giovedì 1 marzo 2018
«Sì, tutto è vero; ma ora, per questi tali, non vi è nessun rimedio, perché di continuo, mi calpestano e mi flagellano».
SANTA VERONICA GIULIANI PARLA AI SACERDOTI
Questa notte, dopo lungo travaglio, ho
avuto il raccoglimento nel quale il Signore mi ha fatto vedere una
moltitudine di sacerdoti, tutti con abito sacerdotale; ma anche, nel
medesimo punto, mi ha fatto comprendere che, fra essi, vi sono molti
Giuda e suoi nemici; [...]. In un subito, una parte di essi sono
divenuti come mostri infernali e peggio che gli stessi demoni. A questa
vista così spaventevole il Signore, da capo a piedi tutto grondava
sangue; ed, in questo punto, mi ha comunicato che quel sangue che Lui
versava, glielo facevano versare i peccati e sacrilegi che commettevano
detti sacerdoti, ed erano come tante spade e pugnali, come tante ferite e
colpi verso Sua Divina Maestà. E mi fece vedere quel suo prezio-sissimo
sangue scorrere come un fiume per terra, acciò io vedessi la poca stima
e poco conto che ne faceva chi aveva potestà di tenerlo nelle
medesime mani ed anche riceverlo indegnamente, come facevano tutti quei
tali che Egli mi faceva vedere.
Io gli domandai se mi volesse fare intendere chi erano, ma Egli mi disse: «No, questi non si sapranno sino al dì del Giudizio. Già sono tutti condannati al fuoco eterno». Io
risposi: «Sia fatta la vostra santa volontà! Ma ditemi, Signore, Voi
non mi avete eletta per mezzana fra Voi e i peccatori? Ora io eccomi
pronta anche a dare la vita e il sangue, per- la gloria vostra e per
salute di queste anime». II Signore mi disse: «Sì, tutto è vero; ma ora, per questi tali, non vi è nessun rimedio, perché di continuo, mi calpestano e mi flagellano». Così dicendo, con volto tutto severo, ha detto: «Ite, maledicti!». Oh,
Dio! In un subito, li ho veduti sparire come densissimo fumo. Quelli,
invece, che erano restati con la veste sacerdotale, il Signori li ha
benedetti, e li ha confermati padroni del suo Corpo e del suo Sangue (D
1,926).
Una volta il Signore mi fece
comprendere quanto gli dispiacciono le offese che gli recano i
religiosi ed, in particolare, quelli che si fanno padroni del suo
Santissimo Corpo e Sangue, cioè i sacerdoti. «Questi tali - così mi disse il Signore - sono
cagione di tirare al precipizio tutto il mondo, perché si servono di
me, mi prendono, mi tengono nelle loro inani, non per magnificarrni, ma
per farmi ogni ignominia ed oltraggio». Poi mi disse: «Mira». In un subito mi fece vedere, tutti quei tali divenuti più spaventevoli degli stessi demoni: «Non posso fare grazie a questi; no, no, no!». E, di nuovo, li scacciò da Sé, con la maledizione (D II, 9).
Dopo la santa Comunione, subito fui rapita in estasi e vidi Nostro Signore Glorioso, il quale così mi disse: «Io sono il tuo Sposo; [...]. Fermati in me; confermati nel mio volere e non dubitare. Sono io per te. Dimmi: Che brami?». In
quel momento gli raccomandai una persona e, nello stesso istante, me la
fece vedere: sembrava un demonio dell'inferno, tant'è che il Signore si
copriva il volto per non guardarla. Domandai al Signore chi fosse quel
mostro d'inferno ed Egli mi disse che era quel tale che io gli
raccomandai. Oh, Dio! Che spavento mi diede! Non sto a dire chi esso
sia; bensì che non è di questa città, ma che sta qui ed è anche un
sacerdote. Iddio mi fece capire che costui aveva tutto il suo pensiero
nelle cose della terra e che ambiva molto alle dignità umane, la qual
cosa reca a Iddio molto dispiacere, poiché questi sono cuori attaccati
alle ricchezze, in cui regna una superbia occulta che il Signore non può
tollerare, specie nei sacerdoti.
Capii così che Iddio sta tra le mani di
questi tali come stava tra le mani di Giuda, il traditore. Subito dopo
disparve tutto come denso fumo (D II, 58).
