Fra. Michele Dimond, O.S.B. Fra. Pietro Dimond, O.S.B.
Antipapa Paolo VI, "Solennemente" alla fine di ciascun documento del Vaticano II: "Ciascuna
ed ognuna delle cose avanzate in questo decreto ha vinto il consenso
dei padri. Noi, anche, mediante l'autorità Apostolica conferitaci dal
Cristo, Ci uniamo ai venerabili padri nell'approvare, decretare e
stabilire queste cose nello Spirito Santo ed ordiniamo che ciò che è sino ad ora stato inattuato dal sinodo venga pubblicato per la gloria di Dio… Io, Paolo, vescovo della Chiesa Cattolica." [1]
Le eresie del Vaticano II sono state
esposte in dettaglio. Si è anche mostrata la verità donde gli uomini
aventi implementato tale concilio acattolico non furono dei veri Papi della Chiesa Cattolica, bensì degli Antipapi. Nonostante
tutta l'evidenza alcuna gente rimane ancora non convinta. Essa sostiene
che furono sì presenti dei problemi dottrinali con il Vaticano II ma
che ciò non costituì alcun problema per Antipapa Paolo VI perocché egli
non promulgò infallibilmente alcuna delle eresie del Vaticano II. "Le
eresie del Vaticano II non importano", essa asserisce, "poiché il
Vaticano II non fu infallibile." Si mostra la realtà per la quale se
Antipapa Paolo VI fosse stato un vero Papa i documenti del Vaticano II
sarebbero stati promulgati infallibilmente. Ciò dimostra, nuovamente,
l'effettività per cui Antipapa Paolo VI, l'eretico avente promulgato gli
apostatici documenti del Vaticano II, avente tentato di cambiare i riti
di tutti i 7 Sacramenti, avente tentato di trasformare la Santa Messa
in un servizio Protestante, avente supervisionato lo smantellamento
sistematico mondiale del Cattolicesimo, avente tentato di rovinare il
sistema scolastico mondiale Cattolico ed avente iniziato la più grande
apostasia dal Cattolicesimo della storia, non fu e non sarebbe potuto
essere un vero Papa. Egli fu un Antipapa.
Esistono 3 condizioni da rispettare acciocché un Papa insegni infallibilmente. Prima,
il Papa deve svolgere il suo dovere di pastore e di maestro di tutti i
Cristiani. Seconda, egli deve insegnare secondo la sua suprema autorità
Apostolica. Terza, egli deve spiegare una dottrina di Fede Cattolica o
morale, da essere creduta dalla Chiesa Universale. Ove un Papa
adempiesse tali condizioni egli, tramite l'assistenza Divina promessagli
come successore di San Pietro, opererebbe infallibilmente, siccome
insegnato dalla seguente definizione del Concilio Vaticano I.
Papa Pio IX, Concilio Vaticano I, Sessione 4, Capitolo 4, 1870: "… il Romano Pontefice, ove parlante ex-cathedra [dalla Sedia di San Pietro], cioè, [1]
ove svolgente il dovere di pastore ed insegnante di tutti i Cristiani
[2] secondo la sua suprema autorità Apostolica, [3] spiegante una
dottrina di Fede o morale da essere sostenuta dalla Chiesa Universale, tramite l'assistenza Divina promessagli nel beato Pietro, opera con quell'infallibilità con
cui il Divino Redentore desiderò che la Sua Chiesa venisse istruita nel
difendere la dottrina sulla Fede e la morale; pertanto, tali
definizioni del Romano Pontefice stesso e non provenienti dal consenso
della Chiesa sono inalterabili. Se alcuno presumesse di contraddire
questa Nostra definizione, Iddio non voglia, che egli sia anatema." [2]
Si dimostra ora, punto per punto, la
verità per cui la promulgazione dei documenti del Vaticano II da parte
di Antipapa Paolo VI apparve adempiere tutti e 3 tali requisiti, la
quale avrebbe reso i documenti del Vaticano II infallibili ove egli
fosse stato un vero Papa.
Prima, un Papa deve agire come pastore e maestro di tutti i Cristiani
Il primo prerequisito acciocché un Papa
insegni infallibilmente è quello donde egli deve agire come pastore e
maestro di tutti i Cristiani. Se egli fosse stato un vero Papa Antipapa
Paolo VI avrebbe adempiuto tale prerequisito.
Ciascuno dei 16 documenti del Vaticano II incomincia con le seguenti parole:
"Paolo, vescovo, servo dei servi di Dio, assieme ai padri del sacro concilio in eterna memoria.". [3]
Papa Eugenio IV incominciò la sessione nona del dogmatico Concilio di Firenze con le seguenti parole: "Eugenio, vescovo, servo dei servi di Dio, in eterno conto.". [4] Papa Giulio II incominciò la sessione terza del dogmatico Concilio Laterano V con le seguenti parole: "Giulio, vescovo, servo dei servi di Dio, con l'approvazione del sacro concilio, in eterno conto.". [5] Papa Pio IX incominciò la sessione prima del dogmatico Concilio Vaticano I con le seguenti parole: "Pio, vescovo, servo dei servi di Dio, con l'approvazione del sacro concilio, in eterno conto.". [6] Tale è la consueta maniera per cui i decreti dei concili dogmatici, generali ed ecumenici vengono incominciati dai Papi. Antipapa Paolo VI incominciò ogni documento del Concilio Vaticano II nello stesso esatto modo, con le stesse esatte parole.
Nell'incominciare ciascun documento del
Vaticano II in tale maniera Antipapa Paolo VI avrebbe chiaramente
adempiuto il primo prerequisito onde insegnare infallibilmente qualora
fosse stato un vero Papa.
Seconda, un Papa deve insegnare secondo la sua suprema autorità Apostolica
Il secondo prerequisito acciocché un
Papa insegni infallibilmente è quello donde egli deve insegnare secondo
la sua suprema autorità Apostolica. Qualora Antipapa Paolo VI fosse
stato un vero Papa egli avrebbe adempiuto tale prerequisito.
Ciascuno dei 16 documenti del Vaticano II finisce, grossomodo, con tali parole:
"Ciascuna ed ognuna delle cose
avanzate in questo decreto ha vinto il consenso dei padri. Noi, anche,
mediante l'autorità Apostolica conferitaci dal Cristo, Ci uniamo ai
venerabili padri nell'approvare, decretare e stabilire queste cose nello
Spirito Santo ed ordiniamo che ciò che è sino ad ora stato inattuato
dal sinodo venga pubblicato per la gloria di Dio… Io, Paolo, vescovo
della Chiesa Cattolica.". [7]
Accidenti. Tale fatto scarsamente
conosciuto è superlativamente devastante nei confronti di qualunque
proclamazione per cui Antipapa Paolo VI sia stato un vero Papa. Antipapa
Paolo VI terminò ciascun documento del Vaticano II invocando la sua
pretesa autorità Apostolica, seguendo con la sua firma. Egli apparve
adempiere chiaramente il secondo prerequisito alfine dell'infallibilità.
