Con Francesco al mio lato, inferno assicurato
«Chiunque ami la verità odia l’errore,
e questo orrore dell’errore è la pietra di paragone con cui si riconosce l’amore per la verità.
Se non ami la verità, potrai dire che l’ami e farlo anche credere;
ma si può star certi che, in questo caso, mostrerai mancanza di orrore per ciò che è falso, e da ciò si riconoscerà che non ami la verità»
(Ernest Hello)
e questo orrore dell’errore è la pietra di paragone con cui si riconosce l’amore per la verità.
Se non ami la verità, potrai dire che l’ami e farlo anche credere;
ma si può star certi che, in questo caso, mostrerai mancanza di orrore per ciò che è falso, e da ciò si riconoscerà che non ami la verità»
(Ernest Hello)
Quando si tratta di presentare i detti e i fatti di Francesco, è
impossibile non imbattersi in blasfemie disseminate dappertutto,
qualunque sia il tema trattato o l’azione compiuta. Se ho deciso di
dedicare un articolo ad alcune delle sue innumerevoli blasfemie, è stato
con la precisa finalità pedagogica di porre in rilievo le più
«eclatanti», di modo che i cristiani, prendendo coscienza della malizia e
dell’empietà inqualificabili di quest’uomo insensato, possano evitare
le sue trappole diaboliche e non rimanere sedotti dal falso Vangelo che
egli predica, né dal Cristo adulterato che egli presenta ingannevolmente
al mondo, facendosi forte dell’immenso prestigio e della grande
autorità morale legate alla sua investitura.
Ritengo necessario aggiungere anche che: a voler indicare un tratto distintivo del pontificato di Francesco, un marchio di fabbrica che lo caratterizzi adeguatamente, un comune denominatore che dia coerenza alle sue parole e ai suoi gesti, un canovaccio sempre presente in tutto ciò che dice e fa, senza dubbio si dovrà parlare di blasfemie. Francesco, infatti, le profferisce con la stessa naturalezza con cui respira, emettendo improperi contro ogni cosa sacra con un’abilità consumata, un piacere diabolico e una prodigiosa indecenza.
Vediamo allora alcune di queste continue e multiformi espettorazioni bergogliane:
Ritengo necessario aggiungere anche che: a voler indicare un tratto distintivo del pontificato di Francesco, un marchio di fabbrica che lo caratterizzi adeguatamente, un comune denominatore che dia coerenza alle sue parole e ai suoi gesti, un canovaccio sempre presente in tutto ciò che dice e fa, senza dubbio si dovrà parlare di blasfemie. Francesco, infatti, le profferisce con la stessa naturalezza con cui respira, emettendo improperi contro ogni cosa sacra con un’abilità consumata, un piacere diabolico e una prodigiosa indecenza.
Vediamo allora alcune di queste continue e multiformi espettorazioni bergogliane:
«E io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio» (1).
Quest’unica frase, pronunciata sei mesi dopo la sua elezione, e che fu oggetto di una copertura mediatica planetaria, sarebbe dovuta bastare per suscitare una condanna inappellabile di questo incredibile offensore argentino. Ma non c’è stata condanna, né altro che potesse assomigliarle. Non c’è stata nemmeno una timida richiesta di rettifica o, quanto meno, di chiarimento semantico. Eppure, era la prima volta nella storia della Chiesa che un «Papa» negava l’esistenza del Dio cattolico: peraltro in un modo non certo accomodante.
Questa grave assenza di reazioni prova a sufficienza lo stato di deterioramento spirituale, intellettuale e morale dei cattolici; si tratta di un indizio certo della incredibile indifferenza che nutre il mondo cattolico riguardo alla fede, e questo nonostante una frase esplosiva come poche e di facile e immediata comprensione.
Se poi a qualcuno sembrasse che la detta frase sarebbe suscettibile di ricevere un’interpretazione benevola e ortodossa, in conformità col magistero, e non fosse in grado di cogliere in essa una colossale empietà, l’odio per Dio e la Sua Chiesa espresso ad un grado parossistico, con tutta la malizia del diavolo che parla per bocca di quest’uomo iniquo, mi troverei obbligato a dire che siamo al cospetto di un problema molto serio e che sarebbe meglio che costui si scrollasse di dosso la sonnolenza spirituale che l’affligge, prima che sia troppo tardi…