto e consuetudine in contrario, nonché l'uso delle predette Chiese, fosse pur sostenuto da prescrizione lunghissima e immemorabile, ma non superiore ai duecento anni.

 XI. Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto dichiarazione, volontari, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l'audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo.
     Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno quattordici di luglio, nell'anno mille cinquecento settanta, quinto del Nostro Pontificato...

Di questo tenore sono le interdizioni e le censure di San Pio V, oltre le quali è andato il pessimo Paolo VI (1897-1978) con la sua Costituzione Apostolica Missale Romanum del 3 aprile 1969, decretando forme nuove per la Messa e sostenendole con la seguente dichiarazione: “Noi desideriamo che i Nostri presenti decreti e prescrizioni siano fermi e validi per il presente e per l’avvenire, nonostante, nella misura necessaria, le ordinanze promulgate dai nostri predecessori.” 
Già nel 1969, gli autori del Breve esame critico del Novus Ordo Missæ, presentato a Paolo VI dai Cardinali Alfredo Ottaviani e Antonio Bacci, affermavano: “E’evidente che il Novus Ordo non vuole più rappresentare la fede (del Concilio) di Trento. A questa fede, nondimeno, la coscienza cattolica è vincolata in eterno. Il vero cattolico è dunque posto, dalla promulgazione del Novus Ordo in una tragica necessità di opzione”. 
“Addirittura imbarazzante la risposta che Paolo VI darà all’amico Jean Guitton nel novembre 1976. Durante un incontro privato Guitton, di fronte al disastro prodotto dalla riforma liturgica, con i tanti abusi permessi, segnala a Paolo VI anche l’irrazionalità e l’autoritarismo con cui si è proceduto: “L’opinione generale non può ammettere che tutte le Messe siano consentite salvo quella di San Pio V, Messa che tutti i Vescovi dicevano durante il Concilio”. Poi dice al Papa che: “Sarebbe auspicabile […] l’annullamento dell’interdizione fatta in Francia di dire questa Messa di San Pio V che il Concilio non ha mai preteso abolire.” 
La risposta di Montini è perentoria e agghiacciante: “Questo mai!” Ma ancora più incredibile la motivazione: “Questa Messa, come lo si vede ad Econe, diviene il simbolo della condanna del Concilio. Non accetterò mai che si condanni il Concilio per mezzo di un simbolo.” 

6 commenti:

  1. GRAZIE,GRAZIE,GRAZIE A TE GIANLUCA per aver dato il tuo tempo ad analizzare ed esporre queste idee che danno la chiarezza necessaria ad ogni fedele cattolico per capire cosa sia successo !

    E' talmente chiaro da dove arrivi il degrado ed il sovvertimento della liturgia e degli insegnamenti cattolici !

    E' così terribile rendersi conto che proprio sulla cattedra di Pietro è arrivato chi confuta ogni dottrina precedente, che è comprensibile che molti non accettino questa realtà e si ostinino a prostrarsi davanti ad una autorità che non è sostenuta da nulla se non da una elezione ,Dio sa come avvenuta !

    Aggiungo che proprio con questo articolo, caso strano (?) è ricomparso il tentativo di evitare la lettura su Google...La Madonna ci aiuti! NON PREVARRANNO!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Faccio eco a Mardu,
      e ti ringrazio tanto anch'io, Gianlu, per questo splendido articolo!
      :))

      Elimina
  2. Ricevo da Don Camillo che non riesce a postare...

    12 maggio 2009: Terremoto con epicentro a San Pietro - Castel Sant'Angelo in Vaticano.

    12 maggio 2010: B16 al Centro Cultural de Belém - Lisboa.

    "Proprio con lo scopo di «mettere il mondo moderno in contatto con le energie vivificanti e perenni del Vangelo» (Giovanni XXIII, Cost. ap. Humanae salutis, 3), si è realizzato il Concilio Vaticano II, nel quale la Chiesa, partendo da una rinnovata consapevolezza della tradizione cattolica, prende sul serio e discerne, trasfigura e supera le critiche che sono alla base delle forze che hanno caratterizzato la modernità, ossia la Riforma e l’Illuminismo. Così da sé stessa la Chiesa accoglieva e ricreava il meglio delle istanze della modernità, da un lato superandole e, dall’altro evitando i suoi errori e vicoli senza uscita. L’evento conciliare ha messo i presupposti per un autentico rinnovamento cattolico e per una nuova civiltà – la «civiltà dell’amore» - come servizio evangelico all’uomo e alla società"

    25 maggio 2010
    MESSAGGIO DA MEDJUGORJE

    "Cari figli,
    Dio vi ha dato la grazia di vivere
    e proteggere tutto il bene che è in voi
    ed attorno a voi e di esortare gli altri
    ad essere migliori e più santi,
    ma satana non dorme
    e attraverso il modernismo vi devia
    e vi guida sulla sua via.
    Perciò figlioli,
    nell’amore verso il Mio Cuore Immacolato,
    amate Dio sopra ogni cosa
    e vivete i Suoi Comandamenti.
    Cosi la vostra vita avrà senso
    e la pace regnerà sulla terra.
    Grazie per aver risposto alla Mia chiamata".

    RispondiElimina
  3. Grazie ma con il mio account don Camillo non riesco a pubblicare.

    RispondiElimina
  4. Per quanto riguarda l'affermazione del cardinale Ratzinger in Donum Veritatis, me sembra che la Madonna è d'accordo con le condannazioni del XIX secolo. Quando lei chiede la consacrazione della Russia e promette la sua conversione, sta promettendo uno Stato cattolico. Il concilio, a sua volta, ha dato a noi lo Stato Laico ! Che segno di contraddizione!

    E 'veramente un grande segno di contraddizione: se la Russia è consacrata, noi abbiamo la sua conversione e un segno di intervento divino, che può essere dimostrabile. Quale sarebbe tremendamente efficace contro l'ateismo e agnosticismo (che il Concilio ha encontrato, como il buon Samaritano - Paolo VI). Molto più efficace rispetto alle riunioni di Assisi e tutto ciò che è stato fatto dopo il Concilio. Come capire questo? La Madonna chiede la consacrazione da Russia per uno Stato cattolico e le Papi andano a Assisi per lo Stato laico ...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' così, Gederson ! Papi che vanno contro quanto richiesto dalla Madonna !
      Perchè?
      Una delle prime considerazioni che furono fatte e che continuano ad essere fatte dalla gerarchia è che non sono attendibili le parole di Suor Lucia dos Santos, quindi si può anche non adempiere a queste richieste...
      La seconda considerazione, che invece fanno i fedeli, è che la gerarchia vaticana è collusa con la massoneria e con i poteri mondiali e vogliono mandare avanti le direttive precise che consentiranno l'instaurazione del governo mondiale.

      Diciamo che la prima è la scusa del Vaticano per non fare ciò che chiede il Cielo.
      La seconda è la giusta motivazione che i fedeli hanno compreso.

      Elimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.