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sabato 5 maggio 2012

I Padri del Concilio Costantinopolitano IV "La prima salute è custodire la regola della retta fede"

Mentre impazzano i commenti e i convegni di autentici bugiardi della fede, (qui' si commenta la blasfema libertà religiosa), proponiamo un Commento interessante su l'enciclica "Pacem in Terris" del comunista e modernista e infausto Giovanni  XIII....
di Arai Daniele
Libertà x Verità
Il cappio della Pacem in terris è nella frase iniziale della versione latina pubblicata (Acta Apostolicae Sedis , No. 55, 257-304): - “In hominis juribus hoc quoque numerandum est, ut et Deum, ad rectam conscientiae suae normam, venerari possit, et religionem privatim et publice profiteri”. Ciò significa “Dobbiamo annoverare tra i diritti dell’uomo, che ognuno ha il diritto di onorare Dio secondo il dettame della sua retta coscienza”. Quale sarebbe il diritto della rectam conscientiae suae normam: il diritto di onorare Dio seguendo la retta norma della propria coscienza, o il diritto al [suo] culto di professare Dio in pubblico e in privato con la propria religione?
Ecco l’ambiguità che fa scambiare le norme divine su cui si fonda la retta coscienza, con una retta norma, come giudizio della propria coscienza autonoma.
Giovanni XXIII, sulla cruciale questione dell’anima umana davanti alla Verità, rilancia nella Pacem in terris (Ptr) l’ambiguità erasmiana che esprime la «revisione umanistica» sui concetti di dignità umana e libertà religiosa: ‘ogni uomo ha in sé la teologia’, sia scavatore o tessitore’, ed è ispirato e guidato dallo spirito di Cristo’.
L’ambiguità di Erasmo, condannata dalla Chiesa nel passato, è ripresa nei nostri tempi dal piano di aggiornamento conciliare: diviene il gran riferimento della Dignitatis humanae (Dh) del Vaticano II per la libertà della ‘coscienza autonoma’ in rapporto alla Verità. Sarebbe il diritto ecumenistico al culto privato e pubblico di Dio.
Ecco il percorso dalla Pacem in terris alla Dignitatis humanae.
L’insegnamento cattolico è che l’uomo ha il diritto di professare e praticare la religione cattolica, della Verità, non di praticare ogni altra religione e culto. 
Certo, l’uomo deve poter adorare Dio secondo coscienza, ma qui la parola “retta” implica quello che sarebbe “retto” per la sua coscienza, che non è necessariamente la retta coscienza nel culto di Dio; apre alla contestazione della verità cattolica per cui la coscienza deve essere formata dagli insegnamenti della Chiesa di Dio.
Ma l’ambiguità si è svelata intenzionale; base del piano ecumenista del Vaticano 2, cui ogni suo documento doveva mirare in modo coperto fino alla fatidica «Dignitatis humanae» della «libertà religiosa».
Era l’operazione dottrinale diretta ad acquisire i valori umanistici dell’illuminismo rivoluzionario degli ultimi due secoli, come già spiegata Ratzinger al giornalista Messori, e oggi ribadita, sempre concludendo che il Vaticano II l’ha realizzata.
Infatti, le rivoluzioni, dalla francese alla bolscevica, dalla massonica alla conciliare, vogliono la «libertà religiosa» da mettere nelle costituzioni.
Perla Chiesaè un’inversione inaudita, ma per i conciliari è una meta da giungere, anche se con parole ambigue ed ermeneutiche d’inganno proprie ai modernisti, sia quelli di «semplicità geniale» (G. XXIII), sia quelli di «geniale sofisticazione» (B. XVI).
