Eravamo stati avvisati sui nemici della Chiesa nascosti nel suo seno, ma molti fanno finta che questi nemici siano scomparsi e vogliono fare degli accordi con loro...
"Ed a rompere senza più gl'indugi Ci spinge anzitutto il fatto, che i fautori
dell'errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò
che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più
perniciosi quanto meno sono in vista. Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a molti
del laicato cattolico e, ciò ch'è più deplorevole, a non pochi dello stesso
ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri d'ogni
solido presidio di filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle
velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza ritegno di sorta,
per riformatori della Chiesa medesima; e, fatta audacemente schiera, si gittano
su quanto vi ha di più santo nell'opera di Cristo, non risparmiando la persona
stessa del Redentore divino, che, con ardimento sacrilego, rimpiccioliscono fino
alla condizione di un puro e semplice uomo". (PASCENDI DOMINICI GREGIS)...
Lettera di
Mons. Alfonso de Galarreta
Mons. Bernard Tissier de Mallerais
Mons. Richard Williamson
della Fraternità Sacerdotale San Pio X
al Superiore Generale Mons. Bernard Fellay e al Consiglio Generale della Fraternità.
...Il problema posto ai cattolici dal Concilio Vaticano II è
profondo. In una conferenza rivolta ai sacerdoti della sua
Fraternità a Ecône a sei mesi prima della sua morte, e che
sembra essere stata come l’ultimo testamento dottrinale di Mons.
Lefebvre, dopo aver riassunto brevemente la storia del cattolicesimo
liberale uscito dalla Rivoluzione francese, egli ha ricordato come i
Papi abbiano sempre combattuto questo tentativo di riconciliazione fra
la Chiesa e il mondo moderno, ed ha dichiarato che la battaglia della
Fraternità contro il Vaticano II era esattamente la stessa battaglia. Ed
ha concluso:
«Più si analizzano i documenti del Vaticano II e la loro
interpretazione da parte delle autorità della Chiesa, e
più ci si rende conto che non si tratta di errori superficiali,
né di alcuni errori particolari come l’ecumenismo, la
libertà religiosa, la collegialità, quanto piuttosto di una totale perversione dello spirito, di
tutta una filosofia nuova fondata sul soggettivismo… È
molto grave! Una perversione totale!… Veramente spaventoso.»
Ora, da questo punto di vista, il pensiero di Benedetto XVI è
migliore di quello di Giovanni Paolo II? Basta leggere lo studio di uno
di noi tre su La fede in pericolo per la ragione,
per rendersi conto che il pensiero del Papa attuale è ugualmente
impregnato di soggettivismo. Tutta la fantasia soggettiva dell’uomo al
posto della realtà oggettiva di Dio. Tutta la religione
cattolica sottomessa al mondo moderno. Come si può credere che
un accordo pratico possa risolvere un tale problema?...
...E quando, un anno più tardi, Roma sembrava compiere dei veri
gesti di benevolenza verso la Tradizione, Mons. Lefebvre
continuò a non fidarsi. Egli temeva che si trattasse solo di
«manovre per staccare da noi il
più gran numero di fedeli possibile. È questa la
prospettiva entro la quale essi sembrano cedere sempre un po’ di
più e perfino spingersi
più lontano. Noi dobbiamo assolutamente convincere la nostra
gente che si tratta solo di una manovra, che è pericoloso
mettersi nelle mani dei vescovi conciliari e di Roma modernista. Si
tratta del più grande pericolo che minaccia la nostra gente. Se
da 20 anni lottiamo per resistere agli errori conciliari, non è
per metterci adesso nelle mani di coloro che professano questi errori.»
Al seguito di Mons. Lefebvre, è proprio della Fraternità,
più che il denunciare gli errori con i loro nomi, opporsi
efficacemente e pubblicamente alle autorità romane che li
diffondono. Come potrebbe conciliarsi un accordo con questa resistenza
pubblica alle autorità, dunque al Papa? E dopo aver lottato per
più di quarant’anni, la Fraternità dovrebbe mettersi
adesso nelle mani di modernisti e liberali dei quali abbiamo appena
constatato la pervicacia?-...
DON CURZIO NITOGLIA
20 febbraio 2009
1°)
Benedetto XVI (il 21 gennaio 2009) ha revocato la scomunica del 1° luglio
1988, che fu comminata ai quattro vescovi della FSSPX consacrati il 30
giugno ’88, da mons. Marcel Lefebvre e Antonio de Castro Mayer.
2°)
Immediatamente i ‘media’ hanno orchestrato una campagna di linciaggio
contro papa Ratzinger e la FSSX, specificatamente nella persona di mons.
Williamson, reo di aver esposto (in Canada, venti anni or sono) una sua
opinione sulle tesi degli storici che hanno rivisitato la ‘shoah’ (parola
ebraica, che tradotta in italiano significa “catastrofe” e non
“olocausto” come si vorrebbe far intendere) e sulla quale è stato chiamato a
rispondere di nuovo nell’ottobre 2008 dalla TV svedese, in Germania.
3°)
Il rabbinato mondiale ha chiesto al Papa di ri-scomunicare Williamson, e
alla FSSPX di dire chiaramente se accetta totalmente il Vaticano II,
specialmente “Nostra aetate” e l’insegnamento sull’ebraismo del
post-concilio. Purtroppo tale richiesta è stata fatta propria, in pieno, da
Benedetto XVI nella ‘Nota della Segreteria di Stato’ (4 febbraio 2009).
4°)
Il rabbino capo di Roma ha detto che il problema centrale non è tanto la
revisione della volgata sulla ‘shoah’ (sollevata dai ‘media’ a proposito di
mons. Williamson) quanto quello della non accettazione del mutamento di
atteggiamento teologico verso l’ebraismo, iniziato da Giovanni XXIII
col Vaticano II e portato avanti da Paolo VI e soprattutto da Giovanni Paolo
II. Quando Ratzinger emanò il “Motu proprio” sulla Messa tridentina
era lecito (non doveroso) sperare, senza farsi illusioni, che volesse
riassorbire, gradualmente, il disastro liturgico provocato da Paolo VI col
NOM (1970); nulla di più ma pur sempre qualcosa. Credere ancora adesso, dopo
le sue ultime affermazioni, che voglia rivedere e correggere il Vaticano II,
significherebbe “impugnare la verità conosciuta”.
5°)
Chi è realmente Ratzinger? Qual’è la sua posizione attuale sul Vaticano II e
sul giudaismo? Si poteva sperare che le macerie del post-concilio lo
avessero fatto ricredere almeno in parte, specialmente sulla liturgia.
