Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
Mele marce
In due modi una mela marcia può gettare un po' di luce nelle tenebre dell'odierna Chiesa eclissata. Primo: noi non aspettiamo che ogni parte di una mela sia marcia per dire che è marcia nell'insieme, quantunque parti di essa non siano ancora marce; quindi, per rispondere alla domanda se una mela è marcia dobbiamo fare una doppia distinzione: nell'insieme è marcia; in questa parte sì, in quest'altra no. Secondo: mentre la mela non è il marciume e il marciume non è la mela, tuttavia il marciume è inseparabile da quella mela e non può esistere senza di essa. Vediamo di applicare la prima parte di questo ragionamento di buonsenso al Novus Ordo Missae e alla “Chiesa conciliare”, e la seconda parte alla “Chiesa conciliare” e al papato.
Per quanto riguarda la nuova Messa, essa è marcia nel suo insieme a causa del suo conciliare antropocentrismo, ma mentre alcune parti sono chiaramente non cattoliche (p. e. l'Offertorio), altre parti sono cattoliche (p. e. il Kirie Eleison). Poiché è marcia nell'insieme e tale da rendere lentamente protestanti i cattolici, essa non è idonea per assistervi, anche se la parte della Consacrazione possa essere cattolica e valida. Così che del Novus Ordo Missae non si può dire che sia valida da potervi assistere, né che non vi si possa assistere perché è invalida. In verità essa può essere valida nella sua parte essenziale, ma questa non è una ragione sufficiente per mettere in pericolo la propria fede con l'assistervi nell'insieme.
Similmente, la Chiesa odierna nel suo insieme è marcia nella misura in cui il conciliarismo la pervade tutta, ma questo non significa che ogni singola parte della Chiesa sia marcia a causa del conciliarismo. Così che è sbagliato condannare ogni parte che è ancora cattolica a causa dell'insieme conciliare, come è sbagliato scusare l'insieme conciliare per quelle parti che sono ancora cattoliche. Per adeguare il proprio intelletto alla realtà si deve distinguere non solo tra le diverse parti, ma anche tra l'insieme e le parti.
Se poi alla Chiesa odierna applichiamo anche la seconda parte del confronto con la mela marcia, possiamo dire che è del tutto idoneo parlare di due chiese, la “Chiesa conciliare” e la Chiesa cattolica, dal momento che il conciliarismo lo si può trovare nella vita reale di tutta la Chiesa, anche se il conciliarismo e il cattolicesimo, al loro stato puro, si escludono l'un l'altro al pari del marciume e della mela. Ma essi, nella vita reale, non sono separabili, non più del marciume dalla sua mela o di qualunque parassita dal suo ospite. Nella vita reale vi è solo una Chiesa, la Chiesa cattolica, oggi affetta in tutto dal marciume conciliare.
Pertanto, nei confronti di un papa conciliare, è del tutto idoneo dire che egli è il capo di due chiese, perché, con le sue parole e i suoi atti, talvolta cattolici, talvolta conciliari, egli si pone continuamente a capo sia della Chiesa cattolica sia del marciume conciliare. Ma questo non significa che egli è il capo di due chiese in realtà separate, significa invece che è a capo sia del cattolicesimo sia del conciliarismo in quella reale Chiesa cattolica oggigiorno sfigurata in tutto dal marciume conciliare.
E perché, in nome del Cielo, i nostri capi della Chiesa sono così innamorati del marciume conciliare?
Per la moderna brama di libertà. Ma questa è un'altra storia.
Nel frattempo noi dobbiamo pregare con tutte le forze per Benedetto XVI perché possa vedere di nuovo la differenza tra la mela e il marciume!
Kyrie eleison
Londra, Inghilterra
In due modi una mela marcia può gettare un po' di luce nelle tenebre dell'odierna Chiesa eclissata. Primo: noi non aspettiamo che ogni parte di una mela sia marcia per dire che è marcia nell'insieme, quantunque parti di essa non siano ancora marce; quindi, per rispondere alla domanda se una mela è marcia dobbiamo fare una doppia distinzione: nell'insieme è marcia; in questa parte sì, in quest'altra no. Secondo: mentre la mela non è il marciume e il marciume non è la mela, tuttavia il marciume è inseparabile da quella mela e non può esistere senza di essa. Vediamo di applicare la prima parte di questo ragionamento di buonsenso al Novus Ordo Missae e alla “Chiesa conciliare”, e la seconda parte alla “Chiesa conciliare” e al papato.
