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venerdì 19 ottobre 2018

Pseudo canonizzazione di un demolitore della fede...


Ha osato!
Dopo aver “canonizzato”, il 27 aprile 2014, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, Francesco-Bergoglio ci ritorna con la “canonizzazione”, il 14 ottobre scorso, di Paolo VI.
I modernisti che occupano la sede di Pietro da sessant’anni non usano neanche più i guanti, non esitano davanti ad alcuna provocazione: si “beatificano” e si “canonizzano” gli uni gli altri in tutta fretta. Fu infatti Giovanni Paolo II che inaugurò tale andazzo, “beatificando”, il 3 settembre del 2000, Giovanni XXIII; e per fare ingoiare la pillola lo stesso giorno “beatificò” Pio IX.
Un farsi beffa del mondo intero: onorare contemporaneamente il Papa del Syllabus e l’organizzatore del Vaticano II… il Pontefice dell’intransigenza cattolica in un mondo rivoltatosi contro Dio, e il propagatore della libertà religiosa e del culto dell’uomo.
Naturalmente, alla “canonizzazione” di Pio IX non è mai seguita la sua canonizzazione, contrariamente a quanto avvenuto con Giovanni XXIII. Si trattò semplicemente di un sotterfugio per evitare che i tradizionalisti si mettessero a gridare.
D’altronde, è impensabile per gli apostati oggi in Vaticano “canonizzare” il Papa di QuantaCura, che si opponeva energicamente al mondo e alla civiltà moderna.

Dichiarando santi i tre principali responsabili del Vaticano II: della sua organizzazione (Giovanni XXIII), del suo svolgimento (Paolo VI) e della sua applicazione (Montini e Wojtyla), Bergoglio ha inteso canonizzare il “concilio” e tutte le riforme disastrose che ne sono derivate sul piano dottrinale, morale, pastorale, liturgico, sacramentale e disciplinare.
I frutti avvelenati del Vaticano II sono fin troppo visibili: crollo delle vocazioni religiose e sacerdotali, rarefazione dell’assistenza alle funzioni domenicali, perdita della fede, indifferentismo e scetticismo, crollo dello spirito apostolico e missionario, disgregazione dei riferimenti morali, incultura religiosa abissale, apostasia universale, depravazione dei costumi, perdita del pudore e della modestia cristiana nel linguaggio, nelle conversazioni, nell’abbigliamento, sviluppo dell’ateismo e del materialismo, proliferazione di sette e di maghi di ogni genere, promozione delle unioni contro-natura, massacro degli innocenti attraverso l’aborto e la pornografia di massa, rifiuto della trasmissione della vita tramite la banalizzazione della contraccezione, lacerazione delle famiglie, esplosione dei suicidi, individualismo forsennato, depressioni, ecc.
I briganti, gli intrusi che occupano la sede di Pietro da sessant’anni vogliono che si consideri la loro opera demoniaca come santa, benedetta, voluta da Dio. Siamo al cospetto dell’inversione più totale e al cinismo più assoluto. Ma è l’intero nostro mondo moderno che è fondato sull’inversione, che promuove la menzogna e l’errore e rigetta la verità, che preferisce la laidezza alla bellezza, che sceglie il male e rifiuta il bene e, peggio ancora, fa il male chiamandolo bene e demonizza il bene.

venerdì 12 ottobre 2018

La Sodomia a stretto legame con l'eresia Conciliare Vaticanosecondista...

 
Anni fa un confratello mi riferì un episodio sconcertante, secondo il quale un Officiale di Curia notoriamente omosessuale era stato sottoposto a degli esorcismi perché aveva preso l'abitudine, durante i suoi immondi festini, di bestemmiare il nome di Dio, cosa che aveva dato luogo a fenomeni di possessione diabolica. L'empio monsignore morì di lì a poco di un male incurabile, compianto dai suoi sodali. A quell'epoca le checche del Vaticano si muovevano ancora con prudenza, non perché non fossero numerose, ma perché vigeva quel tacito accordo che nell'esercito americano è compendiato dall'adagio Don't ask, don't tell, ossia Non chiedere, non dire. Anche se poi in molti sapevano chi aveva quelpenchant e chi no. Monsignori che uscivano in borghese nottetempo dal Laterano, indossando jeans e giubbotto di pelle, e che l'indomani affiancavano il Santo Padre ai pontificali. Preti che si allontanavano dalla canonica per far volta ai calidarj. Studenti di Atenei Pontificj che andavano a passeggiare a Villa Giulia. Seminaristi dediti ad un opinabile apostolato vespertino a Monte Caprino. Era la generazione del Concilio, che alla veste talare preferiva gli abiti firmati e gli occhiali da sole. Vanesj e fatui, inclini alla risatina isterica e ad apostrofarsi con pronomi e nomignoli femminili, ma pur sempre guardinghi, perché sul soglio sedeva il virile Wojtyla. Il quale era talmente intento a propagandar l'ecumenismo di Assisi da non accorgersi che proprio al suo fianco c'erano personaggi noti col nome di battaglia di Jessica.

I vizj, allora, li chiamavano vizietti, come se il diminutivo potesse rendere meno riprovevole la condotta di chi li praticava. Ed era un vizietto forse anche quello del mai abbastanza esecrato Montini, con i suoi modi da calvinista, i trascorsi ambrosiani che molti non han mai voluto approfondire e che pure gli meritarono accuse nemmen troppo velate. Certo è che su quel pontificato - e sulla congerie di Presuli che sotto di esso assursero ai più alti gradi della Gerarchia - grava ancor oggi, anzi oggi ancor più di ieri, l'ombra sinistra del ricatto, al punto da lasciar supporre che molte decisioni d'allora trovassero giustificazione solo nel terrore che qualche burattinaio potesse decidere di lasciar trapelare scabrosi dettaglj sul conto del sodomita di Concesio. Il quale, non a caso, tra pochi giorni verrà elevato agli onori degli altari, in riconoscimento del suo contributo all'opera di devastazione della Chiesa e quale devoto tributo dei suoi beneficiati.

Fu alla fine del papato wojtyliano che gli immondi seguaci di Sodoma trovaron coraggio di serrare i ranghi, raccogliendo intorno a sé una schiera di zelatori del tempio di simile natura, sicché potemmo vedere il povero Papa polacco conciato con paramenti circensi, o costretto ad assistere a grottesche performances di saltimbachi seminudi coram Pontifice, e di selvaggi in apparecchio adamiticocoram Sanctissimo. L'autore di quegli scempj ancor oggi imperversa nei Sacri Palazzi, ancorché prossimo al sacello, col suo codazzo di questuanti che il tempo ha trasformato da naiadi in clergyman in vecchi rancorosi. Ma mentre Giovanni Paolo II si andava spegnendo, in Vaticano la falange sodomitica levava il capo, non senza scandali e scandaletti al limite del ridicolo: ecco allora il segretario dell'Eminentissimo, per gli intimi Carmen, colto in flagrante nei gabinetti a Termini e frettolosamente spedito in partibus, il canonico con la manomorta fermato sul 62, il chierico che batte in San Pietro importunando i turisti, il prete al cinema porno, il frate ammazzato nei giardinetti da un prostituto e via enumerando.