...Ringrazio
il Cardinale Angelo Bagnasco per le cordiali parole con cui mi ha
accolto, facendosi interprete dei vostri sentimenti: a Lei, Eminenza,
rivolgo i migliori auguri per la riconferma alla guida della Conferenza
Episcopale Italiana.
L’affetto collegiale che vi anima nutra sempre più la vostra collaborazione a servizio della comunione ecclesiale e del bene comune della Nazione italiana, nell’interlocuzione fruttuosa con le sue istituzioni civili. In questo nuovo quinquennio proseguite insieme il rinnovamento ecclesiale che ci è stato affidato dal Concilio Ecumenico Vaticano II; il 50° anniversario del suo inizio, che celebreremo in autunno, sia motivo per approfondirne i testi, condizione di una recezione dinamica e fedele.
«Quel che più di tutto interessa il Concilio è che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace», affermava il Beato Giovanni XXIII nel discorso d’apertura.
Egli impegnava i Padri ad approfondire e a presentare tale perenne dottrina in continuità con la tradizione millenaria della Chiesa, «trasmettere pura ed integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti», ma in modo nuovo, «secondo quanto è richiesto dai nostri tempi». (Discorso di solenne apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962).
Con tale chiave di lettura e di applicazione, nell’ottica non certo di un’inaccettabile ermeneutica della discontinuità e della rottura, ma di un’ermeneutica della continuità e della riforma, ascoltare il Concilio e farne nostre le autorevoli indicazioni, costituisce la strada per individuare le modalità con cui la Chiesa può offrire una risposta significativa alle grandi trasformazioni sociali e culturali del nostro tempo, che hanno conseguenze visibili anche sulla dimensione religiosa.
L’affetto collegiale che vi anima nutra sempre più la vostra collaborazione a servizio della comunione ecclesiale e del bene comune della Nazione italiana, nell’interlocuzione fruttuosa con le sue istituzioni civili. In questo nuovo quinquennio proseguite insieme il rinnovamento ecclesiale che ci è stato affidato dal Concilio Ecumenico Vaticano II; il 50° anniversario del suo inizio, che celebreremo in autunno, sia motivo per approfondirne i testi, condizione di una recezione dinamica e fedele.
«Quel che più di tutto interessa il Concilio è che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace», affermava il Beato Giovanni XXIII nel discorso d’apertura.
Egli impegnava i Padri ad approfondire e a presentare tale perenne dottrina in continuità con la tradizione millenaria della Chiesa, «trasmettere pura ed integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti», ma in modo nuovo, «secondo quanto è richiesto dai nostri tempi». (Discorso di solenne apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962).
Con tale chiave di lettura e di applicazione, nell’ottica non certo di un’inaccettabile ermeneutica della discontinuità e della rottura, ma di un’ermeneutica della continuità e della riforma, ascoltare il Concilio e farne nostre le autorevoli indicazioni, costituisce la strada per individuare le modalità con cui la Chiesa può offrire una risposta significativa alle grandi trasformazioni sociali e culturali del nostro tempo, che hanno conseguenze visibili anche sulla dimensione religiosa.
....Vorrei
qui ricordare come, in occasione della prima visita da Pontefice nella
sua terra natale, il beato Giovanni Paolo II visitò un quartiere
industriale di Cracovia concepito come una sorta di «città senza Dio».
Solo l’ostinazione degli operai aveva portato a erigervi prima una
croce, poi una chiesa. In quei segni, il Papa riconobbe l’inizio di
quella che egli, per la prima volta, definì «nuova evangelizzazione»,
spiegando che «l’evangelizzazione del nuovo millennio deve riferirsi
alla dottrina del Concilio Vaticano II. (capito bene a che cosa serve la cosidetta "Nuova Evangelizzazione"? Ad indottrinare le genti con le innovazioni moderniste del Conciliabolo.) Deve essere, come insegna
questo Concilio, opera comune dei Vescovi, dei sacerdoti, dei religiosi
e dei laici, opera dei genitori e dei giovani». E concluse: «Avete
costruito la chiesa; edificate la vostra vita col Vangelo!» (Omelia nel
Santuario della Santa Croce, Mogila, 9 giugno 1979).
-----------------------------------
Questo è lo snodo: o si accetta il diabolico Conciliabolo o lo si rifiuta, ebbene noi lo rifiutiamo come torta avvelenata seguendo ciò che insegnò Monsignor Lefebvre su di esso. Questo Pontefice, come anche gli altri post Conciliabolo, difendono questa torta avvelenata spacciandola come un qualche cosa di succulento e innovativo, facendo finta che la gente non ragioni e che gli innumerevoli frutti avvelenati non siano sotto i nostri occhi. Chissà se i tiepidi della Fraternità hanno letto questo odierno discorso, che fà comprendere che questi modernisti non hanno nessuna intenzione di tornare indietro nel proporre il Conciliabolo Vaticano II come "un dono di Dio" ai nostri tempi... Coraggio, la lotta per la fede continua.
INTERVISTA PROIBITA A MONSIGNOR LEFEBVRE...
...Ma come i vescovi [di prima] obbedirono ai papi dei loro tempi, lei non dovrebbe obbedire al papa di oggi?
I vescovi non devono obbedire agli
ordini umanisti che contraddicono la Fede cattolica e la dottrina
stabilita da Gesù Cristo e da tutti i vari papi nel corso dei secoli.
Allora ha deliberatamente scelto di disobbedire all’attuale Papa?
