mercoledì 15 giugno 2011

Pio XII: "Sento tutt’intorno a me questi innovatori che desiderano smantellare la Sacra Cappella".


Pio XII disse:
“Sono preoccupato per il messaggio che ha dato la Beata Vergine a Lucia di Fatima. Questo insistere da parte di Maria, sui pericoli che minacciano la Chiesa, è un avvertimento divino contro il suicidio di alterare la fede, nella Sua Liturgia, la sua Teologia e la Sua anima… Sento tutt’intorno a me questi innovatori che desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e farla sentire in colpa per il Suo passato. Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato negherà il proprio Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Sarà allora tentata di credere che l’uomo è diventato Dio. Nelle nostre chiese, i Cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li aspetta. Come Maria Maddalena, in lacrime dinanzi alla tomba vuota, si chiederanno: Dove lo anno portato? ”

Infatti con l’avvento del Concilio Vaticano II questa profezia si è avverata, soprattutto per quanto riguarda la liturgia Eucaristica: codesti nemici, di cui parlava Pio XII : “Sento tutt’intorno a me questi innovatori…”, ( in effetti per quanto riguarda il Concilio Vaticano II, molti di questi personaggi erano stati fermati da Pio XII, per le loro posizioni dottrinarie contrarie alla vera Dottrina Cattolica, per poi essere incredibilmente riabilitati da Giovanni XXIII e costoro sono Padre Karl Rahaner, Hans Urs von Balthasar, Yves Congar, Hans Kùng, Padre Shillebeeckx, Domunique Chenu, l’Arcivescovo Bugnini Annibale, progressista, che fu uno dei principali artefici della rivoluzione della liturgia culminata nella nuova Messa “Novus Ordo”. Quest’ultimo fu alla fine esiliato in Iran dal Vaticano perché Paolo VI ricevette prove inconfutabili che dimostravano l’appartenenza di Bugnini alla Massoneria. [Michael Davies dedica un intero capitolo all’Arcivescovo Bugnini nel suo “Pope Paul’s New Mass” - Angelus Press, Kansas City, 1992, cap. 24]. Il Cardinale Jean Villot, che di fatto ideò e portò a termine la ristrutturazione della Curia Romana: se si cerca nei registri dei Massoni, richiesto dalla legge Italiana, si può leggere benissimo tra i vari nomi quello di Jean Villot. Lo stesso Villot che operò la ristrutturazione della Curia! Dopo la morte del Cardinal Villot, fu trovato nella sua biblioteca privata un messaggio scritto dal Gran Maestro della sua Loggia di appartenenza, il quale lo lodava per aver sostenuto le tradizioni massoniche. Inoltre Padre Pedro Farnes, Don Bernard Botte, Odo Casel, Louis Bouyer, Paul Ricoeur, Carl Barth, ecc…)
Il Santo Padre nel discorso di lunedì 13 giugno, in San Giovanni in Laterano tra l'altro ha detto:
"Mi torna alla memoria che, proprio in questa Basilica, in un intervento durante il Sinodo Romano, citai alcune parole che mi aveva scritto Hans Urs von Balthasar: “La fede non deve essere presupposta ma proposta".
Portando ad esempio questo teologo, Hans Urs von Balthasar, allora viene da chiedersi come mai spesso vengano citati questi personaggi che furono allontanati da Pio XII perche' eretici? Ma leggiamo ancora cosa dicono di questo teologo Giovanni Paolo II e Benedetto XII:


Già Giovanni Paolo II considerava Henri de Lubac, Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr dei maestri spirituali, dei dottori atti a illuminare la vita cristiana con una dottrina profondamente cattolica.
Il Papa Benedetto XVI, che nel 1990 ha patrocinato la fondazione della Casa Balthasar, si è auspicato una collaborazione con la nuova Joseph Ratzinger Papst Benedikt XVI. - Stiftung la quale si propone di promuovere la ricerca e l'insegnamento teologico nel suo spirito. La Casa Balthasar,in stretto legame con questa fondazione, sta creando a Roma un Centro J. Ratzinger.

Nell'autunno del 1949 Alfred Läpple mi aveva regalato l'opera forse più significativa di Henri de Lubac, Cattolicismo, nella magistrale traduzione di Hans Urs von Balthasar. Questo libro è divenuto per me una lettura di riferimento. Esso non solo mi trasmise un nuovo e più profondo rapporto con il pensiero dei Padri, ma anche un nuovo e più profondo sguardo sulla teologia e sulla fede in generale. La fede era qui una visione interiore, divenuta nuovamente attuale proprio pensando insieme con i Padri. In quel libro si percepiva il tacito confronto con il liberalismo e con il marxismo, la drammatica lotta del cattolicesimo francese per aprire una nuova breccia alla fede nella vita culturale del nostro tempo. De Lubac accompagnava il suo lettore da un modo individualistico e angustamente moralistico di credere verso il largo di una fede pensata e vissuta socialmente, comunitariamente nella sua stessa essenza, ad una fede che proprio perché era per sua stessa natura anche speranza, investiva la totalità della storia e non si limitava a promettere al singolo la sua beatitudine privata.
Joseph Ratzinger, La mia vita, p. 62

