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domenica 30 novembre 2014

“Dalla Croce, l’Eterno Sacerdote guarda il suo Vicario e gli accorda ciò che egli gli presenta con fervida preghiera”.

L’Eucaristia
Finché sui campi del nostro globo spunterà una spiga di grano e penderà un grappolo d’uva, e un sacerdote salirà pensoso del sacrificio l’altare, l’Ospite divino sarà con noi; e il credente curverà nella fede la mente e il ginocchio innanzi a un’Ostia consacrata, come all’ultima cena gli apostoli nel pane e nel vino consacrato che il Salvatore dava loro dicendo: Questo è il mio corpo; Questo è il mio sangue; adorarono Cristo, il Maestro divino con quella pura e alta fede che crede ai portenti della sua parola, e di cui si sostanzia l’interna adorazione, fede senza la quale è vano segno il piegare di un ginocchio. Da quell’ora del Cenacolo cominciarono i secoli del Dio dell’Eucaristia; il giro del sole ne illuminò i passi con le sue aurore e i suoi tramonti; le scavate viscere della terra lo accolsero salmodiando; negli eremi, nei cenobii, nelle basiliche, sotto gli aerei pinnacoli s’inchinarono a lui pastori e popoli, principi ed eserciti. Nelle sue conquiste si avanzava coi suoi araldi e sacerdoti oltre í mari e gli oceani, e dall’Oriente all’Occidente, da un polo all’altro il Redentore ormai pianta ogni dì i suoi tabernacoli, perseverando contro l’ingratitudine degli uomini in trovare le sue delizie a stare con essi, solo bramoso di effondere a loro salvezza i tesori delle sue grazie e della sua magnificenza.
(28 aprile 1939)

«Il Sacrificio Divino è proprio il momento in cui
il Padre Eterno non può rifiutare nulla,
ed io lo utilizzo il meglio possibile»

«Alle sette, Pio XII si dirige verso la cappella; si inginocchia sul grande inginocchiatoio, ove la sua figura appare ancora più slanciata, e si prepara al Sacrificio divino. Si dirige quindi all’altare e indossa i paramenti sacri. Egli pronuncia così chiaramente le preghiere di rito che ogni sillaba è facilmente comprensibile e al tempo stesso non è detta troppo forte da recare disturbo. Iniziano le preghiere dell’Introitus. Inchinato profondamente e mettendo in ogni parola la sua anima, egli recita mentalmente il Confiteor.
Quindi apre le braccia, solleva gli occhi e il volto verso il grande Crocefisso d’avorio particolarmente adatto a Pio XII. In medio Ecclesiae aperuit os eius: et implevit eum. L’Epistola, il Graduale, il Vangelo acquistavano, pronunciati dal Santo Padre, una speciale solennità. Sursum corda! Segue il Prefazio. Può questa essere recitata in maniera più bella e commovente? Quindi, un momento di silenzio.

Il Santo Padre ricorda tutti colore che si sono affidati a lui e contano sulla sua preghiera: prega per tutti i suoi figli sparsi nel vasto mondo. Un giorno gli chiesi perché il suo Memento durasse sempre tanto. Mi rispose: «Mi chiedono continuamente preghiere: il Sacrificio Divino è proprio il momento in cui il Padre Eterno non può rifiutare nulla, ed io lo utilizzo il meglio possibile».
La Messa si avvicina poi al punto culminante: pregando con serafico fervore e con grande passione, il Santo Padre pronuncia le parole della Consacrazione tanto piano, ma anche tanto scandite, tanto ardenti di fede e ricche di amore, che tutti i presenti sono come trascinati nel sacro prodigio. Dalla Croce, l’Eterno Sacerdote guarda il suo Vicario e gli accorda ciò che egli gli presenta con fervida preghiera. Di nuovo c’è una lunga pausa. Anche i cari defunti non sono dimenticati. La Santa Comunione è il momento dell’unione più intima con Colui che egli è chiamato a imitare e rappresentare in terra.
Quindi le braccia si aprono ancora una volta in un ampio abbraccio rivolto al Crocifisso e la benedizione del Vicario di Cristo scende non solo sui presenti, ma sul mondo intero».

[da Pascalina Lehnert, Pio XII. Il privilegio di servirlo]

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