Per la maggior Gloria di Nostro Signore cerchiamo persone disponibili ad eventuali Traduzioni da altre lingue verso l'Italiano. per chi si rendesse disponibile puo' scrivere all'indirizzo Mail: cruccasgianluca@gmail.com
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

martedì 31 luglio 2012

Olimpiadi 2012, sotto il segno diabolico della massoneria...Naturalmente in Vaticano non se ne sono accorti, d'altronde la massoneria, nei sacri palazzi è bene accetta da 50 anni (vedi Conciliabolo Vaticano II)......


 Lo scorso 27 Luglio mi è capitato di assistere per circa 20 minuti, all'innaugurazione dell'Olimpiade di Londra. La prima sensazione che ho avuto è stato un senso di profondo squallore, codesta rappresentazione Londinese altro non era che un impressionante rito pagano inficiato di magia, ma la cosa che risaltava di più agli occhi erano tutti quei grandi triangoli massonici che circondavano dall'alto tutto lo stadio:

Intendiamoci bene, lo sport, quello genuino, è un cosa buona, ma male è chi gestisce queste manifestazioni a livello mondiale. Impressionante rimane anche il fatto che tutta quella gente nello stadio e molti che guardavano la TV sembra che non si siano resi conto di ciò che stava avvenendo.
Chi allora dovrebbe illuminare i popoli sulla diabolicità della setta satanica massonica che già da tempo ha messo le mani sui vari governi mondiali? 
Sicuramente la Chiesa che in passato ha esaminato e condannato la massoneria in maniera impietosa. 
Cosa avviene oggi nella nuova Chiesa "conciliare"? 
Silenzi, minimizzazioni, omissioni, e connivenze. E' orami noto che nella Chiesa la massoneria è penetrata durante il traviato Concilio Vaticano II, per mezzo di consacrati corrotti con l'empia setta massonica, in particolar modo con il B'nai B'rith che ogni hanno, dal conciliabolo in poi, viene ricevuta in Vaticano con tutte le onoreficenze, ecco spiegato il perchè chi governa la Chiesa tace e fà finta di niente, anzi numerose testimonianze rivelano che da anni la massoneria non è più vista per quello che è, la peggior nemica della Chiesa e di Dio, ed in particolar modo la massoneria ebraica.
Vediamo ora una carrellata di dichiarazioni dei governanti della nuova Chiesa conciliare per poi finire con utili informazioni su questa diabolica manifestazione organizzata dalla diabolica massoneria....
-----------------------------


Benedetto XVI all'Angelus parla delle Olimpiadi 2012 di Londra..
"Tra qualche giorno avrà inizio, a Londra, la XXX edizione dei Giochi Olimpici. Le Olimpiadi sono il più grande evento sportivo mondiale, a cui partecipano atleti di moltissime nazioni, e come tale riveste anche un forte valore simbolico. Per questo la Chiesa Cattolica guarda ad esse con particolare simpatia e attenzione. Preghiamo affinché, secondo la volontà di Dio, i Giochi di Londra siano una vera esperienza di fraternità tra i popoli della Terra". (Angelus del 2012- 07-22)...


Messaggio dei vescovi inglesi, per l'avvio dei Giochi londinesi...
( Leggere con attenzione che cosa dicono questi insensati Vescovi, fautori del Pantheon ecuemenico - massonico dei venduti al nemico, satana)

Londra, 28. L'auspicio che le Olimpiadi possano essere «un momento di nuova e rinnovata amicizia in cui forgiare la pace e una più profonda comprensione reciproca tra di noi e in tutta la comunità umana»: a rivolgerlo, in occasione dell'avvio dell'evento sportivo, è stato il presidente della Conferenza episcopale in Inghilterra e Galles, l'arcivescovo di Westminster, Vincent Gerard Nichols. In un messaggio il presule osserva come «ogni essere umano sia, in ultima analisi, un pellegrino in cerca di verità, bontà e realizzazione del suo potenziale; e quando questo pellegrinaggio viene vissuto in modo autentico, allora apre al dialogo con l'altro, non escludendo nessuno dall'impegno di costruire una fraternità di pace». Da qui, conclude monsignor Nichols, «la speranza affinché tutte le persone di fede e anche i non credenti, possano perseguire iniziative di pace e di riconciliazione nello spirito dei Giochi Antichi».

domenica 29 luglio 2012

“Senza la fede è impossibile piacere a Dio” – Eb. XI, 6...

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X

  28 luglio 2012
 
 
Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson relativo alla impossibilità di accettare il conciliarismo che vige oggi nella Chiesa, anche se si trattasse della celebrazione della S. Messa tridentina; a maggior ragione nell'eventualità di un accordo pratico fra Roma e la FSSPX.
 
Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html

 
 
Infezione conciliare

I cattolici che desiderano mantenere la fede, possono assistere ad una Messa tridentina celebrata da un sacerdote che fa parte della Chiesa conciliare, per esempio, appartenente all’Istituto Cristo Re o alla Fraternità San Pietro? La risposta dev’essere che, di regola, un cattolico non può assistere a tale Messa, anche se si tratta di una Messa tridentina e anche se è degnamente celebrata.
Quale può essere la giustificazione per una tale norma apparentemente rigida?

La ragione fondamentale è che la Fede cattolica è più importante della Messa.
Se, non per colpa mia, non posso assistere alla Messa anche per lungo tempo, ma mantengo la fede, posso ancora salvare la mia anima; se invece perdo la fede, ma in qualche modo continuo ad assistere alla Messa, non potrò salvare la mia anima (“Senza la fede è impossibile piacerea Dio” – Eb. XI, 6). Cosicché io assisto alla Messa per vivere la mia fede e, conoscendo l’interdipendenza di fede e culto, io assisto alla vera Messa per conservare la vera fede.
Non mantengo la fede allo scopo di assistere alla Messa.

Ne consegue che se la celebrazione di una Messa tridentina è accompagnata da circostanze che rischiano di minare la mia fede, a seconda della gravità del rischio non posso assistere a tale Messa. È per questo che, nonostante le Messe celebrate dai preti ortodossi scismatici possano essere valide, la Chiesa, quand’era sana, usava proibire ai cattolici di assistervi sotto pena di peccato grave, perché, visto che il credo e il culto sono interdipendenti, il culto non cattolico minaccia la fede dei cattolici. Ora, nel corso dei secoli l’Ortodossia ha causato un danno enorme alla Chiesa cattolica, ma questo è paragonabile alla devastazione operata nella Chiesa, in sole poche decine di anni, dal conciliarismo? Se dunque ai cattolici è stato vietato di assistere alla Messa accompagnata dalle circostanze ortodosse, non è normale che la Chiesa sana proibisca l’assistenza alla Messa tridentina accompagnata dalle circostanze conciliari?

Ma cosa s’intende per circostanze conciliari?
La risposta che s’impone è: ogni circostanza che, in un tempo più o meno lungo, finisce col farmi pensare che il Concilio Vaticano II non sia stato un immane disastro per la Chiesa. Tale circostanza potrebbe consistere, per esempio, in un simpatico sacerdote che crede che non ci sia alcun problema nel celebrare o la nuova o la vecchia Messa, e che predica e agisce come se il Concilio non presentasse alcun serio problema. Il conciliarismo è così pericoloso perché può essere praticato in modo da sembrare cattolico, tale che io possa perdere la fede senza – o quasi senza – rendermene conto.

