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venerdì 31 agosto 2012

Monsignor Williamson: "Dipende da ognuno di noi fare quant’è in nostro potere per evitare che la FSSPX diventi preda dell’“infezione conciliare...”

Commenti settimanali di
  S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X

  25 agosto 2012

  Numero CCLXVII (267)


 INFEZIONE? – CHI?

Uno dei miei proverbi preferiti viene dalla Cina: “Il saggio biasima se stesso, lo stolto biasima gli altri”. Non perché gli altri non siano mai da biasimare, ovviamente, ma perché in genere io posso fare poco o niente perché cambi il loro comportamento, mentre invece sono padrone del mio, almeno in teoria. Com’è detto nell’Imitazione di Cristo: raramente traiamo profitto pensando ai peccati degli altri, sempre pensando ai nostri stessi peccati.

Questa antica saggezza ci è tornata in mente per una lettera di una lettrice di “Commenti Eleison” (n. 263), dove lei lamenta l’“infezione conciliare” che ha notato nel modo in cui, negli USA, le Messe Tridentine vengono celebrate dai sacerdoti e seguite dai laici. Se riassumiamo di seguito le sue tristi osservazioni, non è per gettare ombra sui sacerdoti o sui laici, ma per suggerire come ognuno di noi debba esaminare il proprio comportamento.

In generale, lei dice che l’“infezione conciliare” si è insinuata da tempo nelle cappelle della FSSPX. E arriva a dire che la situazione è già deteriorata ed è disperata: ormai il danno è fatto. È come se il latino avesse prevalso sulla Fede, come se tutto andasse bene sol perché la Messa Tridentina è detta in latino. Non avendo compreso – o fatto proprio – che cosa sia realmente la Messa – lei dice – i laici trovano normale assistere semplicemente. Molti assistono alla Messa pensando ad altro e ricevono la Santa Comunione in modo molto irriverente, proprio come nella neo-Chiesa.

Lei biasima i sacerdoti perché non spiegano a sufficienza la Fede o la Messa. E per le loro prediche, a volte si chiede se capiscano cosa stanno dicendo, mentre altre volte trova che le idee personali dei sacerdoti e l’insieme della predica si presentano come quelle conciliari. Le norme liturgiche non sarebbero rispettate, le rubriche non sarebbero corrispondenti, il Canone della Messa appare affrettato. In breve, lei non si sorprende se un certo numero di sacerdoti e di laici della FSSPX sembrano pronti per riunirsi alla neo-Chiesa, anzi, è come se già ne facessero parte.

Ora, nessuno potrebbe con giustizia sostenere che questa sua triste descrizione si adatti a tutte le Messe della FSSPX, ma la corruzione del nostro tempo è tale che un deterioramento come quello osservato dalla lettrice appare del tutto normale. Questa corruzione preme sui sacerdoti e sui laici, e significa che tutti noi abbiamo bisogno di controllare da vicino come essa possa insinuarsi in noi stessi. Come disse una volta, nel 1950, Suor Lucia di Fatima: i laici non possono più contare che il clero faccia per loro tutto il lavoro per farli andare in Cielo. In realtà essi non hanno mai potuto farlo, ma una pigra “obbedienza” è ancora oggi una tentazione comune. Se i laici vogliono che a guidarli siano dei buoni sacerdoti, e se non vogliono che la FSSPX diventi conciliare, si preoccupino di mettere ordine nel loro stesso comportamento – per esempio: come assistiamo alla Messa io e la mia famiglia?

Per quanto riguarda i sacerdoti, non dobbiamo dimenticare il grave avvertimento che il profeta Ezechiele (III, 17-21) rivolge ai pastori: se i pastori ammoniscono i fedeli per come stanno peccando e se i fedeli continuano a peccare, il Signore Iddio punirà i fedeli, ma non riterrà responsabili i pastori. Al contrario, se i fedeli peccano e i pastori non li richiamano perché stanno peccando, il Signore Iddio riterrà responsabili i pastori per i peccati dei fedeli. “Il giudizio inizii dalla casa di Dio” (I Pt. IV, 17).

Quindi, dipende da ognuno di noi fare quant’è in nostro potere per evitare che la FSSPX diventi preda dell’“infezione conciliare”, cosa oggi più facile a dirsi che a farsi. In ogni caso, dice San Paolo (I Cor. IV, 3-5): che ognuno di noi guardi ai propri peccati. È Dio che giudica.

Kyrie eleison.

mercoledì 29 agosto 2012

I frutti del conciliabolo Vaticano modernista II: messa sacrilega, celebrata da un "prete" sacrilego, per i massoni, scomunicati, nemici di Gesù Cristo.

 Questi sono i frutti del conciliabolo Vaticano II, che a breve saranno celebrati dagli assassini della fede cattolica, che hanno occupato abusivamente le mura del vaticano da 50 anni...
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 Cum ex Apostolatus officio
5 - Pene per il delitto di favoreggiamento delle eresie.
File:Paolo IV.jpgInoltre, incorreranno nella sentenza di scomunica «ipso facto», tutti quelli che scientemente (scienter) si assumeranno la responsabilità d’accogliere (receptare) e difendere, o favorire (eis favere) coloro che, come già detto, siano colti sul fatto, o confessino o siano convinti in giudizio, oppure diano loro attendibilità (credere) o insegnino i loro dogmi (eorum dogmata dogmatizare); e siano tenuti come infami; né siano ammessi, né possano esserlo (nec admitti possint) con voce, sia di persona, sia per iscritto o a mezzo delegato o di procuratore per cariche pubbliche o private, consigli, o sinodi o concilio generale o provinciale, né conclave di cardinali, né alcuna congregazione di fedeli od elezione di qualcuno, né potranno testimoniare; non saranno intestabili, né chiamati a successione ereditaria, e nessuno sarà tenuto a rispondere ad essi in alcun affare; se poi abbiano la funzione di giudici, le loro sentenze non avranno alcun valore e nessuna causa andrà portata alle loro udienze; se avvocati il loro patrocinio sia totalmente rifiutato; se notai, i rogiti da loro redatti siano senza forza o validità.
Oltre a ciò, siano i chierici privati di tutte e ciascuna delle loro chiese, anche cattedrali, metropolitane, patriarcali e primaziali, delle loro dignità, monasteri, benefici e cariche ecclesiastiche (et officiis ecclesiasticis) in qualsivoglia modo, come sopra riferito, dalle qualifiche ottenute anche regolarmente, da loro come dai laici, anche se rivestiti, come si è detto, regolarmente delle suddette dignità, siano privati «ipso facto», anche se in possesso regolare, di ogni regno, ducato, dominio, feudo e di ogni bene temporale posseduto; i loro regni, ducati, domini, feudi e gli altri beni di questo tipo, diverranno per diritto, di pubblica proprietà o anche proprietà di quei primi occupanti che siano nella sincerità della fede e nell’unità con la Santa Romana Chiesa sotto la nostra obbedienza o quella dei nostri successori, i Romani Pontefici canonicamente eletti.

6 - Nullità della giurisdizione ordinaria e pontificale in tutti gli eretici.