È stato un esame di coscienza e una
scelta dolorosa, perché gli eventi hanno veramente portato alla scelta
di disobbedire piuttosto che obbedire. Sto facendo questa scelta senza
dubbio o esitazione. Ho scelto di disubbidire al Papa attuale per poter
essere in comunione con 262 papi [precedenti]. La sua indipendenza è
stata attribuita da molti ad una tradizione gallicana. (n.d.r. Il
Gallicanesimo era un movimento francese di resistenza all’autorità
papale. Vi erano due aspetti del Gallicanesimo, regale ed ecclesiastico.
Il primo affermava i diritti del Monarca francese sulla Chiesa
cattolica francese; il secondo affermava i diritti dei concili generali
sul papa. Ambedue furono condannati come eresie dal primo Concilio
Vaticano, nel 1870). Al contrario, io sono completamente romano e niente
affatto gallicano. Sono per il papa come successore di San Pietro a
Roma. Tutti noi chiediamo che il Papa sia, infatti, il successore di S.
Pietro, non il successore di J. J. Rousseau, dei Massoni, degli
umanisti, dei modernisti e dei liberali.
Dal momento che lei ha detto che queste
idee sono state ampiamente diffuse e accettate in tutto il mondo, anche
all'interno della Chiesa, non crede di caricarsi di un fardello troppo
pesante? Come pensa la Fraternità San Pio X di contrastare un andamento
del genere che sembra schiacciante?
Confido nel Nostro Dio il Salvatore. I
preti della Fraternità San Pio X hanno fiducia in Nostro Signore e non
ho dubbi che Dio abbia ispirato tutti noi. Tutti coloro che lottano per
la vera Fede hanno il pieno sostegno di Dio. Naturalmente, rispetto al
“Golia” liberale, noi siamo un ben piccolo “Davide”. Io potrei morire
domani, ma Dio sta permettendomi di vivere un poco più a lungo,
permettendomi di aiutare gli altri nella lotta per la vera Fede. È già
accaduto nella Chiesa. I veri cattolici hanno dovuto adoperarsi per la
sopravvivenza della Fede, pena l’obbrobrio generale e la persecuzione di
coloro che fingevano di essere cattolici. È il misero prezzo da pagare
per essere dalla parte di Gesù Cristo.
Quando è accaduto ciò?
E’ successo con il primo Papa! San
Pietro stava conducendo i fedeli in errore con il suo cattivo esempio di
seguire le prescrizioni mosaiche. San Paolo rifiutò di obbedire a
questo errore e si oppose a lui. San Paolo fu umilmente ascoltato, e San
Pietro tornò sui suoi passi. (Galati II). Nel quarto secolo, S.
Atanasio si rifiutò di obbedire agli ordini di Papa Liberio. A quel
tempo, la Chiesa era stata infettata dalle idee dell'eresia ariana e il
papa era stato spinto ad abbracciarle. S. Atanasio si mise alla testa
dell’opposizione a questa deviazione della dottrina della Chiesa. Egli
fu attaccato spietatamente dalla gerarchia. Fu sospeso. Quando si
rifiutò di sottomettersi, fu scomunicato. Infine l'opposizione
all'eresia montò di colpo, e alla morte di Papa Liberio, un nuovo papa
occupò il posto di S. Pietro. Egli riconobbe che la Chiesa era in debito
con S. Atanasio. La scomunica fu revocata e il santo fu riconosciuto
come un salvatore della Chiesa e venne canonizzato. Nel settimo secolo,
Papa Onorio favorì l'eresia monotelita, con la proposizione che Gesù
Cristo non possedeva una volontà umana e di conseguenza non era vero
uomo. Molti cattolici che conoscevano la dottrina della Chiesa
rifiutarono di accettare ciò e fecero tutto il possibile per fermare la
diffusione di questa eresia. Il Concilio di Costantinopoli condannò
Onorio nel 681 e lo anatemizzò. Vi sono molti altri esempi di questo
tipo, in cui i veri cattolici si opposero fermamente contro un’apparente
maggioranza schiacciante, pur di non distruggere o cambiare la Chiesa,
ma per mantenere la vera Fede. Io non tengo in considerazione la
disparità schiacciante. Uno degli obiettivi principali della nostra
Fraternità è quello di ordinare sacerdoti, veri sacerdoti, in modo che
il Sacrificio della Messa continui; in modo che la Fede cattolica
continui. Naturalmente alcuni vescovi ci attaccano e ci criticano.
Alcuni tentano di contrastare la nostra missione. Ma tutto questo è solo
temporaneo, perché quando tutti i loro seminari saranno vuoti, (già ora
sono quasi vuoti), cosa faranno i vescovi? Allora non ci saranno più
sacerdoti....
Come si può essere fedeli alla Chiesa e disubbidienti al Papa?
Si deve capire il significato
dell'obbedienza e si deve distinguere tra l'obbedienza cieca e la virtù
dell'obbedienza. L'obbedienza indiscriminata è in realtà un peccato
contro la virtù dell'obbedienza. Quindi noi disubbidiamo al fine di
praticare la virtù dell'obbedienza, piuttosto che sottometterci a
comandi illeciti contrari agli insegnamenti morali cattolici; tutto ciò
che ciascuno deve fare è consultare qualsiasi libro di teologia
cattolica per comprendere che noi non stiamo peccando contro la virtù
dell'obbedienza....
Rimandare la Condanna ? 30 ottobre 2010...