Invece il caso Williamson ha scoperto ciò che realmente bolliva in pentola.
Ratzinger vuole l’attuazione piena e totale del concilio e specialmente del
dialogo inter-religioso soprattutto col giudaismo. Se la risposta di
Ratzinger, dell’agosto 2007, al libro di rabbi
Jacob Neusner, Disputa
immaginaria tra un rabbino e Gesù. Quale maestro seguire? (Casale
Monferrato, Piemme, 1996) ci aveva dato qualche speranza, le prese di
posizione odierne ce l’hanno tolta totalmente. Alfred Lapple, vecchio
professore di Ratzinger, presso il Seminario di Frisinga, ha raccontato all’Avvenire
(4 febbraio 2009, p. 32) che all’origine della formazione intellettuale
di Benedetto XVI vi sono, oltre de Lubac e von Balthasar, addirittura
Martin Buber, colui che ha
volgarizzato, reso “di massa” la cultura ebraico-chassidica mistica
ed esoterica. Il professore israeliano
Israel Shahak (che ha perso i
genitori nel campo di lavoro nazional-socialista di Bergen Belsen, ove anche
lui fu rinchiuso) ha scritto che Buber è stato «uno dei maggiori
mistificatori (…), nelle sue numerose opere in cui esalta l’intero movimento
chassidico, non si trova una sola riga sulle vere dottrine chassidiche che
riguardano i non-ebrei (…). Le opere di Buber furono tradotte in ebraico e
diventarono un formidabile strumento educativo nelle scuole d’Israele,
aumentando il potere dei leader chassidici, letteralmente ‘assetati di
sangue’, nel promuovere lo sciovinismo israeliano e l’odio verso
tutti i non-ebrei (…). Sono convinto che nessuno ha lasciato un’eredità
più malefica della sua [di Buber]» (Storia ebraica e giudaismo,
Verrua Savoia, CLS, 1997, pp. 57-58). Inoltre Maurizio Crippa su Il
Foglio (4 febbraio 2009, p. 3) scrive che Benedetto XVI «è il teologo
che ha scavato di più nelle premesse ebraiche del cristianesimo […]. Nei
primi anni Settanta Ratzinger entra in rapporto con ‘La Comunità
Cattolica di Integrazione’, che dal primo dopoguerra aveva avviato una
profonda revisione teologica e spirituale del cattolicesimo tedesco […].
“Dio può avere due spose [Sinagoga e Chiesa]? Non è forse questa divisione
tra sinagoga e ‘ecclesia’, così piena di male, il motivo più profondo di
tutte le divisioni che seguirono nella storia della Chiesa? … Non è forse
che la Chiesa debba radicarsi nell’ebraismo, per poter essere del tutto
cattolica, e cioè universale?”. Il rapporto di stima tra Ratzinger e
questa Comunità (sarà lui, arcivescovo di Monaco, ad approvarne nel 1978 gli
statuti) non si è mai interrotto» ()
e lo si vede.
6°)
Padre Federico Lombardi, ha dichiarato che “chi nega la ‘shoah’ nega la
Croce di Cristo”! “Tenebrae factae sunt”! “Questa è l’ora vostra e
del potere delle tenebre”.
7°)
Cosa succede realmente? Penso occorra distinguere.
a)
Innanzitutto non bisogna
illudersi: Benedetto XVI non è san Pio X, ha avuto una formazione
neo-modernista, intellettualmente è influenzato, tuttora, fortemente
dall’hegelismo e dal modernismo. Se nel 2007 si poteva sperare “contra
spem” senza illudersi, ora non più. Se ha ceduto per debolezza o se era
tutto studiato a tavolino, solo Dio lo sa con certezza. Noi possiamo avere
soltanto delle congetture o opinioni. Bisogna riconoscere che ha subìto
delle pressioni notevolissime da parte del giudaismo ad extra e
dell’episcopato ad intra. Ma se è umano aver paura del leone che vuol
sbranarci ‘al Colosseo’, non licet “cambiare fede” per paura dei
leoni.
b)
Alla luce di quanto
successo si può pensare (è un’opinione molto probabile, non una certezza,
almeno per me) che la manovra dal “Motu proprio” del 7 luglio 2007,
sino alla revoca della scomunica (21 gennaio 2009) sia stata una “trappola”
tesa, lucidamente, a chi ancora non aveva ceduto alle “novità” conciliari e
post-conciliari, ivi inclusa la teologia del “giudeo-cristianesimo”,
iniziata con “Nostra aetate” (1965), proseguita con “l’Antica
Alleanza mai revocata” (1981) e “i fratelli maggiori nella fede”
(1986), portata poi a termine proprio da Benedetto XVI ad Auschwitz, il 28
maggio 2006, quando ha esclamato rivolgendosi a Dio: “Svegliati! Non
dimenticare la Tua creatura, l’uomo!”, riprendendo così la ‘teologia del
silenzio di Dio’, cara a Hans Jonas e a G.B. Metz, i quali negano la bontà,
onnipotenza, provvidenza di Dio e dubitano persino della sua esistenza, per
aver taciuto di fronte alla ‘shoah’. Tra non molto i rabbini chiederanno a
Ratzinger di scomunicare anche Dio. Allora si poteva pensare che
Ratzinger equiparasse la “catastrofe” del popolo ebraico all’Olocausto di
Cristo; oggi, 4 febbraio 2009, se ne ha la certezza di fronte alla
“Nota della Segreteria di Stato”, dettata da Ratzinger stesso, in cui si
legge che “le posizioni di mons. Williamson sono assolutamente inaccettabili
e fermamente rifiutate dal Santo Padre”, il quale il 28 gennaio scorso “ha
ribadito la sua piena e indiscutibile solidarietà con i nostri Fratelli
destinatari della Prima Alleanza”, onde il “Vescovo Williamson,
per una ammissione a funzioni episcopali nella Chiesa, dovrà anche
prendere in modo assolutamente inequivocabile e pubblico le distanze dalle
sue posizioni riguardanti la shoah”. Non si parla più di Antica o
Vecchia Alleanza, cui è succeduta la Nuova ed Eterna, ma di
Prima, quasi vi fossero due Alleanze parallele, una (la Prima)
per l’ebraismo e l’altra (la Seconda) per le Genti convertitesi a Cristo ().
Inoltre, che io sappia, la ‘shoah’ non è un dogma di Fede rivelata e
definita, onde per far parte della Chiesa occorra professare la propria
“fede” nella ‘shoah’. Questa è la prova provata della evoluzione eterogenea
del “dogma” conciliare e post-conciliare, dell’ “ermeneutica” della
discontinuità o ‘rottura’ e dell’inconciliabilità tra concilio e Tradizione.
