Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
Vero Papa ? - II
Non tutti si sono trovati d'accordo con l'opinione espressa qui la settimana scorsa (CE 198) e secondo la quale la buona fede e la buona volontà soggettive dei papi conciliari impediscono che li si possa invalidare come papi per le loro oggettive agghiaccianti eresie (si veda Johannes Döermann sull'insegnamento di Giovanni Paolo II sulla salvezza universale; e Mons. Tissier sullo svuotamento della Croce da parte di Benedetto XVI). L'opinione contraria è che queste eresie sono talmente agghiaccianti che
1) non è possibile che siano state espresse da dei veri Vicari di Cristo,
2) nessuna buona fede soggettiva può neutralizzare la loro oggettiva velenosità, 3) la buona fede soggettiva è da escludersi nel caso dei papi conciliari, i quali sono stati educati con l'antica teologia.
Consideriamo pacatamente un argomento per volta: -
Primo: Fino a che punto il Signore Iddio può permettere che il suo Vicario lo tradisca (oggettivamente)? Solo Dio lo sa per certo. Tuttavia la Scrittura ci dice (Lc. XVIII, 8) che quando Cristo ritornerà, difficilmente troverà ancora la fede sulla terra. Ma oggi, nel 2011, la fede è già ridotta a questo punto? Si può ritenere di no. In questo caso Dio può permettere ai suoi Vicari conciliari di fare ancora peggio, senza che per questo cessino di essere i suoi Vicari.
Non dice la Scrittura che Caifa era il Suo Sommo Sacerdote nello stesso esatto momento in cui perpetrava il crimine dei crimini contro Dio, e cioè l'omicidio giuridico di Cristo (Gv. XI, 55)?
Secondo: È vero che l'oggettiva eresia degli eretici ben intenzionati è molto più importante per la Chiesa universale delle loro soggettive buone intenzioni, ed è anche vero che molti eretici oggettivi sono soggettivamente convinti della loro innocenza. Per questo duplice motivo, quando nella Madre Chiesa tutto è in ordine, essa attiva un meccanismo col quale costringe questi eretici materiali o a rinunciare alla loro eresia o a diventare degli eretici formali a tutti gli effetti, ed è per mezzo dei suoi inquisitori che essa esercita l'autorità datale da Dio per condannare l'eresia e mantenere la purezza della dottrina.
Ma che succede quand'è la massima autorità della Chiesa a nuotare nelle eresie oggettive?
Chi al di sopra dei papi ha l'autorità per correggerli? Nessuno!
Quindi Dio avrebbe abbandonato la Sua Chiesa? No!
Ma non la mette a dura prova a causa della tiepidezza della massa dei cattolici di oggi - e, ahimé, dei tradizionalisti?
Terzo: È vero che sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI hanno ricevuto un'educazione filosofica e teologica preconciliare, ma a quel tempo era già da più di un secolo che i vermi del soggettivismo kantiano e dell'evoluzionismo hegeliano rodevano il cuore della concezione della verità oggettiva e immutabile, senza la quale lo stesso concetto di dogma cattolico immutabile non ha alcun senso.
Ora, si può ben argomentare che questi due papi siano moralmente colpevoli - per esempio per l'amore della popolarità o per l'orgoglio intellettuale - tanto da cadere nell'eresia materiale, ma le colpe morali non possono sostituire l'autoritativa condanna dottrinale che permette di volgere la loro eresia materiale in eresia formale.
Pertanto, visto che solo gli eretici formali sono esclusi dalla Chiesa, e considerato che l'unico modo certo per dimostrare che qualcuno è un eretico formale non è applicabile nel caso di questi papi, su questo problema dei papi conciliari deve restare aperto un certo ventaglio di opinioni.
Il termine “sedevacantista” non merita di essere considerato come quella parolaccia che di esso fanno i “tradizionalisti” liberali e tuttavia gli argomenti dei sedevacantisti non sono così decisivi come essi desidererebbero o vorrebbero far credere.
In conclusione, i sedevacantisti possono essere ancora cattolici, ma i cattolici non sono ancora obbligati ad essere sedevacantisti.