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
In seguito a diversi recenti numeri di Commenti Eleison che sottolineano l'importanza della dottrina (CE 162, 165, 166, 167, 169), un lettore chiede se forse non sarebbe più saggio rimandare la condanna del Vaticano II, posto che né gli officiali romani della Chiesa, né i cattolici in generale sono pronti ad accettare che il Concilio sia dottrinalmente così cattivo come sostenuto dalla Fraternità San Pio X, a seguito di Mons. Lefebvre.
In realtà, esso è ancora peggio.
Nei documenti del Vaticano II, il problema dottrinale non sta principalmente nel fatto che sono apertamente e chiaramente eretici. In effetti, la loro “lettera”, che contrasta col loro “spirito”, può sembrare cattolica, al punto che l'Arcivescovo Lefebvre, che prese parte direttamente a tutte e quattro le sessioni del Concilio, li firmò tutti, tranne gli ultimi due, i peggiori, “Gaudium et Spes” e “Dignitatis Humanae”. Eppure, questa “lettera” è sottilmente contaminata dallo “spirito” della nuovissima religione centrata sull'uomo, per la quale propendevano i Padri conciliari, e che da allora sta corrompendo la Chiesa.
Se l'Arcivescovo Lefebvre potesse oggi votare di nuovo questi 16 documenti, ci si chiede se con la saggezza dell'esperienza ne voterebbe anche uno solo di essi.
Ora, questi documenti sono ambigui perché seppure in gran parte sono interpretabili esteriormente come cattolici, all'interno sono avvelenati dal modernismo, che è la più perniciosa di tutte le eresie della Chiesa, come dice San Pio X nella "Pascendi”. E allora, quando per esempio i cattolici “conservatori”, per “fedeltà” alla Chiesa, li difendono, cos'è che conservano esattamente?
Il veleno e la sua capacità di continuare a corrompere la Fede cattolica di milioni di anime, alle quali perciò si spiana la strada della dannazione eterna !
Tutto questo mi fa venire in mente un convoglio alleato che durante la II Guerra Mondiale attraversava l'Atlantico con rifornimenti vitali per gli Alleati. Un sottomarino nemico riuscì ad emergere nel bel mezzo del perimetro difensivo delle navi, così che poté facilmente silurarne una dopo l'altra, visto che i cacciatorpediniere alleati battevano il perimetro esterno alla ricerca dei sommergibili, mai potendo immaginare di poterseli ritrovare al loro interno!
Il Diavolo è nel bel mezzo dei documenti del Vaticano II e sta silurando la salvezza eterna di milioni di anime, camuffato com'è in questi documenti.
Ora immaginiamo un marinaio dalla vista acuta che, trovandosi in uno dei mercantili del convoglio, si accorge della debole scia lasciata dalla presa d'aria del sommergibile. Egli grida, “Il sommergibile è dentro!”, ma nessuno lo prende sul serio.
Deve aspettare tacere, o deve gridare “Allarmi!”, e continuare a gridare fino a che il capitano non si accorga anche lui del pericolo mortale?
In seguito a diversi recenti numeri di Commenti Eleison che sottolineano l'importanza della dottrina (CE 162, 165, 166, 167, 169), un lettore chiede se forse non sarebbe più saggio rimandare la condanna del Vaticano II, posto che né gli officiali romani della Chiesa, né i cattolici in generale sono pronti ad accettare che il Concilio sia dottrinalmente così cattivo come sostenuto dalla Fraternità San Pio X, a seguito di Mons. Lefebvre.
In realtà, esso è ancora peggio.
Nei documenti del Vaticano II, il problema dottrinale non sta principalmente nel fatto che sono apertamente e chiaramente eretici. In effetti, la loro “lettera”, che contrasta col loro “spirito”, può sembrare cattolica, al punto che l'Arcivescovo Lefebvre, che prese parte direttamente a tutte e quattro le sessioni del Concilio, li firmò tutti, tranne gli ultimi due, i peggiori, “Gaudium et Spes” e “Dignitatis Humanae”. Eppure, questa “lettera” è sottilmente contaminata dallo “spirito” della nuovissima religione centrata sull'uomo, per la quale propendevano i Padri conciliari, e che da allora sta corrompendo la Chiesa.
Se l'Arcivescovo Lefebvre potesse oggi votare di nuovo questi 16 documenti, ci si chiede se con la saggezza dell'esperienza ne voterebbe anche uno solo di essi.
Ora, questi documenti sono ambigui perché seppure in gran parte sono interpretabili esteriormente come cattolici, all'interno sono avvelenati dal modernismo, che è la più perniciosa di tutte le eresie della Chiesa, come dice San Pio X nella "Pascendi”. E allora, quando per esempio i cattolici “conservatori”, per “fedeltà” alla Chiesa, li difendono, cos'è che conservano esattamente?
Il veleno e la sua capacità di continuare a corrompere la Fede cattolica di milioni di anime, alle quali perciò si spiana la strada della dannazione eterna !
Tutto questo mi fa venire in mente un convoglio alleato che durante la II Guerra Mondiale attraversava l'Atlantico con rifornimenti vitali per gli Alleati. Un sottomarino nemico riuscì ad emergere nel bel mezzo del perimetro difensivo delle navi, così che poté facilmente silurarne una dopo l'altra, visto che i cacciatorpediniere alleati battevano il perimetro esterno alla ricerca dei sommergibili, mai potendo immaginare di poterseli ritrovare al loro interno!
Il Diavolo è nel bel mezzo dei documenti del Vaticano II e sta silurando la salvezza eterna di milioni di anime, camuffato com'è in questi documenti.