8°)
Quali sono i punti in questione, per noi, irrinunciabili?
a)
Il deicidio:
per i cattolici Gesù è vero Dio e vero uomo, la sua uccisione, perciò, è un
vero ‘Dei-cidio’. L’ebraismo non crede alla sua divinità, ma non può imporre
ai cristiani di rinnegarla o di non professarla pubblicamente (cfr. mons.
Brunero Gherardini, La
vexata quaestio del deicidio, Città del Vaticano, in “Divinitas”, n.°
2/2008, pp. 215-223. Id,
Sugli Ebrei: così, serenamente, Frigento, in “Fides Cattolica”, n.°
1/2009, pp. 245-278). Per i Vangeli e tutti i Padri della Chiesa, da
sant’Ignazio d’Antiochia (+ 107) a sant’Agostino (+ 430), e quindi
infallibilmente, il giudaismo religione rabbinica o post-biblica è
responsabile della morte di Gesù. San Tommaso d’Aquino, il Dottore Comune
della Chiesa, insegna che “i giudei peccarono, non solo uccidendo Cristo
come uomo, ma anche come crocifissori di Dio” (S. Th., III, q. 47, a. 5).
Infatti per il dogma dell’Unione Ipostatica, la natura umana di Cristo
sussiste nella Persona divina, onde ciò che è fatto contro Cristo uomo è
fatto anche contro Cristo Dio, perciò vi è vero “deicidio”, anche se non è
morta la divinità ma solo l’umanità di Gesù, sussistente nella Persona del
Figlio consustanziale al Padre e allo Spirito Santo.
b)
La frase sui “fratelli
maggiori nella Fede”
pronunciata da Giovanni Paolo II, il 13 aprile 1986 alla sinagoga di Roma,
per la Fede cattolica è falsa non solo ambigua, poiché l’ebraismo dopo
Cristo è fedele al Talmùd e non a Mosè; infine è divinamente rivelato (san
Paolo 1 Tess., II, 15-16) che “Gli ebrei hanno ucciso il Signore. Non
piacciono a Dio, sono nemici di tutti gli uomini, poiché ci impediscono di
predicare ai pagani affinché si salvino”. Quindi con gli ebrei post-biblici
non abbiamo nulla in comune quanto alla religione, non possono essere nostri
fratelli maggiori (nel senso ontologico di “prediletti”, come ha precisato
poi G.P. II e non cronologico in quanto sono nati prima di noi), essi sono
un ostacolo alla salvezza degli uomini, poiché nemici tuttora del Vangelo di
Cristo che è l’unico mezzo di salvezza. La religione ebraica dopo Cristo non
è una realtà viva, ma ‘morta e mortifera’. Gli ebrei che vissero prima di
Cristo e furono fedeli ad Abramo e all’Antico Testamento sono nostri
fratelli maggiori (solo cronologicamente, infatti ontologicamente o quanto
al valore, sono in uno stato oggettivamente inferiore, poiché l’Antica
Alleanza è imperfetta rispetto alla Nuova ed Eterna, onde il cristianesimo è
superiore, quanto al valore oggettivo, all’ebraismo dell’Antico Testamento).
Lo stesso Gesù, quando gli ebrei increduli professano di avere per padre
Abramo, risponde che lo è carnalmente, ma non spiritualmente o quanto alla
Fede, poiché Abramo credeva in Cristo venturo mentre loro lo rinnegano e
quindi hanno “per padre il diavolo” (Gv., VIII, 42). Se fossero “nostri
fratelli maggiori quanto alla fede” (G. P. II, 13 aprile 1986),
anche noi avremmo “per padre il diavolo”. Spero proprio di no!
c)
L’Antica Alleanza
è stata rimpiazzata dalla Nuova ed Eterna, nel Sangue di Cristo, onde la
Chiesa fondata da Gesù è il nuovo e vero Israele. San Paolo, divinamente
ispirato, insegna: “dicendo Alleanza Nuova, Cristo ha dichiarato
antiquata la prima; ora ciò che diventa antico e invecchia, è
prossimo a sparire” (Ebr., VIII, 13). È di Fede rivelata.
d)
Se Cristo è Dio,
il giudaismo post-biblico che nega la sua divinità è una falsa
religione. Per il principio di non-contraddizione: “una stessa cosa
[Cristo] non può essere [Dio] e non essere [Dio] nello stesso tempo e sotto
lo stesso rapporto” (Aristotele). Gesù o è Dio o non è Dio, “tertium non
datur”. Se è Dio il cristianesimo è vero e il giudaismo falso; se non è
Dio viceversa. È assolutamente certo.
e)
La ‘shoah’
non è una questione puramente storico-politica (come è stato rimproverato a
mons. Williamson), ma essa pretende essere la nuova ‘religione immanente’
dell’ebraismo “messia collettivo”, padrone e signore di questo mondo (cfr. “Il
caso Williamson” e “Giona: un uomo per il nostro tempo” su questo
stesso “sito”). Tutto questo, per la Fede cattolica, è inaccettabile.
Inoltre la storia la si fa con prove certe di documenti, di archivi, di
reperti bellici e non a forza di minacce di incarcerazione e di scomuniche
laiche ed ecclesiastiche. Inoltre è una questione di “verità”, ossia di
conformità del nostro intelletto e giudizio alla realtà. Non si può
chiedere di aderire all’errore (difformità tra giudizio e realtà),
per il vero rispetto della dignità della natura umana, fatta per aderire al
vero e al bene. Occorrono le prove storiche, chimiche e fisiche per aderire
alla volgata olocaustica. Gesù ci ha insegnato “la verità vi farà liberi”;
l’errore, invece, rende schiavi del padre della menzogna.
Conclusione: un appello all’unità
interna nella verità
a)
Purtroppo alcuni
sacerdoti ‘tradizionalisti’ non hanno mostrato molta dignità, fermezza e
carità ed hanno linciato, defenestrato o “buttato a mare” pubblicamente e
ferocemente, senza possibilità di appello mons. Williamson (come lui stesso
ha riconosciuto, paragonandosi a Giona), in un nuovo tribunale di
“Norimberga-bis”, che ha lasciato più che perplessi, anzi chiaramente
disgustati, moltissimi fedeli “tradizionalisti” e non. La professione,
implicita, di “fede” nell’olocausto ebraico, anche da parte di una fetta
del mondo “tradizionalista”, è strabiliante e ci fa toccare con mano quanto
estesa e profonda sia la crisi di Fede in ambiente cattolico. San Tommaso
d’Aquino insegna che “Cristo ha predicato pubblicamente agli ebrei la verità
che loro odiavano, senza paura di urtarli” (S. Th., III, q. 42, a. 2).