Io sono di quelli che credono che i papi conciliari sono veri papi.
Kyrie eleison
Londra, Inghilterra
Non tutti si sono trovati d'accordo con l'opinione espressa qui la settimana scorsa (CE 198) e secondo la quale la buona fede e la buona volontà soggettive dei papi conciliari impediscono che li si possa invalidare come papi per le loro oggettive agghiaccianti eresie (si veda Johannes Döermann sull'insegnamento di Giovanni Paolo II sulla salvezza universale; e Mons. Tissier sullo svuotamento della Croce da parte di Benedetto XVI). L'opinione contraria è che queste eresie sono talmente agghiaccianti che
1) non è possibile che siano state espresse da dei veri Vicari di Cristo,
2) nessuna buona fede soggettiva può neutralizzare la loro oggettiva velenosità, 3) la buona fede soggettiva è da escludersi nel caso dei papi conciliari, i quali sono stati educati con l'antica teologia.
Consideriamo pacatamente un argomento per volta: -
Primo: Fino a che punto il Signore Iddio può permettere che il suo Vicario lo tradisca (oggettivamente)? Solo Dio lo sa per certo. Tuttavia la Scrittura ci dice (Lc. XVIII, 8) che quando Cristo ritornerà, difficilmente troverà ancora la fede sulla terra. Ma oggi, nel 2011, la fede è già ridotta a questo punto? Si può ritenere di no. In questo caso Dio può permettere ai suoi Vicari conciliari di fare ancora peggio, senza che per questo cessino di essere i suoi Vicari.
Non dice la Scrittura che Caifa era il Suo Sommo Sacerdote nello stesso esatto momento in cui perpetrava il crimine dei crimini contro Dio, e cioè l'omicidio giuridico di Cristo (Gv. XI, 55)?
Secondo: È vero che l'oggettiva eresia degli eretici ben intenzionati è molto più importante per la Chiesa universale delle loro soggettive buone intenzioni, ed è anche vero che molti eretici oggettivi sono soggettivamente convinti della loro innocenza. Per questo duplice motivo, quando nella Madre Chiesa tutto è in ordine, essa attiva un meccanismo col quale costringe questi eretici materiali o a rinunciare alla loro eresia o a diventare degli eretici formali a tutti gli effetti, ed è per mezzo dei suoi inquisitori che essa esercita l'autorità datale da Dio per condannare l'eresia e mantenere la purezza della dottrina.
Ma che succede quand'è la massima autorità della Chiesa a nuotare nelle eresie oggettive?
Chi al di sopra dei papi ha l'autorità per correggerli? Nessuno!
Quindi Dio avrebbe abbandonato la Sua Chiesa? No!
Ma non la mette a dura prova a causa della tiepidezza della massa dei cattolici di oggi - e, ahimé, dei tradizionalisti?
Terzo: È vero che sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI hanno ricevuto un'educazione filosofica e teologica preconciliare, ma a quel tempo era già da più di un secolo che i vermi del soggettivismo kantiano e dell'evoluzionismo hegeliano rodevano il cuore della concezione della verità oggettiva e immutabile, senza la quale lo stesso concetto di dogma cattolico immutabile non ha alcun senso.
Ora, si può ben argomentare che questi due papi siano moralmente colpevoli - per esempio per l'amore della popolarità o per l'orgoglio intellettuale - tanto da cadere nell'eresia materiale, ma le colpe morali non possono sostituire l'autoritativa condanna dottrinale che permette di volgere la loro eresia materiale in eresia formale.
Pertanto, visto che solo gli eretici formali sono esclusi dalla Chiesa, e considerato che l'unico modo certo per dimostrare che qualcuno è un eretico formale non è applicabile nel caso di questi papi, su questo problema dei papi conciliari deve restare aperto un certo ventaglio di opinioni.
Il termine “sedevacantista” non merita di essere considerato come quella parolaccia che di esso fanno i “tradizionalisti” liberali e tuttavia gli argomenti dei sedevacantisti non sono così decisivi come essi desidererebbero o vorrebbero far credere.
