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"Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'eta' avanzata, non sono piu' adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino"
Joseph Ratzinger lascerà il pontificato dal 28 febbraio. L’annuncio
in un lancio di agenzia Ansa. Il Papa lo ha annunciato personalmente in
latino davanti al Concistoro per la canonizzazione dei martiri di
Otranto. Si dimetterà per “mancanza di forze”, come ha annunciato ai
cardinali. “Dopo una lunga e ponderata riflessione ho capito che devo
lasciare il pontificato perché non ho più le forze per portarlo avanti”,
avrebbe detto ai cardinali secondo SkyTg24. Joseph Ratzinger ha già 85
anni, e alcune ipotesi di dimissioni erano già trapelate nei mesi scorsi
provocando diverse polemiche. Il Papa ha spiegato di sentire il peso
dell’incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione
e di averla presa per il bene della Chiesa.Le dimissioni di un papa
sono previste dall’articolo 332 del Codice Canonico. Questo è
l’articolo:
Il Sommo Pontefice ottiene la potestà piena e suprema sulla Chiesa con l’elezione legittima, da lui accettata, insieme con la consacrazione episcopale. Di conseguenza l’eletto al sommo pontificato che sia già insignito del carattere episcopale ottiene tale potestà dal momento dell’accettazione. Che se l’eletto fosse privo del carattere episcopale, sia immediatamente ordinato Vescovo.
§2. Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti.
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Queste le parole di Ratzinger:
Queste le parole di Ratzinger:
Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.
Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando.
Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.
Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti.
Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice.
Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.
Radio Vaticana (con il link all'audio del testo in latino del grave annuncio)
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.
Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando.
Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.
Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti.
Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice.
Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.
Radio Vaticana (con il link all'audio del testo in latino del grave annuncio)
Vedremo, dopo il pontificato modernista di Ratzinger, in che mani finirà la Chiesa Cattolica...
I falchi hanno vinto.
RispondiEliminaQuando fu' eletto Papa, Benedetto XVI disse una frase che chi l'ha ascoltata bene diceva tutto:"
PREGATE PER ME AFFINCHE' NON INDIETREGGI MAI DAVANTI AI LUPI".
Oggi, ma non del tutto impreviste, per chi segue gli avvenimenti, e per cio' che e' successo durante l'ultimo anno (in Vaticano), le dimissioni - motivi di salute (forse ed anche).
Io penso che il problema principale e' il concilio Vat.II con la sua collegialita'.
Due entita' - Il Papa, Capo visibile della Chiesa di Cristo, ed il collegio dei vescovi (molto spesso in contrasto col Papa e tra loro) non potevano governare la S.Chiesa; Il Governo che ci ha lasciato Nostro Signore e' in mano al Papa, mentre Gesu' mando' gli Apostoli due a due a evangelizzare le varie zone della terra.
Il Vat.II ha scombinato tutto ed ha portato all'ingovernabilita' e forse alla situazione attuale.
Ora c'e' solo la preghiera, affinche' scenda di nuovo lo Spirito Santo ed illumini qualche Sant'uomo a guidare la Chiesa di Cristo.
Nella Chiesa ci sara' pure rimasto qualcuno degno e che Gesu' scegliera' per guida, anche se ci troviamo in mezzo a mille difficolta'.
La Chiesa e' di Cristo, e se lo meritiamo ce la dara' ancora.
Preghiera... preghiera.... alla Madre SS.ma, che ci ha avvertito
in continuazione.
bernardino
grazie per le parole, giuste ma ancora di più rispettose per questpo Papa.
Elimina"La Chiesa è di Cristo", il vaticano no...
RispondiEliminaPapi e papocchi, ecco i frutti del modernismo terminale...
RispondiEliminaLa decisione fa onore a Ratzinger, a mio modo di vedere.
RispondiEliminaE' una decisione che rimette in "gioco" molti equilibri scomposti da decenni.
Ora si aprono molte strade e la sede vacante può far riflettere molti.
E' forse il più grande ed umile gesto che abbia compiuto Ratzinger come papa.
Riconosce di non essere in grado di gestire la Chiesa e questo è un buon segno che tutti dovremmo apprezzare visto che da tempo si indicano gli errori di quest'uomo che ha ereditato l'incarico da Woityla che ne aveva già combinate abbastanza.
Il suo ritirarsi lo aiuterà a riflettere su quanto fatto e gli preparerà la coscienza ed un buon ricordo e preghiere per tutti noi quando sarà il suo momento di Giudizio Finale.
Ciao Mardunolbo, condivido il tuo pensiero.
RispondiEliminaBuonanotte.
