Si guardino i sacerdoti dall'accettare nessuna delle idee del
liberalismo, che, sotto la maschera del bene, pretende di conciliare la
giustizia con l'iniquità...I cattolici liberali sono lupi coperti dalla
pelle di agnello; perciò il sacerdote, che è veramente tale, deve
svelare al popolo, commesso alle sue cure, le loro perfide trame, i loro
iniqui disegni. Sarete chiamati papisti, clericali, retrogradi,
intransigenti. Vantatevene! Siate forti, ed ubbidite a quel comando che è
ricordato in Isaia :"Grida, non darti posa, alza la voce come una
tromba, e annunzia al popolo mio le sue scelleratezze e alla casa di
Giacobbe i suoi peccati"......"
San Pio X
San Pio X
Ecco colui che ha gridato ma che molti vogliono zittire, purtroppo questo avviene anche all'interno della stessa Fraternità: "Lo faccio in maniera anonima poiché
mentre quelli che sono favorevoli ad un accordo possono esprimersi
liberamente, quelli invece che non condividono questa veduta non sono
liberi di esprimere liberamente il loro pensiero. Su questo
argomento all’interno della Fraternità regna una sorta di
omertà in questo momento".....
ACCUSO IL CONCILIO
Mons. Lefebvre attira l'attenzione sulla pubblicazione dei
suoi interventi durante il Concilio. Questi testi testimoniano la reazione
cattolica di fronte alle infiltrazioni nemiche del Vaticano II nella Chiesa. Conferenze
del 18 e del 27 agosto 1976.
Questi documenti manifesteranno con evidenza che
orientamenti liberali e modernisti si fecero strada ed ebbero un'influenza
pre-ponderante, grazie al vero complotto dei Cardinali della riva del Reno,
sfortunatamente sostenuti da Papa Paolo VI. Gli equivoci e le ambiguità di
questo Concilio pastorale contenevano il veleno che si è diffuso in tutta la
Chiesa tramite le riforme e le applicazioni conciliari. Da questo Concilio è
nata una nuova Chiesa riformata che S.E. Mons. Benelli chiama egli stesso
"la Chiesa conciliare".
Per ben comprendere e quantificare la nocività di questo
Concilio bisogna studiarlo alla luce dei documenti pontifici che mettono in
guardia i Vescovi, il clero e i fedeli dalla congiura dei nemici della Chiesa
che agiscono attraverso il liberalismo e il modernismo, e ciò - tra poco - da
oltre due secoli. Occorre anche conoscere i documenti degli avversari della
Chiesa e specialmente delle società segrete, che prepararono questo Concilio da
oltre un secolo. Infine sarà molto istruttivo seguire le reazioni dei
protestanti, dei massoni e dei cattolici liberali, durante e dopo questo
Concilio. La conclusione s'impone, soprattutto dopo l'immenso disastro che
subisce la Chiesa a partire da questo Concilio: questo evento rovinoso per la
Chiesa cattolica e per tutta la civiltà cristiana non è stato diretto e guidato
dallo Spirito Santo.
Perché questo titolo, Accuso il Concilio? Perché noi abbiamo
le basi per affermare, grazie ad argomenti tanto di critica interna quanto di
critica esterna, che lo spirito che ha dominato il Concilio e che ne ha
ispirato tanti testi ambigui ed equivoci e anche francamente errati, non è lo
Spirito Santo, ma lo spirito del mondo moderno, spirito liberale, Teilhardiano,
modernista, opposto al regno di Nostro Signore Gesù Cristo. [...]
È quindi indispensabile smitizzare questo Concilio che hanno
voluto pastorale a causa del loro orrore istintivo per il dogma, e per
facilitare l'introduzione ufficiale delle idee liberali in un testo della
Chiesa. Ma una volta conclusa l'operazione, essi dogmatizzano il Concilio, lo paragonano
a quello di Nicea, lo pretendono simile agli altri se non superiore! [...]
A poco a poco gli occhi si aprono su di una congiura
stupefacente preparata da lunga data. Questa scoperta obbliga a domandarsi
quale sia stato in tutta quest'opera il ruolo del Papa, quale sia stata la sua
responsabilità. In verità, essa pare schiacciante, malgrado il desiderio di
scagionarlo da questo mostruoso tradimento della Chiesa. Ma, se noi lasciamo a
Dio e ai futuri veri successori di Pietro il giudizio su queste cose, non è per
questo meno certo che il Concilio sia stato sviato dal suo scopo da un gruppo
di congiurati e che ci sia impossibile penetrare in questa congiura,
quand'anche in questo Concilio ci fossero molti testi soddisfacenti. Perché i
testi buoni sono serviti per far accettare i testi equivoci, minati, ingannevoli.
Ci rimane un'unica soluzione: abbandonare quei testimoni pericolosi per
attaccarci fermamente alla Tradizione, ossia al magistero ufficiale della
Chiesa lungo venti secoli.
Ecco un altra testimonianza di un grande Cardinale messo a tacere dallo spudorato modernista Paolo VI per compiacere il comunismo satanico:
Trascrivo dalle “Memorie” del card. Mindszenty:
«Appena arrestato, mi portarono con una colonna di macchine nella via Andrassy 60, luogo spaventoso di tortura e vero centro di terrore già al tempo dell’occupazione nazista. Là, imperava il capo di tutta l’organizzazione poliziesca, il generale Peter Gabor, che aveva cambiato il suo vero cognome di Benjamin Eisenberg, essendo di smaccata marca giudaica. Suo braccio destro era un altro ebreo, Gyula Décsi, il quale, quando mi ebbe nelle sue mani, gridò euforico: “Razza di un cane, è un pezzo che aspettavamo questo momento, finalmente arrivato!”. Mi stavano ringraziando per la prigionia subita sotto i tedeschi, perchè tutti noi vescovi d’Ungheria avevamo protestato a causa delle persecuzioni antisemite. Subito incominciarono gli interminabili e ossessivi interrogatori, e dato che non potevo confermare le loro spudorate menzogne, il maggiore Décsi incominciò a picchiami violentemente con un manganello di gomma su tutto il corpo sino ad averne il fiato grosso. Eravamo solo all’inizio. In seguito, mi costringevano a spogliarmi per subire, nudo, il trattamento dei manganelli, condito con una abbondante dose di calci anche nei genitali; e, pure di notte, per impedirmi il sonno. Tutto questo per costringermi a confessare i miei delitti e poi sottoscriverli, e così dar corso “alla legalità socialista”, come prescrive il Talmud. Dopo venti giorni, ero ridotto in uno stato di completa incoscienza, anche per le droghe immesse nel cibo; e ricordo solo una allucinante sensazione che mi mancasse la spina dorsale e altre parti del corpo ormai quasi paralizzate. E allora, il logorante processo, durato dal 3 al 5 febbraio, con un lungo verbale di accusa che dovetti firmare senza rendermi conto cosa fosse in esso scritto. La sentenza fu emessa il giorno dopo, con l’ergastolo in una segreta prigione di massima sicurezza».
