venerdì 17 dicembre 2010

OMELIA di Pentecoste AI “TRADIZIONALISTI PERPLESSI”...

Don Floriano Abrahamowicz: Pentecoste, 23 5 2010

Cari fedeli!
Festeggiamo in questo giorno di Pentecoste il primo anniversario della domus Marcel Lefebvre. Certo non è la festa di san Pio X come la facevamo a Lanzago di Silea. Mi viene in mente, non per nostalgia, ma vedendovi oggi così numerosi penso ai fedeli che non solo dall’Italia ma da tutta l’Europa e anche dagli altri continenti continuano ancora a contattarmi non solo per avere notizie di quello che stiamo fancendo, ma sopratutto per comunicare la loro perplessità per il nuovo indirizzo preso dalla Fraternità San Pio X. Non sono tantissimi purtroppo. La più grande parte dei fedeli preferisce non pensare troppo a quello che sta succedendo. E questo vale ancor di più per i sacerdoti, tranne qualche raro caso. Cerco di evitare la polemica con chi mi ha cacciato. Mi sento, però, anche in dovere di rispondere in maniera ufficiale alle tante domande e voci che mi vengono riportate. “Don Floriano è sedevacantista”! Il male al mondo sembra ridursi a Bin Laden, il terrorismo e i sedevacantisti. Ci vuole invece un po’ di misura in tutto. Tanti sanno e tanti non sanno quello che è successo a Silea (l’espulsione, il cambiamento delle serrature nottetempo,ecc) e quello che stiamo facendo qui alla domus Marcel Lefebvre. Tanti non sanno che grazie alla vostra generosità non faccio la fame sotto un ponte ma ho potuto installarmi qui e arredare una decorosa cappella.
Voglio ricordare alla mente la crisi che stiamo vivendo,  incoraggiare e fornire elementi a chi cerca di capire cosa sta succedendo nella Fraternità. Mi rincresce dovere parlarne, ma voglio dare una risposta alle tante domande.
Gli apostoli, dopo aver ricevuto il secondo consolatore promesso loro da Gesù Cristo avevano per così dire la doppia carica. La vicinanza del ricordo del divino maestro e la presenza del suo spirito, lo Spirito Santo, in mezzo ai loro cuori che ardevano dal desiderio di annunciare Gesù Cristo. Le lettere di san Paolo e degli altri apostoli ricolmano di questo entusiasmo. Tutto è centrato su Gesù Cristo. E’ la misura di tutto per tutto e tutti. Gesù Cristo, la sua dottrina, già ai tempi degli apostoli era il criterio fondante di unione e divisione.
Sobri estote et vigilate quia adversarius vester diabolus taquam leo rugiens circuit, quaerens quem devoret: cui resistite fortes in fide. Siate temperanti, e vegliate: perché il diavolo vostro avversario, come leone che rugge, va attorno cercando chi devorare: a cui resistite forti nella fede.. (1 Pt 5,8-9)
La misura e la temperanza va cercata non solo nel cibo nella bevanda nei piaceri della carne ma in tutto. Anche nel valutare la situazione attuale nel mondo nella chiesa e nel mondo della tradizione. Come la vita spirituale così anche quella domestica, economica sociale e politica sia misurata dalla pietra angolare che è Gesù Cristo. Se oggi devo parlarvi della situazione attuale nella Chiesa ma anche degli ultimi sviluppi nella Fraternità mi sforzo di farlo seguendo il criterio della fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Durante l’ottava dell’Ascensione abbiamo letto la prima lettera di San Giovanni: “Carissimi, non vogliate credere a ogni spirito, ma provate gli spiriti, se sono da Dio: poiché molti falsi profeti sono usciti per il mondo. Da questo si conosce lo spirito di Dio: ogni spirito che confessa che Gesù Cristo è venuto nella carne è da Dio: ma ogni spirito che divide Gesù, non è da Dio: e questi è un anticristo, il quale avete udito che viene, e già fin d’ adesso è nel mondo”… “Chiunque confesserà che Gesù è il Figliuolo di Dio, Dio abita in lui, ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto alla carità che Dio ha per noi”(1 Gv 4,1;15). Et nos credidimus caritati. Credidimus Caritati: lo sapete era il motto dello stemma di Monsignor Lefèbvre.
