giovedì 9 gennaio 2014
E SI! QUESTI "ORTODOSSI" SONO PROPRIO "ORTODOSSI", SI MA NELL'ERESIA IMPENITENTE...
Riprendiamo dal Blog di Sandro Magister la notizia che il mondo cosidetto Ortodosso Russo ha preso posizione riguardo al Papato in riferimento al prossimo incontro dell'apostata Bergoglio con il primate della falsa Chiesa scismatica ed eretica, al pari di quella Russa, di Costantinopoli per commemorare l'abbraccio tra il pessimo modernista Montini ed Atenagora massone del 33° grado primate della falsa chiesa Russa cinquanta anni orsono. Dell'articolo di Magister riprendiamo la dichiarazione, intrisa di eresia sul Primato Petrino, della Chiesa Russa, (in quanto riteniamo l'atto di Bergoglione totalmente nullo ed offensivo nei riguardi del Signore), per porre in risalto l'ereticita impenitente del mondo cosidetto "Ortodosso" che in realta' di ortodosso non ha in se' nemmeno l'ombra della vera Chiesa Cattolica che è l'unica e vera Chiesa di Nostro Signore.
Il falso ecumenismo conciliare questo produce, il peccatore rimane nei suoi peccati, gli eretici e scismatici rimangono nei loro peccati e si arrogano il diritto di possedere in sè una qualche verità proveniente da Dio. Ancora una volta si conferma che questa falsa Chiesa conciliare guidata da falsi Pontefici Cattolici stà sprofondando sempre più nel buco satanico che il principe delle tenebre gli ha preparato durante il falso ed eretico conciliabolo Vaticano II...
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SUL PROBLEMA DEL PRIMATO NELLA CHIESA UNIVERSALE
Patriarcato di Mosca, 26 dicembre 2013
1. Nella Santa Chiesa di Cristo, il primato spetta al suo
Capo, il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, Figlio di Dio e figlio di
Maria. […] Le varie forme di primato nella Chiesa, nel suo percorso storico in
questo mondo, sono secondarie rispetto all'eterno primato di Cristo. […]
2. Nella vita della Chiesa di Cristo, che vive nel tempo, il
primato, così come la sinodalità, è uno dei principi fondamentali del suo
ordine. Ai vari livelli della vita della Chiesa, il primato storicamente
stabilito ha una differente natura e differenti origini. Questi livelli sono:
1) la diocesi o eparchia, 2) la Chiesa locale autocefala e 3) la Chiesa
universale.
1) Al livello della diocesi, il primato spetta al vescovo.
[…] La fonte del primato del vescovo nella sua diocesi è la successione
apostolica trasmessa attraverso la consacrazione episcopale. […] Nell'ambito
della sua Chiesa, il vescovo ha pieno potere, sacramentale, amministrativo e
magisteriale. […]
2) Al livello della Chiesa locale autocefala, il primato
appartiene al vescovo eletto come primate della Chiesa locale da un concilio
dei vescovi della stessa. Di conseguenza, la fonte del primato al livello della
Chiesa autocefala è l'elezione del vescovo preminente da parte di un concilio o
di un sinodo che gode della pienezza del potere ecclesiastico. […]
Il primate di una Chiesa locale autocefala agisce come
presidente del concilio o del sinodo della stessa. Quindi, il primate non ha
potere solitario in una Chiesa locale autocefala ma la governa in concilio,
ossia in cooperazione con gli altri vescovi.
3) Al livello della Chiesa universale come comunione di
Chiese locali autocefale unite in una sola famiglia da una comune professione
di fede e viventi in comunione sacramentale l'una con l'altra, il primato è
determinato in conformità con la tradizione dei sacri dittici e rappresenta un
primato in onore.
Questa tradizione può essere fatta risalire ai canoni dei
concili ecumenici […] ed è stata riconfermata nel corso della storia della
Chiesa negli atti di concili di singole Chiese locali e nella pratica della
memoria liturgica, ogni volta che il primate di ciascuna Chiesa autocefala fa i
nomi di quelli di altre Chiese locali nell'ordine prescritto dai sacri dittici.
L'ordine nei dittici cambia nella storia. Nel primo
millennio della storia della Chiesa, il primato di onore era solito appartenere
alla sede di Roma. Dopo che la comunione eucaristica tra Roma e Costantinopoli
fu spezzata, alla metà dell'XI secolo, il primato nella Chiesa ortodossa è
andato alla sede successiva nell'ordine dei dittici, ossia a quella di
Costantinopoli. Da allora fino a oggi, il primato di onore nella Chiesa
ortodossa a livello universale è appartenuto al patriarca di Costantinopoli
come primo tra i pari primati delle locali Chiese ortodosse.
I canoni sui quali i sacri dittici si fondano non rivestono
il "primus" (quale usava essere il vescovo di Roma nei tempi dei
concili ecumenici) di qualsiasi potere di larga scala sulla Chiesa.