Naturalmente, il buon senso permette di prendere in considerazione tutta una serie di circostanze particolari. Per esempio quella di un buon sacerdote che, intrappolato nella Chiesa conciliare, potrebbe aver bisogno del mio incoraggiamento per incominciare a venirne fuori, proprio attraverso la mia assistenza alle sue prime celebrazioni della vera Messa. Ma la regola generale deve rimanere quella che io non debbo avere niente a che fare con una vera Messa celebrata in un contesto conciliare. Come conferma, si guardi a come Roma, con l’Istituto del Buon Pastore, abbia iniziato permettendogli di celebrare esclusivamente la vera Messa: Roma sapeva che una volta che l’Istituto avesse abboccato all’amo ufficiale, alla fine avrebbe potuto sicuramente tirarlo nella sua rete conciliare. Infatti, sono bastati appena cinque anni.

Questo è il pericolo di ogni accordo pratico senza previo accordo dottrinale fra Roma e la Fraternità San Pio X. Fino a quando Roma crederà nella sua dottrina conciliare non potrà non utilizzare un tale accordo per spingere la FSSPX in direzione del Concilio, e il contesto di ogni Messa celebrata dalla FSSPX diverrebbe conciliare, se non rapidamente, certo nel lungo periodo.
Uomo avvisato è mezzo salvato.

 Kyrie Kyrie eleison.

Londra, Inghilterra
------------------------------------------------- 

sabato 28 luglio 2012

Le varie riforme Liturgiche "moderne" fatte dai soliti personaggi che hanno promulgato il "Novus Orror Missae"...

 
Di don Francesco Ricossa dalla Rivista SODALITIUM,11-86.

IMPORTANZA DELLA QUESTIONE LITURGICA


"La Liturgia, considerata in generale, è l'insieme dei simboli, dei canti e degli atti per mezzo dei quali la Chiesa esprime e manifesta la sua religione verso Dio" (Dom Guéranger. Institutions Liturgiques). Questa definizione della Sacra Liturgia ci fa apprezzare l'importanza capitale del culto pubblico che la Chiesa rende a Dio. Nell'Antico Testamento Dio stesso si fa, per così dire, liturgista, precisando nei minimi particolari il culto che Gli dovevano rendere i fedeli (cfr. il Libro Levitico; e anche Pio XII, Mediator Dei, 12). Tanta importanza per un culto che non era che l'ombra (Ebrei, 10,1) di quello sublime del Nuovo Testamento che Gesù, Sommo Sacerdote, vuole continuato fino alla fine del mondo per mezzo della Sua Chiesa...!. Nella Divina Liturgia della Chiesa Cattolica tutto è grande, tutto è sublime, fin nei minimi particolari; è questa la verità che fece pronunciare a Santa Teresa d'Avila queste celebri parole: "Darei la mia vita per la più piccola delle cerimonie della Santa Chiesa". Non si stupisca quindi il lettore dell'importanza che daremo in quest'articolo alle rubriche liturgiche e l'attenzione che presteremo alle "riforme" (che potrebbero essere giudicate minori) che hanno preceduto quelle del Concilio Vaticano II. Consci dell'importanza della Liturgia sono sempre stati, d'altro canto, i nemici della Chiesa: dobbiamo ricordare che da sempre la corruzione della Liturgia fu un veicolo, da parte degli eretici, per attentare alla Fede stessa? Lo fu con le antiche eresie cristologiche, e poi, via via, col luteranesimo e l'anglicanesimo nel XVI secolo, con le riforme illuministe e gianseniste nel XVIII secolo... per concludere con lo stesso Concilio Vaticano II che non a caso iniziò i suoi lavori di "Riforma" proprio con lo schema sulla Liturgia, sfociato nel "Novus Ordo Missae".

ORIGINI DELLA "RIFORMA" LITURGICA DEL VATICANO II

La "Riforma" liturgica voluta dal Vaticano II e realizzata nel post-concilio è una vera rivoluzione: "la via aperta dal Concilio è destinata a cambiare radicalmente il volto delle assemblee liturgiche tradizionali" ammette Mons. Annibale Bugnini, uno dei principali artefici di detta "riforma", aggiungendo che si tratta di un "reale stacco dal passato". (Bugnini, La Riforma Liturgica [1948-1975] CLV Edizioni Liturgiche – 1983) Ora, nessuna rivoluzione esplode improvvisamente, ma è il frutto di lunghi assalti, lente cadute e progressivi cedimenti. Lo scopo del nostro articolo è di mostrare al lettore, dopo un'introduzione di carattere storico, le origini della rivoluzione liturgica specialmente dopo un esame delle riforme delle rubriche avvenute nel 1955 e nel 1960. Infatti, se "una radicale rottura con la Tradizione si è compiuta ai nostri giorni con l'introduzione del Novus Ordo Missae e dei nuovi libri liturgici (...) è doveroso domandarsi dove affondino le radici di tanta desolazione liturgica. Che esse non siano da ricercare esclusivamente nel Concilio Vaticano II sarà chiaro ad ogni persona di buon senso. La Costituzione liturgica del 4 dicembre 1963 rappresenta la conclusione temporanea di una evoluzione le cui cause molteplici e non tutte omogenee risalgono a un lontano passato". (Mons. Klaus Gamber. Die Reform der Römischer Liturgie. Vorgeschichte und Problematik. pag. 9 e 10 dell'ed. italiana).

L'ILLUMINISMO
"La piena fioritura della vita ecclesiale nell'età barocca (Controriforma e Concilio di Trento. N.d.R.) fu investita, verso la fine del sec. XVIII, dal gelo dell'Illuminismo. Si era insoddisfatti della Liturgia tradizionale perché si reputava che troppo poco corrispondesse ai problemi concreti del tempo". (Mons. Gamber, op. cit., pagg. 15-16). L'Illuminismo razionalista trovò il terreno preparato ed un solido alleato nell'eresia Giansenista, che come il protestantesimo, di cui era la quinta colonna, avversava la Liturgia Romana tradizionale. Giuseppe II nell'Impero Asburgico, l'episcopato gallicano in Francia, quello toscano in Italia, riunito nel Sinodo di Pistoia, attuarono riforme ed esperimenti liturgici "che somigliano in modo sorprendente agli attuali: sono altrettanto fortemente orientati verso l'uomo ed i problemi sociali". (Gamber. op. cit., pag. 16) "Possiamo pertanto affermare che nell'Illuminismo affonda la più tenace radice dell'attuale desolazione liturgica. Molte idee di quell'epoca hanno trovato piena attuazione soltanto nel nostro tempo, in cui si assiste a un nuovo illuminismo". (Gamber. op. cit., pag. 17) L'avversione alla tradizione, la smania di novità e riforme, la sostituzione graduale del latino col volgare, e dei testi ecclesiastici e patristici con la sola Scrittura, la diminuzione del culto della Madonna e dei Santi, il razionalismo contro i miracoli ed i fatti straordinari narrati nelle letture liturgiche dei Santi, la soppressione del simbolismo liturgico e del mistero, la riduzione infine della Liturgia, giudicata eccessivamente ed inutilmente lunga e ripetitiva...: ritroveremo tutti questi capisaldi delle riforme liturgiche gianseniste nelle riforme attuali, ad incominciare da quella di Giovanni XXIII. La Chiesa, nei casi più gravi, condannò i novatori: così Clemente IX condannò il Rituale della Diocesi d'Alet nel 1668, Clemente XI condannò l'oratoriano Pasquier Quesnel (1634-1719) nel 1713 (Denz. 1436), Pio VI dannò il Sinodo di Pistoia ed il Vescovo Scipione de' Ricci con la Bolla "Auctorem Fidei" del 1794. (Denz. 1531-1533)

mercoledì 25 luglio 2012

San Pio X :"Ma che gioveranno, o Venerabili Fratelli, i Nostri comandi e le Nostre prescrizioni, se non si osserveranno a dovere e con fermezza?"