«Appena arrestato, mi portarono con una colonna di macchine nella via Andrassy 60, luogo spaventoso di tortura e vero centro di terrore già al tempo dell’occupazione nazista. Là, imperava il capo di tutta l’organizzazione poliziesca, il generale Peter Gabor, che aveva cambiato il suo vero cognome di Benjamin Eisenberg, essendo di smaccata marca giudaica. Suo braccio destro era un altro ebreo, Gyula Décsi, il quale, quando mi ebbe nelle sue mani, gridò euforico: “Razza di un cane, è un pezzo che aspettavamo questo momento, finalmente arrivato!”. Mi stavano ringraziando per la prigionia subita sotto i tedeschi, perchè tutti noi vescovi d’Ungheria avevamo protestato a causa delle persecuzioni antisemite. Subito incominciarono gli interminabili e ossessivi interrogatori, e dato che non potevo confermare le loro spudorate menzogne, il maggiore Décsi incominciò a picchiami violentemente con un manganello di gomma su tutto il corpo sino ad averne il fiato grosso. Eravamo solo all’inizio. In seguito, mi costringevano a spogliarmi per subire, nudo, il trattamento dei manganelli, condito con una abbondante dose di calci anche nei genitali; e, pure di notte, per impedirmi il sonno. Tutto questo per costringermi a confessare i miei delitti e poi sottoscriverli, e così dar corso “alla legalità socialista”, come prescrive il Talmud. Dopo venti giorni, ero ridotto in uno stato di completa incoscienza, anche per le droghe immesse nel cibo; e ricordo solo una allucinante sensazione che mi mancasse la spina dorsale e altre parti del corpo ormai quasi paralizzate. E allora, il logorante processo, durato dal 3 al 5 febbraio, con un lungo verbale di accusa che dovetti firmare senza rendermi conto cosa fosse in esso scritto. La sentenza fu emessa il giorno dopo, con l’ergastolo in una segreta prigione di massima sicurezza».
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Fonte Unavox...
Riflessioni su un eventuale accordo pratico con le autorità romane
Questo scritto è stato pubblicato sul blog francese tradinews
i neretti sono nostri
si veda la risposta di don Michele Simoulin
e l'editoriale sullo stesso argomento scritto da don Michele Simoulin
sul numero di maggio del Seignadou
Questo scritto è stato pubblicato sul blog francese tradinews
i neretti sono nostri
si veda la risposta di don Michele Simoulin
e l'editoriale sullo stesso argomento scritto da don Michele Simoulin
sul numero di maggio del Seignadou
Un sacerdote, anonimo per timore di ritorsioni, della Fraternità
Sacerdotale San Pio X
26 maggio 2012
Dal mese di settembre 2011 sono in corso delle trattative fra le autorità romane, e il particolare il Cardinale Levada, da un lato, e il Superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, dall’altro. Il contenuto dei documenti scambiati resta in gran parte segreto: come membro di base della Fraternità io conosco verbalmente solo il testo del Preambolo dottrinale e della prima risposta di Mons. Fellay.
A tutt’oggi, sull’argomento esistono dei gravi dissensi nella Fraternità. Che sono stati resi manifesti con la pubblicazionedi una corrispondenza tra Mons. Fellay e gli altri tre vescovi. Questi ultimi mettono in guardia Mons. Fellay contro il pericolo di un accordo puramente pratico mentre le autorità romane si ostinano a promuovere gli errori del Concilio Vaticano II.
Diversi sacerdoti della Fraternità si sono espressi pubblicamente per difendere l’opportunità e perfino la necessità di un tale accordo pratico nelle attuali circostanze. Io mi permetto di scrivere questo breve testo per esprimere la mia perplessità su questa eventualità. Lo faccio in maniera anonima poiché mentre quelli che sono favorevoli ad un accordo possono esprimersi liberamente, quelli invece che non condividono questa veduta non sono liberi di esprimere liberamente il loro pensiero. Su questo argomento all’interno della Fraternità regna una sorta di omertà in questo momento.
Non si tratta di opporsi in maniera sovversiva alla legittima autorità, che io rispetto ed onoro, ma di rispondere agli argomenti dei confratelli favorevoli ad un accordo pratico, poiché non mi sembra che questi argomenti debbano comportare l’adesione. Da notare che, a quanto ne so, finora non è stato firmato alcun accordo, quindi ci troviamo ancora in una fase di consiglio e di deliberazione.
Mi riferirò in particolare ad un testo che ho ricevuto per posta elettronica e che è stato redatto da Don Michele Simoulin, che sta in Francia, nella scuola Saint-Joseph-des-Carmes. Procederò con le citazioni che poi commenterò.
Citazione 1: «Egli [Mons. Lefebvre] sapeva troppo bene cos’è la Chiesa
per pretendere di “convertire” Roma. Egli sapeva che è illusorio
immaginare che Roma possa sconfessare il Vaticano II».
Quindi, per Don Simoulin, Mons. Lefebvre non poteva immaginare che Roma potesse riconsiderare gli errori del Concilio Vaticano II. Eppure, non potrà attuarsi alcun ritorno alla fede senza condannare la libertà religiosa, l’ecumenismo e la collegialità. Qui non si tratta neanche dell’opportunità di un accordo pratico prima o dopo un chiarimento dottrinale delle autorità romane, ma di una resa totale da parte nostra. Dobbiamo rassegnarci a veder definitivamente trionfare l’errore a Roma. Mi chiedo chi manchi di fede nella divinità della Chiesa!
Per contro, è evidente che nel momento in cui i capi della Chiesa affermeranno nuovamente la fede cattolica e predicheranno il Regno sociale di Nostro Signore, il rinnovamento della Chiesa non si farà in una primavera, ma occorreranno dei decenni per rimuovere il pesante fardello del modernismo e del liberalismo, in attesa della prossima crisi. Quando il ripulisti sarà in atto, noi non aspetteremo la sparizione dell’ultimo granello di polvere per aiutare nella pulizia. Ma per adesso sono all’opera sempre gli errori mortiferi del Concilio: i colloqui dottrinali ne sono stati la prova.
Citazione 2: «Allora essi analizzano con cura tutte le proposte del Papa, ragionano e fanno dei sapienti sillogismi».
Don Simoulin oppone qui i doni della scienza e dell’intelligenza e al dono della saggezza. Solo la saggezza può permettere una veduta d’insieme del problema e proporre una soluzione: subito un accordo pratico. Non si possono opporre in questo modo i doni suddetti. La saggezza non può fare a meno della scienza e dell’intelligenza, anche se li supera. La Chiesa ha sempre avuto bisogno di teologi per difendere la fede ed esplorare ulteriormente il contenuto della Rivelazione. Noi qui ci troviamo a scegliere tra uno studio serrato dei testi del Concilio, che mette in luce la loro opposizione col Magistero di sempre della Chiesa, e un’attitudine più superficiale che afferma che il Concilio non è in contraddizione con la Tradizione o che i suoi errori non sono poi così drammatici. E tuttavia, nel 1992, Mons. Lefebvre scriveva: «Più si analizzano i documenti del Vaticano II e l’interpretazione che ne è stata data dalle autorità della Chiesa, più ci si accorge che si tratta, non solo di alcuni errori, l’ecumenismo, la libertà religiosa, la collegialità, un certo liberalismo, ma anche di una perversione dello spirito» (Fideliter n. 87, pp. 5 e 6). L’anti-intellettualismo non può essere un principio d’azione in questo caso, anche se la prudenza esamina le circostanze concrete.
Citazione 3: «Mi si dice anche: ma guardate cos’è accaduto alla Fraternità San Pietro o all’Istituto del Buon Pastore! Hanno firmato un accordo e Roma li spinge un po’ la volta verso l’accettazione del Concilio! […] Io rifiuto assolutamente il paragone, poiché è gravemente offensivo per la Fraternità! Considerate, vi prego, le circostanze che hanno visto nascere questi istituti! L’infedeltà alla promessa della loro ordinazione…».