Le distorsioni ecclesiologhe che attribuiscono al
"primus" a livello universale le funzioni di governo inerenti ai
primati agli altri livelli dell'ordine della Chiesa sono denominate nella
letteratura polemica del secondo millennio come "papismo".
3. A motivo del fatto che la natura del primato che esiste
ai vari livelli dell'ordine della Chiesa (diocesano, locale e universale)
varia, le funzioni del "primus" ai vari livelli non sono identiche e
non possono essere trasferite da un livello all'altro.
Trasferire le funzioni del ministero del primato dal livello
di un'eparchia al livello universale significa riconoscere una speciale forma
di ministero, cioè quella di un "gerarca universale" in possesso di
un potere magisteriale e amministrativo sull'insieme della Chiesa universale.
Eliminando la sacramentale eguaglianza tra i vescovi, un simile riconoscimento
porta ad affermare una giurisdizione di un primo gerarca universale mai
menzionata nei sacri canoni o nella tradizione patristica e sfociante in una
deroga se non in una eliminazione dell'autocefalia delle Chiese locali. […]
4. […] Il vescovo di Roma, che gode il primato di onore
nella Chiesa universale, dal punto di vista delle Chiese orientali, è sempre
stato patriarca dell'Occidente, ossia primate della Chiesa locale
dell'Occidente. Tuttavia, già nel primo millennio della storia della Chiesa,
una dottrina su uno speciale potere divinamente originato, magistrale e
amministrativo, del vescovo di Roma esteso all'insieme della Chiesa universale
cominciò ad essere formata in Occidente.
La Chiesa ortodossa rigetta la dottrina della Chiesa romana
sul primato papale e sulla divina origine del potere del primo vescovo nella
Chiesa universale. I teologi ortodossi hanno sempre insistito sul fatto che la
Chiesa di Roma è una delle Chiese locali autocefale, senza alcun diritto di
estendere la propria giurisdizione al territorio di altre Chiese locali. Essi
inoltre hanno sempre creduto che il primato in onore accordato ai vescovo d
Roma è istituito non da Dio ma dagli uomini.
Nel secondo millennio fino ad oggi, la Chiesa ortodossa ha
preservato la struttura amministrativa caratteristica delle Chiese orientali
del primo millennio. Entro questa struttura, ogni Chiesa locale autocefala,
essendo in unità dogmatica, canonica ed eucaristica con altre Chiese locali, è
indipendente nel governo. Nella Chiesa ortodossa non c'è e non c'è mai stato un
singolo centro amministrativo a livello universale.
Nell'Occidente, al contrario, lo sviluppo di una dottrina
sul potere speciale del vescovo di Roma, secondo cui il potere supremo nella
Chiesa universale appartiene al vescovo di Roma come successore di Pietro e
vicario di Cristo sulla terra, ha condotto alla formazione di un modello
amministrativo di ordine della Chiesa completamente differente, con un singolo
centro universale a Roma. […]
5. […] La sede patriarcale di Costantinopoli gode del
primato di onore sulla base dei sacri dittici riconosciuti da tutte le Chiese
locali ortodosse. Il contenuto di questo primato è definito da un consenso di
Chiese locali ortodosse espresso in particolare nelle conferenze panortodosse
di preparazione del Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa. […]
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- Dal CATECHISMO TRIDENTINO - Pubblicato dal Papa San Pio V per Decreto del Concilio di Trento (1545-1563)
RispondiElimina-CHI E’ ESCLUSO DALLA CHIESA
109 Segue da ciò che solo tre categorie di uomini sono escluse dalla Chiesa: gli infedeli, gli eretici e scismatici, gli scomunicati. […]
Gli eretici e gli scismatici, perché SI SONO SEPARATI DALLA CHIESA E NON APPARTENGONO PIU’ ALLA MEDESIMA, come i disertori non appartengono più all'esercito da cui sono fuggiti. Non si deve però ritenere che essi non soggiacciano alla potestà della Chiesa, che li chiama in giudizio, li punisce e li anatematizza.[…]
-Figure della Chiesa nel Vecchio Testamento
116. […]QUELLI CHE NE SONO FUORI [dalla Chiesa-arca] rimangono sommersi dai loro delitti: appunto come avvenne a quelli che non entrarono nell'arca.
Altra figura [della Chiesa nell’Antico Testamento] è quella della grande città di Gerusalemme, il cui nome nella Scrittura designa spesso la Chiesa. In essa soltanto era lecito offrire sacrifici a Dio, perché nella NELLA SOLA CHIESA, E NON FUORI, si trova il vero culto e il vero sacrificio accetto a Dio.
