di Alejandro Sosa Laprida
Parte prima
Francesco ha infine trovato la tiara pontificia che gli si addice (1) Parte prima Introduzione.
- L’omosessualismo non più condannato, ma «integrato».
- Il laicismo va nel senso della «Storia».
«Ed a rompere senza più gl’indugi Ci
spinge anzitutto il fatto, che i fautori dell’errore già non sono ormai
da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e
timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi
quanto meno sono in vista.
Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a
molti del laicato cattolico e, ciò ch’è più deplorevole, a non pochi
dello stesso ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la
Chiesa, scevri d’ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere,
tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si
dànno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima;
[…] Per verità non si allontana dal vero chi li ritenga fra i nemici
della Chiesa i più dannosi.
Imperocché, come già abbiam detto, i lor
consigli di distruzione non li agitano costoro al di fuori della
Chiesa, ma dentro di essa; ond’è che il pericolo si appiatta quasi nelle
vene stesse e nelle viscere di lei, con rovina tanto più certa, quanto
essi la conoscono più addentro.
Di più, non pongono già la scure ai rami
od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre
di lei più profonde.»
(San Pio X, Enciclica Pascendi, 1907, 2-3)
Tavola delle materie
Introduzione.
- L’omosessualismo non più condannato, ma «integrato».
- Il laicismo va nel senso della «Storia».
- Chiesa e Sinagoga, una pari dignità.
- Eresie caratterizzate.
- Amoris laetitia: la distruzione del matrimonio e l’abolizione del peccato tramite la falsa misericordia.
- Il mondialismo e la «conversione ecologica».
- L’«eco-enciclica» Laudato Si’.
- Spaventose bestemmie.
- Sostegno all’islam e all’immigrazione musulmana in Europa.
- Francesco, Teilhard de Chardin e il panteismo.
- Francesco, parossismo dell’ecumenismo conciliare.
- La questione della pena di morte.
- Verso un governo mondiale.
Conclusione.
Introduzione
Parlare di Francesco potrebbe
rivelarsi, non solo un esercizio particolarmente sgradevole, ma
soprattutto pericoloso, per una duplice ragione che attiene sia al
passato sia al futuro. Circa il passato, vi è il rischio di focalizzare
eccessivamente l’attenzione sulla persona di Bergoglio, trascurando così
di ricordare da dove viene la crisi attuale, la quale, per
l’essenziale, non riguarda Francesco: lui non fa che esacerbarla e
condurla alle sue estreme conseguenze. Circa il futuro, c’è il rischio
di perdere di vista il senso di questa crisi spaventosa, rimanendo in
qualche modo «prigionieri» dell’incubo attuale e dimenticando che, Dio
permettendo, se ne parla per meglio far risplendere la gloria di Nostro
Signore quand’Egli si degnerà di intervenire per punire i malvagi,
ricompensare i giusti e restaurare ogni cosa.
Il primo rischio consiste dunque nel
perdere di vista il quadro d’insieme e nel sopravvalutare una persona a
detrimento dell’intero sistema di cui egli è solo una componente
interscambiabile. Il secondo rischio, ancora più grave, sta
nell’indebolimento della virtù teologale della speranza, dimenticando
che Nostro Signore ha già vinto il male e che noi, se Gli restiamo
fedeli, per grazia di Dio, partecipiamo alla Sua vittoria.
Ecco perché mi sforzerò
primariamente di dimostrare, circa il passato, che la radice degli
errori bergogliani affonda nel Vaticano II. Secondariamente, circa il
futuro e per non cadere nello scoraggiamento, tenterò di mettere in
risalto l’aspetto escatologico della crisi attuale, ricordando, come
dice San Paolo che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm.
8, 28); e che lo spiegamento del mistero d’iniquità, anche nel luogo
santo, è permesso da Dio per meglio far risaltare il Suo trionfo al
momento del Giudizio delle Nazioni:
il Dies Irae nel quale sarà annientato l’impero del male.
Corruptio optimi pessima, la corruzione del migliore è quanto c’è di peggio.
La più grande autorità morale sulla
terra messa al servizio del male e della menzogna, diviene
necessariamente il principale fattore rivoluzionario al mondo.
Come ho detto prima, quest’opera di
iniquità non è dovuta solo a Francesco, in quanto si è abbeverato alla
fonte avvelenata del Vaticano II e ne è divenuto l’ultimo dei propagatori, ma certo è che
con lui la rivoluzione nella Chiesa ha incontestabilmente raggiunto un
nuovo traguardo, ha effettuato un salto qualitativo: l’errore e la menzogna, la
blasfemia e il sacrilegio, sono divenute onnipresenti e si manifestano
con una sfrontatezza spudorata, tali da rendere irrespirabile
l’atmosfera spirituale.
A quasi tre anni e mezzo di pontificato, l’opera di devastazione perpetrata da Francesco supera ogni immaginazione:
bisogno di una conversione ecologica;
richiesta di perdono ai «gay» per essere
stati «discriminati» dalla Chiesa; costruire una «nuova umanità» con la
«cultura dell’incontro»; la Chiesa e la Sinagoga hanno una «pari
dignità»; Maria e la Chiesa hanno dei «difetti»; Lutero non si è
sbagliato sulla dottrina della giustificazione; gli Stati cattolici sono
incompatibili con il senso della «Storia»; i musulmani sono dei «figli
di Dio»; la pena di morte per i criminali è «inammissibile»; un giorno
la specie umana si estinguerà; non esiste il Dio cattolico; la
moltiplicazione dei pani non c’è stata; Dio si serve dell’evoluzione e
non è un «mago»; il matrimonio cristiano è solo un «ideale»; il
linguaggio dei luterani e quello dei cattolici riguardo all’Eucarestia è
«la stessa cosa»; la Chiesa ha avuto in passato dei «comportamenti
inumani», ma dopo il Vaticano II ha imparato «il rispetto» delle altre
religioni…