La Dh, per esempio, porta una citazione di Lattanzio e un’altra di Leone XIII, ma né l’una né l’altra provano la proclamazione fatta, poiché Lattanzio parlava del diritto dei cristiani a praticare la loro religione nell’Impero romano e Leone XIII precisava di quale libertà parlava. Invece, la proclamazione di Giovanni 23, del diritto d’ogni uomo a professare la propria religione, guarda caso, cade sotto la condanna del liberalismo, proprio di Leone XIII nella Libertas, di cui la Ptr cita un passo.
Indegne furberie che rendono chiaro il senso sovversivo della Dh, “senso percepito dal P. Rouquette, che scriveva in Études del giugno 1963: – Essa [Ptr] è, di fatto, un evento che, per gli storici futuri, segnerà una svolta nella storia della Chiesa”. (Mons. F. Spadafora, «La Tradizione contro il concilio», pp. 240/1).
Una «bomba a orologeria», vista da Mgr. Marcel Lefebvre, innescata non solo nel mondo ecclesiale ma planetario. I suoi effetti si son visti appena chiuso il Vaticano II, non solo nelle ribellioni studentesche del ‘68, ma in quelle clericali tuttora in corso e che assumono le più variegate forme di autodemolizione, anche tradizionaliste!
Per capirle, poiché il maestro d’inganno può ora irretire perfino chi già cominciava a vedere dov’è tale «cardine liberticida», mentale e religioso, ricorriamo alla legge della Chiesa sul dogma del Primato di Pietro e successori, e poi alle luci di San Paolo.
La Costituzione apostolica del Concilio Vaticano I, «Pastor aeternus» (18.7.1870) insegna la dottrina sulla «perpetuità e natura del sacro Primato apostolico in cui sta la forza e la solidità di tuttala Chiesa; e di proscrivere e condannare gli errori contrari, tanto dannosi per il gregge del Signore… primato immediato e diretto su tutta la Chiesa di Dio… dopo la di lui esplicita confessione (Cf. Gv 1, 42)»…
«Rimane la disposizione della verità, e il beato Pietro, perseverando nella forza ricevuta dalla pietra, non lascia l’ufficio assunto di governare nella Chiesa» (S. Leone, Sermo III, ‘Insegnamenti pontifici’). 11, p. 283)… «Sicché, serbata l’unità sia di comunione sia di professione di fede col Romano Pontefice,la Chiesadi Cristo sia un unico gregge sotto un unico sommo Pastore» (Ib. p. 285)…
«I Padri del Concilio Costantinopolitano IV seguendo le orme degli antenati, proclamarono questa solenne professione – La prima salute è custodire la regola della retta fede»… E siccome non si può dimenticare la sentenza del Signore nostro Gesù Cristo, il quale disse: – Tu sei Pietro, e su questa pietra Io edificherò la mia Chiesa – (Mt 16, 18), la verità di queste parole è comprovata dalla realtà dei fatti: nella Sede Apostolica si è sempre custodita e professata la santa dottrina. Perciò non volendo in nessun modo dividerci dalla fede e dalla dottrina di questa, speriamo di essere fatti degni di appartenere all’unica comunione, predicata dalla stessa Sede Apostolica, nella quale si trova l’intera e la vera solidità della religione Cristiana» (Dz 171)… «I Vescovi di tutto il mondo, riferirono a questa Sede Apostolica quei pericoli che, soprattutto sorgevano nelle questioni di fede, affinché i danni alla fede fossero riparati di preferenza là dove la fede non può aver difetto» (Dz 694).
Principio d’identità e di non contraddizione
Per il retto pensiero, tutte queste verità riguardanti il Primato di Pietro e successori, definiscono la sua identità nella Sede Apostolica.
Chiaramente il Papa è per la Fede e non la Fede per Il Papa.
Ci può essere una posizione che inverte questa verità?
Negli ultimi tempi la si trova sistematicamente su «sì sì no no».
Vediamo come si cerca di giustificare ciò ricorrendo a principi filosofici in un articolo del 15.11.2011.

