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lunedì 31 marzo 2014

All'improvviso cominciai a vedere dei giovani che cadevano nella caverna ardente. La guida mi disse: 'L'impurità è la causa della rovina eterna di tanti giovani!'.

Racconta San Giovanni Bosco...

http://www.stadtfuehrung-florenz.de/images/stories/ausfluege/San_Gimignano_Dom.gif

"Mi trovai con la mia guida (l'Angelo custode) in fondo a un precipizio che finiva in una valle oscura. Ed ecco comparire un edificio immenso con una porta altissima che era chiusa. Toc­cammo il fondo del precipizio; un caldo soffocante mi opprime­va; un fumo grasso, quasi verde e guizzi di fiamme sanguigne si innalzavano sui muraglioni dell'edificio.
Domandai: 'Dove ci troviamo?'. 'Leggi l'iscrizione che c'è sul­la porta'. mi rispose la guida. Guardai e vidi scritto: 'Ubi non est redemptio! , cioè: `Dove non c'è redenzione!', Intanto vidi preci­pitare dentro quel baratro... prima un giovane, poi un altro e poi altri ancora; tutti avevano scritto in fronte il proprio peccato.

Mi disse la guida: 'Ecco la causa prevalente di queste danna­zioni: i compagni cattivi, i libri cattivi e le perverse abitudini'.
Quei poveri ragazzi erano giovani che io conoscevo. Domandai alla mia guida: “Ma dunque è inutile lavorare tra i giovani se poi tanti fanno questa fine! Come impedire tutta questa rovina?” – “Quelli che hai visto sono ancora in vita; questo però è lo stato attuale delle loro anime, se morissero in questo momento verrebbero senz'altro qui!” disse l'Angelo.
Dopo entrammo nell'edificio; si correva con la velocità di un baleno. Sboccammo in un vasto e tetro cortile. Lessi questa iscri­zione: 'Ibunt impii in ignem aetemum! ; cioè: `Gli empi andranno nel fuoco eterno!'.
Vieni con me - soggiunse la guida. Mi prese per una mano e mi condusse davanti a uno sportello che aperse. Mi si presentò allo sguardo una specie di caverna, immensa e piena di un fuoco terrificante, che sorpassava di molto il fuoco della terra. Questa spelonca non ve la posso descrivere, con parole umane, in tutta la sua spaventosa realtà.
All'improvviso cominciai a vedere dei giovani che cadevano nella caverna ardente. La guida mi disse: 'L'impurità è la causa della rovina eterna di tanti giovani!'.

- Ma se hanno peccato si sono poi anche confessati.
- Si sono confessati, ma le colpe contro la virtù della purezza le hanno confessate male o del tutto taciute. Ad esempio, uno aveva commesso quattro o cinque di questi peccati, ma ne ha detto solo due o tre. Ve ne sono alcuni che ne hanno commesso uno nella fanciullezza e per vergogna non l'hanno mai confessato o l'hanno confessato male. Altri non hanno avuto il dolore e il proposito di cambiare. Qualcuno invece di fare l'esame di co­scienza cercava le parole adatte per ingannare il confessore. E chi muore in questo stato, decide di collocarsi tra i colpevoli non pentiti e tale resterà per tutta l'eternità. Ed ora vuoi vedere perché la misericordia di Dio ti ha portato qui? - La guida sollevò un velo e vidi un gruppo di giovani di questo oratorio che conoscevo be­ne: tutti condannati per questa colpa. Fra questi ce n'erano alcuni che in apparenza avevano una buona condotta.
La guida mi disse ancora: 'Predica sempre e ovunque contro l'impurità! :. Poi parlammo per circa mezz'ora sulle condizioni necessarie per fare una buona confessione e si concluse: 'Bisogna cambiar vita... Bisogna cambiar vita'.
- Ora che hai visto i tormenti dei dannati, bisogna che anche tu provi un poco l'inferno!
Usciti da quell'orribile edificio, la guida afferrò la mia mano e toccò l'ultimo muro esterno. Io emisi un grido di dolore. Cessata la visione, notai che la mia mano era realmente gonfia e per una settimana portai la fasciatura."

domenica 30 marzo 2014

"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (Capitolo 35°)...

Continuiamo la publicazione del  LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany. 
«La parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo, è eccellente, conforme ai documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag. 346. 
 
 http://www.seldelaterre.fr/I-Grande-12040-le-liberalisme-est-un-peche-nouvelle-edition.net.jpg
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Cap. 35: quali sono i buoni, e quali i cattivi giornali; che bisogna pensare del bene che si trova nei cattivi e del male che si trova nei buoni.

