Unam sanctam
Bolla sul Primato del Papa - Bonifacio VIII
Che ci sia una ed una sola Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica noi
siamo costretti a credere ed a professare, spingendoci a ciò la nostra
fede, e noi questo crediamo fermamente e con semplicità professiamo, ed
anche che non ci sia salvezza e remissione dei nostri peccati fuori di
lei, come lo sposo proclama nel Cantico: "Unica è la mia colomba, la mia
perfetta; unica alla madre sua, senza pari per la sua genitrice", che
rappresenta un corpo mistico, il cui capo è Cristo, e il capo di Cristo è
Dio, e in esso c'è "un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo".
Al tempo del diluvio invero una sola fu l’arca di Noè, raffigurante
l’unica Chiesa; era stata costruita da un sola braccio, aveva un solo
timoniere e un solo comandante, ossia Noè, e noi leggiamo che fuori di
essa ogni cosa sulla terra era distrutta. Questa Chiesa noi veneriamo, e
questa sola, come dice il Signore per mezzo del Profeta: "Libera, o
Signore, la mia anima dalla lancia e dal furore del cane, l’unica mia".
Egli pregava per l’anima, cioè per Se stesso (per la testa e il corpo
nello stesso tempo) il quale corpo precisamente Egli chiamava la sua
sola e unica Chiesa, a causa della unità di promessa di fede, sacramenti
e carità della Chiesa, ossia "la veste senza cuciture" del Signore, che
non fu tagliata, ma data in sorte. Perciò in questa unica e sola Chiesa
ci sono un solo corpo ed una sola testa, non due, come se fosse un
mostro, cioè Cristo e Pietro, vicario di Cristo e il successore di
Pietro; perché il Signore disse a Pietro: "Pasci il mio gregge". "Il
mio gregge" Egli disse, parlando in generale e non in particolare di
questo o quel gregge; così è ben chiaro, che Egli gli affidò tutto il
suo gregge. Se perciò i Greci od altri affermano di non essere stati
affidati a Pietro e ai suoi successori, essi confessano di conseguenza
di non essere del gregge di Cristo, perché il Signore dice in Giovanni
che c’è un solo ovile, un solo e unico pastore.
Noi sappiamo dalle parole del Vangelo che in questa Chiesa e nel suo
potere ci sono due spade, una spirituale, cioè, ed una temporale,
perché, quando gli Apostoli dissero: "Ecco qui due spade" (che significa
nella Chiesa, dato che erano gli Apostoli a parlare (il Signore non
rispose che erano troppe, ma che erano sufficienti). E chi nega che la
spada temporale appartenga a Pietro, ha malamente interpretato le parole
del Signore, quando dice: "Rimetti la tua spada nel fodero". Quindi
ambedue sono in potere della Chiesa, la spada spirituale e quella
materiale; una invero deve essere impugnata per la Chiesa, l’altra dalla
Chiesa; la seconda dal clero, la prima dalla mano di re o cavalieri, ma
secondo il comando e la condiscendenza del clero, perché è necessario
che una spada dipenda dall’altra e che l’autorità temporale sia soggetta
a quella spirituale. Perché quando l’Apostolo dice: "Non c’è potere che
non venga da Dio e quelli (poteri) che sono, sono disposti da Dio",
essi non sarebbero disposti se una spada non fosse sottoposta all’altra,
e, come inferiore, non fosse dall’altra ricondotta a nobilissime
imprese.
Poiché secondo san Dionigi è legge divina che l’inferiore sia
ricondotto per l’intermedio al superiore. Dunque le cose non sono
ricondotte al loro ordine alla pari immediatamente, secondo la legge
dell’universo, ma le infime attraverso le intermedie e le inferiori
attraverso le superiori. Ma è necessario che chiaramente affermiamo che
il potere spirituale è superiore ad ogni potere terreno in dignità e
nobiltà, come le cose spirituali sono superiori a quelle temporali. Il
che, invero, noi possiamo chiaramente constatare con i nostri occhi dal
versamento delle decime, dalla benedizione e santificazione, dal
riconoscimento di tale potere e dall’esercitare il governo sopra le
medesime, poiché, e la verità ne è testimonianza, il potere spirituale
ha il compito di istituire il potere terreno e, se non si dimostrasse
buono, di giudicarlo. Così si avvera la profezia di Geremia riguardo la
Chiesa e il potere della Chiesa: "Ecco, oggi Io ti ho posto sopra le
nazioni e sopra i regni" ecc.
Perciò se il potere terreno erra, sarà giudicato da quello
spirituale; se il potere spirituale inferiore sbaglia, sarà giudicato
dal superiore; ma se erra il supremo potere spirituale, questo potrà
essere giudicato solamente da Dio e non dagli uomini; del che fa
testimonianza l’Apostolo: "L’uomo spirituale giudica tutte le cose; ma
egli stesso non è giudicato da alcun uomo", perché questa autorità,
benché data agli uomini ed esercitata dagli uomini, non è umana, ma
senz’altra divina, essendo stata data a Pietro per bocca di Dio e resa
inconcussa come roccia per lui ed i suoi successori, in colui che egli
confessò, poiché il Signore disse allo stesso Pietro: "Qualunque cosa tu
legherai...". Perciò chiunque si oppone a questo potere istituito da
Dio, si oppone ai comandi di Dio, a meno che non pretenda, come i
Manichei, che ci sono due principi; il che noi affermiamo falso ed
eretico, poiché (come dice Mosè non nei principi, ma "nel principio"
Dio creò il cielo e la terra. Quindi noi dichiariamo, stabiliamo,
definiamo ed affermiamo che è assolutamente necessario per la salvezza
di ogni creatura umana che essa sia sottomessa al Pontefice di Roma.
Data in Laterano, nell’ottavo anno del nostro Pontificato, il 18 novembre 1302
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