SANTA VERONICA GIULIANI PARLA AI SACERDOTI
Questa notte, dopo lungo travaglio, ho
avuto il raccoglimento nel quale il Signore mi ha fatto vedere una
moltitudine di sacerdoti, tutti con abito sacerdotale; ma anche, nel
medesimo punto, mi ha fatto comprendere che, fra essi, vi sono molti
Giuda e suoi nemici; [...]. In un subito, una parte di essi sono
divenuti come mostri infernali e peggio che gli stessi demoni. A questa
vista così spaventevole il Signore, da capo a piedi tutto grondava
sangue; ed, in questo punto, mi ha comunicato che quel sangue che Lui
versava, glielo facevano versare i peccati e sacrilegi che commettevano
detti sacerdoti, ed erano come tante spade e pugnali, come tante ferite e
colpi verso Sua Divina Maestà. E mi fece vedere quel suo prezio-sissimo
sangue scorrere come un fiume per terra, acciò io vedessi la poca stima
e poco conto che ne faceva chi aveva potestà di tenerlo nelle
medesime mani ed anche riceverlo indegnamente, come facevano tutti quei
tali che Egli mi faceva vedere.
Io gli domandai se mi volesse fare intendere chi erano, ma Egli mi disse: «No, questi non si sapranno sino al dì del Giudizio. Già sono tutti condannati al fuoco eterno». Io
risposi: «Sia fatta la vostra santa volontà! Ma ditemi, Signore, Voi
non mi avete eletta per mezzana fra Voi e i peccatori? Ora io eccomi
pronta anche a dare la vita e il sangue, per- la gloria vostra e per
salute di queste anime». II Signore mi disse: «Sì, tutto è vero; ma ora, per questi tali, non vi è nessun rimedio, perché di continuo, mi calpestano e mi flagellano». Così dicendo, con volto tutto severo, ha detto: «Ite, maledicti!». Oh,
Dio! In un subito, li ho veduti sparire come densissimo fumo. Quelli,
invece, che erano restati con la veste sacerdotale, il Signori li ha
benedetti, e li ha confermati padroni del suo Corpo e del suo Sangue (D
1,926).
Una volta il Signore mi fece
comprendere quanto gli dispiacciono le offese che gli recano i
religiosi ed, in particolare, quelli che si fanno padroni del suo
Santissimo Corpo e Sangue, cioè i sacerdoti. «Questi tali - così mi disse il Signore - sono
cagione di tirare al precipizio tutto il mondo, perché si servono di
me, mi prendono, mi tengono nelle loro inani, non per magnificarrni, ma
per farmi ogni ignominia ed oltraggio». Poi mi disse: «Mira». In un subito mi fece vedere, tutti quei tali divenuti più spaventevoli degli stessi demoni: «Non posso fare grazie a questi; no, no, no!». E, di nuovo, li scacciò da Sé, con la maledizione (D II, 9).
Dopo la santa Comunione, subito fui rapita in estasi e vidi Nostro Signore Glorioso, il quale così mi disse: «Io sono il tuo Sposo; [...]. Fermati in me; confermati nel mio volere e non dubitare. Sono io per te. Dimmi: Che brami?». In
quel momento gli raccomandai una persona e, nello stesso istante, me la
fece vedere: sembrava un demonio dell'inferno, tant'è che il Signore si
copriva il volto per non guardarla. Domandai al Signore chi fosse quel
mostro d'inferno ed Egli mi disse che era quel tale che io gli
raccomandai. Oh, Dio! Che spavento mi diede! Non sto a dire chi esso
sia; bensì che non è di questa città, ma che sta qui ed è anche un
sacerdote. Iddio mi fece capire che costui aveva tutto il suo pensiero
nelle cose della terra e che ambiva molto alle dignità umane, la qual
cosa reca a Iddio molto dispiacere, poiché questi sono cuori attaccati
alle ricchezze, in cui regna una superbia occulta che il Signore non può
tollerare, specie nei sacerdoti.
Capii così che Iddio sta tra le mani di
questi tali come stava tra le mani di Giuda, il traditore. Subito dopo
disparve tutto come denso fumo (D II, 58).