« Perciò Noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta dai primordi della fede cristiana, per la gloria di Dio nostro Salvatore, per l’esaltazione della religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del sacro Concilio proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa. Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema. »
(Pastor Aeternus, 18 luglio 1870)
di don Floriano Abrahamowicz
Strano!? Paradosso!? Mgr Fellay e Mgr Williamson cioè “l’estrema destra” e “l’estrema sinistra” di quella che fu la Fraternità San Pio X sono assaliti da tantissime domande a riguardo della chiesa conciliare. Sono domande che ci si poneva sin dai tempi del concilio: che cosa sta succedendo nella Chiesa? Ma può un Papa, un concilio insegnare qualche cosa che contraddice il magistero infallibile della Chiesa? E se non è solo uno (come Ario o Lutero) ma se la maggioranza dei prelati avallano questi errori? Se dunque la collettività dell’episcopato non professa più integralmente la fede cattolica, possono essere considerati ancora cattolici? O cessano di esserlo, come era il caso dei protestanti anche se rimanevano nelle chiese, portavano gli abiti sacerdotali, celebravano perfino la liturgia come prima? Tante sono le domande alle quali si aggiungeva quella molto grave: ma sono ancora valide le nuove consacrazioni episcopali? tutte domande, anche quest’ultima che poi noi seminaristi, in seminario studiammo… Le risposte ci furono date. La non identità tra “chiesa ufficiale” e chiesa visibile fondata da Gesù Cristo ci fu insegnata. Infine la necessità di dichiarare al grande pubblico queste realtà, “senza urtare, con tatto”, Mgr Lefebvre lo chiedeva. Intanto che i suoi sacerdoti riflettessero, mantenendo pubblicamente il dubbio che i “papi conciliari” lo fossero, procedette legittimamente alle consacrazioni episcopali del 1988.
Risolvendo il dubbio che i “papi conciliari” non sono papi; assimilando e comunicando ai fedeli che la chiesa conciliare non è la chiesa fondata da Gesù Cristo; che le nuove consacrazioni episcopali sono invalide, il dovere si impone di non avere nessun rapporto ecclesiale con la “chiesa ufficiale”
Ora né il liberale Mgr Fellay, né il grande antiliberale Mgr Williamson hanno seguito le orme del venerato fondatore.
Ecco perché le domande i fedeli non le fanno a chi ha dato la risposta, ma ai Monsignori Fellay e Williamson.
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
Nel periodo in cui Mgr Lefebvre si accingeva a consacrare quattro vescovi per la sua Fraternità, il valente Arcivescovo usava chiedere l’opinione in proposito ad alcuni amici che lo visitavano. Una di queste risposte è stata immediata: “Senz’entrare nel merito della vostra decisione episcopale, sembra certo che, così come Voi agite da leone, da quanto si sa della vostra nidiata interna, non c’è d’aspettarsi che la comparsa di quattro gatti confusi!”
Monsignor Lefebvre avrebbe voluto contraddire quella battuta burlesca, ma ha potuto solo esprimere un sorriso amaro; probabilmente già prevedeva cosa sarebbe successo. Non per altro aveva visto passare la Sua Fraternità e Seminari per tante crisi profonde. La trasferta in blocco da Albano a Ecône; poi, quando ha dovuto lasciare la direzione a Rickenbach per assumere personalmente la guida del Seminario di Ecône, a causa di gravi disguidi nel suo insegnamento. E poi il tradimento dei monaci di don Gérard del Barroux. Insomma, delle tempeste interne che lo tenevano preoccupato quasi quanto a causa di quelle planetarie. Di positivo c’è stata solo l’adesione negli anni Ottanta del Vescovo Antonio de Castro Mayer di Campos, che però, proprio allora veniva allontanato dalla sua Diocesi. Io sono testimone della sua lotta per mantenere il suo popolo e sacerdoti nella Tradizione della Chiesa contro le novità del Vaticano 2º. Ma quanto può durare tale resistenza se quasi tutti sono aperti al tradimento in seguito al tradimento dei suoi preti, quale Rifan, oggi vescovo conciliare e bergogliano?