Per quanto riguarda la nuova Messa, essa è marcia nel suo insieme a causa del suo conciliare antropocentrismo, ma mentre alcune parti sono chiaramente non cattoliche (p. e. l'Offertorio), altre parti sono cattoliche (p. e. il Kirie Eleison). Poiché è marcia nell'insieme e tale da rendere lentamente protestanti i cattolici, essa non è idonea per assistervi, anche se la parte della Consacrazione possa essere cattolica e valida. Così che del Novus Ordo Missae non si può dire che sia valida da potervi assistere, né che non vi si possa assistere perché è invalida. In verità essa può essere valida nella sua parte essenziale, ma questa non è una ragione sufficiente per mettere in pericolo la propria fede con l'assistervi nell'insieme.
Similmente, la Chiesa odierna nel suo insieme è marcia nella misura in cui il conciliarismo la pervade tutta, ma questo non significa che ogni singola parte della Chiesa sia marcia a causa del conciliarismo. Così che è sbagliato condannare ogni parte che è ancora cattolica a causa dell'insieme conciliare, come è sbagliato scusare l'insieme conciliare per quelle parti che sono ancora cattoliche. Per adeguare il proprio intelletto alla realtà si deve distinguere non solo tra le diverse parti, ma anche tra l'insieme e le parti.
Se poi alla Chiesa odierna applichiamo anche la seconda parte del confronto con la mela marcia, possiamo dire che è del tutto idoneo parlare di due chiese, la “Chiesa conciliare” e la Chiesa cattolica, dal momento che il conciliarismo lo si può trovare nella vita reale di tutta la Chiesa, anche se il conciliarismo e il cattolicesimo, al loro stato puro, si escludono l'un l'altro al pari del marciume e della mela. Ma essi, nella vita reale, non sono separabili, non più del marciume dalla sua mela o di qualunque parassita dal suo ospite. Nella vita reale vi è solo una Chiesa, la Chiesa cattolica, oggi affetta in tutto dal marciume conciliare.
Pertanto, nei confronti di un papa conciliare, è del tutto idoneo dire che egli è il capo di due chiese, perché, con le sue parole e i suoi atti, talvolta cattolici, talvolta conciliari, egli si pone continuamente a capo sia della Chiesa cattolica sia del marciume conciliare. Ma questo non significa che egli è il capo di due chiese in realtà separate, significa invece che è a capo sia del cattolicesimo sia del conciliarismo in quella reale Chiesa cattolica oggigiorno sfigurata in tutto dal marciume conciliare.
E perché, in nome del Cielo, i nostri capi della Chiesa sono così innamorati del marciume conciliare?
Per la moderna brama di libertà. Ma questa è un'altra storia.
Nel frattempo noi dobbiamo pregare con tutte le forze per Benedetto XVI perché possa vedere di nuovo la differenza tra la mela e il marciume!
Kyrie eleison
Londra, Inghilterra
Detto da Williamson è tutto un programma ...
RispondiEliminaAnonimo, non è un "programma" forse non conosci bene il significato italiano delle parole, essendo forse assuefatto ad un gergo neocatecumenale...?
RispondiEliminaMa il detto da Williamson è un'analisi logica, di quelle che si facevano alle elementari, inserendo nome, participio verbale e complemento oggetto...ti ricordi? hai mai fatto ? Ed un'analisi è condivisibile o meno. A seconda dell'emotività individuale, anche un'analisi logica dei fatti può essere o meno condivisa. A certuni il nome Williamson suscita tale imediata reazione di ripulsa che non riescono più ad usare bene la ragione e si ritraggono nell'emotività pura. Peggio per loro! Personalmente condivido tutto quel che ha scritto l'egregio e coraggioso mons.Willimason, che, NONOSTANTE TUTTO, dimostra di avere ancora lucidità nell'amare la sua e la nostra Chiesa cattolica in mercescenza!
L'analisi di Williamson invece è lucidissima. ho un'ammirazione per questo vescovo che se solo lo incontrassi e mi dicesse:
RispondiElimina"Seguimi che ti porto da Gesù", io ci andrei davvero.
Ragiona chiaramente.
L'unica cosa che gli si può criticare è il concetto di marciume, che è un punto di vista. C'è chi infatti si accontanta anche di mangiare la mela, "scattivandola", come si dice dalle mie parti, cioè di cibarsi solo di quella parte buona. Se nel Novus Ordo l'offertorio è un'altra cosa (è infatti una sorta di berakà, non so se si scrive così), la parte successiva della consacrazione è cattolica.
Sono sempre rimasto convinto che la cosa importante è far fruttificare il seme buono.
magari chi frequenta il VO, riceve tantissimi semi buoni, ma questo non vuol dire garanzia di frutto, se sei "pietra dura" invece che "buona terra".
magari io che faccio il CNC, ricevo solo qualche semino (pur sempre buono); la mia vita attualmente è nel far fruttificare questi semini che ricevo, e se anche non sono molti (ma io personalmente ne vedo tanti) li vedo davvero, e so che sono importanti per la mia vita, cioè sono convinto che Dio mi alimenta davvero.
