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domenica 5 febbraio 2012

"E con la morte nel cuore ci vediamo costretti a dissentire dal Papa e a rifiutare di considerare cattolici i non cattolici, che vengano da fuori o che vivano all’interno della Chiesa".

Qualche riflessione dopo l’approvazione ufficiale delle celebrazioni liturgiche, non comprese nella normale prassi della Chiesa, inserite nel Direttorio Catechetico 
del Cammino Neocatecumenale...


Fonte:Una Vox...

Su internet si trovano facilmente molte testimonianze relative al Cammino Neocatecumenale, al pari di diversi siti che ne trattano in maniera documentata. Qui ne segnaliamo qualcuno, pregando i nostri lettori di volerci indicare le eventuali omissioni. Provvederemo a colmare la lacuna.

- Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale

- Nulla possiamo contro la verità

- Internetica - Neocatecumenali




La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino un particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi e l’approvazione degli Statuti e del "Direttorio Catechetico" ne sono un segno. Vi incoraggio ad offrire il vostro originale contributo alla causa del Vangelo. (discorso del papa alla setta Neocatecumenale)
A SI? E' questa sarebbe la verità delle cose? ASSOLUTAMENTE NO. Se il Santo Padre intende la "nuova Chiesa" partorita nel Conciliabolo Vaticano modernista II, allora siamo d'accordo, ma per favore non si interpelli, scandalosamente ed impropriamente lo Spirito Santo e non si dica che questa diabolica setta porta avanti il messaggio Evangelico.


