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lunedì 8 aprile 2013

IL COSIDETTO "VESCOVO DI ROMA" SOSTITUISCE LA FERULA PAPALE CON LA CROCE DELL'INQUALIFICABILE MODERNISTA E QUANT'ALTRO MONTINI...

Un immagine che vale più di mille parole, questo signore in poco tempo si stà distinguendo per mandare messaggi riformatori in senso modernista quindi anticristiani. Siamo ancora all'inizio del cosidetto "Pontificato" di Bergoglio e noi crediamo che ne vedremo delle belle da questo signore che non si presenta mai come Pontefice ma come semplice Vescovo...

ADDIO FERULA...

La ferula papale è il pastorale particolare del Papa, detto anche "croce piscatoria". Anziché essere ricurvo, è dotato, all'estremità superiore, di una croce, alcune volte a tre braccia. Al Pontefice spetterebbe in realtà come pastorale la croce papale tripla, ossia un bastone con all'estremo una croce a tre braccia, usata l'ultima volta da Giovanni Paolo II nel Giubileo del 1983.
Dal pontificato di Paolo VI a quello di Benedetto XVI ne venne utilizzata una nuova realizzata da Lello Scorzelli terminante in crocefisso anziché in croce. Dalla domenica delle palme del 2008, però, Benedetto XVI riprese l'uso della ferula di papa Pio IX (dotata di croce) essendo più leggera e maneggevole.
Il 28 novembre 2009 Benedetto XVI ha cambiato di nuovo la ferula, adottandone una personale donata dal Circolo San Pietro sempre dotata di croce, ma di peso leggermente inferiore a quella di Pio IX, per motivi ancora una volta di maggiore praticità. Papa Francesco utilizza la ferula in uso al predecessore dal 2009. Tuttavia, il 7 aprile2013, in occasione della presa di possesso della cattedra di San Giovanni in Laterano, ha nuovamente utilizzato la ferula di Paolo VI...
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di Jérôme Bourbon

Editoriale del settimanale francese Rivarol  n° 3086 del 22 marzo 2013


Nessun vaticanista aveva previsto l’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio. Senza dubbio a causa della sua età avanzata (76 anni e mezzo), del suo stato di salute (dall’età di vent’anni ha un solo polmone) e del suo profilo giudicato generalmente più progressista di quello di Benedetto XVI. Tuttavia, il vecchio arcivescovo di Buenos Aires era colui che in occasione del conclave del 2005 aveva ottenuto più voti dopo Joseph Ratzinger. A riprova che viene considerato come uno dei prelati più apertamente modernisti, in quella occasione egli aveva ricevuto il sostegno dei partigiani del defunto cardinale Martini, capofila degli elementi più progressisti.
Salvo qualche grande sorpresa, tutto lascia dunque pensare che il regno di Francesco I segnerà una svolta a sinistra. D’altronde, molti tradizionalisti che, molto ingenuamente avevano salutato favorevolmente l’elezione di Giovanni Paolo II, nel 1978, e di Benedetto XVI, nel 2005, credendo di vedere in essi degli autentici conservatori, questa volta sono amareggiati e inquieti, a giudicare da quello che si può leggere nei diversi forum.Così il giornalista Yves Daoudal, che fino ad oggi aveva sempre manifestato la più avanzata deferenza verso i precedenti occupanti del Soglio di Pietro, oggi sul suo blog si dimostra molto severo nei confronti del successore di Benedetto XVI:
« (Bergoglio) ha scelto un nome che nessun papa aveva portato. È la prima volta che capita dopo il caso di un certo Lando che fu papa solo per sei mesi all’inizio del X secolo [si tratta di Papa Lando, pare un italiano del Lazio, eletto nell’agosto del 913 e morto a gennaio del 914, che scelse di usare il suo nome di battesimo - NdT].
Questa scelta mostra la volontà di non iscriversi in una linea (in una… “tradizione”). Si può interpretarlo diversamente, ma si può anche interpretarlo così soprattutto visto il contesto; tanto più che egli si rifiuta di essere Francesco I e dunque di iniziare una linea. Egli è il primo Papa che appare sulla loggia di San Pietro senza alcun paramento liturgico e che si degna di rivestire una stola solo per la benedizione urbi et orbi, recitata e non cantata. Egli incomincia la sua allocuzione con un “buona sera” e la conclude con un “buona notte”, come tutti i preti refrattari ad ogni spirito liturgico, che cominciano la Messa solenne con “buon giorno a tutti” e la concludono con “buona Domenica”. Egli parla esclusivamente come vescovo di Roma e si rivolge solo ai Romani, nonostante si trovi al cospetto della gente del mondo intero, tramite la televisione del mondo intero.»

