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sabato 25 giugno 2011

Domenica dopo la Trinità, Santissimo Corpo e Sangue di Cristo - Corpus Domíni, Domínica II Post Pentecostem - 26 giugno 2011...





ALLELÚIA
Allelúia, allelúia. Io. 6, 56-57 - Caro mea vere est cibus,  et sánguis meus vere est potus: qui mandúcat meam carnem, et bibit meum sánguinem, in me manet, et ego in eo. Allelúia.. 

Allelúia, allelúia. Gio. 6, 56-57 - La mia carne è vera mente cibo,  e il mio sangue è veramente bevanda: chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui. Allelúia.. 

SEQUÉNTIA
1 Lauda Sion, Salvatórem, / lauda ducem et pastórem, / in hymnis et cánticis.  2 Quantum potes, tantum aude: / quia maior omni laude, / nec laudáre súfficis.  3 Laudis thema speciális, / panis vivus et vitális, / hódie propónitur.  4 Quem in sacræ mensa coenæ, / turbæ fratrum duodénæ, / datum non ambígitur.  5 Sit laus plena, sit sonóra, / sit iucúnda, sit decóra / mentis iubilátio.  6 Dies énim solémnis ágitur, / in qua mensæ prima recólitur / huius institútio.  7 In hac mensa novi Regis, / novum Pascha novæ legis, / Phase vetus términat.  8 Vetustátem nóvitas, / umbram fugat véritas, / noctem lux elíminat.  9 Quod in coena Christus gessit, / faciéndum hoc expréssit / in sui memóriam.  10 - Docti sacris institútis, / panem, vinum in salútis / consecrámus hóstiam.  11 - Dogma datur Christiánis, / quod in carnem tránsit panis, / et vinum in sánguinem.  12 - Quod non capis, quod non vides, / animósa firmat fides, / præter rerum órdinem.  13 - Sub divérsis speciébus, / signis tantum, et non rebus, / latent res exímiæ.  14 - Caro cibus, sánguis potus: / manet tamen Christus totus, / sub utráque spécie.  15 - A suménte non concísus, / non confráctus, non divísus: / ínteger accípitur.  16 - Sumit unus, sumunt mille: / quantum isti, tantum ille: / nec sumptus consúmitur.  17 - Sumunt boni, sumunt mali: / sorte tamen inæquáli, / vitæ vel intéritus.  18 - Mors est malis, vita bonis: / vide paris sumptiónis, / quam sit dispar éxitus.  19 - Fracto demum sacrámento, / ne vacílles, sed meménto, / tantum esse sub fragménto, / quantum toto tégitur.  20 - Nulla rei fit scissúra: / signi tantum fit fractúra, / qua nec status, nec statúra, / signáti minúitur.  21 - Ecce Panis Angelórum, / factus cibus viatórum: / vere panis filiórum, / non mitténdus cánibus.  22 - In figúris præsignátur, / cum Isaac immolátur: / Agnus Paschæ deputátur: / datur manna pátribus.  23 - Bone pastor, panis vere, / Iesu, nostri miserére: / tu nos pasce, nos tuére: / tu nos bona fac vidére, / in terra vivéntium.  24 - Tu, qui cuncta scis et vales: / qui nos pascis hic mortáles: / tuos tibi commensáles, / coherédes et sodáles, / fac sanctórum cívium. Amen. Allelúia.  