«Le conseguenze dell’abbandono del principio di non contraddizione (PdNC) e della metafisica. Il concilio Vaticano II non ha potuto conservare la metafisica, perché il PdNC che ne è il cardine, denunciando pubblicamente la contraddizione, l’avrebbe vincolato al magistero dogmatico di sempre, quello di Trento del Concilio Vaticano I; il che era ciò che di nuovo una parte dei padri conciliari intendeva, appunto, evitare. Costoro, si sa, volevano avere le mani libere. Ma l’abbandono del PdNC e della metafisica non è rimasto senza conseguenze. Esso ne ha avute tre, tutte sotto gli occhi dei fedeli ormai da 50 anni: A – la rinuncia al magistero dogmatico, che è il rifiuto della Verità nella sua pura forma metafisica; B – il magistero pastorale come ermeneutica, che è adesione alla verità nella sua mobile forma moderna; C – il primato della carità sulla Verità con cui si annuncia al mondo che la lampada verrà riposta sotto il moggio».
Limitandoci al punto “A”, abbiamo il dogma contro il relativismo dogmatico.

Ora, tutto ciò è già stato condannato dal magistero della Chiesa contro il modernismo.
Basterebbe rifarsi a questa condanna del modernismo per sapere che chi segue tale falsa dottrina non potrebbe essere nemmeno prete cattolico, tanto meno papa.
Ma qui si vuole limitare l’eresia a una semplice “rinuncia al magistero dogmatico”, come se non fosse dogma il primato dell’autorità pontificia. Ci può essere un vero “magistero” che rinuncia ai dogmi? Se lo fa, rinuncia al Vangelo stesso. E poiché il Vangelo è la base dell’autorità nella Chiesa, rinuncia alla sua stessa autorità.
Ecco che le spiegazioni del “sì sì no no” in materia, almeno negli ultimi tempi, sono dirette a delle “autorità, dottrine e magisteri” senza identità evangelica e apostolica, perciò in “contraddizione metafisica” conla Chiesadella Verità.
È mai possibile che tutto quest’imbroglio sia pubblicato sotto il titolo pomposo di: “In difesa della Veritá”? Non sará che definiscono un PdNC, ma senza abbastanza accortezza per non inciampare loro stessi in un’“autorità contraddittoria”, del tutto estranea a Gesù Cristo, sommo “Segno di contraddizione” per i poteri d’inganno?
“Nostro Signore è un segno indicante cose mirabili e occulte, visto dai semplici e compreso da quanti coltivano la saggezza” (San Basilio).
Allora sentiamo un preclaro giudice cattolico che la coltiva.
“La dottrina della Chiesa che esclude la libertà di religione e la separazione tra Stato e Chiesa è stata costantemente riaffermata nel corso dei secoli, pur tra debolezze e compromessi […] Da ultimo, però, questo insegnamento è stato radicalmente capovolto e la Gerarchiasi è trovata a sostenere essa stessa quelle dottrine promulgate e sostenute dalla massoneria, che (la Chiesa) aveva per l’innanzi così chiaramente e ripetutamente condannato e osteggiato come la quintessenza della irreligiosità e della ribellione a Dio e contro cui si era così a lungo battuta. Questo straordinario volta faccia è accaduto con Giovanni XXIII che enunciò per la prima volta, sebbene in forma un po’ implicita e velata, il davvero rivoluzionario principio nella Pacem in terris. Ma la formulazione chiara e sistematica di questa dottrina innovatrice si ha con la dichiarazione conciliare Dignitatis humanae, emanata a chiusura del Vaticano II.
“Coloro che affermano questo principio di libertà religiosa, in quel momento stesso affermano anche chela Chiesaha sbagliato per secoli e secoli, ne condannano come erronei illustri e chiarissimi documenti e sostengono che solo con Giovanni XXIII e il Vaticano II essa avrebbe ritrovato la giusta via, onde nessuno più di loro accusala Santa Chiesadi errore e di pervicace perseveranza in esso… calpestando un fondamentale diritto dell’uomo fino a quando è stata riscattata e redenta dalle dottrine liberali delle leggi massoniche, e cioè dei maggiori nemici di Cristo che la storia ricordi: allucinante contraddizione!”
Insegna San Paolo: “La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini; poiché è manifesto che voi siete una lettera di Cristo redatta da noi, vergata non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivo, non su tavole di pietra, ma su tavole che sono cuori di carne. Questa è la fiducia che abbiamo in Cristo, davanti a Dio. Non che ci crediamo capaci di pensare qualcosa da noi stessi, ma la nostra capacità viene da Dio che ci ha resi ministri idonei della nuova alleanza, non della lettera ma dello Spirito; la lettera uccide, lo Spirito vivifica… Il Signore è lo Spirito, e dove c’è lo Spirito del Signore ivi è libertà» (II Cr 3, 2-6; 17).
 