Juan de San Mattia
Come sempre, i giudizi di Mardunolbo mi paiono equilibrati, lungimiranti e dettati da "pietas" che unisce rigore e carità. Carità che a me fa spesso difetto, tendendo ad essere abbastanza "tranchant"; certo, lo stato in cui la Chiesa è stata scientemente ridotta, mi aizza non poco. A tal proposito, vado ad integrare quanto da me espresso nel mio giudizio di prima, molto "a caldo" (avevo appreso la notiziona da un quarto d'ora). Certamente, il pasticciaccio c'è, in quel dei palazzi d'Oltretevere. Sono convinto, come quasi ovvio, che un poveraccio come me, non possa che vedere la punta di un immenso iceberg sommerso. La situazione deve certo essere enormemente difficile, e gli ultimi 5 uomini seduti sul seggio petrino hanno responsabilità gigantesche nella crisi in atto: di questo sono convintissimo. Tuttavia, come rimanere insensibili di fronte ad un gesto, come quello del Ratzinger, di portata assolutamente epocale? Comunque la si metta, questa è, in fin dei conti, una mossa finalmente (finalmente!) "pura". Un gesto così fragoroso, che quasi i nostri orecchi non sanno udirlo, tanto è assordante. È una protesta e un j'accuse - credo potersi davvero dire - senza precedenti. Ora, questo uomo da me tanto criticato ( e le critiche se le meritava tutte) e poco amato (qua sono in forte difetto io), ha compiuto un gesto inconcepibilmente grande e forte. Nobile. Oh certo, egli rimane basilarmente un modernista, certo ha fatto parte di una cricca odiosa; ma questo gesto lo può davvero riscattare, forse lo ha già riscattato molto. Qua, egli ha tutto da perdere e nulla da guadagnare. Qua, per la prima volta, io lo vedo davvero ascendere al suo Calvario, gravato dalla Croce. Qua, dunque, io gli esprimo rispetto, stima, e... Affetto (mai avrei pensato di provare ciò!). Qua, chi vuol capire, capisce che Iddio Onnipotente sa scrivere dritto sulle righe più storte. Vale più questa rinuncia che un martirio fisico; vale più di ogni passato errore, debolezza, viltà, tentennamento. Ora, più che mai, serve la preghiera, per lui, per noi, per la Santa Chiesa e il mondo intero; perché qui ci vorranno nervi saldi, coraggio, e chissà cos'altro, perché non vi è chi non colga la dimensione escatologica del tempo che ci è dato di vivere. Di cosa abbiamo bisogno, cosa possiamo fare noi, ora? Io credo che la risposta ce la suggerisca, inesorabilmente veritiero, l'Angelo di Fatima: Penitenza, penitenza, penitenza!
RispondiEliminaCarissimo Riccardo ( GRAZIE PER IL TUO ACCOUNT!),
Eliminaquello che hai scritto è di una bellezza incomparabile, e vorrei con tutto il cuore che corrispondesse a verità. Anch'io vorrei con tutto il cuore pensare che questo gesto sia puro, e parta da un'intenzione pura....
Intuisco una grande sofferenza in questo uomo, e anche se sono consapevole che altro non è che la conseguenza pratica delle sue scelte e della situazione determinata da lui ,come da altri del suo stesso pensiero, non posso non sospendere ogni giudizio, perchè nelle profondità dei cuori e delle segrete intenzioni può entrarvi solo Dio. Prego per lui e lo affido a Dio Onnipotente, affinchè conceda Misericordia e Luce a Lui e alla sua Chiesa martoriata e claudicante.
Non so se papa Benedetto XVI sia un modernista o meno, ma quello che è certo è che "i fumi di satana" in questa attuale Chiesa sono fin troppo evidenti. Come è possibile che sull' Osservatore Romano, che è il quotidiano ufficiale della Santa Sede-e quindi come tale rappresentante della linea ufficiale vaticana-ci scrivano ben note invasate e rabbiose femministe in qualità di redattrici ed editorialiste??
RispondiEliminahttp://www.corrispondenzaromana.it/vetero-femminismo-sulle-colonne-dellosservatore-romano/
Possibilissimo, caro Icarus.10,
Eliminase il direttore dell'Osservatore di chiama Gian Maria Vian, un ebreo che come tanti si è intrufolato nei posti che contano, soprattuto quando si tratta di Chiesa Cattolica, diffondendo ovunque non certo i principi cristiani ma piuttosto quelli giudaici, con lo scopo di corrompere il comune pensare della gente ed allontanarla dalla Fede in Cristo.
Ah, ecco. E non mi sorprenderei, se a piazzarlo come direttore fosse stato il cardinale Gianfranco Ravasi, grande sostenitore di tutto ciò che è femminista e giudaico.
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