Ora immaginiamo un marinaio dalla vista acuta che, trovandosi in uno dei mercantili del convoglio, si accorge della debole scia lasciata dalla presa d'aria del sommergibile. Egli grida, “Il sommergibile è dentro!”, ma nessuno lo prende sul serio.
Deve aspettare tacere, o deve gridare “Allarmi!”, e continuare a gridare fino a che il capitano non si accorga anche lui del pericolo mortale?
La Fraternità San Pio X deve gridare sul Vaticano II, e continuare a gridare, senza posa, perché milioni di anime sono in un incessante pericolo mortale.
Per comprendere questo pericolo la cui teoria è certamente difficile da cogliere, si legga, o si traduca nella propria lingua, il fondato libro sui documenti del Vaticano II del Padre Alvaro Calderon “Prometeo: la religion del hombre”.
Kyrie eleison.
Londra, Inghilterra
Che sgomento!se realmente ci fosse la cosi' detta ermeneutica della continuita'si dovrebbe dire: "dottrina della Santa Chiesa Cattolica"e non (sic!) dottrina del concilio vaticano secondo.....! C'è qualcosa che non va... ma coraggio la lotta per la Fede continua.
RispondiEliminaE' esattamente quello che ho pensato anch'io.
Elimina"l’evangelizzazione del nuovo millennio deve riferirsi alla dottrina del Concilio Vaticano II"...più ermeneutica della rottura dii così...si muore!
... E bravo Badoglio xvi...
RispondiEliminaUn grazie di cuore a tutti e due, cari Annarita e Gianluca, per far sentire la voce della Verità - l'unica Verità! Non stancatevi e continuate a difenderla e a diffonderla per il bene della Santa Madre Chiesa. E che Maria Santissima ci salvi!
RispondiEliminaGrazie per l'incoraggiamento...
EliminaTutto a maggior gloria di Dio.
maledetto l'uomo che confida nell'uomo......continuate pure la scrittura la conoscete bene,siete dei tralicci umani legati gli uni agli altri, per il semplice desiderio di ergervi a maestri e profeti di un mistero grande che il dono della fede di Cristo stesso e la sua chiesa ieri ,oggi e sempre,ma chi sei tu uomo da disputare con dio?dice bene il Signore,le mie vie non sono le vostre vie i miei pensieri non sono i vostri pensieri............e state ancora ad incensarvi gli uni con gli altri compresa la Confraternità,sietew cosi piu Cristiani degli altri?bene piegate le ginocchia in silenzio e pregate per i vostri nemici,la verità la conosciete solo voi?bene portatela agli altri con Spirito di umiltà e carità nella pace e unità se e cosi IL Signore confermerà, no nella divisione e giudizio segni evidenti dell presenza di Satana padre della menzogna, accusatore, divisore,omicida fin dal principio,bugiardo, calunniatore.
EliminaCaro chiacchierone NEOCATECUMENALE ...
Eliminaringraziare delle sorelle per le loro buone parole non è un confidare nell'uomo, né ergersi a maestri e profeti, a quello ci pensa già da quarant'anni il tuo Kapo eretico, che si considera il salvatore della Chiesa cattolica, la quale senza di lui - afferma - sarebbe già finita!(E con lui finirà ancora più presto.)
Quindi sei pregato di andare a portare il tuo veleno ed i tuoi giudizi temerari da un'altra parte, dove certe persone hanno la follia di rimettersi ai tuoi giudizi sulla loro vita, lasciandosi rovinare l'esistenza e la vita di fede dai tuoi giudizi sommari e balordi. Non è che la verità "la conosciamo solo noi", è che noi ci atteniamo agli insegnamenti millenari della Chiesa (sarà la millesima volta che lo diciamo!), che sono una via sicura, a differenza dei modernisti come te, che seguono la neo-chiesa conciliare fondata sul "nulla" rivoluzionario che imperversa da conquant'anni a questa parte.
Hai perso un'occasione per tacere, ed evitare la solita figuraccia...
Non ho finito di leggere il discorso del Santo Padre, la pompa potrebbe cedere di schianto, ma devo con sconcerto notare che nel suo discorso che parla ancora della continuità nella riforma oltre a tanti temi che si potrebbero trovare si cita solo il concilio Vaticano II, GXIII,PVI e GPII.
RispondiEliminaSiamo di fronte ad una Chiesa diversa da quella precedente che viene completamente tralasciata, come se non fosse mai esistita e il Santo Padre con queste parole conferma implicitamente egli stesso la ROTTURA!
E' incredibile la Chiesa per lui iniziz col concilio V.II ma allora con quale altra chiesa dovrebbe essere in continuità?
"La sapienza è conoscenza di cause" (Metafisica -Aristotele)
CVCRCI
Beh, secondo il teologo di Tubinga, fatto papa, il concilio vatII rappresenta la sintesi più eccelsa di ogni pensiero cattolico.
RispondiEliminaE questo potrebbe anche essere un'interpretazione bislacca, ma è una semplice idea...
Ma che il teologo di Tubinga mi venga a raccontare, come ha detto a mons.Lefebvre a suo tempo,e ripetuto, poi, spesso, che sia la sintesi anche dei concilii precedenti,PROPRIO NON LA SI PUO' BERE!
Questo è il succo della sua ideologia modernista che gli ha fatto dire più volte che l'interpretazione dogmatica e dottrinale (credo di non sbagliarmi a sintetizzare i suoi discorsi)va adattata ai tempi.
Ovvio che, per lui, il tempo suo e l'ascesa al soglio pontificio- conferma delle sue capacità teological/politiche - sono la dimostrazione della giustezza delle sue idee.