Tante defezioni hanno falcidiato la Fraternità, come quella, importante, dei sacerdoti in America del Nord, che volevano giustamente la definizione dell’Arcivescovo riguardo all’autorità romana. Quella di cui più tardi avrebbe scritto:
« La chaire de Pierre et les postes d’autorité de Rome étant occupés par des antichrists, la destruction du Règne de Notre Seigneur se poursuit rapidement à l’intérieur même de son Corps mystique ici bas, spécialement par la corruption de la sainte Messe, expression splendide du triomphe de Notre Seigneur par la Croix : «Regnavit a ligno Deus», et source d’extension de son Règne dans les âmes et dans la société. »
Non voleva che si ammettesse questa realtà allora e Williamson gli era rimasto fedele in questo silenzio. Ma adesso si capisce che da ex anglicano, già avendo avuto re e regine come capo della sua chiesa, era un tanto indifferente, come lo è ancora, alla persona che rappresenta come Vicario, Gesù Cristo in terra. Eppure il Signore ha voluto il Pontefice Romano come Suo unico rappresentante, conferendogli il potere extraordinario della infallibilità su questione di Fede e di Morale. Perciò prega per Pietro e successori, affinché la loro fede non venga meno (Lc 22, 32). Per Mons. Williamson, nel suo ultimo commento «eleison» (374), quel che esiste è solo l’infallibilità della Chiesa. Vediamo.
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“Per molti sedevacantisti, se si accetta che qualsiasi Papa conciliare sia stato veramente Papa, si può essere solo liberali, e se si critica il sedevacantismo, si starebbe promuovendo il liberalismo. Ma non è così! Perché no? Perché entrambi fanno lo stesso errore di esagerare l’infallibilità del Papa. Perché? Forse perché entrambi sono uomini moderni che credono più nelle persone che nelle istituzioni? E perché si dovrebbe trattare di una caratteristica degli uomini moderni? Perché, a partire più o meno dal protestantesimo, le istituzioni hanno sempre meno cercato realmente il bene comune, mentre hanno sempre più guardato ad un certo interesse privato come il denaro, cosa che naturalmente diminuisce il nostro rispetto per loro. Per esempio, degli uomini buoni hanno impedito per un po’ che la marcia istituzione della banca moderna avesse immediatamente tutti i suoi effetti cattivi, ma i marci banchieri alla fine hanno dimostrato che l’istituzione della riserva bancaria frazionaria e delle banche centrali era, di per sé, cosa malvagia fin dall’inizio. Il Diavolo è nelle strutture moderne, grazie ai nemici di Dio e dell’uomo. Quindi è comprensibile che i cattolici moderni abbiano la tendenza ad avere troppa fiducia nel Papa e troppo poco nella Chiesa, e in questo sta la risposta a quel lettore che mi ha chiesto perché non scrivo sull’infallibilità nello stesso modo in cui lo fanno i classici manuali cattolici di teologia. Questi manuali sono meravigliosi a loro modo, ma sono stati scritti tutti prima del Vaticano II, e tendono ad attribuire al Papa un’infallibilità che appartiene alla Chiesa. Ad esempio, in questi manuali si tende a presentare il culmine dell’infallibilità come una solenne definizione del Papa, o del Papa col Concilio, ma in ogni caso del Papa. Il dilemma liberal-sedevacantista è la conseguenza e, per così dire, il castigo per questa tendenza a sopravvalutare la persona e a sottovalutare l’istituzione, perché la Chiesa non è solo un’istituzione umana.”
Un testo veramente incredibile venuto da un vescovo. Quindi, per lui sarebbe una tendenza meritevole di castigo credere che il Papa, secondo insegnato dai classici manuali cattolici di teologia sia l’oggetto primo dell’infallibilità voluta dal Signore per il Suo Vicario? Come se l’infallibilità della Chiesa non fosse quella continuata e confermata dai Papi nel loro Magistero anche Ordinario. Ma l’«incoerenza» qui, per non dire altro, non si limita a questo, si estende grottescamente a quest’allusione all’ errore degli «uomini moderni che credono più nelle persone che nelle istituzioni»! Ma se è proprio lui che, malgrado descriva altrove la falsa chiesa del Vaticano 2º, crede che non si è liberali «se si accetta che qualsiasi Papa conciliare sia stato veramente Papa». In altre parole lui non avrebbe un pensiero liberale ma cattolico credendo che «che qualsiasi Papa conciliare sia stato veramente Papa» anche se ha demolito la vera Chiesa a favore di quella falsa del Vaticano 2º, descritta altrove! E ciò non sarebbe credere più a un uomo che all’istituzione divina nata da Dio proprio per l’opposto: confermare nella vera Fede e condannare le falsità contrarie.