Oggetto del Ministero apostolico: «Perciò, investiti di questo ministero per la misericordia che ci è stata usata, non ci perdiamo d’animo; ma, evitando vergognose dissimulazioni, senza procedere con astuzia né adulterando la parola di Dio, ma con la manifestazione della verità ci presentiamo davanti alla coscienza di ogni uomo, al cospetto di Dio. E se anche il nostro Vangelo è velato, lo è per quelli che si perdono, ai quali il dio di questo secolo ha accecato le menti d’infedeli, perché non vedano il fulgore del Vangelo della gloria di Cristo, immagine di Dio” (ib. 4, 1-4).

23 commenti:

  1. In un mondo di pazzi chi dice la verità è un pazzo.

    Paradosi

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  2. TROVO SCRITTO:

    “una nuova lettura della fede cattolica, in grado di ripristinare le interrelazioni e le proporzioni adeguate tra tutti gli elementi della tradizione, dopo secoli di accentuazioni unilaterali”. È quanto dichiarato dal prof. José Ramón Villar, dell'Università di Navarra, intervenuto al Congresso internazionale “Concilio Vaticano II: il valore permanente di una riforma per la nuova evangelizzazione”, svoltosi il 3 e 4 maggio a Roma su iniziativa dalla Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce.

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    Questa gente pensa troppo e, per giunta, sbagliato.
    Con queste riflessioni per giustificare tutto il presente, gettando indiscriminatamente un'ombra su tutto il passato, dovrei dedurre che pure i martiri, che confessavano l'integrità della fede cristiana pur dinnanzi alla morte, erano animati da ACCENTUAZIONI UNILATERALI.

    In effetti che sarebbe costato loro mettere dell'incenso al genio dell'imperatore romano?

    Non c'è nulla da fare: sono eretici.

    Paradosi

    RispondiElimina
  3. Vedervi rosicare mi giova alla salute5 maggio 2012 alle ore 12:53

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    Sempre più in basso. Siete fortissimi.
    La forza delle vostre barzellette è nella bile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gente come te è mossa dai venti: dove tira il vento si posizionano. Un domani (ammettiamo per ipotesi) in cui il papa e tutti i vescovi pensassero come si mostra in questo blog andresti a ridere in faccia a quelli che la pensano al contrario.

      Gente come te non è animata dalla ricerca del vero, ma dallo stare dove si pensa essere il carro dei vincitori. E questa sì che, per la fede, è buffoneria pura!

      Elimina
    2. Gente come te, nell'odierno Egitto, prenderebbe la parte dei mussulmani contro i copti e, ridendo in faccia a questi ultimi, giustificherebbe attentati e bombe che i fondamentalisti mussulmani mettono nei luoghi di culto cristiani, pur di rendere l'Egitto un luogo religiosamente "puro".

      Ecco cosa c'è dietro la tua risata: un autentico demonio!