Un papa che, dopo 2000 anni di Vangelo analizzato e asseverato da decine di Padri della Chiesa e da fior di papi, si permette di scrivere in "Gesù di Nazaret" che va rivista l'acrimonia degli evangelisti contro il popolo ebraico e che va reinterpretata alla luce delle conoscenze odierne,poichè ideologia antiebraica, MERITEREBBE UNA DESTITUZIONE IMMEDIATA A FUROR DI POPOLO ! non dico "come" per non incorrere in commenti scandalizzati sul mio modo di parlare...
Semplicemente poichè questa malsana idea, ben espressa da Ratzinger, è solo la punta d'iceberg di una cascata di idee consequenziali che fanno mettere in dubbio tante altre affermazioni evangeliche.
Non per niente personaggi come Martini & c. definiscono la resurrezione come una rappresentazione ideale. ma Martini si è spinto troppo in là e fin troppo presto per l'astuto Ratzinger, quindi va rigettato e tenuto lontano..
Ma evidentemente il popolo cattolico è addormentato non poco se sopporta tali eresie e frasi frutto di discriminazione ideologica inaccettabile da un cosiddetto papa.
Forse è proprio stata un'elezione "democratica"da parte di cardinali ormai imbevuti di modernismo spinto e luteranesimo:hanno eletto il loro degno rappresentante,non il Vicario, alla faccia dello Spirito Santo che ha soffiato invano su di loro poichè fortemente respinto, poichè non framassone.
Caro Mardunolbo,
RispondiEliminaa volte mi sorprendo ad accarezzare l'idea che un giorno futuro il popolo cristiano, risvegliatosi bruscamente dal sonno, farà fare agli ultimi 5 papi (e speriamo che ne bastino 5) la fine ingloriosa di Papa Formoso.
Solo per giustizia, naturalmente.
Ehh,Michele, è tutta una gran tristezza!
EliminaSi arrivasse anche a questa tragedia ripescando fuori i corpi, non si sarebbero comunque salvati i milioni di cattolici che seguono pavidamente e supinamente le eresie conciliari senza chiedersi nulla sulle stranezze postconciliari.
Quando la fede è passiva e comoda,senza porsi domande, la via è in discesa....
Beh, Michele del commento del 25 maggio 11:40, io direi 4 papi, chè Giovanni Paolo I non ha onestamente regnato abbastanza perchè lo si possa giudicare come Papa. In dubbio pro reo...
EliminaTommaso Pellegrino - Torino
Giovanni Paolo I....
Eliminainteressante nome...che racchiude in sé i nomi dei due papi artefici della chiesa conciliare: colui che aprì il concilio e colui che lo chiuse. Si sa che Carol Wojtyla, quando venne eletto Papa, desiderava prendere il nome di "Stanislao I" (Santo protettore della Polonia), ma "gli fu imposto" il nome di Giovanni Paolo II.
Che non sia stato imposto anche al predecessore?...
E perchè non sarebbe stato imposto anche a Ratzinger?
EliminaTommaso Pellegrino - Torino
Questo bisognerebbe chiederlo agli..."impositori".
EliminaChe i Cristiani del periodo di Papa Formoso siano stati piu' coraggiosi e e forse piu' credenti in Dio, di coloro che oggi si dichiarano cattolici? A Voi l'ardua sentenza.
RispondiEliminaOggi non e' solo una persona che va' buttata a mare e' l'intero blocco del conciliabolo. Ma per far questo deve insorgere l'intera comunita' cristiana cattolica apostolica romana, che dopo 50 anni e' ridotta agli spiccioli. Ora la Chiesa Una e Santa puo' essere invertita e salvata solo da Dio, e se Lui lo vuole ancora.
RispondiEliminaCon riferimento al commento "La Fraternita' deve gridare ecc." come fa' la Fraternita' stessa, a pensare di stare unita, dopo l'accordo, (se accordo ci sara') al blocco di tutti i seguaci del conciliabilo? che Dottrina predichera' la FSSPX? e quale dottrina (ecumenica) invece i seguaci del conciliabolo? come fara' a stare insieme il diavolo e l'acqua santa? Mi pongo molte domande, ma non so' darmi alcuna risposta. E vera solo una cosa, Dio puo' tutto, speriamo che la Sua Divinita' risolva questo problema.
RispondiEliminaDue sono le risposte (almeno umanamente parlando):
RispondiElimina1) La fraternità alla fine rifiuterà, uscendo da una guerra interna che la proverà molto ma uscendone rafforzata. A quel punto inizierà una seria riflessione sulla legittimità di tutta la gerarchia conciliare, riflessione che ora è sempre stata un poco accantonata, e si finirà per non riconoscere più nella Chiesa conciliare gli elementi di ecclesialità.
2) La fraternità accetterà ma dovrà accomodarsi pian piano con fughe interne. Alla lunga ne uscirà fuori un risultato né carne né pesce come la fraternità san Pietro.
Non vedo altre soluzioni.
Paradosi
Quoto Paradosi
RispondiEliminaIo spero che ci si fermi sulla prima risposta di Paradosi - la FSSPX alla fine rifiutera'. A quel punto iniziera' una serie di riflessioni sulla legittimita' di tutta la gerarchia conciliare, e si finira' per non riconoscere piu' nella Chiesa del conciliabolo V.II gli elementi di ecclesialita'. - A questo punto non essendoci piu' la Chiesa visibile, Benedetto XVI, chi e'? chi rappresenta sulla terra? Vien fuori il sedevacantismo? -Ecco dunque che il piccolo gregge con la sua fede incorruttibile ed immutabile nel tempo, continuare a seguire Nostro Signore Gesu' Cristo, ed a cercarlo ovunque, usando solo preghiere. Christus vincit, Christus regnat et Christus imperat in aeternum.
