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domenica 22 agosto 2010

AVETE RAPINATO IL POPOLO DI DIO DI TUTTI I SUOI TESORI....

E' notorio che nei lavori di preparazione del nuovo "Ordo Missae", sei pastori protestanti, appositamente invitati, furono presenti. Questo fatto spiega la tendenza del nuovo "Ordo" di conciliare il punto di vista protestante con il cattolico negli argomenti relativi alla cena dei protestanti e alla Messa della Santa Chiesa. Questa tendenza ebbe come risultato un "Ordo Missae" che, secondo dichiarazioni di protestanti di rilievo, può essere impiegato anche nella liturgia delle loro "Cene del Signore".



Paolo VI con i 6 protestanti che hanno cambiato la Messa....




Il 10 maggio 1970, in occasione dell'udienza concessa ai sei pastori protestanti che hanno collaborato all'elaborazione delNovus Ordo Missæ, Paolo VI, parlando del loro contributo ai lavori del Consilium liturgico, ebbe a dire: ...Vi siete particolarmente sforzati di dare più spazio alla Parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura; di apportare un più grande valore teologico ai testi liturgici, affinché la “lex orandi” (“la legge della preghiera”) concordi meglio con la “lex credendi” (“la legge della fede”)... (cfr. R. Coomaraswamy, Les problèmes de la nouvelle messe, Editions L'Age d'Homme, Losanna 1995, pag. 36). Non si capisce proprio come dei protestanti che negano la Presenza Reale di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Eucarestia, l'essenza sacrificale della Messa, il sacerdozio ministeriale, la mediazione universale di Maria SS.ma e dei Santi, e altre verità di fede possano aver apportato «un più grande valore teologico ai testi liturgici...

Dichiarazioni di protestanti:

"Uno dei frutti del nuovo "Ordo" sarà forse che le comunità non cattoliche potranno celebrare la santa cena con le stesse preghiere della Chiesa cattolica. Teologicamente è possibile" (Max Thurian, della Comunità protestante di Taizè:"La Croix", 30.5.1969).

 "Il movimento liturgico di ambito universale, che ha luogo attualmente nella Chiesa Romana, costituisce uno sforzo tardivo per promuovere una partecipazione attiva e intelligente del laicato alla Messa, in modo che i fedeli si possano giudicare "celebranti" con il sacerdote" (Luther D. Reed, The lutheran liturgy, p.234).

"Adesso, nella Messa rinnovata, non c'è niente che possa veramente turbare il cristiano evangelico" (Siegevalt, Professore di Dogmatica nella Facoltà protestante di Straburgo. "Le Monde", 22.11.1969).

"Le nuove preghiere eucaristiche cattoliche hanno abbandonato la falsa prospettiva di un sacrifìcio offerto a Dio" ("La Croix", 10.12.1969; sono parole che Jean Guitton ha detto di aver letto in una rivista protestante molto apprezzata)

"Se si prende in considerazione l'evoluzione decisiva della liturgia eucaristica cattolica, la possibilità di sostituire il canone delle Messa con altre preghiere liturgiche, l'allontanamento dall'idea secondo la quale la Messa sarebbe un sacrificio, la possibilità di comunicare sotto le due specie, non ci sono più ragioni per le chiese della Riforma di proibire ai loro fedeli di prendere parte all'Eucaristia della Chiesa Romana" (Roger Mehl, protestante, in "Le Monde", 10.9.1970).

"Date le forme attuali della celebrazione eucaristica nella Chiesa Cattolica e in ragione delle convergenze teologiche presenti, molti ostacoli che avrebbero potuto impedire ad un protestante di partecipare alla sua celebrazione eucaristica sembrano essere in via di scomparire. Dovrebbe essere possibile, oggi, a un protestante, riconoscere nella celebrazione eucaristica cattolica la cena istituita dal Signore(...). Noi ci atteniamo all'utilizzazione delle nuove preghiere eucaristiche nelle quali noi ci ritroviamo e che hanno il vantaggio di sfumare la teologia del sacrifìcio che avevamo l'abitudine di attribuire al cattolicesimo. Queste preghiere ci invitano a trovare una teologia evangelica del sacrifìcio". (Brano tratto da un documento emanato dal Concistoro superiore della Confessione di Augsbubrg e della Lorena, dell'8.12.1973, pubblicato in "L'Eglise en Alsace", numero di gennaio 1974).