Infatti, tale paragrafo in solitudine adempierebbe non solamente il
secondo prerequisito per l'Infallibilità Papale, bensì tutti e 3;
poiché, in esso mirasi Antipapa Paolo VI apparentemente approvare,
decretare e stabilire nello Spirito Santo e mediante la sua pretesa
autorità Apostolica tutte le cose contenute in ciascun documento. Tale è
linguaggio apparentemente infallibile. Chiunque ciò negasse,
semplicemente, non conoscerebbe quello che starebbe affermando.
L'approvazione offerta al Vaticano II da
parte di Antipapa Paolo VII, succitata, appare essere ancor più solenne
dell'approvazione offerta all'infallibile Concilio di Nicea I, 325 DC, da Papa San Silvestro. Essa appare essere più solenne dell'approvazione offerta all'infallibile Concilio di Efeso, 431 DC, da
Papa San Celestino I. In altre parole, nell'approvare i veri concili
della Chiesa Cattolica tali veri Papi approvarono i documenti di tali
concili in maniere meno straordinarie rispetto alla maniera secondo cui
Antipapa Paolo VI apparve approvare il Vaticano II; nonpertanto, la loro
approvazione di tali veri concili fu sufficiente a qualificarli come
infallibili e vincolanti, un fatto insindacabile fra i Cattolici.
È, dunque, un fatto quello donde ciascun
documento del Vaticano II apparve essere un atto formale da parte di
Antipapa Paolo VI. Ciascun documento fu da lui firmato, ciascuno
incomincia con lui parlante come presunto pastore e maestro di tutti i
Cristiani e ciascuno termina con lui apparentemente approvante,
decretante e stabilente tutti i contenuti del documento in virtù della
sua pretesa autorità Apostolica.
Ciò dimostra che se Antipapa Paolo VI
fosse stato un vero Papa i documenti del Vaticano II sarebbero
infallibili. Tuttavia, i documenti del Vaticano II non sono infallibili;
essi sono crudeli ed eretici. Conseguentemente, ciò distrugge possibilità alcuna donde Antipapa Paolo VI sia stato mai un vero Papa; poiché un vero Papa potrebbe avere giammai promulgato i crudeli documenti del Vaticano II in tale maniera autoritativa.
Terza, un Papa deve spiegare una dottrina di Fede Cattolica o morale, da essere sostenuta dalla Chiesa Universale
Si è già dimostrato che Antipapa Paolo
VI avrebbe adempiuto tutti e 3 i prerequisiti alfine di insegnare
infallibilmente durante il Vaticano II qualora fosse stato il Papa. Per
scopo di completezza, comunque, si termina la dimostrazione analitica
notando che i documenti del Vaticano II sono ripieni di insegnamenti
concernenti la Fede Cattolica e la morale, parte del terzo prerequisito.
Se Antipapa Paolo VI fosse stato il Papa essi dovrebbero essere
sostenuti dalla Chiesa Universale, perciocché egli li approvò, li
decretò e lì stabilì apparentemente solennemente, in virtù della sua
presunta autorità Apostolica, ordinando che fossero pubblicati.
Sicché, anche il terzo prerequisito
alfine dell'infallibilità fu apparentemente adempiuto da Antipapa Paolo
VI durante la sua promulgazione del Vaticano II. Tuttavia, vi è ancora
dell'altro.
Nella sua breve dichiarazione di fine
concilio Antipapa Paolo VI invocò nuovamente la sua pretesa autorità
Apostolica, accreditando che tutte le costituzioni, i decreti e le
dichiarazioni del Vaticano II erano state da lui approvate e promulgate.
Egli affermò ancora che il tutto sarebbe stato da osservare
religiosamente da tutti i fedeli. Egli dichiarò pure che tutti gli
sforzi contrari a tali dichiarazioni sarebbero stati nulli e vuoti.
Antipapa Paolo VI dichiarò che il Vaticano II sarebbe stato da osservare religiosamente
Antipapa Paolo VI, Breve dichiarazione
"Papale" di fine concilio, 08/12/1965: "Almeno tutto ciò che riguarda il
santo concilio ecumenico è, con l'aiuto di Dio, stato compiuto e tutte
le costituzioni, i decreti, le dichiarazioni ed i voti sono stati
approvati dalla delibera del sinodo e da Noi promulgata. Pertanto, Noi abbiamo deciso di chiudere per tutti gli intenti e scopi, mediante la Nostra autorità Apostolica, questo
stesso concilio ecumenico convocato dal Nostro predecessore, Papa
Giovanni XXIII, aperto l'11/10/1962 e da Noi continuato dopo la sua
morte. Inoltre, Noi decidiamo che tutto ciò che è stato stabilito
sinodalmente è da essere osservato religiosamente da parte di tutti i
fedeli, per la gloria di Dio e la dignità della Chiesa… Noi
abbiamo approvato e stabilito queste cose, decretando che le presenti
lettere sono e rimangono stabili e valide, da possedere effettività
legale, onde esse siano disseminate ed ottengano effetto pieno e
completo, onde esse siano pienamente convalidate da coloro i quali esse
concernono o concernano oggi o nel futuro ed onde, come sia giudicato e
descritto, tutti gli sforzi contrari a queste cose da parte di
chiunque o di qualunque autorità, volente o nolente, siano invalidi e
nulli d'ora innanzi. Resa a Roma, in San Pietro, sotto il sigillo
dell'anello del pescatore, 08/12… dell'anno 1965, anno terzo del Nostro
Pontificato." [8]
Ecco qui. L'apostatico Concilio Vaticano II sarebbe da essere osservato religiosamente ove
si accettasse Antipapa Paolo VI come vero Papa. Vi può essere dubbio
nessuno per cui qualora Antipapa Paolo VI fosse stato un vero Papa i
cancelli dell'Inferno sarebbero prevalsi sulla Chiesa Cattolica
l'08/12/1965. Se Antipapa Paolo VI fosse stato il Papa le promesse di
Gesù Cristo alla Sua Chiesa Universale sarebbero fallite. Se Antipapa
Paolo VI fosse stato il Papa tutto l'insegnamento del Vaticano II circa
la Fede Cattolica o la morale sarebbe stato promulgato infallibilmente, ex-cathedra. Ciò malgrado, ciò è impossibile -
e chiunque affermasse il contrario non crederebbe nell'insegnamento
Cattolico concernente l'indefettibilità della Chiesa Cattolica. Laonde,
si conosce la verità per la quale Giovanni Montini, Antipapa Paolo VI,
non fu un vero successore di San Pietro, bensì un invalido, un Antipapa -
fatto già provato assai chiaramente nell'esporre le sue incredibili
eresie aventi dimostrato come la sua presunta elezione fosse e fu
invalida, in quanto eretico manifesto.
