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venerdì 13 marzo 2015

FESTEGGIAMO “BERGOGLIONE”, FALSO PAPA CATTOLICO, NEI SUOI DUE ANNI A CAPO DELLA FALSA CHIESA CONCILIARE

Teologi e canonisti come San Roberto Bellarmino (1542-1621), il Gaetano, (1468-1533), Francisco Suarez (1548-1617), Tomàs de Torquemada (1420-1498), Wernz e Vidal ritengono, senza compromettere la dottrina dell'infallibilità pontificia, che anche un papa (come individuo, chiaramente) che diventa eretico perde il pontificato. Inoltre, alcuni di questi autori sostengono che un papa può divenire scismatico. Ad esempio, nel suo grande trattato sul Romano Pontefice, San Roberto Bellarmino pone la questione: «Se un papa eretico possa essere deposto». Da notare in primo luogo che la sua domanda presume che un papa può diventare eretico. Dopo una lunga discussione, Bellarmino conclude: «Un papa che è eretico manifesto cessa (per se) automaticamente di essere papa e di comandare, così come cessa automaticamente di essere un cristiano e un membro della Chiesa. Quindi, egli può essere giudicato e punito dalla Chiesa. Questo è l'insegnamento di tutti gli antichi Padri che insegnano che gli eretici manifesti perdono immediatamente qualsiasi giurisdizione» 13. Per sostenere la sua posizione, Bellarmino cita diversi passi di Cipriano, di Ioannes Driedonus e di Melchior Cano (1509-1560). La base di questo insegnamento, conclude il Santo, è che un eretico manifesto non può essere in alcun modo membro della Chiesa, né per mezzo della sua anima, né per mezzo del suo corpo, né tramite un'unione interna, né attraverso un'unione esterna. Dopo il Bellarmino, altri eminenti canonisti e teologi hanno sostenuto in maniera simile questa posizione. Lo Ius Canonicum di Wernz e Vidal, un'opera in otto volumi ripubblicata nel 1943, che forse è il commentario più tenuto in considerazione dal Codice di Diritto canonico del 1917, afferma: «Attraverso la divulgazione aperta dell'eresia, per via di questo fatto (ipso facto), si ritiene che il Romano Pontefice caduto nell'errore debba essere privato del potere di giurisdizione anche prima di qualsiasi sentenza di accertamento da parte della Chiesa [...]. Un papa che è caduto nell'eresia pubblica cesserebbe ipso facto di essere un membro della Chiesa; perciò, egli cesserebbe anche di essere il capo della Chiesa»

…Anche i Papi hanno sollevato la possibilità che un eretico possa finire in qualche modo sul trono di Pietro. Papa Innocenzo III (1198–1216), uno dei campioni più forti dell'autorità pontificia nella storia del papato, insegna: «Nondimeno, il Romano Pontefice non deve vantarsi, perché può essere giudicato dagli uomini, o piuttosto, può essere chiamato in giudizio, se puzza manifestamente di eresia. Perché colui che non crede è già giudicato» 17. Durante il tempo della rivolta protestante, Papa Paolo IV (1555–1559), un altro vigoroso difensore dei diritti del papato, sospettava che uno dei Cardinali che aveva buone possibilità di essere eletto papa nel prossimo conclave fosse in segreto un eretico. Perciò, il 16 febbraio 1559, egli  pubblicò la Bolla Cum ex Apostolatus Officio. Il Pontefice decretò che se mai dovesse succedere che qualcuno che venisse eletto papa avendo in anticipo «di aver deviato dalla fede, o di essere caduto in qualche eresia», la sua elezione, anche se fosse avvenuta con l'accordo e il consenso unanime di tutti i Cardinali, sarebbe «nulla, non valida e senza alcun valore» («nulla, irrita et inanis existat»). Paolo IV decretò che tutti i successivi atti, leggi e nomine di tale papa invalidamente eletto siano prive «di qualsiasi forza ("viribus careant") tutte e ciascuna ("omnia et singula") di qualsivoglia loro parola, azione, opera di amministrazione o ad esse conseguenti, non possano conferire nessuna fermezza di diritto ("nullam prorsus firmitatem nec ius")». Inoltre, egli ordinò che tutti coloro che fossero nominati ad uffici ecclesiastici da tale papa «siano per il fatto stesso ("eo ipso") e senza bisogno di una ulteriore dichiarazione ("absque aliqua desuper facienda declaratione"), private ("sint privati") di ogni dignità, posto, onore, titolo, autorità, carica e potere ("auctoritate, officio et potestate")». Quindi, la possibilità di cadere nell'eresia, è una concomitante mancanza di autorità da parte di un individuo che sembra essere il papa, non è affatto forzata, ma è fondata sull'insegnamento di almeno due Papi…