Nell'articolo del 21 Luglio abbiamo riportato le cosidette"condizioni" che la Fraternità Sacerdotale San Pio X sottoporrà alla gerarchia modernista, in primis al Pontefice oggi regnante, vediamo di nuovo quali sono:


Sono state anche definite meglio le Condizioni previe per un’eventuale normalizzazione delle nostre relazioni con la Chiesa ufficiale:
"Condizioni sine qua non", (quindi non trattabili, che la Fraternità si impone e che richiede alle autorità romane prima di considerare un riconoscimento canonico):

1.Libertà di conservare, trasmettere e insegnare la sana dottrina del Magistero costante della Chiesa e della verità immutabile della divina Tradizione; libertà di difendere, correggere, riprendere, anche pubblicamente, i fautori di errori o di novità del modernismo, del liberalismo, del Concilio Vaticano II e delle loro conseguenze;
(Qui mi viene da sorridere, allora ti siedi a contrattare con degli autentici delinquenti della fede, (e in questa richiesta sembra che codesti non lo siano), e dici loro che devi avere la libertà di riprendere pubblicamente i loro errori, chiaramente codesti personaggi non acetteranno mai anche in considerazione del fatto che la San Pio X, (nei sui rappresentanti accordisti "Tiepidi"), dovrebbero riprendere il Pontefice, (e quelli che trattano con loro l'ignobile "accordo pratico" che sono assieme proprio quelli che praticano il modernismo più sfrenato), dalla mattina alla sera in quanto loro, abitualmente, insegnano proprio quello che la Fraternità vorrebbe "riprendere pubblicamente", (Ecumenismo conciliare, la libertà religiosa, la nuova inacettabile Messa ecumenica, la Collegialità massonica conciliare, l'accettazione e approvazione di sette eretiche, quindi diaboliche, all''interno della Chiesa (Neocatecumenali in primis), i continui rapporti con il mondo comunista e massonico (precedentemente scomunicati dai Pontefici pre conciliari, ecc ecc..). In definitiva ti vuoi mettere sotto le braghe di questa gente e chiedi loro di poterli rimproverare, pubblicamente, ASSURDO E RIDICOLO, inoltre se dichiari che vuoi la: "Libertà di conservare, trasmettere e insegnare la sana dottrina del Magistero costante della Chiesa e della verità immutabile della divina Tradizione" devi immediatamente rompere ogni rapporto con questi fautori dell'errore che da 50 anni hanno occupato il Vaticano in maniera abusiva in quanto sono modernisti pubblici. Per esempio, per far comprendere che questa gente và confutata pubblicamente per quello che proclamano pubblicamente, leggiamo cosa ha detto Muller  nuovo Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, notorio eretico, in un intervista alla "Sueddeutsche Zeitung"): « ...il Concilio Vaticano II è obbligatorio per un eventuale accordo con l'ultra-conservatrice Fraternità San Pio X. Le dichiarazioni del Concilio relative alla libertà di religione, all'ebraismo e ai diritti umani hanno implicazioni dogmatiche. Non si possono rifiutare, senza compromettere la fede cattolica ». (come si evince, da quello che afferma, con questo personaggio non si può fare nessun accordo perchè il Suo dire fà sempre riferimento alle dottrine del conciliabolo, ed in questo caso particolare di Muller la San Pio X si metterebbe sotto la Sua autorità, in quanto Prefetto della Dottrina della Fede, nel caso di un accordo cosidetto "pratico" e questo sarebbe un autentico tradimento di tutto ciò che ha fatto Monsignor Lefebvre, e ricordiamoci sempre che questo lugubre personaggio al suo posto l'ha messo il Papa in persona). Facciamo un altro esempio: il Papa, il 23 Maggio ha eletto il Nuovo vice Camerlengo , (che sarebbe colui che amministra la Chiesa nel caso di Sede vacante ed è Bertone), monsignor Pier Luigi Celata, mette ulteriormente in evidenza che i modernisti detengono tutti i posti di governo della Chiesa e si eleggono tra di loro per continuare a mandare avanti la Ciesa secondo i principi eretici dell'ultimo Concilio, e per comprendere chi sia questo nuovo vice Camerlengo ci si vada a leggere ciò che dice in questo documento, che altro non è che un accozzaglia di nefandezze conciliari. E l'elenco delle nomine assurde sarebbe lungo da proporre in questo piccolo pensiero su questo primo punto delle richieste "sine qua non" al Vaticano.)
 
2.Usare esclusivamente la liturgia del 1962. Conservare la pratica sacramentale che abbiamo attualmente (inclusi l’ordine, la cresima, il matrimonio);
(Qui, giustamente, se si vuole essere autenticamente Tradizionali, si rifiuta, chiedendo l'esclusività di tutta la prassi Liturgica e sacramentale prettamente tradizionale, tutto il "nuovo" corso liturgico e sacramentale profondamente cambiato nel Conciliabolo Vaticano II che ha cambiato profondamente il volto della Chiesa. Per esempio Mons. Lefebvre nella famosa omelia di Lilla nell’estate calda del 1976 giustamente, fece questa affermazione sulla Messa di Paolo VI:una messa bastarda… celebrata da preti bastardi(laddove il termine "bastardo" veniva applicato ad un Sacramento eucaristico e di Ordinazione sacerdotale di dubbia origine). E perchè era giusto? Perchè l'aver tentato di sopprimere la vera Messa cattolica, Vetus Ordo, ha radicalmente cambiato la Lex Orandi e la Lex Credendi di milioni di persone, per lo più ignare di quello che hanno subito da parte di  questi corrotti modernisti, rimane un delitto. Oltretutto la richiesta del rito del 1962 di Giovanni XXIII non è casuale: in Vaticano non avrebbero mai accettato il Messale di San Pio V per cui hanno dovuto ripieghare sulla versione riformata da Giovanni XXIII. E che dire di questa riforma Giovannea? Già in essa vi sono contenuti dei cambiamenti, e se uno fosse veramente e coerentemente un amante della vera Tradizione della  Chiesa Cattolica, rigetterebbe codesta riforma perchè moralmente è inaccettabile adoperare revisioni fatte da chi ha permesso la distruzione della Chiesa attraverso il disastro Conciliare.
   Inoltre rimane un grosso problema e un'evidente ipocrisia da parte dei "tiepidi della Fraternità che vogliono l'ignobile accordo". 1) Il Papa nel Suo "Summorun Pontificum" liberalizza ciò che era già libero. Quo Primum  Tempore di San Pio V: "Anzi, in virtú dell'Autorità Apostolica, Noi concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l'Indulto perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente: cosí che Prelati, Amministratori, Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta, né, d'altra parte, possano venir costretti e spinti da alcuno a cambiare questo Messale", e questa è la prima anomalia del documento del Pontefice Benedetto XVI, che va ha sdoganare un rito che i pontefici concilari non avevano mai ufficialmente soppresso. La seconda anomalia, ed è la più grave, equipara il "Novus Orror Missae" con il "Vetus Ordo" ed ancora più scandaloso definisce la vera Messa Cattolica  come "straordinaria", dimostrando che il presente Pontefice non ha nessuna intenzione di riportare in forma ordinaria ciò che è totalmente buono, pur di mantenere  ciò che è quasi totalmente non buono, per non sconfessare la perniciosa Riforma Liturgica conciliare. Quindi questo documento ha solo un merito, quello di riproporre la vera Messa cattolica, che era stata accantonata, perniciosamente, da ben 4 Pontefici; per il  resto rimane inaccettabile:

domenica 22 luglio 2012

Monsignor Williamson: "Oggi lo stesso Monsignore avrebbe detto che il portavoce si sta facendo promotore dell’“operazione suicidio” della FSSPX – tranne che il portavoce non abbia smentito quelle parole".