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    3. Caro " vedervi rosicare mi giova alla salute", lei è uno sciocco, perchè la salute è una cosa seria e pensare di favorirla sulla bile - inesistente - degli altri, non è cattolico, non è caritatevole, non è saggio e non è salutare. Si dedichi seriamente alla sua salute, ma non a quella fisica, che pur ottima che sia, le auguro, eterna non rimarrà.
      Pat

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  4. Le accuse a "Si Si No No" mi sembrano infondate.
    Il punto sotto accusa
    A – "la rinuncia al magistero dogmatico, che è il rifiuto della Verità nella sua pura forma metafisica;" che è in sè una constatazione, un dato di fatto, un' esposizione, una panoramica, tant'è vero che si aggiunge " sotto gli occhi dei fedeli ormai da 50 anni", cosa dimostra?!

    Che il quindicinale si stia ingraziando i conciliari, in questi tempi di dialoghi, passando dalla verità "Papa per la Fede" all'errata "Fede per Il Papa" ?
    Che salto del cavallo: non è forse che un sedevacantista simpliciter(!) dichiarato, non può ammettere che i rivali di "Si Si No No" non si sbilancino mai con una ferma presa di posizione del tipo: il Papa non esiste più(!), la sede vacante(!), la Chiesa morta e sepolta(!) etc etc
    Un affronto non dirlo?

    ...Ma la posizione di Si Si No No, a dire il vero, è sempre la medesima da anni, ma forse se non canti nel coro, con alcuni, sei già diventato un complottista...

    RispondiElimina
  5. Infatti, non bisogna mai cantare in un coro?
    Ad ognuno il suo coro.

    Che dire allora del neocat. che ,giustamente, cita il papa in approvazione del suo cammino?

    Non ha il papa approvato e benedetto varie volte famiglie neocat., dirigenti ed altro?

    Cosa dire al proposito? "Accidenti al papa, ma evviva il papa" ?

    Partendo dal principio dell'infallibilità quando parla ex cathedra, si deve definire quando parla con la sua autorità e quando no.
    Dobbiamo essere noi a decidere in quali momenti è in quella posizione?

    La via è molto stretta ed ardua. Non è il caso di tagliare a fette le posizioni razionali altrui che cercano di dare la spiegazione più razionale riguardo ai nostri tempi drammatici.

    Arai è un esempio di fedele alla ricerca di una spiegazione logica.
    Prego di non etichettare per escludere dalle ipotesi. Il cosiddetto "sedevacantismo" alla Guerard des Lauriers è una delle ipotesi che Lefebvre ha ipotizzato ma non si è sentito di abbracciare per prudenza e perchè non riteneva giusti i tempi.

    La FSSPX non è immune da errori e nemmeno mons. Fellay.
    Se il papa, considerato vero papa, pure sbaglia clamorosamente nell'accettare liturgie e dottrine eterodosse, pure altri di altre comunità possono sbagliare.

    Consiglio ancora di non abbandonarsi in fiducia totale in chi, religioso, è anche lui disperso, senza capo.

    Il capo-papa, non desidera più pronunciare ex cathedra. Non sappiamo perchè.Ma è così!
    Il resto sono solo supposizioni che producono posizioni umane espresse in comunità religiose una-cum , non-cum, pro-papa, pro-sè con appoggio papale (neocat.) ecc. ecc.

    Possiamo pronunciarci in favore di una o dell'altra posizione solo alla luce della dottrina di sempre, quindi escludiamo i protestanti, gli eretici, i giudaizzanti e tutti quelli che deviano chiaramente.

    Tutti gli altri che seguono il solco della Tradizione, ciascuno con la sua teoria (pure i Francescani dell'Immacolata papofili, che si dichiarano in piena sintonia papale)sono da apprezzare e da non escludere a priori.
    Importante è che seguano una coerenza e logica razionale onesta.