Ricordiamo, allora, a proposito della sua consacrazione quanto spiegato da Papa Pio XII nell’Enciclica «Ad Apostolorum Principis sepulchrum» (19.o6.58):
Il Primato della Chiesa di Roma
«È ben nota, infatti, la solenne definizione del Concilio Vaticano: «Fondandoci sulle chiare testimonianze della Sacra Scrittura, e in piena armonia con i precisi ed espliciti decreti sia dei Nostri predecessori, i Romani Pontefici, sia dei Concili generali, rinnoviamo la definizione del Concilio ecumenico di Firenze secondo la quale tutti i fedeli debbono credere che “la Santa Sede Apostolica e il Romano Pontefice esercitano il primato in tutto il mondo; che il medesimo Pontefice Romano è il successore di san Pietro Principe degli Apostoli, è il vero vicario di Cristo, il capo di tutta la Chiesa, il padre e il dottore dei cristiani che a lui, nella persona di san Pietro, è stata affidata da nostro Signore Gesù Cristo la piena potestà di pascere, reggere e governare la Chiesa universale”. «Pertanto insegniamo e dichiariamo che la Chiesa Romana per divina disposizione, ha la potestà ordinario di primato su tutte le altre, e che tale potere di
giurisdizione del Romano Pontefice, di carattere veramente episcopale, è immediato; e che i pastori e i fedeli, di qualunque rito e dignità, sia singolarmente presi, sta tutti insieme, sono tenuti al dovere di subordinazione gerarchica e di vera obbedienza verso di essa, non soltanto nelle cose della fede e della morale, ma anche in quelle che si riferiscono alla disciplina e al governo della Chiesa, diffusa nel mondo intero; talché,
conservata così l’unità della comunione e della fede col Romano Pontefice, la Chiesa di Cristo sia un unico gregge sotto un unico sommo pastore. Questo è l’insegnamento della verità cattolica, dal quale nessuno può scostarsi senza perdere la fede e la salvezza» (Vaticano I, Sess. 4, cap. 3. – Cf sopra, nn. 362-363).
Da quanto vi abbiamo esposto consegue che nessun’altra autorità, che non sia quella del Supremo Pastore, può revocare l’istituzione canonica data ad un vescovo; nessuna persona od assemblea, sia di sacerdoti sia di laici, può arrogarsi il diritto di nominare
vescovi; nessuno può conferire legittimamente la consacrazione episcopale se prima non sia certa l’esistenza dell’apposito mandato apostolico (C.I.C., can. 953.). Sicché, per una siffatta abusiva consacrazione, la quale è un gravissimo attentato alla stessa unità della Chiesa, è stabilita la scomunica «riservata in modo specialissimo alla Sede Apostolica», in cui ipso facto incorre non solo chi riceve l’arbitraria consacrazione, ma anche chi la conferisce. (Decreto della Suprema Sacra Congregazione del Santo Officio, 9 aprile 1951 (AAS 43 [1951] 217s).
Ecco quel che crede il cattolico che segue il vero Papa capo della vera Chiesa.
La consacrazione episcopale, senza l’esistenza dell’ «apposito mandato apostolico» è abusiva e illecita, a meno che, come nell’ atto di consacrazione compiuto da Mgr. Lefebvre, si ponesse legittimamente il dubbio che un qualsiasi papa conciliare non sia «veramente Papa». Perciò non c’era un vero Papa per emettere il legittimo mandato apostolico nella Chiesa in pericolo.
In quell’occasione c’era il Vescovo “co-consacratore” Castro Mayer che ha proclamato a voce, a chi volesse sentire, che in quel momento non c’era veramente un Papa, così prestando dolorosamente la sua testimonianza cattolica. Ma don Williamson ancora non l’ha capita! Anzi, accusa, usando tutto l’opposto di qualsiasi logica, chi l’ha capita pure per lui! A cominciare dal compianto emerito Vescovo Antonio de Castro Mayer.