Aggiungiamo che, se mai dovesse accadere in qualche tempo che un vescovo, anche se agisce in qualità di arcivescovo o di patriarca o primate od un cardinale di Romana Chiesa, come detto, od un legato, oppure lo stesso Romano Pontefice, che prima della sua promozione a cardinale od alla sua elevazione a Romano Pontefice, avesse deviato dalla fede cattolica o fosse caduto in qualche eresia (o fosse incorso in uno scisma o abbia questo suscitato), sia nulla, non valida e senza alcun valore (nulla, irrita et inanis existat), la sua promozione od elevazione, anche se avvenuta con la concordanza e l’unanime consenso di tutti i cardinali; neppure si potrà dire che essa è convalidata col ricevimento della carica, della consacrazione o del possesso o quasi possesso susseguente del governo e dell’amministrazione, ovvero per l’intronizzazione o adorazione (adoratio) dello stesso Romano Pontefice o per l’obbedienza lui prestata da tutti e per il decorso di qualsiasi durata di tempo nel detto esercizio della sua carica, né essa potrebbe in alcuna sua parte essere ritenuta legittima, e si giudichi aver attribuito od attribuire una facoltà nulla, per amministrare (nullam ... facultatem) a tali persone promosse come vescovi od arcivescovi o patriarchi o primati od assunte come cardinali o come Romano Pontefice, in cose spirituali o temporali; ma difettino di qualsiasi forza (viribus careant) tutte e ciascuna (omnia et singula) di qualsivoglia loro parola, azione, opera di amministrazione o ad esse conseguenti, non possano conferire nessuna fermezza di diritto (nullam prorsus firmitatem nec ius), e le persone stesse che fossero state così promosse od elevate, siano per il fatto stesso (eo ipso) e senza bisogno di una ulteriore dichiarazione (absque aliqua desuper facienda declaratione), private (sint privati) di ogni dignità, posto, onore, titolo, autorità, carica e potere (auctoritate, officio et potestate).
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DAL CATTOLICESIMO AL PAGANESIMO
IL DISPREZZO DELLA RELIGIONE
È ENTRATO IN CHIESA:
LA MESSA PER I MASSONI
Un segno dei tempi che viene dal Brasile


"Nell'età contemporanea gli esseri umani divengono sempre più consapevoli della propria dignità di persone e cresce il numero di coloro che esigono di agire di loro iniziativa, esercitando la propria responsabile libertà, mossi dalla coscienza del dovere e non pressati da misure coercitive".
(Conciliabolo Vaticano II, Dichiarazione eretica sulla libertà religiosa Dignitatis humanae (DH1) e predicata dai 5° pontefici conciliari, Giovanni XIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI).

È il 20 agosto 2012, a Belo Jardim (Brasile), nella parrocchia di Nossa Senhora da Conceiçao, diocesi di Pesqueira, celebra il “per niente reverendo” Geraldo de Mangela Silva, perfetto nuovo prete della nuova Chiesa, in onore della Massoneria e dei Massoni, di cui si festeggia oggi la “giornata”, da quelle parti, almeno.

Il Maestro Venerabile, recante il Maglietto, con ai suoi fianchi il Primo e il Secondo Sorvegliante (recanti rispettivamente il Compasso e la Squadra) si recano ai primi banchi, nei posti d'onore.

Dai posti d'onore partecipano “actuosamente” alla celebrazione, che evidentemente non è una Messa cattolica, ma una palese blasfemia frutto del Concilio.
Da notare che i Maestri Massoni sono accompagnati da alcune signore, non sappiamo se anch'esse massonicate o massonicanti. Il gesto che fanno, insieme agli altri fedeli, lascia pensare che è il momento dell'Offertorio moderno, dove si offre a Dio il frutto della terra e del lavoro dell'uomo. Cosa sulla quale i Massoni si trovano perfettamente d'accordo con Bugnini, inventore del Novus Ordo e Massone anche lui.

lunedì 27 agosto 2012

...E lo sbarbatello 35enne don Ratzinger, consulente di Frings, bollò tutti gli schemi dei documenti redatti dalle Commissioni Preparatorie, da discutere al Concilio...

 Fonte: il sito progressista Vatican Insider...

Nei mesi estivi di mezzo secolo fa, il futuro Papa era “sotto pressione” per il suo ruolo di consulente teologico del cardinale Frings, (progressita eretico che ha fatto il bello e il cattivo tempo dentro il conciliabolo, naturalmente col permesso "PAPALE"). Impegnato in un lungimirante discernimento critico del materiale preconfezionato dalle commissioni preparatorie in vista dell’imminente Concilio.

Gianni Valente
Roma

Nella quiete estiva di Castel Gandolfo Benedetto XVI ha concluso la stesura del suo ultimo volume sulla vita di Gesù e dicono che stia definendo le linee portanti della sua quarta Enciclica papale.
Anche cinquant’anni fa, di questi tempi, il 35enne Joseph Ratzinger – che in quel periodo insegnava teologia fondamentale presso l’università di Bonn - era alle prese con fascicoli da studiare, bozze da correggere e testi da approntare.

Allora, a sottoporlo a giorni intensi di superlavoro erano le richieste provenienti dall’arcivescovo di Colonia Joseph Frings, che lo aveva scelto come proprio consulente teologico in vista del Concilio e intendeva avvalersi del suo aiuto già nelle concitate battute finali della fase preparatoria dell’assise conciliare.

Frings era membro della Commissione preparatoria centrale del Concilio, e già in quella veste si candidava coi suoi interventi e le sue iniziative al ruolo di futuro playmaker (diabolico) del  Vaticano II.

Grazie a Frings, Ratzinger aveva avuto accesso già nella primavera del 1962 agli schemi dei documenti predisposti dalle commissioni preparatorie per essere discussi e approvati in Concilio. Tra maggio e settembre, come documentano gli autorevoli studi storici di Norbert Trippen e del gesuita Jared Wicks, Ratzinger analizza per conto di Frings buona parte del materiale prodotto dagli organismi coinvolti nella fase preparatoria, esprimendo giudizi lucidi, netti e spesso sorprendenti. (e di fatto, come riportato sotto nella nota 1, annullarono tutti gli schemi preparatori redatti cattolicamente dalla commisione che ci lavorò due anni, quindi il Conciliabolo inizio subitò con un colpo di mano da parte de modenisti, d'accordo col pessimo "Roncalli")

Ad esempio, in una lettera spedita a maggio a don Hubert Luthe – il segretario di Frings, che era stato suo compagno di studi alla facoltà teologica di Monaco – Ratzinger valorizza con toni entusiasti soprattutto gli schemi prodotti dal segretariato per l’unità dei cristiani, l’organismo che sotto la guida del cardinale Augustin Bea, (massone di prima cartella, che ha fatto redigere il diabolico documento massonico Nostra Aetate in combutta con i Deicidi e il pessimo "papa buono" Nichitaroncalli) andrà progressivamente delineandosi come interlocutore dialettico rispetto alla Commissione teologica, presieduta dal Segretario del Sant’Uffizio Alfredo Ottaviani. Tra gli schemi firmati da Bea figurano anche i primordiali abbozzi dei futuri decreti conciliari sull’ecumenismo e sulla libertà religiosa. «Se si potesse orientare il Concilio al punto di far propri questi testi - scrive Ratzinger al segretario di Frings, già nel maggio ’62 - ne sarebbe certo valsa la pena e si sarebbe raggiunto un vero progresso. Qui veramente si parla il linguaggio che serve al nostro tempo, che può essere compreso anche da tutti gli uomini di buona volontà». (Capito bene chi è in realtà Ratzinger, detto anche "Benedetto XVI"? Modernista conclamato, che ha partecipato a derigere e appoggiare documenti eterodossi come quello sul massonico ecumenismo e il diabolico documento sulla libertà religiosa.)

A fine giugno, sempre su mandato di Frings – che in quei mesi si fa portavoce della crescente insoddisfazione di ampi settori degli episcopati europei per come sta procedendo la fase istruttoria del Concilio – Ratzinger stende addirittura la bozza di una Costituzione apostolica che definisca sinteticamente e con chiarezza didascalica gli obiettivi del Vaticano II prima del suo inizio: tre pagine dattiloscritte in latino, in cui il giovane teologo bavarese prende le mosse da una realistica constatazione delle circostanze storiche in cui il Concilio è stato convocato («la luce divina sembra oscurata, e Nostro Signore sembra essersi addormentato in mezzo alla tempesta e alle onde di oggi») e conclude valorizzando l’attualità del modello di annuncio mostrato da San Paolo, che per dare testimonianza a Gesù Cristo «si è fatto tutto a tutti» (1 Cor 9,22).