L'eretico Kiko Arguello ha detto direttamente al Santo Padre: "Il cammino apre nelle parrocchie una via di crescita nella fede che percorre le tappe del battesimo seguendo, nelle sue linee generali l’ Ordo Initiationis Christianae Adultorum. Questo cammino è tutto celebrativo perchè l’autore dell’uomo nuovo in noi è lo Spirito Santo. Parola, Liturgia e Comunità, sono i tre pilastri che sostengono la vita cristiana. Viviamo il nostro percorso di fede in una piccola comunità come i primi cristiani. Noi vediamo l’urgenza di passare, nelle parrocchie, da una pastorale sacramentale a una pastorale di evangelizzazione, e per questo è necessario creare comunità cristiane che mostrino al mondo l’amore di Dio incarnato in noi: “Guardate come si amano”, gridavano i pagani di fronte alla chiesa antica." Già nelle sue catechesi eretiche , ora nascoste dal vaticano diceva: "“Questa crisi (di fede)… consiste nel fatto che non abbiamo mai visto i segni della fede. I teologi dicono che senza i segni non si può dare la fede” (OR, p. 72). “Se il cammino deve apportare qualcosa alla Chiesa deve essere in mezzo alla contraddizione se va ad essere un fermento per la Chiesa deve scontrarsi con un‟altra mentalità. Io mi rallegro sempre di questo e mi conforta: quanti più problemi abbiamo a Roma sempre dico: “Questo va bene”. La contraddizione è un‟opera di Dio perché se tutto andasse molto bene vorrebbe dire che non apportiamo nulla di nuovo alla Chiesa” (1°SCR, p. 3). “La Chiesa, sacramento di salvezza, oggi nelle parrocchie non si vede da nessuna parte, piuttosto sono degli uffici dove la gente va a Messa, al Battesimo, però non sono un sacramento di salvezza” (1°SCR, p. 31). “Io giunsi a venticinque anni senza vedere un solo cristiano… ma il cristianesimo che si legge nei Vangeli dove lo abbiamo visto?… Tutti questi cristiani che vanno e riempiono le chiese quando ci hanno dato una testimonianza di cristianesimo adulto?” (1°SCR, pp. 53-54).
“… a noi è stato dato il Battesimo, da piccolini tutto di un colpo, con la fede prestata dalla Chiesa e poi non ci è stata fatta la catechesi. … E nei collegi come ci hanno catechizzato? Magari il prete ciccione che ci faceva religione e le cui lezioni erano dormite profonde e che se non sapevi la lezione ti mollava un ceffone… (1°SCR, p. 53). “Quando abbiamo conosciuto noi un cristiano adulto?” (1°SCR, p. 59). “Ed è un fatto che le nostre parrocchie oggi per il 78% degli uomini che se ne sono andati dalla Chiesa, non sono sacramento di salvezza. Di quelli che noi chiamiamo cristiani siamo scandalo per quelli che non vengono più in Chiesa” (1°SCR, p. 62). “Io ho visto che cosa ha significato un certo tipo di cristianesimo per la mia famiglia, ho visto come mai questo cristianesimo ha salvato mio padre, anzi lo ha ucciso e così con mia madre, con i miei zii, con tutta la società cattolica di Madrid” (SH, p. 44). “Sacerdote è Cristo in quanto è il vero, l‟unico Sacerdote. Ma la Chiesa. Quale Chiesa? Sono parole assurde! Ma che Chiesa? Vedendo i preti dire messa? Vedendo il Papa? Il Vaticano? Che è la Chiesa? Vedete la confusione che esiste?” (2°SCR, p. 74). “Questo tempio dove deve abitare lo Spirito Santo non c‟è. Tuo cognato che va a messa tutti i giorni, va a vedere se è tempio dello Spirito Santo…” (2°SCR, p. 75). “Oggi dobbiamo ricostruire la Chiesa come se si incominciasse di nuovo … Non si sa più che è essere cristiano. In alcuni essere cristiano significa liberazione politica, per altri … Mah!… Questo tempio dove deve abitare lo Spirito Santo non c‟è” (2°SCR, p. 75). “Per questo dice qui che il sacrificio che Dio vuole è il nostro corpo, la nostra vita nella storia perché nel cristianesimo non esistono templi. Questo fratelli è molto importante perché se non cambiate, se non uscite dalla religiosità dovete andarvene da qui, bisogna uscire dall‟idolatria del tempio. Il tempio siete voi, voi siete il nuovo tempio che è il vostro corpo. Siete sacerdoti di un nuovo tempio che è il vostro corpo, di un culto spirituale che si fa nella storia e nel mondo, non nella Chiesa nel senso di tempio-edificio. Perché la Chiesa è piena di idolatrie, la Chiesa cattolica è piena di paganesimo; anche si può fare questo lì. Allora il culto è nel vostro corpo facendo la volontà di Dio nella storia. Dio non vuole sacrifici né oblazioni, né Messa al mattino, né andare a pregare i santi quando poi nella storia sei un idolatra, quando nella storia tu non rispondi, quando in casa tu non hai misericordia, quando nella tua famiglia tu sei un uomo che fa il contrario di quello che dice il cristianesimo” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, 1981, p. 34). “La Chiesa è mezza distrutta e bisogna ricostruirla” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, p. 168). “Oggi il cuore del Vangelo è in pericolo molto grave… Tu chiedi qualcosa a un prete… e c‟è una confusione…gravissima” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, 1981, p. 173). “Siamo a Roma, stiamo fino ai capelli nel cristianesimo, sono tutti già „vaccinati‟. E‟ la terra peggiore, è la terra che ha dato già tutto. E‟ la peggio terra del mondo!… Qui siamo nelle parrocchie romane! Figurati! In tutte le parti del mondo si pensa che Roma è il peggio, in tutta Italia: „Lì a Roma con i cardinali, la curia… ognuno si fa i fatti suoi, lì non c‟è pastorale vera: in Roma mai stata una pastorale… si dice da tutte le parti ed è vero, è vero!‟” (“Orientamenti alle équipes di catechisti per la iniziazione alla Preghiera”, 1981)".
CAPITO BENE?. La setta Neocatecumenale promuove un percorso non Sacramentale ma di "nuova evangelizzazione" che altro non è che la predicazione delle eresie neocatecumenali, ora nascoste dalla Santa sede, per ingrandire le fila della setta, non certo per portare i fedeli, gli eretici e gli infedeli ad aderire alla Santa Chiesa Cattolica. Inoltre in una sua intervista KIKO conferma ciò che ha detto al Santo Padre:Sì, è un nuovo modo di evangelizzare. Abbiamo visto che oggi, in molti casi, la struttura della parrocchia del secolo scorso, strutturata come un grande tempio, per i ‘lontani’ è ormai obsoleta: la gente non va in chiesa… e non si sa il motivo. Nelle nostre case, invece, le persone vengono, magari anche per via dell’amicizia e della vicinanza che viene loro data. Questo, allora, è una nuova presenza di Chiesa. Il cardinale tedesco Meisner ad esempio, ha voluto tre “missio ad gentes” a Colonia in alcune zone difficilissime. E’ una specie di nuovo tipo di parrocchia, con una struttura più semplice, più ad hoc. Si creano così una nuova forma di Chiesa, perché il mondo sta cambiando, come sta cambiando anche tutta la società. (Ecco qui, il perfido eretico svela che lui ha creato un nuova forma di Chiesa)". Infatti lo stesso KIKO nel 2006, catechesi che abbiamo mandato alla Santa Sede, confermò questa tesi dicendo :“Cioè abbiamo bisogno di presbiteri, DI UN NUOVO CLERO, SOLAMENTE UN NUOVO CLERO SALVERA’ LA CHIESA.” - …Le abbiamo contate dopo…1.500 famiglie! Che lasciano tutto e partono…. Già il Papa ha inviato quest’anno 200 famiglie in Cina, Shangai, Australia… cioè noi stiamo vivendo in un evento impressionante, perché queste famiglie che vanno al mondo hanno bisogno di presbiteri , per questo penso che mi spenderò anche se
sono stanchissimo, mezzo morto, però anche spendersi perché sia possibile che il Signore susciti vocazioni, susciti presbiteri per portare avanti nuove comunità…”.
In definitiva per fare cosa? Kiko stesso lo spiega nello stesso documento e dice: “Cominceremo una specie di  parrocchia personale, con degli appartamenti, con tutto un progetto di missione ad gentes ( Perugia, 26 Settembre 2006, incontro con le Comunità NC Umbre). Nell’Annuncio di Quaresima 2006, fatto in Spagna, Kiko dice apertamente: che il tutto è gia stato progettato e organizzato, difatti dice: “ Il Sacerdote con il suo socio a metà di un grattacielo enorme, li messo, in un appartamento con due sorelle maggiori che li serviranno, abbatteremo i tramezzi, metteremo la moquette e pittureremo… in questa zona, ogni famiglia pagana – formata da non battezzati – visiterà le case, l’inviteremo a prendere un aperitivo, ad ascoltare la sacra Scrittura, sono Cristiani e se gli interessa conoscere la religione di certo non andranno in Chiesa, è gente che mai ci andrà, ma sei tu che vai da loro. E quando ci saranno diversi nuclei, ci sarà una catechesi nell’appartamento del Sacerdote e si costituisce una seconda comunità di pagani. Ma sempre ci sarà una prima Comunità “luce delle genti”, persone che hanno terminato il Cammino con i giovani, fantastici, che portano con loro anche i propri compagni di Università, capite? E’ necessario dare, presentare una nuova forma di parrocchia “una nuova presenza di Chiesa”.
In realtà basterebbe sentire come predicano questi Presbiteri e come stanno sovvertendo le varie Parrocchie dove operano, per capire chi e cosa sono..." MA SEMBRA CHE SOLO ALLA SANTA SEDE NON SE NE  ACCORGANO AFFATTO…