RispondiEliminaDesidero riflettere con Paradosi e Berni...e anche con tutti glli alltri...
RispondiEliminaSento nel pensiero di Paradosi un'eco dell'ultimo articolo di Don Abrahamowicz, nel punto in cui parla del dialogo fra Fellay e gi altri tre Vescovi. Ne riporto un pezzo:
"E’ curioso notare che mentre i tre vescovi non menzionano il tema della sede vacante, Fellay la tira in ballo. Chiede infatti ai suoi confratelli nella lettera: ”Per Voi, Benedetto XVI è ancora il papa legittimo?”
E il primo assistente Padre Nikolaus Pfluger nella sua conferenza tenuta a Hattersheim acuisce la questione e la porta al dilemma: O Ratzinger o Sede vacante.
Certo, per lui la sede vacante non è un alternativa, ma uno spauracchio. Se non sei con Ratzinger, sei un nazista negazionista.
La terza via, quella di sottrarsi all’esercizio effettivo di un autorità di cui si dubita che sia legittima – posizione tenuta per tanto tempo dalla Fraternità San Pio X – è non solo scartata, ma oramai vietata. [...]
E’ chiaro che la ‘terza via’ non poteva perpetrarsi all’infinito. Ecco perché Mgr Lefebvre insisteva verso la fine della sua vita, come per esempio nella memorabile omelia di Pasqua 1989 a Econe, che il problema dell’autorità andava affrontato pubblicamente e risolto. E’ evidente che tendeva alla soluzione della dolorosa ma doverosa dichiarazione della sede vacante.
Possano i vescovi della Fraternità affrontare la questione dell’autorità e aggiungere anche quella della dubbiosa validità delle nuove consacrazioni episcopali."
Indubbiamente, fra le due posizioni la più realistica sembra quella dei tre vescovi, poichè la professione di fede, fiducia, e devozione verso il Pontefice che tiene Fellay, non corrisponde minimamente a tutto quello che costui ha imparato dal suo Fondatore, grazie al Quale è oggi vescovo. Non si comprende DOVE sia stato fino ad oggi Fellay, DOVE si sia formato, DOVE sia stato ordinato prima Sacerdote e poi Vescovo, se la sua posizione riguardo all'autorità dei recenti pontificati è quella sostenuta dalla chiesa conciliare. Tutto normale, tutto cattolico, tutto fila liscio, incredibile...
Ovvio che dove ci sia eterodossia nell'insegnamento della Dottrina, l'autorità divenga quanto meno DUBBIA, poichè l'autorità viene da DIo, ed il Signore non concede la Sua Grazia a chi insegna MENZOGNE, INGANNANDO E TRAVIANDO I FEDELI. Quindi non è vero che la seconda via (sottrarsi ad un'autorità dubbia) sia oggi accantonata dalla FSSPX, perchè vediamo che i tre vescovi di fatto seguono ancora questa posizione, che rimane la più realistica.
scusate l'errore: "Quindi non è vero che la TERZA via"...
EliminaTuttavia prima o poi si DOVRANNO gioco forza sviscerare tutte le ragioni di questa "autorità dubbia": perchè è dubbia? Da quando è tale? Lo è sempre o solo a volte? Abbiamo in realtà il Magistero Pontificio (Papa Paolo IV) che risponde chiaramente...allora, o crediamo che il Magistero della Chiesa sia VALIDO NEL TEMPO ANCHE A DISTANZA DI SECOLI, o crediamo che "tutto si evolve", anche il Magistero, e quindi la Verità di oggi non può essere quella di ieri, pertanto - come dice l'attuale pontefice - l'unico Magistero valido oggi, è quello "vivente", quello "adattato ai tempi".
RispondiEliminaIl Magistero "vivente" ed "adattato ai tempi" sarebbe attendibile se non contraddicesse nei principi dottrinali quello precedente, cioè se fosse VERAMENTE in continuità con la dottrina di sempre...ma così non è.
Credo che Lefevbre avesse per prudenza adottato al "terza via" di giudizio, per non giungere velocemente a conclusioni, ma dopo l'evento di Assisi dell'86, egli definì "anticristi" coloro che avevano il governo della Chiesa. Non sbagliava perchè quell'evento, come anche i successivi, contravviene al Primo Comandamento di Dio e lede il principale Dogma cattolico, quello della Unità e Trinità di Dio, ed anche il secondo Dogma dell'Incarnazione di Dio, che è il Signore Gesù.
Perciò, da quel momento, egli cominciò SERIAMENTE a porsi il problema dell'autorità pontificia ed iniziò a dire ai suoi vescovi di cominciare "a spiegare, pian piano ai fedeli, cosa sia una "sede vacante"...
E' difficile e delicatissimo questo passaggio, perchè va salvaguardata la fede dei cattolici, nonostante gli elementi cooncreti che sono in ballo. Si deve capire che siamo in tempi "cattivi" e che la Fede Cattolica non può flettere davanti a nessun dramma storico della Chiesa, perchè ha la promessa del sostegno di Gesù Cristo Signore Nostro, e che lavvode il pontefice visibile venisse meno nella sua Fede, la Chiesa avrà sempre assucurato il governo e la Presenza del suo Pontefice Eterno, Cristo Gesù Nostro Signore.
Avanti, la lotta per la Fede continua...
Approvo Annarita.
