Per la maggior Gloria di Nostro Signore cerchiamo persone disponibili ad eventuali Traduzioni da altre lingue verso l'Italiano. per chi si rendesse disponibile puo' scrivere all'indirizzo Mail: cruccasgianluca@gmail.com
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domenica 28 giugno 2015

CATECHISMO DI SAN PIO X...129. Chi sono gli scismatici? 130. Chi sono gli scomunicati?

http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Ecumenismo_a_senso_unico/Papi_post_concilio.jpg


Nella Mystici Corporis Pio XII :
In realtà, tra i membri della Chiesa bisogna annoverare esclusivamente quelli che ricevettero il lavacro della rigenerazione, e professando la vera Fede, né da se stessi disgraziatamente si separarono dalla compagine di questo Corpo, né per gravissime colpe commesse ne furono separati dalla legittima autorità. "Poiché — dice l’Apostolo — in un solo spirito tutti noi siamo stati battezzati per essere un solo corpo, o giudei o gentili, o servi, o liberi" (I Cor. XII, 13). Come dunque nel vero ceto dei fedeli si ha un sol Corpo, un solo Spirito, un solo Signore e un solo Battesimo, così non si può avere che una sola Fede (cfr. Eph. IV, 5), sicché chi abbia ricusato di ascoltare la Chiesa, deve, secondo l’ordine di Dio, ritenersi come etnico e pubblicano (cfr. Matth. XVIII, 17). Perciò quelli che son tra loro divisi per ragioni di fede o di governo, non possono vivere nell’unita di tale Corpo e per conseguenza neppure nel suo divino Spirito.

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230. Chi sono gli scismatici?

Gli scismatici sono i cristiani che, non negando esplicitamente alcun dogma, si separano volontariamente dalla Chiesa di Gesù Cristo, ossia dai legittimi pastori.
231. Chi sono gli scomunicati?

Gli scomunicati sono quelli che per mancanze gravissime vengono colpiti di scomunica dal Papa, o dal Vescovo, e sono quindi, siccome indegni, separati dal corpo della Chiesa, la quale aspetta e desidera la loro conversione 

DOMÍNICA V POST PENTECOSTEN - Santa messa "Non Una Cum" gli impostori apostati vaticanosecondisti...

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 EPISTOLA   

Léctio Epístolæ beáti Petri Apóstoli. 1. Petri 3, 8-15.


Caríssimi: Omnes unánimes in oratióne estóte, compatiéntes, fraternitátis amatóres, misericórdes, modésti, húmiles: non reddéntes malum pro malo, nec maledíctum pro maledícto, sed e contrário benedicéntes: quia in hoc vocáti estis, ut benedictiónem hereditáte possideátis. Qui enim vult vitam dilígere et dies vidére bonos, coérceat linguam suam a malo, et lábia ejus ne loquántur dolum. Declínet a malo, et fáciat bonum: inquírat pacem, et sequátur eam. Quia óculi Dómini super justos, et aures ejus in preces eórum: vultus autem Dómini super faciéntes mala. Et quis est, qui vobis nóceat, si boni æmulatóres fuéritis? Sed et si quid patímini propter justítiam, beáti. Timórem autem eórum ne timuéritis: et non conturbémini. Dóminum autem Christum sanctificáte in córdibus vestris.
M. - Deo grátias.

venerdì 26 giugno 2015

SEDE VACANTE: " testimoniare l’inganno modernista de falsi Pontefici conciliari affinché sia superato".

 “….esiste un vero noviziato per gli ecclesiastici da aggregare all’ordine massonico. Vi è una certa categoria di persone che la massoneria destina come addetti alla selezione dei possibili collaboratori da scegliere  tra gli ecclesiastici, i quali devono essere forniti di certe doti: spiccata intelligenza, avidità di carriera, ambizione, pronto intuito a capire e a fingere di non capire…” (Monsignor Marinelli)
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http://www.interris.it/wp-content/uploads/2015/06/AP2414168_Articolo.jpg
"Cari amici,
Sono lieto di salutarvi, in occasione di questa visita in Vaticano. I miei predecessori hanno incontrato delegazioni di B’nai B’rith International in diverse occasioni, e oggi io vi do il mio benvenuto con rinnovata e rispettosa cordialità!....

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ACEFALIA VOLONTARIA OVVERO EUTANASIA «CATTOLICA»!


L’EDITORIALE DEL VENERDI

 http://www.agerecontra.it/public/press40/wp-content/uploads/2015/06/ACEFALIA.jpg


di Arai Daniele

Nella semplice e pratica saggezza di tutti i popoli in tutti i tempi c’è la certezza della necessità sociale di un capo.

Nel corso della storia si sa come questa necessità ha assunto tante forme sacrali anche mitiche, anche involte in simbolismi di tutti i generi.

Fatto sta che tale necessità d’ordine sociale è suscitata divinamente poiché intrinseca alla natura del corpo sociale che richiede una testa.

Per soddisfarla il Creatore suscita nell’ordine umano, a immagine del padre – capo famiglia, condottieri e re per la più larga famiglia dei popoli e nazioni. Niente più naturale, niente più imprescindibile nell’ordine sociale!

Ed ecco che per la Sua Chiesa, società perfetta, il Signore ha scelto e formato Simone, pescatore dotato del dono di comando, come Suo Pietro. Egli doveva rimanere e perpetuare la carica come rappresentante dei Suoi poteri nella santa Chiesa della salvezza umana; supremo potere per una suprema missione riguardante la vita di ogni essere umano; mistero della Fede, poiché si trattava del potere infallibile di Dio in terra, concesso a uomini fallibili. Ma era potere divino in vista della salvezza degli uomini.


Intorno all’importanza senza paragoni di questa somma Carica, si è dall’inizio, creata una singolare aureola di rispetto, di devozione, addirittura col termine simbolico di «adorazione» del Vicario di Cristo ovvero del Papa cattolico.