Il fatto che non comprende Williamson, è che secondo me la Chiesa oggi preferisce essere una mela con qualche ammacco. Non c'è nulla di premeditato, ma neppure inverte la tendenza. Non vuole perchè ha intravisto evidentemente altro che noi oggi non vediamo.
Alessio,
RispondiEliminail marciume di cui parla Williamson, non è un suo "punto di vista"...noi molte dinamiche interne non le conosciamo...altrimenti ci prenderebbe un malore...sto leggendo un libro, documentatissimo, sui legami di GPII con lo IOR, con Calvi, con Marcinkus, con le dittature sudamericane...posso assicurarti che sembra di leggere di una immensa associazione a delinquere (lo leggo molto lentamente perchè è da maldistomaco). Puoi accettare che un Vescovo abbia qualche informazione più di te?...
Ale, sei un pochino arrogante...chi ti dice che chi va al Vetus Ordo sia "pietra dura" e che non faccia frutto? E' più facile che faccia frutto una pietra dura partecipando al Vetus Ordo, il Quale "spacca le pietre", che una terra buona possa fruttare con l'eucarestia neocat, che è eretica e sicretistica. Dici che vedi "tanti semi buoni"...infatti il problema sta proprio nel discernere fra semi e semi...
Guarda che Williamsoon "capisce molto bene" che si preferisce addentare la mela ammaccata e marcita...è proprio questo il problema.
E attenzione, che col tempo una mela solo ammaccata poi comincia a mercire, finchè pianpiano diventa tutta scura, tutta marcia, si riempie di muffa , si fradicia, e va gettata nella spazzatura. Altro che intravedere ciò che noi non vediamo....
Chiedo scusa, Alessio,
RispondiEliminaho eliminato per errore il tuo ultimo commento qui...potresti rimetterlo per favore?....
ti ringrazio, scusa...
Nessun problema, capita.
RispondiEliminaDicevo che non avevo affermato che chi partecipa al Vetus Ordo è pietra dura.
Dicevo che se anche partecipi al vetus Ordo, ma sei pietra dura, e non desideri far entrare il Signore, allora serve comunque a poco.
Se la terra buona riceve 2 semi, allora dà frutto, forse poco ma lo dà.
Se la pietra dura riceve 100 semi, non dà frutto comunque.
Poi, se la terra buona riceve 100 semi, allora darà molto ma molto frutto.
Sul fatto che il vetus Ordo spacca le pietre, non è corretto. Nulla può Dio senza la nostra adesione a Lui. basta pochino, uno spiraglio, ma questo ci deve essere. e ahimè il semplice andare talvolta non corrisponde ad una autentiaca adesione.
Con questo mai e poi mai mi metto a giudicare chiccessia. il discorso è generalissimo e riguarda la partecipazione ad una qualunque Eucaristia.
Sulla mela che dopo un po' marcisce di volta in volta, hai ragione, spesso mi capita di dover buttare la frutta perchè non l'ho mangiata in tempo, se non l'ho "scattivata" in tempo. C'è da riflettere.
Difficile, caro Alessio,
RispondiEliminache uno partecipi alla Santa Messa Vetus Ordo, con tutte le difficoltà di trovarne una, con tutti i chilometri che si devono fare ogni volta per andarci (io ce l'ho a 40 Km di distanza, ma c'è chi arriva anche da più di 100 km, che con il ritorno a casa fanno 200), con tutto l'ostracismo e la ghettizzazione che comporta, se non si ha uno spiraglio aperto alla Grazia Divina.
Lo spiraglio mi pare scontato, perchè la scelta è difficile ed impopolare per se stessa...ed occorre zelo... e fede... e amore per la Verità che è Cristo stesso, per decidere di andare....oltre che l'aver preso coscienza che è l'unica Liturgia cattolica ancora esistente (cioè come desidera il Signore).
Ma che la Messa Antica sprigioni una Grazia che spacca le pietre, questo te lo posso testimoniare personalmente. Ogni volta ricevo una tale Grazia, anche a livello sensibile, che mi lascia piena di stupore...una Grazia che non ho MAI ricevuto nel Novus Ordo (o almeno mai a questi livelli) e meno ancora nell'Eucarestia neocatecumenale. Forse perchè l'impostazione liturgica predispone tutto l'essere ad un'accoglienza tale della Salvezza e della Presenza del Signore, che quando Egli si comunica, agisce con tale profondità e pregnanza, che va molto molto oltre la debolezza e piccolezza della creatura. Questa, almeno, tutte le volte, è la mia esperienza.
Sulla mela, sì, c'è da riflettere, perchè non c'è nessuna intenzione, non solo di "scattivarla in tempo", ma di scattivarla affatto.