Per la maggior Gloria di Nostro Signore cerchiamo persone disponibili ad eventuali Traduzioni da altre lingue verso l'Italiano. per chi si rendesse disponibile puo' scrivere all'indirizzo Mail: cruccasgianluca@gmail.com
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

giovedì 31 maggio 2012

"Egli [Mons. Lefebvre] sapeva troppo bene cos’è la Chiesa per pretendere di “convertire” Roma. Egli sapeva che è illusorio immaginare che Roma possa sconfessare il Vaticano II".

 Si guardino i sacerdoti dall'accettare nessuna delle idee del liberalismo, che, sotto la maschera del bene, pretende di conciliare la giustizia con l'iniquità...I cattolici liberali sono lupi coperti dalla pelle di agnello; perciò il sacerdote, che è veramente tale, deve svelare al popolo, commesso alle sue cure, le loro perfide trame, i loro iniqui disegni. Sarete chiamati papisti, clericali, retrogradi, intransigenti. Vantatevene! Siate forti, ed ubbidite a quel comando che è ricordato in Isaia :"Grida, non darti posa, alza la voce come una tromba, e annunzia al popolo mio le sue scelleratezze e alla casa di Giacobbe i suoi peccati"......"
San Pio X 
Ecco colui che ha gridato ma che molti vogliono zittire, purtroppo questo avviene anche all'interno della stessa Fraternità: "Lo faccio in maniera anonima poiché mentre quelli che sono favorevoli ad un accordo possono esprimersi liberamente, quelli invece che non condividono questa veduta non sono liberi di esprimere liberamente il loro pensiero. Su questo argomento all’interno della Fraternità regna una sorta di omertà in questo momento"..... 

ACCUSO IL CONCILIO
Mons. Lefebvre attira l'attenzione sulla pubblicazione dei suoi interventi durante il Concilio. Questi testi testimoniano la reazione cattolica di fronte alle infiltrazioni nemiche del Vaticano II nella Chiesa. Conferenze del 18 e del 27 agosto 1976.

Questi documenti manifesteranno con evidenza che orientamenti liberali e modernisti si fecero strada ed ebbero un'influenza pre-ponderante, grazie al vero complotto dei Cardinali della riva del Reno, sfortunatamente sostenuti da Papa Paolo VI. Gli equivoci e le ambiguità di questo Concilio pastorale contenevano il veleno che si è diffuso in tutta la Chiesa tramite le riforme e le applicazioni conciliari. Da questo Concilio è nata una nuova Chiesa riformata che S.E. Mons. Benelli chiama egli stesso "la Chiesa conciliare".
Per ben comprendere e quantificare la nocività di questo Concilio bisogna studiarlo alla luce dei documenti pontifici che mettono in guardia i Vescovi, il clero e i fedeli dalla congiura dei nemici della Chiesa che agiscono attraverso il liberalismo e il modernismo, e ciò - tra poco - da oltre due secoli. Occorre anche conoscere i documenti degli avversari della Chiesa e specialmente delle società segrete, che prepararono questo Concilio da oltre un secolo. Infine sarà molto istruttivo seguire le reazioni dei protestanti, dei massoni e dei cattolici liberali, durante e dopo questo Concilio. La conclusione s'impone, soprattutto dopo l'immenso disastro che subisce la Chiesa a partire da questo Concilio: questo evento rovinoso per la Chiesa cattolica e per tutta la civiltà cristiana non è stato diretto e guidato dallo Spirito Santo.
Perché questo titolo, Accuso il Concilio? Perché noi abbiamo le basi per affermare, grazie ad argomenti tanto di critica interna quanto di critica esterna, che lo spirito che ha dominato il Concilio e che ne ha ispirato tanti testi ambigui ed equivoci e anche francamente errati, non è lo Spirito Santo, ma lo spirito del mondo moderno, spirito liberale, Teilhardiano, modernista, opposto al regno di Nostro Signore Gesù Cristo. [...]
È quindi indispensabile smitizzare questo Concilio che hanno voluto pastorale a causa del loro orrore istintivo per il dogma, e per facilitare l'introduzione ufficiale delle idee liberali in un testo della Chiesa. Ma una volta conclusa l'operazione, essi dogmatizzano il Concilio, lo paragonano a quello di Nicea, lo pretendono simile agli altri se non superiore! [...]
A poco a poco gli occhi si aprono su di una congiura stupefacente preparata da lunga data. Questa scoperta obbliga a domandarsi quale sia stato in tutta quest'opera il ruolo del Papa, quale sia stata la sua responsabilità. In verità, essa pare schiacciante, malgrado il desiderio di scagionarlo da questo mostruoso tradimento della Chiesa. Ma, se noi lasciamo a Dio e ai futuri veri successori di Pietro il giudizio su queste cose, non è per questo meno certo che il Concilio sia stato sviato dal suo scopo da un gruppo di congiurati e che ci sia impossibile penetrare in questa congiura, quand'anche in questo Concilio ci fossero molti testi soddisfacenti. Perché i testi buoni sono serviti per far accettare i testi equivoci, minati, ingannevoli. Ci rimane un'unica soluzione: abbandonare quei testimoni pericolosi per attaccarci fermamente alla Tradizione, ossia al magistero ufficiale della Chiesa lungo venti secoli.

Ecco un altra testimonianza di un grande Cardinale messo a tacere dallo spudorato modernista Paolo VI per compiacere il comunismo satanico:

  Trascrivo dalle “Memorie” del card. Mindszenty:
«Appena arrestato, mi portarono con una colonna di macchine nella via Andrassy 60, luogo spaventoso di tortura e vero centro di terrore già al tempo dell’occupazione nazista. Là, imperava il capo di tutta l’organizzazione poliziesca, il generale Peter Gabor, che aveva cambiato il suo vero cognome di Benjamin Eisenberg, essendo di smaccata marca giudaica. Suo braccio destro era un altro ebreo, Gyula Décsi, il quale, quando mi ebbe nelle sue mani, gridò euforico: “Razza di un cane, è un pezzo che aspettavamo questo momento, finalmente arrivato!”. Mi stavano ringraziando per la prigionia subita sotto i tedeschi, perchè tutti noi vescovi d’Ungheria avevamo protestato a causa delle persecuzioni antisemite. Subito incominciarono gli interminabili e ossessivi interrogatori, e dato che non potevo confermare le loro spudorate menzogne, il maggiore Décsi incominciò a picchiami violentemente con un manganello di gomma su tutto il corpo sino ad averne il fiato grosso. Eravamo solo all’inizio. In seguito, mi costringevano a spogliarmi per subire, nudo, il trattamento dei manganelli, condito con una abbondante dose di calci anche nei genitali; e, pure di notte, per impedirmi il sonno. Tutto questo per costringermi a confessare i miei delitti e poi sottoscriverli, e così dar corso “alla legalità socialista”, come prescrive il Talmud. Dopo venti giorni, ero ridotto in uno stato di completa incoscienza, anche per le droghe immesse nel cibo; e ricordo solo una allucinante sensazione che mi mancasse la spina dorsale e altre parti del corpo ormai quasi paralizzate. E allora, il logorante processo, durato dal 3 al 5 febbraio, con un lungo verbale di accusa che dovetti firmare senza rendermi conto cosa fosse in esso scritto. La sentenza fu emessa il giorno dopo, con l’ergastolo in una segreta prigione di massima sicurezza».
-----------------------------------------------
Fonte Unavox... 
Riflessioni su un eventuale accordo pratico con le autorità romane