Quindi è dovere del vescovo come di ogni cristiano professare la verità non
solo di Fede, ma anche connessa con la Fede. Ora, oggi si è fatto
dell’olocausto ebraico una verità di “fede” talmudica, [s]-connessa
con quella cattolica. Mi si obietterà che in certi momenti occorre prudenza
per non scandalizzare i pusilli. San Gregorio Magno risponde che: “Se lo
scandalo viene dalla verità, bisogna sopportare lo scandalo piuttosto che
abbandonare la verità” (Homil., VII in Ezech.), essendo la prudenza
cristiana una virtù soprannaturale. Ora la questione storica della ‘shoah’,
come tutte le altre, deve essere affrontata secondo i criteri di “conformità
alla realtà” (verità) e non sull’onda dell’emozione o della paura. Perciò
non è lecito chiedere a mons. Williamson una ritrattazione, dettata dalla
“prudenza della carne”, che sia “difforme dalla realtà dei fatti” (falsità).
b)
Spiace dirlo, ma
oggettivamente, il comunicato stampa di mons. Fellay sul ‘caso
Williamson’ non è stato bello, specialmente verso un vescovo più anziano,
che è stato in seminario a Ecône il nostro maestro di filosofia e teologia,
e che ci ha insegnato a ragionare col suo rigore logico. “Errare humanum
est”. Tuttavia sarebbe ingeneroso prendersela con mons. Fellay, anche
lui può sbagliare, soprattutto in una situazione di “pressione” o “lobbyng”
come questa che stiamo vivendo. Il dovere attuale è l’unità nella
verità, evitando ogni divisione interna, e contrattaccando il nemico
esterno.
c)
Il Vaticano II è caro
all’ebraismo. È un fatto
che specialmente in questi giorni abbiamo sentito, letto e constatato, e
“contro il fatto non vale l’argomento”. Ma san Paolo (I Tess., II, 15-16)
rivela, divinamente ispirato, che “I giudei hanno ucciso il Signore Gesù e i
profeti, perseguitano noi Apostoli, non piacciono a Dio e son nemici
di tutti gli uomini [non-ebrei, nda]. Ci proibiscono di evangelizzare le
Genti per la loro salvezza”. Nella misura in cui i giudei attuali continuano
e proseguono quelli che rifiutarono Cristo, lo crocifissero e perseguitarono
i Dodici Apostoli, essi non piacciono a Dio. Se non piacciono a Dio,
non possono essere cari neppure a noi; se son cari al Vaticano II, significa
che esso non ha lo stesso spirito di Dio. Inoltre, l’ebraismo nega la SS.
Trinità e la divinità di Cristo, che sono i due misteri principali della
Fede cattolica. Quindi o l’ebraismo è impazzito e si contraddice, ma non è
così, oppure il Vaticano II è in contraddizione col cattolicesimo e non può
piacere a chi vuol restare cristiano, piacendo a chi odia Cristo e il
cristianesimo. Il fatto che proprio i rabbini ci ingiungano di accettare il
Vaticano II ‘suona male’ e dovrebbe far riflettere “tutti gli uomini di
buona dottrina”. Sempre san Paolo (Tito, I, 10-14) rivela che: “Vi
sono molti spiriti mestatori, parolai e ingannatori, soprattutto quelli che
provengono dalla circoncisione [giudaismo]: a costoro bisogna tappare la
bocca (…). Perciò riprendili duramente, affinché siano
saldi nella Fede e non si volgano a favole giudaiche”.
L’Apostolo non dice di ritrattare o scusarsi, ma di “tappar la bocca” a loro
(non a mons. Williamson) e di “non credere alle favole giudaiche”.
d)
È storicamente accertato
che la “Nostra aetate” fu preparata da Jules Isaac,
ebreo ateo filo-comunista, con l’aiuto del Bené Berìth (la massoneria
giudaica) di cui era membro (come ha dichiarato, il 16 novembre 1991, in
occasione della premiazione del card. Decourtray, Marc Aron, presidente del
“B.B.” francese) e dal card. Agostino Bea coadiuvato da p. Paul
Démann, ebreo “convertito” e da p. Jean de Menasce (idem). L’accordo
tra Jules Isaac e papa Roncalli fu organizzato dal “B.B.” e da alcuni
politici social-comunisti (J. Madiran,
“Itineraires” III, settembre 1990, p. 3, nota 2). Un altro artefice
di “Nostra aetate” fu Nahum Goldman, presidente del “Congresso
Mondiale Ebraico”, che preparò anche la bozza di “Dignitatis humanae”
sulla libertà religiosa. I documenti furono presentati dal Goldman assieme a
Label Katz (anche lui del “B.B.”) a nome della “Conferenza Mondiale
delle Organizzazioni Ebraiche”. Quindi “Nostra aetate” e “Dignitatis
humanae” sono state preparate, materialmente, dalla massoneria ebraica.
Dulcis in fundo, il rabbino Abraham Heschel, collaborò intensamente
con Bea e compagni alla elaborazione di “Nostra aetate”. Tutto ciò è
stato svelato dall’israelita Lazare Landau (“Tribune Juive”, n° 903,
gennaio 1986 e n° 1001, dicembre 1987), che scrive: “nell’inverno del 1962,
i dirigenti ebrei ricevevano in segreto, nel sottosuolo della sinagoga di
Strasburgo, p. Yves Congar, incaricato da Bea e Roncalli di chiederci, ciò
che ci aspettavamo dalla Chiesa, alla vigilia del concilio (…). La nostra
completa riabilitazione, fu la risposta”(j.
madiran, “Itineraires”, autunno 1990, III, pp.1-2).
L’interpretazione retta del Vaticano II è
quella data in questi giorni da Benedetto XVI, esso fa un tuttuno col
giudaismo, ancora caro a Dio, che non ha bisogno di Cristo poiché ha il suo
“olocausto”. Se si vuol restare cristiani non si può accettare il Vaticano
II. Oramai dovrebbe essere chiaro che ogni colloquio sulla sua
interpretazione alla luce della Tradizione sarebbe equivalente a “dialogare
col diavolo”, il che è molto pericoloso.
e)
Voler occuparsi di
Vaticano II e antimodernismo, senza voler conoscere
(storicamente e teologicamente) il
problema ebraico (cfr. l de
poncins, Il problema degli ebrei nel concilio, Roma, 1962)
significa fare un buco nell’acqua e farsi raggirare dai “fratelli
peggiori”. Parlavo con un gran teologo della vecchia scuola, il quale mi
diceva che mons. Antonio Piolanti, pensava che entro pochi anni “Nostra
aetate” sarebbe stata completamente dimenticata, tanto era priva di
fondamenti scritturari, patristici e teologici (è l’unico documento del
Vaticano II che non contiene neppure una citazione della Santa Scrittura,
dei Padri, dei Dottori e del Magistero). Invece essa è diventata il cavallo
di battaglia del pontificato di G. P. II (“fratelli maggiori nella fede”).