Il discernimento critico esercitato da Ratzinger sui testi prodotti nella fase preparatoria del Concilio raggiunge il suo vertice nel settembre del 1962. A meno di un mese dall’apertura del Vaticano II, Ratzinger lo applica direttamente al primo corpus di sette schemi predisposti in forma definitiva dalle Commissioni preparatorie, su ispirazione prevalente degli organismi dottrinali della Curia romana.
In un testo ultimato da Ratzinger a metà settembre – e “rigirato” con la propria firma e senza ulteriori aggiunte dal cardinale Frings al segretario di Stato Amleto Cicognani - le valutazioni positive vengono riservate soltanto ai due schemi sul rinnovamento liturgico e sull’unità con le Chiese d’Oriente. Secondo il professore di Bonn, solo tali testi di lavoro «corrispondono molto bene allo scopo del Concilio stabilito dal Romano Pontefice». Se l’intento è «il rinnovamento della vita cristiana e l’adattamento della disciplina della Chiesa alle necessità di oggi», è metodologicamente importante evitare che il Concilio si impantani fin dal suo avvio  «in questioni complicate sollevate dai teologi, che le persone del nostro tempo non possono afferrare e che finiscono per turbarle».

Tutti gli altri schemi – soprattutto quelli elaborati dalla Commissione teologica preparatoria, preseduta dal cardinale Ottaviani -  vengono giudicati da Ratzinger come «troppo scolastici» (E ti credo! Questi modernisti hanno un orrore istintivo al Dogma). In particolare, viene bocciato lo schema sulla preservazione della purezza del depositum fidei («è così carente che in questa forma non può essere proposto al Concilio»). (Oh Signore! Ma ci rendiamo conto che cosa disse questo modernista patentato? Il giovane teologo tedesco neo-modernista che, come perito del cardinale Frings, contribuì, assieme ad Hans Küng, Karl Rahner, Henri de Lubac, Jean Danielou, Marie-Dominique Chenu, Yves Congar, John Courtney Murrey, ed altri “nuovi teologi”, ad apportare la rivoluzione modernista nel seno e nelle viscere stesse della Chiesa e ad oggi, che è diventato Pontefice, questa sua linea modenista non è assolutamente cambiata, anzi si è radicalizzata.)
Per quello dedicato alle “fonti” della divina Rivelazione Ratzinger suggerisce cambiamenti sostanziali di struttura e di contenuto. Mentre quelli dedicati all’ordine morale cristiano, alla verginità, alla famiglia e al matrimonio vengono da lui liquidati con argomenti di opportunità pastorale. Essi, secondo Ratzinger, «travolgono il lettore con la loro eccessiva abbondanza di parole». I testi conciliari – ripete il giovane professore di Bonn - «dovrebbero dare risposte alle questioni più urgenti e dovrebbero farlo, per quanto possibile, non giudicando e condannando, ma usando un linguaggio materno, con un’ampia presentazione delle ricchezze della fede cristiana e delle sue consolazioni». 

Dai contributi offerti al cardinale Frings già nella fase preparatoria del Concilio si intuisce che Joseph Ratzinger non giunse all’appuntamento col Vaticano II in maniera sprovveduta. Il giovane professore bavarese appare ben consapevole di ciò che è in gioco in quell’evento ecclesiale, ancor prima del suo inizio. Nella sua collaborazione con Frings, Ratzinger si predispone già da allora un armamentario flessibile ma ben profilato di proposte e riflessioni, che poi daranno spessore alla sua intensa partecipazione all’avventura conciliare.
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note:
1)  La fase ante-preparatoria del Concilio iniziò il 25 gennaio del 1959, giorno in cui Giovanni XXIII, nella Basilica di S. Paolo fuori le mura, annunciò l’idea di convocare un Concilio Ecumenico a Roma e terminò il 1° aprile 1960. Durante questa fase, esattamente il 17 maggio 1959, fu istituita la “Commissione ante-preparatoria”, che tenne la sua prima seduta il 30 giugno 1959 per iniziare a rispondere ai “vota” dei vescovi. Infatti il 18 giugno 1959 fu preparato in Vaticano un questionario inviato a tutti i vescovi per avere i loro pareri o “vota” sui temi da trattare e in quale ottica. Sin dall’inizio dell’estate del 1959 tornarono in Vaticano circa 200 “vota” espressi da circa 1. 900 su 2. 500 vescovi su vari temi. Lo spoglio delle risposte date dai vescovi iniziò in Vaticano nei primi giorni del settembre del 1959 e terminò verso la fine del gennaio 1960. La sintesi dei “vota” fatta in Vaticano raggiungeva circa 1. 500 pagine, le quali furono esaminate da Giovanni XXIII dal 13 febbraio al 1° aprile del 1960. La fase preparatoria iniziò il 5 giugno del 1960 e durò sino al 20 giugno del 1962. Frattanto il 2 febbraio del 1962 Giovanni XXIII annunziò che il Concilio sarebbe cominciato l’11 ottobre del medesimo anno, in essa si partorirono circa 70 progetti da discutere al Concilio, redatti in massima parte dai cardinali, vescovi e teologi ortodossi della scuola romana e antimodernista, che rispondevano ai “vota” dei vescovi, i quali erano in massima parte di orientamento teologicamente conservatore. Il Concilio iniziò l’11 ottobre 1962 e terminò l’8 dicembre 1965, sin dal 20 novembre 1962 si assisté al tentativo del colpo di mano del rifiuto della fase preparatoria riuscito ufficialmente l’8 novembre del 1963 dietro l’intervento di Frings/Ratzinger.
●Infatti Giovanni XXIII, il 20 novembre del 1962 dopo la discussione e votazione sulle “Fonti della Rivelazione”, dietro richiesta di Frings concesse la deroga al regolamento del Concilio, che prevedeva i 2/3 dei voti per bocciare uno Schema della ‘Commissione preparatoria’ e abbassò la quota al 50% più 1. Infatti Roncalli «superando la lettera del Regolamento […], sbloccò una crisi estremamente complessa, decidendo che la votazione riguardante lo schema “De fontibus Revelationis”, che era stato elaborato in prospettiva interamente “romana”, equivaleva ad una respingimento del testo (20 novembre 1962). Qualche giorno dopo il Papa affidò la rielaborazione dello schema in questione a una commissione mista. […]. Con questa decisione papa Giovanni liberò il Concilio appena iniziato dalla duplice ipoteca che gli oratori della scuola romana avevano cercato di imporre alla corrente maggioritaria: abolì il divieto di respingere gli schemi preparatori […], e inoltre tolse l’ipoteca del monopolio dottrinale che il card. Ottaviani non aveva mai cessato di reclamare per la propria commissione preparatoria» (G. Alberigo, Jean XXIII et Vatican II, in “Jean XXIII devant l’histoire”, Parigi, 1989, p. 193-195).
●Inoltre storico è lo scontro (8 novembre 1963) che ebbe il card. Frings con Ottaviani sulla collegialità, che indurrà «Paolo VI a chiedere a Jedin, Ratzinger e ad Onclin alcuni pareri sulla riforma della Curia» (H. Jedin, Storia della mia vita, Brescia, 1987, pp. 314-315; J. Ratzinger, Das Konzil auf dem Weg. Rückblick auf die zweite Sitzungperiode, Köln, 1963-66, tr. it., 1965-67, 4 voll., pp. 9-12.). 
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Aggiornamento sulla "nuova Chiesa conciliare":

giovedì 23 agosto 2012

Il Caso Krah-Fellay (FSSPX), mette luce alla persecuzione a Monsignor Williamson da parte dei "tiepidi" della Fraternità e degli assasini della fede, modernisti, che hanno occupato il Vaticano da 50 anni, in combutta con i sionisti Deicidi.....