Dato , da una parte, che la corrente (opinione), buona o malvagia, che approva o condanna una cosa, deve servire al semplice fedele da criterio ordinario e familiare di verità, per tenersi almeno in sospetto e in guardia; essendo dato, d'altra parte, che i giornali sono i migliori mezzi per discernere questa corrente, e che bisogna, di conseguenza, ricorrere ad essi in più di un'occasione, si pone qui la questione: quali devono essere per un cattolico oggigiorno i giornali che meritano da parte sua una vera fiducia ? O meglio: quali sono i giornali che devono ispirargli molta poca fiducia e quelli che, allo stesso, non ne devono ispirare alcuna ?
In primo luogo, è chiaro ( per se patet) che i giornali che si onorano (o meglio si disonorano) di dichiararsi  liberali e di considerarsi come tali non devono ispirarci alcuna fiducia. Come fidarsi di loro ? Essi sono precisamente i nemici contro i quali dobbiamo tenerci costantemente in guardia, contro i quali noi dobbiamo costantemente guerreggiare. Questo punto dunque è fuori da ogni discussione. Tutto ciò che ai nostri giorni, si conferisce il titolo di liberale lo è certamente, e di conseguenza è  nemico dichiarato, nostro e  della Chiesa di Dio.
Non bisogna dunque tenere in alcun conto le sue raccomandazioni o la sua approvazione, se non fosse per giudicare con sospetto tutto ciò che in tema di religione egli approvi o raccomandi.
C'è ancora una classe di giornali, meno pronti a smascherarsi e a pronunciarsi, che ama vivere nell'ambiguità, per restare nei colori indefiniti e nelle tinte indefinibili. Sempre questi giornali si proclamano cattolici e al momento sembrano detestare e    abominare il liberalismo, almeno a credere alle loro parole.

venerdì 28 marzo 2014

"E di tradimento in tradimento, della Cristianità e della Dottrina, siamo arrivati a Bergoglio, che sembra apprestarsi alla consegna finale da compiere a Gerusalemme, di modo che sia ripetuta la frase di Gesù: “Ciò che fai, fallo presto”! (Gv 13, 27)

TESTIMONIANZE SULL’INGRESSO DI SATANA NEL VATICANO CONCILIARE

 L’EDITORIALE DEL VENERDI
 di Arai Daniele

 http://www.byweb.it/clienti/andreatornielli/wp-content/uploads/2011/02/messe_sataniche_N.jpg

La testimonianza qui pubblicata di P. Malachi Martin (MM), puntando l’inizio del gran disastro nell’elezione di Paolo 6º, il 29.6.1963, per cui, “Lucifero si è insediato nel trono della Cittadella cattolica… da allora il sagrato dovrebbe divenire profano e il profano adorato”, richiedeva una cerimonia satanica. Ovvero un rito di «sacrificio» che sarebbe una blasfema parodia del Sacrificio della Messa.
Di ciò ha trattato il suo libro del 1996 “The windswept house”, tradotto e pubblicato in Spagna nel 1998 col titolo “El Ultimo Papa”. Alla cerimonia romana sarebbe corrisposta, contemporaneamente e concelebrata, un’altra in America, nella “cappella emitente della Carolina del Sud” (sede del palladismo di Albert Pike, p. 13). Era il cerimoniale massimo per la venerazione del nuovo potere: del principe del fuoco e del buio. L’ultima meta del nemico di Dio e nostro “non era di annientare l’organizzazione cattolica romana … ma di ridurla a una grande impresa di litigi umani… “Suo nome sarà chiesa universale dell’uomo.” (pp. 14, 23)
Si aveva parlato altre volte di messe nere e riti satanici in Vaticano. Per esempio nel libro «Il Microfono di Dio» (MD) di Antonio Spinosa: “Il Papa ha ora sempre più la sensazione di es­sere servito male da qualcuno molto vicino a lui” (MD, p. 333). Il modo come suor Pascalina, la governate di Pio XII, trattò Montini, fa capire che pesa su di lui un sospetto di tradimento.