Che Dio abbia pietà di questa misera generazione che non sa quel che dice né quel che fa!
Che Dio abbia pietà di questa misera generazione che non sa quel che dice né quel che fa!
RispondiEliminaCertamente è ben riferito all'estensore dell'articolaccio quà sopra...poveri sedevacantisti....che dapprima incensavano Mons. Williamson nella speranza che anche lui prendesse la via larga dell'eresia sedevacantista, ora lo accusano e lo denigrano.
tutte chiacchere senza nessun riferimento all'articolo vedi di argomentare o ti censuro...
RispondiEliminaL'articolo di cui sopra mi dimostra come I cosiddetti tradizionalisti, chiamati cosi' da altri, ma che secondo me dovrebbero chiamarsi I very Cattolici da 50 anni a questa parte si sono divisi, in una miriade di congregazioni, siti, ecc. ecc. ecc. Tutti questi soloni della teologia, si scagliano uno contro l'altro senza pensare che il fedele, la pecorella, di teologia non ne capisce niente, e che tutti queste grandi disquisizioni, non fanno altro che aumentare I propri dubbi lasciandolo piu' smarrito di prima. Ai fedeli, al fedele che vuole seguire la Vera Chiesa di Cristo, umilmente do' questo consiglio:
RispondiEliminaNon ascoltate piu' nessuno, ascoltate io vostro cuore e la vostra fede e se siete veramente Cattolici Apostolici Romani, e volete seguire questa via, la scelta e' semplice: Seguite e osservate al vostro meglio,quanto piu' possibile il catechismo di San Pio X; I vostri dubbi saranno sciolti e vi sentirete meglio.
A tutte le congregazioni, siti, sette cosiddette tradizionaliste, ancora piu' umilmente do' questo consiglio. Mettetevi d'accordo finalmente tutti voi, riunitevi, fate una specie di concilio, un concilio di opposizione al Vaticano II dove tutti I vescovi, arcivescovi, cardinali che ancora si sentono CATTOLICI APOSTOLICI ROMANI rimettano in sesto la disciplina e il vero credo cattolico ripostandosi all'ultimo vero Papa Pio XII.
Solo cosi', secondo il mio umile punto di vista si potra' ricominciare a combattere contro l'eresia oggi imperante nella chiesa vaticantista.
In Gesu' e Maria
Cesare Ferrara
P.S. Questo Articolo con il permesso di Non Possumus e dell'Autore dell'Articolo stesso, lopubblichero' tradotto in Inglese, unitamente al mio comment, nel primo numero di una mia Rivista che uscira' per la fine di Ottobre. Il titolo della Rivista sara': LIVING CHURCH.
Per quanto mi riguarda puoi pubblicarlo, grazie per il tuo pensiero..
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RispondiEliminaSi direbbe che l'anno 1986 fu davvero decisivo per Mons Lefebvre, sono infatti di quest'anno le sue note affermazioni pubbliche in favore del sedevacantismo, poi purtroppo ampiamente riviste.
RispondiEliminaMons. Lefebvre sapeva quello che diceva, ma si direbbe che alla fine scelse contro il proprio giudizio di teologo una scappatoia di compromesso che salvasse l'unità di Ecône, la cui corrente maggioritaria già si distingueva evidentemente per un'improntitudine tutta gallicana. Mi domando: che peso vi ebbe allora il "teologo" Williamson? Forse proprio quello stesso che magari vi ebbero i vertici e sodali della FSSPX attuali? Secondo me i Williamson, Fellay e co. di oggi, furono proprio coloro che si imposero a Mons. facendogli cambiare, "tutto considerato", finalmente rotta, giù giù fino ai nostri giorni.