Per Don Simoulin, questi istituti detti Ecclesia Dei possono solo scivolare verso l’accettazione del Concilio e delle riforme che l’hanno seguito, a causa del vizio d’origine: sono stati fondati sull’infedeltà alla Fraternità San Pio X. Questo vizio d’origine non può, per definizione, riguardare la Fratrnità, dunque il pericolo di scivolamento dottrinale non esiste. Certo, i fondatori di questi istituti sono spesso dei transfughi della Fraternità, ma la causa di questo scivolamento e delle pressioni romane esercitate nei loro confronti, sta nella loro stessa situazione. È lo stesso loro stato nella Chiesa che li espone, e non le circostanze della loro fondazione. Essi hanno la Messa tradizionale, la teologia tradizionale, ma accettano il Concilio e le sue conseguenze, o in ogni caso mantengono il silenzio sui disordini dottrinali nella Chiesa. Questa posizione, evidentemente, è insostenibile. Se la Messa di Paolo VI è legittima, perché volersi distinguere rifiutando di celebrarla almeno una volta ogni tanto. Ed ecco che le riviste dei preti di questi istituti ci ammanniscono il Beato Giovanni Paolo II per la nostra edificazione spirituale e difendono l’ultima riunione di Assisi. Mons. Pozzo chiede così all’IBP di includere nell’insegnamento del suo seminario il magistero attuale della Chiesa e di prendere a base dell’insegnamento teologico il Catechismo della Chiesa Cattolica, che ha inciso nel marmo le novità del Vaticano II. Se le autorità romane ci danno uno statuto canonico, ma continuano nello stesso tempo a diffondere gli errori del Concilio, anche correggendone certi abusi, noi finiremo necessariamente nello stesso modo. Ci finirà come l’ultima capra del signor Seguin (*), che non sopporta più di rimanere richiusa e che sogna la libertà nelle montagne. Si crede più forte delle altre, più intelligente, ma se il lupo è sempre là essa in ogni caso non ce la farà a tenere fede al suo impegno. Il lupo ci metterà forse un po’ più di tempo per estenuarla, ma sarà solo una questione di anni. No, bisogna prima sopprimere il lupo. È questo che, nel 1992, faceva dire a Don Schmidberger: «È fuori questione parlare adesso di soluzione giuridica a canonica, si parlerà solo di dottrina» (Fideliter n. 86, p. 3). Ed è per questo che il Capitolo Generale del 2006, nella sua dichiarazione finale, definisce «impossibile» un accordo puramente pratico.
Citazione 4: «La questione fondamentale, quindi, consiste sempre nel nostro amore per la Chiesa. Amiamo la Chiesa anche se è malata? Che diremmo di un figlio che rifiutasse di vivere accanto alla madre malata per timore del contagio? Abbiamo così poca fiducia nella nostra grazia fondatrice? Dubitiamo della nostra capacità di resitenza…?»
Qui bisogna distinguere tra la fede e la carità. La carità può spingerci ad occuparci di un malato senza temere il contagio, come San Luigi Gonzaga o il Padre Damiano. Per contro, se ci è dato esporre la nostra vita naturale, non possiamo esporre la nostra fede, fondamento della vita soprannaturale. Noi effettivamente dobbiamo temere un contagio del modernismo e del liberalismo e proteggerci quanto necessario. Solo dei teologi agguerriti possono argomentare contro gli esperti del Concilio, com’è avvenuto in occasione dei colloqui dottrinali. La fiducia in Dio non giunge fino alla presunzione, alla messa in pericolo della nostra fede in mezzo a delle circostanze pericolose. Il fatto che siamo figli spirituali di Mons. Lefebvre non significa che siamo rivestiti di una corazza a tutta prova. Ancora una volta, l’amara esperienza degli istituti Ecclesia Dei dovrebbe farci tenere una grande circospezione. No, l’amore della Chiesa non basta, purtroppo, per prevenire ogni contagio dall’errore insidioso e ben affermato del liberalismo.
Noi dunque possiamo raccomandare solo una grande prudenza in questa questione. Se l’accordo concluso ci lascia una totale libertà di parola e d’azione, sta ai nostri Superiori giudicare se è opportuno approfittarne per il bene della Chiesa, pur conservando l’unità della Fraternità. Se non è così, noi possiamo legittimamente temere un’attenuazione delle critiche contro gli errori moderni, poi la loro messa in sordina e quindi la loro sparizione, al pari di gravi turbamenti all’interno della nostra Fraternità.
Non è rompendo il termometro che la febbre sparisce, ma non è neanche mettendolo definitivamente nella bambagia.
Dal mese di settembre 2011 sono in corso delle trattative fra le autorità romane, e il particolare il Cardinale Levada, da un lato, e il Superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, dall’altro. Il contenuto dei documenti scambiati resta in gran parte segreto: come membro di base della Fraternità io conosco verbalmente solo il testo del Preambolo dottrinale e della prima risposta di Mons. Fellay.
A tutt’oggi, sull’argomento esistono dei gravi dissensi nella Fraternità. Che sono stati resi manifesti con la pubblicazionedi una corrispondenza tra Mons. Fellay e gli altri tre vescovi. Questi ultimi mettono in guardia Mons. Fellay contro il pericolo di un accordo puramente pratico mentre le autorità romane si ostinano a promuovere gli errori del Concilio Vaticano II.
Diversi sacerdoti della Fraternità si sono espressi pubblicamente per difendere l’opportunità e perfino la necessità di un tale accordo pratico nelle attuali circostanze. Io mi permetto di scrivere questo breve testo per esprimere la mia perplessità su questa eventualità. Lo faccio in maniera anonima poiché mentre quelli che sono favorevoli ad un accordo possono esprimersi liberamente, quelli invece che non condividono questa veduta non sono liberi di esprimere liberamente il loro pensiero. Su questo argomento all’interno della Fraternità regna una sorta di omertà in questo momento.
Non si tratta di opporsi in maniera sovversiva alla legittima autorità, che io rispetto ed onoro, ma di rispondere agli argomenti dei confratelli favorevoli ad un accordo pratico, poiché non mi sembra che questi argomenti debbano comportare l’adesione. Da notare che, a quanto ne so, finora non è stato firmato alcun accordo, quindi ci troviamo ancora in una fase di consiglio e di deliberazione.
Mi riferirò in particolare ad un testo che ho ricevuto per posta elettronica e che è stato redatto da Don Michele Simoulin, che sta in Francia, nella scuola Saint-Joseph-des-Carmes. Procederò con le citazioni che poi commenterò.
Quindi, per Don Simoulin, Mons. Lefebvre non poteva immaginare che Roma potesse riconsiderare gli errori del Concilio Vaticano II. Eppure, non potrà attuarsi alcun ritorno alla fede senza condannare la libertà religiosa, l’ecumenismo e la collegialità. Qui non si tratta neanche dell’opportunità di un accordo pratico prima o dopo un chiarimento dottrinale delle autorità romane, ma di una resa totale da parte nostra. Dobbiamo rassegnarci a veder definitivamente trionfare l’errore a Roma. Mi chiedo chi manchi di fede nella divinità della Chiesa!
Per contro, è evidente che nel momento in cui i capi della Chiesa affermeranno nuovamente la fede cattolica e predicheranno il Regno sociale di Nostro Signore, il rinnovamento della Chiesa non si farà in una primavera, ma occorreranno dei decenni per rimuovere il pesante fardello del modernismo e del liberalismo, in attesa della prossima crisi. Quando il ripulisti sarà in atto, noi non aspetteremo la sparizione dell’ultimo granello di polvere per aiutare nella pulizia. Ma per adesso sono all’opera sempre gli errori mortiferi del Concilio: i colloqui dottrinali ne sono stati la prova.