Quindi, il suddetto teologo concludeva, per affrontare adeguatamente il
“problema del concilio” da un punto di vista teologico, occorre conoscere il
“problema ebraico” che è teologico, storico, politico e socio-economico.
Purtroppo, molti “tradizionalisti” da Messa di san Pio V et non plus
ultra, (ma la FSSPX non è l’ “Ecclesia Dei afflicta”, essa
è stata fondata da mons. Lefebvre per combattere gli errori del Vaticano II
e la salvaguardia della Messa cattolica, però non tutti i suoi membri
sembrano esserne consapevoli), gridano “all’antisemita!” se si
affronta il problema ebraico anche solo da un punto di vista teologico.
Vorrebbero che si parlasse solo di Blondel, della “Pascendi” e
“Humani generis”. Sarebbe come se (tanto per fare un esempio) in una
ipotetica guerra tra Francia e Italia, dichiarataci da Sarkozy, ci dicessero
di partire ma di sparare solo contro De Gaulle, che giace sotto terra e di
non mirare a Sarkozy! La guerra sarebbe persa in partenza. Il nemico di oggi
(gennaio 2009) non è Blondel (1893) e figli, ma il giudaismo internazionale.
Questo spiega l’incertezza della reazione al Vaticano II in ambiente
“tradizionalista da Messa san Pio V et non plus ultra” e anche da
parte di alcuni membri della FSSPX, del perché si spari contro mons.
Williamson e si chieda scusa “a tutti gli uomini di buona volontà”, fratelli
peggiori inclusi. Invece si deve passare al contrattacco, poiché “il
diavolo si fa leone se tu ti fai formica, mentre se tu ti mostri leone egli
diventa una formica” (san Leone Magno). Passato il primo momento di
smarrimento, occorre far sentire la propria voce, uniti nella verità,
servendosi dei mezzi di stampa che si hanno a disposizione compresi quelli
di contro-informazione “on line”. Sarebbe un errore madornale dividersi,
espellere mons. Williamson e “riverire” la ‘sinagoga di satana’, la quale
non solo non perdona chi cede, ma raddoppia la sua rabbia. La FSSPX rischia
di spaccarsi in due o in mille pezzi, di essere assorbita dalla “chiesa
conciliare” (come la chiamava il card. Benelli), la quale oggi ha esposto
chiaramente il suo diktat e ha cessato di parlare con ambiguità, onde non ci
si può più illudere di dialogare con lei - “rebus sic stantibus” - essa
chiede una resa incondizionata alle novità del Vaticano II,
accettarla sarebbe l’apostasia. Se vi è stata dell’incertezza o anche un
cedimento iniziale, ci si può risollevare come san Pietro (“errare humanum
est”), occorre mettere una pietra sopra le incomprensioni passate e
ricominciare, uniti senza ambiguità, la battaglia delle idee.
f)
È impressionante constatare
quanto profondamente “la Sinagoga di satana” (Ap., II, 9) sia infiltrata in
Vaticano. Ciò che turba non è quello che chiede il rabbinato (fa il suo
mestiere), ma il fatto che il Papa ceda ad esso (non fa il suo dovere, ma
purtroppo da cinquanta anni ci siamo abituati). Ciò che però lascia
maggiormente attoniti è che una parte del “tradizionalismo” cattolico
non abbia nulla da obiettare, sia pronto ad onorare l’olocausto ebraico (implicitamente
a fianco di quello di Gesù).
g)
Il rabbino capo di Roma
Riccardo Di Segni il 5 febbraio 2009 ha scritto che se i cattolici vogliono
che il dialogo inter-religioso con l’ebraismo continui, «1° come è stato
fatto per il negazionismo, deve esser chiaro che (…) non c’è posto non solo
per l’antisemitismo ma anche per l’antigiudaismo [teologico] (…); 2° ci deve
esser coerenza tra documenti e comportamento, evitando incidenti (…)».
Inoltre, conclude, il problema di fondo resta sempre, anche se si elimina il
negazionismo, l’antisemitismo e l’antigiudaismo, poiché non si deve parlare
di conversione dall’ebraismo a Cristo, come invece ha fatto Benedetto XVI
durante l’Angelus di domenica 25 gennaio 2009, festa della
conversione di san Paolo. Ora, stando così le cose, non è più solo una
questione di prudenza soprannaturale parlare o meno di unicità della
persecuzione contro gli ebrei tra il 1942-45, di antigiudaismo teologico, di
necessità dell’unico Salvatore di tutti gli uomini, Gesù Cristo, ma è una
questione di Fede e, se Gesù ci ha autorizzato a ‘fuggire da una città se
vogliono martirizzarci’, non ci permette di non proclamare la Fede quando
siamo interpellati, anche a costo di perdere la vita. I primi cristiani non
si son comportati così, Gesù neppure, anzi è salito a Gerusalemme per essere
crocifisso e ha proclamato, dietro domanda del Sommo Sacerdote, la sua
divinità. San Paolo ha scritto: “Guai a me se non predicassi il Vangelo!”,
San Pietro ha risposto al Sacerdote il quale gli intimava di non predicare
Gesù che “non poteva non predicare” e che “è meglio obbedire a Dio che agli
uomini”, inoltre il Verbo Incarnato stesso nel Vangelo ci ha insegnato a
“non temere coloro che possono uccidere il corpo, ma colui che uccide
l’anima e poi la getta nell’inferno”. Ora, se oggi si tace o ci si accorda
con costoro, si perde l’anima, se invece si predica chiaramente si può
perdere tutto (case, chiese e anche la vita) ma ci si salva per l’eternità.
Il 2009 è iniziato male e finirà peggio, ma è quello che ci
meritiamo, come ci aveva avvisato la Madonna a Fatima nel 1917; “se il mondo
non si convertirà…”. ma Gesù ci ha promesso che “le porte dell’inferno non
prevarranno!”. Adesso tocca a noi di essere uniti nella verità senza
sconti né ambiguità. Benedetto XVI non è più ambiguo, la FSSPX dovrebbe
ritrovare l’unità interna, nella verità, e dire “pane al pane e vino al
vino” o come ha detto Gesù “il vostro parlare sia sì sì no no, quel che è di
più viene dal Maligno”. Solo così manterrà la sua identità, che è quella del
suo fondatore e la sua unità. “Tutto è perduto con la guerra [interna],
tutto può essere salvato con la pace” (Pio XII).
don Curzio Nitoglia
BELLISSIMO ARTICOLO! CHE DIO TI BENEDICA! LO ASPETTAVO DA TEMPO.