La Chiesa nel suo aspetto ministeriale ci dice che Balthasar fu un vero maestro della fede, una guida sicura verso le fonti dell’acqua viva, un testimone della Parola, dal quale noi impariamo Cristo e dal quale possiamo imparare la Vita.
Joseph Ratzinger, Funerale di Balthasar, Lucerna, 1° luglio 1988

Ritengo che la riflessione teologica [di Balthasar] mantenga intatta fino ad oggi una profonda attualità e provochi ancora molti ad addentrarsi sempre più nella profondità del mistero della fede, tenuti per mano da una guida così autorevole. [...]
Posso attestare che la sua vita è stata una genuina ricerca della verità, che egli comprendeva come una ricerca della vera Vita. Ha cercato le tracce della presenza di Dio e della sua verità ovunque: nella filosofia, nella letteratura, nelle religioni, giungendo sempre a spezzare quei circuiti che tengono spesso la ragione prigioniera di sé e aprendola agli spazi dell'infinito. Hans Urs von Balthasar è stato un teologo che ha posto la sua ricerca a servizio della Chiesa, perché era convinto che la teologia poteva essere solo connotata dall'ecclesialità. La teologia, così come lui la concepiva, doveva essere coniugata con la spiritualità; solo così, infatti, poteva essere profonda ed efficace. [...]
L'esempio che von Balthasar ci ha lasciato è piuttosto quello di un vero teologo che nella contemplazione aveva scoperto l'azione coerente per la testimonianza cristiana nel mondo. Lo ricordiamo in questa significativa circostanza come un uomo di fede, un sacerdote che nell'obbedienza e nel nascondimento non ha mai ricercato l'affermazione personale, ma in pieno spirito ignaziano ha sempre desiderato la maggior gloria di Dio.

Quindi come si puo' ben intendere dal pensiero di questi due pontefici, questo teologo viene portato ad esempio al popolo cristiano come un campione della fede. Ora noi propporremo un libro scritto da don Luigi Villa su questo teologo che mostra chiaramente che questo personaggio, definito teologo, di cattolico ha ben poco, difatti l'ultimo grande pontefice, Pio XII, veramente cattolico l'aveva fermato insieme ad altri perche le loro idee non erano considerate ortodosse ma anzi pericolose...

Se si ha avuto la pazienza di leggere questo documento si comprende in maniera chiara che questo teologo e' stato un disastro per la fede di tante persone e non ci si meraviglia piu' del perche lodano questi personaggi ambigui, daltronde fanno parte tutti della stessa conbriccola che ha traviato pesantemente l'andamento del Conciliabolo Vaticano II...
...Ero seduto nella tribuna dove gli esperti avevano il loro posto, così potevo seguire i lavori conciliari.
Nei primi due mesi, tuttavia, non ero ancora un perito ufficiale, solo un perito privato del cardinale. Soltanto in novembre il Papa mi nominò anche perito ufficiale, e da quel momento ho partecipato ufficialmente a tutte le sedute.
All’inizio, potevo partecipare ai lavori , ma non regolarmente a tutte le sedute: in queste circostanze era un grande avvenimento vedere tutti gli esperti, grandi personalità che avevo conosciuto attraverso lo studio: Henri De Lubac, Jean Danielou (1905-1974), Yves Congar (1904-1995), Marie-Dominique Chenu (1895-1990) e altri grandi nomi. Fu straordinario incontrare questi personaggi venerati perché erano persone che ammiravo.

Come non ci si stupisce piu' quando si fanno affermazioni, discorso di lunedì 13 giugno, ortodosse e poi nei fatti si faccia esattamente il contrario di quanto si afferma:

...La catechesi è azione ecclesiale e pertanto è necessario che i catechisti insegnino e testimonino la fede della Chiesa e non una loro interpretazione. Proprio per questo è stato realizzato il Catechismo della Chiesa Cattolica, che idealmente questa sera riconsegno a tutti voi, affinché la Chiesa di Roma possa impegnarsi con rinnovata gioia nell’educazione alla fede.

Per esempio quali possono essere questi fatti contraddittori? L'approvazione dello statuto e delle eretiche cathechesi del movimento assolutamente non cattolico Neocatecumenale:

Totale"debacle" modernista della nuova Chiesa Conciliare. L'ingiustizia è completa, VERGOGNA...