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X

  21 luglio 2012
 Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson relativo allo stato problematico in cui si trova oggi la Fraternità di fronte al dibattito intorno all'accettazione o meno dell'offerta avanzata da Roma per la sua regolarizzazione canonica.

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:

http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html
 
Resistenza compromessa

La buona notizia dal Capitolo Generale della Fraternità San Pio X, che si è chiuso sabato, è che la FSSPX, condotta sull’orlo del suicidio, ha ricevuto una dilazione dal Capitolo. Tuttavia, se le seguenti parole pronunciate in una intervista diffusa in tutto il mondo, sono indicative delle intenzioni dei capi ancora in carica per altri sei anni, saranno necessarie ancora preghiere perché tale dilazione si mantenga. Ecco ciò che è stato detto (reperibile su YouTube: Traditionalist leader talks about his movement): -

“Molte persone hanno una comprensione del Concilio [Vaticano II] che è una cattiva comprensione, e oggi ci sono persone a Roma che lo dicono. Noi possiamo dire, nelle discussioni [fra Roma e la Fraternità San Pio X, dal 2009 al 2011], io penso, noi vediamo che molte cose che noi [la FSSPX] avremmo condannato come provenienti dal Concilio, vengono in effetti non dal Concilio, ma dalla comune comprensione di esso.”

Per fare un commento, dobbiamo riandare al Vaticano II. Nel contenere sia verità sia errori, i suoi 16 documenti sono profondamente ambigui e contraddittorii. Al seguito di Mons. Lefebvre, la FSSPX non ha mai detto che i documenti non contengano verità, ma li ha sempre accusati di contenere errori gravi, come per esempio la dottrina che lo Stato non abbia il diritto di reprimere le religioni non cattoliche. La Roma conciliare ha sempre difeso i documenti, per esempio facendo riferimento alle opposte verità in essi contenute, come quella che in materia religiosa ogni uomo deve cogliere e professare la verità. Ma le verità non sono mai state il problema. Il problema sta nell’errore e nella contraddizione. Per esempio, se un insieme di individui, come lo Stato, può essere neutrale riguardo alla religione, perché non dovrebbe esserlo l’individuo singolo? La contraddizione spalanca la porta alla liberazione dell’uomo da Dio – al liberalismo.

I colloqui dottrinali dal 2009 al 2011 si sono svolti per esaminare lo scontro dottrinale tra il soggettivismo conciliare dei Romani e l’oggettivismo dei cattolici della FSSPX. Essi hanno mostrato, naturalmente, che la contrapposizione è profonda e inconciliabile, non tra la verità conciliare e la verità cattolica, ma tra l’errore conciliare e la verità cattolica, in pratica tra la religione dell’uomo e la religione di Dio.
Ed ecco che oggi arriva il portavoce, ad affermare che delle  “persone a Roma” hanno ragione, e che siamo “noi” che sbagliamo, cioè la FSSPX, perché “molte cose” che la FSSPX ha condannato costantemente come derivanti dal Concilio, derivano solo dalla “comune comprensione” di questo stesso Concilio. In altre parole, Monsignore e la sua Fraternità avrebbero sbagliato fin dall’inizio ad accusare il Concilio e di conseguenza a resistere alla Roma conciliare. Ne consegue che le consacrazioni episcopali del 1988 sarebbero state una decisione non necessaria, perché i vescovi conciliari sarebbero stati affidabili per prendersi cura della Tradizione cattolica. Eppure, Monsignore chiamò quella consacrazione “operazione sopravvivenza” e definì il fidarsi di Roma “operazione suicidio”.

Oggi, il portavoce – coerentemente con le parole su citate – è sicuramente favorevole all’accordo Roma-FSSPX. Per di più, due mesi fa in Austria, egli avrebbe suggerito che questo accordo impegnerebbe la Roma conciliare nella scelta dei futuri vescovi della FSSPX. Quindi, a meno che Roma non abbia smesso di essere conciliare fin dai giorni di Monsignore, e la totale evidenza grida contro una tale illusione, oggi lo stesso Monsignore avrebbe detto che il portavoce si sta facendo promotore dell’“operazione suicidio” della FSSPX – tranne che il portavoce non abbia smentito quelle parole.


Kyrie Kyrie eleison.
Londra, Inghilterra

sabato 21 luglio 2012

Lettera interna della Fraternità, inerente l'ultimo Capitolo, che rivelerebbe le cosidette "condizioni" poste a Roma per avere un riconoscimento Canonico nella "nuova Chiesa conciliare"...

Articolo di RadioCristianidad, sulle condizioni che verranno imposte alla Gerarchia modernista Romana per un eventuale accordo cosidetto "pratico"con essi....
------------------------------------------
Presentiamo un'altra documentazione filtrata. Si tratta della Lettera Circolare ad uso interno della San Pio X firmata dal Padre Thouvenot. In essa si può leggere quelle che devono considerarsi le reali condizioni imposte a Roma. 
La lettera è accompagnata dalla dichiarazione finale in varie lingue.
Per ora è in Francese. Stiamo provvedendo per la traduzione.

(traduzione della pagina in Spagnolo, del testo dell'articolo di  RadioCristianidad, subito sotto la traduzione dal Francese della lettera interna della Fraternità)

giovedì 19 luglio 2012

FSSPX (nei suoi rappresentati "tiepidi") - Roma: L'ignobile accordo per ora è fermo in cantiere...

"Oh, quanto sangue versò dalle vene il nostro amabilissimo Redentore, nel dolorosissimo viaggio che Egli fece verso il Calvario, carico del pesante legno della croce! Di questo prezioso Sangue rimasero bagnate le strade di Gerusalemme e quei luoghi per i quali egli passò, e ciò fu in soddisfazione degli scandali e dei cattivi esempi con cui avrebbero le sue creature trascinati altri nella via della perdizione. Chi sa che tu non appartenga al numero di questi infelici! Chi sa quanti dal tuo cattivo esempio saranno stati sospinti all'inferno! E tu ancora non vi porgi rimedio?! Deh, procura in avvenire di contribuire alla salvezza delle anime, coll'ammonirle, coll'edificarle e col farti loro modello di buone e sante opere."  (San Gaspare del Bufalo)

Dichiarazione del Capitolo generale 
della Fraternità Sacerdotale San Pio X

Testo della Dichiarazione  (gli inserti in rosso sono i nostri)

Alla fine del Capitolo generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, riuniti accanto alla tomba del suo venerato fondatore Mons. Marcel Lefebvre, e uniti al suo Superiore generale, noi partecipanti, Vescovi, superiori e anziani di questa Fraternità,
 
 -------------------------
(...tranne tutti coloro che si sono opposti all'ignobile accordo, ipocritamente chiamato "pratico" e che "non riguarderebbe la fede", con coloro che stanno assassinando le fede in milioni di anime da 50 anni.)
-------------------------

teniamo a far salire al cielo le nostre più vive azioni di grazia per i quarantadue anni di protezione divina così meravigliosa sulla nostra opera, in mezzo ad una Chiesa in piena crisi e ad un mondo che si allontana di giorno in giorno da Dio e dalla sua legge.

Noi esprimiamo la nostra profonda gratitudine a tutti i membri di questa Fraternità, sacerdoti, frati, suore, terziari, alle comunità religiose amiche, come ai cari fedeli, per la loro dedizione quotidiana e le loro ferventi preghiere in occasione di questo Capitolo, che ha conosciuto un franco confronto e svolto un lavoro molto fruttuoso. Tutti i sacrifici, tutte le pene accettate con generosità hanno certamente contribuito a superare le difficoltà che la Fraternità ha incontrato in questi ultimi tempi. Noi abbiamo ritrovato la nostra profonda unione nella sua missione essenziale: conservare e difendere la fede cattolica, formare dei buoni sacerdoti e lavorare per la restaurazione della Cristianità. 