E siamo arrivati ai nostri tempi di quella decadenza crescente che parte proprio dall’alto: capi che deviano, guida che confondono, chierici che si compromettono con menzogne. Sì, decadenze storicamente cicliche, ma pure inevitabilmente crescenti verso il mitico «kali iuga» delle più antiche visioni di un caos finale che ha portato Gesù a dire: “Quando il Figlio dell’Uomo tornerà sulla terra, troverà ancora la Fede?”


Ci siamo? Nel vagliare i fatti presenti è impossibile negarlo perché tali inganni hanno da qualche tempo raggiunto proprio quel vertice voluto da Dio. Infatti, il «disordine universale» è «disordine cattolico» (cattolico = universale) perché riguarda il vero «ordine» terreno per l’umanità decaduta, essendo il Cristianesimo il «sistema» dell’ordine possibile nella società umana, rivelato da Nostro Signore Gesù Cristo. E non si dica che siamo nel campo della sola religione; ciò è determinante per ogni ordine civile nel mondo materiale, ordinato a quello spirituale.

A questo punto, poiché è esso che fa compiere il vero progresso delle civiltà, quando declina e manca, è la Storia a registrare il risultato nel disordine crescente e incontenibile, come in questo periodo di confusione cronica di capi e guida abbagliati ma convinti d’essere illuminati. E pure usano tale temine come lo hanno fatto infelici professori del ritorno alle sorgenti del nulla, come Ratzinger e compagni!

Regna la confusione, eppure predomina il vezzo clericale che si deve accettare e anche imporre ai fedeli di accettare i capi passati dal convento, nel caso dai conclavi, ormai immersi nel marasma conciliare! E tutto diventa discutibile, meno l’inventata infallibilità del conclave. I cardinali non potrebbero sbagliarsi nella loro scelta.

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr3-eDG5xFjhGAOa7wYj8g8Ylr2KMVuKpvb58GksaytvV0p1L6T1ngRUdRDJIOrqcLylBqadrQVb_JjpK8y364slYJ18AQRCkooJHgzsmwhBpndznIyVagmNvTRKWr9Mq1aKOQSZcN6uZ8/?imgmax=800


Ecco il nuovo spirito di corpo di una classe clericale nel guado, che accantona, sia la priorità della Fede, a cui dovrebbe servire l’autorità, sia il Magistero dei Papi (vedi Paolo IV e San Pio V), che escludono l’assolutezza dei conclavi.

E così siamo arrivati alla funesta successione di conclavi fasulli, con l’ultimo che sforna l’«episcopato romano» del farsesco Bergoglio!

Può il cattolico, in questa paurosa crisi mentale che investe la Chiesa e dura da più di mezzo secolo, non sentire il dovere di testimoniare l’assenza dell’autorità apostolica che preserva e difende la Fede di fronte ai falsi pastori che cercano di cambiarla? Nel silenzio predominante, perduta la crisi che, più completa non si può, poiché quasi un’intera generazione riconosce come papi e pure “santi” chierici di un’altra «fede».

È vero che la piena testimonianza dei falsi pastori richiede la presenza di uno vero, se non si vuole inventare una Chiesa senza l’autorità del Vicario di Gesù Cristo. Ma ciò per dei sapienti di quest’ora è un circolo vizioso senza uscita! Perciò il Signore avrebbe istituito una Chiesa tanto imperfetta da meritarsi la materialità untuosa dei «papi conciliari»! Dicono, che il pericolo sta in un “conclavismo”, inteso come esercizio di un «decisionismo» di gruppo per creare una autorità religiosa universale dal nulla. Sì, ma per evitarlo un altro gruppo di consacrati istruiti nella manualistica tradizionale decide che si deve subire qualsiasi «papa» uscito dai conclavi a servizio dell’altra fede! Il chierico votato secondo il nuovo disordine canonico conciliare può essere uno in forte odore di eresia, ma insindacabile. Eccoci a quello che è davvero fatale “conclavismo” distruttore del principio del vero conclave cattolico. Esso è valido solo se elegge un cattolico per ricevere il potere pontificio direttamente da Dio e non dal conclave. Così s’inventano la nuova eresia che attribuisce potere assoluto al conclave! (Vedi «A graça do Conclave e a cilada conclavista», promariana, 25.09.2010).

lunedì 22 giugno 2015

BERGOGLIONE SVENDE LA CHIESA AI PIEDI DEGLI ERETICI COME LUI...

 "A tali condizioni è chiaro che la Sede Apostolica non può in nessun modo partecipare alle loro riunioni e che in nessun modo i cattolici possono aderire o prestare aiuto a siffatti tentativi; se ciò facessero, darebbero autorità ad una falsa religione cristiana, assai lontana dall’unica Chiesa di Cristo. Ma potremo Noi tollerare l’iniquissimo tentativo di vedere trascinata a patteggiamenti la verità, la verità divinamente rivelata? Ché qui appunto si tratta di difendere la verità rivelata. Gesù Cristo inviò per l’intero mondo gli Apostoli a predicare il Vangelo a tutte le nazioni; e perché in nulla avessero ad errare volle che anzitutto essi fossero ammaestrati in ogni verità, dallo Spirito Santo; forse che questa dottrina degli Apostoli venne del tutto a meno o si offuscò talvolta nella Chiesa, diretta e custodita da Dio stesso? E se il nostro Redentore apertamente disse che il suo Vangelo riguardava non solo il periodo apostolico, ma anche le future età, poté forse l’oggetto della fede, col trascorrere del tempo, divenire tanto oscuro e incerto da doversi tollerare oggi opinioni fra loro contrarie? Se ciò fosse vero, si dovrebbe parimenti dire che la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e la perpetua permanenza nella Chiesa dello stesso Spirito e persino la predicazione di Gesù Cristo da molti secoli hanno perduto ogni efficacia e utilità: affermare ciò sarebbe bestemmia. Inoltre, l’Unigenito Figlio di Dio non solo comandò ai suoi inviati di ammaestrare tutti i popoli, ma anche obbligò tutti gli uomini a prestar fede alle verità che loro fossero annunziate « dai testimoni preordinati da Dio », e al suo precetto aggiunse la sanzione « Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; ma chi non crederà, sarà condannato »"...

