Purtroppo per motivi lavorativi mi devo assentare per circa 15 giorni dalla gestione del nostro Sito quindi ho deciso di mettetre questo articolo che il gentile Carlo Di Pietro mi ha sagnalato sulla questione se un eretico o uno scismatico possa ricevere da Dio il potere di Giuristizione sulla Chiesa, per noi la questione è chiara, chi proferisce abitualmente l'eresia non può essere assolutamente Pontefice della Chiesa Cattolica ma và ritenuto come non facente parte della Chiesa figuriamoci se puo' assumere qualsiasi ufficio Sacerdotale all'interno di essa. Per noi è altresi' chiaro che i personaggi eterodossi conciliari non sono Pontefici nemmeno "materiali", quindi se abiurano le eresie pubbliche che proferiscono pubblicamente diverrebbero Pontefici con potere di Giuristizione sulla Chiesa, in quanto codesti Signori sono eretici formali, pensare che questi signori travestiti di bianco siano in qualche modo ignoranti riguardo alla vera dottrina della Chiesa quando celebrano il messale di Montini o mentre insegnano e attuano l'ecumenismo, la libertà religiosa, la colegialita ecc... è oramai una barzelletta che non regge più. Si spera che questo stralcio del libro, APOLOGIA DEL PAPATO di Carlo Di Pietro, possa portare ad una maggiore consapevolezza sul problema oggettivo se questi pomposi modernistI siano o no dei veri Pontefici della Chiesa di Nostro Signore.
Di Carlo Di Pietro...
[…] allora facciamo attenzione a non buttarci nella mischia senza prima aver ben approfondito la materia, si fanno brutte figure e si rischia di peccare. Prudenza e consapevolezza! Io non conosco la medicina, non conosco l’ingegneria, non conosco l’arte, pertanto taccio ed ascolto, poiché sono ignorante, ignoro; dunque vi raccomando parimenti di occuparvi di ciò che vi compete e di tacere davanti all’evidenza storica (che uso) ed alla scienza teologica (state ascoltando solo citazioni di Magistero), solo così eviterete di promanare miasmi luridi e pestiferi. Si usi il cervello: caput imperare, non pedes.
[…] allora facciamo attenzione a non buttarci nella mischia senza prima aver ben approfondito la materia, si fanno brutte figure e si rischia di peccare. Prudenza e consapevolezza! Io non conosco la medicina, non conosco l’ingegneria, non conosco l’arte, pertanto taccio ed ascolto, poiché sono ignorante, ignoro; dunque vi raccomando parimenti di occuparvi di ciò che vi compete e di tacere davanti all’evidenza storica (che uso) ed alla scienza teologica (state ascoltando solo citazioni di Magistero), solo così eviterete di promanare miasmi luridi e pestiferi. Si usi il cervello: caput imperare, non pedes.
Cosa ci insegna la Pastor Aeternus,
ovvero la Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano sulla Chiesa di
Cristo, approvata il 18 luglio 1870, dove si definiscono due verità di
fede rivelata e sempre credute: l’Istituzione del Primato Apostolico nel
Beato Pietro e l’Infallibilità promessa?
Sul Primato: «Proclamiamo dunque ed affermiamo, sulla scorta delle testimonianze del Vangelo, che il primato di giurisdizione sull’intera Chiesa di Dio è stato promesso e conferito al beato Apostolo Pietro da Cristo Signore in modo immediato e diretto. Solamente a Simone, infatti, al quale già si era rivolto: “Tu sarai chiamato Cefa” (Gv 1,42), dopo che ebbe pronunciata quella sua confessione: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo”, il Signore indirizzò queste solenni parole: “Beato sei tu, Simone Bariona; perché non la carne e il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli: e io ti dico che tu sei Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: qualunque cosa avrai legato sulla terra, sarà legata anche nei cieli, e qualunque cosa avrai sciolto sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli” (Mt 16,16-19). E al solo Simon Pietro, dopo la sua risurrezione, Gesù conferì la giurisdizione di sommo pastore e di guida su tutto il suo ovile con le parole: “Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore” (Gv 21,15-17). A questa chiara dottrina delle sacre Scritture, come è sempre stata interpretata dalla Chiesa cattolica, si oppongono senza mezzi termini le malvagie opinioni di coloro che, stravolgendo la forma di governo decisa da Cristo Signore nella sua Chiesa, negano che Cristo abbia investito il solo Pietro del vero e proprio primato di giurisdizione che lo antepone agli altri Apostoli, sia presi individualmente, sia nel loro insieme, o di coloro che sostengono un primato non affidato in modo diretto e immediato al beato Pietro, ma alla Chiesa e, tramite questa, all’Apostolo come ministro della stessa Chiesa. Se qualcuno dunque affermerà che il beato Pietro Apostolo non è stato costituito da Cristo Signore Principe di tutti gli Apostoli e capo visibile di tutta la Chiesa militante, o che non abbia ricevuto dallo stesso Signore Nostro Gesù Cristo un vero e proprio primato di giurisdizione, ma soltanto di onore: sia anatema».
Sulla Perpetuità: «[…] Ne consegue che chiunque succede a Pietro in questa Cattedra, in forza dell’istituzione dello stesso Cristo, ottiene il Primato di Pietro su tutta la Chiesa. Non tramonta dunque ciò che la verità ha disposto, e il beato Pietro, perseverando nella forza che ha ricevuto, di pietra inoppugnabile, non ha mai distolto la sua mano dal timone della Chiesa [S. LEO M., Serm. III al. II, cap. 3]».