Ove non si fosse di ciò convinti ci si chieda tale domanda: "È possibile che un vero Papa Cattolico approvi, decreti e stabilisca tutte le eresie del Vaticano II nello Spirito Santo mediante la sua autorità Apostolica?". Il
proprio senso Cattolico griderebbe la corretta risposta: assolutamente
no. Pertanto, coloro riconoscenti le eresie del Vaticano II ed i fatti
in sede presentati ed ancora sostenenti che è possibile che Antipapa
Paolo VI sia stato un vero Papa trovanosi purtroppo in eresia per la
negazione dell'Infallibilità Papale e per il mantenimento di una
posizione significante la bestemmia donde i cancelli dell'Inferno sono
prevalsi sulla Chiesa Cattolica.
Alcune persone argomenterebbero erroneamente che affinché un Papa parli ex-cathedra egli
deve condannare la visione opposta od avanzare punizioni per la
non-osservanza. Ciò non è vero. In nessun punto della definizione di
Papa Pio IX circa l'Infallibilità Papale è dettato che un Papa debba
condannare onde operare infallibilmente. Esiste una serie di definizioni
infallibili per le quali i Papi non condannano né avanzano punizioni
alcune.
Obiezioni. Si confutano ora le
comuni obiezioni operate da coloro argomentanti la menzogna per cui il
Vaticano II non sarebbe stato promulgato infallibilmente da Antipapa
Paolo VI quando anche egli fosse stato il Papa.
Obiezione 1. Durante il discorso
di apertura del Vaticano II "Papa" Giovanni XXIII annunciò che il
Vaticano II sarebbe stato un concilio pastorale. Ciò dimostra che il
Vaticano II non fu apparentemente infallibile.
Risposta. Ciò non è vero. Antipapa Giovanni XXIII non proclamò nel
suo discorso iniziale del concilio che il Vaticano II sarebbe stato un
concilio pastorale. Ecco cosa affermò effettivamente Antipapa Giovanni
XXIII.
Antipapa Giovanni XXIII, Discorso di
apertura del Vaticano II, 11/10/1962: "La sostanza dell'antico deposito
della Fede è una cosa ed il modo in cui esso è presentato è un'altra. È
quest'ultimo che deve essere preso in grande considerazione con pazienza
ove necessario, tutto misurato nelle forme e proporzioni di un Magistero il quale è predominantemente pastorale nel carattere." [9]
Vedesi la verità donde Antipapa
Giovanni XXIII non proclamò la falsità per cui il Vaticano II sarebbe
stato un concilio pastorale. Egli affermò che esso avrebbe riflesso
il Magistero della Chiesa Cattolica, il quale sarebbe apparentemente
stato predominantemente pastorale nel carattere. Laonde, nonostante il
mito incredibilmente comune, la verità è che Antipapa Giovanni XXIII
arrivò nemmeno ad appellare il Vaticano II un concilio pastorale durante
il suo discorso di apertura. Fra l'atro, anche se Antipapa Giovanni
XXIII avesse appellato il Vaticano II un concilio pastorale durante il
suo discorso di apertura ciò non significherebbe che esso non sarebbe
stato apparentemente infallibile. Descrivere qualcosa come pastorale non
significa che essa non sia infallibile ipso facto. Ciò è
dimostrato da Antipapa Giovanni XXIII medesimo in cotale discorso
allorché descrivente il Magistero Ecclesiastico come pastorale;
nonpertanto, è de Fide che il Magistero Ecclesiastico è
infallibile. Sicché, anche se Antipapa Giovanni XXIII avesse descritto
il Vaticano II come un concilio pastorale, cosa che egli non fece, ciò
non dimostrerebbe che esso non sarebbe stato apparentemente
infallibile.
Soprattutto, comunque, il fatto donde Antipapa Giovanni XXIII non appellò
effettivamente il Vaticano II un concilio pastorale durante il suo
discorso di apertura del Vaticano II non è importante effettivamente. Ciò è perciocché, siccome già visionato, fu Antipapa Paolo VI a fingere di promulgare solennemente le eresie del Vaticano II ed è la pretesa conferma di Antipapa Paolo VI, non Antipapa Giovanni XXIII, a dimostrare la verità donde il Vaticano II è vincolante per coloro lui accentanti.
Obiezione 2. Durante la sua Udienza generale del
12/01/1966 "Papa" Paolo VI asserì che il Vaticano II aveva evitato di
proclamare in una maniera straordinaria i dogmi influenzati dal marchio
dell'infallibilità.
Risposta. È vero che nel 1966, dopo che il Vaticano II era già stato apparentemente promulgato solennemente, Antipapa Paolo VI dichiarò che il Vaticano II aveva evitato di proclamare in una maniera straordinaria i dogmi influenzati dal marchio dell'infallibilità. Tuttavia, la dichiarazione di Antipapa Paolo VI del 1966 è irrilevante. Essa
non può cambiare e non cambia il fatto per il quale egli finse di
promulgare solennemente, in una maniera che sarebbe stata infallibile
ove egli fosse stato il Papa, tutti i documenti del Vaticano II durante
la giornata dell'08/12/1965. Antipapa Paolo VI aveva già da tempo
firmato e sigillato il Vaticano II il 12/01/1966. Il Vaticano II era
stato apparentemente chiuso solennemente l'08/12/1965. Ciò significa che se Antipapa Paolo VI fosse stato il Papa, cosa
che egli non fu, i cancelli dell'Inferno sarebbero prevalsi sulla
Chiesa Cattolica l'08/12/1965, in virtù della sua apparente
promulgazione finale e solenne di tutti gli eretici documenti del
Vaticano II durante quella giornata.
Il Magistero Ecclesiastico è un'autorità insegnante i cui insegnamenti sono irriformabili, de Fide definita (Concilio
Vaticano I, Denzinger 1839). Giacché essenti irriformabili essi sono
inalterabili dalla data in cui essi vengono dichiarati. Se Antipapa
Paolo VI fosse stato un vero Papa il Vaticano II sarebbe divenuto
irriformabile ed infallibile l'08/12/1965. Ove Antipapa Paolo VI fosse
stato un vero Papa nulla dichiarato od operato appresso l'08/12/1965
avrebbe potuto invertire ciò che sarebbe già stato compiuto, poiché in
tal caso l'insegnamento del Magistero Ecclesiastico sarebbe divenuto riformabile. Sicché, il discorso di Antipapa Paolo VI del 1966, dopo che il concilio era stato chiuso, detiene nessuna rilevanza circa la presunta infallibilità del Vaticano II.