Continua l'opera di delegittimazione della vera Chiesa Cattolica ad opera degli apostati vaticanosecondisti con a capo il fasullo Bergoglione (ne materiale ne formale), al pari dei suoi predecessori Papi conciliari, che oggi ha incontrato ufficialmente gli eretici impenitenti Valdesi.
Prima di fare un breve commento al continuo scandalo pubblico dato dai servi di satana vaticanosecondisti leggiamo qualche informazione sull'eretico Pietro Valdo fondatore della fasulla chiesa dei Valdesi affinchè sia ben chiaro a tutti che razza di personaggi siano questi Valdesi che cercano una qualche legettimazione dal falso Papa Bergoglio:

Se qualcuno patrocina gli eretici: è un eretico egli stesso.
Papa Innocenzo III
Se qualcuno prega con gli eretici: è un eretico.
Papa Benedetto XV
Se qualcuno prega con gli eretici, è un eretico.
Papa Sant. Agatone
Se qualcuno non condanna gli eretici, sia anatema per lui.
Papa Vigilio
Il protestantesimo o religione riformata, come orgogliosamente la chiamarono i suoi fondatori, è la somma di tutte le eresie, che furono prima di esso, che sono state dopo, e che potranno nascere ancora a fare strage delle anime.(Papa San Pio X)
Un eretico non può essere papa, la sua elezione sarebbe invalida e qualora un papa diventasse eretico, non avrebbe più alcuna giurisdizione spirituale sulla chiesa.

 http://www.valdesidipignano.it/wp-content/uploads/2012/05/Immagine7.jpg

Pietro Valdo, capostipite della setta dei Valdesi, iniziò a spargere la sua eresia nell’anno 1160 circa, con l’occasione della morte di un certo importante personaggio di Lione, defunto improvvisamente davanti a più persone. Pietro ne rimase così atterrito, che subito distribuì ai poveri una grande somma di danaro; da questo gesto, molti uomini, per devozione, gli si diedero per discepoli.
Valdo era alquanto letterato, ed allora volle spiegare loro il Nuovo Testamento; purtroppo propose ai suoi seguaci anche vari dogmi alieni dalla dottrina cattolica.
Gli ecclesiastici gli si opposero ma esso, non facendone conto, diceva ai suoi seguaci che il clero era ignorante e corrotto nei costumi, dunque invidiava la buona vita e dottrina della neonata setta valdese.
Così viene riferita l’origine dei Valdesi da Fleury, da Natale Alessandro e dal cardinal Gotti (Fleury l. 73. n. 55. Nat. Alex. c. 4. a. 13. Gotti c. 93. §. 1.), nondimeno il p. Graveson (Sec. 12. coll. 3) sostiene che Pietro Valdo, avendo inteso o letto nel Vangelo di san Matteo al capo 19, che per comando del Signore si devono vendersi tutti i beni per darli ai poveri, si persuase di voler rinnovare questa vita apostolica; perciò vendette tutti i suoi beni dispensandoli ai poveri e scelse di vivere da povero. Così volle imitarlo un certo Giovanni, che, spaventato dalla morte subitanea di quel personaggio di Lione, vendette il suo patrimonio e si fece compagno di Pietro; così, acquistando più seguaci, si espanse la setta di questi eretici.

domenica 21 giugno 2015

DOMÍNICA IV POST PENTECOSTEN - Santa Messa "Non Una Cum" GLI APOSTATI VATICANOSECONDISTI...

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EPISTOLA    

Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Romános Rom. 8, 18-23.


Fratres: Exístimo, quod non sunt condígnæ passiónes hujus témporis ad futúram glóriam, quæ revelábitur in nobis. Nam exspectátio creatúræ revelatiónem filiórum Dei exspéctat. Vanitáti enim creatúra subjécta est, non volens, sed propter eum, qui subjécit eam in spe: quia et ipsa creatúra liberábitur a servitúte corruptiónis, in libertátem glóriæ filiórum Dei. Scimus enim, quod omnis creatúra ingemíscit et párturit usque adhuc. Non solum autem illa, sed et nos ipsi primítias spíritus habéntes: et ipsi intra nos gémimus, adoptiónem filiórum Dei exspectántes, redemptiónem córporis nostri: in Christo Jesu, Dómino nostro.


Fratelli: io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.


GRADUALE    

Ps. 78, 9 et 10. Propítius esto, Dómine, peccátis nostris: ne quando dicant gentes: Ubi est Deus eórum? Adjuva nos, Deus, salutáris noster: et propter honórem nóminis tui, Dómine, líbera nos.


Mostrati clemente,  o Signore, verso i nostri peccati affinché gli infedeli non abbiano a dire: dove è il loro Dio? Aiutaci, o Dio della nostra salvezza, e per l’onore del to nome liberaci, o Signore!

sabato 20 giugno 2015

CATECHISMO DI SAN PIO X. 127. Chi sono gli eretici? 128. Chi sono gli apostati?...

http://imagizer.imageshack.us/a/img12/9509/1abranicompendiocatechi.jpg

San. Domenico (XII 100): " li cattolici sono àrbori fruttuosi, li eretici sono sterpi pungenti e ‛ nocivi ' e venenosi "
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 http://www.parrocchiasanpioxcagliari.it/portals/1/Images/Papst_Pius-X..jpg

 127. Chi sono gli eretici?
Gli eretici sono i battezzati che si ostinano a non credere qualche verita' rivelata da Dio e insegnata dalla Chiesa, per esempio, i protestanti.