-Quali membri della Chiesa godono dei suoi beni spirituali
120 Coloro che vivono una vita cristiana nella carità godono tanti e preziosi doni e benefici divini e sono giusti e cari a Dio. Mentre le membra morte, cioè gli uomini peccatori e lontani dalla grazia di Dio, pur non venendo privati del beneficio di essere membra del corpo della Chiesa, non percepiscono, perché morti, quel frutto spirituale di cui godono gli uomini giusti e pii. Nondimeno, restando sempre nella Chiesa, vengono aiutati da coloro che vivono secondo lo spirito, perché possano ricuperare la grazia e la vita perduta, COGLIENDO QUEI FRUTTI DI CUI RESTANO PRIVI COLORO CHE SONO DEL TUTTO SEPARATI DALLA CHIESA.
- Dal CATECHISMO DI SAN PIO X-compendio:
117. Può altra Chiesa, fuori della Cattolica-Romana, essere la Chiesa di Gesù Cristo, o almeno parte di essa?
Nessuna Chiesa, fuori della Cattolica-Romana, può essere la Chiesa di Gesù Cristo o parte di essa, perchè non può averne insieme con quella le singolari distintive qualità, una, santa, cattolica e apostolica; come difatti non le ha nessuna delle altre Chiese che si dicono cristiane.
124. Chi è fuori della comunione dei santi?
E' fuori della comunione dei santi chi é fuori della Chiesa, ossia i dannati, gl'infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli scismatici e gli scomunicati.
127. Chi sono gli eretici?
Gli eretici sono i battezzati che si ostinano a non credere qualche verità rivelata dà Dio e insegnata dalla Chiesa
129. Chi sono gli scismatici?
Gli scismatici sono i battezzati che ricusano ostinatamente di sottostare ai legittimi Pastori, e perciò sono separati dalla Chiesa, anche se non neghino alcuna verità di fede.
131. E' grave danno esser fuori della Chiesa?
Esser fuori della Chiesa è danno gravissimo, perchè fuori non si hanno nè i mezzi stabiliti nè la guida sicura alla salute eterna, la quale per l'uomo è l'unica cosa veramente necessaria.
- PIO IX, Allocuzione Singulari Quadam, del 9.12.1854
"Bisogna ammettere che, secondo il dogma della fede, NESSUNO PUO’ SALVARSI CHE SI TROVI AL DI FUORI DELLA CHIESA APOSTOLICA ROMANA”.
- Ancora PIO IX (dall’ Allocuzione al concistoro del 18.7.1861)
"C’è una SOLA RELIGIONE VERA E SANTA, fondata e istituita da Cristo Nostro Signore. Madre e nutrice delle virtù, distruttrice dei vizi, liberatrice delle anime, indicatrice della vera felicità. Essa si chiama: CATTOLICA, APOSTOLICA, ROMANA"
- PIO XII (dalla Lettera Enciclica ”Mystici corporis Christi”)
“[…] SI TROVANO QUINDI IN UN PERICOLOSO ERRORE quelli che ritengono di poter aderire a Cristo, Capo della Chiesa, PUR NON ADERENDO FEDELMENTE AL SUO VICARIO IN TERRA. Sottratto infatti questo visibile Capo e spezzati i visibili vincoli dell’unità, essi oscurano e deformano talmente il Corpo mistico del Redentore, DA NON POTERSI PIU’ NE’ VEDERE NE’ RINVENIRE IL PORTO DELLA SALUTE ETERNA”.
Da "Vita e detti dei padri del deserto":
RispondiElimina- Alcuni si recarono dal padre Agatone e per metterlo alla prova e vedere se si adirava, gli dissero: “Tu sei Agatone? Abbiamo sentito dire che sei fornicatore e superbo”. Risponde: “Sì, è vero”.
Dicono di nuovo: “Tu sei Agatone, chiacchierone e pettegolo?”
Risponde: “Lo sono”.
Continuano: “Tu sei Agatone, l’eretico?”.
“Non sono eretico”, risponde.
Lo pregarono: “Spiegaci perché, quando ti abbiamo accusato di cose tanto gravi, tu le hai accettate, e questa sola non l’hai sopportata”.
Agatone disse loro: “Delle prime io stesso mi accuso, ed è utile all’anima mia, ma l’eresia è separazione da Dio e io non voglio essere separato da Dio”.
Udendo ciò, ammirarono il suo discernimento e se ne andarono edificati.
- Un giorno il padre Sisoes se ne andò dal monte di padre Antonio al monte della Tebaide, che si trovava più lontano e si stabilì in quel luogo. Vivevano lì dei meliziani [seguaci di Melizio di Licopoli, fautore di uno scisma in Egitto nel IV secolo], che abitavano a Calamon di Arsenoe. Alcuni, udendo che si era recato in quella regione più lontana, desideravano vederlo, ma dicevano: “Che facciamo? In quel luogo vi sono dei meliziani. Sappiamo che l’anziano non ne soffre alcun danno, ma che non accada a noi, mentre vogliamo incontrare l’anziano, di cadere nella tentazione di eresia”.
E così non andarono a trovare l’anziano per non imbattersi negli eretici.
Grazie per questo bel articolo.
RispondiEliminaBy Tripudio