Per finire il nostro pensiero leggiamo ancora cosa dice il diabolico KIKO riguardo al Tempio, all'Altare e al Sacerdozio: 
"NEL CRISTIANESIMO NON C‟E‟ TEMPIO, NE‟ ALTARE, NE‟ SACERDOTI IL MINISTRO RAPPRESENTA L‟ASSEMBLEA: SIAMO TUTTI SACERDOTI Nel cristianesimo non c'è tempio, né altare, né sacerdoti nel senso della religiosità naturale. “Non c‟è tempio nel senso di luogo sacrosanto, in cui si rende un culto sacro, la casa di Dio dove Egli abita … Il tempio nel cristianesimo siamo noi cristiani.
“Allo stesso modo nel cristianesimo non c'è altare, nel senso di pietra sacra cui nessuno si può avvicinare, né tanto meno toccare. Di questo, quelli di voi che avete vissuto il cristianesimo a livello di religiosità naturale, avete una piccola esperienza: quando andavate a Messa, vi mettevate dietro, e se ti capitava di essere vicino al tabernacolo sentivi un tuffo al cuore perché ti avvicinavi all'intoccabile, al luogo dove c'era il sacro. Noi cristiani non abbiamo l‟altare perché l‟unica pietra santa è Cristo, Pietra angolare. Perciò noi possiamo celebrare l‟eucarestia sopra un tavolo; e la possiamo celebrare in una piazza, in campagna e dove ci piaccia. “Non abbiamo nemmeno sacerdoti nel senso di persone che separiamo da tutti gli altri perché in nostro nome si pongano in contatto con la divinità. Perché il nostro sacerdote, colui che intercede per noi è Cristo. E siccome siamo il suo corpo, siamo tutti sacerdoti. Tutta la Chiesa è sacerdotale nel senso che intercede per il mondo. E‟ vero che questo sacerdozio si visibilizza in un servizio e vi sono alcuni fratelli che sono i servitori di questo sacerdozio, ministri del sacerdozio” (OR, pp. 56-57). “Il prete deve essere, nella religiosità naturale, un uomo povero, con il vestito rattoppato, molto casto, per essere un buon ponte tra Dio e gli uomini. Ma questo non è cristiano. L‟altro giorno Farnes davanti a cinquanta preti diceva: il sacerdozio nel Cristianesimo non esiste, i templi non esistono, gli altari non esistono. Per questo l‟unico altare del mondo tra tutte le religioni che ha tovaglie è il cristiano, perché non è un altare, è una mensa. Anche noi abbiamo fatto nell‟epoca della mescolanza con la religiosità altari di pietra monumentali, anche se poi gli mettevamo le tovagliette. Un altare non può avere tovaglie, perché l‟altare è per fare sacrifici di capre e di vacche” (1°SCR, p. 54). “Il presbitero sta facendo un ministero in nome di tutti noi, parla in nome della nostra assemblea, unito a Gesù Cristo chiede al Padre per noi. Ha un ministero perché rappresenta l‟Assemblea. Siamo tutti sacerdoti, siamo il Corpo di Gesù Cristo, abbiamo una missione per il mondo; vedendo noi il mondo conoscerà Dio. Ma il presbitero è il ministro del nostro sacerdozio, questo è molto importante; in questa assemblea sta facendo un ministero sacerdotale come tutti noi ne stiamo facendo un altro. Lui va, in nome di tutta la nostra assemblea, ad alzare al Signore la nostra preghiera. Va a chiedere al Signore che abbia pietà di noi e ci dia il suo Spirito per ascoltare la sua Parola e perché possiamo convertirci e perdonarci gli uni gli altri” (PR, p. 55).
 Quindi è chiaro che, come suggerisce il Signor Servodio, che è impossibile per un cristiano accettare come cattolico un movimento evidentemente settario ed eretico, quello che stupisce di tutta questa vicenda è il fatto che nonostante queste parole siano state pronunciate davanti a sua Santità, niente viene fatto per fermarli ma si è pensato bene di approvarli in tutto, per quanto ci riguarda noi rigetteremo tutto ciò che offende Dio nella Sua maestà e non ci piegheremo di certo ad una falsa obbedienza o "ossequio" alla Gerarchia che promuove queste scelleratezze.... 
Ora veniamo alla valutazione del Signor Servodio:
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di Giovanni Servodio
La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino un particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi e l’approvazione degli Statuti e del "Direttorio Catechetico" ne sono un segno. Vi incoraggio ad offrire il vostro originale contributo alla causa del Vangelo.