La Profezia di San Nilus
«Dopo l'anno 1900, verso la metà del 20° secolo, la gente di quel tempo diventerà irriconoscibile. Quando il tempo per l’avvento dell'Anticristo si avvicinerà, la mente della gente crescerà obnubilata delle passioni carnali, e il disonore e l’anarchia cresceranno più forti. Allora il mondo diventerà irriconoscibile. L’aspetto della gente cambierà, e diventerà impossibile distinguere gli uomini dalle donne, a causa della loro spudoratezza nel vestire e nell’acconciarsi. Questa gente sarà crudele e sarà selvaggia come gli animali a causa delle tentazioni dell'Anticristo. Non vi sarà più nessun rispetto per genitori ed anziani, l’amore scomparirà, e i Pastori cristiani, i vescovi, e i preti diverranno uomini vani, completamente fallaci nel distinguere la concezione del bene e del male. In quei tempi i costumi, la morale e le tradizioni dei cristiani e della Chiesa cambieranno. La gente abbandonerà la modestia, e ogni dissipazione regnerà. La falsità e l’avidità raggiungeranno grandi proporzioni e vi saranno sventure per quelli che accumulano tesori. Concupiscenza, lussuria, adulterio, omosessualità, calunnie, omicidi e loschi traffici domineranno nella società. In quel tempo futuro, a causa del potere di tali grandi crimini e licenziosità, la gente sarà privata della grazia del Spirito Santo, che essi hanno ricevuto col Santo Battesimo, e vivranno nel rimorso. Le Chiese di Dio saranno private del timor di Dio e dei pii pastori, e sventure vi saranno per i cristiani rimasti nel mondo di quel tempo; essi perderanno completamente la loro fede perché mancheranno del tutto dell'opportunità di vedere la luce della conoscenza di Dio. Allora alcuni cristiani si escluderanno dal mondo per andare in santi rifugi cercando di illuminare le loro sofferenze spirituali, ma incontreranno ovunque ostacoli e costrizioni. E tutto questo risulterà dal fatto che l'Anticristo vuole essere il Signore e padrone al di sopra di tutto e diverrà il dominatore dell’intero universo, e produrrà falsi miracoli e fantastici portenti. Egli conferirà pure saggezza depravata a questi uomini infelici cosicché scopriranno il modo di fare una conversazione con altri uomini da un capo all’altro della terra. In quei tempi gli uomini voleranno nell’aria come gli uccelli e discenderanno nel fondo del mare come i pesci. E quando loro acquisiranno tutto questo, questa gente infelice trascorrerà la propria vita senza il conforto di sapere, povere anime, che è l’inganno dell’anticristo. Egli è impietoso! Completerà così la scienza con la vanità che questo li farà uscire dalla retta via e a causa di ciò perderanno la fede nell'esistenza di Dio cadendo nell’apostasia. Allora il buon Dio vedrà la caduta della razza umana ed accorcerà i giorni per merito di quei pochi che si sono salvati, perché il nemico di Dio vuole condurre perfino gli eletti nella tentazione, se ciò gli sarà possibile. Allora la spada del castigo improvvisamente apparirà ed ucciderà il pervertitore ed i suoi seguaci».

E' da tempo che molti lettori del Blog ci chiedono di occuparci del caso di Mons. Fellay in combutta con un sionista, l'avvocato Maximilian Krah, nell'amministrazione dei beni della Fraternità e nella scandalosa e ingiuriosa gestione del caso di Mons. Williamson, che sarebbe reo di aver offeso i deicidi ebrei sionisti e di aver messo un impedimento, con la sua predicazione, all'infame accordo cosidetto "pratico" con gli assassini della fede che da 50 anni hanno occupato le mura della Chiesa Cattolica fondata da Nostro Signore Gesù Cristo. Oltre al fatto che affidare i beni della Fraternità ad un sionista, che viene spacciato per un cristiano tradizionale, è un avvenimento preoccupante e inquietante, questa vicenda forse mette in luce l'atteggiamento assolutamente anticristiano che si e' tenuto nei confronti di Monsignor Williamson da parte di suoi molti confratelli, in primis di Mons. Fellay, che ormai da tempo tentano di infangare la figura del grande Vescovo Williamson, per cercare di tappargli la bocca.

Inoltre è noto che:

(don Curzio nitoglia)
Il Vaticano II è caro all’ebraismo. È un fatto che specialmente in questi giorni abbiamo sentito, letto e constatato, e “contro il fatto non vale l’argomento”. Ma san Paolo (I Tess., II, 15-16) rivela, divinamente ispirato, che “I giudei hanno ucciso il Signore Gesù e i profeti, perseguitano noi Apostoli, non piacciono a Dio e son nemici di tutti gli uomini [non-ebrei, nda]. Ci proibiscono di evangelizzare le Genti per la loro salvezza”. Nella misura in cui i giudei attuali continuano e proseguono quelli che rifiutarono Cristo, lo crocifissero e perseguitarono i Dodici Apostoli, essi non piacciono a Dio. Se non piacciono a Dio, non possono essere cari neppure a noi; se son cari al Vaticano II, significa che esso non ha lo stesso spirito di Dio. Inoltre, l’ebraismo nega la SS. Trinità e la divinità di Cristo, che sono i due misteri principali della Fede cattolica. Quindi o l’ebraismo è impazzito e si contraddice, ma non è così, oppure il Vaticano II è in contraddizione col cattolicesimo e non può piacere a chi vuol restare cristiano, piacendo a chi odia Cristo e il cristianesimo. Il fatto che proprio i rabbini ci ingiungano di accettare il Vaticano II ‘suona male’ e dovrebbe far riflettere “tutti gli uomini di buona dottrina”. Sempre san Paolo (Tito, I, 10-14) rivela che: “Vi sono molti spiriti mestatori, parolai e ingannatori, soprattutto quelli che provengono dalla circoncisione [giudaismo]: a costoro bisogna tappare la bocca (…). Perciò riprendili duramente, affinché siano saldi nella Fede e non si volgano a favole giudaiche”. L’Apostolo non dice di ritrattare o scusarsi, ma di “tappar la bocca” a loro (non a mons. Williamson) e di “non credere alle favole giudaiche”.
d)    È storicamente accertato che la “Nostra aetate” fu preparata da Jules Isaac, ebreo ateo filo-comunista, con l’aiuto del Bené Berìth (la massoneria giudaica) di cui era membro (come ha dichiarato, il 16 novembre 1991, in occasione della premiazione del card. Decourtray, Marc Aron, presidente del “B.B.” francese) e dal card. Agostino Bea coadiuvato da p. Paul Démann, ebreo “convertito” e da p. Jean de Menasce (idem). L’accordo tra Jules Isaac e papa Roncalli fu organizzato dal “B.B.” e da alcuni politici social-comunisti (J. Madiran, “Itineraires” III, settembre 1990, p. 3, nota 2). Un altro artefice di “Nostra aetate” fu Nahum Goldman, presidente del “Congresso Mondiale Ebraico”, che preparò anche la bozza di “Dignitatis humanae” sulla libertà religiosa. I documenti furono presentati dal Goldman assieme a Label Katz (anche lui del “B.B.”) a nome della “Conferenza Mondiale delle Organizzazioni Ebraiche”. Quindi “Nostra aetate” e “Dignitatis humanae” sono state preparate, materialmente, dalla massoneria ebraica. Dulcis in fundo, il rabbino Abraham Heschel, collaborò intensamente con Bea e compagni alla elaborazione di “Nostra aetate”. Tutto ciò è stato svelato dall’israelita Lazare Landau (“Tribune Juive”, n° 903, gennaio 1986 e n° 1001, dicembre 1987), che scrive: “nell’inverno del 1962, i dirigenti ebrei ricevevano in segreto, nel sottosuolo della sinagoga di Strasburgo, p. Yves Congar, incaricato da Bea e Roncalli di chiederci, ciò che ci aspettavamo dalla Chiesa, alla vigilia del concilio (…). La nostra completa riabilitazione, fu la risposta”(j. madiran, “Itineraires”, autunno 1990, III, pp.1-2). 

