San Roberto Bellarmino
San Roberto Bellarmino, De Romano Pontefice, Parte 2, 30: "… poiché gli uomini non sono vincolati o capaci di leggere i cuori, tuttavia,
quando essi vedono che un qualcuno è un eretico per mezzo delle sue
opere esterne essi lo giudicano essere un eretico puramente e
semplicemente, condannandolo come tale."
F. Wernz, P. Vidal, 1943: "Tramite l'eresia apertamente rivelata e notoria
il Romano Pontefice, dovesse egli cadere nell'eresia, mediante
quell'esatto fatto sarebbe reputato come privato del potere di
giurisdizione anche prima di alcun giudizio dichiaratorio della Chiesa… "
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Canone 192, Codice di diritto canonico del 1917: "Una persona potrebbe essere privata nolente di o rimossa da un ufficio o per mezzo di un'operazione della legge od un atto del lecito superiore."
Canone 188,4, Codice di diritto canonico del 1917: "Esistono certe cause che influiscono sulla tacita dimissione di un ufficio, la
quale dimissione è accettata in anteprima mediante un'operazione della
legge, essendo dunque effettiva senza alcuna dichiarazione. Queste cause sono… 4) ove l'eretico fosse caduto pubblicamente lontano dalla Fede."
Che cosa è una pubblica recessione dalla Fede Cattolica?
Canone 2197,1, Codice di diritto canonico del 1917: "Un crimine sarebbe pubblico: se
esso fosse già comunemente conosciuto o le circostanze fossero tali da
condurre alla conclusione per cui esso possa facilmente diventarlo… "
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
- Poiché la questione della successione nella Sede di Pietro è alla
base della crisi che sembra senza uscita per il cattolici odierni,
cominciamo per vedere cosa si è fatto per evitare che già nel conclave
per eleggere il successore di Paolo 6º, tutto continuasse con un altro
«papa conciliare». In tal senso abbiamo la lettera di Mgr. Lefebvre a
molti cardinali elettori.
Lettre de Mgr Lefebvre à plusieurs cardinaux
«Eminence Révérendissime,
«A nouveau la Providence vous appelle à rejoindre la salle du
Conclave pour élire le futur successeur de Pierre. La situation de
l’Eglise est telle que seul un Pape tel que saint Pie X peut arrêter
l’autodestruction dont Elle souffre surtout depuis le Concile Vatican
II. Poursuivre les orientations de ce Concile et des Réformes
post-conciliaires, c’est étendre l’apostasie et mener l’Eglise vers sa
ruine. On juge l’arbre à ses fruits, dit Notre Seigneur Lui-même. Or
d’ici peu des diocèses nombreux vont se trouver dans une pénurie
tragique de prêtres.
«La Réforme Liturgique en particulier et celle de la Sainte Messe
spécialement atteint l’Eglise en ce qu’Elle a de plus essentiel et de
plus cher : le Saint Sacrifice de Notre Sauveur, avec son infinie
satisfaction.
«Un Pape digne de ce nom et vrai successeur de Pierre ne peut pas
déclarer qu’Il se donnera à l’application du Concile et de ses Réformes.
Il se met, par le fait même, en rupture avec tous ses prédécesseurs et
avec le Concile de Trente en particulier.
«L’Eglise qui est essentiellement Tradition c’est-à-dire transmission
fidèle du dépôt de la foi de génération en génération ne peut supporter
une rupture comme celle de Vatican II sans s’autodétruire. Cette
rupture n’a été possible que par la pression des groupes progressistes à
l’intérieur d’un Concile «pastoral», d’«aggiornamento».
«Seule la réaffirmation constante de la foi catholique peut être la
source de l’unité. L’autorité du Souverain Pontife ne se justifie qu’à
ce prix. Les circonstances dans lesquelles elle a été conférée à Pierre
le manifestent avec clarté. Comment peut-on utiliser cette Autorité si
vénérable au service d’un oecuménisme qui transforme les catholiques en
protestants, en athées, ou en charismatiques?