Poco fa vi è stato letto il Decreto con cui vengono approvate le celebrazioni presenti nel "Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale", che non sono strettamente liturgiche, ma fanno parte dell’itinerario di crescita nella fede. E’ un altro elemento che vi mostra come la Chiesa vi accompagni con attenzione in un paziente discernimento, che comprende la vostra ricchezza, ma guarda anche alla comunione e all’armonia dell’intero Corpus Ecclesiae.


Queste parole, insieme a diverse altre, ovviamente, sono state pronunciate da Benedetto XVI il 20 gennaio del 2012, alle ore 11,30, nell'aula Paolo VI, dove ha ricevuto in udienza i membri del Cammino Neocatecumenale.


Non è nostra intenzione giudicare le parole del Papa, ma come semplici fedeli abbiamo il dovere di capire cos’egli intende affermare quando si esprime pubblicamente, in una udienza ufficiale.

In questa occasione il Papa, pur non parlando in termini infallibili, ci fa conoscere una verità direttamente legata allo Spirito Santo e come tale riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa: il Cammino Neocatecumenale.

Se ne deduce che da oggi il Cammino è degno di rispetto e di venerazione in quanto “dono dello Spirito Santo”. 
Questa legittima deduzione ci porta a considerare che, seguendo la logica di Mons. Ocariz e del Rev. Grohe, entrambi valenti teologi appartenenti all’Opus Dei, da oggi il completo riconoscimento dell’“originale” Cammino Neocatecumenale impone ai fedeli cattolici di sentire e di esprimere il grado di adesione denominato «ossequio religioso della volontà e dell’intelletto».

A nulla valgono le mille riserve, anche pesanti e tutte documentate, avanzate nei confronti dei Neocatecumenali da migliaia di fedeli, da centinaia di sacerdoti, da tanti vescovi e perfino da alcune Conferenze Episcopali, ciò che conta è, come dice il Papa, che questa eterodossa esperienza religiosa sia stata riconosciuta come opera dello Spirito Santo e come una nuova ricchezza per la Chiesa.


Qui, la "banda bassotti" in udienza col Papa...



Ed è proprio questo il punto dolente.



Nella nuova Chiesa voluta dal Vaticano II, non c’è posto solo per ogni incontro ed ogni accordo con tutti coloro che non sono cattolici o che credono in un altro dio o non credono ad alcun dio, ma si fa di tutto per includere in essa qualsiasi cosa che si presenti con la minima parvenza “cristica”. 

Seguendo la logica edulcorata del ricercare ciò che unisce e trascurare ciò che divide, nella nuova Chiesa voluta dal Vaticano II si stabilisce la comunione con chiunque abbia sentito parlare di Cristo e ne porti con piacere qualche segno esteriore
Ciò che conta è che si tratti di Cristo, pur al cospetto di elementi che dimostrano che non si tratta dello stesso Cristo della Chiesa cattolica, del vero Cristo.

Questo processo che tende a raccogliere e a “riunire” qualsiasi cosa a prescindere dalla sua cattolicità, ha subíto un forte impulso con l’elevazione al Soglio Pontificio del Card. Joseph Ratzinger. Secondo la sua logica, tutto ciò che si trova fuori dalla Chiesa cattolica, per sua precisa volontà e per sua libera scelta, conterrebbe elementi di ricchezza tali che la stessa Chiesa non può non accogliere e far suoi. 

In tal modo, alla universalità dell’unico insegnamento di Cristo, si finisce col sostituire un insieme tanto composito e multiforme quanto informe, basta che sia suscettibile di replicazione universale.

Alla cattolicità si sostituisce la concertazione democratica, sui cui derivati il Papa, volta per volta, pone il suo sigillo autorevole, obbligando tutti i cattolici a seguirlo e ad ubbidirgli.


Una chiesa settaria sopra un altra Chiesa, immagine molto indicativa...