   Quindi la figura di Monsignor Williamson è di impedimento sia ai corrotti modernisti vaticani e sia ai "tiepidi" della Fratenità che da tempo hanno a che fare con i Sionisti Deicidi, nemici della Croce di Cristo, i quali hanno messo quasi totalmente le mani nel Vaticano, a partire dal Conciliabolo Vaticano II. Affinchè l'opera di Monsignor Lefebvre sia preservata dal veleno modernista è urgentissimo che chi di dovere convinca chi dirige la Fraternità a tornare indietro dai suoi passi, cacciando via il sionista e ristabilendo la figura del Vescovo Williamson. Chiaramente se chi dirige la Fraternita' si rifiutasse di ristabilire la giustizia secondo Dio nella Fraternità, sempre chi di dovere si adoperi per far dimettere gli attuali dirigenti della Fraternità, con a capo il "tiepido " Mons. Fellay...
FATTI E DOCUMENTI, O MENZOGNE E CALUNNIE?
Don CURZIO NITOGLIA
25 LUGLIO 2011

mercoledì 22 agosto 2012

Un altro frutto della Chiesa conciliare, conseguenza del Concilio Vaticano II: questa nuova chiesa è già un cadavere e puzza di zolfo...

Molte volte l'idea per un articolo proposto viene dai commenti che si trovano nei vari articoli. Per esempio questo nuovo articolo nasce dal commento di un anonimo demente che nel thread  su San Pio X  ha scritto:

"Tutto ciò è semplicemente magnifico: ecco una reale festa della fede!!!"
http://www.youtube.com/watch?v=tG_EtuIuvUM"

E ancora:
"W Padre José Pinto, martire del conservatorismo e profeta del rinnovamento conciliare per un Concilio Vaticano III !!!"
Vediamo allora questa figura di falso sacerdote cattolico: eretico, omosessuale,  sacrilego e  quant'altro...


Per il seguente testo ringraziamo un altro anonimo, che chiarisce la figura di questo corrotto "sacerdote":

martedì 21 agosto 2012

San Pio X grande pontefice che ha fermato i diabolici modenisti. Oggi avrebbe fermato quasi tutti coloro che hanno occupato la Chiesa da 50 anni, dal conciliabolo sino ad oggi...


Caratteristica e forza del pontificato di San Pio X fu di unire alla ortodossia dottrinale, una grande, salutare fermezza pratica, al fine di impedire agli erranti (e ai loro complici o simpatizzanti) di nuocere ancora alla Chiesa. Tra le misure pratiche che San Pio X mise in opera per “stanare” i modernisti, costringerli a smascherarsi o a spergiurare, tutti ricordano, a ragione, il giuramento antimodernista, che univa appunto purezza di dottrina e fermezza nella pratica. Esso doveva essere pronunciato a partire dal suddiaconato, e poi ogni qual volta che il chierico riceveva gli Ordini maggiori, l’autorizzazione a confessare o predicare, come pure nel diventare parroco, superiore religioso, insegnante ecc. Parliamo al passato, perché questa prescrizione di San Pio X (che era solo una delle norme antimoderniste imposte dal Motu Proprio Sarorum Antistitum del 1 settembre 1910) è osservata ancora – com’è doveroso – solo tra quei chierici che si oppongono ...... alla riforma conciliare.
Giuramento antimodernista e Sant’Uffizio erano le “bestie nere” che ogni modernista si proponeva di sopprimere nel suo programma riformista; giuramento antimodernista e Sant’Uffizio furono, in effetti, spazzati via, (diabolicamente) dalle prime riforme operate da Paolo VI. Il S.Uffizio fu soppresso con il M.P. Integrae servandae del 7 dicembre 1965; il giuramento antimodernista e la professione di fede tridentina furono cancellati da un atto della Congregazione per la dottrina della fede, pubblicato senza data e senza firma negli Acta Apostolicae Sedis 59 (1967) 1058 (del 20 dicembre 1967), atto che prescriveva, senza dare alcuna spiegazione, una nuova professione di fede (sostanzialmente ridotta al “Credo” di Nicea) al posto delle due professioni di fede fino ad allora obbligatorie.
Il Motu Proprio di San Pio X era rivolto ai Vescovi Cattolici. A loro San Pio X affidava l’attuazione delle sue prescrizioni come un grave dovere che pesava sulle loro coscienze; il loro dovere era “impegnarsi nella difesa della fede cattolica e vigilare con la massima diligenza perché l’integrità del deposito divino non subisca alcun danno”. Se tutti i prelati avessero compiuto il loro dovere! Se tutti avessero ascoltato le parole del Papa lottando non solo contro i modernisti ma anche là dove vi era anche solo “un sospetto di modernismo”! Che molti abbiano mancato al loro dovere, lo testimonia la situazione attuale della Chiesa ... [Dall’editoriale di Sodalitium - Il Buon Consiglio, n. 23].

Importante conferenza del Dott. Carlo Alberto Agnoli, tenuta a Rimini presso la Fraternità San Pio X, nel 2005...


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  Per scaricare il video sul proprio computer cliccare Qui'...

COS'E' L'ERESIA?

L'"eresia" consiste in un rifiuto caparbio della verità quale è stata definita e proposta dalla Chiesa [divina] sulle dottrine rivelate." (Canone 1324-1325 del 1917 Codice di Legge del Canone). 

COSA DOBBIAMO CREDERE?

"Con fede divina e cattolica, tutte quelle cose che devono essere credute tale e quale come contenuto nella Parola scritta di Dio e nella tradizione, e quelle che sono proposte dalla Chiesa, o in una dichiarazione solenne [magisterium] universale, o che è creduto per rivelazione divina." (Concilio Vaticano 1°, Denzinger 1792) 

CHI NON CREDE A TUTTE LE COSE INSEGNATE DAL MAGISTERO DELLA CHIESA?

"Qualunque persona battezzata che ostinatamente nega o ha dubbi sulle verità che la Chiesa ci propone a credere per fede divina e cattolica, è un eretico." (C. 1325) (C. 1325) 

UN ERETICO PUO' ESSERE UN PAPA VALIDO DELLA CHIESA CATTOLICA ROMANA?

No. Il Nunzio Papale Cum ex [officio] del [apostolatus] di Papa che Paolo IV insegna: se qualcuno era un eretico prima dell'elezione papale, non può essere un papa valido, anche se è eletto unanimamente dai Cardinali. Canone 188,4 (1917 Codice di Legge del Canone) insegnano: se un uomo di chiesa (papa, vescovo, [etc].) diviene un eretico, perde il suo ufficio ipso facto anche senza qualsiasi dichiarazione di legge. San Roberto Bellarmino, Antonius, [deSales] Francesco, Alphonsus de Liguori, e molti altri teologi, insegnano che un eretico non può essere un papa: "Se comunque, Dio permette ad un papa di divenire dopo essere stato eletto un eretico in contumacia, cessa immediatamente di essere papa, e la sedia apostolica diviene vacante." San Alphonsus de Liguori (Dottore della Chiesa). 

101 confutazioni sulle dottrine eterodosse conciliari  AFFERMATE DA GIOVANNI PAOLO II

 
DISCORSI DI GIOVANNI PAOLO II VERITA' DELLA CHIESA CATTOLICA
1.
La Chiesa cattolica manca di unità. 
UUS:7-10
L'unità cristiana è la Chiesa cattolica. 
Pius XI, MA:3,15.
2.
I bambini possono essere salvati senza battesimo. 
EV:99, 3/25/1995
I bambini hanno bisogno di Battesimo per salvarsi. 
St. Zosimus I, D.102.
3.
I musulmani adorano un vero Dio. 
CH:141, 1994
Solo i cattolici possono adorare Dio. 
Gregorio XVI, SJS

lunedì 20 agosto 2012

Due belle perfomance degli occupanti modernisti della Chiesa Cattolica, che di fatto promulgano una nuova religione di stampo massonico....