Questo scritto è stato pubblicato sul blog francese tradinews
i neretti sono nostri

si veda la risposta di don Michele Simoulin

e l'editoriale sullo stesso argomento scritto da don Michele Simoulin
sul numero di maggio del Seignadou



Un sacerdote, anonimo per timore di ritorsioni, della Fraternità Sacerdotale San Pio X
26 maggio 2012

Dal mese di settembre 2011 sono in corso delle trattative fra le autorità romane, e il particolare il Cardinale Levada, da un lato, e il Superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, dall’altro. Il contenuto dei documenti scambiati resta in gran parte segreto: come membro di base della Fraternità io conosco verbalmente solo il testo del Preambolo dottrinale e della prima risposta di Mons. Fellay.

A tutt’oggi, sull’argomento esistono dei gravi dissensi nella Fraternità. Che sono stati resi manifesti con la pubblicazionedi una corrispondenza tra Mons. Fellay e gli altri tre vescovi. Questi ultimi mettono in guardia Mons. Fellay contro il pericolo di un accordo puramente pratico mentre le autorità romane si ostinano a promuovere gli errori del Concilio Vaticano II.

Diversi sacerdoti della Fraternità si sono espressi pubblicamente per difendere l’opportunità e perfino la necessità di un tale accordo pratico nelle attuali circostanze. Io mi permetto di scrivere questo breve testo per esprimere la mia perplessità su questa eventualità. Lo faccio in maniera anonima poiché mentre quelli che sono favorevoli ad un accordo possono esprimersi liberamente, quelli invece che non condividono questa veduta non sono liberi di esprimere liberamente il loro pensiero. Su questo argomento all’interno della Fraternità regna una sorta di omertà in questo momento.

Non si tratta di opporsi in maniera sovversiva alla legittima autorità, che io rispetto ed onoro, ma di rispondere agli argomenti dei confratelli favorevoli ad un accordo pratico, poiché non mi sembra che questi argomenti debbano comportare l’adesione. Da notare che, a quanto ne so, finora non  è stato firmato alcun accordo, quindi ci troviamo ancora in una fase di consiglio e di deliberazione.

Mi riferirò in particolare ad un testo che ho ricevuto per posta elettronica e che è stato redatto da Don Michele Simoulin, che sta in Francia, nella scuola Saint-Joseph-des-Carmes. Procederò con le citazioni che poi commenterò.

martedì 29 maggio 2012

"La prima condizione della salvezza è mantenere la norma della vera Fede". Nessuno ha il diritto di diminuire la nostra fede dicendo che l'accordo con la Gerarchia modernista Conciliare non riguarda la fede ma solo un accordo pratico. Ma si può fare un accordo con chi stà distruggendo la fede autenticamente Cattolica?...

Citazione dal Concilio Vaticano I (1870):
“Perchè i Padri del IV Concilio di Constantinopoli, che seguirono da vicino le orme dei loro predecessori, fecero questa solenne professione: ‘La prima condizione della salvezza è mantenere la norma della vera Fede. Perché è impossibile che le parole di Nostro Signore Gesù Cristo, che disse, “Tu sei Pietro, e su questa pietra costruirò la mia Chiesa” (Matt. 16:18), non siano verificate. E la loro verità è stata provata dal corso della storia, poiché nella Sede Apostolica la religione Cattolica è sempre stata mantenuta senza macchia, e l’insegnamento mantenuto santo.’ ...poiché essi compresero pienamente che questa Sede di S. Pietro resta sempre intatta da qualsiasi errore, secondo la divina promessa di Nostro Signore e Salvatore fatta al principe dei suoi discepoli, ‘Ho pregato per te, che la tua fede non venga meno; e tu, quando ti sarai convertito, conferma i tuoi fratelli’ (Luca 22:32).”
Questa solenne definizione è stata abbandonata durante il Conciliabolo Vaticano II, quindi è impossibile per un Cattolico fare accordi con chi ha volontariamente attentato alla salvezza delle anime attraverso le nuove dottrnine moderniste conciliari...

 

di don Floriano Abrahamowicz
Mgr Fellay getta la maschera e afferma che il Concilio Vaticano II nell’insieme appartiene alla Tradizione cattolica. Mgr Williamson a questo proposito pone la domanda: “C’è da sorprendersi se il movimento di questo ‘capo religioso’,- così Mgr Williamson chiama Mgr Fellay-, sta attraversando la più grande crisi dei suoi 42 anni di esistenza?” (DOCUMENTI IN FONDO ALL’ARTICOLO)
Rispondo che non mi meraviglio. Una Fraternità che nel 2008 rivela nella rivista francese ‘Fideliter’ che prende le distanze dalle posizioni del suo stesso fondatore Mgr Lefebvre, deve arrivare li dove è oggi Fellay.  E’ cambiata da parte della Fraternità la valutazione nel suo insieme del Concilio, della chiesa conciliare e dei sacramenti della chiesa conciliare. Con la scusa che la fede viene meno oramai dappertutto e in modo generale viene meno da rivendicazione pubblica dei diritti di Nostro Signore Gesù Cristo sulla società.  Per quanto riguarda il Concilio, apprendiamo dall’ultima dichiarazione pubblica di Mgr Fellay che il Concilio non è più un brigantaggio, una apostasia in tiara e cappa ma è diventato -per il capo religioso Fellay- parte integrante della Tradizione cattolica. Per quanto riguarda la chiesa conciliare o ufficiale, quest’ultima non è più “una chiesa scismatica”. L’amico Max Barret ci fa notare che nelle ultime edizioni degli scritti di Mgr Lefebvre la Fraternità ha censurato il suo fondatore. La frase la chiesa ufficiale non porta i segni dai quali si riconosce la vera chiesa di Gesù Cristo: una, santa , cattolica e apostolica. Perciò la chiesa ufficiale non è la chiesa cattolica” è tolta nelle ultime edizioni degli scritti di Mgr Lefebvre. Ora proprio per la ragione che la chiesa ufficale non è la chiesa cattolica le riforme liturgiche, specialmente quelle dei sacramenti, sono perlomeno dubbiose. Non si parla più, nella nuova Fraternità, delle dubbiose consacrazione episcopali moderne.  Di conseguenza si accetta la chiesa conciliare apostatica come la vera chiesa di Gesù Cristo. Quindi si identifica  automaticamente il capo dello stato del Vaticano come legittimo successore di San Pietro, poco importa se al contempo lo si dichiara liberale, modernista e apostata. Per questa ragione tutti i passaggi nelle prediche, conferenze e testi nei quali Mgr Lefebvre  introduceva il tema dell’autorità e cioè la possibilità che la sede di Pietro sia occupata da intrusi e non da legittimi successori di san Pitro sono stati censurati. Mentre nei primi anni dopo la morte del fondatore si teneva ancora la linea attendista e possibilista su una dichiarazione definitiva della sede vacante e più di un sacerdote non nominava Wojtyla o Ratzinger nel Canone, oggi invece i “papi di Assisi” sono riconosciuti da Fellay come veri papi, e guai a chi non li nomina nel canone.  

lunedì 28 maggio 2012

Dottrina compromessa dalla Gerarchia modernista che ha occupato il Vaticano dal Conciliabolo fino ad oggi...