Quando poi certi cattolici si rifiutino di seguire questa nefasta mentalità inclusivista che finisce col trasformare la Chiesa cattolica in una sorta di cooperativa della nuova fede conciliare, ecco che, contraddittoriamente, questi cattolici non vengono riconosciuti come tali, vengono ripresi e puniti e vengono ripetutamente chiamati a condividere ciò che denunciano, sotto pena di allontanamento dalla comunione cattolica nella quale sono stati educati, sono cresciuti e continuano a difendere sull’esempio dei padri.
Una sorta di schizofrenia che si giustifica solo con la confusione imperante.


Se un cattolico o un gruppo di cattolici sentono di dover vivere la loro fede in ossequio a quanto la Chiesa ha sempre insegnato e praticato, sperimentano che questa nuova Chiesa voluta dal Vaticano II li allontana dalla comunione, dapprima moralmente e pastoralmente, in seguito, se persistono nell’errore, canonicamente.

Se un cattolico o un gruppo di cattolici sentono di dover vivere la loro fede come piace a loro, in maniera originale, inventandosi perfino nuovi riti “che non sono strettamente liturgici, ma fanno parte dell’itinerario di crescita nella fede” [nella loro fede personale - precisiamo noi!], sperimentano che questa nuova Chiesa voluta dal Vaticano II li coccola e li loda moralmente e pastoralmente, per poi, se persistono nell’errore, riconoscerli canonicamente, trattandosi di una “ricchezza” per la Chiesa.



La conclusione che se ne trae è che la nuova Chiesa voluta dal Vaticano II ha fame di nuove ricchezze e va ad annettersele ovunque si trovino e comunque si esprimano. I due casi clamorosi degli Anglicani che vengono riconosciuti come cattolici a patto che restino anglicani e dei Neocatecumenali che vengono riconosciuti come cattolici a patto che restino neocatecumenali,  rivelano una forma mentale da “tutto compreso”, pari a quella che anni fa sognava una sorta di parlamento delle religioni e per ciò stesso veniva duramente condannata dalla Chiesa. Mentalità che oggi, divenuta prevalente nella dirigenza cattolica, tende a trasformare la Chiesa Cattolica Apostolica Romana in una sorta di supermercato delle religioni, in cui si può trovare di tutto e in cui tutti possono trovare ciò che più loro aggrada, alla stessa stregua del consumatore medio della moderna società dei consumi.


Unico elemento pregiudiziale: l’accettazione del Vaticano II. 


Pregiudiziale talmente importante che perfino alla Fraternità San Pio X si concede di rimanere la Fraternità San Pio X, a patto che accetti il Vaticano II, nonostante anche le pietre sappiano, da 40 anni, che tale accettazione sarebbe talmente in contraddizione con la stessa ragione d’essere della Fraternità, da equivalere al suo disfacimento, con tutto quello che ne conseguirebbe in termini di liquefazione di tutto l’ambito tradizionale cattolico.

La schizofrenia di cui dicevamo prima è quindi confermata, salvo che non si volesse considerare che, in questo caso specifico, il vero scopo della Gerarchia non sarebbe tanto la dichiarata voglia di unità, quanto il disfacimento e la liquefazione di ciò che tenacemente e cattolicamente rimane della Tradizione Cattolica.

Abbiamo detto, voglia di unità, ma forse si deve parlare più propriamente di autosuggestione, di soggiacenza ad una sorta di impulso incontrollato ad unire tutto e tutti, come se il caos dell’offerta sul mercato di ogni specie di neo spiritualità, per il semplice fatto di essere ricondotto ad una direzione unitaria facente capo al Papa, potesse trasformarsi in cosmos

Come se il disordine diabolico diffuso oggi nel mondo, una volta posto sotto l'egida del Papa, potesse trasformarsi in ordine cristiano. 



E il fine ultimo di questo trasformismo contro natura consisterebbe nella realizzazione di un mondo migliore in cui l’uomo avrebbe finalmente la possibilità di raggiungere la felicità alla luce del Vaticano II.


Fortunatamente per noi, apparteniamo al gruppo di cattolici che sentono di dover vivere la loro fede in ossequio a quanto la Chiesa ha sempre insegnato e praticato, e quindi non pensiamo neanche lontanamente di offrire il nostro «ossequio religioso della volontà e dell’intelletto» a queste iniziative volute dal Papa, e con la morte nel cuore ci vediamo costretti a dissentire dal Papa e a rifiutare di considerare cattolici i non cattolici, che vengano da fuori o che vivano all’interno della Chiesa.

Un arroccamento? Un atteggiamento di rifiuto preconcetto? Una forma di miopia intellettuale frammista ad orgoglio e unita alla mancanza di carità?