Nella seconda epistola di San Giovanni leggiamo ancora: “E questa è la carità, che camminiamo secondo i comandamenti di lui. Questo infatti è il comandamento, che come udiste da principio, camminiate in esso: poiché molti seduttori sono usciti per il mondo, i quali non confessano che Gesù Cristo sia venuto nella carne: questo tale è il seduttore, e l’anticristo. Badate a voi stessi, che non perdiate quello che avete operato: ma ne riceviate piena mercede.
Chiunque recede, e non sta fermo nella dottrina di Cristo, non ha Dio: chi sta fermo nella dottrina, questi ha il Padre ed il Figliuolo. Se alcuno viene da voi, e non porta questa dottrina, non lo ricevete in casa, e non lo salutate. Chi infatti lo saluta, partecipa delle opere malvagie di lui” (2 Gv 1,6-11).
Siamo arrivati al criterio.
-togliere il saluto: all’eresiarca, a quello che cambia la dottrina, che la perverte. Non al pagano o a chi erra in buona fede ai quali anzi è dato ordine di ricercarli con carità e zelo apostolico per portare loro la dottrina.
Il saluto è dunque da togliere a chi nega la dottrina che già conosce, sopratutto se oltre il dovere di professarla la deve insegnare: i successori degli apostoli, i vescovi, specialmente i papi successori di san Pietro. Ecco perché Mgr. Lefèbvre seguendo il suo motto credidimus caritati alla fine “tolse il saluto” alla Roma modernista nel senso che non discuteva più con loro in via ufficiale. L’amicizia di Dio è superiore a quella degli uomini. Non che non discutesse più con Roma perché era offeso o per capriccio. Ma perché diceva: “Voi occupate la sede apostolica di san Pietro”. Bene. Allora esigo che proclamiate la verità cattolica e apostolica dei predecessori e condanniate con il modernismo il concilio vaticano secondo che divide, che nega Gesù Cristo (togliendoli l’esclusività della salvezza e la regalità sociale). Perciò la Roma che voi governate non è la Roma eterna, la cattolica. E’ un apostasia quella vostra Roma modernista che voi stessi chiamate Roma Conciliare. E dopo le consacrazione pontificali del 1988, nella lettera inviata a Roma in risposta alle pseudo scomuniche diachiarava di non voler avere niente a che fare con la Roma modernista: nullam partem. Ha dimostrato di aver seguito l’ordine di San Giovanni, ha dimostrato che amava più Gesù Cristo che non il papa. E amava il papa rimproverandolo del suo tradimento e avvertendolo che socondo San Giovanni era un anticristo. La vera carità non teme di riprendere pubblicamente. La falsa carità è ruffiana. E’ purtroppo quello che capita oggi. Ma vediamo, ricordiamoci quanto questi ultimi detentori del soglio pontificio hanno purtroppo, come annunciava San Giovanni, negato e diviso il Cristo.
Quando mai si era visto nella Chiesa cattolica una cerimonia come quella di Assisi nel 1986. Giovanni Paolo II in chiusura dell’incontro si rivolgeva ai partecipanti in questi termini: “ Cari fratelli e sorelle, guide e rappresentanti delle religioni cristiane e comunità ecclesiali e delle religioni mondiali, cari amici!” Parlava inoltre dell’accettazione amichevole fra tutti in “profonda convinzione di fede” e “profonda stima e carità”. Secondo il teologo Dörmann solo queste parole costituiscono una disdetta formale al mandato di Gesù Cristo: andate insegnate, battezzate. E’ la disdetta alla necessità della fede cattolica per salvarsi. In una parola: è l’apostasia.
