Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
30 luglio 2011
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
30 luglio 2011
Il pensiero di Benedetto XVI - IV
Nella quarta e ultima parte di questa panoramica su La fede in pericolo per la ragione di Mons. Tissier, il vescovo esprime un giudizio sul sistema di reinterpretazione della fede cattolica di Benedetto XVI, in base al quale quest'ultima si renderebbe più accessibile all'uomo moderno. I difensori del Papa potrebbero accusare il vescovo di presentare solo un aspetto del suo pensiero, ma tale aspetto c'è, e il vescovo ha fatto bene a portarlo allo scoperto e a mostrarne la coerenza come sistema erroneo, poiché più la verità si mischia con quest'ultimo, meglio l'errore riesce a mascherarsi, così che può arrecare un gran danno alla salvezza delle anime.
Nel cap. IX del suo studio, Mons. Tissier mostra come il Papa cambi ciò che credono i cattolici e perché. I veri cattolici credono negli articoli di Fede come sono definiti dalla Chiesa e li accettano perché rivelati dall'oggettiva autorità di Dio. Ma a Benedetto XVI questa appare come una religione astratta fatta di fredde definizioni, per cui egli dirà: “La fede è un incontro con Gesù, una persona, la presenza di Dio, una presenza d'amore”. Ora, il credo così mutato può percepirsi come più caldo e personale, ma rischia anche di essere il vago frutto dell'esperienza personale basata su sentimenti soggettivi, che sono inaffidabili. Ma chi è che vorrebbe realmente un ponte traballante verso il Cielo sol perché ci si sente bene?
Nel cap. X, il vescovo continua a mostrare come traballi l'intero credo che emerge da questo cambiamento, perché la ricetta di Benedetto XVI per un cattolicesimo più sentito consiste nel purificare i dogmi dalle loro parti non più pertinenti e nell'arricchirli con una più compresa consapevolezza tratta dal presente. Ma è proprio il caposcuola dell'odierna consapevolezza, il filosofo Kant, seguito da Benedetto XVI, che sostiene che Dio non può essere provato, ma solo postulato o fabbricato sulla base delle esigenze degli uomini, le quali prendono il posto delle realtà oggettive. In un qualunque mondo siffatto, quanta gente postulerebbe Dio? Nessuna sorpresa se nel 1996 il cardinale Ratzinger, con questa “fede”, non era ottimista per il futuro della Chiesa.
Nella quarta e ultima parte di questa panoramica su La fede in pericolo per la ragione di Mons. Tissier, il vescovo esprime un giudizio sul sistema di reinterpretazione della fede cattolica di Benedetto XVI, in base al quale quest'ultima si renderebbe più accessibile all'uomo moderno. I difensori del Papa potrebbero accusare il vescovo di presentare solo un aspetto del suo pensiero, ma tale aspetto c'è, e il vescovo ha fatto bene a portarlo allo scoperto e a mostrarne la coerenza come sistema erroneo, poiché più la verità si mischia con quest'ultimo, meglio l'errore riesce a mascherarsi, così che può arrecare un gran danno alla salvezza delle anime.
Nel cap. IX del suo studio, Mons. Tissier mostra come il Papa cambi ciò che credono i cattolici e perché. I veri cattolici credono negli articoli di Fede come sono definiti dalla Chiesa e li accettano perché rivelati dall'oggettiva autorità di Dio. Ma a Benedetto XVI questa appare come una religione astratta fatta di fredde definizioni, per cui egli dirà: “La fede è un incontro con Gesù, una persona, la presenza di Dio, una presenza d'amore”. Ora, il credo così mutato può percepirsi come più caldo e personale, ma rischia anche di essere il vago frutto dell'esperienza personale basata su sentimenti soggettivi, che sono inaffidabili. Ma chi è che vorrebbe realmente un ponte traballante verso il Cielo sol perché ci si sente bene?