1 Loda, o Sion, il Salvatore, loda il capo e il pastore, con inni e càntici.  2 Quanto puoi, tanto inneggia: ché è superiore a ogni lode, né basta il lodarlo.  3 Il pane vivo e vitale è il tema di lode speciale, che oggi si propone.  4 Che nella mensa della sacra cena, fu distribuito ai dodici fratelli, è indubbio.  5 Sia lode piena, sia sonora, sia giocondo e degno il giúbilo della mente.  6 Poiché si celebra il giorno solenne, in cui in primis fu istituito questo banchetto.  7 In questa mensa del nuovo Re, la nuova Pasqua della nuova legge estingue l’antica.  8 Il nuovo rito allontana l’antico, la verità l’ombra, la luce elímina la notte.  9 Ciò che Cristo fece nella cena, ordinò che venisse fatto in memoria di sé.  10 - Istruiti dalle sacre leggi, consacriamo nell’ostia di salvezza il pane e il vino.  11 - Ai Cristiani è dato il dogma: che il pane si muta in carne, e il vino in sangue.  12 - Ciò che non capisci, ciò che non vedi, lo afferma pronta la fede, oltre l’ordine naturale.  13 - Sotto specie diverse, che son solo segni e non sostanze, si celano realtà sublimi.  14 - La carne è cibo, il sangue bevanda, ma Cristo è intero sotto l’una e l’altra specie.  15 - Da chi lo assume, non viene tagliato, spezzato, diviso: ma preso integralmente.  16 - Lo assuma uno, lo assumino in mille: quanto riceve l’uno tanto gli altri: né una volta ricevuto viene consumato.  17 - Lo assumono i buoni e i cattivi: ma con diversa sorte di vita e di morte.  18 - Pei cattivi è morte, pei buoni vita: oh che diverso ésito ha una stessa assunzione!  19 - Spezzato poi il Sacramento, non temere, ma ricorda che tanto è nel frammento quanto nel tutto.  20 - Non v’è alcuna separazione: solo un’apparente frattura, né vengono diminuiti stato e grandezza del simboleggiato.  21 - Ecco il pane degli Angeli, fatto cibo dei viandanti: in vero il pane dei figli non è da gettare ai cani.  22 - Prefigurato con l’immolazione di Isacco, col sacrificio dell’Agnello Pasquale, e con la manna donata ai padri.  23 - Buon pastore, pane vero, o Gesú, abbi pietà di noi: Tu ci pasci, ci difendi: fai a noi vedere il bene nella terra dei viventi.  24 - Tu che tutto sai e tutto puoi: che ci pasci, qui, mortali: fa che siamo tuoi commensali, coeredi e compagni dei santi del cielo. Amen. Allelúia

EVANGÉLIUM
Sequéntia S. Evangélii secundum Ioánnem, 6, 56-59
                                                                          
In illo témpore: Dixit Iesus turbis Iudæórum: Caro mea vere est cibus, et sánguis meus vere est potus. Qui mandúcat meam carnem, et bibit meum sánguinem, in me manet, et ego in illo. Sicut misit me vivens Pater, et ego vivo propter Patrem: et qui mandúcat me, et ipse vivet propter me. Hic est panis, qui de coelo descéndit. Non sicut manducavérunt patres vestri manna, et mórtui sunt. Qui mandúcat hunc panem, vivet in ætérnum.
M. - Laus tibi Christe.

In quel tempo: Gesú disse alle folle dei Guidei: La mia carne è veramente cibo, e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, vive in me e io in lui. Come è vivo il Padre che mi ha mandato, e io vivo del Padre, cosí chi mangia la mia carne vive di me. Questo è il pane che discende dal cielo. Non come i vostri padri che mangiarono la manna e sono morti. Chi mangia questo pane vivrà in eterno.