RispondiEliminaDesidero qui inserire un commento che traggo da note di Don Sergio Ricossa (ahi,ahi,etichettato come, "sedevacantista", terribile vero? )che ritengo ,se pur pessimiste, piene di logica:
RispondiElimina"Cosa accadrà forse, tra poco?Non siamo profeti. Senza dubbio, ancora una volta, i modernisti sono abilmente riusciti ase minare la divisione.
Quali sono rischi, cha al termine di questa analisi, denuncia l'Istituto mater Boni Consilii?
Il primo: che una buonaparte dei fedeli, al seguito di mons.Fellay, continui il processo già iniziato da tempo di accettazione della teoria e della prassi del modernismo agnostico ratzingeriano.
Il secondo: che un'altra parte dei fedeli, al seguito degli altri tre vescovi, o anche uno solo di essi, continui il processo già avanzato della costituzione di una chiesuola gallicana, ostile quasi istintivamente, al Papato ed alla Chiesa Romana.
Il terzo, ma non ultimo,:che gli uni e gli altri persistano nei principi erronei che mons. Lefebvre, consapevolmente o no, pose alle basi del suo edificio, e che hanno portato al disastro attuale.
Un errore piccolo nei princìpi diventa grande nelle conclusioni e un edificio costruito sulla sabbia ,non resisterà alla prova dei fatti... (segue)
(continua)..
RispondiElimina"L'istituto Mater Boni Consilii denuncia gli errori modernisti che hanno preso inizio col Vaticano II e le riforme che ne sono seguite.
Afferma che tali errori NON POSSONO venire dalla Chiesa e da un legittimo Pontefice.
Ricorda che non si può essere in comunione con chi NON professa integralmente la Fede Cattolica.
Mette in guardia dagli errori da sempre professati dalla FSSPX e dalle comunità amiche,[papa sì, ma da non obbedire -nota di Mardu] sia che questi errori portino ad un accordo coi modernisti, sia che portino, invece, al seguito di uno o più vescovi, ad una resistenza a quelle che sono considerate le legittime autorità.
Constata che la tesi teologica, sulla situazione attuale dell'autorità, nella Chiesa,di mons. Guerard des Lauriers o.p. è ancor oggi, e sempre di più, la più adeguata per fondare solidamente la perseveranza nella fede e quindi poter affrontare e sconfiggere, con la Grazia di Dio e l'intercessione di Maria, l'eresia modernista che rovina e perde le anime."
Grazie di pubblicare! mi sembra giusto mettere al corrente altri di queste note, sempre sulla base di quanto ho sempre affermato che si cerca di trovare una spiegazione umanamente logica e razionale (o teologica)a situazione terribile che non ha paragoni.
Un altro "rischio" che non sarebbe rischio, e che Don Ricossa non considera, ma credo possa sperare in cuor suo per il bene della Chiesa Cattolica che ancora rimane, è questo:
RispondiEliminaChe parte o buona parte della FSSPX segua i tre vescovi ,od uno, e si decida di analizzare seriamente la situazione ed addivenire a elaborazione comune a tutto il residuo del cattolicesimo,(cioè i NON modernisti/soggettivisti) decidendo finalmente (per la pace di tutti i credenti fedeli) se possa esservi comunione con una chiesa eretica da decenni e che prosegue in un modernismo già ampiamente mostrato e condannato come eretico.
La mutazione della Fraternità san Pio X avverrà di certo nel caso in cui accettasse la piena comunione con il Vaticano in cambio del riconoscimento come Prelatura.
RispondiEliminaQuesto è inevitabile perché è prima di tutto psicologico: come "sputare" in faccia a chi ti fa un beneficio senza parere ingrato?
Succederà come alcuni anni fa con la Fraternità san Pietro.
Andai in Germania nel seminario di questa Fraternità. Ad un certo punto un mio amico ha iniziato a fare domande "scomode" ad uno dei preti presenti che pareva capisse e parlasse l'italiano. "Kome? Io non kapire, skuzi!". Ci rispondette il tizio.
Fino ad ora nella Fraternità, bene o male, si potevano tirare fuori i punti difficili, non per amore di polemica ma per capire in che tipo di realtà sta andando il Cattolicesimo. Anzi, si può dire che il "carisma" della Fraternità san Pio X fosse proprio stato quello di parlare "papale papale".
Se dovranno accettare l'unione, nello stato in cui si trova la Chiesa cattolica oggi inizieranno a tacere, a glissare, a dire "kome? Io non kapire!!".
Avremo un'altra Fraternità san Pietro.
Paradosi
Nell'ambito del movimento tradizionalista, ho già visto lungamente la "mutazione degli spiriti" nelle persone che poi se ne sono distaccate.
RispondiEliminaRicordo la vicenda di un ricco signore, il quale grazie alle sue possibilità beneficava la Fraternità. Fu anche grazie a lui che io, giovane pivellino, conobbi il movimento tradizionalista.
Ricordo il discorso accalorato che mi fece in uno dei diversi viaggi che si faceva ogni anno verso Econe, per il 29 giugno: "Ma allora com'è questa storia della libertà religiosa? Non si può mica ammettere!".
Cosa successe anni dopo è un mistero! Fatto sta che come prima aveva in orrore la messa di Paolo VI, sosteneva a spada tratta mons. Lefebvre, versando anche non pochi soldi, così dopo si è totalmente "normalizzato".
Che i tradizionalisti - aderendo a pancia al movimento - possano altrettanto improvvisamente cambiare bandiera è per me inconcepibile ma l'ho visto accadere.