Monsignore Tissier de Mallerais, in occasione del centenario dell’enciclica “Pascendi” di san Pio X, fece a Parigi una conferenza il 11 novembre 2007 sulla teologia dell’attuale Benedetto XVI . Conclude con l’amara constatazione che per “Ratzinger, secondo un supermodernismo scettico i dogmi sono soltanto dei simboli”. Nella conclusione del capitolo 5 spiega come Ratzinger applica il modernismo condannato da San Pio X ai dogmi dell’incarnazione della redenzione e alla regalità sociale di Gesù Cristo. “Nel suo discorso del 22 gennaio 2005 il papa dice: ‘la fede richiede una nuova riflessione sulla Verità e un nuovo rapporto vitale con essa’”. Ecco un esempio di nuova riflessione riguardo alla divinità di Gesù Cristo: ‘tendendo infinitamente al di là di se stesso si è oltrepassato completamente e con ciò si è trovato se stesso; è uno con l’infinito, Gesù Cristo’(Ratzinger, fede cristiana, 1968, p.159). Tissier conclude: “Nei tre articoli di fede Ratzinger nega la realtà del mistero. … La discesa agli inferi diventa il simbolo della derelizione moderna dovuta all’assenza di Dio. … La resurrezione di Gesù Cristo, cioè la rianimazione del corpo sustituita dalla sporavivenza dell’amore… Conclusione: la rianimazione del corpo di Gesù al momento della sua uscita dalla tomba la mattina di Pasqua non è necessaria. Basta professare la  sopravivenza del Cristo tramite la forza del suo amore. … ”
In questi due casi, cari fedeli si tratta di quello che il diritto canonico e la teologia chiamano il pubblico decadere dalla fede cattolica.
I commentatori del diritto canonico prevedono per questo caso da parte del collegio cardinalizio la dichiarazione (non la condanna) della defezione pubblica dalla fede cattolica del pontefice (come pe ogni altro chierico) che per il fatto stesso perde il suo „munus“, il suo incarico e cessa di essere papa. Una volta dichiarata la sua defezione e recepita da tutta la chiesa cattolica subentra ufficialmente lo stato di sede vacante percepibile da tutto l’orbe cattolico. E’ come se il papa fosse morto. Oggi, come abbiamo illustrato il decadimento pubblico dalla fede cattolica da parte di chi occupa la santa sede è ovvio. Ovvio? Attenzione! Ovvio per chi ha la fede cattolica e la conosce bene.  Quanti sono? Dovo sono i cardinali previsti dal diritto per dichiarare la sede vacante nel caso attuale in cui un papa decade pubblicamente dalla fede cattolica? E’ vero che chiunque conosce bene il semplice catechismo dovrebbe rendersene conto. Fra il clero e i fedeli che conoscono ancora il loro catechismo tanti non sono vigilanti e alla loro mente non sfiora neanche il dubbio che l’attuale pontefice o uno dei suoi predecessori magari siano decaduti pubblicamente dalla fede cattolica. La grande massa poi, senza neanche rendersene conto non è più cattolica, e la gerarchia attuale la mantiene in questo stato.
Che cosa fare in una tale situazione? E’ quello che oggi in questa occasione voglio ricordarVi brevemente. Anzitutto la situazione attuale della Chiesa non ha precedenti, tranne il fatto stesso che ad ogni nuova crisi la chiesa si trova davanti a situazioni senza precedenti: i grandi scismi, il protestantesimo,ecc.

Aggiungiamo e ricordiamo: per Benedetto XVI e il suo predecessore Giovanni Paolo II non si tratta di due papi eretici in un contesto cattolico come era  contemplato dalla teologia preconciliare. San Cipriano, san Roberto Bellarmino, i commentatori del diritto canonico che ammettevano la possibilità di un papa eretico, davano come per scontato che si trattasse di un sommo pontefice che diventava eretico, si, ma in mezzo ai cattolici: cardinali, vescovi, sacerdoti e fedeli cattolici. Un contesto che fa sì che l’eresia del papa fosse riconoscibile da tutti come per esempio tutti si renderebbero conto se di colpo il pontefice cambiasse il colore della veste; se per esempio da domani portasse invece della veste bianca una veste blu. La situazione attuale è differente. Nazioni “cattoliche” intere non professano più la fede cattolica, cioè non sono più cattoliche. Non riconoscono, non percepiscono l’apostasia nella chiesa se non in maniera confusa e embrionale che si manifesta attraverso quel stato di malessere generale che però è insufficente per reagire efficacemente.