  
...Questa notte, dopo lungo travaglio, ho avuto il raccoglimento nel quale il Signore mi ha fatto vedere una moltitudine di sacerdoti, tutti con abito sacerdotale; ma anche, nel medesimo punto, mi ha fatto comprendere che, fra essi, vi sono molti Giuda e suoi nemici; [...]. In un subito, una parte di essi sono divenuti come mostri infernali e peggio che gli stessi demoni. A questa vista così spaventevole il Signore, da capo a piedi tutto grondava sangue; ed, in questo punto, mi ha comunicato che quel sangue che Lui versava, glielo facevano versare i peccati e sacrilegi che commettevano detti sacerdoti, ed erano come tante spade e pugnali, come tante ferite e colpi verso Sua Divina Maestà. E mi fece vedere quel suo prezio­sissimo sangue scorrere come un fiume per terra, acciò io vedessi la poca stima e poco conto che ne faceva chi aveva potestà di tenerlo nelle medesime mani ed anche riceverlo indegnamente, come facevano tutti quei tali che Egli mi faceva vedere.
Io gli domandai se mi volesse fare intendere chi erano, ma Egli mi disse: «No, questi non si sapranno sino al dì del Giudizio. Già sono tutti condannati al fuoco eterno». Io risposi: «Sia fatta la vostra santa volontà! Ma ditemi, Signore, Voi non mi avete eletta per mezzana fra Voi e i peccatori? Ora io eccomi pronta anche a dare la vita e il sangue, per la gloria vostra e per salute di queste anime». II Signore mi disse: «Sì, tutto è vero; ma ora, per questi tali, non vi è nessun rimedio, perché di continuo, mi calpestano e mi flagellano». Così dicendo, con volto tutto severo, ha detto: «Ite, maledicti!». Oh, Dio! In un subito, li ho veduti sparire come densissimo fumo. Quelli, invece, che erano restati con la veste sacerdotale, il Signori li ha benedetti, e li ha confermati padroni del suo Corpo e del suo Sangue (D 1,926).
Una volta il Signore mi fece comprendere quanto gli dispiacciono le offese che gli recano i religiosi ed, in particolare, quelli che si fanno padroni del suo Santissimo Corpo e Sangue, cioè i sacerdoti. «Questi tali - così mi disse il Signore - sono cagione di tirare al precipizio tutto il mondo, perché si servono di me, mi prendono, mi tengono nelle loro inani, non per magnificarrni, ma per farmi ogni ignominia ed oltraggio». Poi mi disse: «Mira». In un subito mi fece vedere, tutti quei tali divenuti più spaventevoli degli stessi demoni: «Non posso fare grazie a questi; no, no, no!». E, di nuovo, li scacciò da Sé, con la maledizione (D II, 9).
Dopo la santa Comunione, subito fui rapita in estasi e vidi Nostro Signore Glorioso, il quale così mi disse: «Io sono il tuo Sposo; [...]. Fermati in me; confermati nel mio volere e non dubitare. Sono io per te. Dimmi: Che brami?». In quel momento gli raccomandai una persona e, nello stesso istante, me la fece vedere: sembrava un demonio dell'inferno, tant'è che il Signore si copriva il volto per non guardarla. Domandai al Signore chi fosse quel mostro d'inferno ed Egli mi disse che era quel tale che io gli raccomandai. Oh, Dio! Che spavento mi diede! Non sto a dire chi esso sia; bensì che non è di questa città, ma che sta qui ed è anche un sacerdote. Iddio mi fece capire che costui aveva tutto il suo pensiero nelle cose della terra e che ambiva molto alle dignità umane, la qual cosa reca a Iddio molto dispiacere, poiché questi sono cuori attaccati alle ricchezze, in cui regna una superbia occulta che il Signore non può tollerare, specie nei sacerdoti.
Capii così che Iddio sta tra le mani di questi tali come stava tra le mani di Giuda, il traditore. Subito dopo disparve tutto come denso fumo (D II, 58).
Mentre raccomandavo a Dio i bisogni presenti, mi parve d'intendere che Egli era molto offeso, a causa dei "Giuda" che lo tradiscono, ogni mattina, sul santo Altare. Iniziai, allora, ad offrirgli preghiere, a domandargli perdono delle mie colpe e delle mie ingratitudini, supplicandolo, per amor mio, di non castigarli; mi esibii a patire tormenti e pene, in penitenza dei miei peccati e di quelli altrui; gli chiesi anime, tutte le anime e dicevo: «Dio mio, Voi che siete tutto amore e carità; fatemi questa grazia, deponete il castigo e perdonateci! Io mi esibisco a patire pene e tormenti per vostro amore». Detto ciò, capii che mi avrebbe fatto la grazia, ma solo per quella volta. Allora, subito replicai: «Dio mio, questa grazia la vorrei per sempre!», ma Egli così rispose: «Per adesso te la concedo; ma per sempre, no!». Il Signore era davvero offeso (cf. D III, 74).
Una mattina, facendo la Comunione spirituale provai lo stesso effetto della Comunione sacramentale e fui rapita in estasi. Ricordo che Iddio mi raccomandò, in modo speciale, tutti i sacerdoti, ma sopratutto quelli che stanno in disgrazia di Dio, poiché quanti, oh, quanti ve ne sono! (D III, 420).
In un'estasi, Maria SS.ma mi disse: «Figlia, [...]; vi sono cristiani che vivono come le bestie; non vi è più fede nei fedeli, vivono come se Iddio non esistesse; e mio Figlio sta col flagello in mano per punirli... Oh, quanti sacerdoti, poi, e quanti religiosi e religiose offendono Dio! Tutti costoro calpestano i Sacramenti, disprezzano il Preziosissimo Sangue di Gesù e lo tengono sotto i loro piedi. Questi infettano le Comunità, le città intere; sono come appestati, hanno il nome di cristiani, ma sono peggio degli infedeli. Figlia, prega, patisci pene e fa' che tutti facciano lo stesso, acciò Iddio deponga il flagello» (cf. D 111, 999).
Al termine di una Messa, chiesi a Maria SS.ma di benedire, assieme al Padre celebrante, i miei superiori, le mie consorelle, tutti coloro che aiutano l'anima mia, il Pontefice e tutti i poveri cristiani, ed Ella così mi rispose: «Il Pontefice ne ha pochi di veri cristiani. Figlia, prega e fa' pregare, soprattutto per i sacerdoti che trattano sì malamente mio Figlio» (cf. D III, 1196).
Maria SS.ma a S. Veronica: «Figlia, sappi che ora nel mondo è venuto un vivere tale che pochi si salveranno. Tutti offendono Dio, tutti sono contrari alla legge di Dio, ma quello che più dispiace a Dio è il peccato, specie quello commesso nelle Religioni e dai sacerdoti che, ogni mattina, consacrano indegnissimamente. Oh! Quanti, oh, quanti vanno giù nell'inferno. Figlia, Iddio vuole che tu patisca e preghi per tutti costoro» (D IV, 358).
Maria SS.ma a S. Veronica: «Figlia, voglio che tu descriva i sette luoghi, più penosi, che stanno nell'inferno, e per chi sono.
Il primo è il luogo ove sta incatenato Lucifero, e con esso vi è Giuda che gli fa da sedia, e vi sono tutti quelli che sono stati seguaci di Giuda. Il secondo è il luogo ove stanno tutti gli ecclesiastici e i prelati di santa Chiesa, poiché essendo stati elevati in dignità ed onori hanno pervertito maggiormente la fede, calpestando il sangue di Gesù Cristo, mio Figlio, con tanti enormi peccati [...]. Nel terzo luogo che tu vedesti, vi stanno tutte le anime dei religiosi e delle religiose. Nel quarto vi vanno tutti i confessori, per aver ingannato le anime, loro penitenti. Nel quinto, vi stanno tutte le anime dei giudici e dei governatori della giustizia. Il sesto luogo, invece, è quello destinato a tutti i superiori e alle superiore della religione. Nel settimo, infine, vi stanno tutti quelli che hanno voluto vivere di propria volontà e che hanno commesso ogni sorta di peccati, specie i peccati carnali» (D IV 744).
Maria SS.ma a S. Veronica: «In un rapimento, fosti portata nell'inferno per subire nuove pene e, nel tuo arrivo, vedesti che precipitavano in esso tante e tante anime, ed ognuna aveva il suo luogo di tormento. Ti fu fatto conoscere che queste anime erano di varie nazioni, di tutte le sorte di stati, cioè di cristiani e d'infedeli, di religiose e di sacerdoti. Quest'ultimi stanno più vicini a Lucifero, e patiscono così tanto che mente umana non può comprenderlo. All'arrivo di queste anime, tutto l'inferno si mette in festa e, in un istante, partecipano di tutte le pene dei dannati, offendendo Dio» (D IV, 353).
Dal Diario di Santa Veronica Giuliani...
Il demonio visto da Santa Veronica Giuliani