    RispondiElimina
  6. Questa è la voce nel mio coro. Uso la prudenza malgrado i fatti.
    Ma ti devo dire che Arai non è un esempio di fedele alla ricerca di una spiegazione logica e nemmeno un sedeprivazionista alla De Lauriers, lui è già solido nelle sue posizioni: se non ha cambiato idea, è un sedevacantista sic simpliciter, che significa che considera la sede totalmente vacante, Chiesa terminata, finita...
    Alcuni di coloro che seguono queste posizioni poi si fanno anche un papa e organizzano conclavi senza autorità...il passo è breve.

    Sono posizioni pericolose. Estreme. Di fronte allo scandalo ben comprensibile bisogna resistere alla tentazione di demolire ogni remora...

    Il peggio poi di certe posizioni estreme è quel sentirsi poi investiti di una sorta di egotica raccomandazione celeste, da legati divini..."io sono uno dei pochi che comprende, io sono un eletto". Per questo sono convinto che essere sedevacanti sic simplicter sia oltremodo pericoloso per le anime...

    Meglio la prudenza, e la Fede.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo con te Ghergon pur apprezzando molte cose di Daniele Arai non concordo con la posizione sedevacantista, anche all'epoca di Liberio allora la sede era vacante chi dovrebbe essere stato papa solo Sant'Attanasio?
      Il sedevacantismo è una posizione inaccettabile, l'altra è complessa e complicata e Don Davide mi disse che non è vero che Mons. Lef. era d'accordo.
      E' una strada molto pericolosa e tutti i loro dscorsi finiscono per affermare il sedevacantismo.
      Una semlice domanda: secondo loro il Papa non dovrebbe mai sbagliare?
      Anche questo è contro il PdNC.
      Quando Pietro I sbagliò ad antiochia la sede era vacante oppure era solo materialiter e non formaliter.
      Per favore...
      CVCRCI

      Elimina
  7. Sono d'accordo che le posizioni estreme di granitica certezza portano pure a conclusioni graniticamente ....erronee !
    Leggo infatti di personaggi che si costruiscono conclavi e si fanno eleggere papi sempre sullo sfondo dell'idea che un papa non sussista attualmente.

    Il fatto di decidere che un papa eletto non abbia autorità, comunque, non deve portare necessariamente a cercare affannosamente una soluzione elettiva.

    Le emergenze della storia raramente si sono evolute al bene con emergenze reattive. Il Signore è il Padrone della storia e Lui può decidere quando e come modificare.
    Il ruolo nostro è solo quello di additare l'errore, quando riusciamo a vederlo, e trarne una teoria plausibile per capire la ragione o l'origine.

    Altro passo è quello di tenersi fuori dalla congrega che segue l'errore per non essere coinvolti come le migliaia di fedeli intruppati nelle sette o movimenti, ed i milioni intruppati nella chiesa che credono ancora cattolica.
    Del cattolicesimo è rimasta l'ombra e la struttura gerarchica; tutto il resto è solo esercizio di potere e formalismo per mantenere un'identità pur che sia.

    Ma nemmeno tocca inserirsi in una teoria che ha una pur validità umana e razionale e bocciarne un altra solo perchè temiamo che porti ad estremi.

    Come dicevo prima, la via è stretta ed ardua ed ogni passo può essere sbagliato ma se uno sale con un'altra via, se ne è capace non è il caso di gridargli che sbaglia perchè la nostra è più giusta.
    Entrambe le vie sono difficili ed aspre e tenersi a tiro di voce è la cosa migliore, e non altro.

    Un caro saluto fratello di cordata.

    RispondiElimina
  8. Aggiungo poi che leggendo spesso gli articoli di Arai, trovo una terribile amarezza ed ansia in lui, per cercare di far capire la rovina che moltissimi non vogliono vedere.

    Comunque la sua visione non mi pare di una chiesa finita e terminata, altrimenti non potrebbe definirsi cattolico. La chiesa non finisce con la mancanza di un papa o con la sua "vacanza". Rimane sospeso il capo, ma non i fedeli. Voglio qui ricordare che in Giappone rimasero 200 anni senza vedere un prete e senza sapere nulla del papa e di Roma. Rimasero tenacemente e "ferocemente" aggrappati ad una testimonianza orale che si trasmetteva nei villaggi cattolici, senza far trapelare nulla.