 Nel libro I sogni di Don Bosco (Torino, editrice Elle Di Ci), troviamo che il santo, nel suo sogno del 5 gennaio 1870, ebbe la visione di terribili avvenimenti che sconvolgeranno la terra, in particolare in Francia, Parigi, e in Italia, Roma.

Ma tu Italia, terra di benedizioni, chi ti ha immersa nella desolazione? Non dire: nemici, ma gli amici. Non senti che i tuoi figli domandano il pane della Fede e non trovano chi loro lo spezzi? Che farò?… Io picchierò i pastori, Io disperderò il gregge, affinché coloro che siedono sulla cattedra di Mosè cerchino dei buoni pascoli e il gregge ascolti docile e si nutra. 
Ma sopra il gregge e sopra i pastori peserà la mia mano: la carestia, la pestilenza e la guerra faranno sí che le madri dovranno piangere il sangue dei figli e dei mariti, morti su terra nemica! 
E di te Roma, che sarà?… Roma ingrata, Roma effeminata, Roma superba!… Tu sei giunta a tale che non cerchi altri, né altro ammiri nel tuo Sovrano se non il lusso, dimenticando che la tua e la sua gloria sta nel Golgota!… Ora egli è vecchio, cadente, inerme, spogliato; però con la sua sola parola, egli fa tremare il mondo! 
Roma!… Io verrò quattro volte a te!… La prima volta, percuoterò le tue terre e gli abitanti di esse. La seconda volta, porterò la strage e lo sterminio fino alle tue mura. La terza volta, abbatterò le difese e i difensori, e per comando del Padre installerò il regno del terrore, dello spavento e della desolazione! 
Ma i miei saggi fuggono, la mia legge è calpestata… perciò io ritornerò per la quarta volta. E allora guai a te se la mia legge sarà ancora un nome vano! Vi saranno prevaricazioni tra i dotti e gli ignoranti; e il tuo sangue e quello dei tuoi figli laveranno le macchie che tu fai alle leggi del tuo Dio. La guerra, la peste, la fame sono i flagelli con cui sarà percossa la superbia e la malizia degli uomini. Dove saranno, allora, o ricchi, le vostre magnificenze, le vostre ville, i vostri palazzi?… Saranno diventati la spazzatura delle piazze e delle strade! 
E voi, sacerdoti, perché non correte a piangere, tra il vestibolo e l'altare, invocando la sospensione dei flagelli? Perché non prendete lo scudo della Fede e non andate sopra i tetti, nelle case, nelle vie, sulle piazze, in ogni luogo, anche inaccessibile, a portare il seme della mia parola? Ignorate, forse, che essa è la terribile spada a due tagli che abbatte i miei nemici e che infrange l'ira di Dio e degli uomini? 
Queste cose dovranno inesorabilmente venire, l'una dopo l'altra. Ma l'augusta Regina del Cielo è presente. La potenza del Signore è nelle sue mani. Ella disperde i suoi nemici come nebbia! Ella riveste il venerando vecchio di tutti i suoi antichi paramenti! 
…Arriverà ancora un violento uragano. L'iniquità è consumata; il peccato avrà fine e, prima che trascorrano due pleniluni del mese dei fiori, l'iride di pace comparirà sulla terra. 
Il gran Ministro vedrà la Sposa del suo Re vestita a festa. Su tutto il mondo apparirà un sole cosí luminoso quale non fu mai dalle fiamme del Cenacolo fino ad oggi, né piú si vedrà fino all'ultimo dei giorni.
Ideo et vos estote parati, quia qua nescitis ora Filius hominis venturus est , (Quindi anche voi siate preparati, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora piú impensata), (Matteo, XXIV, 44).  
---------------------------------
 
Commenti settimanali di
  S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  26 maggio 2012
Dottrina compromessa

Sono stati scritti interi libri a proposito della libertà religiosa, com’è insegnata dal Vaticano II nella sua Dichiarazione del 1965, Dignitatis Humanae. Eppure l’insegnamento rivoluzionario di questo documento è chiaro: data la dignità naturale di ogni singolo essere umano, nessuno Stato o gruppo sociale né qualsivoglia potere umano può costringere o forzare un uomo o un gruppo di uomini ad agire, in privato o in pubblico, contro la propria convinzione religiosa, fintanto che venga rispettato l’ordine pubblico (DH § 2).

Di contro, la Chiesa cattolica ha sempre insegnato, fino al Vaticano II, che ogni Stato in quanto tale ha il diritto e anche il dovere di impedire ai propri cittadini di praticare in pubblico qualsiasi falsa religione, cioè ogni religione non cattolica, purché tale costrizione sia utile e non dannosa per la salvezza delle anime. (Ad esempio, nel 2012 la libertà è così ampiamente venerata che una tale coercizione scandalizzerebbe i cittadini di quasi tutti gli Stati e finirebbe col far disprezzare e non apprezzare la religione cattolica. In questo caso, come ha sempre insegnato la Chiesa, lo Stato può astenersi dall’usare il suo diritto di impedire la pratica delle false religioni).

Ora, il punto esatto su cui queste due dottrine si contraddicono può sembrare piuttosto limitato – se uno Stato possa o meno impedire la pratica pubblica delle false religioni – ma le sue implicazioni sono enormi: Dio è il Signore o il servo degli uomini? Infatti, se per un verso l’uomo è una creatura di Dio ed è sociale per natura (infatti gli uomini si mettono insieme in ogni tipo di associazione e specialmente negli Stati) anche le società e gli Stati sono creature di Dio, tali che devono servire Lui e la Sua unica vera religione, reprimendo in ogni modo le false religioni nel pubblico dominio (che è di competenza dello Stato), fintanto che aiutano così e non ostacolano la salvezza delle anime.

sabato 26 maggio 2012

DOMINÍCA PENTECOSTES...