Nel cap. X, il vescovo continua a mostrare come traballi l'intero credo che emerge da questo cambiamento, perché la ricetta di Benedetto XVI per un cattolicesimo più sentito consiste nel purificare i dogmi dalle loro parti non più pertinenti e nell'arricchirli con una più compresa consapevolezza tratta dal presente. Ma è proprio il caposcuola dell'odierna consapevolezza, il filosofo Kant, seguito da Benedetto XVI, che sostiene che Dio non può essere provato, ma solo postulato o fabbricato sulla base delle esigenze degli uomini, le quali prendono il posto delle realtà oggettive. In un qualunque mondo siffatto, quanta gente postulerebbe Dio? Nessuna sorpresa se nel 1996 il cardinale Ratzinger, con questa “fede”, non era ottimista per il futuro della Chiesa.
Nella sua postfazione, Mons. Tissier conclude dicendo che la sintesi tra la modernità e il cattolicesimo, così soggettivamente ricercata dall'imperativa necessità di Benedetto XVI di conciliare il suo cuore cattolico con la sua testa moderna, è impossibile. Per esempio, il Papa vuole credere che i Diritti dell'Uomo, idolatrati da ogni moderna democrazia, siano un mero aggiornamento del cristianesimo, quando in effetti essi ne sono la morte. Nella loro logica è implicita una dichiarazione di indipendenza da Dio e la liberazione da ogni costrizione della natura umana dataci da Dio. Di fatto, essi sono una bomba atomica nella guerra moderna dell'uomo contro Dio, una chiave di volta nell'edificio del Nuovo Ordine Mondiale.
Così il Papa, dice il vescovo, non deve sperare di mantenere il mondo tramite tale “mutua purificazione e rigenerazione” fra religione e ragione in vista del loro “mutuo arricchimento”. Quando si tratta di religione, la ragione secolarizzata ha poco o niente da offrire di valore, e tutti i tentativi dei teologi cattolici per venire a patti con essa crolleranno come un castello di carte, proprio come il Nuovo Ordine Mondiale che questi teologi sperano di servire. E il vescovo dà a San Paolo l'ultima parola: “Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo” (I Cor. III, 11).
Lo studio completo di Mons. Tissier è reperibile in francese presso le Edizioni Le Sel de la terre (Le Sel de la terre n° 69 - été 2009). È stato tradotto in inglese e in italiano ed è reperibile su internet.
Kyrie eleison
Londra, Inghilterra
Vi piacerà molto:
RispondiEliminahttp://traditioliturgica.blogspot.com/2011/08/i-principi-della-riforma-liturgica.html
Paradosi
perchè il papa chiude gli occhi a tanto sfacelo!
RispondiEliminaStiamo assistendo passivamente ad una vera è propra perseguzione contro la Vera e unica Chiesa Cattolica, infatti la chiesa di oggi non è la vera chiesa cattolica. L'Immacolata possa riuscire ad illuminare il cuore e la mente del Papa. Il Cancro del modernismo è forte, ma non prevarrà contro l'unica vera chiesa cattolica fedele alla Santa Tradizione di Cristo Gesù.
"Nulla Veritas Sine Traditione!"
Perché chiude gli occhi???
RispondiEliminaPerché a quei livelli è umanamente "conveniente" non farsi perseguitare. Solo per aver timidamente aperto alle espressioni liturgiche tradizionali gli è caduto addosso di tutto...
Evidentemente questa non è l'epoca dei martiri ma, in compenso, viene martirizzata la Chiesa.
"....Evidentemente questa non è l'epoca dei martiri ma, in compenso, viene martirizzata la Chiesa." PROPRIO COSI'.Avrei piacere ad immaginare Joseph Ratzinger come timoroso dei lupi intorno,ma quando ripenso alla collusione da sempre con i neocatecumenali, dubito dei mie dubbi e comincio ad avere la certezza che più che coi lupi, il pastore debba fare i conti piuttosto con la sua evoluzione filosofica, proprio come denunciato efficacemente da mons Tissier de Mallerais e ripreso sinteticamente da mons Williamson !
RispondiEliminaTanto la persecuzione tanto evitata arriva lo stesso...anzi, piu' cruenta....
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