Citazione 2: «Allora essi analizzano con cura tutte le proposte del Papa, ragionano e fanno dei sapienti sillogismi».
Don Simoulin oppone qui i doni della scienza e dell’intelligenza e al dono della saggezza. Solo la saggezza può permettere una veduta d’insieme del problema e proporre una soluzione: subito un accordo pratico. Non si possono opporre in questo modo i doni suddetti. La saggezza non può fare a meno della scienza e dell’intelligenza, anche se li supera. La Chiesa ha sempre avuto bisogno di teologi per difendere la fede ed esplorare ulteriormente il contenuto della Rivelazione. Noi qui ci troviamo a scegliere tra uno studio serrato dei testi del Concilio, che mette in luce la loro opposizione col Magistero di sempre della Chiesa, e un’attitudine più superficiale che afferma che il Concilio non è in contraddizione con la Tradizione o che i suoi errori non sono poi così drammatici. E tuttavia, nel 1992, Mons. Lefebvre scriveva: «Più si analizzano i documenti del Vaticano II e l’interpretazione che ne è stata data dalle autorità della Chiesa, più ci si accorge che si tratta, non solo di alcuni errori, l’ecumenismo, la libertà religiosa, la collegialità, un certo liberalismo, ma anche di una perversione dello spirito» (Fideliter n. 87, pp. 5 e 6). L’anti-intellettualismo non può essere un principio d’azione in questo caso, anche se la prudenza esamina le circostanze concrete.
Citazione 3: «Mi si dice anche: ma guardate cos’è accaduto alla Fraternità San Pietro o all’Istituto del Buon Pastore! Hanno firmato un accordo e Roma li spinge un po’ la volta verso l’accettazione del Concilio! […] Io rifiuto assolutamente il paragone, poiché è gravemente offensivo per la Fraternità! Considerate, vi prego, le circostanze che hanno visto nascere questi istituti! L’infedeltà alla promessa della loro ordinazione…».
Per Don Simoulin, questi istituti detti Ecclesia Dei possono solo scivolare verso l’accettazione del Concilio e delle riforme che l’hanno seguito, a causa del vizio d’origine: sono stati fondati sull’infedeltà alla Fraternità San Pio X. Questo vizio d’origine non può, per definizione, riguardare la Fratrnità, dunque il pericolo di scivolamento dottrinale non esiste. Certo, i fondatori di questi istituti sono spesso dei transfughi della Fraternità, ma la causa di questo scivolamento e delle pressioni romane esercitate nei loro confronti, sta nella loro stessa situazione. È lo stesso loro stato nella Chiesa che li espone, e non le circostanze della loro fondazione. Essi hanno la Messa tradizionale, la teologia tradizionale, ma accettano il Concilio e le sue conseguenze, o in ogni caso mantengono il silenzio sui disordini dottrinali nella Chiesa. Questa posizione, evidentemente, è insostenibile. Se la Messa di Paolo VI è legittima, perché volersi distinguere rifiutando di celebrarla almeno una volta ogni tanto. Ed ecco che le riviste dei preti di questi istituti ci ammanniscono il Beato Giovanni Paolo II per la nostra edificazione spirituale e difendono l’ultima riunione di Assisi. Mons. Pozzo chiede così all’IBP di includere nell’insegnamento del suo seminario il magistero attuale della Chiesa e di prendere a base dell’insegnamento teologico il Catechismo della Chiesa Cattolica, che ha inciso nel marmo le novità del Vaticano II. Se le autorità romane ci danno uno statuto canonico, ma continuano nello stesso tempo a diffondere gli errori del Concilio, anche correggendone certi abusi, noi finiremo necessariamente nello stesso modo. Ci finirà come l’ultima capra del signor Seguin (*), che non sopporta più di rimanere richiusa e che sogna la libertà nelle montagne. Si crede più forte delle altre, più intelligente, ma se il lupo è sempre là essa in ogni caso non ce la farà a tenere fede al suo impegno. Il lupo ci metterà forse un po’ più di tempo per estenuarla, ma sarà solo una questione di anni. No, bisogna prima sopprimere il lupo. È questo che, nel 1992, faceva dire a Don Schmidberger: «È fuori questione parlare adesso di soluzione giuridica a canonica, si parlerà solo di dottrina» (Fideliter n. 86, p. 3). Ed è per questo che il Capitolo Generale del 2006, nella sua dichiarazione finale, definisce «impossibile» un accordo puramente pratico.
Citazione 4: «La questione fondamentale, quindi, consiste sempre nel nostro amore per la Chiesa. Amiamo la Chiesa anche se è malata? Che diremmo di un figlio che rifiutasse di vivere accanto alla madre malata per timore del contagio? Abbiamo così poca fiducia nella nostra grazia fondatrice? Dubitiamo della nostra capacità di resitenza…?»
Qui bisogna distinguere tra la fede e la carità. La carità può spingerci ad occuparci di un malato senza temere il contagio, come San Luigi Gonzaga o il Padre Damiano. Per contro, se ci è dato esporre la nostra vita naturale, non possiamo esporre la nostra fede, fondamento della vita soprannaturale. Noi effettivamente dobbiamo temere un contagio del modernismo e del liberalismo e proteggerci quanto necessario. Solo dei teologi agguerriti possono argomentare contro gli esperti del Concilio, com’è avvenuto in occasione dei colloqui dottrinali. La fiducia in Dio non giunge fino alla presunzione, alla messa in pericolo della nostra fede in mezzo a delle circostanze pericolose. Il fatto che siamo figli spirituali di Mons. Lefebvre non significa che siamo rivestiti di una corazza a tutta prova. Ancora una volta, l’amara esperienza degli istituti Ecclesia Dei dovrebbe farci tenere una grande circospezione. No, l’amore della Chiesa non basta, purtroppo, per prevenire ogni contagio dall’errore insidioso e ben affermato del liberalismo.
Noi dunque possiamo raccomandare solo una grande prudenza in questa questione. Se l’accordo concluso ci lascia una totale libertà di parola e d’azione, sta ai nostri Superiori giudicare se è opportuno approfittarne per il bene della Chiesa, pur conservando l’unità della Fraternità. Se non è così, noi possiamo legittimamente temere un’attenuazione delle critiche contro gli errori moderni, poi la loro messa in sordina e quindi la loro sparizione, al pari di gravi turbamenti all’interno della nostra Fraternità.
Non è rompendo il termometro che la febbre sparisce, ma non è neanche mettendolo definitivamente nella bambagia.
* - Si tratta di uno dei racconti di Alphonse Daudet, contenuto nelle “Lettere dal mio mulino”. In esso si narra del signor Seguin che porta le capre a pascere sui monti, dove il lupo le divora. Per evitare che l'ultima faccia la stessa fine, egli la rinchiude nella stalla. Ma la capra non sopporta la segregazione e approfittando di una finestra aperta ritorna sulle montagne. Giunta la sera e sentito il richiamo del suo padrone, decide di evitare la segregazione e resta sulle montagne. Qui, per tutta la notte si batte valorosamente contro il lupo, ma il mattino seguente, spossata da un combattimento impossibile, si lascia divorare dal lupo.
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Dichiarazione
di S. Ecc. Mons. Marcel Lefebvre
Fondatore della Fraternità San Pio X
Fondatore della Fraternità San Pio X
21
novembre 1974
Noi aderiamo con tutto
il cuore e con tutta l'anima alla Roma cattolica custode della fede
cattolica e delle tradizioni necessarie al mantenimento della stessa
fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità.