Forse questo o forse quello, o forse tutte queste cose insieme. Sappiamo bene di essere principalmente manchevoli e di gran lunga lontani da una qualche perfezione. Ma non bisogna mai dimenticare che questa è la caratteristica della quasi totalità dei fedeli e che è ad essi che bisogna ricorrere per comprendere realmente, praticamente, religiosamente, il senso e la portata delle decisioni assunte e delle azioni compiute dalla Gerarchia, Papa in testa. 
E non tanto perché qui si vuole dar credito e valore alla soggettività a fronte dell’oggettività di una decisione magisteriale, quanto perché ogni pronunciamento e ogni atto del Magistero non sono elementi che si mantengono nell’empireo e che si rivolgono agli angeli, ma fattori direttamente connessi all’imperativo “conferma i tuoi fratelli” e offerti alla comprensione e alla ricezione di tutti gli uomini semplici e non delle sole menti illuminate dei prelati e dei teologi.

Prendendo spunto da questa approvazione del Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale, facciamo un piccolo esempio.




I Neocatecumenali celebrano delle messe incredibili, di cui anche noi abbiamo segnalato diversi esempi nelle nostre pagine dei “Frutti del Concilio”. Nel corso di queste “messe”, al momento della “comunione”, non sono i fedeli che si recano a ricevere quella che dovrebbe essere l’Ostia consacrata, che in questo caso è invece un pezzo di pane intinto nel vino, ma è il distributore che si reca dai fedeli, seduti al loro posto, per consegnargliela. Ebbene, questa pratica è stata confermata e approvata, salvo una “correzione”: da oggi i Neocatecumenali devono alzarsi e non rimanere seduti. 
Sembra uno scherzo, ma in realtà, data l’umanizzazione e la banalizzazione del rito cattolico avvenute in questi anni, è inevitabile considerare che per la nuova Gerarchia cattolica è giusto che il fedele rimanga al suo posto, ma è necessario che si alzi, se non altro per rispetto di chi gli porta la “comunione”. 
Che caspita! Siamo mica al ristorante!

Siamo corrosivi? Siamo provocatori?


Ecco la Gerarchia avvallante la setta eretica Neocatecumenale...


Ma allora ci spieghi, la Gerarchia avallante, che ne è stato dell’adorazione dovuta a Nostro Signore presente in Corpo, Anima e Divinità dell’Ostia consacrata. 

Ci spieghi perché i cattolici sono indotti, e spesso anche costretti, a non inginocchiarsi più al cospetto di Nostro Signore transustanziato. 

Ci spieghi perché l’adorazione dovuta a Nostro Signore oggi passa, non per il rispetto dovuto a Dio, ma solo per la sensibilità personale o di gruppo di Tizio o di Caio. 

Ci spieghi perché i cattolici sarebbero tenuti all’«ossequio religioso della volontà e dell’intelletto» nei confronti delle decisioni della Gerarchia e del Papa, e non all'ossequio nei confronti di Dio e del Suo Unigenito incarnatosi e immolatosi per la loro salvezza una volta per tutte e insieme tutte le volte che si rinnova il Suo Sacrificio nella Santa Messa Cattolica, da Lui voluta e dai suoi ministri celebrata ogni giorno in tutto il mondo.

Che qualcuno ci spieghi l’equivalenza tra un comportamento rituale millenario e la sua negazione, ormai sempre più coperta dai decreti del Vaticano.


Tutto questo è possibile solo se si considera un valore il cosiddetto “pluralismo”, solo se lo si considera una ricchezza, solo se si è giunti a convincersi che la realtà odierna, dove ognuno fa quel che gli pare subordinando Dio e la Sua Religione alle proprie “sensibilità” personali o di gruppo, sia ispirata dallo Spirito Santo e non dall'angelo ribelle.

Ora, se si riflette appena un po’ su questa triste realtà, si comprende come sia inevitabile che la moderna Chiesa conciliare abbia in vista una soluzione della crisi che l’attanaglia, basata sulla “inclusione” di ogni differenza, indipendentemente dall'aspetto qualitativo di essa. Se il valore sta principalmente nell'esistenza della differenza stessa, è logico che non serve più approfondirla qualitativamente, basta semplicemente “includerla” con le altre in un unico contenitore “chiesa”. 
Se poi ci fossero realmente delle grandi differenze qualitative, si ritiene che sarebbe inevitabile che quelle più eccelse influenzino le altre, trasformando, come dicevamo prima, il caos iniziale in nuovo cosmos.

Si tratta della vecchia, ma sempre virulenta, presunzione illuminista, in base alla quale a fronte di una tesi e di un’anti-tesi, ecco che magicamente si giunge ad una sin-tesi, la quale non è il superamento di entrambi, ma una sorta di convivenza di entrambi: la realizzazione di continui successivi “arricchimenti”, dove non è più importante il punto di partenza, o il “principio”, ma il sempre mutevole punto di arrivo. 

Volendo usare termini diversi, si tratta di una nuova forma di sincretismo, dove alla realtà del valore di un elemento si è giunti a sostituire l’irrealtà dell’elemento stesso, al valore qualitativo di un dato la sua portata quantitativa, tale che l’oggettività dei primi viene sostituita dalla soggettività dei secondi. 