Perché avrebbe Antipapa Paolo VI però
operato una tale dichiarazione? La risposta è semplice. La diabolica, la
satanica, intelligenza guidante Antipapa Paolo VI sapeva che, alla
fine, chiunque possedente una mentalità Cattolica tradizionale non
avrebbe accettato i decreti del Vaticano II come infallibili, giacché
essi erano ripieni di errori e di eresie. Conseguentemente, se egli non
avesse operato tale dichiarazione nel 1966 per cui il Vaticano II aveva
evitato definizioni straordinarie con infallibilità una vasta platea di persone sarebbe giunta all'immediata conclusione che egli, Giovanni Montini, Antipapa Paolo VI, non era un reale Papa. Pertanto, il Diavolo controllò assai tale dichiarazione.
Il Diavolo doveva propagare fra i
pretesi tradizionalisti l'idea donde Antipapa Paolo VI non aveva
promulgato il Vaticano II infallibilmente. Essa fu essenziale
nell'intera apostasia post-Vaticano II del Diavolo; egli era
terrorizzato a morte che milioni di persone divenissero sedevacantiste,
denunciando Antipapa Paolo VI, la sua falsa Chiesa Cattolica e la sua
falsa Santa Messa, il "novus ordo". Pertanto, ben appresso
l'apparente solenne promulgazione del Vaticano II da parte sua, il
Diavolo ispirò Antipapa Paolo VI ad affermare che il Vaticano II non
aveva emesso dichiarazioni dogmatiche. Il Diavolo sperava che tale
rassicurazione offrisse ad Antipapa Paolo VI l'apparenza della
legittimità fra coloro mantenenti un qualche attaccamento alla Fede
Cattolica tradizionale. Tuttavia, tale tranello diabolico si sfalda
allorché si considera il fatto per cui il Vaticano II era già stato
chiuso nell'anno 1965.
In aggiunta e forse soprattutto, occorre sottolineare che durante la stessa Udienza generale del 12/01/1966 Antipapa Paolo VI comunicò quanto segue.
Antipapa Paolo VI, Udienza generale, 12/01/1966: "Il
concilio è un grande atto del Magistero della Chiesa e chiunque
aderisse al concilio, per quel fatto stesso, riconoscerebbe ed
onorerebbe il Magistero della Chiesa… "
Se la gente citasse l'Udienza generale del
12/01/1966 di Antipapa Paolo VI nel tentativo di dimostrare la menzogna
per cui il Vaticano II non sarebbe infallibile anche se Antipapa Paolo
VI fosse stato il Papa allora logicamente essa dovrebbe accettare le altre affermazioni circa il Vaticano II da Antipapa Paolo VI operate durante quell'Udienza generale, siccome la succitata e quella che segue. Nella succitata, nella stessa esatta Udienza generale,
vedesi Antipapa Paolo VI chiaramente affermare la blasfemia per cui il
Vaticano II è un atto del Magistero Ecclesiastico e per la quale
chiunque ad esso aderisse onorerebbe il Magistero della Chiesa
Cattolica. Il Magistero Ecclesiastico è l'infallibile autorità
insegnante della Chiesa Cattolica.
Papa Pio XI, Rappresentanti in Terra (16), 31/12/1929: "A questo ufficio Magistrale il Cristo conferì l'infallibilità, assieme al comando di insegnare la Sua dottrina a tutti." [10]
Pertanto, il discorso di Antipapa Paolo
VI significa che, secondo lui, il Vaticano II sarebbe stato e fu
infallibile, giacché egli proclamò la malvagità per la quale esso è
l'insegnamento del Magistero Ecclesiastico, essente infallibile. Oltretutto,
il suo discorso detta la crudeltà per cui chiunque accettasse
l'insegnamento del Vaticano II, ovverosia, le sue eresie, siccome quella
per cui gli acattolici possono ricevere la Santa Comunione o le eresie
circa la libertà religiosa oppure per cui i Maomettani ed i Cattolici
adorano il Medesimo Dio e così via, onorerebbe l'insegnamento Cattolico.
Chiunque sfruttasse il suo discorso, dunque, dovrebbe ammettere che
coloro accettanti tali eresie onorano l'insegnamento Cattolico. Ciò sarebbe chiaramente assurdo e falso; ciò dimostra che non
importa da quale prospettiva si analizzi la questione in presenza di
tale Udienza generale di Antipapa Paolo VI il Vaticano II è vincolante
per tutti coloro sostenenti la bestemmia per la quale Antipapa Paolo VI
fu un valido Papa, dimostrando la realtà per la quale Antipapa Paolo VI non fu punto un vero Papa. Non si può citare tale Udienza generale onde asserire che non si è vincolati ad accettare il Vaticano II quando allo stesso tempo l'Udienza generale proclama
che chiunque seguisse il concilio onorerebbe il Magistero
Ecclesiastico. Antipapa Paolo VI nel medesimo discorso continua ad
affermare quanto segue.
Antipapa Paolo VI, Udienza generale, 12/01/1966: "…
esso [il concilio] ha comunque fornito il suo insegnamento con
l'autorità del Magistero Ordinario supremo. Questo Magistero Ordinario,
essente così ovviamente ufficiale, deve essere accettato con docilità e
sincerità da tutti i fedeli, secondo la mente del concilio circa la
natura e gli scopi dei singoli documenti."
Tale parte del discorso viene citata
quasi mai dai difensori di Antipapa Paolo VI, probabilmente perciocché
essi conoscono che l'insegnamento del Magistero Ordinario supremo è
infallibile, significando che anche tale Udienza generale di Antipapa Paolo VI pretende di affermare l'infallibilità del Vaticano II. Nella medesima Udienza generale Antipapa Paolo VI comunica ancora ciò che segue.
Antipapa Paolo VI, Udienza generale,
12/01/1966: "È il dovere e la buona fortuna degli uomini del periodo
post-conciliare quella di giungere a conoscere questi documenti, di
studiarli e di applicarli."
Inoltre, Antipapa Paolo VI, nella sua enciclica Ecclesiam suam, apparentemente
indirizzata all'intera Chiesa Cattolica, dichiara la malvagità donde il
Vaticano II detenne il compito di definire la dottrina.
Antipapa Paolo VI, Ecclesiam suam (30), 06/08/1964: "È precisamente per il fatto che il Concilio Vaticano II detiene il compito di trattare ancora una volta con la dottrina de Ecclesia e di definirla che esso è stato chiamato la continuazione ed il completamento del Concilio Vaticano I." [11]
Ciò significa la cattiveria per la quale
il Vaticano II avrebbe avuto ed ebbe il compito di insegnare
infallibilmente. Nella prossima sezione si cita una porzione proveniente
da un discorso di Antipapa Paolo VI del 1976 nel quale egli fronteggia
l'esatto tema del vincolo del Vaticano II e della nuova "messa",
rigettando specificatamente le affermazioni dei falsi tradizionalisti
desideranti aggrapparsi alla presunta legittimità di Antipapa Paolo VI
rinnegando però la sua "Santa Messa" ed il suo concilio.