128. Chi sono gli apostati?
Gli apostati sono i battezzati che rinnegano, con atto esterno ,la fede cattolica gia' professata.

I FONDAMENTI DELLA FEDE...

Fonte: Progetto Barruel...
 http://www.araldicavaticana.com/70%20MANNING%20ENRICO%20EDOARDO%201%201875.png
Da: Antidoto alle massime empie e sovversive. Serie di scritti tendenti a nutrir l'intelletto di sane dottrine ed a  ringagliardire nel cuore i più nobili affetti,  vol. III, Napoli 1854 pag. 1-15

Sac. Enrico Edoardo Manning

I FONDAMENTI DELLA FEDE

LEZIONI QUATTRO

prima traduzione italiana 
La vita eterna si è che conoscano te, solo vero Dio e Gesù Cristo mandato da te. S. Giovanni, XVII, 3.
LEZIONE PRIMA

LA VERITÀ RIVELATA, DEFINITA E CERTA. 

 http://www.parrocchie.it/correggio/ascensione/Jesus-teaching-full.jpg

Egli è mio divisamento parlare de' sostegni della fede, non già delle speciali dottrine della teologia cattolica, ma dei sostegni o del fondamento sopra cui tutta quanta la fede posa.
Arduo tema al trattarsi; sia perchè argomento d'indole proemiale e d'arida trattazione, sia ancora perchè non riesce faccenda agevole di por mano ad una materia da sì gran pezza in dibattimento, senza trattarla in tuono di vivida controversia. Ed io lo crederei uno sfregio al sacro carattere della medesima verità, se m'inducessi a maneggiare un tema, cotanto sacro e sì necessario, nel tuono [= tono N.d.R.] di mera disputazione. Impertanto desidero di parlare a gloria di Nostro Signore, e, Dio concedente, in aiuto di chiunque cerca la verità.
Stabilire saldi ed incrollabili fondamenti di nostra fede egli è cosa pur necessaria ad ogni tempo, conciossiachè, essendo il fine dell'uomo la vita eterna, ed essendo il mezzo di questo fine la cognizione di Dio e di Gesù Cristo mandato da lui; il nostro essere morale, intellettuale e spirituale, ne importa necessità di conoscere rettamente, e mercè la cognizione, essere unito alla mente e volontà di Dio. E ciò che è necessario in ogni tempo, è necessario poi segnatamente in questo. Imperocchè questa terra una volta piena di luce, una volta unita alla grande comunanza del cristianesimo, ed innestata sulla mistica vigna, onde per ogni ramo, per ogni brocco [= germoglio N.d.R.] circola la vita e la verità, son trecento anni, da uomini perversi, a perversi fini, fu di taglio appartata dal mondo cristiano, ed istrappata dall'unità di Cristo. Or da quel tempo, quale si fu la storia religiosa dell'Inghilterra? Lo scisma che ricise Inghilterra dalla divina tradizione della fede, la svelse dello stesso fendente dalla sorgiva [= dalla sorgente N.d.R.] della certezza; lo spartimento, onde fu tronca Inghilterra dall'unità della Chiesa dilatata per tutto il mondo, piantò il principio di scisma nelle sue viscere. L'Inghilterra schiantata dall'unità cattolica, dirupò come frana da greppo [= ripa N.d.R.] stritolandosi per la sua massa medesima e gravità in frantumi. Inghilterra, Scozia, Irlanda sbrancaronsi; ognuna, religione propria; ognuna, regola di fede propria. Da scisma contraddizione, da contraddizione incertezza, contrasto e dubbio. 

 http://www.terrasanta.net/tsx/assets/foto/l_gesuinsegnanellasinagoga.jpg

Nè si sta qui. Quello stesso principio di scisma che separò l'un dall'altro i tre regni, dilatossi più oltre. In ogni punto divisione menava divisione. Ogni chiesa protestante in ragione del suo proprio costitutivo nutriva in seno il principio ad un tempo della sua nascita e della sua morte, vo' dire il giudizio privato. E il giudizio privato, compiendo gli effetti suoi su gl'individui, cagionò scisma da scisma: a tale, per confessione d'uno scrittore, e scrittor protestante, che nel secolo diciassettesimo, nell'auge massimo del protestantismo, le sette dell'Inghilterra sommavano da due a tre centinaia.
Se non che v'hanno cause ed eventi a noi più da presso che rendono più che mai necessario il tornar addietro da capo ai fondamenti unici della certezza, e ripristinare la base della Fede. Il religioso stabilimento per sì lungh'anni creduto Chiesa, corporazione in possesso di tre secoli di tradizione, sorretta dal braccio di questa potentissima nazione, mantenuta dalla forza delle leggi e dell'autorità, investita di dignità e gradi politici, con alle mani vaste dotazioni, non già di terre ed oro soltanto, ma, ciò che torna assai più importante, dei tesori che si ragunò [che aveva messo insieme N.d.R.] la Chiesa Cattolica, e dei quali fu iniquamente diserta [spogliata N.d.R.], cioè le università, i collegi e scuole; questa grande corporazione, colta nell'intelletto, racchiudente in sè stessa la vita nazionale nell'intera sua forza e maturità, sonata l'ora dell'esperimento, fu interrogata sulla sua fede, e volendo rispondere prevaricò. Fu addimandata parlasse quale maestra, inviata di Dio; non potè; Dio non l'avea mandata. Cotalchè l'estrema speranza di certezza, qui fra le protestanti congregazioni rimasta, chiarì la propria impotenza nel magistero. La corporazione a cui gli uomini attribuivano follemente del divin magistero della Chiesa, nella sua missione e nei suoi ordini si proclamò cosa umana. 

domenica 14 giugno 2015

IN FESTO SACRATÍSSIMI CORDIS IESU - Santa Messa "Non Una Cum" gli apostati vaticanosecondisti..