 1 Vieni, o Santo Spírito, / E manda dal cielo, / Un raggio della tua luce. 2 Vieni, o Padre dei poveri, / Vieni, datore di ogni grazia, / Vieni, o luce dei cuori. 3 O consolatore ottimo, / O dolce ospite dell’anima / O dolce refrigerio. 4 Tu, riposo nella fatica, / Refrigerio nell’ardore, / Consolazione nel pianto. 5 O luce beatissima, / Riempi l’intimo dei cuori, / Dei tuoi fedeli. 6 Senza la tua potenza, / Nulla è nell’uomo, / Nulla vi è di innocuo. 7 Lava ciò che è sordito, / Irriga ciò che è arido, / Sana ciò che è ferito. 8 Piega ciò che è rigido, / Riscalda ciò che è freddo, / Riconduci ciò che devia. 9 Dà ai tuoi fedeli, / Che in te confidano, / Il sacro settenario. 10 - Dà i meriti della virtú, / Dà la salutare fine, / Dà il gaudio eterno. Amen. Allelúia

EVANGÉLIUM  

Sequéntia S. Evangélii secundum Ioánnem, 14, 23-31


In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Si quis díligit me, sermónem meum servábit, et Pater meus díliget eum, et ad eum veniémus, et mansiónem apud eum faciémus: qui non díligit me, sermónes meos non servat. Et sermónem quem audístis, non est meus: sed eius, qui misit me, Patris. Hæc locútus sum vobis, apud vos manens. Paráclitus autem Spíritus Sanctus, quem mittet Pater in nómine meo, ille vos docébit ómnia, et súggeret vobis ómnia, quæcúmque díxero vobis. Pacem relínquo vobis, pacem meam do vobis: non quómodo mundus dat, ego do vobis. Non turbétur cor vestrum, neque formídet. Audístis quia ego dixi vobis: Vado, et vénio ad vos. Si diligerétis me, gauderétis útique, quia vado ad Patrem, quia Pater maior me est. Et nunc dixi vobis priúsquam fiat: ut cum factum fúerit, credátis. Iam non multa loquar vobíscum. Venit enim prínceps mundi huius, et in me non habet quidquam. Sed ut cognóscat mundus, quia díligo Patrem, et sicut mandátum dedit mihi Pater, sic fácio.
M. - Laus tibi Christe.

giovedì 24 maggio 2012

"La Fraternità San Pio X deve gridare sul Vaticano II, e continuare a gridare, senza posa, perché milioni di anime sono in un incessante pericolo mortale".

...Ringrazio il Cardinale Angelo Bagnasco per le cordiali parole con cui mi ha accolto, facendosi interprete dei vostri sentimenti: a Lei, Eminenza, rivolgo i migliori auguri per la riconferma alla guida della Conferenza Episcopale Italiana. 
L’affetto collegiale che vi anima nutra sempre più la vostra collaborazione a servizio della comunione ecclesiale e del bene comune della Nazione italiana, nell’interlocuzione fruttuosa con le sue istituzioni civili. In questo nuovo quinquennio proseguite insieme il rinnovamento ecclesiale che ci è stato affidato dal Concilio Ecumenico Vaticano II; il 50° anniversario del suo inizio, che celebreremo in autunno, sia motivo per approfondirne i testi, condizione di una recezione dinamica e fedele. 

«Quel che più di tutto interessa il Concilio è che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace», affermava il Beato Giovanni XXIII nel discorso d’apertura.

Egli impegnava i Padri ad approfondire e a presentare tale perenne dottrina in continuità con la tradizione millenaria della Chiesa, «trasmettere pura ed integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti», ma in modo nuovo, «secondo quanto è richiesto dai nostri tempi». (Discorso di solenne apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962). 

Con tale chiave di lettura e di applicazione, nell’ottica non certo di un’inaccettabile ermeneutica della discontinuità e della rottura, ma di un’ermeneutica della continuità e della riforma, ascoltare il Concilio e farne nostre le autorevoli indicazioni, costituisce la strada per individuare le modalità con cui la Chiesa può offrire una risposta significativa alle grandi trasformazioni sociali e culturali del nostro tempo, che hanno conseguenze visibili anche sulla dimensione religiosa.
....Vorrei qui ricordare  come, in occasione della prima visita da Pontefice nella sua terra natale, il beato Giovanni Paolo  II visitò un quartiere industriale di Cracovia concepito come una sorta di «città senza Dio». Solo  l’ostinazione degli operai aveva portato a erigervi prima una croce, poi una chiesa. In quei segni,  il Papa riconobbe l’inizio di quella che egli, per la prima volta, definì «nuova evangelizzazione»,  spiegando che «l’evangelizzazione del nuovo millennio deve riferirsi alla dottrina del Concilio  Vaticano II. (capito bene a che cosa serve la cosidetta "Nuova Evangelizzazione"? Ad indottrinare le genti con le innovazioni moderniste del Conciliabolo.) Deve essere, come insegna questo Concilio, opera comune dei Vescovi, dei  sacerdoti, dei religiosi e dei laici, opera dei genitori e dei giovani». E concluse: «Avete costruito  la chiesa; edificate la vostra vita col Vangelo!» (Omelia nel Santuario della Santa Croce,  Mogila, 9 giugno 1979).
 -----------------------------------
 Questo è lo snodo: o si accetta il diabolico Conciliabolo o lo si rifiuta, ebbene noi lo rifiutiamo come torta avvelenata seguendo ciò che insegnò Monsignor Lefebvre su di esso. Questo Pontefice, come anche gli altri post Conciliabolo, difendono questa torta avvelenata spacciandola come un qualche cosa di succulento e innovativo, facendo finta che la gente non ragioni e che gli innumerevoli frutti avvelenati non siano sotto i nostri occhi. Chissà se i tiepidi della Fraternità hanno letto questo odierno discorso, che fà comprendere che questi modernisti non hanno nessuna intenzione di tornare indietro nel proporre il Conciliabolo Vaticano II come "un dono di Dio" ai nostri tempi... Coraggio, la lotta per la fede continua.

 INTERVISTA PROIBITA A MONSIGNOR LEFEBVRE...
 