Obiezione 3. Il Vaticano II non fu apparentemente infallibile poiché fu allegata una nota al documento di Lumen gentium dichiarante che esso non è infallibile.
Risposta. Nota: la riposta a tale
obiezione è profonda e complessa ed alcuni potrebbero non trovarla
interessante. Qualora non si ricercasse la risposta a tale obiezione si
potrebbe saltarla.
Certuni difensori di Antipapa Paolo VI operano referenza alla nota teologica allegata al documento Lumen gentium. Essi
pensano che tale chiarificazione dimostri la menzogna per cui Antipapa
Paolo VI non finse di promulgare il Vaticano II infallibilmente od
autoritativamente. Tuttavia, tale argomento non regge sotto scrutinio.
Ecco la porzione cruciale della nota teologica allegata al documento Lumen gentium.
Nota teologica allegata a Lumen gentium:
"Considerando il costume conciliare e lo scopo pastorale del presente
concilio questo santo sinodo definisce come vincolante sulla Chiesa
solamente quelle questioni di Fede e morale le quali essa dichiara
apertamente essere tali. Le altre materie avanzate dal sinodo come
l'insegnamento del Magistero supremo della Chiesa ciascuno ed ogni
membro dei fedeli dovrebbe accettare ed abbracciare secondo la mente del
sinodo medesimo, chiara o dalla materia del soggetto o dal modo in cui
essa è pronunciata, secondo le regole dell'interpretazione teologica." [12]
Primo, tale nota è nemmeno parte del testo effettivo del documento Lumen gentium; essa è un'appendice del testo di Lumen gentium. [13]
Secondo, tale nota è allegata solamente a Lumen gentium, non
al resto dei documenti. In altre parole, anche se tale nota teologica
avesse, per così dire, salvato la promulgazione delle eresie di Antipapa
Paolo VI in Lumen gentium, cosa che non fece, essa non avrebbe comunque salvato la sua promulgazione del resto delle eresie del Vaticano II.
Terzo, se si leggesse cotale nota
si realizzerebbe come essa dichiari che la materia del soggetto od il
modo per cui qualche cosa viene pronunciata durante il Vaticano II
identifica la realtà donde il Vaticano II finse di implementare il
supremo Magistero della Chiesa Cattolica, secondo le regole
dell'interpretazione teologica, ovverosia, siccome la Chiesa Cattolica
aveva precedentemente implementato il Magistero Ecclesiastico supremo. La
dichiarazione di Antipapa Paolo VI all'inizio ed al termine di ciascun
documento del Vaticano II, già citata, indica definitamente, mediante la
maniera per cui essa è pronunciata, secondo le regole
dell'interpretazione teologica, cioè, parallelamente ai precedenti
decreti dogmatici, la verità per la quale egli finse di implementare il
supremo Magistero Ecclesiastico. Laonde, tale chiarificazione teologica allegata la documento Lumen gentium non
diminuisce né nega il linguaggio preteso solenne di Antipapa Paolo VI
presente alla fine di ciascun documento del Vaticano II.Piuttosto, il suo linguaggio al termine di ciascun documento del Vaticano II adempie i requisiti della nota teologica.
Quarto, coloro tentanti di
utilizzare tale nota onde salvare tutti i documenti del Vaticano II dal
compromettere la presunta Infallibilità Papale non pongono molta attenzione a ciò che essa detta effettivamente. La nota detta chiaramente che le
altre materie avanzate dal sinodo, il Vaticano II, come l'insegnamento
del Magistero supremo della Chiesa Cattolica ciascuno ed ogni membro dei
fedeli avrebbe dovuto accettare ed abbracciare secondo la mente del
sinodo medesimo, chiara o dalla materia del soggetto o dal modo in cui
essa è pronunciata, secondo le regole dell'interpretazione teologica.
Tale è un punto molto importante. Furono
presenti numerose istanze nel Vaticano per cui esso avanzò ciò che
credesse essere l'insegnamento del supremo Magistero Ecclesiastico, il
quale ciascuno ed ogni membro dei fedeli avrebbe dovuto accettare ed
abbracciare secondo la mente del sinodo medesimo, chiara o dalla materia
del soggetto o dal modo in cui essa sarebbe stata pronunciata. Verbigrazia, nella sua eretica dichiarazione circa la libertà religiosa, Dignitatis humanae, il Vaticano II dettò quanto segue.
Documento del Vaticano II, Dignitatis
humanae (9): "Le dichiarazione operate da questo sinodo circa il diritto
alla libertà religiosa possiedono la loro base nella dignità della
persona, le richieste della quale sono giunte ad essere più pienamente
conosciute alla ragione umana dall'esperienza dei secoli. Ma questo
insegnamento sulla libertà detiene le sue radici anche nella Rivelazione
Divina ed è per quella ragione da essere considerato ancor più sacro
dai Cristiani." [14]
Il Vaticano II indicò esplicitamente la
bestemmia donde il suo insegnamento eretico concernente la libertà
religiosa è radicato nella Rivelazione Divina, da essere considerato
sacro dai Cristiani. Ciò adempie chiaramente i requisiti della nota
teologica per un insegnamento che ciascuno ed ogni membro dei fedeli
accetti ed abbracci secondo la mente del sinodo medesimo, il Vaticano
II, chiara o dalla materia del soggetto o dal modo in cui essa è pronunciata. Ecco dell'altro.
Documento del Vaticano II, Dignitatis humanae (12): "Pertanto,
la Chiesa è fedele alla verità del Vangelo e segue la via del Cristo e
degli Apostoli quando vede il principio della libertà religiosa come
secondo la dignità umana e la Rivelazione di Dio e quando essa
promuove. Nel corso dei secoli essa ha custodito e tramandato
l'insegnamento ricevuto dal Maestro e dagli Apostoli." [15]
Il Vaticano II indicò esplicitamente la
crudeltà per cui il suo eretico insegnamento riguardante la libertà
religiosa è fedele alla verità del Santo Vangelo, segue la via del
Cristo e degli Apostoli ed è secondo la Rivelazione Divina. Si rammenta
nuovamente al lettore il contenuto della nota teologica, dettante che le
altre materie avanzate dal sinodo, il Vaticano II, come l'insegnamento
del Magistero supremo della Chiesa Cattolica ciascuno ed ogni membro dei
fedeli avrebbe dovuto accettare ed abbracciare secondo la mente del
sinodo medesimo, chiara o dalla materia del soggetto o dal modo in cui
essa sarebbe stata pronunciata, secondo le regole dell'interpretazione
teologica.