 Dalle «Opere» di san Bonaventura, vescovo
(Opusc. 3, Il legno della vita, 29-30. 47; Opera omnia 8, 79)


Presso di te é la sorgente della vita

Considera anche tu, o uomo redento, chi, quanto grande e di qual natura sia colui che pende per te dalla croce. La sua morte dà la vita ai morti, al suo trapasso piangono cielo e terra, le dure pietre si spaccano.
Inoltre, perché dal fianco di Cristo morto in croce fosse formata la Chiesa e si adempisse la Scrittura che dice: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto» (Gv 19, 37), per divina disposizione é stato permesso che un soldato trafiggesse e aprisse quel sacro costato. Ne uscì sangue ed acqua, prezzo della nostra salvezza. Lo sgorgare da una simile sorgente, cioè dal segreto del cuore, dà ai sacramenti della Chiesa la capacità di conferire la vita eterna ed é, per coloro che già vivono in Cristo, bevanda di fonte viva «che zampilla per la vita eterna» (Gv 4, 14).
Sorgi, dunque, o anima amica di Cristo. Sii come colomba «che pone il suo nido nelle pareti di una gola profonda» (Ger 48, 28). Come «il passero che ha trovato la sua dimora» (Sal 83, 4), non cessare di vegliare in questo santuario. Ivi, come tortora, nascondi i tuoi piccoli, nati da un casto amore. Ivi accosta la bocca per attingere le acque dalle sorgenti del Salvatore (cfr. Is 12, 3). Da qui infatti scaturisce la sorgente che scende dal centro del paradiso, la quale, divisa in quattro fiumi (cfr. Gn 2, 10) e, infine, diffusa nei cuori che ardono di amore, feconda ed irriga tutta la terra.
Corri a questa fonte di vita e di luce con vivo desiderio, chiunque tu sia, o anima consacrata a Dio, e con l'intima forza del cuore grida a lui: «O ineffabile bellezza del Dio eccelso, o splendore purissimo di luce eterna! Tu sei vita che vivifica ogni vita, luce che illumina ogni luce e che conserva nell'eterno splendore i multiformi luminari che brillano davanti al trono della tua divinità fin dalla prima aurora.
O eterno e inaccessibile, splendido e dolce fluire di fonte nascosta agli occhi di tutti i mortali! La tua profondità é senza fine, la tua altezza senza termine, la tua ampiezza è infinita, la tua purezza imperturbabile!
Da te scaturisce il fiume «che rallegra la città di Dio» (Sal 45, 5), perché «in mezzo ai canti di una moltitudine in festa» (Sal 41, 5) possiamo cantare cantici di lode, dimostrando con la testimonianza dell'esperienza, che «in te é la sorgente della vita e alla tua luce vediamo la luce» (Sal 35, 10).
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 http://www.tanogabo.it/Religione/images/Varie8/Gandolfi,%20Sacro%20Cuore.jpg
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EPISTOLA    

Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Ephésios. Ephes. 3, 8 19.


Fratres: Mihi, ómnium sanctórum mínimo, data est grátia hæc, in géntibus evangelizáre investigábiles divítias Christi, et illumináre omnes, quæ sit dispensátio sacraménti abscónditi a sǽculis in Deo, qui ómnia creávit: ut innotéscat principátibus et potestátibus in coeléstibus per Ecclésiam multifórmis sapiéntia Dei, secúndum præfinitiónem sæculórum, quam fecit in Christo Jesu, Dómino nostro, in quo habémus fidúciam et accéssum in confidéntia per fidem ejus. Hujus rei grátia flecto génua mea ad Patrem Dómini nostri Jesu Christi, ex quo omnis patérnitas in coelis ei in terra nominátur, ut det vobis, secúndum divítias glóriæ suæ, virtúte corroborári per Spíritum ejus in interiórem hóminem, Christum habitáre per fidem in córdibus vestris: in caritáte radicáti et fundáti, ut póssitis comprehéndere cum ómnibus sanctis, quæ sit latitúdo, et longitúdo, et sublímitas, et profúndum: scire étiam supereminéntem sciéntiæ caritátem Christi, ut impleámini in omnem plenitúdinem Dei.
M. Deo Gratias
.


Fratelli: A me, che sono l'infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qual è l'adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell'universo, perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, il quale ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui. Vi prego quindi di non perdervi d'animo per le mie tribolazioni per voi; sono gloria vostra. Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
M. Deo Gratias
.

sabato 13 giugno 2015

Gli anticristi modernisti continuano ad insabbiare il "Messaggio di Fatima"...

Fonte: Acta Apostolicae Sedis...

L'"Apostolato Mondiale di Fatima" nasconde  le parole di nostra Signora di Fatima nella traduzione inglese della Nuova Biografia di Lucia

 