Noi rifiutiamo, invece, e abbiamo sempre rifiutato di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante che si è manifestata chiaramente nel Concilio Vaticano II e dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono scaturite.
Tutte queste riforme, in effetti, hanno contribuito e contribuiscono ancora alla demolizione della Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, all'annientamento del Sacrificio e dei Sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa, a un insegnamento neutralista e teilhardiano nelle università, nei seminari, nella catechesi, insegnamento uscito dal liberalismo e dal protestantesimo più volte condannati dal magistero solenne della Chiesa.
Nessuna autorità, neppure la più alta nella gerarchia, può costringerci ad abbandonare o a diminuire la nostra fede cattolica chiaramente espressa e professata dal Magistero della Chiesa da diciannove secoli.
"Se avvenisse - dice San Paolo - che noi stessi o un Angelo venuto dal cielo vi insegnasse altra cosa da quanto io vi ho insegnato, che sia anatema" (Gal. 1,8).
Non è forse ciò che ci ripete il Santo Padre oggi?
E se una certa contraddizione si manifesta tra le sue parole e i suoi atti, così come negli atti dei dicasteri, allora scegliamo ciò che è stato sempre insegnato e non prestiamo ascolto alle novità distruttrici della Chiesa.
Non si può modificare profondamente la lex orandi senza modificare la lex credendi.
Alla messa nuova corrisponde catechismo nuovo, sacerdozio nuovo, seminari nuovi, università nuove, Chiesa carismatica, pentecostale, tutte cose opposte all'ortodossia e al magistero di sempre.
Questa riforma, essendo uscita dal liberalismo e dal modernismo, è tutta e interamente avvelenata; essa nasce dall'eresia e finisce nell'eresia, anche se non tutti i suoi atti sono formalmente ereticali. È dunque impossibile per ogni cattolico cosciente e fedele adottare questa riforma e sottomettersi ad essa in qualsiasi maniera.
L'unico atteggiamento di fedeltà alla Chiesa e alla dottrina cattolica, per la nostra salvezza, è il rifiuto categorico di accettazione della riforma.
Per questo, senza alcuna ribellione, alcuna amarezza, alcun risentimento, proseguiamo l'opera di formazione sacerdotale sotto la stella del magistero di sempre, persuasi come siamo di non poter rendere servizio più grande alla Santa Chiesa Cattolica, al Sommo Pontefice e alle generazioni future.
Per questo ci atteniamo fermamente a tutto ciò che è stato creduto e praticato nella fede, i costumi, il culto, l'insegnamento del catechismo, la formazione del sacerdote, l'istituzione della Chiesa, della Chiesa di sempre e codificato nei libri apparsi prima dell'influenza modernista del Concilio, attendendo che la vera luce della Tradizione dissipi le tenebre che oscurano il cielo della Roma eterna.
Così facendo siamo convinti, con la grazia di Dio, l'aiuto della Vergine Maria, di San Giuseppe, di San Pio X, di rimanere fedeli alla Chiesa Cattolica e Romana, a tutti i successori di Pietro e di essere i fideles dispensatores mysteriorum Domini Nostri Jesu Christi in Spiritu Sancto.
Amen.
+ Marcel Lefèbvre,
21 novembre 1974, nella festa della Presentazione di Maria SS.ma
Noi rifiutiamo, invece, e abbiamo sempre rifiutato di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante che si è manifestata chiaramente nel Concilio Vaticano II e dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono scaturite.
Tutte queste riforme, in effetti, hanno contribuito e contribuiscono ancora alla demolizione della Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, all'annientamento del Sacrificio e dei Sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa, a un insegnamento neutralista e teilhardiano nelle università, nei seminari, nella catechesi, insegnamento uscito dal liberalismo e dal protestantesimo più volte condannati dal magistero solenne della Chiesa.
Nessuna autorità, neppure la più alta nella gerarchia, può costringerci ad abbandonare o a diminuire la nostra fede cattolica chiaramente espressa e professata dal Magistero della Chiesa da diciannove secoli.
"Se avvenisse - dice San Paolo - che noi stessi o un Angelo venuto dal cielo vi insegnasse altra cosa da quanto io vi ho insegnato, che sia anatema" (Gal. 1,8).
Non è forse ciò che ci ripete il Santo Padre oggi?
E se una certa contraddizione si manifesta tra le sue parole e i suoi atti, così come negli atti dei dicasteri, allora scegliamo ciò che è stato sempre insegnato e non prestiamo ascolto alle novità distruttrici della Chiesa.
Non si può modificare profondamente la lex orandi senza modificare la lex credendi.
Alla messa nuova corrisponde catechismo nuovo, sacerdozio nuovo, seminari nuovi, università nuove, Chiesa carismatica, pentecostale, tutte cose opposte all'ortodossia e al magistero di sempre.
Questa riforma, essendo uscita dal liberalismo e dal modernismo, è tutta e interamente avvelenata; essa nasce dall'eresia e finisce nell'eresia, anche se non tutti i suoi atti sono formalmente ereticali. È dunque impossibile per ogni cattolico cosciente e fedele adottare questa riforma e sottomettersi ad essa in qualsiasi maniera.
L'unico atteggiamento di fedeltà alla Chiesa e alla dottrina cattolica, per la nostra salvezza, è il rifiuto categorico di accettazione della riforma.
Per questo, senza alcuna ribellione, alcuna amarezza, alcun risentimento, proseguiamo l'opera di formazione sacerdotale sotto la stella del magistero di sempre, persuasi come siamo di non poter rendere servizio più grande alla Santa Chiesa Cattolica, al Sommo Pontefice e alle generazioni future.
Per questo ci atteniamo fermamente a tutto ciò che è stato creduto e praticato nella fede, i costumi, il culto, l'insegnamento del catechismo, la formazione del sacerdote, l'istituzione della Chiesa, della Chiesa di sempre e codificato nei libri apparsi prima dell'influenza modernista del Concilio, attendendo che la vera luce della Tradizione dissipi le tenebre che oscurano il cielo della Roma eterna.
Così facendo siamo convinti, con la grazia di Dio, l'aiuto della Vergine Maria, di San Giuseppe, di San Pio X, di rimanere fedeli alla Chiesa Cattolica e Romana, a tutti i successori di Pietro e di essere i fideles dispensatores mysteriorum Domini Nostri Jesu Christi in Spiritu Sancto.
Amen.
+ Marcel Lefèbvre,
21 novembre 1974, nella festa della Presentazione di Maria SS.ma
Oltre alla saggezza,che impone di non tentare il Signore Dio tuo, ci vuole la prudenza che impone di non gestire le azioni con la temerarietà dello stolto.
RispondiEliminaQuella stessa temerarietà frutto di superbia o di orgoglio:"chi può ferirmi? sono forte,quindi vinco!"
Ma allora si può sapere perchè hanno accettato i colloqui? Cosa si aspettavano, una resa dei modernisti? Adesso è troppo facile lamentarsi e dine no, dovevano dirlo prima.
RispondiEliminama caro anonimo,delle 11,06, hanno accettato i colloqui per far vedere di non essere "intransigenti" e "troppo" "tradizionalisti" ma di essere sinceri democratici come i concilari...come si conviene ad un bravo ecclesiastico moderno pronto al dialogo con tutti, anche col demonio.
Elimina"Tanto, cosa mi può fare? Sono un ecclesiastico, io, ho l'unzione episcopale..."
Cari amici, dimenticavo la testimonianza del card. Mindszenty, che giustamente ed opportunamente i gestori del blog hanno inserito.