Pertanto, secondo la nota teologica
stessa, coloro accettanti Antipapa Paolo VI come Papa sono vincolati ad
accettare l'eretico insegnamento del Vaticano II circa la libertà
religiosa come l'insegnamento del supremo Magistero della Chiesa
Cattolica. La nota teologica li vincola ad accettare l'eretico
insegnamento del Vaticano II circa la libertà religiosa come fedele alla
verità del Santo Vangelo, seguente la via del Cristo e degli Apostoli e
come uno secondo la Rivelazione Divina, poiché tale fu la mente del
sinodo medesimo, il Vaticano II, chiara dalla materia del soggetto o dal
modo in cui essa venne pronunciata. È molto semplice: coloro
credenti che Antipapa Paolo VI sia stato il Papa sono vincolati
all'eretico documento concernente la libertà religiosa.
Onde riassumere tutti i punti sino ad ora avanzati: primo, la nota teologica allegata a Lumen gentium non applicasi ad ogni documento; secondo, la nota teologica allegata a Lumen gentium non
diminuisce né nega il preteso linguaggio di Antipapa Paolo VI presente
al termine di ogni documento del Vaticano II, piuttosto dimostra che il
suo linguaggio alla fine di ogni documento finge di adempiere i
requisiti per l'infallibile insegnamento del Magistero Ecclesiastico;
terzo, anche se la nota non si applicasse ad ogni documento ed in
qualche maniera rendesse il preteso linguaggio solenne di Antipapa Paolo
VI al termine di ciascun documento non vincolante, cosa certamente
falsa, la nota teologica stessa dimostrerebbe che diversi documenti
del Vaticano II sono apparentemente infallibili e vincolanti data la
maniera per cui il Vaticano II presentò il suo insegnamento circa tali
materie. Da qualunque prospettiva si tenti di fuggire dalla realtà
donde Antipapa Paolo VI non sarebbe potuto essere un vero Papa e
promulgare il Vaticano II simultaneamente si fallirebbe.
San Pietro contro l'Anti-San Pietro
Nella sua enciclica dogmatica Quanta cura Papa
Pio IX condanna infallibilmente l'eretica dottrina della libertà
religiosa, all'epoca già condannata da numerosi altri Papi. Papa Pio IX
anatemizzò esplicitamente l'eretica idea per cui la libertà religiosa
sia un diritto civile in ogni società giustamente costituita. La Chiesa
Cattolica insegna che un governo riconoscente il diritto alla libertà
religiosa, siccome l'Italia, è chiaramente preferibile ad uno
sopprimente il Cattolicesimo. Nulladimeno, tale situazione è solamente
il minore fra 2 mali. L'ideale sarebbe un governo riconoscente la Fede
Cattolica come la sola religione dello stato e non concedente ad ogni
persona la cosiddetta libertà di praticare e propagare la propria falsa
religione nel dominio pubblico. Sicché, l'idea per la quale la libertà
religiosa deve essere un diritto civile universale è eretica, siccome
definito infallibilmente da Papa Pio IX in Quanta cura.
Papa Pio IX, Quanta cura (3-6),
08/12/1864, ex-cathedra: "Da quale totalmente falsa idea di governo
sociale essi non temono di alimentare quell'errata opinione, fatalissima
nei suoi effetti per la Chiesa Cattolica e la salvezza delle anime, dal
Nostro predecessore, Gregorio XVI, appellata insania, ossia, che la
libertà di coscienza e di adorazione è il diritto personale di ciascun
uomo, il quale dovrebbe essere legalmente proclamato ed asserito in ogni
giustamente costituita società… Ciò malgrado, nell'affermare ciò sfrontatamente, essi non comprendono né notano che predicano la libertà di perdizione… Laonde,
mediante la Nostra autorità Apostolica, Noi riproviamo, proscriviamo e
condanniamo tutte le singolari e malvagie opinioni e dottrine
specialmente menzionate in questa lettera ed esigiamo e comandiamo che
esse siano pienamente considerate da tutti i figlioli della Chiesa
Cattolica come riprovate, proscritte e condannate." [16]
Papa Pio IX condannò, riprovò e
proscrisse, bandì, per mezzo della sua autorità Apostolica l'eretica
idea donde ogni stato conceda il diritto civile alla libertà religiosa.
Tuttavia, considerisi quanto segue. Mentre Papa Pio IX condannò, riprovò
e proscrisse, bandì, tale dottrina mediante la sua autorità Apostolica
Antipapa Paolo VI approvò, decretò e stabilì tale condannato
insegnamento mediante la sua pretesa autorità Apostolica. In altre
parole, ciò che Papa Pio IX condannò solennemente mediante la sua
autorità Apostolica è esattamente ciò che Antipapa Paolo VI insegnò
apparentemente solennemente mediante la sua presunta autorità
Apostolica.
Antipapa Paolo VI, Dichiarazione del
Vaticano II sulla libertà religiosa: "Paolo, vescovo, servo dei servi di
Dio, assieme ai padri del sacro concilio per l'eterna memoria… Questo
sinodo Vaticano dichiara che la persona umana detiene il diritto alla
libertà religiosa… Questo diritto della persona umana alla libertà
religiosa dovrebbe detenere tale riconoscimento nella regolazione della
società per legge onde divenire un diritto civile… Ciascuna ed ognuna delle cose avanzate in questo decreto ha guadagnato il consenso dei padri. Anche Noi, per
mezzo dell'autorità Apostolica conferitaci dal Cristo, Ci uniamo ai
venerabili padri nell'approvare, decretare e stabilire queste cose nello
Spirito Santo e dirigiamo che ciò che è stato messo in atto nel
sinodo venga pubblicato per la gloria di Dio… Io, Paolo, vescovo della
Chiesa Cattolica." [17]
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L'autorità
di San Pietro
L'autorità
dell'Anti-San Pietro
Papa
Pio IX, Quanta cura (3-6), 08/12/1864, ex-cathedra: "Da quale totalmente
falsa idea di governo sociale essi non temono di alimentare quell'errata
opinione, fatalissima nei suoi effetti per la Chiesa Cattolica e la
salvezza delle anime, dal Nostro predecessore, Gregorio XVI, appellata
insania, ossia, che la libertà di coscienza e di adorazione è il diritto
personale di ciascun uomo, il quale dovrebbe essere legalmente proclamato ed
asserito in ogni giustamente costituita società… Ciò malgrado, nell'affermare
ciò sfrontatamente, essi non comprendono né notano che predicano la libertà
di perdizione… Laonde, mediante la Nostra
autorità Apostolica, Noi riproviamo, proscriviamo e condanniamo tutte le
singolari e malvagie opinioni e dottrine specialmente menzionate in questa
lettera ed esigiamo e comandiamo che esse siano pienamente considerate da
tutti i figlioli della Chiesa Cattolica come riprovate, proscritte e
condannate." [18]
Antipapa
Paolo VI, Dichiarazione del Vaticano II sulla libertà religiosa: "Paolo,
vescovo, servo dei servi di Dio, assieme ai padri del sacro concilio per
l'eterna memoria… Questo sinodo Vaticano dichiara che la persona umana
detiene il diritto alla libertà religiosa… Questo diritto della persona
umana alla libertà religiosa dovrebbe detenere tale riconoscimento nella
regolazione della società per legge onde divenire un diritto civile… Ciascuna
ed ognuna delle cose avanzate in questo decreto ha guadagnato il consenso dei
padri. Anche Noi, per mezzo dell'autorità Apostolica conferitaci dal
Cristo, Ci uniamo ai venerabili padri nell'approvare, decretare e stabilire
queste cose nello Spirito Santo e dirigiamo che ciò che è stato messo in
atto nel sinodo venga pubblicato per la gloria di Dio… Io, Paolo, vescovo
della Chiesa Cattolica." [19]
--------
È possibile che Antipapa Paolo VI abbia
detenuto la medesima autorità Apostolica di Papa Pio IX? L'autorità di
San Pietro può contraddire sé stessa? Assolutamente no; sarebbe eresia
ciò affermare, Luca 22:32, Concilio Vaticano I, sessione 2, capitolo 4,
1870.