Cari fedeli, ecco perché non intendo ridurre la situazione attuale al solo fatto della sede vacante. Pochi sono capaci di rendersene conto e sopratutto perché oltre che vacante la sede è occupata.  Una cosa è un papa eretico che poi viene dichiarato decaduto dai cardinali – cattolici- e che procedono poi ad un conclave. Per quanto questa situazione sia stata contemplata dai grandi teologi della Chiesa che pensavano in parte studiare solo un caso teorico che non potrebbe mai avverarsi,  per tanto noi oggi viviamo una situazione ben peggiore; non solo si è avverato quello che teorizzavano i teologi, ma in più il decadimento dalla fede cattolica si è esteso alla grande massa!
Ciononostante la proclamazione ufficiale della sede vacante non ha avuto luogo, non c’è stata. Ecco perché non la si può imporre pubblicamente e ufficialmente. E non intendo farlo. Personalmente però usufruisco della facoltà concessa da Monsignore Lefèbvre di non nominare l’attuale detentore del soglio pontificio nel Canone della Santa Messa. Ma oltre a non nominarlo prego che questa sede si liberi dall’occupazione modernista. Che i falsi papi siano destituiti e che Dio ci conceda un vero papa. Questa è una situazione nuova, quella che fa sì  che senza una dichiarazione ufficiale di sede vacante (i teologi prevedevano che fosse fatta da cardinali, cioè dalla sanior pars della chiesa insegnante, non da uno o due soli vescovi) siamo portati a non poter in coscienza nominare nel canone della S.Messa l’attuale detentore della Santa Sede. E’ una situazione nuova come quella del 1988 quando Monsignore Lefèbvre era costretto dalla necessità a consacrare quattro vescovi. Durante quella indimenticabile cerimonia, alla domanda del vescovo consacratore rivolta all’assistente presbiterale: avete il mandato (apostolico)? La risposta fu: sì. Un “si” riportato da tutte le televisioni mondiali in diretta, mentre Giovanni Paolo II disse: no. E per protesta si mise pure a digiunare. Nessun canone prevedeva questa situazione nelle sue particolari circostanze. Ma la legge prevede che in situazioni non previste si agisca secondo analogia, cioè come in casi simili. E così è stato fatto. E così faccio anche io oggi. Non essendoci stata una dichiarazione ufficiale della sede vacante non faccio della celebrazione senza “una cum” un criterio indispensabile per la professione della fede cattolica.

Ecco cari fedeli, queste cose Ve le dico perché voglio che capiate bene la linea che intendo tenere qui alla domus Marcel Lefèbvre. Sono convinto di attenermi alla linea tracciata dal nostro venerato fondatore. Ma visto che il problema è molto più grande della sola sede vacante e dato che la confusione è anche molto grande non intendo porre la sede vacante come criterio primo ed esclusivo della buona battaglia oggi. Categorico è il rifiuto del Concilio Vaticano II, della Chiesa conciliare con l’insegnamento modernista e i sacramenti modernisti in special modo il  Novus Ordo e quella specie di rito straordinario che è teologicamente la cena protestante travestita da Messa tridentina. Non dimentichiamo: anche Lutero da protestante fece ancora celebrare secondo il rito chiamato dalla chiesa modernista “straordinario”.
Mi sforzo di continuare a strappare la maschera modernista dal volto della Roma conciliare preda dei nemici storici di Gesù Cristo. Mi voglio sforzare anche ora qui con voi di ricordare il piano anticristico del governo mondiale. La Chiesa ha sempre dovuto combattere l’eresia. Uomini santi, spesso anche semplici fedeli che però avevano una fede viva percepivano che l’eresiarca di turno non professava la fede in continuità con tutta la Tradizione, la fila ininterrotta degli apostoli e dei loro successori. L’autorità ecclesiastica, ascoltati i teologi, riassumeva la dottrina errata, la condannava e vi contrapponeva appunto la verità spiegata ancor meglio di prima. Così per esempio è grazie alle eresie cristologiche che i concetti di natura e persona hanno potuto essere sviluppati e precisati. Grazie alle eresie di Ariano e Nestorio la realtà del Verbo divino incarnato è stata compresa ancora meglio come l’unione delle due nature, quella umana e quella divina in una sola persona: la seconda della Santissima Trinità. Proprio quella teologia che ha permesso a Mgr.Tissier de Mallerais di evidenziare il modernismo ratzingeriano.
