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martedì 21 ottobre 2014

"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (Capitolo 41°)...

Continuiamo la publicazione del LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.

Prima e seconda parte.

Terza e quarta parte.

Dal Capitolo 5° al Capitolo 8°.

Dal Capitolo 9° al Capitolo 12°.

Dal Capitolo 13° al Capitolo 16°.

Capitolo 17°.

Capitolo 18°.

Capitolo 19°.

Capitolo 20°.

Capitolo 21°.

Capitolo 22°.

Capitolo 23°.

Capitolo 24°.

Capitolo 25.

Capitolo 26.

Capitolo 27.

Capitolo 28°.

Capitolo 29°.

capitolo  30°.

Capitolo 31°.

Capitolo 32°.

Capitolo 33°.

Capitolo 34°.

Capitolo 35°.

Capitolo 36°.

Capitolo 37°.

Capitolo 38°.

Capitolo 39°.

Capitolo 40°.

«La parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo, è eccellente, conforme ai documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag. 346.

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Capitolo 41: v'è esagerazione a non riconoscere come partito perfettamente cattolico un partito radicalmente antiliberale ?

Quel che ci avete appena detto ci ha convinto, esclamerà qualcuno dei nostri, di quelli che sono timidi e timorosi all'eccesso quando si tratti di politica o di partiti; ma, quale deve essere il partito cui si affilierà il buon cattolico per difendere come voi dite, concretamente e praticamente, la sua Fede contro l'oppressione del liberalismo ? Lo spirito di partito può qui allucinarvi e far sì che il desiderio di favorire una causa politica determinata per mezzo della religione, prevalga su quello di favorire la religione per mezzo della politica.
Ci sembra amico lettore, che qui noi presentiamo  la difficoltà con tutta la sua forza, tale come la presentano moltissime persone. Per fortuna ci sarà molto facile ridurla a niente  per quanto grande sia il numero dei nostri fratelli che questa obiezione  blocca e riduce al silenzio.
Noi affermiamo dunque, senza paura d'essere logicamente contraddetti, che il modo più efficace, più logico, di combattere il liberalismo, è quello di lavorare in comunione di intenti e di sforzi con il partito più radicalmente antiliberale.
Ma questa è una verità evidente !
D'accordo, ma nondimeno è una verità; e di chi è la colpa se  è divenuto necessario presentare a certe persone le più solide verità della filosofia sotto una forma più che ingenua ? No, non è spirito di partito, ma spirito di verità, affermare l'impossibilità di una opposizione efficace al liberalismo, al di fuori di un partito veramente cattolico, e poi l'impossibilità di un partito radicalmente cattolico che non sia nello stesso tempo un partito radicalmente antiliberale.
Questa doppia affermazione disturba dolorosamente certi palati viziati da pietanze male assortite (cattolici-liberali), ma  essa non è per questo meno incontestabile.

Il cattolicesimo e il liberalismo sono dei sistemi dottrinali e di azione essenzialmente opposti, noi crediamo di averlo dimostrato nella serie dei nostri articoli. Occorre dunque necessariamente riconoscere, costi quel che costi e tanto amaro che possa sembrarci, che è impossibile essere integralmente cattolici senza essere integralmente antiliberali.
Queste idee danno una equazione rigorosamente matematica. Gli uomini e partiti (salvo errore o buona fede) non sono cattolici nelle loro dottrine che quando non professino nessuna opinione anti-cattolica, ed è assolutamente evidente che essi professeranno una dottrina anti-cattolica tutte le volte che  faranno professione cosciente, in tutto o in parte, di qualche dottrina liberale.
Di conseguenza  dire che tale partito liberale, tale persona liberale, non è cattolica, è una proposizione tanto esatta quanto dire che il bianco non è nero, oppure che il rosso non è blu. Questo è semplicemente enunciare un’argomento che risulta logicamente dall'applicazione allo stesso del principio di non-contraddizione. Ne quid idem simul esse et non esse: "una stessa cosa non può essere e non essere nello stesso tempo". c'è nel mondo un teorema matematico la cui conclusione valga di più che la seguente: "non c'è un partito perfettamente cattolico che non sia un partito radicalmente antiliberale".
Venga dunque qui il più sapiente dei liberali, e ci dica se c'è al mondo un teorema matematico la cui conclusione valga più della seguente: "non c'è partito perfettamente cattolico che non sia un partito radicalmente antiliberale".
Non c'è dunque, lo ripetiamo, altro partito cattolico, con una proposizione accettabile per i cattolici, che quello che  professi, o sostenga, o pratichi delle idee risolutamente anti-liberali. Ogni altro, per quanto rispettabile sia, per quanto conservatore si mostri, quale che sia l'ordine materiale che assicuri al paese, i vantaggi o  beni che per accidente esso offra alla religione, non è un partito cattolico, dal momento che si presenta fondato su principi liberali, o organizzato in uno spirito liberale, o diretto verso un fine liberale.

Parlando così, noi ci riportiamo a quel che è stato indicato sopra, cioè: che tra i liberali, gli uni accettano unicamente i principi del liberalismo, senza volerne le applicazioni, mentre gli altri accettano queste applicazioni senza volere, almeno apertamente, ammettere i principi.
Dunque noi lo ripetiamo: un partito liberale, dal momento che è liberale, sia nei suoi principi, sia nelle sue applicazioni, non è più cattolico di quanto il bianco non sia nero,   un quadrato non sia un cerchio,  una vallata non sia una montagna e  l'oscurità non sia la luce.
Il giornalismo rivoluzionario che, per rovesciare il mondo, l’ ha dotato di una filosofia e di una letteratura speciali, ha inventato anche una maniera di ragionare che gli è interamente propria e che consiste, non nel ragionare come si faceva anticamente deducendo le conseguenze dai principi, ma nel ragionare come si fa nei crocicchi e nelle riunioni delle comari, cedendo alla prima impressione, e lanciando a destra e sinistra delle pompose parole, stordendo e affaticando il suo proprio intendimento e quello altrui con un’  impetuosa bufera di parole vulcaniche in luogo di schiarirlo e di guidarlo con la brillante serena luce di un'argomentazione ben impostata. Esso si scandalizzerà dunque, la cosa è certa, di vederci rifiutare il titolo di cattolico a tanti partiti rappresentati nella vita pubblica da uomini che, cero in mano, seguono le nostre processioni; e rappresentati nella stampa da tanti organi che durante la settimana santa pubblicano dei canti penitenziali in onore del Martire del Golgota (stile progressista puro) o nella notte di Natale cantici di gioia per celebrare il Bambino di Bethlem, e che, per ciò solo, si credono legittimi rappresentanti di una politica cattolica come fossero il grande Cisneros e la nostra illustre Isabella I.

Ebbene ! Che si scandalizzino, noi diremo loro che sono tanto cattolici quanto Cisneros e Isabella furono luterani e fra massoni.
Ciascuna cosa è quel che è, niente di più. Le migliori apparenze non possono rendere buono ciò che è essenzialmente malvagio. Che parli o agisca come cattolico, il liberale non sarà meno liberale. Tutt'al più sarà un liberale vergognoso che imita il linguaggio, il costume, i modi e le buone apparenze dei cattolici.

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