Nell' '86 si era evidentemente ancora in un tempo in cui "tutto era ancora possibile", come scrisse Don Ricossa, magari anche in tempo, datane l'età, per un ripensamento almeno simbolico riguardo l'espulsione avvenuta nel '77 del P. Guérard dal seminario di Ecône (guarda caso un anno dopo l'ordinazione di Don Williamson ad Ecône, poi divenuto ivi docente) e morto nel gennaio del fatale '88, chissà... Di certo il Mons. Lefebvre che arrivò a celebrare le consacrazioni episcopali in giugno - Mons. De Castro-Mayer permettendo - aveva con se stesso ed il suo entourage oramai risolta definitivamente la cosa, se nel testo della lettera inviata per l'occasione a Wojtyla - cioè, come lui stesso scriveva, "al Papa" - diceva del suo desiderio di essere e rimanere in comunione con lui... Se avesse detto diversamente, credo che anche Mons. Lefebvre sarebbe finito di lì a poco come P. Guérard, cioè solo e ramingo lontano da una Ecône che gli avrebbe voltate le spalle. Uso il condizionale riferendomi ad allora, ma si può usare tranquillamente l'indicativo riverendosi ad oggi, dato che anche Mons. Lefebvre è stato sbattuto fuori, da morto, da Ecône, avendo la FSSPX tutt'intera (Williamson compreso, chiacchiere a parte) sottoscritto il proprio travaso tra quelli che scomunicarono Mons. Lefebvre, riconoscendo loro così il diritto e l'autorità a ciò che fecero.
Mi permetto di segnalare questo articolo dell'Abbé Hervé Belmont del 4 marzo scorso, intitolato "Impresa Mons. Williamson, ogni genere di demolizione", scritto in occasione delle esternazioni, uscite a puntate, dal blog di Mons. Williamson. Vi si dà conto in maniera sintetica della catastrofica teologia williamsoniana e di certi indicativi strafalcioni : quando Williamson pretende di citare S. Agostino, proponendosi di spezzare una lancia in favore dell' "opinione sedevacantista" (alla maniera anche di un Don Rioult), in realtà cita l'espressione di un teologo protestante, morto nel XVII sec., Peter Meiderlin ! Un dettaglio, ma credo rivelativo del personaggio.
http://www.quicumque.com/article-entreprise-williamson-m-g-r-demolition-en-tout-genre-122822777.html
Sarebbe interessante da tradurre...
EliminaL'articolo è abbastanza breve, note comprese, e magari anche troppo stringato (dà l'idea di un appunto poco più che estemporaneo). Una specie di traduzione alla buona l'ho fatta, te la mando per mail, così giudichi se può servire a qualcosa o meno. Un caro saluto in Cristo.
EliminaArai colpisce nel centro ancora una volta ! Segnala quel che e' il risultato della mancanza di coraggio nel definire le cose per quel che sono.
Eliminapersonalmente ringtrazio anche Joahnnes Bergen che indica i fatti che non conoscevo bene nella loro sequenza, ma che avevo immaginato dal finale che conoscevo: l'esitazione di Lefebvre ha generato il disastro della sua comunita', gia' abbastanza scossa da avvenimenti terribili per ogni cattolico.
Sono d'accordo che errore fatale fu allontanare Guerard des Lauriers, unico teologo valido che dette una risposta convincente al degrado della chiesa ed all'apostasia papale.Ma, mi sento di dire che in quei terribili frangenti forse Lefebvre cercava ogni possibile risorsa per salvare il possibile del piccolo gregge. Ha sbagliato, ma che possa essere perdonato !
Mardunolbo
***errata corrige*** P. Guérard des Lauriers, nato il 25 ottobre 1898 a Suresnes, morì a Cosne-sur-Loire il 27 febbraio 1988, non il gennaio precedente come da me sopra erroneamente scritto... chiedo venia...
EliminaObbedite a papa Francesco e tornerete nel cattolicesimo, tornerete nel porto dalle acque tranquille, lontano dai pericoli mortali che state passando!
RispondiEliminaSì, a coltivare finocchi nell'orto...
EliminaAh,ah,ah ! "papa Francesco" .....Pensare che persino lo scrittore Socci comincia a dubitare che possa essere papa il Bergoglio!
RispondiEliminama, come tutti i cattolici seguaci della strada tortuosa, ritiene che Ratzinger sia ancora il vero papa.
Arai cerca invano di chiarire come Ratzinger ,come i predecessori fino al Vat.II siano della stessa risma.
C'e' da dubitare che Socci e gli altri possano ravvedersi !
C'e' chi non vuole leggere le premesse della grande apostasia, c'e' chi non vuole capire perche' gli e' comodo cosi' !
Mardunolbo
Casino anche con Williamson? Ve l'avevo preannunciato!
RispondiElimina