In due articoli precedenti (27 agosto 2014 e 10 aprile 2015) ho evidenziato una rivelazione esplosiva in una nuova biografia di suor Lucia, Um Caminho Sob un Olhar de Maria ( Un percorso sotto lo sguardo di Maria ), pubblicata dal convento di Coimbra . Per richiamare i fatti, a pagina 266 dell'edizione originale portoghese c'è una citazione da un diario di Suor Lucia, non ancora pubblicato, in cui si racconta la direttiva della Vergine di stare in pace e  di impegnarsi a scrivere il Terzo Segreto, dopo la lunga lotta della veggente di metterlo per iscritto.           La frase cruciale è "stare in pace, e scrivere ciò che io ti ho comandato, ma, tuttavia, non quello che è ti é stato dato per capire il suo significato ". In portoghese la frase chiave è" está em paz e escreve o que te mandam, não porém o que te é dado entender fare seu significado. "
La chiara importazione delle parole della Beata Vergine è che, alla data riportata nella biografia, 3 Gennaio 1944, ha comandato a Lucia di scrivere la visione, in ultima analisi pubblicata dal Vaticano il 26 giugno del 2000, il cui testo di quattro pagine è datato 3 gennaio 1944, ma non è la spiegazione della Vergine del suo stesso significato, che aveva dato a Lucia. La spiegazione della Vergine del significato della visione avrebbe dovuto comportare un separato, ma ancora inedito testo, un testo la cui esistenza è stata solo evidente sin dal momento la visione è stata pubblicata, suscitando la famosa risposta di Madre Angelica in diretta televisiva ( 16 maggio 2001): ". Mi capita di pensare di essere uno di quelli che pensa che non abbiamo compreso l'intera cosa" No, non l'abbiamo fatto.

domenica 7 giugno 2015

IoStoConDanilo [Come aiutare D. Quinto, licenziato per le sue opinioni]...

Fonte: Radio Spada...
 anci

di Andrea Giacobazzi

Mi trovo a scrivere per una notizia che probabilmente molti di voi già conoscono. Danilo Quinto ha visto sparire la sua principale fonte di reddito per la fedeltà a ciò in cui crede, per aver scritto alcuni articoli apparsi su Radio Spada e per aver pubblicato (sempre con le Edizioni Radio Spada) il libro “Ancilla Hominis“, in cui le opinioni sull’operato di Francesco sono apparse ad alcuni troppo dure. [Per leggere qualche dettaglio in più sulla vicenda, leggere l’articolo: Danilo Quinto licenziato per le sue opinioni e per il libro pubblicato con noi]
Non entrerò nel merito degli scritti di Danilo, non mi interessa. Per certo posso affermare che era un ben pagato dirigente del Partito Radicale, con ampie possibilità di essere candidato ed eletto al Parlamento.
Ha lasciato tutto per convertirsi al Cattolicesimo: ha lasciato l’incarico di tesoriere, ha lasciato la possibilità di diventare “onorevole”, ha lasciato la carriera e i soldi sicuri per mettersi in cammino su una strada dura e pericolosa. L’ha fatto, certo che le stesse mani che lo applaudivano, lo avrebbero prontamente schiaffeggiato. Si è riempito di debiti per tenere testa alla situazione ma è andato avanti.
Giunto con genuinità nella Chiesa, ne ha visto presto l’immane crisi, e con la stessa fermezza con cui si è dissociato dai suoi precedenti “colleghi” radicali, si è opposto agli atteggiamenti contrari alla Fede propri di larghissima parte della gerarchia e dello stesso Francesco. La scure di alcuni zelanti avrebbe dovuto presto fargli visita. Ora è senza reddito, senza proprietà di beni immobili, senza auto ma con una famiglia intorno. Una famiglia che quotidianamente implica delle spese.

 http://www.amicideltimone-staggia.it/public/adtsta11_argomenti/marco_pannella_-_danilo_quinto_-_amici_del_timone_staggia.jpg

Ciò che mi permetto di chiedere con queste poche righe è di entrare tutti in questa famiglia dando il nostro contributo, per permettere a Danilo di resistere, in attesa di un nuovo lavoro. In coscienza, non possiamo fare altrimenti. In una recente chiacchierata mi ha detto: “Ho tentato di tutto in questi dieci anni di conversione per sopravvivere insieme alla mia famiglia e non ho rimpianto nulla di quello che ho lasciato: la sicurezza economica, la prospettiva di una carriera politica. Mi sono abbandonato alla volontà di Dio. Non posso mollare”.
Neanche noi possiamo mollarlo.
Che fare, quindi? Inviare i nostri contributi al suo IBAN (che è in calce a questo testo) e comprare – operazione simbolicamente non secondaria – il suo libro “Ancilla Hominis”, magari facendo acquisti “militanti” di molte copie, da regalare a nostra volta per far conoscere la sua storia.
Non aggiungo altro, il tempo delle parole è finito.
*** *** ***
Banca UNICREDIT,
Intestatario: PASQUALE QUINTO (è il nome sui documenti)
Codice IBAN: IT 66 Y 02008 04020 000101365598.
Causale: Donazione – Campagna #IOSTOCONDANILO

sabato 6 giugno 2015

CORPUS DÓMINI DOMÍNICA II POST PENTECOSTEN - Santa Messa "Non Una Cum" gli apostati Vaticanosecondisti...

 San Francesco d'Assisi...
LETTERA A TUTTI I CHIERICI SULLA RIVERENZA DEL CORPO DEL SIGNORE

http://www.sanpiox.it/public/images/stories/immagini/San%20Francesco%20dAssisi.JPG
Facciamo attenzione, noi tutti chierici, al grande peccato e all'ignoranza che certuni hanno riguardo al santissimo Corpo e Sangue del Signore nostro Gesù Cristo e ai santissimi Nomi e alle sue Parole scritte che santificano il corpo.

Sappiamo che non ci può essere il corpo se prima non è santificato dalla parola.
Niente infatti possediamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il corpo e il sangue, i nomi e le parole mediante le quali siamo stati creati e redenti "da morte a vita" (1Gv 3,14).

Tutti coloro, poi, che amministrano così santi misteri, considerino tra sé, soprattutto chi li amministra illecitamente, quanto siano miserandi i calici, i corporali e le tovaglie sulle quali si compie il sacrificio del corpo e del sangue di lui. E da molti viene collocato e lasciato in luoghi indecorosi, viene trasportato senza nessun onore e ricevuto senza le dovute disposizioni e amministrato agli altri senza discrezione.