In conclusione, i sedevacantisti possono essere ancora cattolici, ma i cattolici non sono ancora obbligati ad essere sedevacantisti.
Io sono di quelli che credono che i papi conciliari sono veri papi.
Kyrie eleison
Londra, Inghilterra
Questo Vescovo ha una lucidità di pensiero che, a prescindere da ciò che dice, è segno evidente di profonda attenzione al problema. Sicuramente una voce ed opinione borderline, ma anche voce autorevole per come si propone e per come sa ragionare.
RispondiEliminaUn plauso alla franchezza e alla lucidità (che spesso mancano nell'attuale gerarchia ecclesiastica).
Alessio
Mons Williamson borderLine?
RispondiEliminaBah!
Che vuol dire borderline?
Se lui è borderline chi dice che Cristo si è incarnato in ogni uomo che è?
Paura della verità? tutti offline!!!
CVCRCI
Trovo ben sensato il primo punto e aggiungo una mia riflessione personale.
RispondiEliminaI sedeprivazionisti ritengono che l'Autorità Papale sia mancante dai tempi del Concilio e che oggi vi sia solo una sede materiale senza più una forma...da qui il diffondersi dell'errore.
Ma può l'uomo riuscire in cotanta impresa?
Basterebbe un obex per demolire la Chiesa di Gesù?
Massoni, protestanti, comunisti con forze enormi vi avrebbero provato per molto tempo e con vani risultati...
Invece paradossalmente i primi veri risultati negativi giungono proprio da quegli eletti di Dio chiamati al compito contrario...i Vicari di Cristo...
Allora non è dunque che forse quel potere delle Chiavi non sia annientato dall'obex ma che invece ci sia ancora e che loro stiano tentando di usarlo (fino a che Dio glielo permetterà) per stiracchiare la Verità, per sviare dalla strada principale e appoggiare anche errori pseudo cristiani secondo la loro visione personale del nuovo mondo?
I risultati ci sono e questo è oggettivo.
La Chiesa è cambiata.
Allora questo sottointenderebbe un autorità che c'è ancora ma che non APPARE PIU' per il sano governo della Chiesa e per la diffusione del sano Magistero, ma che ricompare invece oggettivamente in una forma diversa per uno scorretta guida della Chiesa...
Dio è in attesa per vedere fino a quanto la blasfemia potà arrivare, la Sua giustizia sta soppesando tanto ardire....ma ricordiamoci che Dio permette queste cose come punizione per la tiepidezza della nostra fede...
So che questa idea tira in ballo tanti pro e contro dottrinari, ma è una riflessione fatta ora su due piedi alla lettura del primo punto di Williamson...
Che vuol dire borderline?
RispondiEliminaSe lui è borderline chi dice che Cristo si è incarnato in ogni uomo che è?
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X Stettino
Intendevo non in termini di verità, ma semplicemnete di posizione in questa "variopinta compagine postconciliare".
Immagina un anfiteatro, Williamson probabilemnte si metterebbe ad un estremo, spintovi dalla maggioranza che spintona.
Dall'altra parte dell'emiciclo probabilmente sarebbero seduti quelli che dicono che "Cristo si è incarnato in ogni uomo"(santo cielo brbrbrbr....).
Semplice collocazione. non ho espresso un'opinione sul merito, nè tantomeno su chi porta la Verità.
Alessio
Detta così è un pò più chiara detta borderline visto che parliamo della Verità sembrerebbe a limite con la Verità stessa io direi che quelli che oggi si dicono dentro sono palesemente offline e quelli borderline o offline sono palesemente dentro (nella Chiesa)
RispondiEliminaPer Ghergon sono in linea di massima con te, l'uomo sicuramente non può prevalere su Dio e quindi concordo con la tua seconda parte del discorso il Signore prova la sua Chiesa per vedere chi resisterà, ma a quale prezzo di anime si arriverà alla fine per colpa di una gerarchia ormai lontana dalla Verità, l'autorità è Cristo e l'autorità sempre ci sarà se il vicario non ne usa è solo un semplice uomo egli ha smesso di usufruirne e non la riconosce e la domanda è ubi Petrus?
CVCRCI