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lunedì 27 giugno 2016

MANCA POCO...


di Arai Daniele

Come si sa, i governi delle nazioni, o meglio, quelli che governano i governi, sapevano che per scatenare una guerra dovevano coinvolgere le genti; motivarle con ragioni forti poiché guerre causano morti e perdite d’ogni genere.  Perciò ricorrevano al martellamento della propaganda e questa, se necessario, alle «false flag» per costruire la motivazione che non c’era o non era abbastanza forte. La storia di queste false provocazioni del «nemico» designato è la più truce e maledettamente ingannevole; le più recenti evocano arsenali di armi per la distruzione di massa, magari dello stesso popolo che tale governo nemico dice di difendere, ma che altri poteri – detti democratici – dicono che andranno difesi da loro. Insomma, una guerra per il diritto di liberare e difendere popoli che poi devono scappare dai liberatori!
Ci voleva ora un motivo molto più reale e serio per chiamare alla guerra. Perché uso il verbo nel passato? Come si presentava ieri e si presenta oggi questo stato conflittuale che provoca guerre senza fine? Nel così detto Medio Oriente non devono sventolare motivi molto forti per scatenare una guerra, esse lì sono di casa dal tempo dell’Impero ottomano e quando questo è scemato è subentrata la questione palestinese; lì le guerre seguono una specie di «generazione spontanea». Sì, ma ora le conseguenze di esse arrivano in Europa, dove si respira di nuovo arie di guerra, ed è inutile fingere che non ci siamo e che non ci riguardi. Oggi, se non siamo alla vigilia di quella che, come spesso si dice, sarà la terza guerra mondiale, siamo alla vigilia di quella peggiore che, come lasciò sfuggire la regina Elisabetta, farà ricordare la IIª GG come un semplice buco nella strada. La prossima, che si può dire sarà la quarta, per non escludere la terza, la nominata Guerra fredda, che sembra vinta dal così detto Occidente, ma che fece comunque i suoi milioni (45?) di morti fra la fine della IIª GG e la caduta del muro di Berlino, potrebbe superarle tutte per quanto riguarda devastazione e numero di vittime.

Ma se il «pericolo sovietico» si presentò arreso tra l’89 e il ’91 in Europa, quale terribile nemico è rimasto per chiamare alla guerra oggi? Putin? La sua Russia è nel mirino per aver annesso la Crimea, ma lì non vi fu guerra. Allora, sarebbe per la difesa della Siria di Assad, che i poteri occulti vogliono ostinatamente spodestato. Ci sarà una forte ragione segreta per cui vale pure l’attuale devastazione totale del Paese, senza limite di mezzi e di scadenze, per ottenerlo.

lunedì 20 giugno 2016

"E questa cospirazione non si limita a quanto potrà accadere nel Sinodo Universale, ma riguarda anche il futuro"...


Segnalazione www.unavox.it




Appello importante al lettore

Si sta compiendo la più perversa cospirazione contro la Santa Chiesa. I suoi nemici tramano di distruggere le Sue più sacre tradizioni, realizzando riforme così audaci e malevole come quelle di Calvino, Zuinglio ed altri grandi eresiarchi, tutto con la finzione di modernizzare la Chiesa e metterla al livello dell’epoca, però, col proposito occulto di aprire le porte al comunismo, accelerare la rovina del mondo libero e preparare la futura distruzione del Cristianesimo. Benché sembri impossibile, essi pretendono di realizzare tutto ciò nel Concilio Vaticano Secondo. Abbiamo prove che attestano come questo sia quel che hanno tramato in segreto gli alti poteri del comunismo e della forza occulta che li controlla. Si tratterebbe di cominciare con un sondaggio iniziale, a partire dalle riforme che provocano resistenza minore nei difensori della Santa Chiesa, per noi gradualmente realizzare la Sua trasformazione fino a che quei resistenti lo permettano. Sembrerà tuttavia incredibile, a coloro che ignorano quella cospirazione, che tali forze anticristiane contino di avere, dentro le gerarchie della Chiesa, una vera «quinta colonna», di agenti controllati dalla massoneria, dal comunismo e dal potere occulto che li governa; tali agenti sarebbero tra quei Cardinali, Arcivescovi e Vescovi che formano una specie di ala progressista entro il Concilio e che tenteranno di far adottare le perverse riforme. Si pretende che quel blocco, che si formerà all’inizio del Sinodo, conti sull’appoggio del Vaticano, controllato a sua volta dalla «quinta colonna» delle forze cospiratrici anticristiane. Ci sembra che ciò sia incredibile e piuttosto il frutto della iattanza dei nemici della Chiesa, anziché una realtà obiettiva. Però menzioniamo questo assurdo per mostrare fin dove giungano i nemici della Cattolicità e del mondo libero.

martedì 14 giugno 2016

Dice il P. Medina: "Peccatum mortale, si possibile esset, destrueret ipsum Deum, eo quod causa esset tristitiae in Deo infinitae"...