...E che dire dei Consacrati (in particolar Padre Mario Pezzi, corresponsabile attivo di questi personaggi, essendo lui il terzo componente dopo il duo Kiko–Carmen, fondatori del Cammino Neocatecumenale) che hanno svenduto la loro Unzione Sacerdotale, scendendo a patti o addirittura propagando una tale piaga? Che cosa pensano di possedere che non gli sia stato dato in dono? L’essere Cardinali, Vescovi o semplici Sacerdoti? E’ un dono di Dio. La Consacrazione? E’ un dono di Dio. L’essere Cristiani? E’ un dono di Dio. La loro stessa vita? E’ un dono di Dio. Anziché fasciare hanno ferito, anziché cercare la pecora smarrita, loro stessi l’anno scacciata, anziché consigliare e istruire, hanno fatto uscire dalla loro bocca fango imbrattando le pecore deboli. E cosa dire quando durante L’Eucaristia offrono al Padre il Corpo e il Sangue del Suo Figlio con le mani imbrattate del sangue di questi miseri?
E cosa dire quando abusano in maniera indegna del sacramento della Confessione, facendosi loro stessi Dio, e facendo uscire dal confessionale Colui che solo può rimettere il peccato, Colui che solo può sanare le ferite, Colui che solo può far tornare l’uomo in piedi con la piena dignità di figli di Dio, cioè Gesù Cristo nostro Signore? Quale vergogna, quale orrore!