...Ma come i vescovi [di prima] obbedirono ai papi dei loro tempi, lei non dovrebbe obbedire al papa di oggi?
I vescovi non devono obbedire agli ordini umanisti che contraddicono la Fede cattolica e la dottrina stabilita da Gesù Cristo e da tutti i vari papi nel corso dei secoli.
Allora ha deliberatamente scelto di disobbedire all’attuale Papa?
È stato un esame di coscienza e una scelta dolorosa, perché gli eventi hanno veramente portato alla scelta di disobbedire piuttosto che obbedire. Sto facendo questa scelta senza dubbio o esitazione. Ho scelto di disubbidire al Papa attuale per poter essere in comunione con 262 papi [precedenti]. La sua indipendenza è stata attribuita da molti ad una tradizione gallicana. (n.d.r. Il Gallicanesimo era un movimento francese di resistenza all’autorità papale. Vi erano due aspetti del Gallicanesimo, regale ed ecclesiastico. Il primo affermava i diritti del Monarca francese sulla Chiesa cattolica francese; il secondo affermava i diritti dei concili generali sul papa. Ambedue furono condannati come eresie dal primo Concilio Vaticano, nel 1870). Al contrario, io sono completamente romano e niente affatto gallicano. Sono per il papa come successore di San Pietro a Roma. Tutti noi chiediamo che il Papa sia, infatti, il successore di S. Pietro, non il successore di J. J. Rousseau, dei Massoni, degli umanisti, dei modernisti e dei liberali.
Dal momento che lei ha detto che queste idee sono state ampiamente diffuse e accettate in tutto il mondo, anche all'interno della Chiesa, non crede di caricarsi di un fardello troppo pesante? Come pensa la Fraternità San Pio X di contrastare un andamento del genere che sembra schiacciante?
Confido nel Nostro Dio il Salvatore. I preti della Fraternità San Pio X hanno fiducia in Nostro Signore e non ho dubbi che Dio abbia ispirato tutti noi. Tutti coloro che lottano per la vera Fede hanno il pieno sostegno di Dio. Naturalmente, rispetto al “Golia” liberale, noi siamo un ben piccolo “Davide”. Io potrei morire domani, ma Dio sta permettendomi di vivere un poco più a lungo, permettendomi di aiutare gli altri nella lotta per la vera Fede. È già accaduto nella Chiesa. I veri cattolici hanno dovuto adoperarsi per la sopravvivenza della Fede, pena l’obbrobrio generale e la persecuzione di coloro che fingevano di essere cattolici. È il misero prezzo da pagare per essere dalla parte di Gesù Cristo.
Quando è accaduto ciò?
E’ successo con il primo Papa! San Pietro stava conducendo i fedeli in errore con il suo cattivo esempio di seguire le prescrizioni mosaiche. San Paolo rifiutò di obbedire a questo errore e si oppose a lui. San Paolo fu umilmente ascoltato, e San Pietro tornò sui suoi passi. (Galati II). Nel quarto secolo, S. Atanasio si rifiutò di obbedire agli ordini di Papa Liberio. A quel tempo, la Chiesa era stata infettata dalle idee dell'eresia ariana e il papa era stato spinto ad abbracciarle. S. Atanasio si mise alla testa dell’opposizione a questa deviazione della dottrina della Chiesa. Egli fu attaccato spietatamente dalla gerarchia. Fu sospeso. Quando si rifiutò di sottomettersi, fu scomunicato. Infine l'opposizione all'eresia montò di colpo, e alla morte di Papa Liberio, un nuovo papa occupò il posto di S. Pietro. Egli riconobbe che la Chiesa era in debito con S. Atanasio. La scomunica fu revocata e il santo fu riconosciuto come un salvatore della Chiesa e venne canonizzato. Nel settimo secolo, Papa Onorio favorì l'eresia monotelita, con la proposizione che Gesù Cristo non possedeva una volontà umana e di conseguenza non era vero uomo. Molti cattolici che conoscevano la dottrina della Chiesa rifiutarono di accettare ciò e fecero tutto il possibile per fermare la diffusione di questa eresia. Il Concilio di Costantinopoli condannò Onorio nel 681 e lo anatemizzò. Vi sono molti altri esempi di questo tipo, in cui i veri cattolici si opposero fermamente contro un’apparente maggioranza schiacciante, pur di non distruggere o cambiare la Chiesa, ma per mantenere la vera Fede. Io non tengo in considerazione la disparità schiacciante. Uno degli obiettivi principali della nostra Fraternità è quello di ordinare sacerdoti, veri sacerdoti, in modo che il Sacrificio della Messa continui; in modo che la Fede cattolica continui. Naturalmente alcuni vescovi ci attaccano e ci criticano. Alcuni tentano di contrastare la nostra missione. Ma tutto questo è solo temporaneo, perché quando tutti i loro seminari saranno vuoti, (già ora sono quasi vuoti), cosa faranno i vescovi? Allora non ci saranno più sacerdoti....

Come si può essere fedeli alla Chiesa e disubbidienti al Papa?
Si deve capire il significato dell'obbedienza e si deve distinguere tra l'obbedienza cieca e la virtù dell'obbedienza. L'obbedienza indiscriminata è in realtà un peccato contro la virtù dell'obbedienza. Quindi noi disubbidiamo al fine di praticare la virtù dell'obbedienza, piuttosto che sottometterci a comandi illeciti contrari agli insegnamenti morali cattolici; tutto ciò che ciascuno deve fare è consultare qualsiasi libro di teologia cattolica per comprendere che noi non stiamo peccando contro la virtù dell'obbedienza....

Rimandare la Condanna ? 30 ottobre 2010...
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
In seguito a diversi recenti numeri di Commenti Eleison che sottolineano l'importanza della dottrina (CE 162, 165, 166, 167, 169), un lettore chiede se forse non sarebbe più saggio rimandare la condanna del Vaticano II, posto che né gli officiali romani della Chiesa, né i cattolici in generale sono pronti ad accettare che il Concilio sia dottrinalmente così cattivo come sostenuto dalla Fraternità San Pio X, a seguito di Mons. Lefebvre.
In realtà, esso è ancora peggio.

Ulteriore libro sulla Madonna di Fatima. Di Solideo Paolini...

«NON ESISTE» PERCHE’ DISTRUTTO? Il “Quarto Segreto”, l’antipapa massone e Fatima 2010...

Mese mariano 2012

«In quelle tre occasioni formali [gli incontri ufficiali del card. Bertone con suor Lucia], durate circa quindici-sedici ore in tutto, noi abbiamo avuto solo trenta righe di un comunicato stampa. Cosa si sono detti il Cardinale e l’ultima veggente di Fatima, in quelle ore?» (il dottor Giuseppe De Carli, paladino con il card. Bertone della tesi ufficiale, due mesi prima della repentina morte).

SCHEDA DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Solideo Paolini, «Non esiste» perché distrutto? Il “Quarto Segreto”, l’antipapa massone e Fatima 2010. Pro manuscripto,  primavera 2012, 132 pagine con 242 note, a offerta (orientativamente 13 euro).

L’opera fa il punto della discussione sul cosiddetto Quarto Segreto (ovvero, fuor di metafora, la parte inedita del Terzo Segreto di Fatima); richiamando l’attenzione in particolare su tre questioni: che fine ha fatto quel testo (tranquilli, solo l’originale), che oggi non c’è ma ieri c’era; un suo «dettaglio» terribile, tra i vari che hanno reso problematico il pubblicarlo; la revisione “ufficiale” iniziata dal Pontefice regnante tornando, umile pellegrino, dalla Madonna di Fatima nel maggio 2010 (dalla presentazione in anteprima a Gubbio, il 27 aprile, e poi a Chiaravalle, il 12 maggio).


Va richiesto direttamente all’autore, ad esempio tramite l’indirizzo di posta elettronica di riferimento: infoctm@cattolicitradizionalistimarche.org .

Solideo Paolini


martedì 22 maggio 2012

"Il male del Concilio è l’ignoranza di Gesù Cristo e del Suo Regno. È il male degli angeli cattivi, è il male che è la via dell’Inferno". Questo diceva Monsignor Lefebvre; che i tiepidi lo seguano per non distruggere ciò che ha fatto providenzialmente il Monsignore...

Riportiamo il discorso fatto da Monsignor Fellay tradotto dal Blog Chiesa e Post Concilio, la traduzione non è perfetta ma ciò che dice si comprende abbastanza bene:
Il Superiore Generale della Fraternità San Pio X, il Vescovo Bernard Fellay, era giovedì a Salisburgo (Austria), al fine di conferire la cresima a fedeli locali in occasione della festa dell'Ascensione del Signore. Alla fine del sermone, ha detto qualche parola su temi di attualità:
"Certo, miei ​​cari fedeli, vorrete sapere qualcosa su ciò che sta accadendo a Roma. È una questione delicata. Sappiamo che la questione riguarda il nostro futuro. Pertanto, non è una cosa facile. Che cosa accadrà? Saremo accolti? Oppure non ci vogliono?

