Proponiamo una delle più belle e “scuotenti” encicliche di Leone
XIII, datata 10. 1. 1890, zeppa di contenuti importantissimi per la fede
cattolica, dedicata ai principali doveri del cristiano, doveri che la
setta modernista attuale elude accuratamente, protesa demagogicamente
solo a soddisfare i bisogni ed i “pruriti” dei suoi adepti che, pur nel
peccato, nei sacrilegi, nelle scomuniche, nelle innumerevoli
censure, continuano a reputarsi cattolici. Qui abbiamo un elenco di
doveri dei cristiani, in particolare nei confronti delle autorità civili
che imponessero leggi o costumi contrari alla morale cristiana ed agli
insegnamenti religiosi, ricordando l’obbligo che si ha di obbedire a Dio
piuttosto che agli uomini, specie se corrotti e guidati da intenti
loschi e malvagi … notevole e perentorio è il passaggio che recita: “… però
se le leggi dello Stato dovessero essere apertamente in contraddizione
con il diritto divino; se dovessero essere ingiuriose verso la Chiesa, o
contraddire i doveri della religione o violare l’autorità di Gesù
Cristo nella persona del Papa, allora è doveroso resistere ed è colpa [sottolineiamo: colpa!] ubbidire”.
C’è inoltre un’aperta condanna del laicismo e della pluralità
religiosa, considerata come libertà di propugnare l’errore… figuriamoci
poi l’ecumenismo attuale propagato dalla setta modernista-mondialista
del “Novus Ordo”, costola attiva del progettato governo mondiale e delle
religioni unite sotto l’egida giudeo-massonica. – Eccezionalmente
illuminanti sono poi le espressioni sul dovere dei fedeli di conoscere e
tutelare la dottrina cristiana, il pericolo dell’inerzia colpevole,
l’impegno a professare e divulgare la fede cattolica, [ …
ciascun fedele deve propagare agli altri la propria fede, sia per
l’istruzione degli altri fedeli, sia per confermarli, o per reprimere
gli assalti degli infedeli …], le modalità di
partecipazione alla vita politica senza falsa prudenza e falso zelo, per
finire in brillantezza con l’educazione dei giovani, oggi totalmente
disattesa e deviata opportunamente con ogni mezzo e da tutte le
istituzioni, soprattutto in seno alla famiglia, [i padri …
si sforzino di respingere in questo campo ogni intromissione ingiuriosa e
rivendichino il diritto di educare come conviene i figli nel costume
cristiano], famiglia che è germe della società divina, e
richiamando alfine alla gravità dei doveri di ogni cristiano. – Ma non
roviniamo queste pagine del Sacro Magistero che, lo ricordiamo a
beneficio di coloro che sono oramai protestantizzati e massonizzati da
mass media “teleguidati”, nonché da falsi prelati mai validamente
ordinati, quindi laici in maschera di carnevale, è la voce del Vicario
di Cristo in terra, e quindi è parola vivente di Gesù-Cristo-Dio:
“Sapientiæ Christianæ revocari præcepta, eisque vitam, mores, instituta populorum penitua conformati …”
S. S. Leone XIII
“Sapientiae christianae”
[De præcipuis civium chriastianorum officiis]
Lettera Enciclica
Richiamarsi ai precetti della sapienza cristiana e conformare
profondamente ad essi la vita, i costumi e le istituzioni dei popoli è
cosa che ogni giorno appare sempre più necessaria. Avendoli messi da
parte, ne sono derivati mali così grandi che nessun uomo saggio può
sopportare la presente situazione senza una grave preoccupazione, né
guardare al futuro senza timore. – Si è realizzato un non comune
progresso dei beni che riguardano il corpo e le cose materiali, ma tutta
la natura sensibile, il possesso dell’energia e dell’agiatezza, se
possono generare comodità e aumentare la dolcezza della vita, non
possono soddisfare l’anima che è nata per destini più grandi e più alti.
Contemplare Dio e tendere a Lui è la suprema legge della vita degli
uomini, i quali, creati a immagine e somiglianza divina, sono fortemente
invitati a possedere il loro Creatore. – Ma non si va a Dio con le
tendenze e le esigenze del corpo, bensì con la conoscenza e l’affetto
che sono atti dell’anima. È Dio, infatti, la prima e suprema verità, e
la nostra mente non si pasce che di verità: alla santità perfetta e al
sommo bene può aspirare e accedere soltanto la nostra volontà sotto la
guida della virtù.- Quanto si dice dei singoli uomini, deve essere
riferito anche alla società, sia domestica, sia civile.
La natura
infatti non ha creato la società perché l’uomo la seguisse come un fine,
ma affinché in essa e per essa trovasse gli aiuti adatti alla propria
perfezione. Se la società civile persegue unicamente le comodità
esteriori e il culto della vita nel lusso e nell’abbondanza; se ignora
Dio nella vita amministrativa e non si cura delle leggi morali, essa
devìa terribilmente dal suo scopo e da quanto la natura prescrive, e non
può essere considerata società e comunità di uomini ma una falsa
imitazione e parodia di società. – Quei beni spirituali che – come
abbiamo già detto – si ritrovano soprattutto nel culto della vera
religione e nella costante osservanza dei precetti cristiani, li vediamo
oscurarsi ogni giorno per dimenticanza o per fastidio degli uomini,
cosicché quanto più grandi sono i progressi che riguardano la vita
corporale, tanto maggiore è il tramonto dei valori che riguardano
l’anima. Indizio significativo della diminuita e indebolita fede
cristiana si trova nelle stesse ingiurie che vengono rivolte troppo
spesso contro il nome cristiano, in piena luce e sotto gli occhi di
tutti; in altri tempi, una società rispettosa della religione non
l’avrebbe mai tollerato. Per queste cause è incredibile a dirsi quale
grande numero di uomini si trovi in pericolo di perdere l’eterna
salvezza. Ma le stesse città e gli Stati non possono restarne indenni a
lungo, perché crollando gli ordinamenti e i costumi cristiani,
inevitabilmente crollano anche le fondamenta della società umana. – Per
difendere la pubblica tranquillità e l’ordine resta soltanto la forza:
ma anche la forza pubblica diventa molto debole se scompare l’aiuto
della religione: risulta più atta a creare schiavitù che obbedienza;
raccoglie già in se stessa i semi di gravi disordini. – Il nostro secolo
ha provato gravi, memorabili vicende, e non si sa se dobbiamo
paventarne altre uguali. Pertanto il momento storico ci ammonisce da che
parte bisogna cercare i rimedi, cioè ripristinare in tutte le
componenti della vita sociale il modo cristiano di pensare e di agire
della vita privata: questo è l’unico sicuro mezzo per eliminare i mali
che ci affliggono e impedire i pericoli che ci sovrastano. – A questo,
Venerabili Fratelli, è necessario che ci dedichiamo; a questo dobbiamo
portare ogni nostro sforzo con il massimo impegno: per questa ragione,
sebbene abbiamo già altrove trattato queste cose, quando Ci fu data la
possibilità, Ci sembra tuttavia molto utile descrivere i doveri dei
cattolici più chiaramente in questa Lettera: questi doveri, se osservati
con ogni cura, saranno di grande utilità per la salvezza dei beni
sociali. – Incorriamo quasi ogni giorno in grandi contrasti sui massimi
problemi: ed è molto difficile non restare vittime di inganni, di errori
e di vedere molti perdersi d’animo e soccombere.