Anche i nomi e le parole di lui scritte talvolta vengono calpestate, poiché "L'uomo carnale non comprende le cose di Dio" (1Cor 2,14).
Non dovremmo sentirci mossi a pietà per tutto questo, dal momento che lo stesso pio Signore si consegna nelle nostre mani e noi l'abbiamo a nostra disposizione e ce ne comunichiamo ogni giorno? Ignoriamo forse che dobbiamo venire nelle sue mani?
Orsù, di tutte queste cose e delle altre, subito e con fermezza emendiamoci; e ovunque troveremo il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo collocato e lasciato in modo illecito, sia rimosso di là e posto e custodito in un luogo prezioso.
Ugualmente, ovunque siano trovati i nomi e le parole scritte del Signore in luoghi sconvenienti, siano raccolte e debbano essere collocate in luogo decoroso.
Queste cose sono tenuti ad osservarle fino alla fine, più di qualsiasi altra cosa, tutti i chierici. 14 E quelli che non faranno questo, sappiano che dovranno rendere "ragione" davanti al Signore nostro Gesù Cristo "nel giorno del giudizio" (Cfr. Mt 12,36).
E coloro che faranno ricopiare questo scritto, perché esso sia meglio osservato, sappiano che saranno benedetti dal Signore Iddio.

(da Fonti Francescane, sez. Lettere
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EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Corínthios, I, 11, 23-29
 
Fratres: Ego énim accépi a Dómino quod et trádidi vobis, quóniam Dóminus Iesus in qua nocte tradebátur, accépit panem, et grátias ágens fregit, et dixit: Accípite, et manducáte: hoc est corpus meum, quod pro vobis tradétur: hoc fácite in meam commemoratiónem. Simíliter et cálicem, postquam coenávit, dícens: Hic calix novum testaméntum est in meo sánguine. Hoc fácite, quotiescúmque bibétis, in meam commemoratiónem. Quotiescúmque enim manducábitis panem hunc, et cálicem bibétis, mortem Dómini annuntiábitis, donec véniat. Itaque quicúmque manducáverit panem hunc, vel bíberit cálicem Dómini indígne, reus erit córporis et sánguinis Dómini. Probet áutem seípsum homo: et sic de pane illo edat, et de cálice bibat. Qui enim mandúcat et bibit indígne, iudícium sibi mandúcat et bibit: non diiúdicans corpus Dómini.
M. - Deo grátias.
 
Fratelli: Io stesso ho appreso dal Signore quello che ho insegnato a voi: il Signore Gesú, nella stessa notte nella quale veniva tradito: prese il pane, e rendendo grazie, lo spezzò e disse: Prendete e mangiate, questo è il mio corpo che sarà immolato per voi: fate questo in memoria di me. Similmente, dopo cena, prese il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, tutte le volte che ne berrete, fate questo in memoria di me. Infatti, tutte le volte che mangerete questo pane e berrete questo calice, annunzierete la morte del Signore fino a quando Egli verrà. Chiunque perciò avrà mangiato questo pane e bevuto questo calice indegnamente, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore. Dunque, l’uomo esamini sé stesso e poi mangi di quel pane e beva di quel calice: chi infatti mangia e beve indegnamente, mangia e beve la sua condanna, non riconoscendo il corpo del Signore.
M. - Deo grátias.

mercoledì 3 giugno 2015

L'ultimo vero Pontefice Cattolico,(Pio XII) canonizza il grande San Pio X "martello santo" dei modernisti...

 http://www.agerecontra.it/public/press40/wp-content/uploads/2015/06/StPiusXCanonization.jpg