"So che ci sono molte paure. Siamo stati testimoni di tante cose! Temiamo, appunto, che le cose possano andar male. In gran parte, questi timori sono comprensibili. Non faremo certo un passo ad occhi chiusi. Questo è molto, molto chiaro. Ma in questo momento, non posso neanche dire se accadrà, o no! Perché, non è ancora chiaro. Abbiamo bisogno di garanzie che possiamo continuare a fare quello che abbiamo fatto finora. E in questo senso, alcune cose non sono ancora chiare. Semplicemente non sono chiare.

"E io posso dire: si è scatenato l'inferno! [ Der Teufel ist los - anche : loose rotto tutti i dell'inferno ] E, beh, veramente ovunque. Quindi per noi, una cosa è chiara: pregare! Dobbiamo pregare come mai prima. Tutta la nostra storia è stata consacrata alla Madre di Dio, lei sicuramente non ci abbandonerà, soprattutto se noi preghiamo tanto per questo, e se vogliamo solo la volontà di Dio. Pertanto, continueremo a pregare, con fiducia, con fiducia in Dio. Questo è tutto. Cerchiamo di non essere turbati dalle nostre passioni, dai timori ingiustificati.

"Io vi dico, davvero il diavolo è in libertà e, beh, ovunque nella stessa Fraternità! Dappertutto nella Chiesa. In realtà ci sono persone che non ci vogliono Questi sono i moderni, i progressisti. E fanno molte pressioni per bloccare ciò che deve esser portato rettamente a compimento, la cosa giusta, cioè: giustizia. Che siamo ufficialmente riconosciuti come cattolici; il che, naturalmente, non significa che si dovrà tutto ad un tratto accettare ciò che ha causato tanti danni alla Chiesa. Lo si deve comprendere correttamente. Questo non è neppure tutto. Ciò che è a portata di mano è la possibilità di essere riconosciuti come siamo. Che possiamo continuare la Tradizione, che possiamo non solo mostrare la Tradizione agli altri, ma anche dargliela.

"Al momento non ho altro che questo. Quindi, continuiamo a pregare, affidiamo queste grandi, grandi intenzioni al buon Dio. Egli non ci abbandonerà! Dobbiamo avere questa speranza! Chiunque chieda dal nostro Signore il Suo aiuto, non sarà da Lui abbandonato! Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen ".
_______________________________
[Fonte: Distretto tedesco della FSSPX]

Che dire di questo discorso, sembra che i cosidetti tiepidi della Fraternità rimangano basiti del comportamento degli scellerati modernisti assassini della fede che oggi occupano il Vaticano, ma non erano stati avvertiti da Monsignor Lefebvre?"Più si analizzano i documenti del Concilio vaticano II e la loro interpretazione data dalle autorità della Chiesa, più ci si rende conto che non si tratta né di errori superficiali né di qualche errore particolare come l'ecumenismo, la libertà religiosa,  la collegialità, ma piuttosto di una perversione totale dello spirito, di tutta una nuova filosofia basata sul soggettivismo... e' molto grave! Una perversione totale! E' davvero deprimente...(discorso fatto poco prima di morire)” Ma queste parole per i tiepidi non contano più? Pensano che sono fuori dal tempo? Pensano che oggi la Gerarchia sia migliorata dai tempi di Monsignor Lefebvre? Anche un cieco vede che niente è cambiato anzi sono tragicamente peggiorati nel loro pertinace modernismo. Ad Albano, durante la riunione di Fellay con tutti i Superiori dei Distretti delle nazioni, dichiararono ufficialmente che avrebbero seguito gli insegnamenti del loro fondatore. Che lo facciano, e la divisione interna alla Fraternità, creata ad arte dagli assassini Vaticani modernisti, finirà e tutti agiranno con un cuore solo ed un anima sola in definitiva con una sola fede, quella autenticamente Cattolica Apostolica Romana, che gli assassini modernisti hanno rigettato durante il diabolico ultimo Concilio.

lunedì 21 maggio 2012

"Ha avuto ragione e ha ancora ragione: i nemici sono ovunque nella Chiesa e specialmente a Roma".

 
"Abbiamo negato il peccato". Lettera di Cristina Campo a Maria Zambrano III Domenica di Avvento 1965 Cara, la tua lettera del giorno dell'Immacolata Concezione, che Elémir mi ha mostrato, mi ha dato molta gioia. Se già non l'hai fatto, leggi il Mattutino di quella festa: le lezioni del II e del III Notturno (Sermone di san Girolamo e Omelia di san Germano) - e nel Mattutino di oggi (II Notturno) il Sermone di Leone il Grande sopra il digiuno. Vorrei tu potessi udire queste lezioni cantate, all'Abbazia di Sant'Anselmo, la sera precedente la festa, tra le 7 e le 8. Ciascuna termina con un profondo inchino del lettore e un "Tu autem Domine miserere nobis", a cui risponde il "Deo Gratias". Poi viene il Responsorio dialogato e infine il lettore chiede all'Abate, inchinandosi: "Jube Domine benedicere". E colui risponde con un breve distico rimato (che troverai esemplificato nel mattutino della Domenica) di sapore squisitamente popolare; p. es. "Ad societatem civium supernorum / perducat nos Rex Angelorum", ovvero: "Per Evangelica dicta / deleantur nostra delicta". Fa molto freddo, duramente freddo in chiesa a quell'ora. Iersera non c'ero che io sola, nella navata. I monaci sono tutti in cocolla e cappuccio - e da come ciascuno rialza il suo cappuccio si comprende se sarà vero monaco, perché il vero monaco è altero del suo abito, che è l'eleganza stessa, e lo porta da re. Meditando sulla tua bellissima lettera mariana, ripensavo a quale miracolo, possibile solo per virtù di grazia, sia ogni ora di questa nostra vita, sempre più simile alla vita in una foresteria di convento. Intendo: che a queste letture, questi canti, questa feste sia consentito di sopravvivere. Per esempio: come mai si celebra ancora la festa dogmatica dell'Unica Immacolata, mentre implicitamente si nega, in mille modi, la maculazione di tutti gli altri? In un mondo dove non è più riconosciuto non dico il sacrilegio, l'eresia, la blasfemia, la predestinazione al male - ma il puro e semplice concetto di peccato? Padre Mayer mi disse un giorno di scrivergli tutte le cose che mi turbano nello svolgersi del Concilio; e io gli riposi: "ma non sono che due, sempre le stesse: la negazione della Comunione dei Santi (potenza della preghiera, ruolo sovrano della contemplazione, reversibilità e trasferimento delle colpe e delle pene) e il rifiuto della croce (l'uomo "non deve più soffrire", restare un'ora sola inchiodato alla croce della propria coscienza o alla porta chiusa di un irrevocabile non licet)". Non parliamo di applicazione della parola del Maestro: rinnegate il padre e la madre (i.e. tutto ciò che vi è stato insegnato prima della mia venuta nella vostra anima); passato, presente, patria, partito - tutto ormai è conciliabile con la Croce (e con ciò che essi pensano lo sia) purché non ci sia mai problema escatologico. A morte il monaco contemplativo che vive già per metà nella "Urbs Jerusalem Beata" -: terrestre dev'essere, questa Gerusalemme e poco importa se somiglierà stranamente alla Torre di Babele alzata nel centro di Sodoma o di Gomorra...). I falsi monaci di Cuernavaca, figli di Satana intenti alle opere del padre loro, fabbricano di queste piccole croci per fedeli convinti dell'inesistenza del maligno e della necessità della libera coscienza: crocette che sono in tutti simili alla vera Croce quale doveva apparire agli occhi dei Crocifissori: una povera, comica cosa. (Non dirlo a Enrique, che me ne portò una: aspetto un vero eretico - non ce ne sono quasi più, poiché lo sono tutti - per regalargliela). Tu mi ringrazi, cara, del Breviario. Io ti sto ringraziando dal 2 di Novembre per quella meravigliosa cena funeraria che hai saputo raccontarmi come la grande romanziera che sei: con verità perfetta. In questo mese, che dedico unicamente ("unicamente" aggiunto sopra il rigo) al suffragio di mia Madre, non... [mancano fogli].  
da “Avvenire”, 2 agosto 2003 