L’anziano Arcivescovo Marcel Lefebvre ebbe a scrivere in modo pertinente il 29 giugno 1976, in occasione della sospensione a divinis comminatagli da Paolo VI, la riflessione:
“Che la Chiesa Conciliare è una Chiesa scismatica, perché rompe con la Chiesa Cattolica quale è sempre stata. Essa ha i suoi nuovi dogmi, il suo nuovo sacerdozio, le sue nuove istituzioni, il suo nuovo culto, tutti già condannati dalla Chiesa in molti documenti, ufficiali e definitivi.
“Questa Chiesa Conciliare è scismatica, perché ha preso per base per il suo aggiornamento, principi opposti a quelli della Chiesa Cattolica, come la nuova concezione della Messa espressa ai numeri 5 della Prefazione al [decreto] Missale Romanum e 7 del suo primo capitolo, che attribuisce all’assemblea un ruolo sacerdotale che non può esercitare; come similmente il naturale — vale qui a dire divino — diritto di ogni persona e di ogni gruppo di persone alla libertà religiosa.
“Questo diritto alla libertà religiosa è blasfemo, perché attribuisce a Dio scopi che distruggono la Sua Maestà, la Sua Gloria, la Sua Regalità. Questo diritto implica libertà di coscienza, libertà di pensiero, e tutte le libertà massoniche.
“La Chiesa che afferma tali errori è al tempo stesso scismatica ed eretica. Questa Chiesa Conciliare è, pertanto, non cattolica. Nella misura in cui Papa, vescovi, preti e fedeli aderiscono a questa nuova Chiesa, essi si separano dalla Chiesa Cattolica.”
 Codice di Diritto Canonico (1917) abolito dai modernisti Vaticani perchè li inchiodava al muro come eretici, afferma al canone 188, art. n. 4:
“Qualsiasi ufficio sarà vacante ipso facto [per il fatto stesso] per tacita rinuncia e senza che sia richiesta alcuna dichiarazione, ... §4 per pubblica defezione dalla Fede Cattolica;... (Ob tacitam renuntiationem ab ipso iure admissam quaelibet officia vacant ipso facto et sine ulla declaratione, si clericus: … 4. A fide catholica publice defecerit;...)”
Questi pessimi personaggi già da tempo hanno perso il loro ufficio davanti a Dio...
E IL VERBO SI FECE… CARTA?
L'ostensione perpetua della Parola

Siamo nella parrocchia di San Giacomo Maggiore a
Casaglia (Ferrara)
dove la cosiddetta “liturgia della parola” trova la sua apoteosi
in questo spettacolo avvilente segnalato da un fedele



Cos'è?
Semplice, la riprova che questi nuovi preti della nuova Chiesa
non hanno alcuna vera nozione di Dio,
non sono più cattolici e si sono inventati una nuova religione.

Come ci spiega l'allibito parrocchiano che ci ha segnalato la cosa

E il Verbo si fece... carta?
L'ostensione perpetua della Parola

Ecco un altro esempio di realtà che ha superato la fantasia!

sabato 18 agosto 2012

L'inaccettabilità delle "nuove"dottrine conciliari sono moderniste, quindi per un cristiano inaccettabili...

 Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
18 agosto 2012

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html
Ancora la dottrina

Il disprezzo della dottrina, oggi è un problema immenso. I “migliori” cattolici del nostro XXI secolo riservano un rispetto verbale all’importanza della “dottrina”, ma nel loro intimo moderno essi sentono istintivamente che anche la dottrina cattolica è una sorta di prigione per le loro menti, e la mente non dev’essere imprigionata. A Washington D. C., sul fregio all’interno della cupola del Jefferson Memorial, questo quasi-religioso tempio dedicato al campione della libertà degli Stati Uniti, scorre una sua quasi-religiosa citazione:
I have sworn upon the altar of God eternal hostility against every form of tyranny over the mind of man (Ho giurato sull’altare di Dio eterna ostilità contro ogni forma di tirannia sulla mente dell’uomo). Sicuramente, tra altre tirannie sulla mente, egli pensava alla dottrina cattolica. La quasi-religione dell’uomo moderno esclude tutta la dottrina fissata.

Tuttavia, una frase del “Commenti Eleison” di due settimane fa (
CE 263 del 28 luglio) presenta da una diversa angolazione la natura e l’importanza della “dottrina”: Fino a quando Roma crederà nella sua dottrina conciliare non potrà non utilizzare un tale (non dottrinale) accordo per spingere la FSSPX in direzione del Concilio (Vaticano II). In altre parole, ciò che presumibilmente spinge Roma a non tenere conto della “dottrina” e a riconciliare ad ogni costo la FSSPX, è la sua convinzione circa la sua stessa dottrina conciliare. Come la dottrina cattolica tradizionale è – si spera – la forza trainante della FSSPX, così la dottrina conciliare è la forza trainante di Roma. Le due dottrine si scontrano, ma entrambe sono forze trainanti.

In altre parole, “dottrina” non è solo un insieme di idee nella testa di un uomo, o una prigione della sua mente. Quali che siano le idee che un uomo scelga di tenere in testa, la sua vera dottrina è quell’insieme di idee che muovono la sua vita. Ora, un uomo può cambiare questo insieme di idee, ma non può non averne uno. Ecco come lo diceva Aristotele: “
Se vuoi filosofare, devi filosofare. Se non vuoi filosofare, devi ancora filosofare. In ogni caso un uomo deve filosofare.” Allo stesso modo, i liberali possono disprezzare un insieme di idee come fosse una tirannia, ma il ritenere che un insieme di idee sia una tirannia è ancora un’idea forza, ed è l’idea che oggi guida le vite di un’infinità di liberali e di fin troppi cattolici. Questi ultimi dovrebbero saperlo bene, ma tutti noi uomini moderni abbiamo il culto della libertà nel sangue.

Così, la dottrina, nel suo vero significato, non è solo un imprigionante insieme di idee, ma quella centrale nozione di Dio, dell’uomo e della vita, che orienta il vivere di ogni uomo vivo. Anche quando un uomo sta per suicidarsi, viene guidato dall’idea che la vita sarebbe troppo miserevole perché valga la pena di continuare. Una nozione di vita centrata sul denaro può condurre l’uomo a diventare ricco; centrata sul piacere, a diventare libertino; centrata sull’attestazione, a diventare famoso, e così via. Quale che sia la sua centrale concezione di vita, è essa la sua vera dottrina.


I Romani conciliari sono trainati dal Vaticano II, ed è questa loro nozione centrale che li porta a cancellare la FSSPX, che rigetta il Vaticano II, e finché non riusciranno in questo, o cambieranno tale loro nozione centrale, continueranno ad essere portati a dissolvere la FSSPX di Mons. Lefebvre. Di contro, il centro motore dei chierici e dei laici della FSSPX è il raggiungimento del Paradiso, partendo dall’idea che il Paradiso e l’Inferno esistono, e che Gesù Cristo e la Sua vera Chiesa forniscono il solo e unico modo sicuro per andare in Paradiso. Essi sanno che questa dottrina che li guida non è una loro fantasiosa invenzione, quindi non vogliono che essa possa essere minata o sovvertita o corrotta dai miserabili neo-modernisti della neo-Chiesa, guidati dalla loro falsa, conciliare, nozione di Dio, dell’uomo e della vita. Lo scontro è totale.


Né può essere evitato, come vogliono supporre i liberali. Se vince la falsità, alla fine saranno le pietre che grideranno (
Lc. XIX, 40). Se vince la Verità, Satana susciterà ancora un errore dopo l’altro, fino alla fine del mondo. “Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato.”, dice Nostro Signore (Mt. XXIV, 13).  

 Kyrie eleison.

Londra, Inghilterra

venerdì 17 agosto 2012

Due fazioni, chi ha la vera fede Cattolica e chi ha compromesso questa fede con gli assassini di essa, i modernisti in seno al Vaticano...