Con un esempio si potrebbe dire che posta l’esistenza della Messa tradizionale, fondata sul comando trasmesso da Dio agli Apostoli, e la pari esistenza delle “messe” moderne, basate sul “carisma” personale dei diversi gruppi di fedeli, non è la valutazione del valore cattolico di ognuna che deve tenersi in conto, ma la loro semplice esistenza, così che mettendole tutte una accanto all’altra, la Messa tradizionale, oggettivamente vera, dovrebbe finire con l’influenzare le altre, vere soggettivamente. Dimenticando che la verità della prima, per la natura stessa della verità, non ammette la compresenza della mancanza di verità delle altre, anzi la esclude, mandando all’aria tutto il castello di carte.

Il voler insistere su questa impossibilità comporta un mascheramento della verità, fino al suo occultamento, a favore della sensibilità umana che si appaga di se stessa: sembrerebbe che ci sia ancora la Messa vera, ma essa è solo latente, non più vivente, diventa solo un concetto pensato e smette di essere una realtà vissuta.

Un processo di avvilimento e di umanizzazione che si estende inevitabilmente ad ogni ambito della vita religiosa: dalla liturgia, alla pastorale, alla dottrina. La Tradizione tutta intera diviene allora un’idea in evoluzione, perdendo la connotazione essenziale di idea guida, di principio. 
Staccata da quest’ultimo, alla Religione Cattolica rimane solo l’esperienza vitale, assurta a paradigma di ogni aspetto della vita religiosa e di ogni capacità di valutazione del mondo circostante. 
Non più la religione di Dio che plasma l’esperienza umana su questa terra, ma quest’ultima che plasma una religione a misura d’uomo, a misura dell’uomo moderno.


Giovanni Servodio


Ora questi "presbiteri" non predicheranno la Dottrina cattolica, ma andranno ad ingrossare le fila della setta eretica del Cammino Neocatecumenale... Davanti a Gesù Sacramentato non si inginocchiano e non permettono al popolo di farlo, ma per essere inviati a predicare l'eresia sono disposti a farlo....ipocriti.


QUI SI VEDE IL "BARZELLETTIERE" CANIZARES CHE PROMUOVE IL DECRETO DI APPROVAZIONE DELLE BLASFEME PRASSI LITURGICHE NEOCATECUMENALI...








Pedro Farnes Scherer, l’eretico ideologo del Cammino Neocatecumenale, stringe la mano al Santo Padre...

Pedro Farnes Scherer è un liturgista spagnolo, famoso qui da noi solo per essere l’ideologo del cammino Neocatecumenale. Per noi ha importanza perché negli ormai lontani anni ‘60 ha “fatto comprendere” a Carmen Hernandez, prima devotissima del Santissimo Sacramento, cosa “significava” [sic] il Concilio Vaticano II (è lei stessa ad averlo pubblicamente ammesso). Sotto il suo influsso la signora Hernandez è divenuta l’eresiarca che ben conosciamo, dunque l’insegnamento di questo liturgista dev’esser stato per lei ben decisivo. Egli ha scritto (con altri tre suoi compagni) un testo apparso nel 1969, “Nuevas normas de la misa”, (Madrid, 1969), una sorta di commento sull’”Institutio Generalis Missalis Romani”. Le citazioni presenti in questo articolo provengono proprio da questo testo....

Padre Pedro Farnès Scherer, ideologo dell'eucarestia postconciliare e particolarmente di quella neocatecumenale: ecco cosa dice di lui  Giusi K. Nappi nel libro "Catecumenato - Tradizione della Chiesa e Cammino Neocatecumenale":

"Com'è facilmente constatabile da questi brevi passi attinti dai Documenti Conciliari, grande e meraviglioso è il cambio di visione e il rinnovamento operato dal Concilio Vaticano II nella vita di fede della Chiesa.

Padre Pedro Farnés rende molto bene l'idea del mutamento, quando afferma che prima del Concilio la Chiesa era concepita in forma di piramide, con il Papa in testa, poi i Vescovi e il clero, e ancora i religiosi, e alla base i fedeli: il Concilio, con sapienza e coraggio, ROVESCIANDO LA PIRAMIDE (sic!), ha posto al vertice il popolo di Dio, poi i religiosi, il Clero e i Vescovi, quindi il Papa, Servo dei servi di Dio."

Tutto il contrario di quanto proclamato EX CATTEDRA da Sua Santità Papa Pio IX:
"Dunque se qualcuno affermerà che il Romano Pontefice ha semplicemente un compito ispettivo o direttivo, e non il pieno e supremo potere di giurisdizione su tutta la Chiesa, non solo per quanto riguarda la fede e i costumi, ma anche per ciò che concerne la disciplina e il governo della Chiesa diffusa su tutta la terra; o che è investito soltanto del ruolo principale e non di tutta la pienezza di questo supremo potere; o che questo suo potere non è ordinario e diretto sia su tutte e singole le Chiese, sia su tutti e su ciascun fedele e pastore: sia anatema."