L’elezione di Jorge Mario Bergoglio può analizzarsi in effetti come una sconfessione d Joseph Ratzinger, che forse è stato costretto alle dimissioni da chi è più progressista di lui.
Certo, entrambi sono dei modernisti, adepti del Vaticano II e della rivoluzione dottrinale, liturgica, disciplinare e pastorale che ne è derivata, come del resto lo sono i 115 cardinali elettori, nominati tutti sia da Karol Wojtyla sia da Joseph Ratzinger. Ma se il modernismo di questi due sapeva talvolta camuffarsi sotto degli orpelli apparentemente tradizionali, quello di Bergoglio è molto più brutale.

In quanto arcivescovo di Buenos Aires, questo argentino di origine italiana, che ha interdetto nella sua diocesi l’applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum e che non ha mai manifestato il minimo interesse per la Messa tridentina né per i preziosi e dorati paramenti sacerdotali (da cui lo smarrimento dei tradizionalisti dell’Ecclesia Dei e degli elementi accordisti della FSSPX), si è spinto a tal punto nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso che ci si può aspettare degli ulteriori passi avanti in questa direzione.

Il 19 giugno del 2006, nel corso del «III Incontro Fraterno della Rinnovata Comunione degli Evangelici e dei Cattolici nello Spirito» che si è svolto nello stadio Luna Park di Buenos Aires, Jorge Bergoglio è piombato in ginocchio per essere benedetto dai quasi venti pastori protestanti presenti, cioè da delle persone che dalla Chiesa cattolica sono sempre state considerate come eretiche.

Ma è soprattutto verso i Ebrei che colui che vuole una «Chiesa povera» (arriverà fino a vendere o ad offrire i tesori del Vaticano?) e che è attento all’ambiente (ah, la moda dell’ecologia!) ha dimostrato la maggiore affinità e compiacenza.
Egli infatti ha partecipato attivamente a dei culti talmudici nelle sinagoghe, celebrando particolarmente la festa ebraica della ḥănukkāh, ha scritto un libro con un rabbino, ha composto la prefazione del libro di un altro rabbino (presentato come “suo professore”), come nota con soddisfazione il sito ultrasionista JSSNew.

Nella cattedrale di Buenos Aires, che egli ha prestato regolarmente ai Ebrei, ai musulmani e ai protestanti, Bergoglio, il 12 novembre 2012, ha fatto accendere sei candele «alla memoria dei 6 milioni di Ebrei uccisi nell’olocausto» e davanti ad un uditorio composto in gran parte da rabbini, ha pronunciato delle riflessioni molto condivise sulla commemorazione della Notte dei Cristalli. Possiamo quindi aspettarci nuove prostrazioni davanti al gran Sinedrio e l’offerta di numerosi grani d’incenso davanti alla religione dell’Olocausto.
In questo contesto si capisce perché il B’nai B’rith, il grande rabbinato di Israele, il presidente israeliano Shimon Perez e i principali esponenti israeliani siano stati così ditirambici verso Francesco I al momento della sua elezione.

D’altronde, il successore di Benedetto XVI non è certo ai cattolici che ha indirizzato il suo primo messaggio, ma alla comunità ebraica di Roma. Il giorno stesso della elezione, Francesco I ha trovato il tempo per scrivere una lettera a questa comunità, dove afferma: «spero vivamente di poter contribuire al progresso che le relazioni tra Ebrei a Cattolici hanno conosciuto a partire dal Concilio Vaticano II, in uno spirito di rinnovata collaborazione e al servizio di un mondo che possa essere sempre più in armonia con la volontà del creatore

Come si vede, dopo l’avvento di Giovanni XXIII, il 28 ottobre 1958, niente cambia a Roma, se non in peggio.
Tuttavia, occorre evitare di confondere la religione cattolica con questa contraffazione della Chiesa che occulta ed eclissa la Chiesa di Gesù Cristo.

In effetti, noi viviamo il tempo della Grande Apostasia predetto nelle Scritture. In questo periodo apocalittico è necessario, innanzi tutto e prima di ogni cosa, essere lucidi e non farsi illusioni, poiché, come insegnava Bousset, «non c’è peggiore turbamento dello spirito che vedere la realtà non com’essa è, ma come si vorrebbe che fosse.»

7 commenti:

  1. Il settimanale Rivarol è antisemita (alcuni membri hanno già ricevuto condanne in merito) e di estrema destra. L'autore dell'articolo viene da un contesto culturale i cui ideali sono ripugnanti.

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  2. "settimanale antisemita....contesto culturale ..ideali ripugnanti".
    Di grazia, quali sono gli ideali ripugnanti del sig. Jerome Bourbon ?

    Settimanale antisemita cosa significa ? Che è contro i semiti, ovvero arabi,ebrei, asiatici ?
    Sig. Piero, venga giù dall'albero, non stia in precario equilibrio sui rami, a rischio di cadere ed invece di gettare sassi e fuggire nel cammino di nostra conoscenza, spieghi le sue lagnanze continue con frasi logiche e ricche di circostanze culturali....se riesce!

    Altrimenti torni a camminare con i suoi correligionari catto-ebraici.
    Personalmente sono cattolico, non catto-ebraico, e provo un certo dispiacere al vedere un ebreo od un islamico esprimere la loro fede.Anime ad un passo dalla fede cristiana che vedono ovunque, ma insistentemente lontani.