Abbiamo definito ed approvato le necessarie condizioni per una eventuale regolarizzazione canonica. Si è stabilito che, inquesto caso, sarà convocato prima un Capitolo straordinario deliberativo. 

-------------------------

(Forse è su questo che hanno fatto "giurin giurello"...


in maniera non conforme alla prassi della Chiesa, dato che il Codice di Diritto Canonico lo può attuare solo il Pontefice? Di questo fatto dell'utilizzo improprio del Codice di Diritto Canonico da parte di chi governa nella Fraternità, ne abbiamo parlato nell'articolo sull'iniqua espulsione di Monsignor Williamson dall'ultimo capitolo) 
Mons. Tissier stesso ammette, a proposito dei Tribunali della Fraternità: “è vero che le nostre sentenze in terza istanza rimpiazzano le sentenze della Rota romana, che giudica in nome del papa come un tribunale di terza istanza” (Cor unum, IV, 5, p. 43)" (Il giudizio in prima istanza spetta all’ordinario del luogo (normalmente il vescovo diocesano: can. 1572, can. 1419 n.c.). Quello in seconda istanza spetta normalmente al metropolita (can. 1594; can. 1438 n.c.) del quale il vescovo è suffraganeo. Il giudizio in terza e ultima istanza spetta al Papa (can. 1597; can. 1442 n.c.): “il Romano Pontefice è giudice supremo in tutto l’orbe cattolico, e giudica o personalmente o tramite i tribunali ordinari della Sede Apostolica oppure per mezzo di giudici da lui delegati), e questo modo di fare viene giustificato con il termine "supplenza", ma supplenza a cosa? Alla deriva dottrinaria dei Pastori della Chiesa Conciliare, ma ciò attribuisce ai Sacerdoti della Fraternità poteri che solo il Romano Pontefice ha; chiaramente questo è in contraddizione con le varie affermazioni di Fellay, e anche della presente dichiarazione, laddove si afferma di essere sottomessi a Roma e al Romano Pontefice: il 10 marzo 1991, Mons. Tissier de Mallerais riassumeva così questa tesi: “i vostri sacerdoti – si tratta dei vostri sacerdoti, dei vostri vescovi, delle vostre parrocchie di tradizione – non hanno una autorità ordinaria, ma una autorità straordinaria, una autorità di supplenza” (op. cit., p. 94). Dopo aver definito la giurisdizione come “un potere del superiore sul suo gregge, del pastore sulle sue pecorelle” (ibidem, p. 96), Mons. Tissier attribuisce ai sacerdoti della Fraternità un gregge che non gli verrebbe affidato dai vescovi o dal Papa, ma dalla “Chiesa”: “in situazione di crisi – disse ai fedeli che lo ascoltavano – è chiaro che i vostri sacerdoti non possono ricevere dai loro superiori nella Chiesa ufficiale, dai vescovi diocesani e neppure dal papa, un gregge, poiché viene loro rifiutato. Quindi questa autorità su di un gregge sarà data loro in un altro modo: per modo di supplenza. È la Chiesa che darà ai sacerdoti un potere, come il potere del pastore sul suo gregge” (p. 97).
 In definitiva per chiudere questo discorso sull'utilizzo improprio, (dato che viene dichiarato che si è sottomessi al Pontefice attuale e si prega giustamente nella Santa Messa "Una Cum") da parte della Fraternità di un suo proprio Codice di Diritto canonico, propongo ciò che dice Don Francesco Ricossa “il Romano Pontefice, Successore di San Pietro nel primato, ha non solo un primato di onore, ma anche un supremo e pieno potere di giurisdizione su tutta la Chiesa sia nelle cose che concernono la fede e la morale, sia in quelle che riguardano la disciplina e il governo della Chiesa dispersa nel mondo intero. Questo potere è veramente episcopale, ordinario e immediato sia su tutte le chiese e ciascuna di esse, sia su tutti e singoli i pastori e fedeli, (potere) indipendente da qualunque autorità umana” (can. 218; cf Vaticano I, Cost. dogmatica Pastor æternus, Denz. S. 3059-3064). Conseguentemente, egli è “giudice supremo in tutto l’orbe cattolico” (can. 1597; cf Denz. Sch. 3063). Ora, i giudici della Fraternità pretendono avere una giurisdizione – seppur di supplenza – senza e persino contro colui che detiene il pieno potere di giurisdizione su tutta la Chiesa, pretendendo di giudicare a prescindere dal giudice supremo e persino contro il suo giudizio. Quindi i tribunali della Fraternità, i suoi giudici, le sue sentenze, vanificano e riducono a una vana parola il primato di giurisdizione del Papa. Per meglio capire questo argomento, facciamo notare che i vescovi diocesani o i metropoliti sono giudici nella Chiesa perché hanno ricevuto dal Papa una diocesi o arcidiocesi da governare. Istituire dei tribunali che sostituiscano quelli diocesani indipendentemente da una autorizzazione del giudice supremo, il Papa, equivale ad attribuirsi l’autorità del vescovo diocesano: “nella Chiesa (è un dogma di fede) il Papa ha la pienezza della giurisdizione: fuori dalla sua, non esiste una giurisdizione; ogni atto giurisdizionale, a qualsiasi livello, è solo una parte del tutto, che viene esercitata in suo nome e, in ultima analisi, in nome di Gesù Cristo che gliela diede (al Papa); deve esercitarsi in armonia con essa e nel modo stabilito. L’autorità viene da Dio al Papa e, tramite lui, ai vescovi e, tramite essi, ai giudici, per cui in ultima analisi ogni giurisdizione è papale” (O. Fedeli). Analogamente, le sentenze civili sono portate dal giudice in nome della pubblica autorità. Un tribunale e delle sentenze portate da dei privati – presi individualmente o associati tra loro – sono inconcepibili e inammissibili. Ora, è proprio quello che fa la Fraternità nella Chiesa, come sottolinea Orlando Fedeli: “né la Scrittura né il Magistero hanno insegnato che si può stabilire una giustizia ad hoc, da parte di persone private… 

(Hanno forse usato la formula del "nuovo codice" per attuare il segreto d'ufficio? E se hanno l'hanno utilizzato per fare il "giurin giurello", non sanno che il Nuovo Codice altro non è che il  conciliabolo codificato?)
Questo problema del diritto canonico espone la Fraternità ad una sorta di Gallicanesimo: (nota sul Gallicanesimo alla fine dell'articolo)
-------------------------
Ma non dimentichiamo che la santificazione delle anime comincia sempre in noi stessi. Essa è opera di una fede vivificata ed operante attraverso la carità, secondo le parole di San Paolo: «Non abbiamo infatti alcun potere contro la verità, ma per la verità» (II Cor. XIII, 8), e anche: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, al fine… di renderla santa e immacolata» (Cfr. Ef. V, 25 ss.).

Il Capitolo ritiene che il primo dovere della Fraternità nel servizio che intende rendere alla Chiesa, sia quello di continuare a professare, con l’aiuto di Dio, la fede cattolica in tutta la sua purezza e integrità, con una determinazione proporzionata agli attacchi che questa stessa fede oggi non cessa di subire.

-------------------------
(Da parte di chi avvengono questi attacchi alla fede? DALLE PIU' ALTE AUTORITA' DELLA GERARCHIA DELLA "NUOVA CHIESA CONCILIARE". Questo, nel presente comunicato viene omesso proprio perchè si ha ancora l'intenzione - da parte dei "tiepidi" con a capo Fellay - di avere dei contatti, per trovare l'ignobile accordo, con gli assassini della fede.)