RispondiEliminaInserito poichè al Concilio vi fu ,come preliminare, un accordo che definire schifoso è poco, tra un inviato dell'esimio Montini, papa,(per accordo democratico inframassone, molto probabilmente).
Questo accordo definito accordo di Metz, permise agli ortodossi di Mosca, collusi fino al collo col comunismo (erano tutti spie dell'URSS)di arrivare a Roma per ascoltare e suggerire, PREVIA NON MENZIONE DEL COMUNISMO durante tutte le sedute del Concilio!
Scusate, ma non sono balle!Tutti i vescovi che, ignari di questo accordo immondo, si alzavano e cominciavano a denunciare il comunismo, venivano tacitati immediatamente.
A Montini piacendo!
Proprio lui che fu colluso con l'Est al punto tale che un suo collaboratore fu denunciato in Vaticano e lui stesso fu allontanato da Roma e spedito a Milano (purtroppo per noi milanesi).
Proprio lui su cui pesa l'accusa di aver inviato agli americani la mappa dei siti da bombardare, ricevuta tramite una sua spia in Giappone.
Peccato però che gli americani decisero di inviare le loro bombette atomiche su Hiroshima e Nagasaky, due città fulcro del cattolicesimo in Giappone, come prova per vedere l'effetto che fa...
Per carità, la guerra è guerra e non voglio giudicare l'azione alleata che forse fu risolutiva per la fine della guerra, ma che un ecclesiastico, che dovrebbe essere al di sopra delle parti, manovri per indicare dove bombardare, mi fa decisamente schifo...
BASTEREBBE QUESTO FATTO DELL'ACCORDO DI METZ, PER BUTTARE A MARE TUTTO QUANTO E' VENUTO DA QUESTO VERGOGNOSO CONCILIABOLO DI VENDUTI ALLA MASSONERIA,ED A TUTTI I FIGLI (liberalismo,modernismo,sionismo,comunismo,naturalismo,sessualismo)DI QUESTA NEMICA DELLA CHIESA E DI DIO.
E si vuol proseguire a giustificare papi e teologi e variopinti cardinali o vescovi che osannano questo concilio colluso ?
E giustificare pure chi vorrebbe per "giustizia" essere annoverato tra quelli che si accordano con chi onora l'ultimo conciliabolo?
Ma ,per piacere!!!!!!!
Incredibile affronto alla FSSPX, ma forse arriva proprio opportuno!
RispondiEliminaL'ecclesia Dei ha risposto negativamente ad un fedele che chiedeva se la partecipazione ad un'Eucaristia celebrata da un sacerdote della FSSPX fosse valida per il precetto domenicale. Hanno risposto NO!!!!!
Capite? il tentativo di ricomprendere la FSSPX nella chiesupola modernista, sarebbe quello invece di SALVARCI!!!! capite dove sta l'inganno tremendo che sta subendo Fellay? Lo capite? Loro vogliono salvare noi!!! Sciocchi a pensare il contrario!!!!
La risposta è venuta una decina di giorni dopo la risposta di Fellay. Incredibile presa per i fondelli. Inaccettabile. Dopotutto era chiaro. dopo l'struzione al SP punto 19 che di fatto ci attaccava apertamente, oggi arriva la sentenza ultima. ora Mons. Fellay non può che rinsavire, o altrimenti non potrà che essere rimosso.
Peccato perchè la stessa Ecclesia Dei nel 2033 ha detto il contrario ma si sa nella chiesa conciliari i contrari sono sullo stesso soggetto.
RispondiEliminaPotresti essere più preciso?
CVCRCI
Ho letto la notizia sul blog Chiesa e postconcilio. Vi rendete conto la figura che hanno fatto a fellay? forse però in parte se la merita... mai confondersi con chi crede di volerti salvare, ed invece è lui stesso il primo a dover essere salvato.
EliminaE la premiata signora dottoressa Ecclesia Dei (o Satanae??) , che mai ci dice della messa bastarda della spia omosessuale Montini? è valida? Buffoni maledetti!
RispondiEliminaRiccardo
Al di là.
EliminaRiporto quanto leggo sul blog "Chiesa e post concilio" alle ore 8.40 di venerdì 1 giugno:
"Importante chiarimento, da Rorate Caeli: La questione sembrerebbe ridimensionata.
Chiarimento (2100 GMT) : A seguito di nostra richiesta di un chiarimento, siamo stati informati dal Distretto statunitense della Fraternità San Pio X (FSSPX) che la cappella menzionata nella lettera di seguito non è una cappella della Fraternità e che, mentre il suo nome specifico è stato espressamente menzionato dal mittente nei dati cancellati, essa non è inclusa nella lista pubblica di cappelle, anche in quelle altre cappelle individuate pubblicamente come 'Amici della Fraternità San Pio X'. E molto probabile che queste informazioni, facilmente rintracciabili on-line sul sito del Distretto degli Stati Uniti, aabbiano potuto portare qualcuno in Commissione a ritenere che questa cappella specifica, che è amica della FSSPX, ma non elencata da essa e non uno degli " Amici della Fraternità San Pio X " o "altri luoghi tradizionali (non-Fraternità San Pio X)", è un luogo senza alcuna affiliazione alla FSSPX e ha portato a questa valutazione diversa da parte della Commissione."
Come sempre speriamo e preghiamo!
Al di là.
Andiamo tutti a rileggerci bene quanto scritto in un post mesi fa, riguardo alla domanda a Montini perchè non volesse garantire anche la messa in latino...
RispondiEliminaLa domanda gliela pose non un giornalista voglioso di tradizione, bensì Jean Guitton, filosofo "moderno". Montini rispose che mai e poi mai voleva concedere qualcosa per la messa antica, altrimenti si sarebbe equiparata alla nuova...
Inoltre, Paolo VI depose, definitivamente, la tiara sull’altare. È il grande obiettivo della Rivoluzione francese, attuato per mano di colui che sedeva sulla cattedra di Pietro; un risultato più importante della decapitazione di Luigi XVI, e anche della “breccia di Porta Pia”. Richiamiamo le parole del Pontefice della Massoneria Universale, Albert Pike: (Gli ispiratori, i filosofi e i capi storici della Rivoluzione francese avevano giurato di rovesciare la Corona e la Tiara sulla tomba di Jacques de Molay... Quando Luigi XVI fu giustiziato, la metà del lavoro era fatta; e quindi da allora l’Armata del Tempio doveva indirizzare tutti i suoi sforzi contro il Papato) (Albert Pike, Morals and Dogma, vol. VI, p. 156).
Undici mesi più tardi, Paolo VI completo' il suo atto di abdicazione rimettendo al Segretario Generale dell'ONU, M. U Thant, un birmano di alto grado massonico, i due altri simboli del suo Papato: l'ANELLO e la CROCE PETTORALE. In cambio, il 4 Ottobre 1965 ricevera' il simbolo di "Grande Sacerdote Ebreo" del Sanhèdrin (- Sinedrio): l'EPHOD, OSSIA IL PETTORALE CHE CAIFA PORTAVA AL MOMENTO DELLA CONDANNA DI NOSTRO SIGNORE.
http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.it/2010/08/il-tradimento-del-modernista-paolo-vi.html
E SI VOGLIONO ACCETTARE COME PAPI PERSONAGGI CHE CONTINUANO AD OSANNARE UN CONCILIO GESTITO IN QUESTO MODO, da un PAPA siffatto ?