Discorso di  Pio XII dopo il rito di canonizzazione di San Pio X, 29 maggio 1954

Quest’ora di fulgente trionfo, che Iddio, suscitatore degli umili, ha disposto e quasi affrettato, per sigillare la mirabile ascesa del suo servo fedele Pio X alla suprema gloria degli altari, ricolma l’animo Nostro di gaudio, al quale voi, Venerabili Fratelli e diletti figli, con la vostra presenza così largamente partecipate. Eleviamo pertanto fervide grazie alla divina bontà per averCi concesso di vivere questo straordinario evento, tanto più che forse per la prima volta nella storia della Chiesa la formale santificazione di un Papa è proclamata da chi ebbe già il privilegio di essere al servigio di lui nella Curia Romana.
Fausto e memorando questo dì, non soltanto per Noi, che lo annoveriamo tra i giorni felici del Nostro Pontificato, cui la Provvidenza aveva pur riservato così numerosi dolori e sollecitudini; ma altresì per la intiera Chiesa, che, spiritualmente stretta intorno a Noi, esulta all’unisono in veemente palpito di religiosa commozione.
Il caro nome di Pio X in questo vespro radioso attraversa da un capo all’altro la terra, scandito con gli accenti più diversi; e destando da per tutto pensieri di celestiale bontà, forti impulsi di fede, di purezza, di pietà eucaristica, risuona a perenne testimonianza della feconda presenza di Cristo nella sua Chiesa. Con generoso ricambio, esaltando il suo servo, Dio attesta la eccelsa santità di lui, per la quale, anche più che per il suo supremo Ufficio, Pio X fu in vita inclito campione della Chiesa, e come tale è oggi il Santo dato dalla Provvidenza ai nostri tempi.
Ora Noi desideriamo che precisamente in questa luce voi contempliate la gigantesca e mite figura del Santo Pontefice, affinchè, calate le ombre su questa memoranda giornata e spente le voci dell’immenso osanna, il solenne rito della sua santificazione permanga in benedizione nelle anime vostre ed in salvezza per il mondo.
  1. — Il programma del suo Pontificato fu da lui solennemente annunziato fin dalla prima Enciclica (E supremi del 4 Ottobre 1903), in cui dichiarava essere suo unico proposito di instaurare omnia in Christo (Eph. 1, 10), ossia di ricapitolare, ricondurre tutto ad unità in Cristo. Ma quale è la via che ci apre l’adito a Gesù Cristo? egli si chiedeva, guardando amorevolmente le anime smarrite ed esitanti del suo tempo. La risposta, valida ieri, come oggi e nei secoli, è: la Chiesa! Fu pertanto sua prima sollecitudine, incessantemente perseguita fino alla morte, di rendere la Chiesa sempre più in concreto atta ed aperta al cammino degli uomini verso Gesù Cristo. Per questo intento egli concepì l’ardita intrapresa di rinnovare il corpo delle leggi ecclesiastiche, in guisa da dare all’intiero organismo della Chiesa più regolare respiro, maggior sicurezza e snellezza di movimento, come era richiesto da un mondo esterno improntato a crescente dinamismo e complessità. È ben vero che questa opera, da lui stesso definita « arduum sane munus », si adeguava all’eminente senso pratico ed al vigore del suo carattere; tuttavia la sola aderenza al temperamento dell’Uomo non sembra che spieghi l’ultimo motivo della difficile impresa. La scaturigine profonda dell’opera legislativa di Pio X è da ricercarsi soprattutto nella sua personale santità, nella sua intima persuasione che la realtà di Dio, da lui sentita in comunione incessante di vita, è la origine e il fondamento di ogni ordine, di ogni giustizia, di ogni diritto nel mondo. Dov’è Dio, là è ordine, giustizia e diritto; e, viceversa, ogni ordine giusto tutelato dal diritto manifesta la presenza di Dio. Ma quale istituzione sulla terra doveva più eminentemente palesare questa feconda relazione fra Dio e il diritto, se non la Chiesa, corpo mistico di Cristo stesso? Iddio benedisse largamente l’opera del beato Pontefice, cosicchè il Codice di diritto canonico resterà nei secoli il grande monumento del suo Pontificato, ed egli stesso potrà considerarsi come il Santo provvidenziale del tempo presente.
Possa questo spirito di giustizia e di diritto, del quale Pio X fu al mondo contemporaneo testimone e modello, penetrare nelle aule delle Conferenze degli Stati, ove si discutono gravissimi problemi della umana famiglia, in particolare il modo di bandire per sempre il timore di spaventosi cataclismi e di assicurare ai popoli una lunga era felice di tranquillità e di pace.
  1. - Invitto campione della Chiesa e Santo provvidenziale dei nostri tempi si rivelò altresì Pio X nella seconda impresa che contraddistinse l’opera sua, e che in vicende talora drammatiche ebbe l’aspetto di una lotta impegnata da un gigante in difesa di un inestimabile tesoro: l’unità interiore della Chiesa nel suo intimo fondamento: la fede. Già dalla fanciullezza la Provvidenza divina aveva preparato il suo eletto nell’umile sua famiglia, edificata sull’autorità, sui sani costumi e sulla fede stessa scrupolosamente vissuta. Senza dubbio ogni altro Pontefice, in virtù della grazia di stato, avrebbe combattuto e respinto gli assalti miranti a colpire la Chiesa nel suo fondamento. Bisogna tuttavia riconoscere che la lucidità e la fermezza, con cui Pio X condusse la vittoriosa lotta contro gli errori del modernismo, attestano in quale eroico grado la virtù della fede ardeva nel suo cuore di santo. Unicamente sollecito che l’eredità di Dio fosse serbata intatta al gregge affidatogli, il grande Pontefice non conobbe debolezze dinanzi a qualsiasi alta dignità o autorità di persone, non tentennamenti di fronte ad adescanti ma false dottrine entro la Chiesa e fuori, nè alcun timore di attirarsi offese personali e ingiusti disconoscimenti delle sue pure intenzioni. Egli ebbe la chiara coscienza di lottare per la più santa causa di Dio e delle anime. Alla lettera si verificarono in lui le parole del Signore all’Apostolo Pietro: « Io ho pregato per te, affinchè la tua fede non venga meno, e tu . . . conferma i tuoi fratelli » (Luc. 22, 32). La promessa e il comando di Cristo suscitarono ancora una volta nella roccia indefettibile di un suo Vicario la tempra indomita dell’atleta. È giusto che la Chiesa, decretandogli in quest’ora la gloria suprema nel medesimo luogo ove rifulge da secoli non mai offuscata quella di Pietro, confondendo anzi l’uno e l’altro in una sola apoteosi, canti a Pio X la sua riconoscenza ed invochi in pari tempo la intercessione di lui, affinchè le siano risparmiate nuove lotte di tal genere. Ma ciò di cui allora propriamente si trattò, vale a dire la conservazione della intima unione della fede e del sapere, è un così; alto bene per tutta la umanità, che anche questa seconda grande opera del santo Pontefice è di una importanza che va molto al di là dello stesso mondo cattolico.
 https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2EvoMeSLoBt0Og5WMepz44aWsmfmWg-GWYNflaOhZnFhB3ld6CJkab8rqgyu-GSW6D1Eb_O2iSkqT6qyH-I43x6-HhAtcaBQcVJbZ_M1rLrWRp2WxVWjJx_mUrI6x_1YPQY-KgOcYYGE8/s1600/pio+xii+2.jpg

Chi, come il modernismo, separa, opponendole, fede e scienza nella loro fonte e nel loro oggetto, opera in questi due campi vitali una scissione così deleteria, « che poco è più morte ». Si è veduto praticamente: l’uomo, che al volger del secolo era già nell’intimo di sè diviso, e tuttavia ancora illuso di possedere la sua unità nella sottile apparenza di armonia e di felicità, basate in un progresso puramente terreno, è stato poi visto come spezzarsi sotto il peso di una ben differente realtà.