Filios enutrivi, et exaltavi, ipsi autem spreverunt me (Isa 1,2)

http://www.santalfonsoedintorni.it/wp-content/uploads/2011/07/055025a.jpg

PUNTO I
Che fa chi commette un peccato mortale? Ingiuria Dio, lo disonora, l'amareggia. Per prima il peccato mortale è un'ingiuria, che si fa a Dio. La malizia di un'ingiuria, come dice S. Tommaso, si misura dalla persona, che la riceve, e dalla persona che la fa. Un'ingiuria che si fa ad un villano, è male, ma è maggior delitto, se si fa ad un nobile; maggiore poi, se si fa ad un monarca. Chi è Dio? è il Re de' Regi. "Dominus Dominantium est, et Rex Regum" (Apoc 17,14). Dio è una maestà infinita, a rispetto di cui tutt'i principi della terra e tutt'i santi e gli angeli del cielo son meno d'un acino d'arena. "Quasi stilla situlae, pulvis exiguus" (Is 40,15). Anzi dice Osea che a fronte della grandezza di Dio tutte le creature son tanto minime, come se non vi fossero: "Omnes gentes quasi non sint, sic sunt coram Eo" (Os 5). Questo è Dio. E chi è l'uomo? S. Bernardo: "Saccus vermium, cibus vermium". Sacco di vermi e cibo di vermi, che tra breve l'han da divorare. "Miser, et pauper, et caecus, et nudus" (Apoc 3,17). L'uomo è un verme misero che non può niente, cieco che non sa veder niente, e povero e nudo che niente ha. E questo verme miserabile vuole ingiuriare un Dio! "Tam terribilem maiestatem audet vilis pulvisculus irritare!" dice lo stesso S. Bernardo. Ha ragione dunque l'Angelico in dire che 'l peccato dell'uomo contiene una malizia quasi infinita. "Peccatum habet quandam infinitatem malitiae ex infinitate divinae maiestatis". Anzi S. Agostino chiama il peccato assolutamente "infinitum malum". Ond'è che se tutti gli uomini e gli angeli si offerissero a morire, e anche annichilarsi, non potrebbero soddisfare per un solo peccato. Dio castiga il peccato mortale colla gran pena dell'inferno, ma per quanto lo castighi, dicono tutt'i teologi che sempre lo castiga "citra condignum", cioè meno di quel che dovrebbe esser punito.

lunedì 13 giugno 2016

DOMÍNICA IV POST PENTECOSTEN - Santa Messa "Non Una Cum" gli apostati Vaticanoscondisti...

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EPISTOLA    
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Romános Rom. 8, 18-23.
 
Fratres: Exístimo, quod non sunt condígnæ passiónes hujus témporis ad futúram glóriam, quæ revelábitur in nobis. Nam exspectátio creatúræ revelatiónem filiórum Dei exspéctat. Vanitáti enim creatúra subjécta est, non volens, sed propter eum, qui subjécit eam in spe: quia et ipsa creatúra liberábitur a servitúte corruptiónis, in libertátem glóriæ filiórum Dei. Scimus enim, quod omnis creatúra ingemíscit et párturit usque adhuc. Non solum autem illa, sed et nos ipsi primítias spíritus habéntes: et ipsi intra nos gémimus, adoptiónem filiórum Dei exspectántes, redemptiónem córporis nostri: in Christo Jesu, Dómino nostro.
 
Fratelli: io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
 
GRADUALE    
Ps. 78, 9 et 10. Propítius esto, Dómine, peccátis nostris: ne quando dicant gentes: Ubi est Deus eórum? Adjuva nos, Deus, salutáris noster: et propter honórem nóminis tui, Dómine, líbera nos.
 
Mostrati clemente,  o Signore, verso i nostri peccati affinché gli infedeli non abbiano a dire: dove è il loro Dio? Aiutaci, o Dio della nostra salvezza, e per l’onore del to nome liberaci, o Signore!

domenica 5 giugno 2016

DOMÍNICA III POST PENTECOSTEN - Santa Messa "Non Una Cum" gli apostati Vaticanosecondisti...

 
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EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Petri Ap., I, 5, 6-11 Carissími: Humiliámini sub poténti manu Dei, ut vos exáltet in témpore visitatiónis: omnem sollicitúdinem vestram proiiciéntes in eum, quóniam ipsi cura est de vobis. Sóbrii estóte, et vigiláte: quia adversárius vester diábolus tamquam leo rúgiens círcuit, quǽrens quem dévoret: cui resístite fortes in fide: sciéntes eámdem passiónem ei, quæ in mundo est, vestræ fraternitáti fíeri. Deus áutem omnis grátiæ, qui vocávit nos in ætérnam suam glóriam in Christo Iesu, módicum passos ipse perfíciet, confirmábit solidabítque. Ipsi glória, et impérium in sǽcula sæculórum. Amen.
M. - Deo grátias.
 
Carissimi: Umiliatevi sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti nel tempo della sua visita: e affidate a Lui ogni vostra preoccupazione, poiché Egli stesso ha cura di voi. Siate sobrii e vigilate, poiché il vostro nemico, il diavolo, vi circonda come un leone ruggente, cercando di divorare qualcuno: ad esso resistete forti nella fede; sapendo che le medesime sofferenze hanno i vostri fratelli sparsi per il mondo. Tuttavia, il Dio di ogni grazia, che ci ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesú, ci perfezionerà dopo che avremo sofferto un poco, e ci confermerà nella fede, ci irrobustirà. A Lui gloria e il regno nei secoli dei secoli. Amen.
M. - Deo grátias.