…Più semplicemente, da un lato sappiamo che la Chiesa è indefettibile (non può sbagliare), e dall'altro sappiamo - come insegnano diversi teologi e Papi - che un papa, come individuo, può disertare dalla fede, e perdere così il suo ufficio e la sua autorità. Una volta che abbiamo riconosciuto gli errori e i mali della religione conciliare, non restano che due alternative:

· La Chiesa è caduta nella defezione (il che è impossibile);

· Gli uomini di Chiesa hanno disertato la fede, e di conseguenza hanno perso i loro uffici e la loro autorità.

Di fronte ad una tale scelta, alla luce della logica dei dettami di fede, noi affermiamo l'indefettibilità della Chiesa, e riconosciamo la defezione degli ecclesiastici. In altre parole, riconosciamo che i cambiamenti introdotti dopo il Concilio sono falsi e cattivi, e che dev'essere rifiutato anche un riconoscimento implicito degli uomini che li hanno promulgati, in quanto non possiedono realmente l'autorità della Chiesa. É probabile che qualcuno dica che tutti i cattolici «tradizionalisti» sono «sedevacantisti». In realtà, non tutti i cattolici «tradizionalisti» si sono ancora resi conto di questo problema. In questo modo, il problema dell'autorità è risolto. I cattolici che stanno lottando per preservare la fede dopo l'apostasia post-conciliare non hanno alcun obbligo nei confronti di coloro che hanno perso la loro autorità abbracciando l'errore.

don Anthony Cekada

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Vi ricordate le corna “benedicenti” di Bergoglione e di Luis Antonio Tagle a Manila? Squallide…

Francesco, il "Papa Rock" fa le corna ai filippini. Per loro significa "Ti amo"

Vediamo ora Tagle come rappresenta bene la falsa e satanica chiesa Conciliare tutto amore misericordia e lussuria:

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Oramai questi impostori non si nascondono più e mostrano al mondo intero che razza di personaggi scandalosi sono diventati.

3 commenti:

  1. Il Pontefice decretò che se mai dovesse succedere che qualcuno che venisse eletto papa avendo in anticipo «di aver deviato dalla fede, o di essere caduto in qualche eresia».

    Esatto , "avendo in anticipo deviato" , lo scritto di Paolo IV è chiaro. I sedevacantisti invece utilizzano la bolla per costruire la loro teorie astruse e dichiarare la sede vacante in base all'eresia "sopraggiunta". Che poi Bergoglio e la sua corte suscitino a volte perplessità è un altro paio di maniche.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. il papa non può mai cadere nell 'eresia. Lo garantisce la parola di Cristo: Ho pregato per te perché la tua fede non venga mai meno. L' ipotesi di San Bellarmino è per absurdum: se fosse sul piano della possibilità contrasterebbe con la parola di Cristo, che il Vaticano I ha riaffermato nella definizione del dogma dell' infallibilità pontificia. L'unica possibilità è quella che si possa eleggere a papa un cardinale eretico: ma in questo casi l'elezione sarebbe invalida e nulla: vedere ' Cum ex apostolatus officio'. E' il caso appunto dei 'papi' vaticansecondisti, che sono appunto papi nulli – in riferimento alla Chiesa di Dio - perché già eretici (e apostati ) al momento della elezioni, per giunta per mano di un conclave dove una parte degli elettori erano 'incapaci' di elezione, perché essi stessi eretici (CJC1917)!

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