Dottrina eretica, pubblica, di Kiko Arguello, appoggiata dalla Gerarchia modernista della Chiesa post Conciliare:

 
Kiko Arguello fondatore eretico della setta Neocatecumenale... 

“Noi l'abbiamo finora sempre fatta da seduti, e non per disprezzo – ha affermato - ma perché per noi è sempre stato molto importante comunicarsi anche con il Sangue. Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea , con il pane azzimo a significare la schiavitù e l'uscita dall'Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa”. E qui, aprendo una lunga parentesi, l'iniziatore ha riassunto la sua catechesi sull'ultima cena, sul pane e sul vino: “Quando nelle cena della Pasqua ebraica si scopre il pane si parla di schiavitù, quando si parla della Terra promessa scoprono il calice, la quarta coppa. In mezzo a questi due momenti c'è una cena, quella nel corso della quale Gesù disse “Questo è il mio Corpo” (a significare la rottura della schiavitù dell'uomo all'egoismo e al demonio) e “Questo è il mio Sangue” (a significare la realizzazione di un nuovo esodo per tutta l'umanità). Più tardi – ha continuato Kiko – i cristiani toglieranno la cena e metteranno insieme il pane e il vino [ma che diamine sta dicendo?] . Ora, nel Cammino abbiamo molta gente lontana dalla Chiesa, non catechizzata, e nei segni del pane azzimo (la frazione del pane) e del vino noi diamo visibilità a quei significati”. “Abbiamo scelto di fare la comunione seduti – ha affermato Kiko avvicinandosi al cuore della questione - soprattutto per evitare che si versasse per terra il Sangue di Cristo. La nostra paura era che se si versasse il Vino per terra: se fosse successo per tre volte, saremmo stati denunciati e ce la avrebbero vietata”. Invece, con il fedele seduto, questi ha il tempo – ha spiegato Kiko - di “accogliere il Calice con tutta calma e senza movimenti bruschi, di portarlo alla bocca, di comunicarsi con tranquillità e in modo solenne”. “Seduti come seduto era anche Gesù”, ha specificato Carmen alla sua destra. Dal canto suo padre Mario Pezzi rilevava che la decisione originaria di comunicarsi seduti era stata presa di comune accordo con la Congregazione per il Culto Divino e con il cardinal Mayer, prefetto fra il 1984 e il 1988.
.....
Arguello ha insomma messo in evidenza soprattutto il fatto che il papa avesse dato il suo via libera a quella sorta di compromesso che prevede da un lato la Comunione in piedi, come richiesta dalla Congregazione del Culto Divino, e che dall'altro però esenta il Cammino dalla processione [ma se l'ha chiesta il Papa stesso!], che la lettera di Arinze invece imponeva. “Ora è il papa a dover combattere con Arinze”, esclamava Kiko in conclusione, senza specificare nulla – ancora una volta – riguardo a presunte differenze fra “pane” e “vino”. 

E qui sotto si possono ascoltare le eresie di Kiko sull'Eucarestia dentro il Cenacolo di Gerusalemme nel 2004 che confermano le sue stesse parole dette nella conferenza stampa nel giorno della consegna dello statuto definitivo da parte della Gerarchia modernista della Chiesa odierna:

1 commento:

  1. Processione del Corpus Domini nella chiesa di saint Nicolas du Chardonnet (Parigi)

    http://www.youtube.com/watch?v=ImDhdYvtoBw

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