    E, per finire, anche se fosse giornale così vituperabile poichè di visione molto parziale, vi è scritto un articolo dettagliato e logico che non fa trasparire alcuna "parzialità" particolare, se non rilevare come l'ebraizzazione della Chiesa cattolica prosegua in modo accelerato e scellerato.

    La Chiesa cattolica non dovrebbe nè ebraizzarsi, nè islamizzarsi, nè buddistizzarsi, nè altro.
    Vede Piero, se vi fosse un'islamizzazione grideremmo che ci sia- e non andrebbe bene-.

    Non si tratta di essere contro ebrei, in modo specifico, si tratta semplicemente di desiderare che la Chiesa sia cattolica NON ALTRO.
    Certo che chi è abituato da decenni o da circostanze a seguire una chiesa acefala,ex cattolica, ed aperta ad ogni novità del mondo e per il mondo, non può capire il dramma attuale.

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  3. La rivista Rivarol ha pubblicato articoli di sostegno al "negazionismo" negli Anni Cinquanta e Sessanta ( nel 1964 un articolo di Paul Rassinier. Per antisemitismo intendevo opposizione agli Ebrei. )
    Ignoravo di stare in precario equilibrio sui rami degli alberi. Per fortuna me lo ha detto lei per risvegliare la mia coscienza religiosa. Non sapevo inoltre di seguire una Chiesa ex cattolica, acefala (!?) ed ebraizzata in modo scellerato. Sa, non me ne ero accorto. Ma se lo dice lei, dato che possiede una infallibile certezza in campo liturgico e dottrinario, sarà anche vero. Ho ascoltato le omelie di vari sacerdoti e, in certe occasioni anche di vescovi nonché di papi, e non ho mai colto fenomeni di "ebraizzazione". Forse mi sbagliavo. Ho anche letto vari suoi interventi nei blog e ho notato la sicurezza invidiabile che lei possiede sulle Verità di Fede e sul retto cammino che la Chiesa cattolica dovrebbe seguire (certamente non quello dei "papocchi" che l'hanno governata. Erano dei papocchi? Altra cosa che molti uomini di cultura e prelati di vario grado gerarchico evidentemente ignorano). Farò tesoro delle sue illuminanti ed equilibrate riflessioni lette qua è là sul web (equilibrate, logiche e razionali non solo per le certezze che esprimono ma anche per il linguaggio). Ne stia pur certo.....

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    Risposte
    1. Per sig. Piero
      Ohhhhh, orrore! Hanno pubblicato articoli sul "negazionismo"!!! Cosa scandalosa per i peri che vivono di sentito dire e non si documentano mai.
      Se si leggesse , non dico tutto poichè sono mille pagine, ma solo qualche articolo sintetico dell'opera voluminosa di Mattogno,allora si potrebbe cominciare a pensare di essere stati gabbati per decenni.

      Ma chi ascolta papi e vescovi senza porre dubbi su quel che è o era o dovrebbe essere la Chiesa Cattolica, ha lui ,sì, certezze assolute poichè le hanno dette altri al posto suo.
      Così pensa di cavarsela al Giudizio, non sapendo che l'obbedienza è altra cosa.
      Continui pure sulla sua strada, forse è quello che ha proprio scelto, certo è la più comoda.
      Personalmente ne ho scelto un'altra che cerca certezze e verità e quindi cerco di documentarmi quanto possono le mie facoltà ed il mio tempo.
      E quel che scrivo SONO SOLO LE SINTESI DI QUEL CHE HO LETTO, caro lei, sono per pochissimo il frutto di me stesso!
      Le sicurezze le avevano i santi che scrissero, non certo io che cito, come citano i curatori del blog. Ma queste sono cose che non la toccano visto che si ascolta solo quel che si vuole ascoltare..

      In quanto a risvegliare la sua coscienza religiosa, non ci penso proprio non essendo il suo confessore e non potendo esserlo per varie ragioni.
      Se poi non coglie neppure l'ebraizzazione della Chiesa nei discorsi e negli atti, allora lei non vuole proprio vedere ed è inutile discutere.
      Sarà un altro di cui di mi dispiaccio, ma il mondo è pieno di personaggi come lei, sono la straripante, democratica -maggior parte-....
      Amen!

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    2. Lo sa qual è il modo più stupido di perdere tempo? Stare a leggere i vaneggiamenti mentali di alcuni. Io di tempo ne ho perso sin troppo.

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  4. Molti danno a questo gioviale papocchio, il titolo di "badoglio". L'assonanza è carina, ma per il re papicello sarebbe più adatta la definizione di Neville Chamberlain d'Oltretevere. Egli vuole tanto l'"appeasement" oves et boves; ebbene, queste cose si sa come vanno a finire: "potevate scegliere tra il disonore e la guerra; avete scelto il disonore, e avrete anche la guerra."(W.Churchill).
    Vedrai quante V2, Franceschiello!!

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