martedì 20 luglio 2010

L'iniquo statuto Neocatecumenale


Articolo tratto dal benemerito sito - http://www.internetica.it

Dobbiamo prendere atto delle serie conseguenze
di un'approvazione anomala

Ci scrive un nostro lettore:

""Oggetto: informazioni sul cammino neocatecumenale
Nelle catechesi iniziali ho avuto molte sensazioni negative, ampliate nella convivenza finale.
Leggendo queste pagine ho sentito condiviso il mio stato d’animo, che mi ha portato perfino a pensare che l’anticristo entrerà nella chiesa attraverso questo cammino.
Dopo aver letto che il vaticano ha approvato lo statuto del cammino , volevo chiedervi come questa cosa fosse possibile, cioè come è possibile che nessuno veda quello che facilmente è notabile, compreso il Santo Padre?
Distinti saluti (Firma)""
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Tra le più recenti mail sul cammino, pubblico questa, togliendo per la privacy i riferimenti personali, ma prendendola in considerazione in quanto emblematica della situazione attuale Cammino-Chiesa, soprattutto riguardo alla domanda finale che è il punctum dolens fortemente anomalo della situazione, che rende in qualche modo 'scomoda' la nostra posizione. Infatti il nostro immutato impegno - commisurato all'immutata situazione che permane in tutta la sua gravità e alta lesività dell'integrità della Chiesa - continua a dispiegarsi in presenza e nonostante l'approvazione degli statuti da parte del Pontificio consiglio dei laici...


Un'approvazione che, per quanto anomala(1) ha conferito alla entità-Cammino un ruolo nella Chiesa, vissuto con molta aggressività ed influenti appoggi, che sta continuando l'opera di penetrazione e trasformazione nei gangli vitali della stessa (dalle Parrocchie, alle Gerarchie, ad Organismi curiali e di stampa, ad Organizzazioni culturali, senza sottovalutare l'indotto ragguardevole della produzione di arredi sacri, simboli, icone, oggettistica para-religiosa: tutti uguali per tutte le comunità del mondo di produzione esclusivamente in proprio; il che dà lavoro e incentiva la partecipazione di molti...) cui va aggiunto l'indotto parallelo -sempre gestito in termini di consorteria- delle costruzioni di Chiese, Centri, Seminari propri ed altro tutti rigorosamente recanti l'impronta della "Nueva estetica" kikiana che ha introdotto e continua ad introdurre una nuova teologia, nuovi simbolismi sincretistici, con silenzi a talvolta connivenze da parte dei vescovi, 'custodi' della fede cattolica.


Torniamo al punctum dolens della conclusione della mail: è indubbio che l'approvazione e il successivo atteggiamento del Papa (nonostante le correzioni) ha consentito e consente che molte persone fortemente dubbiose, compreso colui che ci ha scritto, siano rimaste, rimangano o addirittura entrino a far parte del cammino NC.


Visto che è stato chiamato in causa il Papa, mi limito a dire che, quando egli non proclama dogmi di fede, non è impegnata la sua infallibilità; il che ci permette di dissentire, con motivazioni fondate sul Magistero Perenne e nel massimo rispetto, senza per questo essere in discomunione con lui né tanto meno con il Signore. Senza peraltro poter escludere una sua non precisa informazione da parte di chi ha tutto l'interesse a fargli credere che nel Cammino le cose siano cambiate: cosa che, mi risulta, continua a ripetere il suo Vicario, Mons. Vallini, a chiunque, nella diocesi di Roma, gli opponga critiche e rimostranze sulla pastorale diocesana, molto incentrata sul Cammino NC... salvo a tuonare con riprovazione massima nei confronti di gruppi e sacerdoti che chiedono di celebrare secondo le direttive papali del Motu proprio Summorm Pontificum, di fatto quindi disattendendole e rendendo la Diocesi del Papa sempre più configurata alla "Nuova chiesa" che avanza e sempre meno aperta alle istanze di re-staurazione promosse dallo stesso Pontefice e sentite da molti fedeli.


Nella situazione attuale molti cristiani si ritrovano prigionieri in casa propria (o in quella che dovrebbe esserlo e non lo è più, mentre il Papa dice che "la Chiesa è la casa di tutti": ma tutti chi, anche gli eretici?), e quindi sono costretti ad una diaspora senza fine per trovare Parrocchie non inquinate dal nuovo verbo kikiano più o meno ben mimetizzato come 'Chiesa cattolica', se non da quello modernista della cultura egemone spirito-del-concilio-dipendente... Le oasi di sana dottrina e spiritualità sono rare, non tutte facilmente raggiungibili e direi che rischiano l'estinzione, se non avessi fiducia nella Grazia e nell'Opera del Signore... Questa è la Chiesa cattolica, oggi.


Assodato e dimostrato che nulla è cambiato e che nulla può cambiare nel Cammino NC, almeno in presenza di iniziatori così direttivi, è proprio qui e nell'autorevolezza di certe 'scelte pastorali', che dovrebbe tappare la bocca a fedeli più sprovveduti, che si delinea, forte e chiara la nostra responsabilità, sulla quale mi limito a inserire la citazione che segue, senza commenti:


«Nel tesoro della Rivelazione vi sono dei punti essenziali, di cui ogni cristiano, per il fatto stesso di chiamarsi cristiano, ha la conoscenza necessaria e l’obbligo della difesa… I veri fedeli sono gli uomini che attingono dal loro battesimo (in tempi d’eresia) l’ispirazione per una linea di condotta; non i pusillanimi che, col pretesto specioso della sottomissione ai poteri stabiliti, per correre incontro al nemico o opporsi alle sue imprese, aspettano un programma che non è necessario e che non si deve loro dare». (Dom Gueranger, ai suoi monaci)


(1) L'anomalia è molteplice:
  1. manca la contestuale o anzi preventiva approvazione dei testi ai quali lo statuto fa riferimento nell'art. 2: il Cammino Neocatecumenale si attua nelle diocesi ..."secondo «le linee proposte dagli iniziatori», contenute nel presente Statuto e negli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti", che costituiscono i contenuti della cosiddetta evangelizzazione NC e delle relative prassi, che non sono altro che tappe iniziatiche, per le quali vige l'Arcano. Può essere ammissibile il 'segreto' iniziatico di matrice gnostica, all'interno della Chiesa cattolica, la cui Rivelazione è in piena luce e alla portata di tutti?
  2. l'art. 13 modifica - senza averne titolo, perché l'approvazione dello Statuto rientra nelle competenze del Pontificio Consiglio dei Laici, mentre la Liturgia dipende dalla Congregazione per il Culto Divino - una prescrizione già data in base alla propria competenza dalla Congregazione del Culto Divino il 1° dicembre 2005, dal Papa ricordata in una pubblica udienza come "norme impartite a mio nome". Si tratta della Lettera del Card Arinze -peraltro citata alla nota 49 del terzo comma dell'articolo- della quale resta solo questo fantasmatico accenno e nulla più, rimanendo di fatto vanificata dall'approvazione dello statuto nei termini di cui all'articolo citato, frutto di snervanti e annose trattative e evidente compromesso, come se la Verità possa essere oggetto di trattative e frutto di compromessi!


Vedi anche, nel sito:
13 giugno 2008, primi commenti
Il pragmatismo uccide la fede
Sono approvati. Da vedere come...
Precisazioni sugli Orientamenti e sullo Statuto
Intervista di Kiko Arguello sui nuovi Statuti

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