LETTERA 5 AGOSTO 1986 DI MONS. MARCEL LEFEBVRE A IDA SAMUEL
 Una testimonianza  su Cristina Campo

Una interessante testimonianza su Cristina Campo, poetessa e fondatrice di Una Voce-Italia, è data da questo biglietto di mons. Marcel Lefebvre a Ida Samuel, segretaria di Una Voce-Bologna. Esso è vergato interamente a mano, nel retto e nel verso, datato Ecône 5 agosto 1986 e sottoscritto da mons. Lefebvre. La busta reca il destinatario: Madame Ida Samuel Via Irnerio 12 Bologna Italie. Vi si distingue l'annullo: 1908 Riddes, 6 agosto 1986. La missiva costituisce la risposta a una lettera che Ida Samuel aveva inviato a mons. Lefebvre il 13 luglio dello stesso anno, della quale si conserva copia. Il biglietto è in possesso della dott.ssa Alessandra Codivilla, presidente pro tempore di Una Voce-Bologna, e fa parte della corrispondenza di Ida Samuel negli ultimi mesi prima della morte, avvenuta il 25 agosto 1986 a Castel S. Pietro.
Il testo è quanto mai eloquente. Mons. Lefebvre ricorda Cristina Campo con parole inequivocabili, esprimendo una più che positiva considerazione di lei. Due aspetti, in particolare, vengono toccati: la capacità di Cristina Campo di vedere le cose, anche in prospettiva futura (si tratta dell'invasione dei nemici interni della Chiesa), e l'incoraggiamento da lei ricevuto a combattere la buona battaglia. Queste parole potrebbero confermare che la Campo fu tra coloro che incoraggiarono l'Arcivescovo a fondare la sua opera.
Riportiamo il testo con una traduzione italiana, e l'immagine del retto e del verso del biglietto.
____________________________________________________

 La Chiesa ha riconosciuto l'autenticità della visione e delle rivelazioni che la Madonna ha fatto a Quito, capitale dell'Equador, nel 1634, alla suora Maria Anna de Jesus Torres; un santuario è stato eretto sul luogo dell'apparizione.

"Così le vocazioni sacerdotali si perderanno, ciò sarà una vera calamità. I preti si allontaneranno dai loro doveri sacri e devieranno dal cammino tracciato da Dio. Allora la Chiesa subirà la notte oscura...Prega con insistenza, grida senza stancarti e piangi senza interruzione con lacrime amare nel segreto del tuo cuore, domandando al nostro Padre nei Cieli che per amore del Cuore Eucaristico del suo Santissimo Figlio, per il suo Prezioso Sangue versato con tanta generosità e per le profonde amarezze ed i dolori della sua Passione e della sua morte prenda pietà dei suoi ministri e metta fine a dei tempi così funesti, inviando alla Chiesa il Prelato che dovrà restaurare lo spirito dei suoi sacerdoti. Questo figlio che io ho caro, colui che il mio Divino Figlio ed io amiamo di un amore di predilezione, noi lo colmeremo di molti doni, dell'umiltà di cuore, della docilità alle divine ispirazioni, della forza per difendere i diritti della Chiesa e d'un cuore con il quale si occuperà come un nuovo Cristo dei grandi come dei più piccoli senza disprezzare i più sfortunati. Egli condurrà con una dolcezza tutta divina le anime consacrate al Servizio divino nei conventi senza rendere loro pesante il giogo del Signore... Questo Prelato e Padre farà da contrappeso alla tiepidezza delle anime consacrate al sacerdozio ed alla religione".
(La Madonna è stata fedele in ciò che ha detto, difatti Dio ha suscitato, per salvare il Sacerdozio e la vera Messa Cattolica, Monsignor Lefebvre)

Leggiamo ora la lettera che Monsignor Lefebvre ha scritto su Cristina Campo...
 
S. E. MONSEIGNEUR MARCEL LEFEBVRE
Ecône, le 5 août 1986

Chere Madame,
Par la grace de Dieu, nous esperons ouvrir le nouveau grand séminaire, afin de multiplier les vrais prêtres catholiques.
Je vous remercie de votre aimable pensée pour nos jeunes seminaristes.
Cristina Campo! Quel souvenir pendant ce miserable Concile. Que d'encouragements nous avons reçu d'elle pour mener le bon combat, elle voyait l'invasion des ennemis de l'Eglise et de la vrai Rome, mieux que nous. Elle a eu raison et elle a encore raison: les ennemis sont partout dans l'Eglise et specialement à Rome.
Que Dieu vous assiste et vous reconforte.
Je prie à votre intention et vous assure de mes sentiments respectueux.
+ Marcel Lefebvre

SEMINAIRE N.D. DES CHAMPS 
1908 ECONE - RIDDES / SUISSE 
TEL. 026 6 29 27 
Ecône, 5 agosto 1986
Cara Signora,
per la grazia di Dio speriamo di aprire il nuovo grande seminario, per moltiplicare i veri sacerdoti cattolici.
La ringrazio del Suo amabile pensiero per i nostri giovani seminaristi.
Cristina Campo! Che ricordo durante quel miserevole Concilio. Quale incoraggiamento abbiamo ricevuto da lei per condurre la buona battaglia, meglio di noi ella vedeva l'invasione dei nemici della Chiesa e della vera Roma. Ha avuto ragione e ha ancora ragione: i nemici sono ovunque nella Chiesa e specialmente a Roma.
Che Iddio La assista e La conforti.
Prego secondo le Sue intenzioni e le confermo i miei sentimenti rispettosi
+ Marcel Lefebvre

domenica 20 maggio 2012

"Un ramo sano innestato nella malsana pianta conciliare finirebbe col prendere necessariamente la malattia conciliare. In nessun modo un semplice ramo può guarire questa malattia.".

