sabato 30 novembre 2013
"Padre Pio mi fece prendere una sedia, e disse: «Siediti e dimmi come ti regoli tu, quale confessore, in materia di aborti"...
[Padre Pellegrino Funicelli, “Padre Pio tra sandali e cappuccio”, pp. 376-379]
Padre Pio mi fece prendere una sedia, e disse: «Siediti e dimmi come ti regoli tu, quale confessore, in materia di aborti».
Dopo aver sentito scattare, come un campanello di allarme o per lo
meno come un campanello importuno, questa domanda, desiderai
maggiormente scappare via; ma capii che andandomene avrei peggiorata la
mia situazione e rimasi, rassegnato a beccarmi una bella lezioncina.
Feci comunque un’osservazione fuori posto: «Come frate non credo di
avere il dovere di pormi simili problemi». «Assittete (Siediti)»,
ingiunse indicandomi la sedia.
Nel timore di essere redarguito per qualche eventuale mio difetto in
materia di aborto e nel desiderio di svicolare per la naturale
riluttanza a incassare rimproveri, dimentico o non curante del fatto che
così rinunziavo a qualche notevole guadagno spirituale o mi giocavo
addirittura il posticino in Paradiso, preferii affrontare l’argomento
indirettamente. Gli rivolsi magnificamente gravido di minacce, una
domanda frettolosa rivolta a lui, senza vergognarmi della meschinità del
contrattacco inopportuno: «Padre, lei stamattina ha negato
l’assoluzione per procurato aborto a una signora; perché è stato tanto
rigoroso con quella povera disgraziata?».
La domanda non era tanto innocente, quanto potrebbe apparire a prima
vista, perché si accompagnava all’intima convinzione che lui, Padre Pio,
sempre buono e misericordioso con tutti i membri della grande famiglia
umana, sarebbe stato trattato duramente dalla giustizia divina, per
“l’eccessivo” rigore adottato nel grande Tribunale della Penitenza, a
cui, come ad un favo di miele gocciolante, attirava, per altro, migliaia
di penitenti.
In altra occasione rispose a questo mio giudizio temerario ritorcendo
l’argomento: «Perché? Tu che sei dolce con gli assassini e noncurante
delle vittime, che cosa ti aspetti della giustizia di Dio? Un gesto di
clemenza? […] il giorno in cui gli uomini, spaventati dal (come si
dice?) boom demografico, dai danni fisici o dai sacrifici economici,
perderanno l’orrore per l’aborto, sarà un giorno terribile per
l’umanità, perché è proprio quello il giorno in cui dovrebbero
dimostrare di averne orrore». Poi, come mettendo una parentesi,
continuò: «Tuttavia non sono tanto deficiente da credere di poter
mettere il punto e la parola fine all’inizio del mondo: sono ottimista e
credo fermamente nella possibilità di un ritorno ai primordi istinti
della natura umana». Mi afferrò per la pettorina, mi calcò la mano
sinistra sul petto, come se volesse impadronirsi del mio cuore e riprese
con un fare molto sbrigativo: «L’aborto non è soltanto omicidio, ma è
pure suicidio. E con coloro che vediamo sull’orlo di commettere con un
solo colpo l’uno e l’altro delitto, vogliamo avere il coraggio di
mostrare la nostra fede? Vogliamo recuperarli sì o no?!».
Con un sorriso tra l’incredulo e il canzonatorio, nascente, di
solito, dalle labbra degli sconfitti, come colpito da un’ondata di
pensieri gentili apparentemente, ma loschi in realtà, domandai: «Perché
suicidio?». Secondo le mie convinzioni di quel tempo, la donna,
eliminando un feto, salva, non ammazza se stessa. Non ero pessimista, ma
una tintarella di pessimismo sprezzante e deteriore, forse comune un
po’ a tutti, l’avevo pure io: cioè consideravo i feti delle semplici
appendici, asportabili, non perché membri senza vita, ma perché
appartenenti, questi membri, alla nostra brutta razza. “Che bisogno c’è
di andare troppo per il sottile con miserelli come noi?”, mi domandavo,
fiero di albergare, una volta tanto, delle machiavelliche e alte
concezioni, nella mia mente abituata a strisciare tra gli ozi e i
pettegolezzi.
Padre Pio, assalito da una di quelle, non insolite, furie divine,
compensato da uno sconfinato entroterra di dolcezza e di bontà, mi
rispose: «Capiresti questo suicidio della razza, se, con l’occhio della
ragione, vedessi “la bellezza e la gioia” della terra popolata di vecchi
bavosi e sdentati e spopolata di bambini: bruciata come un deserto. Se
riflettessi, allora sì che capiresti la duplice gravità dell’aborto: con
la limitazione della prole si mutila sempre anche la vita dei genitori.
Questi genitori vorrei cospargerli con le ceneri dei loro feti
distrutti per inchiodarli alle loro responsabilità e per negare ad essi
la possibilità di appello alla propria ignoranza. […] Quelle ceneri
vanno sbattute sulla faccia di bronzo dei genitori assassini. A
lasciarli in buona fede mi sentirei coinvolto nei loro stessi delitti.
Vedi: io non sono un santo, eppure non mi sento mai così vicino alla
santità, come quando dico parole forse un po’ forti, ma giuste e
necessarie a questi criminali. Inoltre, dopo avere smascherato questi
diabolici esseri, mi calmo e riesco più facilmente a distendermi e a
“repusà nu poche (a riposare un poco)”. E sono sicuro di aver ottenuto
l’approvazione di Dio per il mio rigore, proprio perché da Lui, dopo
queste dolorose lotte contro il male, ottengo sempre, anzi mi sento
imporre qualche quarto d’ora di meravigliosa calma».
© Il Settimanale di Padre Pio (351 dal Numero 42 del 27 ottobre 2013)
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Mirabile Padre Pio che una volta opero' su di me un miracolo, evento straordinario che richiesi per una circostanza particolare, in buona fede. E lui, con il permesso di "Cola' dove si puote cio' che si vuole.." fece !
RispondiEliminaQuando possibile ed opportuno ricordo ad altri quanto mi e' successo per dare testimonianza.
Mardunolbo
Quando tu vorrai, carissimo.
EliminaE GRAZIE per questo pensiero di condivisione...
Mia nonna lo conobbe personalmente e mi raccontava sempre di Lui....
RispondiEliminaNon c'è più nessuna figura che possiede il carisma,
la forza e la Verità che aveva il "santo con le stimmate".
Oggi siamo tutti dissociati, confusi, dispersi.
Da una parte c'è il Vaticano grande precursore materiale del Nuovo Ordine Mondiale,
dall'altra i tradizionalisti troppo impegnati nei loro algoritmi teologici e divisi sulle
possibili soluzioni per far tornare i conti.
...intanto “Il mondo di oggi corre verso la propria rovina, è tutto un mondo che bisogna rifare dalle fondamenta” (Pio XII 10 febbraio 1952)