RispondiEliminaIncominciamo finalmente a riabilitare la figura di Mons. Williamson, questo Vescovo di Santa Romana Chiesa che, reo di aver detto troppo chiaramente LA VERITA', ne ha sopportate di tutti i colori, non solo dai modernisti e dai loro "burattinai maggiori", ma proprio dai suoi fratelli nella Fede Cattolica tradizionale, dai suoi stessi CONFRATELLI!
Il silenzio, la compostezza e l'umiltà con cui ha sopportato tutto questo, ne testimoniano la luminosissima ed incrollabile FEDE CATTOLICA, la più schietta e verace.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaerroneamente ho cancellato il post,in sintesi ribadivo quanto detto in questa parte dell'artico:
Elimina[“Errare humanum est”. Tuttavia sarebbe ingeneroso prendersela con mons. Fellay, anche lui può sbagliare, soprattutto in una situazione di “pressione” o “lobbyng” come questa che stiamo vivendo. Il dovere attuale è l’unità nella verità, evitando ogni divisione interna, e contrattaccando il nemico esterno.]
Sottolineo solo la necessità di perseverare nella preghiera e confidare nella Provvidenza che la FSSPX resti UNITA' solo così il nemico potrà essere sconfitto, segnali positivi già si riscontrano sia tra i sacerdoti che tra i fedeli, un esempio ne è la comunità napoletana che rimane compatta, INDIETRO NON SI TORNA, essa invita chi di dovere a serrare le fila e continuare la battaglia iniziata da mons. Lefebvre. Non si accettiamo compromessi ambigui imposti dalle autorità moderniste della chiesa che bivaccano a Roma... Abbiamo fiducia nei nostri vescovi e nel Superiore Generale che fra pochi giorni sarà in Italia prima a Rimini e poi ad Albano e speriamo un un suo incoraggiante comunicato.
PIU ' CHIARO DI QUESTO ARTICOLO, E PIU' DETTAGLIATO CRONICAMENTE ED ANALITICAMENTE ,E' DIFFICILE TROVARNE.
RispondiEliminaMI AUGURO CHE GLI SVOLAZZANTI NEOCATECU ED ALTRI SOGGETTI ANALOGHI ARRIVINO QUA COME AVVOLTOI IN CERCA DI CARNE FROLLA E TROVINO UN BELL'ARTICOLETTO CHE LEGHI IL LORO BECCO FRAUDOLENTO.
Chissà che urla sconvolte alla caifa strappavestiti si sentiranno qua intorno!
Certe verità, messe in blog fanno fuggire più diavoli che non i dialoghi eterni e senza risultato di tanti blog "tradizionalisti"
Eh don Curzio è troppo forte.
RispondiEliminaAnnarì ma che c'è quarche raduno unibersale dei NC che è 'npo de tempo che nun se senteno!
CVCRCI
Ho detto a Pasquale che se si riavvicinava, dopo quel commento sulla sottoscritta che ho messo negli spam, lo avrei denunciato per diffamazione e stalking.
EliminaCosì avrebbe fatto il paio con un'altra denuncia che si è già beccato da qualcun'altro...ha capito l'antifona ed è sparito. E ha fatto molto bene a capire!..
Quindi sotto varie spoglie, anonimo o no, era sempre lui!
EliminaQueste persone non hanno in mente la ricerca del vero.
Vogliono solo tormentare il prossimo per il gusto di farlo e quando non hanno soddisfazione iniziano ad insultare (ovviamente iniziando ad andare contro le leggi, visto che diffamano).
Tutto questo dice AMPIAMENTE chi sono a loro stessi e a tutti quelli che hanno letto le loro sciocche, inutili, vuote, sballate sferzate.
Paradosi
Anche se di qualche tempo fà, l'analisi di Don Curzio è perfetta ed attualissima...
RispondiEliminaNon facilmente, ma sono riuscito ad avere il libro di mons. Bernard Tissier de Mallerais, "L'étrange théologie de Benoit XVI".
RispondiEliminaFarò la traduzione di alcuni passi e li comunicherò per la pubblicazione per il sito.
Effettivamente il Cattolicesimo ufficiale che è sotto i nostri occhi non è che una maschera dietro la quale non esiste più il cattolicesimo classico, quello rappresentato dalla posizione e dalle idee di mons. Lefebvre.
Tutto questo è molto triste.
Paradosi
Evvaiii Paradosi! Grande!
EliminaUn grazie infinito a nome di tutti noi!
Stavo proprio pensando di chiederti notizie sul libro, se in giro se ne vedeva qualche copia... Potresti dirci intanto quante pagine ha, e come è suddiviso l'indice?
Lo farò appena ho tradotto qualche parte che rende bene il contenuto del libro.
EliminaParadosi
Fatto! Trovi tutto in posta elettronica.
EliminaParadosi
Grazie infinite, caro amico!
EliminaNitoglia Papa!
RispondiEliminaRiccardo
Ma per favore, segue solo il vento...
Eliminax anonimastro del 21,56.
EliminaQuale vento segue don Nitoglia? sappi dire a noi poverelli, illuminaci!
Comunque se vuoi sapere meglio,la frase sopra è una tipica frase d'entusiasmo che tu avrai spessissimo per kiko e kika e l'ombra.
"E dopo aver lottato per più di quarant’anni, la Fraternità dovrebbe mettersi adesso nelle mani di modernisti e liberali dei quali abbiamo appena constatato la pervicacia?"
RispondiEliminaMi dispiace, ma anche stavolta, non sono d'accordo.
Lottato? Chi ha lottato?
Prima del Motu Proprio, e del lavoro di pochi in internet, la FSSPX era sconosciuta al 99% dei cattolici.
Quando si lotta si va in strada e si grida.
Questo è lottare.
La FSSPX del dopo Lefebvre non ha mai voluto farsi notare.
Questo è un errore.
La pervicacia dei modernisti non è una novità.
La novità è che i modernisti sono anziani e hanno fatto il loro tempo, la novità è che la tradizione è in certa parte nella Chiesa Cattolica, e l'ho appurato di prima mano, c'è, ed è una tradizione sana che ha bisogno di appoggio.
Nascondersi e fare i depositari della fede unti del Signore, l'ho già detto è una cosa, che forse può sembrare a prima vista buona, ma è negativa.
LA PARABOLA DEI TALENTI è qui ben applicabile.
