Continuiamo la publicazione del LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.
«La
parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo,
è
eccellente, conforme ai
documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra
Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà
Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag.
346.
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Capitolo 31:
Situazioni per cui un cattolico scivola frequentemente nel liberalismo.
Diverse sono le situazioni per cui il fedele cristiano è trascinato nell'errore del liberalismo, è molto importante indicarle qui, tanto per comprendere con il loro studio l'universalità di questa setta, quanto per premunire gli imprudenti contro le sue trappole e i suoi pericoli.
Spesso la corruzione del cuore è una conseguenza degli errori dell'intelligenza; ma più frequentemente ancora, l'errore dell'intelligenza vien dopo la corruzione del cuore.
La storia delle eresie dimostra chiaramente questo fatto.
Il loro inizio presenta quasi sempre lo stesso carattere: è una ferita all'amor proprio o una lamentela che si vuole vendicare; è una donna che fa perdere all’eresiarca cervello e anima, o ancor più una borsa d'oro per la quale vende la propria coscienza. Quasi sempre l'errore è originato, non da profondi e laboriosi studi, ma da queste tre teste d’ idra che San Giovanni segnala e che chiama: concupiscentia carnis, concupiscentia oculorum, superbia vitae.
È per questo che si precipita in ogni errore, per questo si cade nel liberalismo; studiamo queste situazioni "scivolose" nelle loro forme più ordinarie.
1) - l’uomo diviene il liberale in seguito a un desiderio naturale di indipendenza e di vita facile.
Il liberalismo è emancipazione, e il cattolicesimo è freno. Ora, l'uomo decaduto ama per una certa tendenza molto naturale un sistema che legittimi e santifichi i l'orgoglio della sua ragione e gli impeti dei suoi appetiti, ciò che ha fatto dire a Tertulliano: "l'anima, nelle sue nobili aspirazioni, è naturalmente cristiana".
Allo stesso modo, si può dire che: l'uomo, per il vizio della sua origine, nasce naturalmente liberale. È dunque logico che dal momento in cui egli comincia a comprendere che dal liberalismo verrà ogni protezione per i suoi capricci e le sue trasgressioni egli si dichiari liberale nel modo socialmente più conveniente.
2) per desiderio di far carriera. Il liberalismo è oggi l'idea dominante; egli governa dappertutto e principalmente nella sfera ufficiale. È dunque una sicura raccomandazione per far carriera.
Appena uscito dalla casa paterna, il giovane getta un colpo d'occhio sulle diverse vie che conducono alla fortuna, alla fama, alla gloria e si accorge che una condizione essenziale per fare strada, è quella di appartenere al proprio secolo, di essere liberale.
Non essere liberale, è crearsi da sé degli ostacoli insormontabili. Gli occorre dunque dell'eroismo per resistere al tentatore che gli mostra, come a Gesù Cristo nel deserto, uno splendido avvenire dicendogli: haec omnia tibi dabo si cadens adoraveris me: "ti darò tutto questo se, prosternato, mi adorerai". Ora, gli eroi sono rari, è naturale che la maggior parte dei giovani comincino la loro carriera appigliandosi al liberalismo. Ciò vale loro degli apprezzamenti nei giornali, la raccomandazione di potenti protettori, la reputazione di uomini illuminati e sapienti.
Il povero cattolico ultramontano ha bisogno di un merito 100 volte maggiore per farsi conoscere ed avere una buona reputazione; ora, la gioventù è ordinariamente poco scrupolosa. Il liberalismo d'altra parte, è essenzialmente favorevole alla vita pubblica cui questa età sospira così ardentemente. Esso mostra la possibilità di farsi largo in politica, nelle istituzioni, nelle redazioni etc., che costituiscono l'organismo della macchina ufficiale.
È dunque una meraviglia di Dio e della sua Grazia che si incontri un solo giovane che detesti un così perfido corruttore.
3)-a causa dell'avarizia.
La spoliazione della Chiesa è stata e continua ad essere una fonte tra le maggiori di proseliti del liberalismo. Questa iniqua spoliazione fu decretata sia per privare la Chiesa dei suoi mezzi di influenza sociale, che per procurare con il loro aiuto dei ferventi adepti alla causa liberale. I corifei stessi del liberalismo hanno confessato, quando sono stati accusati, d'aver ceduto per niente ai loro amici le ricche proprietà della Chiesa. E guai a colui che mangia una volta i frutti del recinto altrui ! Un campo, un'eredità di case che sono appartenute al convento o alla parrocchia e che sono oggi nelle mani di tale o tal altra famiglia, la incatenano per sempre al carro del liberalismo.
Nella maggior parte dei casi, non c'è speranza che né essa, né gli stessi suoi discendenti rinuncino all'errore liberale. Il demone rivoluzionario ha saputo edificare tra essi e la Verità questa infrangibile barriera. Noi abbiamo visto dei ricchi influenti coltivatori, cattolici puri e ferventi fino al 1835 e da allora in poi liberali decisi e contumaci.
E volete saperne la ragione ?
Guardate quei campi irrigati, queste terre a grano o questi boschi in altri tempi proprietà del monastero. Con essi i coltivatori di cui parliamo hanno aumentato il loro patrimonio, per essi hanno venduto la loro anima e la loro famiglia alla rivoluzione.
La conversione di questi ingiusti proprietari è moralmente impossibile. Tutti gli argomenti dell'amicizia, tutte le suppliche dei missionari, tutti i rimorsi della coscienza si vanificheranno contro la durezza della loro anima che si trincea dietro quelle acquisizioni sacrileghe.
È la legge della Déamortisattion che ha attuato e attua ancora il liberalismo. Ecco la verità.
Queste sono le cause ordinarie della perversione liberale, tutte le altre ne derivano. Chiunque non possiede che un'esperienza media del mondo e del cuore umano potrà a malapena segnalarne qualcun’ altra.
Queste parole sul liberalismo,"le cause della perversione liberale" , se non indicassero una tragedia delle anime, sarebbero uno spasso poichè sembrano scritte al giorno d'oggi , pur essendo stravecchie !
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