Papa Leone XIII, Satis cognitum (9),
29/06/1896: "… il Cristo istituì un Magistero vivente, autoritativo e
permanente, il quale per mezzo della Sua propria possanza Egli rafforzò,
mediante lo Spirito della verità da Lui insegnato e dai miracoli
confermato… Ogniqualvolta, dunque, che sia dichiarato con l'autorità di
questo insegnamento che quello o questo è contenuto nel deposito della
Rivelazione Divina esso deve essere creduto da tutti come vero. Se
esso potesse in qualunque modo essere falso un'evidente contraddizione
ne conseguirebbe, poiché allora Iddio Medesimo sarebbe l'autore
dell'errore nell'uomo." [20] Papa Pio IX, Concilio Vaticano I, Sessione 4, Capitolo 4, 1870, ex-cathedra: "Sicché, questo dono di verità e di Fede infallibile fu conferito Divinamente a Pietro ed ai suoi successori in questa sedia…
ché con l'occasione dello scisma rimossa l'intera Chiesa venisse
salvata come una ed appoggiata sul suo basamento essa rimanesse
adamantina dinnanzi ai cancelli dell'Inferno." [21]
Con tali fatti a mente è visibile perché
coloro ostinatamente sostenenti che Antipapa Paolo VI sia stato un vero
Papa negano l'Infallibilità Papale. Essi negano l'indefettibilità della
Chiesa Cattolica; essi asseriscono che l'autorità Apostolica conferita
dal Cristo al successore Pietrino contraddice sé stessa; essi proclamano
che i cancelli dell'Inferno siano prevalsi sulla Chiesa Cattolica.
Antipapa Paolo VI
terminò un mito falsamente tradizionale significativo e molto popolare
dichiarando che il Vaticano II e la nuova "messa" sono vincolanti
Antipapa Paolo VI, Indirizzo,
24/05/1976: "È ancora affermato che il Concilio Vaticano II non sia
vincolante… L'adozione del novus ordo Missae è certamente non lasciata
alla libera scelta dei preti o dei fedeli." [1]
Seguendo i punti operati nella
precedente sezione la presente confuta ulteriormente uno dei miti
falsamente tradizionali più grandi, una falsità, per cui Antipapa Paolo
VI rese giammai il Vaticano II e la nuova "messa" vincolanti. Dacché il
Vaticano II è eretico e la nuova "messa" è una falsa Santa Messa tale è
dell'evidenza possente donde Antipapa Paolo VI non fu il Papa.
Come discusso, fra coloro riconoscenti i
problemi concernenti l'apostasia post-Vaticano II esistono molti
pretesi tradizionalisti rigettanti la nuova "messa" ed il Vaticano II
però sostenenti che Antipapa Paolo VI, l'uomo aventeli promulgati,
vincolò giammai veruno alla nuova "messa" od al Vaticano II.
Cristoforo Ferrara, Il rimanente [The
remnant], Una sfida all'impresa sedevacantista [A challenge to the
sedevacantist enterprise], 15/11/2005, pagina 11: "Come già menzionato, persino
gli ufficiali Vaticani, inclusa la commissione cardinalizia del 1984,
hanno concesso che la Messa tradizionale fu giammai abolita de jure con
la promulgazione della nuova Messa e che i preti sono sempre stati
liberi di continuare ad utilizzare il messale pre-conciliare… In
essenza, Paolo VI creò meramente un nuovo rito in aggiunta al vecchio
rito, lasciando quello vecchio intatto e proibendo giammai il suo
utilizzo continuato." [2]
Ebbene, che si citi Antipapa Paolo VI medesimo onde fare esplodere e distruggere tale falsità. Verosimilmente, si vedrà essa giammai venire citata nelle pubblicazioni falsamente tradizionali desideranti avvinghiarsi al mito per il quale Antipapa Paolo VI sia stato un vero Papa, giacché devastante la loro impresa falsamente tradizionale. Eccola, attenzione, falsi tradizionalisti in primis.