"La maggior parte delle riforme desiderate da Lutero, esistono d'ora innanzi nell'interno stesso della Chiesa Cattolica''(...). "Perché non riunirsi?" (Seppo A. Teinonen, teologo luterano, professore di Dogmatica nell'Università di Helsinki, giornale "La Croix" del 15.5.1972).

Julien Green, anglicano convertito, nella sua opera "Ce qu'il faut d'amour à l'homme" p.135, da la sua testimonianza: "La prima volta che ho sentito la Messa in francese, ho avuto difficoltà a credere che si trattasse di una Messa Cattolica. Soltanto la Consacrazione mi ha tranquillizato, malgrado fosse, parola per parola, simile alla consacrazione anglicana".
Nello stesso libro, l'Autore racconta l'impressione che lui e sua sorella hanno avuto davanti a una Messa teletrasmessa: è sembrata loro un'imitazione grottesca dell'ufficio anglicano. Alla fine, egli ha domandato a sua sorella: "Perché mai ci siamo convertiti?" .

Quello che segue è l'impetuoso articolo di Mons. Domenico Celada, apparso su "Vigilia Romana" nel Novembre 1971, dal quale emerge il forte spirito di resistenza anticonciliare, che animava non pochi generosi e che la dice lunga su certi retroscena orchestrati da ben noti modernisti per colpire mortalmente dall'interno la nostra Santa Madre Chiesa.