-------------------------
È per questo che ci sembra opportuno riaffermare la nostra fede nella Chiesa cattolica romana, la sola Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, al di fuori della quale non c’è salvezza né possibilità di trovare i mezzi che conducono ad essa; nella sua costituzione monarchica, voluta da Nostro Signore, che fa sì che il potere supremo di governo su tutta la Chiesa appartenga solo al Papa, Vicario di Cristo sulla terra; nella regalità universale di Nostro Signore Gesù Cristo, creatore dell’ordine naturale e soprannaturale, alla quale ogni uomo e ogni società devono sottomettersi.

Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate,

-------------------------

(Fellay ha dichiarato incredibilmente che il 95% del conciliabolo va bene, quindi è forse del solo restante 5% che si stà parlando qui?)
-------------------------

la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa; essa trova la sua guida in questo Magistero ininterrotto che, con la sua azione di insegnamento, trasmette il deposito rivelato in perfetta armonia con tutto ciò che la Chiesa intera ha sempre creduto, in ogni luogo.

Parimenti, la Fraternità trova la sua guida nella Tradizione costante della Chiesa, che trasmette e trasmetterà fino alla fine dei tempi l’insieme degli insegnamenti necessari al mantenimento della fede e alla salvezza, in attesa che sia reso possibile un dibattito aperto e serio mirante ad un ritorno delle autorità ecclesiastiche alla Tradizione.

-------------------------

(questa breve affermazione fa intendere che si ha ancora la volontà di avere rapporti con l'attuale gerarchia corrotta della "nuova chiesa conciliare". Siccome si è annunciato che si deve seguire l'esempio del Fondatore, Monsignor Marcel Lefebvre, si farà finalmente come lui ha indicato per avere dei rapporti con gli assassini della Fede dato che nei colloqui terminati, (e comunque falliti !)  questo non si è fatto?  "Riguardo alla ripresa dei contatti con Roma, porrò la questione sul piano dottrinale: siete d'accordo con le grandi encicliche dei Papi che vi hanno preceduto? Siete d'accordo con "Quanta Cura" di Pio IX, "Immortale Dei" e "Libertas" di Leone XIII, "Pascendi" di San Pio X, "Quas primas" di Pio XI, "Humani Generis" di Pio XII. Accettate ancora il giuramento antimodernista? Siete ancora per il Regno Sociale di NSGC? Se non accettate la dottrina dei vostri predecessori è inutile di parlare. Finche non avrete accettato di riformare il Concilio considerando la dottrina di questi Papi che vi hanno preceduto nessun dialogo è possibile. E’ inutile. Cosi le posizioni sono più chiare. (Conferenza tenuta al ritiro sacerdotale a Econe il 4 settembre 1987 "Sous la Banniere" n.133 ottobre 2007 p.4)(Fideliter n°66 Setembre Ottobre 1988)
-------------------------
Noi ci uniamo ai altri cristiani perseguitati nei diversi paesi del mondo, che soffrono per la fede cattolica, spesso fino al martirio. Il loro sangue versato in unione con la Vittima dei nostri altari è la prova del rinnovamento della Chiesa in capite et membris, secondo il vecchio adagio «sanguis martyrum semen christianorum».
-------------------------

(se si fosse veramente uniti a coloro che muoino per difendere la Fede, si abbandonerebbero immediatamente i rapporti con l'attuale gerarchia corrotta dal modernismo)

-------------------------
«Infine, ci rivolgiamo alla Vergine Maria, anch’ella gelosa dei privilegi del suo Figlio divino, gelosa della sua gloria, del suo Regno sulla terra come in Cielo. Quante volte ella è intervenuta in difesa, anche armata, della Cristianità, contro i nemici del Regno di Nostro Signore! Noi la supplichiamo di intervenire oggi per scacciare i nemici interni che tentano di distruggere la Chiesa più radicalmente dei nemici esterni.
-------------------------

(l'allusione del Monsignore è chiaramente rivolta ai Gerarchi corrotti dal modernismo, che anche oggi sono presenti in Vaticano nelle più alte sfere) 
-------------------------

Che ella si degni di conservare nell’integrità della fede, nell’amore per la Chiesa, nella devozione al successore di Pietro, tutti i membri della Fraternità San Pio X  e tutti i sacerdoti e i fedeli che operano con le stesse intenzioni, affinché ella ci difenda e ci preservi tanto dallo scisma quanto dall’eresia.
«Che San Michele Arcangelo ci trasmetta il suo zelo per la gloria di Dio e la sua forza per combattere il demonio.
«Che San Pio X ci faccia partecipi della sua saggezza, della sua scienza e della sua santità per discernere, in questi tempi di confusione e di menzogna, il vero dal falso e il bene dal male.» (Mons. Marcel Lefebvre, Albano, 19 ottobre 1983).

Ecône, 14 luglio 2012

MODERNISMO: chi è costui?... E chi sono coloro che lo predicano?...

L'officio divinamente commessoCi di pascere il gregge del Signore ha, fra i primi doveri imposti da Cristo, quello di custodire con ogni vigilanza il deposito della fede trasmessa ai santi, ripudiando le profane novità di parole e le opposizioni di una scienza di falso nome. La quale provvidenza del Supremo Pastore non vi fu tempo che non fosse necessaria alla Chiesa cattolica: stanteché per opera del nemico dell'uman genere, mai non mancarono "uomini di perverso parlare (Act. X, 30), cianciatori di vanità e seduttori (Tit. I, 10), erranti e consiglieri agli altri di errore (II Tim. III, 13)". Pur nondimeno gli è da confessare che in questi ultimi tempi, è cresciuto oltre misura il numero dei nemici della croce di Cristo; che, con arti affatto nuove e piene di astuzia, si affaticano di render vana la virtù avvivatrice della Chiesa e scrollare dai fondamenti, se venga lor fatto, lo stesso regno di Gesù Cristo. Per la qual cosa non Ci è oggimai più lecito di tacere, seppur non vogliamo aver vista di mancare al dovere Nostro gravissimo, e che Ci sia apposta a trascuratezza di esso la benignità finora usata nella speranza di più sani consigli.
Ed a rompere senza più gl'indugi Ci spinge anzitutto il fatto, che i fautori dell'errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista. Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a molti del laicato cattolico e, ciò ch'è più deplorevole, a non pochi dello stesso ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri d'ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima; e, fatta audacemente schiera, si gittano su quanto vi ha di più santo nell'opera di Cristo, non risparmiando la persona stessa del Redentore divino, che, con ardimento sacrilego, rimpiccioliscono fino alla condizione di un puro e semplice uomo.
Pericolo delle dottrine moderniste
Fanno le meraviglie costoro perché Noi li annoveriamo fra i nemici della Chiesa; ma non potrà stupirsene chiunque, poste da parte le intenzioni di cui Dio solo è giudice, si faccia ad esaminare le loro dottrine e la loro maniera di parlare e di operare. Per verità non si allontana dal vero chi li ritenga fra i nemici della Chiesa i più dannosi. Imperocché, come già abbiam detto, i lor consigli di distruzione non li agitano costoro al di fuori della Chiesa, ma dentro di essa; ond'è che il pericolo si appiatta quasi nelle vene stesse e nelle viscere di lei, con rovina tanto più certa, quanto essi la conoscono più addentro. Di più, non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre di lei più profonde. Intaccata poi questa radice della immortalità, continuano a far correre il veleno per tutto l'albero in guisa, che niuna parte risparmiano della cattolica verità, niuna che non cerchino di contaminare. Inoltre, nell'adoperare le loro mille arti per nuocere, niuno li supera di accortezza e di astuzia: giacché la fanno promiscuamente da razionalisti e da cattolici, e ciò con sì fina simulazione da trarre agevolmente in inganno ogni incauto; e poiché sono temerari quanto altri mai, non vi è conseguenza da cui rifuggano e che non ispaccino con animo franco ed imperterrito. Si aggiunga di più, e ciò è acconcissimo a confonderle menti, il menar che essi fanno una vita operosissima, un'assidua e forte applicazione ad ogni fatta di studi, e, il più sovente, la fama di una condotta austera. Finalmente, e questo spegne quasi ogni speranza di guarigione, dalle stesse loro dottrine sono formati al disprezzo di ogni autorità e di ogni freno; e, adagiatisi in una falsa coscienza, si persuadono che sia amore di verità ciò che è infatti superbia ed ostinazione. Sì, sperammo a dir vero di riuscire quando che fosse a richiamar costoro a più savi divisamenti; al qual fine li trattammo dapprima come figli con soavità, passammo poi ad un far severo, e finalmente, benché a malincuore, usammo pure i pubblici castighi. Ma voi sapete, o Venerabili Fratelli, come tutto riuscì indarno: sembrarono abbassai la fronte per un istante, mala rialzarono subito con maggiore alterigia. E potremmo forse tuttora dissimulare se non si trattasse che sol di loro: ma trattasi invece della sicurezza del nome cattolico. Fa dunque mestieri di uscir da un silenzio, che ormai sarebbe colpa, per far conoscere alla Chiesa tutta chi sieno infatti costoro che così mal si camuffano.
E poiché è artificio astutissimo dei modernisti (ché con siffatto nome son chiamati costoro a ragione comunemente) presentare le loro dottrine non già coordinate e raccolte quasi in un tutto, ma sparse invece e disgiunte l'una dall'altra, allo scopo di passare essi per dubbiosi e come incerti, mentre di fatto sono fermi e determinati; gioverà innanzi tutto raccogliere qui le dottrine stesse in un sol quadro, per passar poi a ricercar le fonti di tanto traviamento ed a prescrivere le misure per impedirne i danni...

