Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Mons. Santin e la preghiera per le vittime delle foibe
Nel
1959 Mons. Antonio Santin, arcivescovo di Trieste e Capodistria,
compose una preghiera per le anime di tutte le vittime delle foibe (tra
cui 50 sacerdoti). Prima di affrontare i crimini dei comunisti e
l’arroganza dell’occupazione britannica, Mons. Santin ebbe problemi
anche col nazionalismo italiano, come il divieto di usare le lingue
slave in alcune chiese della diocesi (per le omelie e i canti popolari).
Oppure quando, nel settembre 1938, nel corso di un comizio pubblico a
Trieste, Mussolini attaccò Pio XI. Dopo il discorso Mons. Santin lo
affrontò per chiedere spiegazioni (“non posso senza reagire lasciar
offendere in quel modo il Papa a Trieste”): il Duce negò gli insulti e
cercò di spiegare il suo pensiero. Il 19 giugno 1943 malgrado le minacce
ricevute dai comunisti il Prelato andò ad amministrare le Cresime a
Capodistria, dove fu aggredito e ferito dalle bande titine, che
evitarono di ucciderlo per calcoli politici. Nel dopoguerra si recò
ripetutamente a rendere visita ai campi dei profughi e alle comunità
degli esuli nelle varie parti d’Italia.
Preghiera per i martiri delle foibe
“O
Dio, Signore della vita e della morte, della luce e delle tenebre,
dalle profondità di questa terra e di questo nostro dolore noi gridiamo a
Te. Ascolta, o Signore, la nostra voce. De profundis clamo ad Te,
Domine. Domine, audi vocem meam. Oggi tutti i Morti attendono una
preghiera, un gesto di pietà, un ricordo di affetto. E anche noi siamo
venuti qui per innalzare le nostre povere preghiere e deporre i nostri
fiori, ma anche per apprendere l’insegnamento che sale dal sacrificio di
questi Morti. E ci rivolgiamo a Te, perché tu hai raccolto l’ultimo
loro grido, l’ultimo loro respiro. Questo calvario, col vertice
sprofondato nelle viscere della terra, costituisce una grande cattedra,
che indica nella giustizia e nell’amore le vie della pace.
In trent’anni
due guerre, come due bufere di fuoco, sono passate attraverso queste
colline carsiche; hanno seminato la morte tra queste rocce e questi
cespugli; hanno riempito cimiteri e ospedali; hanno anche scatenato
qualche volta l’incontrollata violenza, seminatrice di delitti e di
odio. Ebbene, Signore, Principe della Pace, concedi a noi la Tua Pace,
una pace che sia riposo tranquillo per i Morti e sia serenità di lavoro e
di fede per i vivi. Fa che gli uomini, spaventati dalle conseguenze
terribili del loro odio e attratti dalla soavità del Tuo Vangelo,
ritornino, come il figlio prodigo, nella Tua casa per sentirsi e amarsi
tutti come figli dello stesso Padre. Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il Tuo Nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua
volontà. Dona conforto alle spose, alle madri, alle sorelle, ai figli di
coloro che si trovano in tutte le foibe di questa nostra triste terra, e
a tutti noi che siamo vivi e sentiamo pesare ogni giorno sul cuore la
pena per questi nostri Morti, profonda come le voragini che li
accolgono. Tu sei il Vivente, o Signore, e in Te essi vivono. Che se
ancora la loro purificazione non è perfetta, noi Ti offriamo, o Dio
Santo e Giusto, la nostra preghiera, la nostra angoscia, i nostri
sacrifici, perché giungano presto a gioire dello splendore dei Tuo
Volto. E a noi dona rassegnazione e fortezza, saggezza e bontà.
Tu ci
hai detto: Beati i misericordiosi perché otterranno misericordia, beati i
pacificatori perché saranno chiamati figli di Dio, beati coloro che
piangono perché saranno consolati, ma anche beati quelli che hanno fame e
sete di giustizia perché saranno saziati in Te, o Signore, perché è
sempre apparente e transeunte il trionfo dell’iniquità. O signore, a
questi nostri Morti senza nome ma da Te conosciuti e amati, dona la Tua
pace. Risplenda a loro la Luce perpetua e brilli la Tua Luce anche sulla
nostra terra e nei nostri cuori, E per il loro sacrificio fa che le
speranze dei buoni fioriscano. Domine, coram te est omne desiderium meum
et gemitus meus te non latet. Così sia”.
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So che sarò etichettato presto dagli zombie che girano in internet, ma non posso astenermi dall'esprimere quanto so al proposito delle "foibe".
RispondiEliminaFin da piccolo avevo sentito parlare di questa tragedia da vicini di casa che erano fuggiti dalle bande partigiane di Tito che "liberavano l'Istria".
Che ci fossero le foibe, sarebbe stato solo un racconto degli scampati e fuggiti in Italia, se non vi fossero state anche le foto dei cadaveri esumati da questi pozzi carsici.
Già , ma chi fu che fece fotografie per documentare queste atrocità ?
Come si venne a sapere per certo che vi furono questi massacri e si poterono trovare i cadaveri se gli italiani fuggirono in massa da Istria e Dalmazia ?
Tutti tacciono su come fu possibile sapere e documentare queste atrocità, quindi fornisco io , dopo averlo appreso, "il modo" !
Durante la guerra contro gli iugoslavi, organizzati in bande partigiane numerosissime ed agguerrite dagli aiuti Alleati e russi, vi furono spesso delle conquiste di città e paesi da parte di queste bande che venivano poi respinte dai loro nemici.
I loro nemici erano tedeschi, in parte, ed in alcune zone solo italiani combattenti della RSI.
Di questi combattenti sul fronte orientale vi sono nomi di divisioni ben precise ed anche gruppi nutriti della X Mas che furono persino contattati dai combattenti italiani del Sud (alleati degli Alleati) per difendere le terre istriane.
Orbene, nei momenti di contrattacco che facevano questi combattenti intrepidi della RSI, capitavano in zone dove le popolazioni atterrite e sgomente raccontavano loro di come avessero sentito ed udito di atrocità e di "seppellimenti", vivi e morti insieme, nelle foibe.
Ci si procurava corda e torce e si scendeva in queste foibe dove, ove possibile, si riportavano in superficie i cadaveri.
Ecco quindi le foto , ecco quindi la documentazione ineccepibile a dimostrazione della verità dei racconti e delle atrocità del comunismo perverso.
Quando poi il paese ricadeva in mano dei partigiani iugoslavi, gli abitanti facevano in modo di non farsi trovare fuggendo verso Trieste o le linee italiane dei soldati che ancora resistevano agli assalti micidiali dei titini.
Questa è la realtà di come si seppe delle foibe e del perchè , ovviamente, i comunisti italiani ed i governi asserviti , tacquero per decenni di questa carneficina e strage.
Nessuno osò parlare di "olocausto" per non irridere , (come invece si fa adesso , appioppando il termine alla strage di ebrei nei lager) il vero ed Unico Olocausto, cioè il sacrificio volontario dell'Innocente per salvare la vita del genere umano.
Un grande GRAZIE carissimo Mardu,
Eliminaper questa testimonianza-chiarimento che hai fornito, sulle ragioni della documentazione delle Foibe, giunta fino a noi.
E grazie anche per la tua indefessa presenza qui, che mi è di insegnamento, di sostegno, e di edificazione.