Chi non sa far fruttare i doni di Dio verrà condannato.
Se serve una medicina, la FSSPX è la medicina, si metta in gioco come di dovere, senza paure...perchè,
IL REGNO DEI CIELI NON E' DEI PAUROSI!
"Lottato? Chi ha lottato?
EliminaQuando si lotta si va in strada e si grida.
Questo è lottare."
Ghergon, ma cosa dici??
Non hanno lottato?? Ma stai scherzando? Saii tu cosa significa porsi in contraddizione dell'intera Gerarchia per difendere la Messa cattolica? E beccarsi per questo la sospensione A Divinis?? Sai tu cosa vuol dire continuare nonostante questo, senza desistere, a costo di qualunque conseguenza, continuando ad insegnare e mettere in guardia da tutti gli errori del concilio, IN PIENO CONCILIO? Sai cosa vuol dire sopportare la completa avversione del proprio pontefice (paolo vi)?
Sai cosa vuol dire doversi isolare da tutti per difendere la fede ed i costumi dei sacerdoti, sentendosi considerare sempre più dei proscritti, soffrendo l'indifferenza e l'ostilità di vescovi e cardinali?? Sai tu cosa vuol dire andare avanti per decenni in questa situazione, fino a chiedere al santo padre un vescovo per la prosecuzione della fraternità e sentirsi prendere in giroall'infinito con promesse mai mantenute? Sai tu cosa vuol dire dover prendere la terribile decisione di procedere senza benestare e per questo beccasi la scomunica e farla prendere anche ai propri figli??? Sai tu cosa vuol dire cercare ancora il dialogo con chi ti ha già illegittimamente scomunicato e vedersi propinare un trappolone, con lo scopo di distruggere in poco tempo tutto quanto?? Sai tu cosa vuol dire, DA PARTE DEI FIGLI, seguire questa immensa battaglia per la fede, sopportando per decenni la solitudine da parte della Chiesa amatissima, venedo additati da tutti come "gli scismatici", come "i ribelli", come " i retrogradi nostalgici di pizzi e merletti", i "malati e saccenti"...fidandosi del proprio padre fondatore, vivendo in costante dicotomia di coscienza, per servire la Chiesa come nessun'altro ed assendo canonicamente impediti nel propriio ministero???
COSA E', TUTTO QUESTO, SE NON UNA IMMENSA BATTAGLIA???
No, mio caro amico, non si lotta soltanto scendendo in strada e gridando, esistono mille modi diversi di lottare, a seconda delle situazioni e dell'esigenza della lotta. Anche un malato fisso in un letto, che offra a Dio le sue sofferenze in silenzio, in unione al Sacrificio di Cristo, sta lottando eroicamente e potentemente, ma nessuno se ne accorge...la sua lotta è carnalmente silenziosa ma è spiritualmente "rumorosissima", e potrebbe ottenere più grazie all'umanità di molte opere missionarie operate "sul campo" ma magari meno ferventi. Tutto è relativo alle intenzioni dei cuori, perchè è sempre Dio che diffonde grazie, non l'azione umana in se stessa.
Questa grande lotta compiuta per quarant'anni ci ha custodito la Messa cattolica ed il Sacerdozio cattolico con continuazione apostolica, quindi i TALENTI sono stati usati eccome! Non si riesce a capire che non si tratta di nascondersi, di fare i "puri e separati" e tantomeno di essere PAUROSI, si tratta di rimanere imperterriti nella professione di Fede in Cristo Gesù, senza mischiarsi nel carrozzone sincretistico conciliare (per dei miseri e vili vantaggi pratici), perchè questo sarebbe un grave ATTO ECUMENICO, e pertanto una forma di apostasia.
Bravo Ghergon ! In queste tue osservazioni ,con piacere, mi trovo d'accordo! Ben ritornato con osservazioni valide, ma non riprendere, ti prego il "Viva Fellay" e "lasciamoci guidare da lui".
RispondiEliminaNon Nascondersi non è infilarsi nella tana del lupo dicendo "sono immune", ma è stare in attesa che si mostri dicendo "eccolo lì il lupo" e mostrarlo a tutti!
Ma sappiamo bene chi è il lupo e di cosa è capace, quindi è inutile additarlo a vista, lo conosciamo già!
EliminaIl problema è come neutralizzalo, abbiamo un cacciatore?
Sandrino
non tutti lo conoscono!Anzi pochissimi! Molti lo considerano agnellino e scambiano i sacerdoti dell'Agnello per sacerdoti del Lupo.
EliminaCosì c'è un gran papocchio in giro tanto che persino i fedeli cattolici che cercano la sana dottrina si cimentano in teorie varie e si dividono in sedevacantisti e non sedevacantisti.
I lefebvriani disprezzano i non e cosi' via...
Chi si avvantaggia?
Il lupacchiotto che in Vaticano ha posto la sua sede col beneplacito dei grembiulini e delle kippà.
Là parla come agnello e convince che il bianco è nero e che la mensa neocatec. è equivalente alla messa in latino....
Se non basta questa evidenza, non basta più nulla a convincere ed i fedeli smarriti, che si sbranano tra loro, saranno poi polpettine già belle pronte per il pasto finale.
Il lupacchiotto che in Vaticano ha posto la sua sede col beneplacito dei grembiulini e delle kippà.
Eliminacome come ?
scusi, non capisco: chi sarebbe il lupacchiotto ? mica il papa ? aiuto!....ma siamo a questo punto di già ? è vero che di continuo pare voler trovare la quadra di tutti i cerchi, conciliando l'inconciliabile, dicendo in un discorso ai liturgisti (non ricordo in quale incontro ufficiale) che "il fiume (la Tradizione) porta sempre con sè la sorgente fino alla foce (?!)" cosa che ha lasciato sbigottiti molti, mentre i più dicevano deliziati, anche sul web: "sì sì...è proprio così, ok, bravo il Papa-teologo"(senza aver mica capito come possa un fiume portare a valle la sorgente, bah); dice che il concilio fa parte della Tradizione, che la rottura apparente va vista come continuità ecc...usando la parola "ermeneutica" come Silvan usava "sim sala bim" e così via.....
però si fa fatica a immaginarlo come colui che siederà sul seggio di Pietro additando se stesso come dio"....oppure proprio con il suo linguaggio prestigioso e suadente riuscirà a realizzare la potenza d'inganno di cui parla S. Paolo ?