---------------------------
Spesso in questo Blog si usa il termine "MODERNISMO" o "MODERNISTA" ma mi chiedo se tutti abbiano compreso cosa sia il fenomeno del modernismo e chi siano i suoi adepti. San Pio X definiva il modernismo "CLOACA DI TUTTE LE ERESIE" ma forse non è abbastanza per capire il fenomeno. Allora consiglio caldamente chi legge di riguardarsi con attenzione la grande Enciclica di San Pio X Pascendi Dominici Gregis, e la successiva conferma delle scomuniche ai modenisti con il Motu Proprio Praestantia Scripturae Sacrae, il decreto LAMENTABILI  SANE  EXITU ed il "Syllabus" del Beato Pio IX, terrore dei diabolici massoni, affinchè sia chiaro a tutti cosa sia questo fenomeno. Il grande Papa San Pio X non si è fermato al solo descrivere il fenomeno ed i suoi adepti ma, oltre che descrivere il modernismo, ha anche cercato, scovato, e scomunicato tutti coloro che aderivano a questa terribile eresia, (grazie anche all'opera di Monsignor Benigni con il Solidatium Planium) estirpando dalla Chiesa questo terribile cancro.
Ora è storia che le forze moderniste, grazie al grande Pontefice San Pio X, siano state fermate, come fecero anche  i sucessivi Pontefici sino a Pio XII, che con l'enciclica HUMANI GENERIS riprendeva magistralmente l'insegnamento infallibile di San Pio X:" ...Purtroppo questi amatori delle novità facilmente passano dal disprezzo della teologia scolastica allo spregio verso lo stesso Magistero della Chiesa che ha dato, con la sua autorità, una cosi notevole approvazione a quella teologia. Questo Magistero viene da costoro fatto apparire come un impedimento al progresso e un ostacolo per la scienza; da alcuni acattolici poi viene considerato come un freno, ormai ingiusto, con cui alcuni teologi più colti verrebbero trattenuti dal rinnovare la loro scienza. E benché questo sacro Magistero debba essere per qualsiasi teologo, in materia di fede e di costumi, la norma prossima e universale di verità (in quanto ad esso Cristo Signore ha affidato il deposito della fede - cioè la Sacra Scrittura e la Tradizione divina - per essere custodito, difeso ed interpretato, tuttavia viene alle volte ignorato, come se non esistesse, il dovere che hanno i fedeli di rifuggire pure da quegli errori che in maggiore o minore misura s'avvicinano all'eresia, e quindi "di osservare anche le costituzioni e i decreti con cui queste false opinioni vengono dalla Santa Sede proscritte e proibite" (Corp. Jur. Can., can. 1324; Cfr. Conc. Vat. D. B. 1820, Cost. "De fide cath.", cap. 4, De fide et ratione, post canones)".  Ma con l'avvento del Conciliabolo Vaticano II le forze moderniste, spinte dai nemici della Chiesa come i comunisti e i massoni, sono penetrati nelle Sacre mura per prenderne possesso. Grazie alla compromissione di consacrati venduti al nemico i modernisti prima nascosti nell'ombra ora appaiono alle folle come coloro che hanno aperto le porte della Chiesa, con un grande abbraccio (satanico) a tutto il mondo. Questi lugubri personaggi hanno sovvertito l'andamento del Concilio sin dal suo inizio rigettando tutto il lavoro della commissione preparatoria che aveva preparato gli schemi da seguire per far camminare il Concilio secondo la linea cattolica di sempre della Chiesa bimillenaria. I modernisti, grazie ai venduti, hanno preso il posseso del Vaticano da 50 anni ed in maniera pertinace insegnano le loro perniciose eresie a tutto l'ORBE CATTOLICO, portando milioni di coscienze alla "CLOACA DI TUTTE LE ERESIE", il MODERNISMO. A sovversione avvenuta, nel concilio, questi eresiarchi hanno scentemente insozzato i seminari per poi crearsi la loro gerarchia ad hoc che ha avuto come conseguenza il proliferare di Sacerdoti, Vescovi, Cardinali e Papi - per l'asattezza 5 papi- aderenti all'eresia del modernismo. Costoro hanno scomunicato o perseguitato, (loro che sono scomunicati per lo meno moralmente, dato che le scomuniche le può dare solo un Papa e dato che i pontefici conciliari e post conciliari, essendo modernisti, non darebbero mai una scomunica a chi professa il modernismo), chi ha resistito a questa sovversione, perchè aderente alla Tradizione vera della Chiesa: Monsignor Lefebvre e Monsignor De Castro Mayer, San Pio da Pietralcina, Don Luigi Villa ed altri conosciuti solo a Dio, ed oggi Monsignor Williamson, ed altri della Fraternità che condividono la linea di Williamson, che altro non fanno che seguire le posizioni dei Vescovi precedentemente citati. Perseguitato, Williamson, dalla massoneria ebraica, dai modernisti scomunicati Vaticani e anche da chi dovrebbe condividere la sua posizione totalmente ed autenticamente cattolica, cioè Fellay e la sua combriccola di "TIEPIDI", accordisti con gli assassini della vera fede cattolica. Ma la perseguitata per eccelenza è Maria Santissima che si è vista negare, da questa gerarchia collusa coi poteri luciferi di questo mondo, l'obbedienza da Lei richiesta, a Fatima, per ottenere la conversione della Russia alla religione cattolica, quindi in definitiva stanno perseguitando, satanicamente, Dio in persona perchè la Madonna altro non fà che manifestare la Volontà del Signore e non la Sua personale.
Ripeto se si avrà la pazienza di leggere l'Enciclica di San Pio X sul modernismo, il Syllabus di Pio IX e l'Humani Generis di Pio XII, e chiaramente tutta la dottrina pre concilare, si comprenderà appieno l'opera di chi ha resistito alla sovversione della Chiesa e se si comprenderà ciò, se non si è maliziosamente corrotti con i delinquenti modernisti, si prenderà naturalmente la posizione di questi grandi difensori della vera fede cattolica, che altro non serve che per la santificazione delle anime. Questi governanti della "nuova chiesa conciliare" ormai parlano ed operano chiaramente da modernisti scomunicati approvando pubblicamente sette eretiche diaboliche come frutti del pernicioso conciliabolo, CAMMINO NEOCATECUMENALE IN PRIMIS. Gli insensati gerachi Vaticani ripetono spesso che il conciliabolo và letto alla luce della tradizione. BUGIARDI INFINGARDI! Se si leggessero i documenti del concilio e tutto il periodo post concilare con la dottrina pre concilare loro stessi verrebbero condannati, quindi diventa essenziale, per comprendere appieno le loro opere, studiarsi con attenzione la dottrina precedente a questo catastrofico ultimo concilio indetto dal modernista, comunista Giovanni XIII, e chiuso dal suo catastrofico discepolo Paolo VI.
Lo stesso  Don Régis de Cacqueray, Superiore del Distretto francese della Fraternità San Pio X, si è posto lo stesso interrogativo nel caso che la fraternità rifiuti di sottomettersi a questa perniciosa gerachia modernista: "Se egli decidesse, il Papa modernista attuale, che i nostri vescovi o noi stessi dovessimo essere “riscomunicati”, dovremmo chiederci: Ma “riscomunicati” da quale Chiesa?... Dalla Chiesa cattolica o da questa chiesa conciliare che ne è una metastasi?