Dunque "anatema" a Padre Farnés e a tutti gli ideologi del Vaticano II, che con l'inserimento nei vari documenti conciliari del principio eretico della Collegialità, hanno tolto di fatto al Pontefice il suo Primato, l'assoluta Autorità che Cristo gli aveva conferito, e la possibilità di governo su tutta la Chiesa.

Governo che ora non è più libero di esercitare, poichè la prassi conciliare impone che Egli chieda il parere, prima di muoversi, delle conferenze episcopali, dei vescovi e cardinali che gli girano intorno, ed in ultimo è condizionato dall'andamento di fede del popolo (che non si vuole "scandalizzare"), andamento daterminato dall'impostazione fuorviante della Gerarchia fuorviata conciliare.

Ed il paradosso di tutto questo è che lo stesso Pontefice regnante rilasci interviste in cui afferma "che il Papa non è un monarca, che comandi tutto da solo", quindi lui stesso avalla l'andazzo conciliare che lo porta ad avere e  mani  legate  e ad  impedirgli  di  governare, come da  mandato divino.

L'eretico Padre Farnes Sherer, non solamente ha trasmesso a Carmen, e attraverso di lei a Kiko, e quindi al Cammino, il rinnovamento liturgico del Concilio, ma ha accompagnato di persona lo sviluppo del Cammino offrendo la sua specifica consulenza soprattutto nel dialogo con la santa Sede. Da anni, nonostante le difficoltà della età, si sposta in vari Redemptoris Mater per trasmettere ai seminaristi e ai presbiteri il senso vivo dello spirito della liturgia nella Tradizione della Chiesa e nel rinnovamento del concilio vaticano II. Recentemente ha compendiato lo spirito del rinnovamento liturgico del Concilio Vaticano II, nel libro: P. FARNES SHERER, Vivir la eucaristia que nos mandò celebrar el Señor, Ed. STJ, Barcelona 2007.

4 commenti:

  1. BENE, TUTTO CHIARO ? No! Sono sicuro che qualche papòfilo ad oltranza come geco cercherà di giustificare in ogni modo il papa ed il suo avvallo di eresie. Faccia pure il papòfilo: contribuirà a far capire la gravità immensa della situazione-l'ostinazione nel non voler vedere per non dover procedere da solo sulla via di Cristo-la Via della Verità.

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  2. La foto con cui si apre l'articolo è molto significativa di quello che sta accadendo: la MOSTRUOSA scultura rappresentante una "specie di Cristo risorto", CHE INCOMBE sul retro di tutta la situazione, e si rivela come "principio religioso" di tutto lo scenario, mette una chiara firma che ben descrive tutto il contesto di deriva modernista in cui si sta consumando il dramma dellapostasia gerarchica della Chiesa.

    Quello tutto è tranne che Nostro Signore! Anzichè un Cristo risorto, che si innalza su tutto, sembra più un incubo che stenda minacciosamente le braccia ad opprimere, con la sua natura inquietante, una chiesa colpevole di essersi data alla bruttezza abbandonando la Sapienza, la Verità, la Bellezza infinita, che è lo stesso Cristo Signore. Quest'opera da il termometro del miserando stato di fede e di menzogna in cui questa Gerarchia versa tristemente.

    E sotto gli occhi di questa caricatura di Risorto, immagine distorta del Vero, così come distorta è l'immagine divina di chi lo ha realizzato e di chi lo ha accettato come "arte", l'agonia di questa chiesa eretica avanza inesorabile, ormai rotta a qualunque aberrazione teologica e dottrinale e, senza più un briciolo di pudore e di timore di scandalizzare "i piccoli", si offre ad abominevoli commistioni con chi nella Chiesa è penetrato per distruggerla dall'interno. Finti cristiani, marrani travestiti da "innovatori" (Arguello-Virtz, Farnès- Scherer, come il Card. Agostino Bea - o meglio "Behàr" - e come attestano le stesse genealogie di Montini, Wojtyla e Ratzinger) che stanno facendo di tutto per annientare il Cattolicesimo e la Chiesa fondata 2000 anni fa dal Sinore Gesù Cristo.

    Ma in Nome di Cristo Risorto, di cui accettate le caricature artistiche e dottrinali, NON PREVARRETE.

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  3. ...Quel giorno, in quell'aula, c'erano più ebrei che cristiani...

    Hanno preso possesso della Chiesa Cattolica e stanno sovvertendo l'unica Religione.

    Questa è un'invasione, siamo circondati....

    Vieni Signore Gesù!

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  4. La Madonna disse:
    "Ma improvvisamente, quando nessuno aspetterà più ,io schiaccerò il serpente infernale..."
    Le grida dei santi, dei bambini abortiti,dei martiri del comunismo, dei cristiani massacrati dall'islam, stanno tutti gridando per noi e per la nostra salvezza.

    A proposito,
    Quel giorno, in quell'aula, forse di cristiani cattolici c'erano solo le guardie svizzere..;-)

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