Forse nasce dalla paura di sentirsi soli e isolati. La "mutazione" e "normalizzazione" della fraternità san Pio X è possibile, com'è possibile la mutazione avvenuta nell'esempio che ho citato.
Abitare in una "zona grigia" in cui da un lato ci si protesta fedeli a ROma (e al papa attuale pur confessandone i suoi errori) e dall'altro ci si distacca, è cosa molto ardua. Inevitabilmente si cade o in un versante (conciliare) o in un altro (sedevacantista).
Poi anche certi preti che ora appartengono all'istituto Buon Pastore, siceramente, non li vedo affatto come uomini con tempra in grado di fare una buona battaglia all'interno della Chiesa. Un poco a causa dell'età, un poco a causa di non voler fastidi ci si "adatta" e si lascia perdere, com'è successo con la maggioranza dei vescovi del Coetus Conciliaris Patrum!!
Paradosi
Correggo: Coetus Internationalis Patrum
EliminaNulla sotto il cielo è stabile, se non c'è la grazia.
RispondiEliminaA volte l'adesione al movimento tradizionalista avviene per "pancia", non tanto per razionalità. Succede allora che all'inizio si è molto generosi e pare che si è veramente dentro a tutto ciò. Poi succede qualcosa e le posizioni si capovolgono.
Ricordo il caso di un signore molto benestante il quale beneficava assai la Fraternità e si recava spesso a Econe. Poi un giorno, non so per quale motivo, ha troncato i rapporti e si è "normalizzato" nella chiesa conciliare. Da essa ha pure ricevuto delle onorificenze (è un uomo generoso!). Come sia successo è un bel mistero!
Aveva letteralmente in orrore le messe di paolo VI e ora ci va!
Questo è possibile che accada pure alla Fraternità san Pio X. A quel punto sarà divenuta un'arma spuntata contro il modernismo.
Nel prefazio al libro di Louis Salleron sulla Messa c'è una frase fulminante, riguardo a questa mutazione degli spiriti:
IL CATTOLICESIMO COMBATTERA' IL PROTESTANTESIMO E QUANDO LO AVRA' DISTRUTTO DIVERRA' A SUA VOLTA PROTESTANTESIMO (Montesquieu)
Paradosi
Intervento in parte ripetuto: avevo timore di non aver inserito il precedente.
EliminaParadosi
Potrebbe anche essere, come pare ora,più reale, che:
EliminaIL PROTESTANTESIMO COMBATTERA' IL CATTOLICESIMO E QUANDO LO AVRA' DISTRUTTO DIVERRA' A SUA VOLTA CATTOLICESIMO..
;-)) tiè, a Montesquieu !
Ehhh, Paradosi, conosciamo le "cose di pancia" !
RispondiEliminaI neocatecum. le conoscono poi benissimo, sono dei maestri in questo essendo tutti "chiamati"..
Riprendo il discorso che feci su Fellay.
E' lo stesso discorso che si può fare per molti.
Trovi un entusiasmo ed una forza coinvolgente e pensi:
"E' proprio ben convinto, ci crede proprio"
Ma a ben guardare, infatti, queste persone hanno ben altri motivi,a noi sconosciuti,sono motivi "emotivi", per il loro entusiasmo; non c'è logica od una costruzione basata su ragionamenti.
Quindi, come scrisse don Ricossa, è una costruzione sulla sabbia e, quando si scuote l'edificio, cadono anche gli abitanti come fichi maturi.
Ma l'input di Lefebvre è stato la salvezza per la Chiesa.
Senza di lui non ci sarebbe stata una resistenza con attaccamento ai valori eterni. Lui ha iniziato la "reconquista" e per mezzo di lui sono sorti sacerdoti preparati.
Ma ora è necessario mantenere la rotta intrapresa e navigare dove il Signore vorrà, senza volgersi indietro : "chi intraprende una strada e si volge indietro non è degno di entrare nel Regno....".
Fellay vuol tornare indietro con altri sacerdoti e fedeli, senza tener ferma la rotta impostata da Lefebvre.
Morto Lefebvre ci voleva un nuovo nocchiero abile e deciso.
Non si è ancora trovato; speriamo si trovi.
Ma non è la fine se non arrivasse.
La frammentazione inevitabile di quel che rimane della Chiesa fedele alla Tradizione, può intristire ma è l'inevitabile conseguenza di non avere più un papa che guida.
Solo la Misericordia Divina può far sorgere un sant'uomo o correggere la situazione in modo deciso e per il bene di tutti
Non c'è più un papa che guida.
RispondiEliminaQuesta è l'affermazione giusta.
Che poi quello presente sia o meno papa è un altro discorso, dal momento che, comunque sia, non è in grado di dissipare la confusione presente nel cattolicesimo e forse l'accentua.
Paradosi
Ciò che Paradosi esprime icasticamente, è un concetto che io cerco di rendere visibile da tempo. Trovo infatti un po' oziosa la distinzione tra 'sedevacantista' e non. Sono io un sedevacantista? Non so, francamente me ne infischio: il problema non sta, difatti, nel mio eventuale sedevacantismo. Il problema sta nella (per dirla alla Romano Amerio) desistenza dell'Autorità. Detto in pratica: passa tanta differenza tra un papa fasullo, e un papa vero che lavora per il nemico?
RispondiEliminaRiccardo
"passa tanta differenza tra un papa fasullo, e un papa vero che lavora per il nemico? "
RispondiEliminaOTTIMA CONSIDERAZIONE.
Questo è da tener presente, il resto sono etichettature e tentativi di spiegazione.