Già nel 1943 (più di vent’anni prima del Concilio Vaticano II), Ernesto Bonaiuti (v. n. 436 di “Chiesa viva”) famoso prete modernista e scomunicato, aveva scritto: «Il Modernismo si propone (...) di trasformare il cattolicesimo dall’interno, lasciando intatto, nei limiti del possibile, l’involucro esteriore della Chiesa (...). Il culto esteriore durerà sempre come la Gerarchia, ma la Chiesa, in quanto maestra dei sacramenti e dei suoi ordini, modificherà la gerarchia e il culto, secondo i tempi...
Ora questo farneticare di questo insensato modernista, si è avverato alla perfezione ed oggi nè abbiamo una notevole conferma dall'agire di quasi tutti i cosidetti consacrati della "Nuova Chiersa Conciliare" compresi i più autorevoli rappresentanti "I PONTEFICI POST CONCILIABOLO"....


 Ha ben spiegato Mons. Lefebvre ne "Il colpo da maestro di Satana": "Satana ha inventato delle parole chiave che hanno permesso la penetrazione nel Concilio degli errori moderni e modernisti: la libertà si è introdotta per mezzo della libertà religiosa o delle religioni; l'uguaglianza per mezzo della collegialità, che introduce i principi dell'egualitarismo democratico nella Chiesa e, infine, la fraternità per mezzo dell'ecumenismo, che abbraccia tutte le eresie, tutti gli errori e tende la mano a tutti i nemici della Chiesa. Il colpo da maestro di Satana sarà dunque la diffusione dei principi rivoluzionari, introdotti nella Chiesa dall'autorità della Chiesa stessa, ponendo questa autorità in una situazione di incoerenza e di contraddizione permanente. Fino a quando questo equivoco non sarà chiarito, i disastri si moltiplicheranno in seno alla Chiesa. Diventata equivoca la liturgia, altrettanto avviene per il sacerdozio e per il catechismo: la Fede, che non può reggere che sulla Verità, si sgretola. La stessa gerarchia della Chiesa vive in un permanente equivoco fra l'autorità personale, ricevuta col sacramento dell'Ordine e la Missione di Pietro o del Vescovo, e i principi democratici. Bisogna riconoscere che l'inganno è stato ben architettato e la menzogna di Satana utilizzata in modo meraviglioso. Attraverso l'obbedienza la Chiesa si sta distruggendo con le sue stesse mani e si convertità al mondo eretico, giudeo e pagano, per mezzo di una liturgia equivoca, di un catechismo ambiguo, pieno di omissioni e di nuove istituzioni, basate su principi democratici".

 
 Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
  19 maggio 2012
L’ECUMENISMO DI BENEDETTO - V
A causa della necessità di frazionare un lungo argomento in più pezzi, i lettori possono aver perso il filo dei vari Commenti su “L'ecumenismo di Benedetto”. Cerchiamo di riassumere l'argomento fino ad oggi: -
CE 241 ha fissato alcuni principi di base: la Chiesa cattolica è un tutto organico, e se qualcuno seleziona e sceglie fra le sue credenze, come tale è eretico. Inoltre, se questi porta una credenza cattolica fuori dalla Chiesa, questa non rimarrà la stessa, al pari dell’ossigeno che fosse tratto dall’acqua per elettrolisi, cessando così di far parte di un liquido per trasformarsi in un gas. L’ecumenismo conciliare suppone che ci siano delle credenze che i non-cattolici condividano con i cattolici, ma in effetti anche “Io credo in Dio” rischia di essere molto diverso a seconda che sia incorporato in un sistema di credenze, o credo, protestante o cattolico.
CE 247 ha utilizzato un altro confronto per illustrare come le parti di un tutto cattolico non rimangano le stesse quanto vengono portate fuori da esso. Le monete d’oro rimangono se stesse quando sono separate da un mucchio di monete, ma un ramo tagliato da un albero vivo diventa qualcosa di molto diverso: del legno morto. La Chiesa è più simile all’albero che al mucchio di monete, perché Nostro Signore ha paragonato la Sua Chiesa a una vite, infatti ha detto che ogni tralcio tagliato viene gettato nel fuoco e bruciato (Gv XV, 6 – Interessante notare come nessun ramo vivo è così fruttuoso come il tralcio della vite, mentre nessun legno morto è così inutile come il legno del vitigno). Così che le parti recise dalla Chiesa cattolica non rimangono cattoliche, come pretende l’ecumenismo Conciliare.
CE 249 ha mostrato come i documenti del Vaticano II promuovano queste false idee di ecumenismo, ma prima CE 248 ha dovuto mettere sull’avviso circa il fatto che tali documenti sono noti per la loro ambiguità, facendo l’esempio di come la Dei Verbum 8 abbia aperto la porta alla falsa nozione di “tradizione vivente” dei modernisti. Di conseguenza CE 249 ha presentato tre testi del Concilio, cruciali per l’ecumenismo dei modernisti: Lumen Gentium 8, che suggerisce che la “vera” Chiesa di Cristo si estende oltre la “ristretta” Chiesa cattolica; e Unitatis Redintegratio 3, che suggerisce per prima cosa che la Chiesa è costituita da “elementi” o parti che si possono trovare ugualmente dentro o fuori la Chiesa cattolica (come le monete dentro o fuori il mucchio) e secondariamente che di conseguenza questi elementi possono servire per salvare le anime dentro o fuori la Chiesa cattolica.
CE 251 infine ha parlato particolarmente dell’ecumenismo di Benedetto XVI. Delle citazioni di Don Joseph Ratzinger, presentate dal Dr. Schüler nel suo libro Benedetto XVI e l’auto-comprensione della Chiesa cattolica, hanno mostrato come il giovane teologo negli anni 1960 ragionasse interamente secondo la logica delle monete d’oro che possono stare dentro o fuori il mucchio. E delle citazioni successive hanno mostrato come l’anziano cardinale e Papa abbia cercato continuamente di mantenere l’equilibrio tra la Chiesa come un mucchio di monete e la Chiesa come un tutto organico, ma, come sostiene il Dr. Schüler, questa stessa azione di bilanciamento presuppone che metà di lui creda ancora alla Chiesa come fosse un mucchio di monete. 
 
A meno che i lettori non chiedano delle citazioni testuali di Joseph Ratzinger per provare che esse non siano state mescolate o tratte fuori dal contesto, l’ultimo CE di questa serie concluderà con una applicazione delle sue lezioni alla situazione della Fraternità San Pio X di Mons. Lefebvre. Per un verso la FSSPX è parte del vero insieme cattolico, dell’“una, santa, cattolica e apostolica”; per l’altro ha fatto meglio ad evitare di far parte dell’insieme malsano conciliare. Un ramo sano innestato nella malsana pianta conciliare finirebbe col prendere necessariamente la malattia conciliare. In nessun modo un semplice ramo può guarire questa malattia.
Kyrie eleison.