QUANDO DA ROMA PARTIRA' IL NECESSARIO "MEA CULPA" ALLORA I GRUPPI DI TRADIZIONE CATTOLICA POTRANNO FARE IL PELLEGRINAGGIO A ROMA PER OFFRIRE LA PROPRIA OBBEDIENZA.
CHRISTUS VICIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT.
essendo tu, ottimo Mardunolbo, ben ferrato in materia, ti segnalo, riguardo all'esimio Montini, che le varie cricche o clubs di effeminati che, all'interno delle Mura Leonine, provvidero a proteggerlo patrocinarlo e lanciarlo, sono riconducibili a un insospettabile quale il famigerato Cardinal Merry del Val, altro bel tipino legato all'ambiente della Banca esoterica nonché grande e accanito persecutore di San Pio da Pietrelcina (anche se non molti lo sanno)...
RispondiEliminaNon si permetta di infangare la figura di un sant'uomo come Merry del Val. Fare insinuazioni, oltretutto riparandosi dietro l'anonimato, sul più stretto e devoto collaboratore di San Pio X, integralmente cattolico, fedelissimo al Papato e strenuo oppositore del modernismo, è come offendere la figura stessa di quel Santo Papa. Male, molto male.
EliminaPatrizia
Rispondi anche a Lei citando quanto da me scritto più sotto.
EliminaRiccardo da Aosta
Ma se il Card. Merry del Val fu scelto personalmente da San Pio X contro tutte le pressioni esterne, ora, se devono farsi accuse è necessario :
RispondiElimina1) Portare le prove
2) Almeno citare le fonti
Altrimenti hanno ragione quelli che sostengono che alcun blog sono nocivi per non parlare poi del fatto che può essere peccato grave.
Usi prudenza sig. anonimo.
CVCRCI
Purtroppo avevo anch'io una buona concezione di quest'uomo, finché non ho letto i numero di marzo e aprile 2012 della rivista Chiesa Viva di Don Luigi Villa, in cui ho appreso le informazioni da me riportate. Giustamente, sono rimproverato per non aver firmato il mio post precedente (navigando con smartphone a volte dimentico qualche pezzo). Comunque, potendo consultare online la rivista, se qualcuno vorrà smentirla sarò il primo a fare ammenda.
EliminaRiccardo da Aosta
Avevo anche io letto del "sant'uomo" Merry del Val.
RispondiEliminaDon Villa non scrive a vanvera, nè si diverte ad infangare.
E' persona sofferente nel corpo e nello spirito per la nostra Chiesa.
Se ha scritto è perchè ha saputo.
Del resto è inutile scandalizzarsi.
Anche Montini, collaboratore di papa PioXII, era una spia dell'Est.
Poi scoperto, fu cacciato da Roma, ma divenne, poi, ancora stretto collaboratore con papa Giovadipe XXIII.
Ora un collaboratore/ cameriere ha fatto parlare i giornali del mondo.
Spesso i collaboratori stretti, i più insospettabili, sono figure che nascondono trame che difficilmente si scoprono.
Può darsi che Merry del Val sia cambiato durante la sua vita e si sia ostinato poi a perseguitare Padre Pio poichè lo avrebbe scoperto.
Vai a sapere...
devo rettificare quanto da me scritto poco fa, trovandomi fuori casa ho commesso una imprecisione cronologica. i numeri della rivista da me elencati sono del periodo ottobre dicembre dello scorso anno. chi volesse compiere una ricerca online dovrà comunque solamente immettere nel motore la dicitura: Merry del Val chiesa viva.
RispondiEliminariccardo da aosta
Conoscete la storia di San Giuseppe da copertino?
EliminaGiovanna d'arco?
e tanti altri.
Anche lui fu perseguitato i santi si distinguono anche per questo e la Chiesa ha sempre dubitato dei santi inizialmente proprio per prudenza, nelle casue di beatificazione, nei miracoli, nella verifica delle profezie c'era l'advocatus diaboli (fino al 1983 naturalmente), oggi infatti tutti diventano santi, ma lo sono?
Merry del Val potrebbe essere stato il suo advocatus diaboli.
Io stimo don Luigi ma le conseguenze di questa crisi sono un tutti contro tutti, c'è perfino, come ho scritto, chi demonizza mons. lefebvre, il Card. Ottaviani ed il Card. Siri.
Si salverà qualcuno?
Le persone possono sbagliare non è detto che il card. Merry del val l'abbia fatto per cattiveria, grazie all'assenza di Advocatus diaboli ci ritrovia GPII santo ed altri.
Prudenza ragazzi, prudenza.
CVCRCI
Prudenza? Ma qui non ci sono più freni...
EliminaNon sono scandalizzata, sono indignata e francamente sconcertata nel vedere dar adito a falsità del genere. Qual'è la fonte certa, accreditata ed indiscutibile usata per sollevare dubbi sulla moralità e la santità di un astro del cattolicesimo integrale, dei brani di un'emerita sconosciuta che passa dall’educazione sessuale !? per bambini alla sodomia endemica nella chiesa cattolica o forse l’ennesima, ripetitiva, scontata cronistoria di un Padre Pio perseguitato da crudeli e cattivissimi prelati longa manus del sadico e spietato Sant’Uffizio ( magari torturato con la forcella eretica o chiuso nell’uomo d’acciaio, prima o poi leggeremo anche questo)?
RispondiEliminaSono queste le prove, sono questi i documenti probanti?
In quegl'anni i modernisti e i massoni scatenarono l'inferno contro San Pio X e il Cardinale, provarono con ogni mezzo a fermarli, diffusero calunnie, maldicenze, falsità, orchestrarono violente campagne di stampa anticlericale e addirittura un fallito agguato allo stesso Merry Del Val a Castel Gandolfo!
Questa è storia, non gossip e allora basta con questo gioco al massacro verso tutto e tutti, l'incitamento allo scandalo è materia grave di peccato e c'è un limite a tutto, come dice giustamente Gavazzi.
Patrizia
Scusate, tutti quanti!
EliminaPersonalmente non conosco per nulla Merry Del Val, per questo motivo non ho tolto nessun commento, perchè non essendo in grado di valutare i pro ed i contro li avrei dovuti togliere tutti...
Invito comunque tutti a non uscire dall'argomento principale, su cui siamo più o meno tutti informati e possiamo parlarne, cerchiamo di evitare notizie che non aggiungono e non tolgono NULLA all'articolo in questione, così evitiamo anche di azzuffarci inutilmente su argomenti che non cambiano la nostra esistenza.
Spero vivamente che questa tensione palpabile emersa dagli ultimi scambi, non sia invece divuta alle differenti vedute circa gli accordi tra FSSPX e Roma...siamo qui per confrontarci con sicerità ed umiltà, non per aggredirci.
ha ragione. Mi assumo la responsabilità per l'off topic e gliene domando scusa.
EliminaRiccardo
Ha ragione. Mi assumo la responsabilità per l'off topic, e gliene chiedo scusa.
RispondiEliminaRiccardo
Per un malfunzionamento l'ho scritto due volte! Poco male, le scuse raddoppiano, cara Rita!
RispondiEliminaRiccardo
Grazie Riccardo...
EliminaNon metto assolutamente in dubbio la tua onestà, né quella di Don Villa, nel riportare notizie, ma capisco anche la reazione di Patrizia che secondo le sue conoscenze difende una figura a lei cara per la testimonianza cristiana che ne ha ricevuto...
Successe anche a me, rispetto alla querelle su Maria Valtorta...