se è così, che Dio ci aiuti....allora sarebbero iniziati i giorni più neri della storia della Chiesa, i giorni della grande tribolazione, tanto irriconoscibili alla massa, quanto rivestiti e risuonanati di bei discorsi, apparentemente improntati ad eccelsa sapienza inconfutabile che vuole cercare l'armonia impossibile, quella tra diavolo e acqua santa....e naturalmente la gente applaude alla volontà di "pace e dialogo ecumenico" tra tante opposte e svariate opinioni e realtà ecclesiali .....senza immaginare la trappola soprannaturale insita in tali belle parole !
quanto alla Messa, non mi ha mai convinta quella frase : le due "forme dell'unico rito devono fecondarsi reciprocamente"....e tuttavia (se stiamo parlando di lui) mi fa piuttosto pena, essendo invischiato senza rimedio nella sua visuale hegeliana, come un bambino che continua a baloccarsi per una vita col giocattolo preferito, mettendo dentro quello schema perverso tutte le realtà storiche, sia immanenti che trascendenti....davvero mi fa anche compassione questa fissa dell'armonizzare gli opposti; ma accade che così facendo aumenta la confusione già grave nelle anime, e pare non darsi pensiero delle tante vittime di codesta sintesi permanente tra menzogna e Verità, che egli ritiene, seguendo i suoi antichi maestri, che si possa desiderare come una "superiore armonia", inopinata dalla Chiesa ante-concilio....
(Maria SS.ma, Sedes Sapientiae, ora pro nobis!)
pecora confusa
x pecora confusa.
EliminaNon mi sembri tanto confusa...vedi piuttosto bene!
Hai già risposto. Saper distinguere un lupacchiotto da un agnellino è già qualcosa.
Moltissimi nè lo vedono, nè lo capiscono, ma gli obbediscono per obbedienza all'autorità.
Che poi sia il lupo di cui parlano i profeti, ne dubito, ma un'anteprima può ben essere, quindi... orecchie ritte !
Il suo baloccarsi -con ostinazione- nella visuale hegeliana segue il decorso logico della sua preparazione frutto di maestri poco ortodossi.
Ma ognuno fa le sue scelte e che sia stato scelto per insediarsi in quel posto, non è certo sia per opera dello Spirito che ha soffiato sui cardinali elettori, ma per opera di trame ben precise che risalgono a "buon" Roncalli.
Da allora si scende a cascata.
Se un papa fa compassione e pena e crea confusione tra i fedeli, sarebbe meglio non fosse papa.(che lo sia, me lo chiedo e si fece questa domanda pure mons Lefebvre senza saper dare una risposta certa)
Ma se si dimettesse ,poveri noi, chi arriverebbe ?
Lasciamo fare al Signore che sa come gestire anche una barca che fa acqua. Importante è vedere che fa acqua e che non c'è timoniere, allora gridiamo "aiuto" ed il Signore verrà in soccorso quando saprà Lui.
Il mossad ci controlla:
RispondiEliminahttp://www.rxx.co.il/TextPage_EN.aspx?ID=6706218&ref=add-to-favorites
Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat
Il Mossad controlla tutto, anche sè stesso.
RispondiEliminaPerché il rabbinato mondiale, secondo quanto detto da don Curzio Nitoglia, detta ordini in casa non sua, ossia in Vaticano?
RispondiEliminaSemplicemente perché quella non è che non sia casa sua: lo dev'essere divenuta!
E chi gli ha aperto le porte accogliendoli non come ospiti ma come nuovi padroni? I papi postconciliari, evidentemene!
La Chiesa cattolica mangiata dalla Sinagoga!
Ottima partita: scacco al Re, pardon!, al papa!
Paradosi
Inutile, ogni volta che rileggo qui:
RispondiEliminahttp://politicainrete.it/forum/religioni-filosofia-e-spiritualita/cristiani-e-cattolici/tradizione-cattolica/612-fraternita-san-pio-x-tra-deriva-e-naufragio.html
mi rendo conto che la deriva conciliare è entrata anche nella fraternità San Pio X, non certo per i novizi che convinti accedono al seminario, ma ad opera di quelli rimasti che piano piano cedono al peso della "solitudine", al logorio di andare contro tutto il mondo e la chiesa "ufficiale e cercano quindi un "ACCORDO" ...col nemico di sè, dei fedeli cattolici e della Chiesa Cattolica di sempre.
Concordo, e bisogna amare molto questi nostri cari Sacerdoti, pregando per loro, affinchè il Signore rinnovi loro la forza della battaglia per la Fede.
EliminaDalle Rivelazioni di Santa Brigida:
RispondiEliminahttp://www.chiesa-cattolica.net/santi/santa-brigida/santa-brigida.php
Parla la Madre di Dio:
"..Ma tu forse potresti chiedermi: come lo crocifiggono? Sì. Lo pongono dapprima sulla croce da loro preparata, quando non si curano dei precetti del loro Creatore e Signore e lo disprezzano quando Egli li ammonisce, per mezzo dei servi suoi, a servirlo e, disprezzandolo, fanno quel che loro piace. Crocifiggono poi la mano destra, quando chiamano giustizia l'ingiustizia, dicendo: Il peccato non è così grave né così nemico di Dio come suol dirsi, né Dio punisce alcuno eternamente, ma l'ha minacciato per intimorirlo. Perché infatti lo avrebbe redento, se avesse voluto perderlo?[toh, mi sembra di sentir parlare Woityla e Ratzinger poi...] E non badano che il minimo dei peccati, se l'uomo se ne compiace, basta al supplizio eterno.[guarda,guarda, proprio il contrario di quel che disse Woityla!] E giacché Dio non lascia impunito nessun minimo peccato, come nessun minimo bene senza ricompensa, perciò sarà sempiterno il supplizio, perché sempiterna è la loro volontà di peccato che il Figlio mio vede nel cuore e reputa come eseguita. Avendone infatti la volontà, così anche l'eseguirebbero, se glielo permettesse il Figlio mio...".
Subito qualcuno dalla lingua lesta dirà che Santa Brigida e rivelazioni non sono dogma di fede...Sì, vero, certo, ma che santa sia, la Chiesa l'ha certificato e guarda caso le cose rivelate sono proprio il contrario con quel che si racconta adesso da parte non di qualche vescovuccio in vena di modernità, ma da parte dell'Autorità somma ...
Non c'è da rifletterci sopra ?
Ed eccovi altro articolo di Arai: non è vangelo, ma fa riflettere non poco...spiegando in modo, per me convincente, un pezzo dell'Apocalisse!
RispondiEliminahttp://www.agerecontra.it/public/press20/?p=11331#more-11331
anch'io più leggo Arai Daniele più vedo spiegate molte cose. non è certo uno che le manda a dire. ma mi fa sempre venire una certa tremarella dopo che l'ho letto.
EliminaRiccardo