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Il Centro Studi Federici ha rivolto alcune domande a don Francesco Ricossa sulla figura e sull’opera di Mons. Benigni.
Reverendo, il 27 febbraio 2014 ricorre l'80° anniversario della morte di Mons. Umberto Benigni, deceduto a Roma nel 1934. Può illustrarne brevemente la figura ai nostri lettori?
Quella di Mons. Benigni è una figura interessantissima e poliedrica. Fu, innanzitutto, sacerdote, entrato in seminario, a Perugia, alla tenera età di 11 anni, ed ebbe sempre del sacerdozio cattolico e della Chiesa Romana altissima opinione. Fu uno storico; non solo, ma un rinnovatore degli studi storici ecclesiastici. Fu docente a livello universitario: insegnò a Roma al Seminario Romano (futura Università Lateranense), al Seminario Vaticano, al Collegio di Propaganda Fide, all'Accademia dei Nobili Ecclesiastici… tra i suoi allievi figurano Pio XII, Giovanni XXIII, numerosi cardinali, anche futuri avversari, come Buonaiuti. Fu giornalista, tutta la vita: direttore di giornali (chiamato per questo, appositamente, da Leone XIII a Roma), di agenzie stampa, di riviste, si muoveva nel mondo della carta stampata come a casa sua, influenzando non solo il mondo cattolico, ma anche la stampa laica. A lui e al suo genio si deve la prima sala stampa vaticana. Fu sociologo, anzi uno dei pionieri della sociologia cattolica, come testimonia la sua opera storica principale che, non a caso, s'intitola "Storia sociale della Chiesa". Fu militante cattolico ed esperto della dottrina sociale della Chiesa, esponente di primo piano dell'Opera dei Congressi, e poi fondatore del Sodalitium Pianum. Fu uno dei principali esperti della questione ebraica e massonica, in piena sintonia con Leone XIII, che per primo lo chiamò a Roma, avendolo conosciuto quando era alla guida della diocesi di Perugia. Fu uomo di governo e di Curia, svolgendo un ruolo importante nella Segreteria di Stato vaticana, a contatto quindi coi governi e con le autorità politiche dell'epoca. Fu ardente difensore dell'ortodossia cattolica, collaborando con San Pio X nella lotta contro il modernismo e i modernisti, nonché i loro complici e simpatizzanti. A questo fine, fu persino - al servizio della Santa Sede prima, del Ministero degli Esteri e degli Interni poi, della Chiesa e della Verità sempre - un atipico e ardito organizzatore di un discreto e riservato "servizio di informazioni" contro i nemici interni ed esterni. E' l'attività che più gli è stata rimproverata, ma che egli iniziò fin dal 1906 col la piena approvazione di San Pio X e del Segretario di Stato, il card. Merry del Val. Il bello è che tutte queste personalità coesistevano in un sol uomo, lavoratore accanito, poliglotta dall'esperienza internazionale (viaggiò in Germania, Francia, Stati Uniti, dove collaborò all'Enciclopedia Cattolica), polemista agguerrito, uomo pratico, pragmatico, disincantato, che credeva in Dio ma non credeva nell'uomo. I nemici lo odiavano, chiamandolo Mons. Maligni: a modo loro, gli rendevano onore!
Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 25/14 del 27 febbraio 2014, San Gabriele dell’Addolorata
Comunicato n. 25/14 del 27 febbraio 2014, San Gabriele dell’Addolorata
Mons. Umberto Benigni: intervista a don Francesco Ricossa
In occasione dell’80° anniversario della morte di Mons. Umberto Benigni (Perugia, 30/3/1862 – Roma, 27/2/1934), sabato 1° marzo l’Istituto Mater Boni Consilii organizza a Roma una conferenza di don Francesco Ricossa, superiore dell’Istituto e direttore della rivista Sodalitum, che si terrà al Pick Center, in via Boezio 6 (Prati). Il giorno seguente, domenica 2 marzo, don Ricossa celebrerà all’oratorio San Gregorio VII, in Via Pietro della Valle 13/b alle ore 11 una S. Messa in suffragio dell’anima di Mons. Benigni.
