Pio IX
Graves ac diuturnae
Le gravi e diuturne insidie, e gli sforzi che ogni giorno più
compiono in codesta regione i neo-eretici, che si dicono vecchi
cattolici, per ingannare e strappare dall’avita fede il popolo fedele,
Ci muovono, per dovere del supremo Nostro Apostolato, a portare con ogni
zelo le cure e le sollecitudini paterne in difesa della salute
spirituale dei Nostri Figli. Ci è noto infatti, Venerabili Fratelli, e
con dolore lo deploriamo, che i predetti scismatici ed eretici, nel
territorio della diocesi di Basilea, ed in altri luoghi di codesta
regione, mentre la libertà religiosa dei cattolici è pubblicamente
oppressa dalle leggi scismatiche, essi, col favore dell’autorità civile,
esercitano il ministero della condannata loro setta, e, occupate
violentemente le parrocchie e le chiese da preti apostati, non
tralasciano alcun genere di frode e di artificio per attirare
miseramente nello scisma i Figli della Chiesa cattolica. Siccome poi fu
sempre proprio e peculiare degli eretici e degli scismatici l’usare
simulazione ed inganni; così questi Figli delle tenebre (che debbono
annoverarsi fra coloro ai quali fu detto dal Profeta: "Guai a voi,
figli disertori, che nutrite fiducia nella Protezione dell’Egitto: avete
respinto il Verbo e avete confidato nella calunnia e nel disordine")
nulla hanno maggiormente a cuore che d’ingannare gl’incauti e
gl’ignoranti, e trarli negli errori con la simulazione e l’ipocrisia,
ripetendo pubblicamente che non respingono la Chiesa cattolica e il suo
Capo visibile, ma anzi desiderano la purezza della dottrina cattolica, e
sono essi soli cattolici ed eredi dell’antica fede. Di fatto essi non
vogliono riconoscere tutte le prerogative del Vicario di Cristo in
terra, né sono ossequienti al supremo magistero di Lui.
Per diffondere poi ampiamente le loro dottrine eretiche, sappiamo
pure che alcuni di essi hanno assunto l’ufficio d’insegnare la sacra
teologia nell’Università di Berna, sperando in tale modo di potere
guadagnare fra la gioventù cattolica nuovi seguaci della loro condannata
fazione. Noi abbiamo già riprovato e condannato questa deplorabile
setta, che dal vecchio sacco degli eretici ha estratto tanti errori
contro i sovrani principi della fede cattolica, rovescia i fondamenti
della religione cattolica, impudentemente respinge le dogmatiche
definizioni del Concilio Ecumenico Vaticano, e in tanti modi lavora per
la rovina delle anime. Con la Nostra lettera pubblicata il 21 novembre
dell’anno 1873, abbiamo detto e dichiarato che quegli infelici, i quali a
tale setta appartengono e ad essa danno adesione e favore, sono
segregati dalla comunione della Chiesa e devono ritenersi scismatici.
Dichiarando ora di nuovo e pubblicamente questa stessa cosa, crediamo
Nostro dovere, Venerabili Fratelli, di rivolgerci a voi affinché, con
quello specchiato vostro zelo e con quella egregia vostra virtù, di cui
avete dato splendidi esempi nel sostenere tribolazioni per la causa dl
Dio, in ogni modo possibile difendiate l’unità della fede nei vostri
fedeli, e richiamiate alla loro memoria che si guardino con ogni
attenzione da quegl’insidiosi nemici del gregge di Cristo e dai loro
pascoli velenosi; rifuggano assolutamente dai loro riti religiosi, dalle
istruzioni, dalle cattedre di pestilenza, erette per insegnare
impunemente le sacre dottrine; dai loro scritti e da qualunque contatto;
non sopportino alcuna convivenza e relazione coi preti intrusi ed
apostati dalla fede, i quali osano esercitare gli uffici del ministero
ecclesiastico, e sono privi di legittima missione e di qualsiasi
giurisdizione; aborriscano dai medesimi come da estranei e da ladri, i
quali vengono solo per rubare, per uccidere, per rovinare. Infatti i
Figli della Chiesa debbono pensare che si tratta di custodire il
preziosissimo tesoro della fede, senza la quale è impossibile piacere a
Dio, ed insieme di conseguire il fine della fede, la salvezza delle
anime proprie, seguendo la retta via della giustizia.
E poiché conosciamo che costì, oltre alle altre leggi ostili alla
divina costituzione ed all’autorità della Chiesa, ne sono state emanate
altre dall’autorità civile, assolutamente contrarie alle prescrizioni
canoniche relative al matrimonio cristiano, e che con queste leggi sono
del tutto conculcate l’autorità e la giurisdizione ecclesiastica, non
possiamo fare a meno, Venerabili Fratelli, di esortarvi nel Signore
affinché con opportune istruzioni spieghiate ai vostri fedeli la
dottrina cattolica sul matrimonio cristiano, e ricordiate loro ciò che
molte volte nelle Nostre Lettere Apostoliche o nelle Allocuzioni,
specialmente in quelle del 9 e 27 settembre 1852, abbiamo inculcato
intorno a questo Sacramento, ond’essi conoscano pienamente la santità e
la forza di questo Sacramento, e in ciò conformandosi piamente alle
leggi canoniche, possano evitare quei mali che derivano nelle famiglie e
nella umana società dalla dispregiata santità del matrimonio.