E' da tempo che desideravo scrivervi, illustri assassini della nostra santa Liturgia. Non già perch'io speri che le mie parole possano avere un qualche effetto su di voi, da troppo tempo caduti negli artigli di Satana e divenuti suoi obbedientissimi servi, ma affinché tutti coloro che soffrono per gli innumerevoli delitti da voi commessi possano ritrovare la loro voce. Non illudetevi, signori. Le piaghe atroci che voi avete aperto nel corpo della Chiesa gridano vendetta al cospetto di Dio, giusto Vendicatore. Il vostro piano di sovversione della Chiesa, attraverso la liturgia, è antichissimo. Ne tentarono la realizzazione tanti vostri predecessori, molto più intelligenti di voi, che il Padre delle Tenebre ha già accolto nel suo regno. Ed io ricordo il vostro livore, il vostro ghigno beffardo, quando auguravate la morte, una quindicina d'anni fa, a quel grandissimo Pontefice che fu il servo di Dio Eugenio Pacelli, poiché questi aveva compreso i vostri disegni e vi si era opposto con l'autorità del Triregno. Dopo quel famoso convegno di "liturgia pastorale", sul quale erano cadute come una spada le chiarissime parole di Papa Pio XII, voi lasciaste la mistica assise schiumando rabbia e veleno.
Ora ci siete riusciti. Per adesso, almeno. Avete creato il vostro "capolavoro": la nuova liturgia. Che questa non sia opera di Dio è dimostrato innanzitutto (prescindendo dalle implicazioni dogmatiche) da un fatto molto semplice: è di una bruttezza spaventosa.
E' il culto dell'ambiguità e dell'equivoco, non di rado il culto dell'indecenza.
Basterebbe questo per capire che il vostro "capolavoro" non proviene da Dio, fonte d'ogni bellezza, ma dall'antico sfregiatore delle opere di Dio.
Si, avete tolto ai fedeli cattolici le emozioni più pure, derivanti dalle cose sublimi di cui s'è sostanziata la liturgia per millenni: la bellezza delle parole, dei gesti, delle musiche. Cosa ci avete dato in cambio? Un campionario di brutture, di "traduzioni" grottesche (com'è noto, il vostro padre, che sta laggiù non possiede il senso dell'umorismo), di emozioni gastriche suscitate dai miagolii delle chitarre elettriche, di gesti ed atteggiamenti a dir poco equivoci.
Ma, se non bastasse, c'è un altro segno che dimora come il vostro "capolavoro" non viene da Dio. E sono gli strumenti di cui vi siete serviti per realizzarlo: la frode e la menzogna. Siete riusciti a far credere che un Concilio avesse decretato la disparizione della lingua latina, l'archiviazione del patrimonio della musica sacra, l'abolizione del tabernacolo, il capovolgimento degli altari, il divieto di piegare le ginocchia dinanzi a Nostro Signore presente nell'Eucaristia, e tutte le altre vostre progressive tappe, facenti parte (direbbero i giuristi) di un "unico disegno criminoso".
Voi sapevate benissimo che la "lex orandi" è anche la "lex credendi", e che perciò mutando l'una, avreste mutato l'altra. Voi sapete che, puntando le vostre lance avvelenate contro la lingua viva della Chiesa, avreste praticamente ucciso l'unità delle fede. Voi sapevate che, decretando l'atto di morte del canto gregoriano della polifonia sacra, avreste potuto introdurre a vostro piacimento tutte le indecenze pseudomusicali che dissacrano il culto divino e gettano un'ombra equivoca sulle celebrazioni liturgiche. Voi sapevate che, distruggendo tabernacoli, sostituendo gli altari con le "tavole per la refezione eucaristica", negando al fedele di piegare le ginocchia davanti al Figlio di Dio, in breve avreste estinto la fede nella reale presenza divina. Avete lavorato ad occhi aperti. Vi siete accaniti contro un monumento, al quale avevan posto mano cielo e terra, perché sapevate di distruggere con esso la Chiesa. Siete giunti a portarci via la Santa Messa, strappando addirittura il cuore della liturgia cattolica. (Quella S.Messa in vista della quale noi fummo ordinati sacerdoti, e che nessuno al mondo ci potrà mai proibire, perché nessuno può calpestare il diritto naturale).
Lo so, ora potrete ridere per quanto sto per dire. E ridete pure.
Siete giunti a togliere dalle Litanie dei santi l'invocazione "a flagello terremotus, libera nos Domine", e mai come ora la terra ha tremato ad ogni latitudine.
Avete tolto l'invocazione "a spititu fornicationis, libera nos Domine", e mai come ora siamo coperti dal fango dell'immoralità e della pornografia nelle sue forme più repellenti e degradanti.
Avete abolito l'invocazione "ut inimicos sanctae Ecclesiae umiliare digneris", e mai come ora i nemici della Chiesa prosperano in tutte le istituzioni ecclesiastiche, ad ogni livello.

Ridete, ridete. Le vostre risate sono sguaiate e senza gioia. Certo è che nessuno di voi conosce, come noi conosciamo, le lacrime della gioia e del dolore. Voi non siete neppure capaci di piangere. I vostri occhi bovini, palle di vetro o di metallo che siano, guardano le cose senza vederle. Siete simili alle mucche che guardano il treno.
A voi preferisco il ladro che strappa la catenina d'oro al fanciullo, preferisco lo scippatore, preferisco il rapinatore con le armi in pugno, preferisco persino il bruto e il violatore di tombe. Gente molto meno sporca di voi, che AVETE RAPINATO IL POPOLO DI DIO DI TUTTI I SUOI TESORI.
In attesa che il vostro padre che sta laggiù accolga anche voi nel suo regno, "laddove è pianto e stridor di denti", voglio che voi sappiate della nostra incrollabile certezza: che quei tesori CI SARANNO RESTITUITI. E sarà una "restitutio in integrum". Voi avete dimenticato che Satana è l'eterno sconfitto.

Monsignor Domenico Celada.
 

1 commento:

  1. Grazie, decisa e forte come si conviene la lettera di mons.Celada! Ho inviato tutto a sacerdoti missionari in Asia.Spero apprezzino anche loro come ho apprezzato io.

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