Due correnti
(nella Fraternità San Pio X)

di Dom Tomás de Aquino

Articolo dell'Abate del monastero benedettino della Santa Croce di Nova Friburgo, in Brasile
Le due note dell'originale, le abbiamo messe tra parentesi quadre, nel corso del testo


Due correnti si manifestano oggi nella Tradizione. Gli uni chiedono un accordo, gli altri no.
Gli uni dicono: Bisogna entrare nella Chiesa.
Gli altri rispondono: Chi è già dentro non deve chiedere di entrare.

- Ma noi chiediamo la legalità, ribattono i primi.
- È così che sono caduti Le Barroux, Campos e tanti altri, rispondono i secondi.
- Ma noi non cadremo, non è possibile che Dio permetta che la cosa accada.
- «Chi crede di stare in piedi, badi di non cadere», avverte San Paolo (1 Cor. 10, 12).

Le stesse cause producono gli stessi effetti. Se Benedetto XVI beatifica chi scomunicò Mons. Lefebvre e Mons. Antonio de Castro Mayer, se Benedetto XVI celebra il giubileo d’argento della riunione di Assisi, se Benedetto XVI sostiene che il Concilio Vaticano II è come se fosse la Tradizione, i mali che abbiamo visto sotto il pontificato di Giovanni Paolo II si ripeteranno sotto quello di Benedetto XVI.
Fintanto che la Roma liberale dominerà la Roma eterna; fintanto che il maggior disastro della storia della Chiesa fin dalla sua fondazione, e cioè il Concilio Vaticano II, sarà il riferimento privilegiato dei Vescovi, dei Cardinali e del Santo Padre, non vi sarà soluzione.

-    Ma Roma sta cambiando, ribattono i difensori dell’accordo.
-    Cambiando in che?
-    Roma ha liberalizzato la Messa e ha ritirato le scomuniche, rispondono i primi.
-    Ma a che serve liberalizzare la Messa di sempre, se Roma lascia coesistere le due Messe?
Leggiamo nel Vecchio Testamento che Abramo scacciò la schiava Agar e suo figlio Ismaele perché Isacco non stesse insieme al figlio della schiava, perché San Paolo dice: «colui che era nato secondo la carne perseguitava quello nato secondo lo spirito» e aggiunge «così accade anche ora» (Gal. 4, 29). Abramo lo fece a malincuore, su richiesta di Sara e Dio diede ragione a Sara, così che il nato libero non fosse equiparato allo schiavo.
La Messa nuova è Agar. Essa non ha diritti. Essa dev’essere soppressa.
Quanto al ritiro delle scomuniche, a che serve ritirarle se si beatifica chi le ha comminate?

giovedì 16 agosto 2012

Ennesimo esempio satanico dello sfascio modernista, proveniente dal Conciliabolo e gestito da consacrati corrotti coi poteri luciferi di questo mondo...

Il numero dei preti e dei religiosi che si separeranno dalla vera religione sarà grande; fra queste persone vi saranno anche dei vescovi. La Chiesa subirà una crisi spaventosa. Si vedrà l'abominio nei luoghi santi; nei conventi i fiori della Chiesa saranno putrefatti e il demonio diventerà come il re dei cuori. Il demonio userà tutta la sua malizia per introdurre negli ordini religiosi delle persone dedite al peccato. Alcuni sacerdoti con la loro cattiva vita diventeranno delle cloache d'impurità, e le loro colpe cadranno come dei colpi di mannaia sull’intera Chiesa. Il Santo Padre soffrirà molto. I cattivi attenteranno a lui diverse volte, tentando di colpirlo in ogni modo.” (Messaggio di La Salette) 

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Un ferragosto tra salmi e preghiere ballando in “cristoteca” in riva al mare

L'iniziativa è di padre Baldo Alagna, prete social con 5000 amici su Facebook, che inaugura a Marsala una "moda" tutta sudamericana. Alla festa saranno serviti soltanto bevande analcoliche. E agli scettici il prete risponde: «Seguo l’esempio di San Paolo»

Daniele Duso
locandina-Gods-party

MILANO – La notte di Ferragosto? Tutti in “cristoteca”. Accadrà stasera a Marsala, al lido Tiburon beach dove per una notte saranno messi al bando alcol e droghe, sostituiti da salmi e preghiere remixati per ballare, come recita la locandina, insieme con “Jesus special guest”. L’idea, che a molti potrà apparire un po’ surreale di questi tempi, è di padre Baldo Alagna (prete social con più di 5mila “amici” su Facebook), che fa sbarcare così anche in Italia una “moda” tutta sudamericana. Pronta la risposta di don Alagna agli scettici: «Seguo l’esempio di San Paolo».

mercoledì 15 agosto 2012

Il Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo...


Così dice il Signore:
«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
che pone nella carne il suo sostegno
e il cui cuore si allontana dal Signore.
Egli sarà come un tamerisco nella steppa,
quando viene il Bene non lo vede»
(Ger 15, 5-6)

Non ingannatevi, fratelli miei.
Quelli che corrompono la famiglia “non erediteranno il regno di Dio”.
Se quelli che fanno ciò secondo la carne muoiono, tanto più chi con una dottrina perversa corrompe la fede di Dio per la quale Cristo fu crocifisso!
Egli, divenuto impuro, finirà nel fuoco eterno
e insieme a lui anche chi lo ascolta.
S. Ignazio d’Antiochia
  
 
Regno principalmente spirituale
Che poi questo Regno sia principalmente spirituale e attinente alle cose spirituali, ce lo dimostrano i passi della sacra Bibbia sopra riferiti, e ce lo conferma Gesù Cristo stesso col suo modo di agire.
In varie occasioni, infatti, quando i Giudei e gli stessi Apostoli credevano per errore che il Messia avrebbe reso la libertà al popolo ed avrebbe ripristinato il regno di Israele, egli cercò di togliere e abbattere questa vana attesa e speranza; e così pure quando stava per essere proclamato Re dalla moltitudine che, presa di ammirazione, lo attorniava, Egli rifiutò questo titolo e questo onore, ritirandosi e nascondendosi nella solitudine; finalmente davanti al Preside romano annunciò che il suo Regno "non è di questo mondo".
Questo Regno nei Vangeli viene presentato in tal modo che gli uomini debbano prepararsi ad entrarvi per mezzo della penitenza, e non possano entrarvi se non per la fede e per il Battesimo, il quale benché sia un rito esterno, significa però e produce la rigenerazione interiore. Questo Regno è opposto unicamente al regno di Satana e alla "potestà delle tenebre", e richiede dai suoi sudditi non solo l'animo distaccato dalle ricchezze e dalle cose terrene, la mitezza dei costumi, la fame e sete di giustizia, ma anche che essi rinneghino se stessi e prendano la loro croce. Avendo Cristo come Redentore costituita con il suo sangue la Chiesa, e come Sacerdote offrendo se stesso in perpetuo quale ostia di propiziazione per i peccati degli uomini, chi non vede che la regale dignità di Lui riveste il carattere spirituale dell'uno e dell'altro ufficio? 
 