Mentre raccomandavo a Dio i bisogni
presenti, mi parve d'intendere che Egli era molto offeso, a causa dei
"Giuda" che lo tradiscono, ogni mattina, sul santo Altare. Iniziai,
allora, ad offrirgli preghiere, a domandargli perdono delle mie colpe e
delle mie ingratitudini, supplicandolo, per amor mio, di non castigarli;
mi esibii a patire tormenti e pene, in penitenza dei miei peccati e di
quelli altrui; gli chiesi anime, tutte le anime e dicevo: «Dio mio, Voi
che siete tutto amore e carità; fatemi questa grazia, deponete il
castigo e perdonateci! Io mi esibisco a patire pene e tormenti per
vostro amore». Detto ciò, capii che mi avrebbe fatto la grazia, ma solo
per quella volta. Allora, subito replicai: «Dio mio, questa grazia la
vorrei per sempre!», ma Egli così rispose: «Per adesso te la concedo; ma per sempre, no!». Il Signore era davvero offeso (cf. D III, 74).
Una mattina, facendo la Comunione
spirituale provai lo stesso effetto della Comunione sacramentale e fui
rapita in estasi. Ricordo che Iddio mi raccomandò, in modo speciale,
tutti i sacerdoti, ma sopratutto quelli che stanno in disgrazia di Dio,
poiché quanti, oh, quanti ve ne sono! (D III, 420).
In un'estasi, Maria SS.ma mi disse: «Figlia,
[...]; vi sono cristiani che vivono come le bestie; non vi è più fede
nei fedeli, vivono come se Iddio non esistesse; e mio Figlio sta col
flagello in mano per punirli... Oh, quanti sacerdoti, poi, e quanti
religiosi e religiose offendono Dio! Tutti costoro calpestano i
Sacramenti, disprezzano il Preziosissimo Sangue di Gesù e lo tengono
sotto i loro piedi. Questi infettano le Comunità, le città intere; sono
come appestati, hanno il nome di cristiani, ma sono peggio degli
infedeli. Figlia, prega, patisci pene e fa' che tutti facciano lo
stesso, acciò Iddio deponga il flagello» (cf. D 111, 999).
Al termine di una Messa, chiesi a Maria
SS.ma di benedire, assieme al Padre celebrante, i miei superiori, le
mie consorelle, tutti coloro che aiutano l'anima mia, il Pontefice e
tutti i poveri cristiani, ed Ella così mi rispose: «Il Pontefice ne
ha pochi di veri cristiani. Figlia, prega e fa' pregare, soprattutto per
i sacerdoti che trattano sì malamente mio Figlio» (cf. D III, 1196).
Maria SS.ma a S. Veronica: «Figlia,
sappi che ora nel mondo è venuto un vivere tale che pochi si salveranno.
Tutti offendono Dio, tutti sono contrari alla legge di Dio, ma quello
che più dispiace a Dio è il peccato, specie quello commesso nelle
Religioni e dai sacerdoti che, ogni mattina, consacrano
indegnissimamente. Oh! Quanti, oh, quanti vanno giù nell'inferno.
Figlia, Iddio vuole che tu patisca e preghi per tutti costoro» (D IV, 358).
Maria SS.ma a S. Veronica: «Figlia, voglio che tu descriva i sette luoghi, più penosi, che stanno nell'inferno, e per chi sono.
Il primo è il luogo
ove sta incatenato Lucifero, e con esso vi è Giuda che gli fa da sedia, e
vi sono tutti quelli che sono stati seguaci di Giuda. Il secondo è
il luogo ove stanno tutti gli ecclesiastici e i prelati di santa
Chiesa, poiché essendo stati elevati in dignità ed onori hanno
pervertito maggiormente la fede, calpestando il sangue di Gesù Cristo,
mio Figlio, con tanti enormi peccati [...]. Nel terzo luogo che tu vedesti, vi stanno tutte le anime dei religiosi e delle religiose. Nel quarto vi vanno tutti i confessori, per aver ingannato le anime, loro penitenti. Nel quinto, vi stanno tutte le anime dei giudici e dei governatori della giustizia. Il sesto luogo, invece, è quello destinato a tutti i superiori e alle superiore della religione. Nel settimo,
infine, vi stanno tutti quelli che hanno voluto vivere di propria
volontà e che hanno commesso ogni sorta di peccati, specie i peccati
carnali» (D IV 744).
Maria SS.ma a S. Veronica: «In un
rapimento, fosti portata nell'inferno per subire nuove pene e, nel tuo
arrivo, vedesti che precipitavano in esso tante e tante anime, ed ognuna
aveva il suo luogo di tormento. Ti fu fatto conoscere che queste anime
erano di varie nazioni, di tutte le sorte di stati, cioè di cristiani e
d'infedeli, di religiose e di sacerdoti. Quest'ultimi stanno più vicini a
Lucifero, e patiscono così tanto che mente umana non può comprenderlo.
All'arrivo di queste anime, tutto l'inferno si mette in festa e, in un
istante, partecipano di tutte le pene dei dannati, offendendo Dio» (D IV, 353). (...) , ,)
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