Satana, suggerendo sempre nuovi errori in un modo o nell’altro cerca di dividere e negare il Cristo per sostituirsi a Lui. O abbassandolo alla sola natura umana o allontanandolo dagli uomini affermandone solo la natura divina. L’intento è sempre quello di prendere il posto del Cristo e di farsi amare dagli uomini, solidarizzare con loro e far credere che anche lui è dio, che gli uomini devono salvarsi insieme a lui e fare sparire per sempre il male, svuotare e annullare l’inferno, o come dice attraverso i suoi emissari diabolici, semmai metterci  “quel Dio cattivo, quello dei dieci comandamenti, quello che ha inventato l’inferno e che ci ha messo il povero diavolo che deve essere salvato insieme agli uomini da questo cattivo dio”. Così si esprime Satana attraverso i suoi adepti del dualismo gnostico dall ‘antichità fino ai nostri giorni; specialmente tramite la massoneria moderna degli ultimi secoli. Per esmpio il discorso di A.Pike del 1889 (riportato nella rivista inglese “The Freemason” del 19 gennaio, 1935) nel quale questo “papa” della massoneria disse: “Sì, Lucifero è Dio, e sfortunatamente anche Adonai (il dio dei cristiani) è Dio. … la vera e pura religione filosofica è la fede in Lucifero, l’eguale di Adonai; ma Lucifero, dio di Luce e dio del Bene, sta lottando per l’umanità contro Adonai, il dio delle tenebre e demonio”.
Nella lettera a Giuseppe Mazzini del 15 agosto 1871(era stata esposta al British Museum Library di Londra e si trova ora a Washington negli archivi di Temple House) lo stesso Albert Pike scrive a proposito della terza guerra mondiale: “scateneremo i nihilisti e gli atei e provocheremo un cataclisma sociale formidabile ….Allora ovunque i cittadini obbligati a difendersi contro una minoranza mondiale di rivoluzionari…..riceveranno la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero, rivelata finalmente alla vista del pubblico; manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell’ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo!”
Cari fedeli, è questa la filosofia non segreta, ma ufficiale della massoneria che spadroneggia nel mondo tramite il potere dispotico del signoraggio bancario (causa della crisi finaziaria attuale) e  le organizzazioni internazionali dell’ONU. Ma non abbiamo con ciò toccato il fondo di questo iniquo mistero. 

C’è di più: la Chiesa Conciliare da Giovanni XXIII a Benedetto XVI  ossequia questo mondo con ripetute visite al palazzo dell’ONU a New York e perfino alla stanza di meditazione, il “Temple of Understanding”, capella del Lucis Trust (la principale sètta di Satana). Tutto questo sotto lo sguardo severo dei ‘fratelli maggiori’: il nuovo vitello d’oro, eretto nel mezzo del tempio di Dio sotto la cupola di San Pietro durante il Concilio Vaticano II con il famoso decreto “Nostra Aetate”, idolo che si fa adorare al centro della Chiesa modernista.