Antipapa Paolo VI, Indirizzo,
24/05/1976: "Inoltre, il fatto è ancor più serio nel senso per cui
l'opposizione di cui Noi parliamo non è solamente incoraggiata da alcuni
preti bensì è guidata da un prelato, l'arcivescovo Marcello Lefebvre, il quale nulladimeno detiene il nostro rispetto. È così doloroso ciò notare: ma come non
possiamo Noi vedere in una tale attitudine - qualunque siano le
intenzioni di queste persone - il loro porsi al di fuori
dell'obbedienza del e della comunione con il successore di Pietro e
quindi al di fuori della Chiesa? Poiché questa, sfortunatamente, è la
logica conseguenza, ossia, quando si sostiene che è preferibile
disobbedire con il pretesto di preservare la propria Fede, intatta, e di
lavorare sulla propria strada per la preservazione della Chiesa
Cattolica rifiutandosi allo stesso tempo di offrirle obbedienza. In
aggiunta, ciò viene detto apertamente. È anche affermato che il Concilio
Vaticano II non sia vincolante, che persino la Fede sarebbe in pericolo
a causa delle riforme e delle direttive postconciliari, che si detiene
il dovere di disobbedire onde preservare certe tradizioni. Quali
tradizioni? È questo gruppo, non il Papa, né il collegio dei vescovi, né
il consiglio ecumenico, a decidere quale fra le innumerevoli tradizioni
deve essere considerata la norma della Fede. Come vedete, venerabili
fratelli, una tale attitudine si erige a giudice di quella Volontà
Divina La Quale pose Pietro ed i suoi legittimi successori a capo della
Chiesa onde confermare i fratelli nella Fede ed onde pascere il gregge
universale e La Quale stabilì lui garante e custode del deposito della
Fede… L'adozione del novus ordo Missae è certamente non lasciata alla libera scelta dei preti e dei fedeli. L'istruzione del 14/06/1971 ha consentito, con l'autorizzazione dell'Ordinario, la celebrazione della Messa nella vecchia forma solamente da parte dei preti anziani ed infermi, offrenti il Divino sacrificio sine populo [senza popolo]. Il
novus ordo fu promulgato di modo da sostituire quello vecchio, dopo
matura delibera, seguendo le richieste del Concilio Vaticano II. In
maniera non diversa rese il Nostro predecessore Pio V il Messale
riformato obbligatorio sotto la Sua autorità, a seguito del Concilio di
Trento… Noi abbiamo richiamato l'attenzione
dell'arcivescovo Lefebvre alla serietà della sua condotta,
all'irregolarità delle sue principali iniziative presenti,
all'inconsistenza e sovente alla falsità delle posizioni dottrinali
sulle quali egli basa il suo comportamento e queste iniziative ed al
danno che reca all'intera Chiesa in virtù di esse." [3]
Eccola qui. Antipapa Paolo VI medesimo confutò direttamente i falsi tradizionalisti circa le loro 2 concezioni principali. Antipapa Paolo VI dichiarò che non sarebbe stata certamente la libera scelta dei "preti" o dei fedeli quella di non adottare
il "novus ordo missae", la nuova "messa". Egli denunciò anche la loro
asserzione per la quale il Concilio Vaticano II non fu vincolante,
indicando che la conseguenza logica della posizione di Marcello
Lefebvre, rigettante la nuova "messa" ed il Vaticano II, operante
indipendentemente dalla gerarchia da lui riconosciuta, è il porsi al di
fuori della presunta Chiesa Cattolica.
È tempo che tutti si sveglino e
realizzino la verità per la quale la setta del Vaticano II è una setta
di contraffazione dalla testa ai piedi e donde non esiste salvezza
alcuna per essa e per i suoi Antipapi. È per ciò che tutti i presunti
vescovi detenenti la presunta giurisdizione ordinaria presso la setta
del Vaticano II sostengono la menzogna per la quale il Vaticano II è
l'insegnamento ufficiale della Chiesa Cattolica. È per ciò che tutti i
gruppi pretesi tradizionali riceventi una presunta approvazione
ufficiale dalla setta del Vaticano II debbono esso accettare. È per ciò
che Antipapa Benedetto XVI comunicò all'egemone della FSSPX che essa non
potrebbe essere pienamente accettata nella setta del Vaticano II
qualora non accettasse il Vaticano II.
Note di fine sezione 38: [1] Gualtiero Abbott, I documenti del Vaticano II [The documents of
Vatican II], 1966, La stamperia di America [The America press], SUA,
pagina 366 e così via. [2] Enrico Denzinger, Le fonti del dogma Cattolico [The sources of
Catholic dogma], 1957, Compagnia del libro di Herder [Herder book
company], SUA, numero 1839. [3] Gualtiero Abbott, I documenti del Vaticano II [The documents of
Vatican II], 1966, La stamperia di America [The America press], SUA,
pagine 137, 199, etc. [4] Decreti dei concili ecumenici [Decrees of the ecumenical
councils] Volume 1, 1990, Stamperia dell'università di Giorgiovilla
[Georgetown university press], SUA, pagina 559. [5] Decreti dei concili ecumenici [Decrees of the ecumenical
councils] Volume 1, 1990, Stamperia dell'università di Giorgiovilla
[Georgetown university press], SUA, pagina 597. [6] Decreti dei concili ecumenici [Decrees of the ecumenical
councils] Volume 2, 1990, Stamperia dell'università di Giorgiovilla
[Georgetown university press], SUA, pagina 802. [7] Gualtiero Abbott, I documenti del Vaticano II [The documents of
Vatican II], 1966, La stamperia di America [The America press], SUA,
pagina 366, etc. [8] Gualtiero Abbott, I documenti del Vaticano II [The documents of
Vatican II], 1966, La stamperia di America [The America press], SUA,
pagine 738-739. [9] Gualtiero Abbott, I documenti del Vaticano II [The documents of
Vatican II], 1966, La stamperia di America [The America press], SUA,
pagina 715. [10] Claudia Carlen, Le encicliche Papali [The Papal encyclicals],
Volume 3, 1990, Stamperia Pierian [The Pierian Press], SUA pagina 355. [11] Claudia Carlen, Le encicliche Papali [The Papal encyclicals],
Volume 5, 1990, Stamperia Pierian [The Pierian Press], SUA pagina 140. [12] Decreti dei concili ecumenici [Decrees of the ecumenical
councils] Volume 2, 1990, Stamperia dell'università di Giorgiovilla
[Georgetown university press], SUA, pagina 898. [13] Gualtiero Abbott, I documenti del Vaticano II [The documents of
Vatican II], 1966, La stamperia di America [The America press], SUA,
pagina 97. [14] Decreti dei concili ecumenici [Decrees of the ecumenical
councils] Volume 2, 1990, Stamperia dell'università di Giorgiovilla
[Georgetown university press], SUA, pagina 1006. [15] Decreti dei concili ecumenici [Decrees of the ecumenical
councils] Volume 2, 1990, Stamperia dell'università di Giorgiovilla
[Georgetown university press], SUA, pagine 1008-1009. [16] Enrico Denzinger, Le fonti del dogma Cattolico [The sources of
Catholic dogma], 1957, Compagnia del libro di Herder [Herder book
company], SUA, numeri 1690, 1699. [17] Gualtiero Abbott, I documenti del Vaticano II [The documents of
Vatican II], 1966, La stamperia di America [The America press], SUA,
pagine 675, 679, 696. [18] Enrico Denzinger, Le fonti del dogma Cattolico [The sources of
Catholic dogma], 1957, Compagnia del libro di Herder [Herder book
company], SUA, numeri 1690, 1699. [19] Gualtiero Abbott, I documenti del Vaticano II [The documents of
Vatican II], 1966, La stamperia di America [The America press], SUA,
pagine 675, 679, 696. [20] Claudia Carlen, Le encicliche Papali [The Papal encyclicals],
Volume 2, 1990, Stamperia Pierian [The Pierian Press], SUA pagina 394. [21] Enrico Denzinger, Le fonti del dogma Cattolico [The sources of
Catholic dogma], 1957, Compagnia del libro di Herder [Herder book
company], SUA, numero 1837. Note di fine sezione 39: [1] L'Osservatore Romano, 03/06/1976, pagina 2. [2] Cristoforo Ferrara, Il rimanente [The remnant], Una sfida
all'impresa sedevacantista [A challenge to the sedevacantist
enterprise], 15/11/2005, pagina 11. [3] L'Osservatore Romano, 03/06/1976, pagina 2.
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