http://federiciblog.altervista.org/2014/02/02/80-anniversario-della-morte-di-mons-umberto-benigni-1-marzo-2-marzo-2014/
In occasione dell’80° anniversario della morte di Mons. Umberto Benigni (Perugia, 30/3/1862 – Roma, 27/2/1934), sabato 1° marzo l’Istituto Mater Boni Consilii organizza a Roma una conferenza di don Francesco Ricossa, superiore dell’Istituto e direttore della rivista Sodalitum, che si terrà al Pick Center, in via Boezio 6 (Prati). Il giorno seguente, domenica 2 marzo, don Ricossa celebrerà all’oratorio San Gregorio VII, in Via Pietro della Valle 13/b alle ore 11 una S. Messa in suffragio dell’anima di Mons. Benigni.
http://federiciblog.altervista.org/2014/02/02/80-anniversario-della-morte-di-mons-umberto-benigni-1-marzo-2-marzo-2014/
Il Centro Studi Federici ha rivolto alcune domande a don Francesco Ricossa sulla figura e sull’opera di Mons. Benigni.
Reverendo, il 27 febbraio 2014 ricorre l'80° anniversario della morte di Mons. Umberto Benigni, deceduto a Roma nel 1934. Può illustrarne brevemente la figura ai nostri lettori?
Quella di Mons. Benigni è una figura interessantissima e poliedrica. Fu, innanzitutto, sacerdote, entrato in seminario, a Perugia, alla tenera età di 11 anni, ed ebbe sempre del sacerdozio cattolico e della Chiesa Romana altissima opinione. Fu uno storico; non solo, ma un rinnovatore degli studi storici ecclesiastici. Fu docente a livello universitario: insegnò a Roma al Seminario Romano (futura Università Lateranense), al Seminario Vaticano, al Collegio di Propaganda Fide, all'Accademia dei Nobili Ecclesiastici… tra i suoi allievi figurano Pio XII, Giovanni XXIII, numerosi cardinali, anche futuri avversari, come Buonaiuti. Fu giornalista, tutta la vita: direttore di giornali (chiamato per questo, appositamente, da Leone XIII a Roma), di agenzie stampa, di riviste, si muoveva nel mondo della carta stampata come a casa sua, influenzando non solo il mondo cattolico, ma anche la stampa laica. A lui e al suo genio si deve la prima sala stampa vaticana. Fu sociologo, anzi uno dei pionieri della sociologia cattolica, come testimonia la sua opera storica principale che, non a caso, s'intitola "Storia sociale della Chiesa". Fu militante cattolico ed esperto della dottrina sociale della Chiesa, esponente di primo piano dell'Opera dei Congressi, e poi fondatore del Sodalitium Pianum. Fu uno dei principali esperti della questione ebraica e massonica, in piena sintonia con Leone XIII, che per primo lo chiamò a Roma, avendolo conosciuto quando era alla guida della diocesi di Perugia. Fu uomo di governo e di Curia, svolgendo un ruolo importante nella Segreteria di Stato vaticana, a contatto quindi coi governi e con le autorità politiche dell'epoca. Fu ardente difensore dell'ortodossia cattolica, collaborando con San Pio X nella lotta contro il modernismo e i modernisti, nonché i loro complici e simpatizzanti. A questo fine, fu persino - al servizio della Santa Sede prima, del Ministero degli Esteri e degli Interni poi, della Chiesa e della Verità sempre - un atipico e ardito organizzatore di un discreto e riservato "servizio di informazioni" contro i nemici interni ed esterni. E' l'attività che più gli è stata rimproverata, ma che egli iniziò fin dal 1906 col la piena approvazione di San Pio X e del Segretario di Stato, il card. Merry del Val. Il bello è che tutte queste personalità coesistevano in un sol uomo, lavoratore accanito, poliglotta dall'esperienza internazionale (viaggiò in Germania, Francia, Stati Uniti, dove collaborò all'Enciclopedia Cattolica), polemista agguerrito, uomo pratico, pragmatico, disincantato, che credeva in Dio ma non credeva nell'uomo. I nemici lo odiavano, chiamandolo Mons. Maligni: a modo loro, gli rendevano onore!