Lui era il “monsignore che aveva osato “tradire” il termine era molto forte – la battaglia antisocialista oltre che anticomunista di Pacelli. Suor Pascalina aveva visto piangere il papa, deluso per l’atteggiamento di Montini. Il monsignore aveva già attirato l’attenzione del prosegretario del Sant’Uffi­zio, cardinale Ottaviani, un capofila, insieme a Gedda, di quanti accusavano Montini di trescare con Fanfani e di aspirare a una Democrazia cristiana autonoma dal Vaticano. Si andava oltre volendo far credere che il monsignore avesse perfino assistito a certe messe nere. Fu padre Lombardi a dar­ne notizia al papa, e lui, in una nuova crisi di pianto, esclama­va: “Non è vero! Non è possibile! Assolutamente non è possibile crederci” (A. Spinosa, ‘Pio XII, l’ultimo Papa’, Mondadori,1992, p. 358; MD, p. 356).”
In vista delle gravi informazioni su Montini, che non si limitano solo a sospetti d’ordine politico, è alquanto strano che questo potente monsignore abbia scelto allora di sfogare la sua afflizione proprio andando alla “Civiltà Cattoli­ca”, il 16 novembre 1953.
Ma cosa avrebbe saputo di preciso P. Malachi Martin, e dopo mons. Milingo, che dopo aver lavorato in Vaticano, ha affermato pubblicamente: “Paolo VI ha visto entrare il fumo di Satana nella Chiesa di Roma. Ma nessuno lo ha visto uscire”!
Giunti al 1978, si mirava alla “maturazione del momento in cui il papa e la Chiesa cattolica collaborerebbero in pieno come istituzione, con gli sforzi dell’umanità per edificare un mondo migliore per tutti; l’ora in cui il papa abbandonerebbe il suo dogmatismo autoritario e l’insistenza del possesso assoluto e esclusivo della verità definitiva.” (p. 28)
La nuova alta gerarchia era ormai convinta di doversi adattare all’ avento di questo nuovo ordine mondiale per sopravvivere; era lo scopo della nuova Roma sorta dal Vaticano 2º… la Chiesa tradizionale sembrava ormai irrimediabilmente annientata, così come la vecchia gerarchia, congelata dalle soppresse. (p. 46)

 http://www.christusrex.org/www2/ncw/images/24Mpopel.jpg

Malachi Martin avendo improntato il suo libro sul Terzo Segreto di Fatima, pubblicato solo dopo la sua morte, dimostra di aver intuito in pieno il suo contenuto che riguarda l’eccidio del papa insieme alla sua gerarchia e seguito fedele. Dice, infatti, che il processo revisionista del clero al nuovo ordine mondiale “esigeva la «spapizzazione» della Chiesa cattolica”. (p. 95)

martedì 25 marzo 2014

Ma dirai: E la misericordia di Dio dov'è? Ahi misero, e non ti pare misericordia di Dio l'averti sopportato per tanti anni con tanti peccati? Tu dovresti startene sempre colla faccia a terra ringraziandolo e dicendo: "Misericordiae Domini, quia non sumus consumti" (Thren 3).


ABUSO DELLA DIVINA MISERICORDIA


Ignoras, quoniam benignitas Dei ad poenitentiam te adducit? (Rom 2,4)

http://www.evangelizzare.org/wp-content/uploads/2009/07/Padre-pio-confessionale-979x1023.jpg



PUNTO I

Si ha nella parabola della zizania in S. Matteo (Matth 13) che essendo cresciuta in un campo la zizania insieme col grano, volevano i servi andare ad estirparla: "Vis, imus, et colligimus ea?". Ma il padrone rispose: No, lasciatela crescere, e poi si raccoglierà e si manderà al fuoco: "In tempore messis dicam messoribus, colligite primum zizania, et alligate ea in fasciculos ad comburendum". Da questa parabola si ricava per una parte la pazienza che il Signore usa con i peccatori; e per l'altra il rigore che usa cogli ostinati. Dice S. Agostino che in due modi il demonio inganna gli uomini: "Desperando, et sperando".

Dopo che il peccatore ha peccato, lo tenta a disperarsi col terrore della divina giustizia; ma prima di peccare, l'anima al peccato colla speranza della divina misericordia. Perciò il santo avverte ad ognuno: "Post peccatum spera misericordiam; ante peccatum pertimesce iustitiam". Sì, perché non merita misericordia chi si serve della misericordia di Dio per offenderlo. La misericordia si usa con chi teme Dio, non con chi si avvale di quella per non temerlo. Chi offende la giustizia, dice l'Abulense, può ricorrere alla misericordia, ma chi offende la stessa misericordia, a chi ricorrerà?

