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lunedì 9 agosto 2010

La liturgia é cosa seria e non una interpretazione libera del celebrante...

La liturgia é cosa seria e non una interpretazione libera del celebrante. Nelle messe si usino i paramenti, solo la stola é atto grave. La sede del celebrante sia al lato e non dietro l'altare
Pontifex.RomaDopo il Vaticano II, anche e non solo, a livello di liturgia ne sono accadute di tutti i colori, con uno scadimento generale che deriva da une ecclesiologia frivola, protestante e modernista. In sostanza, lo spirito sano della messa di sempre, é stato stravolto e fatto a pezzi ed oggi ne paghiamo le conseguenze. Di abusi liturgici discorriamo con il noto liturgista don Nicola Bux. Don Bux, qual é la posizione corretta del celebrante sull' altare?: " basterebbe leggere ed applicare con diligenza la legge quadro in tema per comprendere che cosa fare, il problema é che molti non la leggono e se lo fanno, non la rispettano". In sostanza?: " é scritto che la sede del celebrante, sia Vescovo che sacerdote, non assuma mai il carattere di trono, certo deve essere visibile per essere identificato dai fedeli, ma in nessun modo il celebrante deve prevalere su Colui al quale si rende culto". Insomma, dove deve sedere?: " la posizione corretta, ...
... é alla sinistra dell' altare e prima di esso, per chi guarda verso il presbiterio e in direzione opposta alla destra. Ma anche se cambia di lato non fa molto. L' importante é che il celebrante non sia assiso dietro l' altare cosa che spiacevolmente capita oggi tante e troppe volte".
Per quale motivo il celebrante non deve stare dietro l' altare?: " per un motivo molto semplice, ma del tutto evidente. Ossia, stando dietro l' altare  si offre l' impressione sbagliata che l' altare sia una specie di scrittoio o tavola per celebrare una festa o un pranzo di gala, mentre l' altare é il luogo deputato al divino sacrificio e non una cosa frivola".
E quando ci sta il tabernacolo al centro dell' altare maggiore?: " intanto con le chiese moderne questa cosa bella sta scomparendo ed é un peccato grave. Poi quando ci sta il tabernacolo, a maggior ragione, il celebrante non lo deve occupare, ma fare in modo che sia visibile, chiaro e preciso".
In alcuni siti, lodevolmente e con spirito costruttivo e non demolitorio, é stata pubblicata la immagine di una celebrazione o assemblea in san Giovanni in Laterano, Roma, la Madre di tutte le Chiese, nella quale, come una specie di circo, sono stati usati palloncini, strumenti svariati oltre a canti e balli: " guardi questo é un problema molto serio che bisognerebbe analizzare. La messa o comunque la chiesa, non é luogo di spettacolo, di manifestazioni mondane o di giochi, ma luogo di culto. Pertanto, ad iniziare dagli strumenti, occorre che essi siano adeguati alla solennità che l' occasione richiede e compatibili col senso del sacro".
I palloncini?: " fanno parte, appunto, di quella visione circense della chiesa, un abuso o per lo meno un atto grave". Ma tutto sommato tollerati da sacerdoti: " intanto da alcuni e solo da alcuni. Poi in effetti, se non ci fosse la complicità di qualche prete certe cose non accadrebbero".
In alcune messe, di estate si assiste a preti che celebrano solo con la stola, perché fa caldo: " anche questo un abuso o atto grave. La liturgia richiede che il celebrante indossi tutti i divini paramenti per rendere culto a Dio con ogni reverenza. La liturgia non é una cosa ad libitum e tanto meno può essere condizionata da fenomeni climatici".
Bruno Volpe

La liturgia post conciliare è ammalata. Il nuovo messale ha fallito. Bisogna ritornare al rito antico per riempire le chiese. La parola assemblea? Niente affatto, ricorda una liturgia piatta ed orizzontale. Si torni al messale di San Pio V
La liturgia post conciliare è ammalata. Il nuovo messale ha fallito. Bisogna ritornare al rito antico per riempire le chiese. La parola assemblea? Niente affatto, ricorda una liturgia piatta ed orizzontale. Si torni al messale di San Pio V"Non usiamo giri di parole e chiamiamo le cose con il loro nome: la liturgia post conciliare è in crisi, è ammalata, immanente, il nuovo messale ha fallito e bisogna prenderne atto": lo afferma don Davide Pagliarani, Superiore per l'Italia della Fraternità San Pio X. Precisa meglio il suo pensiero: " queste cose le ho sempre affermate. Intendo dire che  dopo il Concilio Vaticano II la riforma ha svilito e fatto perdere alla messa il senso dell'immanente con la pretesa di voler capire e comprendere tutto. Si è smarrito  il senso del sacro". Don Davide, quali le cause a suo giudizio?: " la questione oltre che liturgica è principalmente teologica. La messa ha smarrito il senso antico e nobile di sacrificio,adorazione,mistero,per l'assurda pretesa di voler razionalizzare  e banalizzare ogni cosa. Una  deformazione che risponde sciaguratamente alla protestantizzazione avvenuta appunto dopo il Concilio Vaticano II". ...
... Che cosa critica maggiormente del nuovo messale?: " la messa è figlia di una liturgia anonima, che ha lasciato da parte l'immanente, lo sguardo verso Dio per cercare l'uomo". E gli abusi liturgici?: " in questo clima di totale rilassatezza si sono compiuti abusi di ogni genere e tipo e neppure le stesse norme del messale vengono rispettate con la necessaria fedeltà. Insomma,questa liturgia è seriamente e gravemente ammalata". Se è ammalata, esisterà anche una terapia: " il solo rimedi,o è il ritorno totale al rito romano antico, quello comunemente detto di San Pio V. Oggi le chiese sono vuote, desolatamente vuote, mancano i seminaristi,la colpa è di questo clima festaiolo che ha prodotto tali risultati". Una pausa e poi ancora: " la dimostrazione di quello che dico è che il Papa Benedetto XVI ha sentito la necessità di promulgare un Motu Proprio per ridare vigore e smalto alla messa di sempre". In vero il Motu Proprio aveva ed ha come scopo quello di compiere un atto di giustizia: " senza ombra di dubbio,anche questo. Ma di fatto è la presa di atto di un fallimento, di una liturgia in crisi ,che non sa coinvolgere". Le piace la parola assemblea?:" per niente,mi da l'idea di una celebrazione senza regole,orizzontale. Invece la messa è un rito che viene compiuto da un celebrante e mai da una assemblea". Incuriosisce la vuotezza della chiese oggi: " dipende,lo ripeto, dalla scarsa sacralità del nuovo rito e del nuvo messale che hanno fatto perdere consistenza alla messa". Un suo giudizio sul conto di  mons. Lefebvre: " per me il santo più grande del ventesimo secolo". E chi altri?: " direi senza ombra di dubbio San Pio X e San Padre Pio,la sua celebrazione della santa messa era davvero sacrificale, esemplare del sacrificio e dell'adorazione. Un gigante di spiritualità e direi un modello da seguire e imitare . Padre Pio soffriva nel celebrare la santa eucarestia".
Bruno Volpe

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