Facciamo così, carissimi...questo è un mondo di tenebra, in cui bene e male si mescolano inevitabilmente, destando caos e smarrimento...e le profondità dei cuori le conosce solo il Signore...Cerchiamo di concentrarci sul "bene" e sul "male" che concretamente ci circondano più da vicino, e che realmente possono condizionare le nostre vite e la nostra fede. Quello che è lontano da noi, lasciamolo alla Misericordia divina.
Un abbraccio a tutti.
Se mettiamo in dubbio Del Val, distruggiamo letteralmente, e senza mezzi termini, la figura di uno dei Papi più Santi che la storia ricordi, San Pio X!
EliminaE' inammissibile.
Per non cadere in questi errori va capito che non tutto quello che si legge sul materiale "tradizionale" deve essere per forza oro colato.
E che soprattutto non basta dichiararsi "tradizionalisti" per acquistare di colpo, dal Cielo, una scienza in più!
Il peccato di mormorazione è gravissimo! E questo è un caso lampante.
In ogni caso, il Cardinale in questione non è canonizzato e non è un dogma vivente, che cavolo! E don Villa, che seguo da anni, non mi sembra tipo da sparare 'a gratis', anzi è uno che per la Fede si è pure preso mazzate di quelle vere (hanno cercato anche di liquidarlo). Non mi pare la lavandaia di turno, ecco. E sottolineo che non ho certo messo in dubbio la santità di Pio X. Con questo da parte mia chiuderei la questione.
EliminaRiccardo
San Pio X e Merry del Val erano così a stretto contatto che infangare uno vuol dire infangare necessariamente anche l'altro.
EliminaGli articoli comunque non sono a nome di Don Villa e visto che è un giornalino a bassa tiratura non vedo necessariamente responsabilità da parte sua...
Che cavolo un cavolo! Rispetto don Villa per la sua battaglia per la verità, ma c'è un limite a tutto, anche per lui. Ghergon ha perfettamente ragione, se si mette in dubbio la moralità del più stretto collaboratore di San Pio X, si mette in dubbio lo stesso San Pio X! Cosa vogliamo insinuare, che il santo Papa fosse un beota od un colluso di festini sodomitici? Sulla base di cosa, di documenti scomparsi, sempre siano esistiti? Di gossip di salotto ormai centenari? Di massoniche pubblicazioni fatte ad hoc? Dove sono le prove indiscutibili? Non avete capito perchè un Merry del Val non sia stato canonizzato? Se San Pio X non lo fosse stato nel 1954, avrebbe fatto la fine di un Pio IX o di un Pio XII, calunniati, offesi, sminuiti, sospettati di chissà quali colpe! Ecco perchè mi arrabbio, perchè l'eccessivo zelo, anche con le intenzioni migliori, cade sempre nello scandalo gratuito! E con questo chiudo, non mi piacciono le polemiche, ma non tacerò mai di fronte a chiunque voglia infangare qualcuno e specialmente sante persone, solo perchè gli aggrada.
RispondiEliminaPatrizia
Un'ultima cosa:
RispondiEliminaringrazio Annarita per le sue parole, ma sottolineo che la figura del cardinale Merry del Val non dovrebbe essere cara solo a me, ma a chiunque ami e difenda la Tradizione ed il cattolicesimo integrale con cuore onesto e sincero.
Leggete le sue memorie e capirete che qualsiasi insinuazione fatta al suo operato ed alla sua moralità è completamente priva di fondamento.
Patrizia
Non creda di poter mettere i piedi in testa agli altri atteggiandosi a sergente della Legione. manco fosse un arbitro che dà cartellini qui e là.
EliminaRiccardo
Guarda che Patrizia ha avuto giustamente un forte zelo nel difendere la buona fama di un sacerdote (fra l'altro dovrebbe essere un dovere di ogni cattolico). E non è certo sua intenzione di offendere nessuno, tanto meno di portare odio.
EliminaTi assicuro che Patrizia e non ha mai messo i piedi in testa a nessuno; e leggo i suoi scritti in un altro forum da due anni. È una persona molto rispettosa ed argomenta sempre le sue affermazioni.
Allora cosa diresti se ti fossi trovato davanti Padre Pio, famoso per le sue sfuriate? Molte volte le faceva proprio al confessionale.
Un saluto in Gesù e Maria
Non ho fatto il militare e detesto il calcio.
RispondiEliminaContento?
Patrizia
Toh. E così detesta anche altro all'infuori di me? Fa anche lei come il Cancelliere Bismarck ("mi sento benissimo. Ho passato l'intera notte a odiare"*)?
EliminaRiccardo
*riportato dallo Herre nella omonima biografia, ed. Mondadori
POSSO METTERE FINE A QUESTO BATTIBBECCO?
EliminaAssicuro Patrizia che cercherò gli scritti di Del Val e me li leggerò. Ripeto, non lo avevo sentito mai nominare - confesso la mia ignoranza - ma di "santi nascosti" ne esistono tanti e non è obbligatorio conoscerli tutti.
DETTO QUESTO, mi convinco sempre di più che questa tensione abbia in realtà origine non da questo fatto specifico, ma dalla diversa opinione che fra di noi abbiamo circa l'accordo Roma. FSSPX. Non si condividono certe espressioni troppo forti che sono state usate, non si condivide il fatto che non siano state censurate, e forse non si condivide neanche la linea degli articoli del blog su questa questione...
Quando succede questo (e va benissimo che succeda, perchè ognuno ha un proprio cervello), o si interviene subito, verbalizzando apertamente il proprio dissenso e dando il proprio contributo, e magari migliorando l'andamento generale perchè possiamo tutti aiutarci a vicenda a crescere e migliorare, oppure cresce interiormente un giudizio inespresso e senza valvola di uscita, che prima o poi, alla prima occasione buona, viene fuori sotto altre vesti generando le tensioni che vediamo qui.
E' assolutamente normale che ci siano pareri e visioni contrastanti fra i partecipanti, specialmente su una questione DETERMINANTE per il futuro della Tradizione e quindi della fede cattolica; questo blog concede la massima libertà di espressione (a volte anche troppo) quindi non c'è nessun problema, nell'esprimersi in un contraddittorio che anzi arricchisce il confronto reciproco, come stiamo facendo in questi giorni con Ghergon, anche manifestando pensieri critici e correzioni fraterne DA SUBITO, senza aspettare che covando dentro si tramutino in rabbia. Non è un'accusa, ma solo un consiglio. Grazie a tutti.
Riccardo, non so come le sia venuto in mente che io possa detestarla, non ho nulla contro di lei e chiedo scusa se i miei interventi possano aver generato quest'impressione. La mia rabbia è rivolta verso gli articoli da lei indicati, li trovo profondamente ingiusti e pericolosi per chi li legga ignorando di chi si parla e questo vale per un Merry del Val e per chiunque altro. Detto questo, spero di aver chiarito i miei interventi.
RispondiEliminaRingrazio Linda per la stima provata nei miei confronti che contraccambio di cuore ed assicuro la cara Annarita sulla mia "tranquillità" degli ultimi giorni, non ho covato nulla tranne la solita allergia ai pollini.
Non sono intervenuta nella questione accordo preferendo attendere l'evolversi della vicenda e del resto sono cosciente che la formazione dottrinale ricevuta anni fa non mi permetta ancor oggi di analizzare come vorrei quanto sta accadendo, ossia con obiettività. Non volendo quindi esprimere opinioni "dubbiose" anche per me, preferisco tacere.
Patrizia
Grazie, Patrizia,
Eliminaper il tuo chiarimento. La tua motivazione nel decidere di tacere può essere opinabile, ma va assolutamente rispettata.