    Nel 1800 quando le cannoniere americane imposero il commercio col resto del mondo il Giappone della medievalità più scura e primitiva fu costretto ad emanciparsi ed i cristiani cattolici poterono finalmente manifestarsi e riavere contatti col mondo cristiano.

    200 anni non sono cosa da poco! Significa che di generazione in generazione si trasmettevano le informazioni sul Vangelo.

    Ebbene noi stiamo riprendendo quel cammino, ricordando le verità secolari ai perduti, alle anime perse dal Concilio, che hanno costruito delle loro "verità" tanto per fare massa e non sentirsi soli.
    Perchè un papa che insegni la via cattolica di sempre, non c'è più!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No Mardu non può esistere un corpo senza la testa invece può esisere un corpo con una testa che non ragiona.
      Questo è inconfutabile.
      L'esempio che tu porti è in rapporto alla fede dei singoli e dimostra che la Fede è in Dio e nella Rivelazione, anche io non so cosa fa il papa ogni giorno ma se così fosse allora, se la Fede esistesse anche senza il papa a cosa servirebbe il Papa?
      Perchè Gesù volle affidare a Pietro le sue pecore?
      Vorrei ricordare la profezia del Card. Eugenio Pacelli (grande papa):Verà un giorno in cui il mondo civilizzato negherà il proprio di Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro.ecc.
      CVCRCI

      Elimina
    2. Il corpo della Chiesa ha come capo Cristo, non il papa, il quale è (deve essere) solo un esecutore-custode del Verbo di Cristo.
      Il papa è il Vicario! Ovvero il capo/testa vicario !
      Il corpo senza papa può esistere eccome, anche se in condizioni terribili.
      Un corpo senza cervello è vivo eccome, anche se molti ora negano la vita a chi è "decerebrato"....

      Elimina
  9. Purtroppo è così, non solo manca l'insegnamento, ma manca anche l'esortazione alla preghiera, l'incitamento alla riparazione, il richiamo ad inginocchiarsi per ringraziare ed impetrare, manca tutto. Cosa pensare di questo totale abbandono delle anime? E pensare che il 2012 dovrebbe essere l'anno della fede...si, ma in che cosa ed in quale modo?Nonostante tutto, cari amici, guai a farsi prendere dallo sconforto, sentimento che non può appartenere a chi veramente crede, seppur debole e miserabile peccatore. Scrivevo ad una mia cara amica che gli anni che stiamo vivendo sono tremendamente pericolosi per la salvezza dell'anima, i dubbi, le incertezze, gli scempi, i cattivi esempi mostratici rendono la vita di un cattolico che tale voglia essere e vivere in continuo pericolo di cedere e di perdersi, ma questa è la nostra prova, questo è ciò che Nostro Signore ha disposto per noi ed a questo noi dobbiamo corrispondere con tutte le nostre forze, nutrite e sostenute dalla Tradizione millenaria di Santa Madre Chiesa. Perchè tutti questi dubbi, perchè tutte queste difficoltà nel cercare di capire cosa è successo, cosa stia succedendo e cosa succederà? Perchè la Verità è UNA sola ed appartiene alla Santa Chiesa di Cristo e qualsiasi altra risposta umana possa essere concepita per affrontare l'apostasia conciliare rimane comunque limitata a sè stessa, si chiami Fraternità, o sedevacantismo, o francescanesimo dell'Immacolata o chiunque altro. Tutti loro possiedono semi di verità, ma anche di errore e non potrebbe essere altrimenti e così sarà finchè la Chiesa Cattolica rimarrà oscurata dall'iniquo agire di molti indegni suoi membri.
    A me piacciono gli articoli di Arai, ce ne sono alcuni veramente interessanti, ma penso che a volte il voler comprendere tutto non sia opportuno e nemmeno necessario per possedere una fede dignitosa e salvifica, l'essenziale è abbandonarsi fiduciosi alla Divina Volontà che mai potrà deludere.
    Patrizia

    RispondiElimina
  10. Patrizia, concordo in toto !
    Che il Signore ci assista e ci guidi nel buio!

