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domenica 30 aprile 2017

"Uscite da essa, o popolo mio, affinché non vi associate ai suoi stessi peccati e non siate colpiti dai suoi stessi flagelli. Ché sono giunti fino al cielo i peccati di lei; si è ricordato Dio delle sue iniquità".

NEL SUO 1º «MAESTRO» ROMANO SI SVELÒ LA «GESTA DELL’ANTICRISTO BABILONICO»!

Ivo Marsaudon, il suddetto frammassone Francese ed autore, sostenne anche che Angelo Roncalli, Antipapa Giovanni XXIII, divenne un massone di trentatreesimo grado durante la sua esperienza in Francia come nunzio. Maria Ball Martinez scrisse che, dalle loro postazioni, le guardie repubblicane Francesi notarono "il nunzio, Roncalli, lasciare la sua residenza in abiti civili per frequentare gli incontri serali del Giovedì della loggia massonica del Grande Oriente di Francia. Mentre un tale drammatico conflitto di lealtà snerverebbe qualunque uomo medio, sia egli un Cattolico od un frammassone, Angelo Roncalli sembra avere addomesticato la questione." 

[12] Maria Ball Martinez, Il minare la Chiesa Cattolica [The undermining of the Catholic Church], 1999, Hillmac, Messico, pagina 117.

L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele

Qualcuno mi dirà, ma con tanti gravi problemi vissuti oggi, devi sempre tornare a parlare del chierico mediocre ed equivoco Roncalli divenuto «papa santo»? Sì, lo devo, perché dalla prima menzogna nel massonica nel Luogo Santo deriva necessariamente tutta la confusione morale nel mondo, fino al dominio della «grande meretrice assisa su acque copiose destinata a perdizione»!
Il fatto è che tutti i problemi umani e sociali sono derivati da guai di segno religioso e soprattutto se riguardano la Chiesa di Dio e la rappresentanza della Sua Autorità in terra; essa è ordinata al bene del’uomo, se manca o peggio, se è alterata, allora il male e la menzogna si diffondono ovunque, senza la voce di un giudice moralmente superiore che le possa frenare; peggio, con la presenza di voci d’apparenza papale o superiore essi sono accelerati. Vedi Bergoglio e i birilli europei nel caso delle migrazioni forzate e molto altro che rovina l’Europa e il mondo!
Allora riprendo proprio dall’inizio: dalla banda dei quattro modernisti a Roma
Nel suo libro «I quattro del Gesù. Storia di una eresia», Giulio Andreotti racconta la saga di un gruppo di seminaristi, di cui è sorto uno che fu lo strumento per l’introduzione dell’eresia nella Sede Romana.
Ecco i nomi di tali deviati, di cui uno fu capace di realizzare tale sortilegio: Angelo Roncalli, Giulio Belvederi, zio della moglie di Andreotti, Alfonso Manaresi ed Ernesto Buonaiuti erano quattro seminaristi, stretti da amicizia e dalla comune visione religiosa modernistica.
Gli ultimi due hanno portato le loro idee eretiche così avanti da essere censurati e scomunicati (Manaresi e il Buonaiuti). Belvederi e Roncalli furono invece salvati dai loro protettori, nel caso di quest’ultimo dall’allora vescovo di Bergamo Giacomo Radini Tedeschi, in odore di modernismo. Un altro compagno di Roncalli a Bergamo fu Nicola Turchi, che tradusse in italiano lo storico Duchesne, anch’esso censurato.
Negli anni precedenti l’evento di Fatima, si diffondeva nei seminari cattolici la turpe deviazione modernistica, giustamente condannata dal Papa San Pio X. La sua natura eterodossa derivava dall’eresia consistente nel separare la Religione dalla Storia, che equivale pure a separare la Fede dalla vita civile e dal destino dell’uomo.
Un suo vettore futuro sarebbe il professor Roncalli, futuro Giovanni 23, quello che avrebbe archiviato nel 1959 la terza parte del Segreto della Madonna di Fatima come inopportuna; attitudine ostile allo spirito cristiano, che ritiene prezioso ogni segno celeste e molto grave la responsabilità di testimoniarlo appena esso è riconosciuto dalla Chiesa come un nuovo divino intervento nella storia della vita umana in terra.