Regno universale e sociale
D'altra parte sbaglierebbe gravemente chi togliesse a Cristo Uomo il potere su tutte le cose temporali, dato che Egli ha ricevuto dal Padre un diritto assoluto su tutte le cose create, in modo che tutto soggiaccia al suo arbitrio. Tuttavia, finché fu sulla terra si astenne completamente dall'esercitare tale potere, e come una volta disprezzò il possesso e la cura delle cose umane, così permise e permette che i possessori debitamente se ne servano. A questo proposito ben si adattano queste parole: «Non toglie il trono terreno Colui che dona il regno eterno dei cieli». Pertanto il dominio del nostro Redentore abbraccia tutti gli uomini, come affermano queste parole del Nostro Predecessore di immortale memoria  Leone XIII, che Noi qui facciamo Nostre: «L'impero di Cristo non si estende soltanto sui popoli cattolici, o a coloro che, rigenerati nel fonte battesimale, appartengono, a rigore di diritto, alla Chiesa, sebbene le errate opinioni Ce li allontanino o il dissenso li divida dalla carità; ma abbraccia anche quanti sono privi di fede cristiana, di modo che tutto il genere umano è sotto la potestà di Gesù Cristo» .
Né v'è differenza fra gli individui e il consorzio domestico e civile, poiché gli uomini, uniti in società, non sono meno sotto la potestà di Cristo di quello che lo siano gli uomini singoli. È lui solo la fonte della salute privata e pubblica: «Né in alcun altro è salute, né sotto il cielo altro nome è stato dato agli uomini, mediante il quale abbiamo da essere salvati», è lui solo l'autore della prosperità e della vera felicità sia per i singoli sia per gli Stati: «poiché il benessere della società non ha origine diversa da quello dell'uomo, la società non essendo altro che una concorde moltitudine di uomini».
Non rifiutino, dunque, i capi delle nazioni di prestare pubblica testimonianza di riverenza e di obbedienza all'impero di Cristo insieme coi loro popoli, se vogliono, con l'incolumità del loro potere, l'incremento e il progresso della patria. Difatti sono quanto mai adatte e opportune al momento attuale quelle parole che all'inizio del Nostro pontificato Noi scrivemmo circa il venir meno del principio di autorità e del rispetto alla pubblica potestà: «Allontanato, infatti — così lamentavamo — Gesù Cristo dalle leggi e dalla società, l'autorità appare senz'altro come derivata non da Dio ma dagli uomini, in maniera che anche il fondamento della medesima vacilla: tolta la causa prima, non v'è ragione per cui uno debba comandare e l'altro obbedire. Dal che è derivato un generale turbamento della società, la quale non poggia più sui suoi cardini naturali» 
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Insegnamenti di don Francesco Ricossa, superiore dell'Isituto Mater Boni Consilii, sul tentativo della distruzione del Regno Sociale di Nostro signore Gesù Cristo da parte dei nemici della Chiesa e di consacrati corrotti coi poteri luciferi di questo mondo....
Mi sintetizza gli errori più gravi del Concilio?  
 Don Ricossa: "E' un'eresia che la Chiesa di Cristo possa sussistere anche fuori dalla Chiesa cattolica. Che gli eretici siano in comunione imperfetta con la chiesa, che le chiese scismatiche abbiano la successione apostolica. Che esista ancora l'alleanza tra Dio e il popolo ebraico e che si possano salvare senza Cristo... errori dottrinali gravissimi".
I CATTOLICI CONTRO LO STATO MASSONICO -  L'OPERA DEI CONGRESSI 1870 1904

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Don...: "La Fraternità Sacerdotale San Pio X era in pace, adesso è in ebollizione. Perché? Perché il suo Superiore è stato vittima di “illusioni” che gli hanno fatto credere che conducesse una politica “sostenibile” quando invece essa era inaccettabile".

La grazia di stato

di Don… un sacerdote della Fraternità
Fonte: Unavox...


La maggior parte di coloro che hanno creduto di dover difendere la politica di Menzingen, ultimamente hanno utilizzato l'argomento dell’obbedienza al Superiore, a ragione della sua grazia di stato. Di che si tratta? Quanto vale veramente quest’argomento?

Si può non amare l’espressione «grazia di stato», ma non si potrebbe misconoscere la verità che essa esprime, perché è convinzione cristiana che ci siano sempre delle grazie accordate all’uomo per vivere in modo soprannaturale secondo le necessità della sua funzione. Ma secondo il dizionario Littré, sul significato di «grazia di stato», il linguaggio familiare ha conservato solo quello di «illusioni associate ad una condizione e che la rendono sopportabile»: Dio accorderebbe il suo aiuto per permettere all’uomo di cavarsela a buon mercato nelle difficoltà inerenti alla sua professione o alla sua missione.


Il Dictionnaire de Spiritualité, che dedica un articolo interessante a questo argomento, osserva a proposito: «se il senso ne viene caricaturato, la caricatura non è sorta senza motivo».
La recente crisi della Fraternità Sacerdotale San Pio X sta lì ad illustrarla.

La Grazia Di Stato ha per fondamento una duplice origine; una scritturale: i “carismi” di San Paolo, l’altra scolastica: la
gratia gratis data [la grazia data gratis].

In effetti, la Scrittura ci rivela l’esistenza di “carismi”: discorsi di saggezza, potenza di guarigioni, potere di operare miracoli, profezia, discernimento degli spiriti, dono delle lingue, vocazione di ospedaliere, apostolo, evangelista, dottore, pastore, e così via. Il termine è impiegato anche per designare uno stato di vita permanente o una vocazione particolare nello Spirito (matrimonio, celibato).

Il carisma può definirsi come un dono gratuito, soprannaturale, conferito in vista dell’edificazione del Corpo di Cristo. Esso sostiene la fede della Chiesa, perfezionando la conoscenza del messaggio evangelico o incitando ad una più ferma adesione a questo messaggio. I carismi sono dunque destinati ad aiutare i battezzati «affinché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio» (Ef. 4, 13) e così cresciamo nella carità (Cf. Ef. 4, 16).

I carismi di San Paolo sono trattati nella teologia scolastica sotto l’etichetta di “
gratiae gratis datae” [grazie date gratis]. San Bonaventura estende la nozione ad ogni azione divina, richiamo o parola, che stimolano l’anima di un uomo in date circostanze. San Tommaso d’Aquino definisce la “gratia gratis data” come una grazia per cooperare alla salvezza altrui. Ma un po’ la volta l’attenzione dei manuali di teologia si sposta verso l’individuo a cui il dono è fatto e, in relazione al bene altrui, non si menzionerà più esplicitamente la Chiesa.
È in questo contesto che fa la sua comparsa la grazia di stato.

Ne fanno uso alcuni autori mistici, Sant’Ignazio di Loyola, Santa Teresa D’Avila, Bourdalue. Nella predicazione, la grazia di stato diventa allora la grazia che Dio dona a ciascuno per compiere cristianamente il suo dovere di stato.

Il che non è falso, ma si è lontani dal carisma. La grazia di stato è dunque ogni grazia attuale donata da Dio – lume per l’intelligenza e forza per la volontà – per aiutare il cristiano ad assumere in termini soprannaturali le funzioni e le circostanze in cui si trova.

Dopo questi sviluppi il dizionario
Dictionnaire de Spiritualité fa delle osservazioni per evitare l’uso abusivo di questa nozione:
«Occorre guardarsi dal concepire le grazie di stato come delle rivelazioni o delle illuminazioni miracolose, che verrebbero ad insegnare all’uomo ciò che non sa, o come delle forze che si sostituirebbero puramente e semplicemente alla debolezza umana, alle carenze e ai cedimenti. La grazia, in generale, giunge all'uomo seguendo solo le vie naturali. (…) non si contesta che Dio possa, se lo vuole, creare in un soggetto delle attitudini nuove per un dato compito. Tuttavia, come regola ordinaria, noi non dobbiamo contare su questo miracolo. (…)
«È ugualmente erroneo concepire le grazie di stato come dei soccorsi che verrebbero a supplire automaticamente alle insufficienze del temperamento, delle attitudini, della preparazione, come se bastasse essere incaricati di un compito per essere resi capaci di compierlo, dovendo Dio accordarci le grazie di stato compensatrici. La grazia di stato non è garanzia di infallibilità per i superiori, non è acquisizione della scienza per l’ignorante divenuto professore, e così via; essa non è una panacea. (.....)
«Bisogna disporsi verso le grazie di stato come per ogni grazia, meritarle per quanto possibile, attraverso una completa e continua docilità agli inviti dello Spirito Santo. In effetti, sarebbe un’illusione immaginare che Dio accordi le grazie di stato per così dire meccanicamente. Se Dio offre sempre le sue grazie, esse sono ricevute solo in misura delle disposizioni del soggetto.»  (Dictionnaire de Spiritualité)