«Nous vous supplions, Eminence, d’avoir ces pensées présentes à
l’esprit lorsque vous devrez faire le choix du Successeur de Pierre.
Nous prions l’Esprit Saint de vous donner Lumière et Force pour que le
Règne de Notre Seigneur arrive. Daignez agréer, Eminence Révérendissime…
in Xto et Maria.
NOTE : Le cardinal Karol Wojtyla, archevêque de Cracovie et futur Jean-Paul II, aurait été destinataire de cette lettre.
Inutile voler oggi fare l’analisi dei termini di questa Lettera; ci
basta sapere che una «successione conciliare» era gravemente contestata
da un Vescovo che raccoglieva dubbi e contestazioni di un grande numero
di cattolici fedeli sulla mutazione, sia nella Dottrina, sia nella
Liturgia.
In questo senso, molto era già stato testimoniato e scritto allora,
con parecchie rotture, abbandoni e perfino espulsioni di marchio
«conciliare».
Ci basti quella del dotto Rv. Padre Gesuita messicano Joaquín Saenz y
Arriaga (fondatore della “Union Catolica Trento”). Come dottore in
filosofia e teologia, faceva parte del gruppo che editò il libro
“Complotto contro la Chiesa”, che fu presentato col pseudonimo di
Maurice Pinay alla vigilia del Concilio in diverse lingue. Quando questo
Vaticano 2 seguì la via opposta invertendo le vie della Chiesa e
smontando le sue difese, egli rifiutò da subito tale insegnamento e
scrisse nel 1966: “La nueva Iglesia Montiniana” a cui fanno seguito,
“Cisma o Fé”?, “Escomulgado?” e nel marzo 1973, un documentato e
voluminoso libro dal titolo: “Sede Vacante. Paulo VI no es legittimo
Papa”.
L’autore vi sosteneva, in base alla legge della Chiesa, che Paolo 6º
(Montini) non era Papa legittimo ma antipapa, o perché al momento
dell’elezione non era, per precedente eresia soggetto capace della
carica o perché, eletto, ha perso il pontificato per eresia, approvando
il «Concilio e la nuova messa».
In questo senso la lettera sopra di Mgr Lefebvre già sembra un avviso inutile.
Eppure, essa servì di ammonimento su quanto succederà negli anni seguenti del pontificato di Giovanni Paolo 2º, Karol Wojtyla, di
Cracovia, che era uomo del Vaticano 2. Così, nel 1983, Mgr Marcel
Lefebvre insieme a Monsignor Antonio de Castro Mayer, scrivono a questo
«papa» quanto segue sotto in un riassunto della storia di tali
documenti, tradotti in italiano.
«Lettera aperta al Papa – Manifesto Episcopale» (21 novembre 1983)
Nel novembre 1983, Mons. Lefebvre e Mons. Castro-Mayer inviarono a
Giovanni Paolo una Lettera aperta con un dettagliato Manifesto
Episcopale:
“La situazione della Chiesa, da venti anni, è tale che essa appare
come una città occupata. Migliaia di sacerdoti e milioni di fedeli
vivono nell’angoscia e nella perplessità a motivo della “autodemolizione
della Chiesa” Gli errori contenuti nei documenti del Vaticano II, le
riforme postconciliari, e particolarmente la Riforma liturgica, le false
concezioni diffuse da documenti ufficiali, gli abusi di potere compiuti
dalla gerarchia, li gettano nel turbamento e nel disagio. […] Tacere in
queste circostanze significherebbe farsi complici di queste cattive
opere (cfr. 2Gv 11) […] È con i sentimenti di S. Paolo di fronte a S.
Pietro, allorché gli rimproverava di non seguire la “verità del Vangelo”
(Gl 2, 11-14), che noi ci rivolgiamo a Voi”.