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3 commenti:

  1. Ho letto il pdf su Von Balthasar, scritto da mons. Villa. L'urto di repulsione che ho avuto mi ha fatto, insieme, leggere le parole di Von Balthasar come fossero scritte da Joseph Ratzinger(visto che ha elogiato bene varie volte questo cosiddetto "teologo"). E non credo sia un caso visto che quest'ultimo ripercorre le stesse orme.Grazie Gianluca di ripresentare con coraggio queste informazione che sono ormai pressochè sottaciute in molti blog, per non turbare la papolatria che sta portando alla rovina molti.La biografia semplice su certi personaggi della storia umana, in questo caso miserevole storia, servono più di mille parole. Il fatto che vivesse come ammaliato da una dottoressa di famiglia protestante, colta ed intelligente, circondata dalle "menti illuminate" del tempo, la dice lunga su qual debolezza di pensiero si sia sviluppata la teologia di Von Balthasar.Il fatto che vi fosse un menage a tre, rapporti sessuali o no, la dice pure lunga sulla miseria emotiva di quest'uomo, ma purtroppo suggerisce anche serie preoccupazioni sui papi che lo citano ed onorano. Spero che queste "preoccupazioni" (che per me sono anche peggio)colgano anche altri che leggono perchè vogliono informarsi sulla VERITA' DEI FATTI.

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  2. Siamo sempre alle solite.

    Quando la teologia diventa puro esercizio mentale di deduzioni e argomentazioni, i risultati non possono che essere questi e, d'altronde, questo comporta pure toccare il fondo.

    Personalmente non riesco a leggere il pensiero di questi teologi, sempre troppo denso, astratto, mentale. Penso che ancor oggi i seminaristi debbano sorbirsi tali "zuppe" ben presenti nella collezione "Mysterium Salutis" (i volumi di teologia color grigio topo rinvenibili dalle Paoline).

    Nulla a che fare con la teologia dei Padri dalla quale pure la Scolastica riceve calore e vita.

    Non so perché ma si sorvola sempre su "particolari" molto importanti: i Padri, finita la loro formazione nelle scuole elleniche, facevano esperienza monastica. Questo comportava un percorso spirituale di notevole intensità e li "obbligava" a legare la teologia alla spiritualità, ossia alla pratica cristiana.

    I dogmi, per i Padri, non sono espressioni astratte di un Credo logicamente dedotto dalla Scrittura. Sono riferimenti che hanno un impatto pratico nella vita umana, quasi come H2O comporta praticamente l'acqua.

    Una teologia nella quale non c'è quest'intima connessione e non s'intuisce alcun impatto con la "meccanica" di funzionamento della psiché umana, diventa illeggibile, prima che impraticabile e poco credibile.

    Se questi sono i "maggiori esperti" di un tempo, io mi chiedo perché gli "esperti" del nostro tempo non hanno avuto una formazione simile. Il fatto di NON AVERLA AVUTA significa, evidentemente, che la loro teologia diventa una ALTRA COSA. Da ciò deriva anche un certo odio antimonastico latente in costoro.

    Il modo di vivere santo comporta una santa teologia, il modo di vivere profano comporta una teologia innervata di profanità e quindi, alla fine, deviante dai principi sommi.

    Non si deve mai staccare la mente dell'uomo dal suo cuore. L'averlo fatto ha comportato immensi danni nella Chiesa.

    PARADOSI

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  3. D'ALTRONDE, se il Dogma è tenuto in un "contenitore separato" rispetto alla cosiddetta spiritualità, rapidamente diventa secca filosofia, assai distante dalla sensibilità filosofica del nostro tempo e, dunque, inevitabilmente da ARCHIVIARE.

    Questo spiega perché, in alcune comunità cattoliche progressiste, durante la Messa festiva non si recita più il Credo Niceno-Costantinopolitano. E, penso, che non si recita neppure nelle "messe kikiane", guarda caso!!

    Per i Padri, invece, non era così.
    San Massimo il Confessore (VII sec.), che conobbe assai bene sia Roma sia Costantinopoli, nel corso della sua lotta contro il monotelitismo (eresia che prevedeva in Cristo una sola volontà, una sorta di irradiazione monofisita), diceva chiaramente "Noi lottiamo per la PIETA'", intendendo con il termine "pietà" il dogma e la vita cristiana.
    Questo tipo di vocabolario - "la pietà" - si rinviene ancora in autori bizantini del XIV secolo.
    Al nostro tempo, invece, il termine "pietà" non ha alcuna connessione con il termine "dogma" e si riferisce, semmai, ad un atteggiamento devozionale o assistenziale, "la pietà cristiana".

    Il significato semantico indica che, nel tempo, si è operato un divorzio sul quale i teologi moderni hanno proseguito il cammino.

    Certi fenomeni non nascono mai come i funghi, da un giorno ad un altro!!!

    PARADOSI

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