E la dirigenza della Fraternità Sacerdotale San Pio X, invece di seguire l’ordine del fondatore di non discutere – per il bene della Chiesa, dei fedeli e anche degli stessi modernisti – con la Roma modernista non mette neanche più in dubbio questo papato come lo fece una volta e ossequia Benedetto XVI come vero papa della Chiesa conciliare. Vera chiesa cattolica e chiesa conciliare ora in Fraternità sono perfettamente identificati. E’ vietato ora predicare il contrario. Tutt’al più si possono segnalare delle “difficoltà”. Questa nuova direzione verso la Roma modernista si svolge sotto lo sguardo severo anche dei governi, specialmente quello tedesco, emissari dei potenti di questo mondo che ordinano: “Guai se riammettete quel Williamson che ci ha pestato i piedi”. E la povera Fraternità ha pensato fare bene a concedere alla rivista “Der Spiegel” un’ intervista per screditare di nuovo (feb 2010), un anno dopo i fatti, il confratello nell’episcopato, affermando l’Olocausto, affermando che certamente sono stati i terroristi ad aver buttato giù le torri gemelle, che non esiste nessun tipo di congiura mondiale,ecc… Proprio coloro che rimproveravano un anno prima a Mgr. Williamson di aver parlato di storia perché non rientrerebbe nel compito di un vescovo (come se Gesù Cristo non fosse dominatore della storia), loro si fanno adesso storici e perfino specialisti di analisi del terrorismo talebano secondo la vulgata mediatica. Certo, sono cinque milioni i tedeschi che leggono “Der Spiegel” e leggendo quella presa di distanze da Mgr. Williamson (e dal sottoscritto) potrebbero essere portati a pensare che non tutti i tradizionalisti  sono quei cupi complottisti che soffrono della follia delle persecuzioni.
Sono dunque purtroppo costretto a concludere che anche l’ultimo baluardo della tradizione è compromesso. Mi diranno: “Lei è troppo severo. Non è stato firmato nessun accordo con Roma!”. E’ vero. Non è stato firmato nessun accordo; ma non serve, perché con i fatti pubblici avete abbracciato “le malvage opere” della Roma modernista e avete ceduto a quel mondo che il concilio ha divinizzato e che i suoi continuatori, anche Benedetto XVI continuano a divinizzare. Un anno fa quando la provvidenza Vi offriva un opportunità unica di testimoniare per la verità avete taciuto su verità storiche intimamente connesse a Gesù Cristo, il Suo Regno Sociale e al mistero d’Israele; avete sconfessato e destituito un vescovo.  Avete poi cacciato con violenza e diffamazione a mezzo stampa un sacerdote che ha sollevato questa questione teologica: Gesù Cristo, il suo regno, l’apostasia conciliare,  la conversione di Israele che ancora non intende convertirsi ma ritiene essere il nuovo messia. Il vostro sacrificio di un vescovo e di un sacerdote offerto ai potenti di questo mondo sull’altare dei media, questo l’hanno visto e udito tutti (a differenza di quello che Vi dite a porte chiuse nei sacri palazzi). E’ un fatto pubblico che non è riparato con mezzi rimorsi confidati in sacristia sotto mano a fedeli perplessi.
Quindi una firma sotto un accordo è quasi superflua. Forse al giorno d’oggi la firma manca perché potrebbe svegliare qualche sacerdote o fedele assopito. Che si sveglino!
Non porto rancore ma rimane da parte mia nei confronti di coloro che stanno portando la Fraternità su falsi binari l’indignazione e l’accusa di aver disubbidito al venerato fondatore colloquiando col serpente; di avere tradito la buona battaglia con le menzogne di Motu Proprio e tolta delle scomuniche, dell’ossequioso atteggiamento verso Benedetto XVI, del cedimento al “mondo” nell’affare Williamson e infine della strumentalizzazione della Santa Vergine per coprire tutto ciò con crociate di rosari. La Santa Vergine di Lourdes è la stessa di quella di La Salette che disse: “Roma diventerà la sede dell’anticristo”. Ora con quale ardire si fa pregare per la conversione della Russia alla Roma Conciliare apostata. E’ assurdo! In un intervista a 30 giorni il superiore generale della Fraternità si vantava di avere declinato la richiesta da parte di cinque vescovi russi di convertirsi al cattolicesimo nella Fraternità San Pio X e di averli mandati a Roma. “E’ successo poi che ci sono stati dei vescovi ortodossi che hanno chiesto di aderire alla Chiesa cattolica attraverso un’adesione alla nostra Fraternità. A questi ho sempre risposto che si devono rivolgere al Vescovo di Roma, al Papa…” (30 Giorni, settembre 2005). Questo fatto, come quelli del canto del Te Deum per il Motu Proprio e dei ringraziamenti per la “revoca” delle scomuniche dimostrano che per la dirigenza della Fraternità attualmente non c’è più apostasia da parte della gerarchia ufficiale; a Roma non governano più dei anticristi. Ci saranno dei problemi ma non degli abissi che dividono la chiesa del concilio dalla fede cattolica .E’ stato invece proprio il Concilio a consumare l’apostasia: sotto il foglio di fico della “libertà religiosa”, della “sana laicità” ha sdoganato il despotico governo mondiale che ha a sua volta ha “aggiornato” la chiesa come intendeva Giovanni XXIII; infatti i costumi del clero sono stati “aggiornati”  … e si! La caduta libera nel vizio da parte del clero è una conseguenza diretta dell’apostasia conciliare. Come fa il superiore del distretto francese, Abbé Regis de Caqueray a dichiarare che Ratzinger è “martire” e più perseguitato di Pio IX e Pio XII; Benedetto XVI che ahimè sta raccogliendo i frutti di questo nefasto sinodo di cui lui era fra i più fieri artefici e tutt’ora ne è l’imperterrito continuatore.