Ora, una cosa è chiara: a procedere a tale “riscomunica” sarebbe questa chiesa così: «
Il Card. Ratzinger è contro l’infallibilità, il Papa è contro l’infallibilità, per la sua formazione filosofica. Ci si comprenda bene, noi non siamo contro il Papa fintanto che rappresenta tutti i valori della Sede Apostolica, che sono immutabili, la sede di Pietro, ma siamo contro il Papa che è un modernista che non crede nella sua infallibilità, che fa dell’ecumenismo. In tutta evidenza, noi siamo contro la Chiesa conciliare che praticamente è scismatica, anche se essi non l’accettano. Nella pratica si tratta di una Chiesa virtualmente scomunicata, perché è una Chiesa modernista. Costoro sono quelli che ci scomunicano mentre noi vogliamo rimanere cattolici. Noi vogliamo rimanere col Papa cattolico e con la Chiesa cattolica». (Mons. Lefebvre in Fideliter n° 70-1989, p. 8). Ecco perché la scomunica o la dichiarazione di scisma che venissero dalla chiesa conciliare, setta che si è introdotta fin nel cuore della parte umana della Santa Chiesa, non devono inquietarci.  Ci rallegreremmo se dovessimo essere condannati per il crimine di fedeltà alla Chiesa eterna!".
  Mons. Alfonso de Galarreta nel Suo mirabile documento esposto ad Albano ci ha rivelato e dimostrato la perversità di chi governa la Chiesa odierna nelle Sue più alte cariche: "Per limitarmi alla «Nota preliminare» e al «Preambolo dottrinale», devo dire subito che essi sono confusi, equivoci, falsi e malvagi nell’essenziale. Perfino l’apparente apertura ad una critica del Concilio è sibillina e astuta, una trappola ben architettata («… legittima [?] discussione… di espressioni o di formulazioni…» secondo i «criteri di interpretazione della necessaria dottrina cattolica…», cioè secondo il «Preambolo» II e III, 2, soprattutto alla fine). Questo documento è sostanzialmente inaccettabile. È peggiore del Protocollo del 1988, in particolare riguardo al Concilio e al magistero post-conciliare...
 Obbedire a chi? A che?....Sulla base della proposta romana, la vera domanda, la cruciale, è la seguente: dobbiamo, possiamo impegnarci sulla strada di un «possibile» accordo innanzi tutto pratico? È prudente e conveniente mantenere dei contatti con Roma in vista di tale accordo?
Per me la risposta è chiara: noi dobbiamo rifiutare questa strada perché non possiamo fare un male perché ne derivi un bene (peraltro molto incerto) e perché questo genererà necessariamente dei mali (molto certi) per il bene comune che possediamo, per la Fraternità e per la famiglia della Tradizione.
Ecco riassunte alcune delle ragioni del mio punto di vista: come sottometterci e obbedire a delle autorità che continueranno a pensare, a predicare e a governare da modernisti? Abbiamo dei fini e degli scopi contrari, perfino dei mezzi differenti, come lavorare sotto i loro ordini?
Il problema sta non in intenzioni soggettive, ma oggettive, manifeste, nella constatazione che abbiamo fatto circa la loro volontà: accettazione del Concilio Vaticano II e dei suoi principi liberali. Per l’essenziale, nulla è cambiato, non v’è del «ritorno».
Monsignor Lefebvre: «Ci sono delle cose che è facile dirle. Mettersi all’interno della Chiesa, che significa? E intanto di quale Chiesa si parla? Se della Chiesa conciliare: allora noi che abbiamo lottato contro di essa per vent’anni, perché vogliamo la Chiesa cattolica, dovremmo rientrare in questa Chiesa conciliare per renderla, per così dire, cattolica. È una totale illusione. Non sono i soggetti che fanno i superiori, ma i superiori che fanno i soggetti.» (Fideliter n° 70-1989, p. 6)".
 
Il Papa domenica nella Sua omelia ha dichiarato "Anche qui c’è bisogno di una nuova evangelizzazione, e per questo vi propongo di vivere intensamente l’Anno della Fede che inizierà ad ottobre, a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II. I Documenti del Concilio contengono una ricchezza enorme per la formazione delle nuove generazioni cristiane. .Con l’aiuto dei sacerdoti e dei catechisti, rileggeteli, approfonditeli, e cercate di metterli in pratica nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti". Questa dichiarazione dimostra in primis che non c'è nessuna intenzione di formare le genti secondo la vera tradizione della Chiesa ma solo seguendo le dottrine conciliari, secondo: che questi innovatori conciliari sono pertinaci nei loro errori, quindi se si vuole preservare, secondo la volontà del Signore, la propria fede bisogna rigettare queste esortazioni papali allo studio e alla pratica dei documenti perniciosi del concilio. Chiaramente questo si potrà fare se precedentemente si firmerà la propria cosciuenza con la vera dottrina della Chiesa cattolica professata per 1958 anni, che inchioda impietosamente gli insegnamenti conciliari e post conciliari.
Concludo il mio modesto pensiero  citando le parole che Paolo Borsellino pronunciò il 23 giugno 1992, alla commemorazione di Giovanni Falcone organizzata dall’Agesci di Palermo, nella parrocchia di S. Ernesto, per il Trigesimo della strage di Capaci. La cito per prendere ad esempio la dirittura morale di questo combattente della giustizia e della verità, irriducibile ed incorruttibile anche davanti al rischio annunciato della propria morte (era stato appena ucciso il collega Giovanni Falcone ed egli sapeva che il prossimo sarebbe stato lui), e per esortare chiunque abbia a cuore la Santa Madre Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, a restare fermi nella fedeltà a Cristo manifestata nella pratica quotidiana della vera dottrina cattolica di sempre, che come abbiamo visto, e forse compreso, è stata professata per 1958 anni:
La lotta alla mafia (primo problema da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complici.”