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  11. Di certo trovo più cattolico il bravo e onesto Arai Daniele, che l'invertito Montini o Assisi-day Wojtyla, uomo del Sinedrio (sì, il Sinedrio o Kahal, che condannò alla Croce Nostro Signore, sta ancora in piedi ed è in ottima salute)se mai ve ne fu uno. Arai per lo meno non ha mai partecipato a riti demoniaci di stampo vudu: di questi tempi è già qualcosa. Riccardo da Aosta

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    Risposte
    1. Anche questo è vero, sembra che le benedizioni con sterco siano "profumatamente" ambite in certi ambienti...
      Patrizia

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  12. Giovanni XXIII iniziò ha modificare la tradizione avvicinandola un pò per volta al modernismo, Paolo VI trasformò totalmente la tradizione nel modernismo, GiovanniPaolo II divenne grande apostolo di queste eretiche dottrine portandole fino ai confini della terra e Benedetto XVI ricevendo tutta l'eredità modernistica, l'ha perfezionata e abbelita con il cavallo di troia del motu proprio e con la dolce parola ermeneutica della continuità.
    INCREDIBILE! questi papi sono stati molto furbi ed ognuno di loro ha aperto la strada all'altro, affinchè portassero più facilmente la loro missione a compimento.
    Personalmente credo che un piano così diabolicamente orchestrato non può essere frutto del caso, ma sicuramente questi papi sono stati formati adeguamente da qualcuno su cosa dovevano fare. Perchè dico questo, semplice perchè se studiamo quello che hanno fatto questi papi da Giov XXIII a Ben XVI si comprende chiaramente che sono stati molto strategigi seguendo un piano ben preciso, esageratamente preciso, quindi fin troppo preciso, arrivando fino al modernismo sublimato di Ben XVI.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io noto una recrudescenza dell'iniquità trasmessa più o meno scientemente da un papa ad un altro, ma tutti postconciliari. Guarda caso!

      Alcune teorie, tra cui di un ebreo convertito, parlano di papi di origine ebraica quindi portati spiritualmente al ritorno al giudaismo, e quindi all'apostasia dal cattolicesimo e cristianesimo.
      A meno che non vi sia in loro un fine ben preciso instillato da qualcuno, ma di cui non potremo MAI essere certi.

      Elimina
  13. Nulla succede per caso e quanto sta accadendo da decenni a questa parte è un aspetto, fra i più tremendi, del mistero d'iniquità. Meriteremmo di peggio? Certo, ma la forza della preghiera e della S.Messa - che ancora è celebrata nel mondo - sono un argine potente davanti alla Giustizia Divina, mitigando ed abbreviando l'inevitabile castigo.
    Noi, consapevoli di questo, abbiamo il preciso dovere di riparare, riparare, riparare, di impetrare misericordia e supplicare grazie non solo per noi, ma per tutti, anche per chi non crede, non adora, non spera e non ama. E' la preghiera di Fatima, il suo messaggio principale: penitenza, penitenza, penitenza.
    Patrizia

    RispondiElimina
  14. hai perfettamente ragione Patrizia, occorre riparare, riparare, riparare. i servi di baphomet sono molti e potenti, ma molto più potenti anche se in netta minoranza sono coloro che confidano nel Signore per mezzo del Cuore Immacolato di Maria.
    Riflettendo sulla situazione odierna sembra, umanamente parlando che tutto è finito, ma la fede ci insegna che tutto è possibile in Colui che ha sconfitto la morte.


    "NULLA VERITAS SINE TRADITIONE"

    RispondiElimina

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