Coloro che grazie alla Fraternità San Pio X avevano imparato a servire Gesù Cristo nella Sua Chiesa e a combattere l’apostasia della contro -chiesa conciliare “strappando la maschera dal volto dei modernisti” per utilizzare l’ espressione di San Pio X si troveranno prima o dopo davanti a un problema di coscienza: la Fraternità San Pio X che ha dichiarato di poter prendere le distanze dal suo fondatore con la scusa che la situazione nella chiesa sia cambiata in meglio, che incoraggia i fedeli a partecipare alle messe del Motu Proprio annunciate nelle bacheche di qualche priorato, che invece di esigere dal presunto papa la fede cattolica venera Ratzinger come se fosse un papa cattolico mentre toglie il saluto, caccia diffama invece i propri sacerdoti che dimostrano e ricordano come Gesù viene negato e diviso dalla Roma attuale. Questi sacerdoti vengono trattati come eretici da evitare: (Padre Turco e prima di lui i padri Meramo, Ceriani, Soliman; senza contare i sacerdoti che sono stati allontanati per le stesse ragioni nel passato): questa Fraternità in questo modo non  assicura più al fedele cattolico e cresimato la facoltà di santificarsi nella professione e nella efficace difesa anche pubblica della fede cattolica. Diventa dunque per i fedeli un dovere manifestare apertamente e riprendere anche pubblicamente sacerdoti e vescovi affinché ritornino alla buona battaglia. In sostanza è quello che consiglio ai “tradizionalisti perplessi”
Ringrazio la divina provvidenza per avermi concesso la grazia di aver potuto continuare  in questo primo anno qui alla domus Marcel Lefèbvre la buona battaglia non senza qualche buon frutto: penso a chi si è avvicinato ai sacramenti, ai matrimoni, ai battesimi, la vostra partecipazione alle catechesi, ai primi venerdi e sabati del mese, al vostro zelo manifestato attraverso le conferenze del circolo culturale Cristus Rex, il suo sito ‘agerecontra’ che quotidianamente fornisce informazioni utili e senza zelo amaro tiene viva la fiamma della sana “vis polemica”. Deo gratias!
Vi invito tutti alla santificazione! Santificate la domenica, è un precetto!  Mettetevi in regola con il Signore. Confessatevi!Studiate e siate apostoli! Vigilate ai falsi profeti, a chi nega e divide Gesù Cristo!
Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat!
SLGC

3 commenti:

  1. Difatti questo tradimento sembra ricollegarsi ancora una volta, come tutti i tradimenti, al soldo...Sembra che il dirigente della Fsppx abbia incaricato economista di gestire i fondi della fraternità. Stranamente questo economista sarebbe legato all' avvocato che mons Williamson ha ricusato per non sostenerlo adeguatamente. Questo ha poi comnunicato in un battibaleno ai media tedeschi che incaricato era stato altro avvocato "nazista". Da qui altro percorso arzigogolato obbligato di Williamson per obbedire alla Fraternità scegliendone un altro. Nel frattempo l'economista (ebreo?) gestisce i fondi della comunità e vincola così la stessa a seguire dettami dat da altri riguardo ai comportamenti pubblici. Dove non arriva il Denaro !

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  2. Mardunolbo,
    posso chiederti dove hai trovato questa notizia?....

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