Difficilmente si trova peccatore sì disperato, che voglia proprio dannarsi. I peccatori voglion peccare, senza perdere la speranza di salvarsi. Peccano e dicono: Dio è di misericordia; farò questo peccato, e poi me lo confesserò. "Bonus est Deus, faciam quod mihi placet", ecco come parlano i peccatori, scrive S. Agostino. Ma oh Dio così ancora dicevano tanti, che ora sono già dannati.Non dire, dice il Signore: Son grandi le misericordie che usa Dio; per quanti peccati farò, con un atto di dolore sarò perdonato. "Et ne dicas: miseratio Domini magna est, multitudinis peccatorum meorum miserebitur" (Eccli 5,6). Nol dire, dice Dio; e perché? "Misericordia enim, et ira ab illo cito proximant, et in peccatores respicit ira illius" (Eccli 5,7). La misericordia di Dio è infinita, ma gli atti di questa misericordia (che son le miserazioni) son finiti. Dio è misericordioso ma è ancora giusto. "Ego sum iustus, et misericors", disse il Signore un giorno a S. Brigida; "peccatores tantum misericordem me existimant". I peccatori, scrive S. Basilio, voglion considerare Dio solo per metà: "Bonus est Dominus, sed etiam iustus; nolite Deum ex dimidia parte cogitare". Il sopportare chi si serve della misericordia di Dio per più offenderlo, diceva il P. M. Avila che non sarebbe misericordia, ma mancamento di giustizia. La misericordia sta promessa a chi teme Dio, non già a chi se ne abusa. "Et misericordia eius timentibus eum", come cantò la divina Madre. Agli ostinati sta minacciata la giustizia; e siccome (dice S. Agostino) Dio non mentisce nelle promesse; così non mentisce ancora nelle minacce: "Qui verus est in promittendo, verus est in minando".

lunedì 24 marzo 2014

Questa cosidetta "Chiesa Visibile", Vaticano secondista, non è la Chiesa di Nostro Signore ma del suo acerrimo nemico, satana...

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Parole di S. Atanasio ai cristiani che soffrivano sotto gli ariani...


"Che Dio vi consoli! ... Quello che rattrista ... è il fatto che gli altri hanno occupato le chiese con violenza, mentre in questo periodo voi vi trovate fuori. E' un dato di fatto che hanno la sede, ma voi avete la fede apostolica. Possono occupare le nostre chiese, ma sono al di fuori della vera fede. Voi rimanete al di fuori dei luoghi di culto, ma la fede abita in voi. Vediamo: che cosa è più importante, il luogo o la fede? La vera fede, ovviamente: Chi ha perso e chi ha vinto in questa lotta - quella che mantiene la sede o chi osserva la fede? È vero, gli edifici sono buoni, quando vi è predicata la fede apostolica; essi sono santi, se tutto vi si svolge in modo santo ... Voi siete quelli che sono felici, voi che rimanete dentro la Chiesa per la vostra fede, che mantenete salda nei fondamenti come sono giunti fino a voi dalla tradizione apostolica, e se qualche esecrabile gelosamente cerca di scuoterla in varie occasioni, non ha successo. Essi sono quelli che si sono staccati da essa nella crisi attuale. Nessuno, mai, prevarrà contro la vostra fede, amati fratelli, e noi crediamo che Dio ci farà restituire un giorno le nostre chiese. Quanto i più violenti cercano di occupare i luoghi di culto, tanto più essi si separano dalla Chiesa. Essi sostengono che rappresentano la Chiesa, ma in realtà sono quelli che sono a loro volta espulsi da essa e vanno fuori strada. Anche se i cattolici fedeli alla tradizione sono ridotti a una manciata, sono loro che sono la vera Chiesa di Gesù Cristo. (Coll. Selecta SS. Eccl. Patrum. Caillu e Guillou, vol. 32, pp 411-412). "
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Sembra incredibile che dei cosidetti Consacrati del Signore si comportino impunemente in questa maniera ed ancora più incredibile che chi dovrebbe avere la suprema giuristizione della Chiesa cattolica non intervenga per fermare questi scempi. Molti fedeli si chiedono se questi loschi personaggi siano o no degli autentici servi del Signore, la risposta è semplice, assolutamente no, codesti personaggi agiscono come gente priva di ogni fede e chi li ha consacrati non è da meno. I fautori della falsa Chiesa Conciliare non posseggono la vera fede cattolica non ne fanno parte quindi non hanno nessuna autorità, "Missio e Sessio", da Parte di Dio per scandalizzare i fedeli e portarli ad una perdita di fede che li condurrebbe all'inferno. Altro non rimane che ricusare, e nel frattempo abbandonare, pubblicamente questi pagliacci travestiti da cattolici. Avvicinarsi celermente ai veri Sacramenti amministrati da veri Sacerdoti Cattolici che non sono "Una Cum" con questi assasini della fede è l'unica salvezza nell'attesa che il Signore, attraverso un castigo, riporti la situazione della Sua Chiesa Cattolica in un tempo di normalità...

Capodanno a Loreto, 2009, con i frati ballerini...

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LORETO Capodanno 2010, i soliti pseudo frati con il loro pseudo Vescovo...