Tali segni illuminarono la storia della Chiesa di Dio, fin dalla sua origine, aiutando a identificarla correttamente; confortando e sostenendo i fedeli nelle prove che essa sempre attraversò, Sì . Il cristiano legge la storia dell’umanità alla luce di Gesù Cristo, sua ragione e guida; ricordandosi innanzitutto che il mondo fu creato per essere l’impero dell’Uomo-Dio e della sua Chiesa, la cui missione è salvare gli uomini attraverso il culto del Bene, del Vero, del Bello – in Dio Uno e Trino.
Poiché la fede in Dio e l’amore per i Suoi disegni avveratisi nella storia sono intimamente legati, si sa che la visione storica modernista, per cui la religione va asservita alla mentalità e ai bisogni sociali ei tempi, come accusato nella «Pascendi», spegne il soprannaturale della Storia, e così anche la fede, facendo dimenticare il fine della vita dell’essere umano. È il tentatico di escludere Dio dalla Storia umana!
Poiché tutto ciò riguarda Roncalli, di cui è possibile dimostrare che era pervaso da una mentalità modernista, che da nunzio e patriarca non nascondeva e nemmeno più la sua vicinanza alla Massoneria, la conclusione è ovvia: l’apparato clericale del tempo di Pio XII era composto in buona parte da modernisti camuffati o da chierici ciechi di fronte ai veri pericoli.

domenica 16 aprile 2017

DOMÍNICA RESURRECTIÓNIS " Santa Messa "Non Una Cum" gli apostati idioti vaticanosecondisti...

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EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Corínthios, I, 5, 7-8 
 
Fratres: Expurgáte vetus ferméntum ut sitis nova conspérsio, sicut estis ázymi. Étenim Pascha nostrum immolátus est Christus. Ítaque epulémur: non in ferménto véteri, neque in ferménto malítiæ, et nequítiæ: sed in ázymis sinceritátis et veritátis.
M. - Deo grátias.
 
 
Fratelli, togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!
Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità.
M. - Deo grátias. 

"Il grido lacerante dell’Uomo-Dio attraversa le tenebre della storia dell’uomo decaduto; è l’ora culminante dell’agonia in cui Gesù Cristo assume tutti i peccati che devastano l’anima umana".

LA DIVINA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele

Quando si medita sulla somma violenza e intensità dei dolori sofferti dal Signore nella Sua Passione, dall’Agonia nell’Orto di Getsemani alla Morte, si capisce che solo l’Amore divino poteva sopportarli con quelle santissime parole.
E come non meditarla sempre, specialmente ora che conosciamo particolari medici di quelle laceranti sofferenze fisiche, che ci hanno aperto le porte della salvezza?
Per avvicinarle, cominciamo dalle ricerche mediche del chirurgo e medico legista francese Pierre Barbet, per cui «si poteva ormai essere certi che la morte di Gesù in croce era avvenuta per contrazione tetanica di tutti i muscoli e per asfissia… Io sono soprattutto un chirurgo; ho insegnato a lungo. Per 13 anni sono vissuto in compagnia di cadaveri; durante la mia carriera ho studiato a fondo l’anatomia. Posso dunque scrivere senza presunzione».
«Gesù entrato in agonia nell’orto del Getsemani – scrive l’evangelista Luca – pregava più intensamente. E diede in un sudore come di gocce di sangue che cadevano fino a terra». Il solo evangelista che riporta il fatto è un medico, Luca. E lo fa con la precisione di un clinico. Il sudar sangue, o ematoidròsi, è un fenomeno rarissimo. Si produce in condizioni eccezionali: a provocarlo ci vuole una spossatezza fisica, accompagnata da una scossa morale violenta, causata da una profonda emozione, da una grande paura. Il terrore, l’angoscia terribile di sentirsi carico di tutti i peccati degli uomini devono aver schiac­ciato Gesù. Questa tensione estrema produce la rottura delle finis­sime vene capillari che stanno sotto le ghiandole sudori­pare… 


 Il sangue si mescola al sudore e si raccoglie sulla pelle; poi cola per tutto il corpo fino a terra… E Gesù s’è sentito abbandonato perfino dagli apostoli addormentati, e sa che sarà tradito da Giuda.

venerdì 14 aprile 2017

In Passione et Morte Dómini "Non Una Cum" gli apostati asini Vaticanosecondisti...

 Una volta suonata la nostra ultima ora,
cessati i battiti del nostro cuore, tutto sarà finito per noi,
ed il tempo di meritare e quello pure di demeritare.
Tali e quali la morte ci troverà,
ci presenteremo a Cristo giudice.
I nostri gridi di supplica, le nostre lacrime,
i nostri sospiri di pentimento,
che ancora sulla terra ci avrebbero guadagnato il cuore di Dio,
avrebbero potuto di noi fare,
con l'aiuto dei sacramenti, da peccatori dei santi,
oggi più a nulla valgono;
il tempo della misericordia è trascorso,
ora incomincia il tempo della giustizia.

San Pio da Pietrelcina
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